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Mio fratello Kevin – 4

By 3 Gennaio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono quasi le 10 del mattino, il sole è già alto nel cielo e la luce filtra attraverso le tende di camera. Io sono inginocchiata al fondo del letto di mio fratello Kevin. L’ordine che mi ha dato ieri notte è stato chiaro. Dopo avermi trascinata in camera sua con il guinzaglio, si è buttato sul letto e, tra uno sbadiglio e l’altro, mi ha detto:
‘Sono distrutto, è dura fare il padrone, sai? Io mi faccio una bella dormita, tu invece, lurida leccapiedi di merda, voglio che stai al lavoro per tutta la notte, quella tua linguetta del cazzo sembra fatta apposta!’ si è girato a pancia in sotto, ha abbracciato il cuscino mentre io ho cominciato a leccargli i piedi ‘…e non t’azzardare a smettere per riposarti, chiaro?’
‘No padrone’ rispondo io in automatico. Un ultimo sospiro di rilassamento e poi il silenzio. Dopo alcuni minuti ho sentito il suo respiro farsi più pesante, segno che si è addormentato.
‘Potrei smettere’ ho pensato. Ma il potere che lui ha su di me è devastante, mi possiede, non solo al livello fisico, ma anche, e soprattutto, a livello psicologico. Così ho passato tutta la notte a lavargli i piedi, leccando con amore ogni centimetro di pelle, per ore e ore. Fino ad ora. Non ho più la benché minima sensibilità alla lingua che mi fa un male cane per non averla mai fatta riposare. Non mi reggo in piedi dalla stanchezza e mi fa male ogni singolo muscolo per la posizione scomoda in cui sono dovuta stare. Lui, invece, dorme beato, supino sul letto, a gambe aperte, completamente nudo, in tutta la sua incommensurabile bellezza. Il suo viso perfetto da diciottenne, incorniciato dai capelli biondi è leggermente inclinato verso destra ed è completamente rilassato mentre i raggi mattutini lo illuminano. Sembra un angelo del paradiso.
Poco a poco comincia a muoversi con sempre più frequenza, si volta a pancia in sotto, poi di lato, finché non mi da una sberla in pieno viso con la pianta del piede:
‘Basta cazzo, vuoi consumarli? Hahaha’ ridacchia piano, la sua voce è ancora assonnata e più grave del solito. Si alza sui gomiti e mi guarda a gambe aperte. Sorride. Io devo avere la faccia distrutta, tanto che lui mi dice, simulando una vocetta preoccupata:
‘Oh, poverina, sei stanca? Cos’è, non hai passato una buona nottata? Hahahaha!! Io invece ho dormito da dio sai? Hahaha!’ un’altra risatina di scherno. Poi si tira su, si alza dal letto, mi prende per i capelli e, come ha fatto ieri sera, mi ficca il cazzo in bocca in malo modo fino alle palle e, senza dire niente, comincia a pisciare mentre sbadiglia, si stira e si stropiccia gli occhi. E’ incredibile, dopotutto mi ha schiavizzata solo ieri pomeriggio eppure si è già abituato a usarmi come latrina, è come se stesse pisciando nella tazza del water. Io ingoio tutto anche se ho delle grosse difficoltà, il sapore è atroce e mi viene da vomitare. Sulla fine di uno sbadiglio mi dice:
‘Aaah, la prima pisciata della mattinata è sempre la più piacevole cazzo! L’ho retta per tutta la notte e non vedevo l’ora di svuotare la vescica.’ Questo è Kevin, mio fratello, il mio padrone, l’angioletto che poco fa dormiva beato e io sono la schiava più fortunata della Terra.
‘Prendi la cappella tra le labbra e ciucciala….’ mi dice quando ha finito ‘…succhiati le ultime gocce, non vorrai che mi bagni i piedi, no?’ io eseguo e prendo a succhiare il divino scettro del suo potere come farei con un calippo, emettendo suoni di risucchio. Lui comincia a ridere: ‘hahahahahaha! Che troia del cazzo che sei! Brava così! Hahaha!’ dopo qualche secondo mi afferra per i capelli, mi sfila il cazzo di bocca e mi dice contento ‘comincia un altro giorno di umiliazioni e torture, sei contenta?’
‘Si padrone, contentissima’
‘Bene!’ Nel momento stesso in cui finisce la parola mi molla un ceffone di forza inaudita, tanto che cado a terra distesa. Mi giro verso di lui per capire cosa ho sbagliato. Me lo vedo arrivare vicino ‘Beh? Che c’è?’ mi mette il piede destro su un lato della faccia e comincia a calpestarmi ‘ti ho fatto male, schiava?’
‘…ss…si….padrone’
‘Bene!! E’ giusto che sia così! Come si dice, huh?’ la forza con cui mi schiaccia è enorme, sento male alla mascella e alla tempia dove è posizionato il suo alluce.
‘Gr…grazie padrone’ dico piano.
‘Come hai detto troia?’ adesso ha appoggiato tutto il suo peso sulla gamba che sta usando per torturarmi, 80 chili di perfezione tutti in bilico sulla mia faccia da lurida schiava. ‘Non ho sentito!!!’
‘Grazie padrone per avermi fatto male!!!’ è quasi un urlo il mio, ma il suo piede mi spiaccica talmente la bocca che le parole vengono fuori un po’ bofonchiate.
‘HAHAHAHAHA!!!!!!!!’ si fa una bella risata delle sue, poi ‘Va’ a prepararmi la colazione, muoviti!’ mi molla lì e si dirige verso il bagno canticchiando allegro. Io non perdo tempo e vado in cucina a tostare il pane, friggere le uova, cuocere il bacon, tutte le cose che preferisce. Ci metto un po’ e lui non esce ancora dal bagno. Gli verso del succo d’arancia e dispongo tutto in un vassoio. Dopo qualche minuto arriva lui, ancora completamente nudo, con un’espressione soddisfatta sul viso. Prende una sedia sdraio dal balcone, una che ha la seduta fatta di tubicini di gomma morbidi, e la mette in salotto davanti al televisore. Poi mi guarda:
‘Vieni qui’ io prendo il vassoio e vado da lui.
‘Stenditi, forza, con la faccia proprio sotto la seduta della sdraio.’ Ha il suo solito sorrisetto sulle labbra e ho già paura. Poso il vassoio sul tavolincino lì accanto e faccio come mi è stato ordinato. La sdraio è molto bassa, tra la mia faccia e la gomma solo pochi centimetri.
‘Ho cagato l’anima poco fa e visto che stanotte sei stata una leccapiedi ubbidiente ho deciso di promuoverti a leccaculo, congratulazioni!! Hahaha!’ io sono già nel panico, il respiro diventa affannoso, mentre Kevin, sul punto di sedersi, infila una mano tra i tubicini di gomma e li allarga in modo da farci entrare il sedere. Ha la testa girata all’indietro per vedere di posizionarmi il buco del culo proprio sulla faccia. Incrocio un attimo il suo sguardo sorridente e, vedendomi terrorizzata mi dice: ‘tranquilla, per oggi mi sono pulito con la carta, dopotutto è solo il tuo secondo giorno di schiavitù. Ma non ti preoccupare, a breve ti cagherò direttamente in bocca, così mangi qualcosa di sostanzioso, non puoi mica tirare avanti a piscio e sborra, sai! Hahahahahaha!!!!!!’ Si allarga le natiche e vedo che è ancora un po’ sporco, ma è una visione breve perché poi mi si siede sulla faccia a coprirmi esattamente il naso e la bocca. La sensazione che provo è indescrivibile. L’odore è davvero vomitevole, non ci sono parole, quello che ho subito finora non è stato niente in confronto. Sempre più presa dal panico mugugno qualcosa:
‘Oh, non ti preoccupare mi ringrazi dopo troia, ora leccami il buco del culo che comincia a pizzicare, voglio che sia bello pulito e profumato’ Non finisce neanche la frase che sta già ridendo a crepapelle. Non ho scelta, mi ha dato un ordine e devo eseguirlo, perché renderlo felice è il mio unico scopo di vita ormai. Apro la bocca, e do la prima leccata. Se l’odore è terrificante è niente paragonato al sapore. Subito cominciano i conati di vomito, ma devo resistere, devo resistere a tutti i costi. ‘In fondo si preoccupa per me, vuole che mi mantenga in salute’ penso, ormai completamente succube.
Lui, nel frattempo, si è accomodato bene accendendo il televisore su un programma di sport e mettendomi i piedi sullo stomaco. Prende il vassoio della colazione e comincia a mangiare.
‘mmmm, squisito il bacon, brava! Spero che la tua colazione sia altrettanto buona, hahahaha!!’ comincia con le umiliazioni. ‘Lo sai…’ prosegue con la voce divertita mentre sta masticando ‘…mamma sarebbe felice di vederci così, dice sempre che non facciamo mai niente insieme! Cazzo non è vero! Stiamo facendo colazione! Hahahahaha!! E io mi sto anche divertendo da matti, tu no? Haha!’ continua a ridacchiare mentre io sto letteralmente leccando merda e peli e accumulandoli sulla lingua.
‘Ah mi raccomando! Voglio che ad ogni leccata assapori bene e poi inghiotti pulendoti la lingua, altrimenti non fai altro che continuare a smerdarmi il culo troia!’ Faccio come mi è stato ordinato, do una bella leccata, poi ritiro dentro la lingua per ingoiare. E’ terribile, onestamente non so come faccio a non vomitare. Eppure ogni volta che mi maltratta mi eccito.
‘mmmm che brava che sei cazzo, continua! Continua così!’
‘è contento di me’ penso e, felice, comincio a leccare con più foga quel buco ormai madido di sudore a causa del mio respiro. Mi mette i piedi sui seni e comincia a calpestarmeli con forza, mentre mi prende i capezzoli tra le dita e me li stringe, me li tira fino a farmi un gran male. Con il dolore aumenta anche l’eccitazione.
‘Ora ficcami la lingua nel buco, muoviti!’ eseguo.
‘Di più, più affondo!’ la punta è già entrata ‘ho detto più affondo!!’ un dolore improvviso e lancinante alla bocca dello stomaco mi leva il fiato, ma non esito ad obbedire. Infilo la lingua quasi per intero su per il culo di mio fratello, la mia bocca è completamente incollata a lui.
‘…aaaahhh…. aspetta aspetta ‘.. aaaahhhh’ di colpo la lingua mi viene spinta fuori e i miei polmoni si riempiono completamente della scorreggia che Kevin mi sta regalando.
‘ahahahahaha! Piaciuta la sorpresa? Hahaha!!’ io soffoco e comincio a tossire, in mancanza d’aria. Mi arriva un’altra pedata nello stomaco, e poi un’altra e poi ancora un’altra mentre il mio padrone ride contento, come un bambino che sbatte i piedi quando ride troppo.
‘ahaha!!! Ah, cazzo Jane, sei uno spasso, lo sai? Continua a leccarmi il culo, se fai la brava magari scorreggio di nuovo, chissà!’ Lecco con sempre maggiore frenesia, anche se sono in debito di ossigeno e ho la faccia completamente ricoperta di sudore, mio e suo. Il modo in cui mi umilia è troppo eccitante, mi bagno di nuovo, mentre lui mi calpesta i capezzoli e mi fa più male che può. Lui, come sempre, non tarda ad accorgersene:
‘Bene, ti piace leccarmi il culo, vero?’ con un piede ha preso a giocare con la mia fighetta depilata. Io mugugno qualcosa in risposta alla sua domanda.
‘E brava la mia troietta!’ Prima mi allarga le labbra con le dita, poi mi prende a pedate con la pianta. Io sono praticamente un lago quando si alza in piedi sul mio stomaco, da un calcio alla sedia sopra la mia faccia e con un ghigno malefico mi dice:
‘Ho deciso di sverginarti, contenta?’ ha il cazzo completamente in tiro, di nuovo rimango basita delle sue dimensioni. Umiliarmi lo eccita.
‘Ma… padrone…’ Senza fare troppi complimenti mi prende per il guinzaglio e mi sbatacchia sul tavolino da caffè. Dentro di me il solito misto di piacere e terrore.
‘Lo sai, sei la prima vergine che stupro. Chissà se il cazzo mi c’entra tutto….’ di nuovo il suo ghigno mentre mi allarga le gambe e con due dita mi apre la figa ‘…beh, è un problema tuo no? Hahaha!!!’ Con un solo colpo mi penetra fino alle palle. Il dolore è tanto. Il mio grido si mescola alle sue risate:
‘Hahahaha!! Wow! Guarda quanto sangue… che figata!! Hahahaha!!!!’ si muove adesso ‘cazzo quanto sei stretta! Vediamo di slabbrartela un po’ questa fighetta!!’ comincia a scoparmi con foga e, se il dolore che ho sentito all’inizio si moltiplica, così accade per l’eccitazione. Il suo bastone, dentro di me, sembra ancora più grande che fuori. Sento che spinge con violenza tutti i miei organi interni, è come se volesse uscire fuori dalla pancia. Sono letteralmente impalata dal cazzo di mio fratello. Inarco il corpo ad ogni affondo, ogni volta che lui sbatte il suo inguine contro il mio sesso, sempre di più, sempre più forte. La cappella preme contro qualcosa, probabilmente l’entrata del mio utero, vuole entrare, vuole entrare a tutti i costi. Con le mani, intanto, il mio padrone mi strizza i seni, quasi volesse staccarmeli. I capelli biondi gli sbattono contro la faccia, oscurando in parte i suoi occhi che trafiggono i miei per tutto il tempo, mentre mi stupra senza pietà. Passano i minuti. Ormai il dolore non lo sento neanche più, c’è solo piacere, voglio che questo momento non finisca mai. Le mie grida di dolore si sono trasformate in gemiti di piacere:
‘Sei una cagna in calore, ti piace farti spanare la figa? Huh? Ti piace troia che non sei altro?’ la sua voce è sempre più alta mentre mi insulta e il suo sorriso sempre più ampio.
‘Siiii padrone, ti prego scopami, stuprami, usami come vuoi!!! Ti supplico, continua!!!!’
‘Hahahahaha!!!!! Oooh lo farò schiava, tranquilla!! Lo farò senz’altro, hahahaha!!!’ Il ritmo si fa sempre più brutale, spinta dopo spinta, io ho le gambe completamente divaricate, per permettergli di sfondarmi il più possibile. Sono ormai completamente in balia del piacere, non capisco più niente. Per divertirsi ulteriormente, Kevin comincia a prendermi a schiaffi:
‘Chi è il tuo padrone puttana?!?! A chi appartieni?!?!’
‘Sei tu Kevin, sono tua, per sempre!!!’
‘Esatto!!! Hahaha!!!’Stiamo praticamente urlando, ma la mia risposta viene coperta dall’ennesima sberla che il semidio che mi possiede si premura di darmi. E’ troppo bello, sono in estasi, il cuore mi batte all’impazzata e, gridando come la scrofa che sono, vengo copiosamente tra le sue risate.
‘Hahahahaha! Voi cagne siete tutte uguali, basta sbattervelo dentro e fate tutto quello che voglio!! E’ una pacchia cazzo, hahahaha!!!! Tira indietro la testa per ridere, come fa di solito. La luce del sole gli illumina il visetto efebico. Ha ragione, chi può resistergli, con quel viso, quel corpo. Nessuna ha scampo, devi cedere.
Torna a martoriarmi i capezzoli con le dita, mi afferra i seni, per poi schiaffeggiarli, è un susseguirsi di torture mentre dai suoi grugniti capisco che si sta avvicinando alla fine. Dopo un altro paio di minuti mi riempie le membra della sua preziosa sborra calda tra i gemiti di piacere. Resta dentro di me per diversi secondi in modo da scaricarmi direttamente dentro l’utero tutto quello che può. Potrei rimanere incinta ma non m’importa, dopotutto sono il suo sborratoio, no?
‘Aaaaahhhh, lo sai, il secondo buco non è male per niente, anche se preferisco il primo’ mi afferra la bocca con forza mentre mi guarda negli occhi. ‘Adesso ne rimane uno solo da provare…’ mi esce dalla figa, si alza in piedi e mi guarda dall’alto in basso sorridendo, come al solito:
‘Datti una ripulita che mi fai schifo così!’ mi volta le spalle e lo vedo allontanarsi mentre ricomincia a canticchiare sguaiatamente la canzoncina allegra di poco fa. Io resto immobile, letteralmente distrutta dalla fatica, dal dolore, ma soprattutto dal piacere infinito che Kevin mi da.

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