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Fu un sonno confuso, e sicuramente angosciante, quello che feci quella notte. C’erano tutti i protagonisti delle mie recenti esperienze: tutti compreso l’amico di Corrado che mi aveva inculata nei bagni del cinema. E Corrado stesso che mi accompagnava a casa di una prostituta raccomandandole di offrirmi a clienti laidi, bavosi e viziosi. Il viso della prostituta era indistinguibile ma l’angoscia era che, stranamente,insisteva sulla visione di mia madre sdegnata che mi gridava ” puttana”. A volte si matereializzava nel viso della mia professoressa di francese che agitava, minacciosa , una spazzola. Alda cercava di infilarmi le sue mutandine sborrate in bocca e mi ingiungeva di non parlare più quando tentavo di spiegarle ciò che stavo vivendo con l’invito di seguirmi dalla signora Anna che voleva soggiogare anche lei.
” come puoi propormi di fare certe cose? il mio è un amore puro e non di sesso; zitta e vattene, non ti voglio più.”
R. che mi ripeteva come stava pensando di degradarmi fino rendermi un’ameba nelle sue mani.
E, lei, la mia padrona Anna che, sorridendo soddisfatta, accarezzava le pance evidentemente gravide di me e Alda.
Mi svegliai sudata e tremante in preda ad un’inquitudine mai provata.
Mi toccai istintivamente tra le cosce e trovai le mutandine bagnate. Ricordai, con trrrore, che avevo riposto le mutandine che avevo tolto all’ultimo momento prima di andare a letto nella cesta degli indumenti sporchi. Corsi in lavanderia per recuperarle prima che mia madre le trovasse: non c’erano più ma le vidi galleggiare nella bacinella, già lavate.
Mi incrociò inevitabilmente e guardandomi con sguardo torvo mi disse a bassa voce : ” ti stai divertendo a fare cose sporche: sto allevando una viziosa. Tu e quel bel tipo del tuo ragazzo mi fate schifo. Non hai neanche aspettato che il ginecologo ti mettesse la spirale. Ho cresciuto una cagna”. Mi voltò le spalle e mi lasciò furente.
Nonostante il sogno angoscioso ed il confronto umiliante con mia madre , mi immersi nello studio, finalmente, senza pensare alle vicende che mi stavano travolgendo. Studiai fino a pranzo
A tavola mangiai tutto con ottimo appetito: ne avevo bisogno oppure stavo già ubbidendo alla nuove regole della padrona? Sorrisi al pensiero mentre mia madre , a bassa voce per non farsi sentire da mio padre, insinuò: ” hai fame! Chissà a cosa è dovuto…”
Incassai l’allusione con noncuranza poi mi preparai per recarmi a casa di Alda che, nel frattempo, mi aveva telefonato per dirmi che mi aspettava.
Avevo deciso che avrei interrotto sul nascere la nuova avventura con lei: mi sarei sottratto alle sua seduzione anche se non sapevo come giustificare il repentino dietrofront.
Pensavo a Corrado ed al piacere che mi avrebbe dato il giorno dopo al cinema , col mio ragazzo compiacente. Ma anche alla Signora Anna dalla quale il giorno dopo avrei avuto un incontro infuocato.
Alda mi aprì la porta abbracciandomi e baciandomi con euforia. Subii il suo ardore con sofferenza, sapendo che non avrei corrisposto quell’entusiasmo. Non si accorse della mia freddezza e mi trascinò nella sua stanza , mi buttò sul letto sdraiandosi sopra di me, cercando la mia lingua. Non si rese conto del mio disagio: la desideravo quanto lei desiderava me ma mi sarei imposta di essere fredda. Mi sollevò per portarmi a tavola dove aveva preparato il tè e dei dolcini che aveva fatto per me. L’interruzione le impedì di rendersi conto del mio magone. Divorammo i dolcini e bevemmo il tè. Si avvicinò al mio orecchio e mi disse che con R. non ci sarebbero stati problemi: le aveva assicurato che voleva che iniziassimo la nostra relazione parallela, che non si sarebbe mai intrufolato sessualmente tra noi e che non ci sarebbe stata competizione fra loro e fra noi; bandita ogni gelosia. Le sorrisi senza esultare. Mi baciò ancora , soddisfatta di aver sgombrato ogni remora o pericoli futuri.
“Voglio leccarti la fica “, mi alitò vogliosa.
Dio come lo volevo!
Ma le dissi che volevo farla godere con un ditalino.
Per nulla sospettosa mi prese la mano e se la portò tra le cosce: era sborrata e le mutandine inzuppate. Mi prese il viso , baciandomi mentre affondavo due dita nella sua fica. Sospirò e gemette, incalzandomi e muovendo l’ ampio bacino che mi piaceva tanto.
Alda , alta quanto me, mora con occhi scuri, capelli lunghi quasi sopra le natiche, neri corvini e lisci. Due seni favolosi che avevo da due anni ammirato, desiderando di giocarci . Un culo alto e rotondo, poggiato su gambe slanciate e fianchi generosi. Quello che mi faceva perdere la testa, però , erano le sue labbra : carnose, piene e ben disegnate. Mi affascinava anche il suo modo di essere “snob” e di avere gusti selettivi, senza essere arrogante. Il suo snobismo, penso, era bravamente costruito per evitare di dare confidenze.
Mentre le stringevo la clitoride che aveva un pò pronunciata, in condizione di eccitamento ( mi sussurrava che s’era masturbata tre volte dal pomeriggio di ieri, pensando di fare l’amore con me). In tali condizioni non impiegò molto a venirsene , sommergendomi di parole di ringraziamento e di amore.
Mi ributtò nel letto , annunciandomi che voleva leccarmi la fica e farmi sborrare sulla sua lingua. La bloccai .
“Alda, non posso amarti e non posso farti godere come meriti. Non sono in grado di continuare. Mi dispiace. ”
Scoppiai a piangere a dirotto e mi alzai per uscire ed andarmene.
Mi raggiunse mentre aprivo la porta che richiuse con rabbia, gridandomi: “adesso mi dici tutta la verità perché c’è qualcosa di importante che ti sta accadendo e non pensare di darmela a bere, chiaro?”
Continuai a piangere senza che lei mi lasciasse le mani. Non mi sarei tradita e non potevo tornare sui miei passi. Avrei dovuto spiegarle che disastro era la mia vita? Confessarle che avevo un fidanzato strano? Che ero caduta nelle maglie di due coniugi particolari: lui che mi scopava nel cinema, che mi faceva scopare da un amico e la moglie che virtualmente era la mia padrona, per di più bisessuale che si faceva leccare la fica e me la leccava? Che ero una ragazza lussuriosa, lubrìca, viziosa che si faceva inculare e scopare la fica da un 50nne che mi aveva stregato tanto lo desideravo?
Non potevo dirle tutte queste verità, assolutamente.
Singhiozzavo senza smettere da oltre un quarto d’ora quando mi convinse di aprirsi con lei perché mi avrebbe voluta ed amata anche se le avessi detto cose gravi ed imbarazzanti.
” R. non mi convince, Ludovica: sicuramente ci sarà lui nel mezzo; dimmi cosa sta succedendo , non aver timore: io ti vorrò, qualsiasi cosa si tratti e voglio essere felice con te”
Esitai a lungo e lei mostrò pazienza, esortandomi a rivelarle cosa mi stava
affligendo.
” Se mi costringi a rivelarti tutto mi caccerai via e mi eviterai per sempre e ti perderò ugualmente.”
Esitò un attimo , poi con sofferenza ed un grande disagio mi disse che ad avviarla ai rapporti sessuali con le donne era stata la madre , sin dall’infanzia.
Mi sorrise aggiungendo: ” meno male perché non ti avrei desiderato scegliendoti: le somigli molto. È uscita perché sa di noi due e voleva favorire il nostro amore”
L’abbracciai baciandola e le dissi di ascoltarmi bene. Quindi cominciai a raccontare da quel pomeriggio in cui R. mi concesse a Corrado che mi abbordò tra i sedili del cinema e poi mi portava nei bagni a sua disposizione, col mio ragazzo complice. Le dissi che avevo perso la verginità anale con quest’uomo che aveva capito subito della mia disponibilità e poi delle particolari tendenze di R.
Inevitabilmente arrivai a parlarle di essere stata affidata alla signora Anna che era , insieme, dominatrice e bisessuale. Apprese , quindi, quel che era accaduto il giorno prima in quella casa e come io mi ero affidata a lei per essere sottomessa in tutti i sensi. Del mio errore di essere stata impudente nel chiedere di essere trattata come la puttana dal marito a cui non potevo più resistere per il potere sessuale che ormai aveva su di me.
Conclusi che avevo dovuto confessare alla mia padrona, dal momento che ne avevo accettato la incondizionata supremazia ,di lei, della mia Alda che mi faceva battere il cuore.
Esitai nel dirle che ero stata comandata di presentare la mia amica innamorata proprio a lei in quanto ormai mia padrona.
Alda chiuse gli occhi , abbassò il capo , quindi mi abbracciò e mi disse: “chi sono io per scandalizzarmi per la vita che ti si è presentata così travolgente e coinvolgente? Io stessa sono stata iniziata al sesso con le donne da mia madre addirittura, vivendo da oltre 10 anni un rapporto incestuoso. Adesso vieni tra le mie cosce voglio godere insieme a te con un 69. Dì alla tua padrona che verrò con te per conoscerla”
Dopo fu liberazione e godemmo meravigliosamente tra le nostre cosce per poi crollare nel sonno più appagante. Sua madre,rincasasando, ci trovò nude sul divano e ci svegliò con dolcezza avvertendoci che suo marito non avrebbe tardato a rincasare.
Lasciai a malincuore Alda e, per la prima volta, tornai a casa senza timore di confrontarmi con mia madre. Ero felice di vivere una sessualità appagante , variegata, contraddittoria, e, per i tempi, anticonformista.

./.
continua

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