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Moglie altrui, che piacere. Cap. 2

By 28 Giugno 2021No Comments

Moglie altrui, che piacere. Cap. 2
Mi addormentai anch’io sommerso dal piacere e dall’ansia di quella serata. Non durò molto che mi risvegliai. Dormiva ancora come un angelo. Il viso sereno poggiato su me. Facendo attenzione mi scostai da lei e le misi un cuscino sotto la testa. Mormorò qualcosa nel sonno ma non si risvegliò.
La fioca luce della lampada della lampada la illuminava e finalmente potevo vederla interamente nuda.
Sembrava il quadro di una venere a riposo, ma più pragmaticamente per me : una grande figa.
La pelle bianca faceva un bel contrasto con i capelli neri e con il ciuffo dei peli sul pube che effettivamente corrispondevano ai miei pensieri. I suoi peli erano moderamenti lunghi , ma curati e lucidi. Gambe lunghe e sode; un seno anche più grande di quello che mi aspettavo. Due ampie colline con due cime rosate da scorrazzarci per ore.
Aveva due labbra rosee socchiuse che invitavano a baciarla.
Ero perso di lei e sentivo ancora la voglia di stringerla tra le braccia, di farci l’amore, di farla godere e godere.
Con delicatezza feci scorrere un dito lungo le labbra, vellicandole, e gioendo di quel tatto. Non seppi trattenermi . Poggiai le labbra sulle sue e poi discesi sul corpo offerto al mio piacere. Soffermandomi lievemente sui seni e poi sulla pancia raggiunsi l’insenatura tra le gambe. Sentii il profumo del sesso e mi venne voglia di sentirlo sulla lingua.
Appoggiai la bocca sulle labbra intime e colsi un gusto profondo quasi acido. L’odore era forte. Non mi trattenni ed infilai la lingua cercando la clitoride ed iniziai a leccare. Per farlo mi appoggiai con le mani alle sue gambe e ciò contribuì al suo risveglio.
Non so che cosa provasse in quel momento, so solo che alla lingua aggiunsi un dito che si fece spazio penetrando nel già bagnato tunnel. Ebbe un sussulto, ma allargò le cosce. Le piaceva.
Questo mi rinforzò ed impazzii di piacere nel leccare e succhiare quella figa. Avessi potuto ci sarei entrato anche con il naso.
La fica di Mariella si era aperta e produceva liquidi di felicità. Non mi aveva cacciato Non aveva gridato: basta, non farlo. Anzi le sue mani erano sulla mia testa invogliandomi a continuare.
Chissà se il marito le avesse mai leccato la figa così come stavo facendo io.
Gemeva , sospirava, spingeva la vagina verso la mia bocca. Allora pensai fosse il momento giusto per qualcosa di più. Mi capovolsi sul letto. Portai le gambe e tra esse il mio cazzo , già duro in corrispondenza del suo viso e aspettai. Aspettai muovendo il cazzo verso il suo viso, senza mai smettere di succhiare la sua passera. Niente. Lei niente.
Allora le dissi: prendilo in bocca.
Sentii finalmente la sua bocca intorno al glande ed il calore che mi trasmetteva. Fu un approccio delicato e lento che pian piano divenne consapevole quando il mio pene entrò definitivamente nella sua bocca. La succhiavo e leccavo mentre muovendo il bacino favorivo la sua fellatio. Scoprii, dopo, che non aveva mai fatto il 69 e che i pompini fossero per lei un atto sconosciuto. Avrebbe imparato.
Ci godemmo il 69 per un bel pò poi mi venne voglia di penetrare nuovamente il suo scrigno. Mi spostai e distesi su lei che aprì pronta le gambe invitandomi ad entrare, cosa che feci. Entrai senza ostacoli in figa e iniziai a spingere avanti e indietro
Percepivo il corpo di Mariella caldo e gaudente. La sua figa avvolgeva calda il mio cazzo.
Misi la bocca sulla sua e con le lingue a contatto mi impegnai a farla nuovamente godere. Man mano che spingevo dentro di lei il suo ed il mio piacere saliva.
Sentivo che spingeva il bacino con la voglia di sentire il mio cazzo profondamente.
Aveva allargato al massimo le gambe . Era mia.
Sottrassi la bocca alla sua. Le chiesi di tenere la bocca aperta e di uscirne la lingua. La cosa eroticamente mi eccitava. Vedere la lingua della mia amante guizzare alla ricerca del piacere mi piaceva. Le catturai la lingua con la bocca trattenendola lascivamente un pò.
La stavo scopando cercando di essere veloce e di penetrarla al massimo. Le lasciai la bocca. Ti piace?
Si, si . Godeva
La sentii gemere e dire siii vengo e sentii il suo corpo sobbalzare vibrare contro il mio. Godeva il suo orgasmo
Era talmente bello anche per me che contravvenendo alle mie intenzioni all’arrivo del mio , non più contenuto, orgasmo le stavo venendo in figa..
Negli attimi finali sentendomi approssimare all’orgasmo attaccai a spingere con grande foga, colpi secchi e profondi che suscitarono in Mariella intenso piacere.
All’ultimo affondo mi incollai al suo grembo spingendo il cazzo in profondità per un ultima volta. Poi lo estrassi velocemente e prima che lo sperma sgorgasse impetuoso mi sollevai portandolo all’altezza del suo viso..
Le dissi: apri la bocca. Succhialo. Al suo non immediato agire insistetti. Me lo succhi vero? E spinsi il cazzo contro la chiusa bocca che finalmente si aprì favorendone l’ingresso. Ero allo stremo.
Dissi: succhia Prendilo tutto. Volevo fosse lei a portarmi con la sua dolcissima e bellissima bocca al godere. Superai il fatidico momento; ero nella sua bocca e non ero ancora venuto.
I suoi occhi mi guardavano lucidi.
Le sue labbra erano strette intorno al mio cazzo. Gestii il momento. Scopai lentamente la sua bocca godendomi ogni passaggio tra le sue morbide labbra, pochi secondi di questi movimenti e quanto prima ero riuscito ad interrompere si ripresentò impetuoso senza la possibilità di fermarlo.
Dissi : si, si e tutto tuo e per impedirle di sottrarsi con una mano le bloccai la testa sul mio cazzo. Mi spinsi inconsciamente, sotto l’effetto della libido e dell’orgasmo, fino in fondo alla sua bocca che ricevette tutto il mio sperma; dopo seppi che era stata la sua prima volta e venni a conoscenza anche di altre cose che vi dirò.
Quasi soffocava trangugiando direttamente in gola lo sperma tanto che mi tirai indietro per farle prendere aria, ma rimasi in lei sino a che non mi svuotai completamente.
Avevo goduto e aveva goduto.
Era una donna giovane in piena fase riproduttiva con gli ormoni che giravano in quantità ed un marito lontano.
E poi la libertà e la prima volta che faceva sesso libero senza inibizioni. Poi il silenzio e il tenersi stretti tenendo in nostri corpi allacciati. Rimanemmo cosi un bel pò.
Poi le dissi: ci facciamo una doccia?
Ci facemmo la doccia. Prima io. Mi asciugai e la attesi nel letto nudo sotto le coperte. Quando arrivò in camera avvolta dall’asciugamano e fece per indossare il pigiama le dissi di no. A letto si dorme nudi. Seppure imbarazzata aderì alla mia richiesta/ordine.
Nudi e sotto le lenzuola e protetti dall’oscurità parlammo di noi, della scuola di New York, delle nostre famiglie addentrandoci lentamente nelle nostre intimità. In quella notte parlammo, in realtà feci parlare lei che nella sua “ingenuità” mi raccontò tantissimi di lei e del suo rapporto con il marito.
Se posso brevemente riassumere:
Scuole sempre presso istituti gestiti da suore salvo l’università.
Aveva conosciuto il marito che aveva fatto un analogo percorso di studio presso i salesiani.
Sposata vergine (avevo ragione)
Mai preso in bocca o leccata e manipolata nelle sue parti intime
Amore sempre fatto alla missionaria e le piaceva. Facevano spesso l’amore, quasi tutte le sere, ma sempre allo stesso modo e le piaceva. Non pensava neanche si potesse fare qualcosa di diverso. E quando le dissi delle tante possibilità di far sesso disse: no, non è possibile, non ci credo
Mi disse che volevano avere dei figli. Lo avevano deciso alcuni mesi prima e per questo non prendeva precauzioni, poi era arrivata questa possibilità in America e lei era partita con la speranza di essere incinta ,ma così non era stato (non mi disse che aveva avuto regolari mestruazioni, ma era implicito). Nei giorni successivi……………
Una nuova complicità ci univa e nonostante facessimo il possibile per non esternarla qualcosa si doveva vedere perché il mio assistente mi disse sorridendo: allora ti sei fatto la signora. Com’è? Non gli risposi. Non potevo sapere che ci aveva visto copulare più volte, pochi giorni dopo la prima volta, nel mio ufficio durante l’intervallo di pranzo. Lo seppi molto più avanti.
Fare sesso le aveva fatto bene : era più sciolta e forse contribuì anche un inaspettato cambio del suo vestire. Finalmente abiti , sempre eleganti, ma meno sobri e di maggior femminilità. Gonne a tubino al ginocchio o gonne sfasate sempre più corte rispetto al passato che evidenziano le sue belle gambe.
Anche l’intimo era più brioso. Reggiseni e slip più trasparenti ed ammiccanti al sesso.
Accettava le mie scostumate avances, sempre in assenza di persone. Come un assatanato appena potevo le sfioravo a palma aperto il culo, si sottraeva con uno sguardo riprovevole, ma mi sorrideva
Alla sera tornavamo quasi sempre a casa sua. Cenavamo velocemente e mentre lei dedicava via Skipe al marito io mi preparavo per lei. Non aveva più remore , pochi secondi dopo aver giurato il suo amore al marito era nuda tra le mie braccia pronta alla monta.
Nei miei loschi pensieri avevo già programmato la sua educazione sessuale.
Velocemente si impossessò dell’arte del pompino, Mi faceva dei deliziosi pompino o bocchini come li chiamano a Bologna e attenzione non c’era volta che non si bevesse tutto lo sperma provocato.
Fin dalla sera successiva alla prima volta le feci provare a prendere la cappella tutta in bocca e a succhiarla e a giocare con il mio cazzo ed i testicoli.
Lecca e succhia le dicevo . Succhia e lecca. Così brava. La invogliavo a farli con parole forti e di incoraggiamento. Devi fare come fai con la figa, come quando ti chiavo. Sei tu a chiavarmi adesso, avanti e indietro con la bocca.
Non ebbi freni, nelle diverse occasioni le sborrai in bocca, sul viso, sui seni impiastricciandola più che potessi. Diventò bravissima a farmi i pompini, sempre più perfetti, scoprii che a lei piaceva farli, fino a diventare davvero una brava bocchinara con lode. Le avevo insegnato l’arte del risucchio o meglio le avevo spiegato e lei si era applicata con profitto. Mi faceva impazzire vedere le sue gote contratte mentre aspirava il mio cazzo dandomi le succhiate definitive che portavano il mio seme in superficie nella sua bocca. In quei momenti che precedevano il mio orgasmo mi prendeva i testicoli in una mano massaggiandoli mentre con la bocca aspirava. Era il top dell’irreversibile orgasmo.
Oramai fare l’amore e fare sesso era una cosa completa, non c’erano più limiti e segreti tra noi, io ero suo e lei era mia.
Guardavamo insieme, da sotto le coperte, video porno con attrici e attori famosi del porno. La stuzzicavo mentre guardavamo tutte le possibili varianti del sesso compreso il sesso anale ed insieme imparavamo. Era una eccezionale allieva. Quando le dissi che anche la vagina può massaggiare il cazzo non voleva crederci, ma mi ascoltò e in pochi giorni imparò a muovere la muscolatura pelvica . Fermavo il cazzo nella sua vagina mentre lei muoveva i suoi muscoletti interni amplificando il nostro piacere e dandole la sensazione di masturbarmi con la figa.
Mi piaceva leccarle le tette dedicavo molto tempo a loro. Mi ammaliavano
Erano sensibilissime . Mi accorsi che giocando con esse lei impazziva e potevi chiederle tutto che quello che volevi e se appena non fosse d’accordo bastava una ciucciatina ed una carezza ai suoi capezzoli per farle cambiare idea. Erano il suo punto debole. Se le gestivi le tette la gestivi in tutto.
Erano due tette da latte, ma prima di dedicarmi a loro mi piaceva baciarle il collo ,le orecchie e poi scivolare come una lumaca arrivando a scalare il monticello per impossessarmi di un capezzolo che si induriva velocemente al tocco della lingua. Poi stessa sorte all’altro capezzolo e quando ambedue erano gonfi ed irti li succhiavo come un neonato aspirando un latte che non c era, ma provocandole gridolini di piacere. Mi piaceva farli rotolare tra le dita con un po’ di sadismo. Diceva: no, no mi fa male ,ma mi offriva il petto al posto di fuggire. Quel dolore le piaceva ed io la provocavo approfittando del suo dolore/ piacere proponendole le cose che mi passavano per mente. Le dicevo: sono bellissime, te le mungo e bevo il tuo latte Intanto i capezzoli diventavano sempre più irti avidi di attenzioni.
Lei mi teneva le mani sul capo favorendo il mio giocare
A forza di succhiare piccole gocce di liquido si formavano sui forellini dei suoi capezzoli e io andavo avanti a titillarli ed ad allungarli come piccoli elastici. Diventavano si sensibili che ad ogni mio toccavo Mariella sussultava. Mi resi conto che a lungo andare quella sensibilità diventava talmente alta da sconfinare nel dolore e d è così, dai suoi lamenti, che mi accorsi che in quei momenti potevo chiederle di fare, promettendo di interrompermi, quello che volevo.
Gemiti uscivano dalle sue labbra in modo incontrollabile, E sapete cosa volevo da lei ? Due cose; il culo e scoparla in un particolare momento: mentre era in videochiamata con il marito. Le strappai la promessa per ambedue. Tutti i giorni scopavamo era diventata una splendida calda amante. Le piacevo il sesso, le piaceva godere e far godere. Che pompini da urlo. Succhiava, leccava, ingoiava . Sino a quel momento il mio orgasmo si concludeva nella sua bocca o sul suo corpo non prendendo lei precauzione e aborrendo io il condom, ma poi ..
Come dicevo mi sarebbe piaciuta fare sesso, chiavarla, mentre era in skype con il marito. Sarebbe stato molto difficile e pericoloso, ma posso raccontarvi cosa potei fare. Non potevo starle dietro o davanti ci avrebbe visto di sicuro pero riuscii a leccarla la passera seduto tra le sue gambe mentre parlava con il marito che ne vedeva solo il busto Lui poteva vedere che sopra indossava la camicetta del pigiama, ma non poteva vedere che sotto fosse nuda. Finiva la chiamata skipe era stravolta dal piacere e dalla voglia di cazzo. Facemmo una scopata epica e solo un ente superiore impedì che la farcissi del mio sperma. Era fuori zucca dall’ eccitazione e non voleva staccarsi dal mio cazzo. Mi si era seduta sopra e mi cavalcava come fosse su un cavallo al galoppo. La aiutavo nel suo movimento tenendole le mani a coppa sulle tette. Ero infoiato. Su e giù sul mio cazzo che scivolava nella sua accogliente figa, Diceva: si ,si, cosi godo, muoio e non si fermava mai; ma io non sono una macchina e nonostante le mi capaci resistenza sentivo le prime avvisaglie dello sperma che saliva. La avvisai: attenta sto venendo , ma lei continuava a dire: godo , godo e non mi ascoltava. Le dissi: attenta vengo dentro. Ottenni una sua assurda inconsapevole risposta: vieni ,vieni. Sta di fatto che quando il mio seme si fece strada verso l’alto la spinsi via disarcionandola e vidi il mio seme che si perdeva nel vuoto. Lei come uscisse da un sogno guardava con occhi lucidi come non avesse capito cosa fosse successo. Solo dopo un pò disse: scusa, grazie, non capivo più nulla.
Scopavamo in ogni modo ed in ogni occasione. Lei doveva recuperare il passato trascurato ed io godevo di questa bella figa.
Ormai trascorrevo più notti a casa sua che a casa mia. Alla sera cenavamo poi lei era la prima farsi la doccia ed andare a letto. Non metteva più il suo grazioso pigiamino. Mi attendeva nuda sulle lenzuola a gambe oscenamente dischiuse che potessi vedere la sua calda passerina e poi cominciava la festa.
Arrivò il momento in cui ebbi anche il suo bel culo. Dopo una splendida leccata di figa stando accucciato tra le sue gambe la feci voltare e ripresi a lapparla dove mi ero interrotto solo che questa volta andai più in alto fino al suo grinzoso ano. Leccai. Lei: no che fai?
Buona ti preparo per mettertelo anche qui. Ti preparo cosi non sentirai male (bugiardo)
Solo a guardare quel suo bel culo mi faceva star bene. Dopo averla lubrificata e coccolata con la lingua e saliva utilizzai un po di vasellina che mi ero procurato per l occasione
Lei era spaventata: prova se sento male prometti che ti fermi si non ci pensavo neanche.
Poi appoggiai il cazzo più duro che mai e spinsi lentamente e deciso- Aiutato dalla lubrificazione il glande ostacolato come una porta a soffietto . Era uno dei culi stretti più i che ho mai inculato. Sentivo la resistenza del suo sfintere che improvvisamente cedette permettendo il passaggio del glande in un attimo meta del mio cazzo era in quel agognato condotto cosi stretto ed io arrapato che dovetti fermarmi e ricorrere per il non venire mi sentivo in paradiso finalmente la stavo inculando
Lei si lamentava un po sentiva l ingombrante presenza . La strada era aperta ancora poco e sarei entrato tutto dentro.
Le chiesi senti male si
Puoi resistere? Si ma ..
Iniziai stando fermo nel culo a toccarle la clitoride e la cosa sembro funzionare e poi feci continuare lei. Non appena mi sembro piu rilassata spinsi in avanti ed ero entrato a fondo
La penetrai e presi a sbatterla per bene nel suo culo . Un altro grido. Era finita ero dentro e iniziai ad incularla senza interrompermi. Il suo stretto condotto mi dava delle stupende sensazioni. Ad un certo punto non riuscii più a trattenermi e mentre gridai vengo, Fu un piacere enorme mentre mi sono lasciato andare sborrando dentro lo splendido culo . Poi guardai il suo ano; era rosso e dilatato sporco del mio seme. Era stato aperto e avrei fatto modo che non si richiudesse più
Quella stessa notte la inculai nuovamente e cosi in seguito; non ci fu volta che non utilizzassi il suo bel culo in cui quasi sempre terminavo riempiendolo del mio seme senza il patema che potesse rimanere incinta

Facevamo sesso quasi sempre nel suo appartamento, ma accadde che lo facessimo nel mio ufficio durante l’intervallo di pranzo. Non volevo rischiare più di tanto che qualcuno cogliesse il nostro intimo rapporto e stavo molto attento.
Il mio assistente sapeva, ma come detto di lui mi fidavo, non sapevo che aveva anche visto ed anche più di una volta.
Mancavano poco più di una settimana alla fine del corso e al rientro di Mariella in Italia.
Come spesso mi capitava in quell’ultimo mese quella mattina avevo avuto un incontro fuori università per il mio business e come di consueto avevo avvisato della cosa il mio assistente informandolo che sarei rientrato dopo pranzo.
Era un incontro con altri due imprenditori, purtroppo all’ultimo istante uno dei due ci avvisò che per un imprevisto non poteva onorare l’appuntamento e che ci saremmo visti un’altra volta.
Ciò ridusse i tempi dell’incontro e poco dopo mezzogiorno ero già al mio ufficio in università.
Notai che stranamente la porta sul corridoio fosse chiusa a chiave. La teniamo, quando siamo in ufficio ,sempre aperta e non mi risultava che Paolo non fosse presente quel giorno.
Non vi era problema avevo le chiavi ed aprii. Attraverso la seconda porta sentii un vociare concitato ed ad alto volume. Rimasi stupito in silenziosa attesa chi era?. I toni erano alti e questo aveva loro impedito di sentire la porta esterna aprirsi.
Chi stava litigando?
Origliando riconobbi le voci di Paolo e Mariella..
Era Paolo, ma cosa diceva ‘
Salta troia italiana ,salta
Cosa ti ho detto ieri che dovevi mettere il reggicalze e il reggiseno traforato.
Che dovevi andarli a comprare. Ti voglio vestita come una troia. Perchè non l’hai fatto ?
Con circospezione guardai
Sul divano aperto a letto Paolo era disteso nudo sotto Mariella anche lei nuda seduta su lui.
Al momento non vedevo , ma sicuramente il cazzo di Paolo occupava la sua passera.
Vedevo i due corpi muoversi in sintonia verso l’alto ed il basso.
Paolo ,mentre parlava, aveva le mani sulle sue tette e le tirava strizzandole i capezzoli .Vedevo le tette di Maiella innaturalmente tirate verso l’alto e i capezzoli allungarsi mentre lei singhiozzava.
Diceva: no, basta , per favore basta. E continuava a singhiozzare.
Lui: rispondi invece di piangere
Non ho avuto il tempo
Allora ci vai oggi Domattina ti voglio con il reggicalze capito?
Si,si
Brava. Adesso muoviti bene che devi sentire tutto il cazzo in questa figa da troia che hai.
Dai muoviti che questa è la volta buona che ti metto incinta; visto che quel cornuto di tuo marito non è capace ci penso io.
Domani facciamo un bel filmino con te vestita come dico io.
Lei: no, non è possibile.
Lui :zitta troia. Fai quello che dico io, lo sai. Gli pizzica violentemente i capezzoli.. Mariella grida dal dolore, ma Paolo stringe sempre di più.
Lei ricomincia a piangere e singhiozzare ancora più forte e più disperatamente.
E lui insistette: cavalca zoccola italiana , cavalca che questa è la volta buona.
Lei: no ,no, ma lui tirandole per i capezzoli le dava il ritmo.
Adesso Mariella faceva quello che voleva lui. Potevo vedere quando si sollevava il cazzo di lui entrare ed uscire dalla vagina . Le lasciava sempre il glande dentro che strusciando sulla clitoride, come mi aveva raccontato,, le dava piacere.
Infatti i singhiozzi ed i pianti si mischiavano con gemiti di piacere e quando Paolo smise di strizzarle i capezzoli dalle sue labbra uscirono solo toni di piacere.
Lui vedi che ti piace. Godi, godi che anch’io voglio godere insieme a te.
Lui: com’è il mio cazzo?
Lei: è duro, fai piano.
Non appena prese la cavalcata giusta la afferrò lungo i fianchi facendola cavalcare ancora di più velocemente. A quel punto lei gemeva :si,si, dimenticando chi la stava scopando.
Paolo dava delle spinte verso l’alto sempre più forte e poi iniziò anche a masturbarle il clitoride.
Lei: oh, oh , nooo, impazzisco
Anche lui iniziò ad ansimare: vengo, vengo. Più veloce
Lei oscillava tra il diniego ed il godimento perché continuava ad alternare dei no a dei si muovendo il capo in ogni direzione.
Sentiva sicuramente il desiderio di godere, come lui di sborrare.
Lui da sotto diedi alcune spinte che la sollevarono, poi, dopo una serie di scontri/incontri devastanti tra cazzo e figa, spingendo come un assatanato disse: dillo, dillo ,che vuoi che ti sborro dentro
Lei: no ,no
Lui : troia, sei una troia… puttana . Dillo
Lei devastata dal piacere: ah, ah ,ah si sono una puttana .Vieni porco vieni.
Le stringeva le sue bellissime tette.
Ero allibito. Questa era Mariella? E io che mi facevo mille scrupoli. La teneva per fianchi e spingeva il cazzo verso l’ alto in lei che lo aiutava muovendo il bacino in sincronia con i suoi movimenti. Ogni tanto la fermava quando arrivava in basso a fine corsa e poi riprendeva a farla sobbalzare su lui.
Lei era un assurdo, diceva: no no e intanto muova il bacino strofinandosi e cavalcandolo.
Lui ti piace?
Lei:no, no ma il suo corpo e la sua voce spezzata diceva il contrario.
Lui: adesso te la riempio.
Chiedimi di riempirti questa figa da troia che ti ritrovi. Dillo o… ( cosa intendeva? La minacciava?)
E lei allora: siii, vieni riempi la tua troia , vieni dentro ma intanto era chiaro per tutti che anche lei stava godendo e venendo.
Lui: troia , stai godendo. Sento che stai venendo. Effettivamente Mariella si muoveva in modo innaturale come “scossa”.
A voce distorta disse : siii, vengo, vengo e in quel momento ni quell’ultima discesa Paolo la tenne bloccata sul cazzo.
La stava riempiendo
Poi silenzio e lei esausta che crolla e si piega su lui . Poggia la testa sulla sua spalla. Lui muove il viso portandolo a contato del viso di lei. Le due bocche si unirono a suggellare l’avvenuto orgasmo
Avevo visto e sentito abbastanza, richiusi silenziosamente la porta e mi allontanai. Mariella non era più la moglie fedele che solo io ero riuscito a far trasgredire, ma una moglie che si era aperta , in tutti i sensi, al sesso.
Ero curioso ed eccitato per quello che stava accadendo tra Paolo e Mariella. Non pensavo che fosse cosi dominante e perverso ed invece Mariella cosi sottomessa. Era costretta, ma ho visto con i miei occhi che godeva.
Avevo anche notato che Paolo non metteva il preservativo ed i no di Mariella a farsi eiaculare in vagina , ma anche che dopo essere stata “farcita” non ave a protestato. Forse aveva qualche soluzione post coito per evitare di rimanere incinta.
Comunque volevo veder tutto quello che sarebbe avvenuto la mattina dopo. Come fare? Non potevo fare come prima, troppo rischioso.
Trovai la soluzione. Che sciocco, facilissimo. Avrei fatto un buco sulle pareti mobili . Sarebbe stato facile . Lo avrei fatto defilato ed alto e non si sarebbe notato. Bastava un occhio per vedere ed eventualmente per riprendere. Mi feci prestare dal manutentore del campus un cacciavite ed un martello, di cui non ci fu bisogno; in cinque minuti avevo fatto tutto.
Quella sera con Mariella feci una una bella scopata, ma del tutto normale che conclusi sborrandole tra i seni. Non potevo togliermi dalla mente quello che avevo visto in ufficio. Andai a dormire a casa mia, ma presi appuntamento con lei per andare insieme in università. La mattina dopo ci incontrammo puntualmente. Ero curioso di vedere o percepire differenze nel suo abbigliamento o comportamento. Nulla di nuovo. Era perfettamente vestita come al solito: gonna appena sotto il ginocchio , tacco da 6 o 8 centimetri come sempre, sopra un leggero cardigan che lasciava intravedere un camicetta chiara. Il suo umore era buono ed aveva un atteggiamento sereno. Nulla faceva pensare ad un incontro particolare.
Le dissi che avrebbero fatto lezione con Paolo. Io avevo un impegno e sarei passato in ufficio dopo pranzo. Andai in ufficio. Salutai Paolo, già presente, e ci aggiornammo sugli impegno della giornata.
Quel giorno gli studenti sarebbero stati in aula dalle 8 alle 11 ,poi sarebbe stato loro affidato in lavoro individuale che potevano svolgere dove volevano, a casa, seduti su una panchina, nell‘aula universitaria, dove volessero.
Se tutto andavo come pensavo dopo le 11.00 Mariella lo avrebbe raggiunto all’ufficio . Già prima delle 11 ero già in postazione. Effettivamente poco dopo le 11 arrivò Paolo ed iniziò la mia attività di guardone Aprì il divano facendole diventare un comodo letto. Si vede che non volesse perdere tempo e poi con mia curiosità lo vidi armeggiare con strumenti che utilizziamo per la nostra attività formativa. Spostò il televisore in un punto per lui preciso; dispose la telecamera a tre piedi, che usavamo per i role play in un altro punto, verificò che funzionassero i collegamenti e che il telecomando fosse attivo.
Con un sorriso soddisfatto andò al mobiletto in cui tenevamo i liquori per i momenti speciali e si servì un wisky
Poco dopo arrivò Mariella e Paolo divenne un altro
Ben arrivata troia, rivolgendosi a Mariella, tutto a posto?
Si .
Hai preso quanto ti ho chiesto?.
Con fare sottomesso la testa piegata senza guardarlo negli occhi: si.
Fammi vedere, ma prima.
Niente abbracci, niente baci o carezze. Si aprì la patta dei pantaloni e Mariella, non doveva essere una cosa nuova, si avvicinò a lui mettendosi in ginocchio e glielo prese in bocca succhiandolo e leccandolo
Se lo fece succhiare il tempo che si drizzasse assumendo la sua tipica forma a uncino
Lui le teneva una mano in testa carezzandola
Brava cagnolina vedi che quando vuoi sai fare le cose bene
Adesso vestiti e fatti vedere e andò a sedersi si sedette sul bordo di quello che era diventato un letto
Fin dall’ingresso di Mariella con il telecomando aveva attivato la registrazione e sulla tv veniva trasmesso quanto registrato. Non so come Mariella non si fosse ancora accorta della tv.
Se ne accorse quando lui le disse stasera ti metto su youporn mostrandole dove fosse la telecamera. Disse : voglio far vedere a tutti la mia troia italiana.
Mariella: no, per favore no.
Tranquilla, il tuo viso sarà deformato ed anche l’ufficio non sarà riconoscibile
Tornò ancora vestita . Aveva indossato delle scarpe a tacco alto e su sua richiesta iniziò a spogliarsi, per prima cosa tolse il cardigan lentamente inizio a togliersi la camicetta rimanendo solo in reggiseno, , poi la gonna che appena cadde a terra, mostrò che aveva delle autoreggenti ed un perizoma nero. Lui le disse di girarsi che mostrasse il suo bel culo
L’insieme era arrapante.
Non perse tempo. Si spogliò aveva il cazzo già pronto. La fece appoggiare al letto e tenere il culo alto. Senza nemmeno toglierle il perizoma , limitandosi a spostarlo di lato, la penetrò. Mariella si lamentò per la “dura” entrata, ma lui: zitta troia, faccio come cazzo voglio. Chiaramente il tutto era espresso in inglese.
Mentre già la scopava le disse lo vuoi vero, questo cazzo ? E senza attendere risposta la penetrava con velocità .
La telecamera messa di fronte inquadrava perfettamente il viso di Mariella che con mia sorpresa era gaudente .
Paolo da dietro le fece uscire le mammelle dal reggiseno ed attaccato con le mani ad esse se la scopava come una cagna.
Mariella ebbe una reazione a me imprevista dimenticando forse di essere ripresa :. Si si si mi piace continua
La scopò cosi per un pò
poi cambio posizione. Paolo si distese sul letto e la fece sedere su lei facendo ben vedere come si calasse sul suo cazzo impalandosi e poi come una amazzone a cavallo se lo godesse . Poi la incitò: su adesso muovi il culo, muovilo come lo puttane. Devi massaggiarmi il cazzo con la figa fino a farmi sborrare nella tua bella passerina
La teneva per i capezzoli dandole il ritmo della scopata ed ogni tanto li tirava inducendola ad aumentare il movimento del culo.
Lui: su, su. muovi il culo e lei lo muoveva come voleva lui
Brava, sei brava le diceva. Continua cosi e sborro. .Mentre il suo cazzo e la figa si univano la tirava giù per i capezzoli e si faceva baciare facendola tirare fuori la lingua alla ricerca della sua.Troia, sei una troia le diceva. La sua lingua si impossessava della bocca e lingua di Mariella succhiandola libidinosamente. Poi la respingeva facendole alzare il busto e subito le mani di lui si impossessavano delle tette strizzandole
Si godeva la scopata della signora italiana ,ma anche Mariella a bocca aperta ed emetteva gridolini di piacere
Poi al solito: di cosa sei
Lei: sono la tua porca, la tua vacca da munge e Faccio tutto quello che vuoi
Dillo che sei una troia che ti piace il mio cazzo
si si
Vero che ti sborro dentro e torni in Italia dal tuo maritino con un bel bambino americano ino nel pacino?
Lei no no , ma bastava che lui stringesse un capezzolo che lei : si si, ma non stringere
Lui stava per sborrarle nell’utero con il rischio di metterla incinta e lei godeva.
E infine Paolo sborrò in figa tenendola schiacciata sopra il suo cazzo
Poi la fece lentamente sollevare da lui per riprendere in registrazione il cazzo ormai non più duro uscire dalla figa accompagnato dai sui fili di sperma.
Infine se lo fece succhiare in primo piano per una doviziosa pulizia.
Non le fece il culo. Rivolto alla telecamera disse: il culo a questa troia glielo faccio la prossima volta. Aspettate il prossimo video.
Per chiudere le disse: guarda la telecamera e saluta gli spettatori. Fai ciao
Ubbidì
Mariella stravolta poi si alzò e si recò in bagno mentre Paolo metteva a posto gli strumenti di registrazione.
La registrazione non era durata più di 15 minuti
Fini cosi; in silenzio me ne andai
La sera, a letto con Mariella, rivedendo mentalmente quanto avvenuto quel giorno per la prima volta le sborrai in figa due volte. Non disse nulla, anzi apprezzò senza ovviamente dir nulla, ma il corpo parlava per lei. Si accorse della novità ma non protestò, certo le piaceva di più adesso Lo tiravo fuori dalla sua figa, oramai quasi mollo, solo dopo averla riempita per bene. Era un’altra cosa finire nella passera, altro incredibile piacere. Quanto tempo avevo perso.
Quella sera avevo un motivo per tornare al mio appartamento era quasi mezzanotte quando mi collegai a youporn selezionando ultimi arrivi ed effettivamente c’era un video con titolo: Moglie italiana troia.
Lo scorsi velocemente effettivamente corrispondeva a quanto avevo visto in diretta e per fortuna Mariella non era riconoscibile e nemmeno il luogo dove il video era stato prodotto.
Mi chiesi quanto Mariella fosse depravabile e se fosse pronta per un a gag bang, ma non ebbi il tempo di organizzarla.
Nei successivi pochi giorni della sua permanenza a NY scopammo più volte e non mi trattenevo più sborrandole sempre in grembo.
Paolo la scopò ancora Mi capitò ancora una volta di assistere ad una loro copula. Si svolse sulla falsariga precedente. Mariella era alla pecorina e Paolo la fotteva tenendola per le tette.
Non c’era nulla da dire Paolo sapeva come prenderla e come tenerla eccitata oltre che con il cazzo. Le diceva cose turpe facendola partecipare e lei aveva imparato quale fosse la sua parte e come dovesse rispondere. Era una sorte di perversione che piaceva a tutti e due.
Ricordo che stringendole le tette , prendendola a pecorina , le chiese: cosa sei? Dillo al tuo Paolo .
E lei :sono la tua porca, la tua vacca e faccio tutto quello che vuoi
Paolo : dillo che sei una troia e che ti piace il mio cazzo e che posso sborrarti dentro e metterti incinta come una cagna.
Lei : no, no
Ma lui le stringeva i capezzoli tra le dita e lei : Ah ah, non fare così. Sono la tua cagna puoi mettermi incinta .Si lamentava, ma godeva della situazione
Allora lui le lasciò i capezzoli e prese a sculacciala facendolo sobbalzare e urlare dal dolore e le disse: su muovi il culo; fai tu. Strizzami il cazzo c fammi venire nel tuo utero da vacca. Lei per reazione mette le mani indietro attaccandosi alle sue gambe come per spingere il culo verso lui per farsi penetrare più in profondità e comincia a muovere il culo così come voleva lui.
Dai ,brava, continua così, me lo stai strizzando
Dopo breve Mariella ansimava tanto da farmi pensare che stesse orgasmando e anche lui doveva essere messo bene. Fu una questione di poco. Lei siiiiii, fammelo sentire … e fu cosi
Mariella era diventata una assatanata del piacere. Paolo e spero anche io avevamo portato a galla la sua sopita sessualità.
Era arrivato il giorno della partenza. La accompagnai all’ aeroporto era inappuntabile e perfetta nel suo elegante e casto abbigliamento ma ciò non mi emise di farle frequentare i bagni dell’aeroporto. Festeggiammo l ‘addio con piacere
Un mezzo pompino e poi con la gonna alzata sulla schiena mentre si teneva poggiata al lavandino le ho dato con il cazzo una bella ripassata al culo ed alla figa. Dopo quello che era successo in quei giorni non mi preoccupava lasciarle per ricordo il mio sperma in vagina per il viaggio di rientro in Italia.
Alcuni giorni dopo confessai a Paolo che avevo visto lui e Mariella far sesso nello studio. Lui era imbarazzato, ma gli dissi che non volevo rimproverarlo anzi, però doveva dirmi come aveva fatto a convincerla.
Mi disse che casualmente un giorno a pranzo era rientrato in ufficio per un’emergenza pur sapendo che ero li con Mariella. Era stato cauto non voleva disturbare ed infatti noi non ci accorgemmo della sua presenza. Eravamo così presi che non ci accorgemmo neppure che preso dal momento aveva scattato alcune foto ed un piccolo video che ci riprendevano. Dovevo rimanere tranquillo, aveva lasciato sempre la mia testa fuori inquadratura. Me le fece poi vedere.
Aveva utilizzato quel video e quelle foto per “ricattare” Mariella minacciandola si spedirle a suo marito e di metterle su internet che tutti vedessero e la riconoscessero.
Disse che non l’avrebbe mai fatto (gli credevo), ma lei abboccò subito e….. Allora io gli raccontai quello che avevo fatto e visto. Eravamo pari e il nostro sodalizio continuò.
Rientrai Italia un mese dopo lei, avevo bisogno di chiudere il corso con l’università programmando quello dell’anno successivo e dovevo completare alcuni affari in loco.
La incontrai dopo tempo alla fabbrica del papà. Fu un incontro piacevole alla presenza del genitore in cui ricordammo per il piacere del padre le esperienze di studio della figlia in America. Solo quelle. Se avesse saputo le altre esperienze…
Era come al solito bella ed elegante ed adesso che sapevo cosa covasse in lei. ancora più attraente. Un paio di mesi prima il padre di lei mi disse che Mariella, per la gioia del marito e del futuro nonno e di tutti quelli che le volevano bene aveva comunicato la sua prossima maternità. Era incinta e si vedeva la rotondità della materna pancetta.
Ci guardammo negli occhi e penso riuscisse a leggere nei miei occhi la mia muta domanda: chi è il papà?
Forse dopo la nascita sarebbe comparso qualche indizio.
Fu in quel momento che la desiderai nuovamente.
Solo con mia moglie avevo fatto molti anni prima sesso con una donna pregna. Sarebbe stata per me come una nuova esperienza e poi avendo visto Paolo in azione avrei preso spunto da lui e già la vedevo in reggicalze o autoreggenti, su scarpe con tacco da” 12.”
“Vedevo” la sua pancetta da maternità mentre mi si offriva di bocca, culo e figa. Avrei abusato delle sue splendide tette succhiando il latte dai suoi capezzoli ancor prima che il futuro neonato ne godesse e poi… Poi avrei fatto sesso con lei anche appena dopo il parto e nella certezza che il marito in quel periodo non facesse sesso con lei lo avrei fatto io con l’elevata possibilità che rimanesse incinta di me.
La guardavo negli occhi fantasticando: sapevo che non si sarebbe rifiutata.

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