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Quando ho capito di essere sfigato – la ragazza di Caserta conosciuta in chat – terza parte

By 2 Gennaio 2022No Comments

Francesca ormai mi possedeva totalmente: mi avevo ridotto a suo segaiolo personale, non potevo andare in bagno senza di lei, ero il suo autista personale, ero il suo confidente pre e post scopata messo in friendzone, mi usava come manichino per allenarsi a scopare ed aveva chiuso il mio pene in una gabbietta di castità. Ero suo, totalmente suo. La padrona Francesca mi disse:” bene, sfigatello… sono pronta, ora usciamo. Mi terrai compagnia per un po’, andiamo in pizzeria… magari qualche ragazza vede che esci con una strafiga così e ti nota, anche se senza il mio permesso comunque non potresti scopare… ma tranquillo, nessuna te la dà ahahah”. Io risposi: “Padrona, sono contento che una strafiga come lei voglia uscire con uno sfigato come me, anche se non me la darà mai”. La padrona rispose: “bravo, schiavetto… vedo che ci capiamo al volo. Dai, ora andiamo in pizzeria, che ho fame… devo essere in forze per la scopata che mi aspetta!”. Salimmo in auto e guidai, portandola fino in pizzeria, mentre lei messaggiava col suo prossimo amante. La vedevo molto soddisfatta ed anche molto vogliosa… chissà come se la sarebbe spassata Marco con la mia dea… Arrivammo in pizzeria, parcheggiammo ed entrammo… la padrona mi ordinò: “dunque, anche qui mi chiamerai padrona e, se devi andare in bagno, mi accompagni e fai la guardia… se devi andare tu, ci andiamo insieme e fai pipì mentre te lo tengo… inoltre mi sposterai la sedia per farmi sedere… chiaro?”. Io risposi: “Sì, padrona”. Disse: “molto bene, sfigato”. Ordinammo la pizza, la mangiammo ed andammo in bagno un paio di volte ciascuno… ovviamente per me fu una tortura, perché dovetti fare pipì con la gabbietta e mentre la padrona me la teneva. A tavola parlammo a lungo, ma la discussione era incentra soprattutto sulla scopata: “sai, non vedo l’ora di potermi scopare Marco, è così figo… magari riesco pure a sistemarmi!”. Una fitta di gelosia mi pervase, lei se ne accorse e mi disse: ” ahahah sei geloso? Lo sai che non devi… tu sei il mio schiavetto sfigato e lui è il mio stallone da monta… i ruoli sono ben definiti. Lui me lo scoperò ogni volta che vorrò, mentre tu potrai al massimo farti le pippe guardando le mie tette ahahah”. Sapeva davvero essere estremamente crudele… Comunque ci incamminammo verso l’auto e, quando arrivammo, la padrona mi disse: “bene, schiavetto… ora sali in macchina e portami a casa, perché tra mezz’ora arriverà Marco e devo farmi trovare pronta!”. ObBedii e la portai fino a casa, salimmo e mi disse: “bene, sfigatello… a breve arriverà il mio amante. Tu ti nasconderai nel mio armadio e guarderai mentre scoperemo… ovviamente non potrai segarti, perché terrai la gabbietta, mentre io, durante la scopata, terrò la chiave tra le tette”. Dissi, sofferente: “Sì, padrona”. Lei se ne accorse e mi disse: ” ahahah vorresti segarti mentre ci vedi scopare, eh? Non ancora, un giorno forse potrai farlo, per il momento puoi farlo solo guardandomi le tette, sfigato! Dai, ora vai nell’armadio, perché è arrivato!”. La padrona Francesca andò ad aprire ed entrò Marco. Dopo essersi scambiati convenevoli, iniziarono la loro scopata. Lei si fiondo subito su di lui e lo baciò mentre gli stringeva il pacco con la mano destra, poi lo spinse sul letto e lo fece sedere e gli tolse la cintura ed il pantalone con i denti… da lì uscì un cazzo enorme, era bello largo e pure bello lungo… a 24 cm ci arrivava ed ora capivo perché la padrona preferiva lui a me… glielo prese in bocca ed inizio a fargli un pompino da vera esperta, tanto che lui si distese sul letto da quanto intenso era il piacere… anche lei si fece leccare la figa e Marco era molto bravo a farla godere… d’altronde, lui era un maschio alfa e chissà quante donne si era scopato… dopo queste cose, iniziò il clou… la mia padrona si fece scopare prima alla missionaria e poi a pecora mentre lui le tirava i capelli e la sculacciava… andò avanti cos’ per un’ora… la mia padrona, pur essendo scopata, sembrava comunque non perdere mai il suo alone la sua superiorità, in quanto si faceva scopare da vera donna, da donna alfa qual era da un vero maschio alfa. Io ovviamente guardavo e pensavo che, se stavo lì a guardare due fighi che scopavano, era perché ovviamente il mio ruolo non poteva essere che quello. Avrei avuto tanta voglia di scopare o di segarmi, ma non potevo… dovevo obbedire alla mia padrona. Dopo aver finito di scopare, Marco se ne andò e la mia padrona mi disse con aria soddisfatta: “dai, schiavetto, ora puoi uscire… sei stato davvero molto bravo oggi, in tutto e per tutto. Non mi hai dato il benché minimo motivo di scontento e hai sopportato egregiamente anche questa ennesima umiliazione. Sono molto orgogliosa di te, ti sto plasmando proprio come voglio io!”. Io risposi: “Padrona, grazie che mi consente almeno di vedere come scopa, quello che io non farò mai, perché sono uno sfigato!”. Lei mi disse: “bravo! Ora, però, meriti una ricompensa… ti farò segare per me guardandomi le tette. Non hai limiti di tempo, per cui goditi la sega e sborra per me come non mai!” Mi tolse la gabbietta ed io, in ginocchio, davanti a lei che aveva le tette di fuori iniziai a segarmi. Mi volli godere la sega e ci misi 10 minuti per sborrare: venni con dei colpi violenti e con dei getti che arrivarono fin sopra il divano! La padrona mi guardò divertita: “ahahah che verginello arrapato… quanta voglia che avevi! Ti sei fatto veramente una bella sega, l’ho apprezzata molto, proprio da sfigato che adora la sua padrona! Bravo davvero”. Io dissi: “Padrona, grazie, io la amo!”. Lei, dandomi un bacetto sulla guancia, mi disse: “ti amo anche io, sfigatello!”. Rimanemmo poi abbracciati per qualche minuto, poi la padrona disse: “bene, schiavetto… adesso ovviamente non puoi tornare a casa tua, treni non ce ne sono… per cui stanotte dormirai con me, ma non farti strane idee… ho appena finito di farmi una bella scopata e di certo non ho voglia di darla a te. Ora io vado a farmi una doccia, tu fatti trovare a letto tutto nudo”. Dissi: ” sì, padrona, vado subito”. Mentre lei andò a farsi la doccia, io andai a letto e mi stesi un po’, perché ero stanchissimo dopo questa giornata sfiancante passata a servire la mia padrona. Lei arrivò in camera da letto dopo 15 minuti e disse: “ti vedo molto stanco… spero di non averti provato troppo. Oggi mi rendo conto che per te sia stata una giornata molto dura, ma sei stato davvero bravissimo, proprio nulla da eccepire. Stasera, come ulteriore ricompensa, dormirai con me, così capirai cosa si prova a dormire con una ragazza ahaha”. io dissi: “padrona, lei mi sta facendo passare i giorni più belli della mia vita. Avrei preferito essere il suo schiavetto già dal principio invece di passare anche solo dieci minuti del mio tempo con quelle che mi hanno solo distrutto il morale tanto tempo fa…” La mia padrona, sentendomi dire questo, mi disse: “allora, sentimi bene… basta rimuginare sul tuo passato. Purtroppo ti sono accadute delle brutte cose, nessuno vorrebbe che accadessero, però succedono e per sfortuna sono successe a te. Lascia perdere quelle puttanelle che ti hanno detto di no, quelle non ti devono più interessare… ora per te ci sono io. Ti ripeto, tu sei sicuramente il mio schiavo ed io intendo usarti come tale, ma sei anche una persona con una sua sensibilità e con dei sentimenti ed io questo lo rispetto, a differenza di quelle stronze con cui hai avuto a che fare. Adesso ti dico quello che penso di te da padrona, da amica e da strafiga quale sono: tu vali, hai una tua dignità, una tua sensibilità e questo nessuno te lo può togliere. E se non altro, vali per me e questo conta più di tutto”. Poteva essere crudele quanto voleva lei, ma sapeva anche essere un angelo, quell’amica che non ho mai davvero avuto ed ero grato di averla conosciuta. A volte anche in una padrona può celarsi un’amica inaspettata. Io dissi: “Padrona…”, mi interruppe: “chiamami Francesca adesso” e io dissi: “Francesca, grazie, ti voglio davvero bene, per me questa prima settimana con te vale più di tutta la mia vita passata a rincorrere quelle puttanelle inutili che ho conosciuto”. Lei disse: “mi fa piacere, tesoro, grazie anche a te di esserci per me”. In seguito ci addormentammo abbracciati (io ebbi l’ennesima erezione, ma a lei fece solo piacere), entrambi stanchi, ma comunque contenti di aver rinsaldato ancora di più questo rapporto padrona/schiavo. Quello che sarebbe avvenuto nei prossimi giorni sarebbe stato ancora più sorprendente, perché Francesca non aveva ancora finito di piegarmi al suo volere…

CONTINUA

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