Skip to main content
Erotici RaccontiRacconti Erotici LesboRacconti erotici sull'Incesto

Sorella ai suoi piedi

By 8 Aprile 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

SORELLA AI SUOI PIEDI

Guardai Giulia sdraiarsi comoda e beata sul letto, soddisfatta e senza un minimo pensiero sull’accaduto, almeno non negativo; io restai invece in piedi ancora in imbarazzo.
Nel silenzio generale, una miriade di pensieri affollavano la mente spaventandomi su quel gioco che gioco infine non era stato affatto.

‘a cosa pensi?’

Disse ad un tratto Giulia seduta a gambe incrociate sul letto.

‘c-che forse… siamo state due incoscienti’.

Si stirò con la schiena e fece un lungo sospiro prima di lasciarsi cadere distesa.

‘senti se devi stare così vai in camera tua d’accordo?’.

‘m-ma… Giulia non pensi un attimo alle conseguenze? Adesso che sono più tranquilla io ho un sacco di paura…’

‘conseguenze? Del tipo?’

‘ad esempio…’

Non lo dissi, ma quello che stavo pensando era qualcosa di puramente morale, senza contare l’assurda storia che mi vedeva attratta dai piedi di mia sorella più piccola e la cosa era già di per se allarmante.

‘che c’è? Non vuoi parlare? E poi che significa ‘adesso che sei più tranquilla’… prima ragionavi con quello?’

Indicò volgarmente in mezzo alle mie gambe con lo sguardo e serrai i denti contrariata per simili libertà.

‘smettila! Io proprio non capisco che testa tu abbia… sei, irresponsabile’

Mi sembrò di sentire mia madre quando la rimproverava ed inconsciamente forse mi ero basata proprio sui rimproveri che spesso le arrivavano, ma alzò le spalle aumentando un poco il volume della TV, facendo cenno di avvicinarmi.

‘si d’accordo come ti pare… ma mi piacevi di più quando pensavi con lui; piuttosto, se vuoi riflettere allora rifletti su questo e dimmi la verità’.

Mi alzò davanti al naso il suo piede facendolo ruotare sinuosamente, giocherellando muovendo le dita.
A quel gesto fu innegabile che mi irrigidii parecchio, non tanto per l’eccitazione, piuttosto per quel modo indecente che aveva di giocare sulla questione.
Le abbassai la gamba con una mano afferrandole l’estremità leggermente sudata e si lasciò spostare senza fare resistenza, per poi farmi mettere seduta accanto a lei imbarazzata.

‘lo sai? Anche se li ho asciugati si sente ancora il tuo profumo’

Girai la testa all’istante mettendole una mano su quella dannata boccaccia che aveva, ma finii morsa e derisa dalle sue stupide risate.

‘abbassa quella voce ridi come un gallina! Basta dire certe cose, mi da fastidio’

‘però è vero… vuoi sentire?’

‘NO!’

Al mio rifiuto categorico restai basita nel guardarla portarsi il suo stesso piede davanti la faccia ed annusarsi sorridente, per poi metterlo in mezzo a noi due sollevato di poco dal letto.

‘eh si… avevo ragione, senti’

Me lo avvicinò ulteriormente e purtroppo a quel giro non riuscii a resistere e cedetti, restando a qualche centimetro dalla pelle. Sentivo effettivamente un leggero aroma, ma dire che fosse il mio era abbastanza difficile; quindi senza scoraggiarsi, Giulia affermò che così non potevo sentire nulla e scherzosamente mi tenne senza forza per i capelli fino a mettere in contatto il mio naso con le dita del piede.

Inspirai e quello fu il momento in cui tornai ad avere una fortissima erezione che tentai di nascondere piegandomi un poco in avanti tornando lontana da quella tentazione.

‘allora? Non dici niente? Eddai, dillo che ti piacciono un bel po”.

‘non lo so va bene! Non lo so che cosa mi sta succedendo…’

‘ma ti piacciono o no?’

‘ti ho detto che non lo so!’

Le diedi un attimo le spalle pensando di andarmene da quella stanza, però mi ritrovai accerchiata dalle sue gambe che mi cinsero chiudendosi a tenaglia proprio dove non doveva, tenendosi ben stretta e adagiando il suo seno sulla mia schiena.

‘e questo!?’

‘oddio… scusa Giulia, non so cosa mi prende stasera, voglio andare a dormire’

Ero così imbarazzata che sentii il rosso della faccia aumentare a dismisura e gli occhi si bagnarono dalla vergogna, ma quando tentai di allontanarmi Giulia mi trattenne facilmente.

‘Nadia, secondo me sei anche peggio di Andrea, però a me non dispiace lo sai? In verità vorrei provare di nuovo’.

‘no, è meglio di no Giulia… e poi stiamo facendo troppa confusione, mamma potrebbe accorgersene’

Afferrò il pene ponendolo perfettamente in pezzo ai piedi saggiandone la durezza con le piante calde e sospirai stringendo i denti.
Anche se non era a contatto diretto con la pelle, persino tramite gli shorts la percezione del movimento bastò a portarmi dopo neppure un minuto di carezze ad una situazione precaria, ma quando sentii sotto la maglia le sue mani cercare il seno, persi la testa.

Fu soltanto questione di istanti; allo stesso tempo in cui afferrò i seni e le dita strinsero i capezzoli induriti, schizzai chiusa fra i suoi piedi che sembrarono cavalcare le contrazioni, mentre una macchia umida si espandeva lentamente in mezzo alle gambe.
L’orgasmo fu fortissimo, tanto da inarcarmi la schiena e farmi stringere le coperte trattenendo a stento qualche gemito; poi, fui rilasciata frettolosamente e fatta stendere ansimante.

‘Nadia ma non è possibile! Sei venuta un’altra volta?!’

‘Giulia… sto impazzendo’

Ed infatti era così; per qualche ragione, le attenzioni di mia sorella riuscivano ad eccitarmi come mai avevo provato, ed anche se avevo appena riempito i vestiti da notte con quella roba disgustosa, anche se sensibile, restavo ancora in erezione.

‘questo non può essere normale… ammettilo’

Senza lasciarmi né rispondere, né riprendermi, mi ritrovai i suoi piedi sulla faccia, inspirando forte l’odore mentre in basso le cose si facevano nuovamente serie.

‘…se ti faccio una cosa prometti di non arrabbiarti?’

‘Giulia… smettiamola, io…’

Non riuscivo a vederla sovrastata dalle sue estremità, ma quando fece uscire il pene appiccicoso dagli shorts ungendosi le mani, ebbi l’istinto di coprirmi, ricevendo un piccolo schiaffetto con il piede.

‘resta calma, ci metto un attimo, voglio solo provare una cosa…’

‘Giulia fermati! Mi metto a gridare lo giuro…’

Nonostante la minaccia, ottenni solamente il suo piede farsi strada tra le labbra fino ad aprirmi la bocca per accoglierlo.
Una volta sincerata che la mia lingua fosse occupata a leccare, con un sussulto, il corpo mi avvertì che qualcosa mi aveva appena inghiottito.

Ricevetti una intensa sensazione di calore mai provata; il passaggio della lingua attorno al glande e la vischiosità della saliva mi tolsero il respiro, ed un lento succhiare prima incerto, poi sempre più forte si contrappose al mio, nel sottofondo dei nostri risucchi.

‘Giulia! oddio fermati ti prego!’

Dopo soltanto pochi minuti di quel trattamento, la sensibilità raggiunta mi fece togliere il piede dalla bocca avvertendola di non continuare oltre, però, non ci fu una reazione immediata ed all’ennesimo risucchio tentai di schizzare.
Giulia si tolse giusto in tempo per non ricevere in bocca il mio seme, ma incredibilmente, si tolse anche perfettamente in tempo da non permettere la sua uscita, facendomi restare in bilico a denti stretti.

‘Nadia sei un caso disperato, non ti si può toccare… scommetto che stai gia per’.

‘continua… sto impazzendo! Manca poco…’

Non riconobbi più me stessa dicendo quell’oscenità e credo neppure mia sorella, che si alzò con la schiena, sorridente e sorpresa.

‘hai sentito quello che ho detto?’

‘si ho sentito… ma sono al limite ti prego’

Mi colpì con il piede diverse volte scherzosamente, aumentando sempre un po’ di più la forza fino a farmi aprire gli occhi.

‘adesso ci sei? Mi ascolti?’

‘s-si…’

‘non puoi metterci così poco… non è normale lo capisci?’.

‘non posso farci niente Giulia… non dipende da me’

‘si invece. Se vuoi che continuò lo faccio, ma devi tenerti ok?’.

Sembrò essere seria a quella richiesta che proprio non avevo idea di come accontentare; poi, mi sorrise e tornò a mettermi sotto i piedi ormai sudati come pure i nostri corpi e passare la lingua attorno la carne pulsante.

Stette un minuto, forse due, ma ecco che avvolgendo la lingua attorno la punta quasi a voler entrare nelle piccole labbra del pene, nuovamente sentii il liquido farsi strada per uscire e dovetti avvertirla.

‘d’accordo adesso basta! Così mi annoio… resta ferma’

Scese di colpo dal letto lasciandomi in balia del desiderio, per poi afferrare dalla scarpiera le sue Convers, sotto il mio sguardo imbarazzato e perplesso e mi tirai leggermente su verso il cuscino del letto.
Quando tornò, aveva con se un laccio della scarpa e mi sorrideva furbescamente.

‘adesso ci penso io; ho avuto una bella idea’.

Non mi calcolò più di tanto e semplicemente la lasciai fare.
Con poca delicatezza, giro dopo giro, mia sorella legò il laccio alla base del pene facendo poi una spirale ben stretta e chiudendo il tutto saldamente con un nodo, forse in modo eccessivo, poiché sentivo che il sangue non passava correttamente.

‘Giulia mi fa male così…’

‘è colpa tua che non sai trattenerti, aspetta e vediamo; se ti fa tanto male lo tolgo’

Chiusi gli occhi per non vedere quello scempio e dove eravamo arrivate, poi, mi riprese di nuovo nella bocca, tornando a fermarsi in modo più marcato sulla punta e la testa gonfia e arrossata.

Dopo qualche minuto, l’idea di Giulia iniziò a dare i suoi frutti ad un caro prezzo; a conti fatti era riuscita ad impedirmi di venire prematuramente, ma d’altro canto aveva reso la carne così sensibile che diventai quasi isterica.

‘ma insomma vuoi stare ferma!? Mi hai dato quasi un calcio!’

‘Giulia fermiamoci non si può fare così! sto davvero perdendo la testa… non resisto più!’

‘devi solo calmarti un attimo, è la prima volta giusto?’

‘s-si.. ma non centra questo’

‘invece si, adesso salgo un attimo su di te, fidati, sono sicura che funzionerà, tu rilassati’.

Non avendo le forze per fermarla giacché teneva il mio sesso stretto nella mano, mi limitai a guardarla portarsi a carponi sopra di me, regalandomi l’imbarazzante visione del suo sedere a pochi centimetri dal viso.

‘metti le braccia sotto le gambe e lasciami fare’

Poggiai le braccia come voleva e ci salì sopra con le ginocchia bloccandomi saldamente, poi riprese con ardore inghiottendolo completamente, laccio compreso.
Dovetti mordermi la lingua per non urlare e serrare i denti per tutto il tempo che andò su e giù, scandendo un ritmo leggero ma costante e portandomi presto al mio limite naturale.

Invece di ascoltarmi, Giulia alzò un poco le gambe congiungendo i piedi sul mio viso, incrociandoli davanti la bocca, ed aspettò la mia lingua. Fu il colpo di grazia ed in quel momento, schizzai in maniera vergognosa dalla parte femminile che bagnò, le sue mani, gli shorts, il perizoma, colando sulla coperta sottostante e lasciando mia sorella di stucco.
Nonostante l’orgasmo, ero tutt’altro che appagata e l’accaduto mi rese soltanto più folle di piacere.

‘Nadia ma che hai combinato?!’

‘Giulia ti prego sto scoppiando, alzati!’

‘aspetta un attimo, ho quasi finito anche io…’

Non compresi quello a cui si riferiva per via che avevo tenuto gli occhi chiusi fino a quel momento, ma tornando con la testa in mezzo alle mie gambe, notai che con una mano nelle mutande anche Giulia si stava toccando velocemente, ed una leggera macchia umida bagnava il sotto degli shorts grigi.

Fu una visione spaventosa sia nel bene e nel male.
Continuando di quel passo, sarei certamente esplosa, ma il mio corpo esasperato cercava di sopperire a questo continuando a buttare fuori piccoli orgasmi vaginali che in breve scambiarono il consueto liquido trasparente con qualcosa di più denso simile al latte.

L’odore di entrambe che ormai riempiva la stanza, contribuì ad eccitare i sensi ancora di più, finché, afferrandomi i lati del viso con i piedi, Giulia non si tirò su con la schiena, rilasciando finalmente il pene dalla bocca e sedendosi sulla mia faccia tremando.

Il profumo dei suoi umori, l’umido trasudato dal tessuto e la posizione di sottomissione a cui ero costretta mia malgrado, chiusero completamente la ragione portandomi ad annusare e spingere il naso dentro quello che avevo sopra di me, finché, ridendo scioccamente, mia sorella non si tolse con uno scatto.

‘ma sei scema? Vuoi entrarci dentro?’

‘togli quell’affare ti prego! Sto per urlare Giulia…’

‘però così sei davvero bellissima lo sai… e se te lo lascio per stasera?’

Mi fece una linguaccia scherzosa, ma io di scherzare proprio non avevo voglia, quindi senza ascoltarla presi a slacciarmi la costrizione, venendo fermata poco dopo.

‘aspetta, dico sul serio! Restaci fino a domani per favore, poi ti prometto che ci penserò io’

‘Giulia sei pazza… non posso!’

‘si che puoi, devi solo non toccarti, andare a scuola e poi tornare a casa e nel pomeriggio appena torno ti faccio felice’.

‘ma perché?!’

Alla mia domanda non diede subito una risposta, sedendosi al mio fianco e asciugandosi la fronte appagata del suo orgasmo.

‘non lo so sinceramente… forse mi avete dato un po’ alla testa con questa cosa dei piedi’

‘m-ma… che significa’

‘nulla… però se mi ubbidisci solo per stavolta te lo farò ricordare domani, te lo prometto’

Tremante del piacere che a tutti i costi desideravo, mi alzai i vestiti ormai inutilizzabili provando faticosamente a calmarmi tra ansimi e tremori.

‘lo farai davvero?!’

‘n-non lo so… non mi sembra corretto, né questo, né quello che hai fatto!’

‘ah si giusto, perché tu eri a dormire vero?’

‘i-io…’

‘ti prego non ricominciare con quella lagna! ormai ci sei… ti devo convincere?’

Alzò semplicemente una gamba al mio fianco toccando con il ginocchio il cavallo e per allontanarmi caddi dal letto, spendendo attimi a riflettere su quella pazzia.

‘solo fino a domani… poi però’.

Non proseguii per pudore, ma ci pensò lei che da seduta, scese con le gambe premendomi un piede sulla testa scherzosamente.

‘poi ci pensa la tua sorellina ed i suoi piedi, va bene?’

Quella frase e quel tono furono sufficienti a causare una contrazione molto forte, che mi spinse ad alzarmi ed avviarmi barcollante alla porta.

‘buona notte e se devi andare in bagno toglilo pure quel coso, però ridammelo lavato!’

Stremata, alzai solo una mano ed uscii andando a lavare quello che dovevo; passai poi a me stessa, ammirando il disastroso lavoro che aveva fatto mia sorella e ritrovandomi il pene violaceo e gonfio all’eccesso, finché non lo slegai e lo passai sotto l’acqua fredda fino a farlo tonare a dimensioni accettabili.

Leave a Reply