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Sverginata a 18 anni in barca…

By 2 Agosto 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

NOTA DEL 1.9.2015: HO MODIFICATO QUESTO RACCONTO PERCHé LO SCRISSI MOLTO “DI GETTO” LA PRIMA VOLTA, MA POI ALCUNE COSE, IMPORTANTI E “MARCANTI” CHE MI DISSE LO ZIO MI SONO TORNATE ALLA MENTE, E ANCHE IL PRECISO MOMENTO IN CUI LE DISSE; LA PRIMA VOLTA I RICORDI ERANO MOLTO “AFFASTELLATI”. VALEVA LA PENA CONDIVIDERLE PER CHI HA AMATO QUESTA MIA VICENDA COSì IMPORTANTE E CHOCCANTE NELLA MIA VITA…

Molti amici, incuriositi- e molti arrapati- dalle mie (ritrovate da poco) foto polaroid fatte al mare (con calze) quando ero 18enne, mi hanno chiesto di raccontare le vicende ad esse legate. Qualcuno mi ha anche fatto notare:” ma se in uno dei tuoi racconti parli del tuo primo uomo -vedi racconto relativo- dopo iniziazione da parte di trans, allora non fu primo uomo quello? Avevi già avuto esperienze?”
Premetto che potrei giurare che i miei racconti non sono di fantasia, sono assolutamente veritieri. Posso cambiare alcuni particolari, nomi, situazioni, o riportare qualche dialogo in modo non assolutamente fedele… ma non invento nulla. Chi mi conosce sa quanto poco io sia portata per virtualità , cybersesso, eccitazione non finalizzata a incontri…”carnali”.
Non ho neanche mai avuto una cam con pc, e neanche la vorrò mai.
Quello del racconto che molti di voi hanno letto fu in effetti il primo uomo che mi ha scopata da vera donna, sentendomi donna io e vedendomi donna lui, in età già matura e consapevole, quindi la vera scopata fra adulti, io lo considero il primo uomo perché &egrave il primo che si &egrave scopata…Angelica.
Ma non ero vergine…anche se di fatto lo ero per i tanti anni trascorsi dagli esisodi che sto per raccontare.
IL ritrovamento (fra le pagine di un vecchio libro dimenticato che era mio nascondiglio) delle foto di allora hanno funzionato da “trigger point” per rivivere quelle forti emozioni, che adesso vedo solo con positività e intrigo, ma che allora destarono in me sensazioni molto contrastanti, non tutte positive.

Va detto che la mia femminilità &egrave esplosa in modo assoluto e completo in tempi relativamente recenti, ma in passato ha avuto momenti di “letargo”, come un vulcano inattivo ma pronto ad eruttare senza preavviso. Questo anche dovuto a condizionamenti sociali, morali, e alla vita di bel ragazzino e ragazzo in una famiglia tradizionale. A 12 anni, come raccontato, mettevo calze di mia madre, ma era un istinto che. si, rivelava una precisa tendenza, ma senza assolutamente avere coivolgimenti erotici, perlomeno a livello conscio. Si assopì dopo pochi anni ma evidentemente “le calze” erano destinate e tornare nella mia vita in modo anche abbastanza traumatico.
Qui comincio la storia: a 18 anni ero davvero un bel ragazzo: carino di viso, corpo perfetto, 2 gambe slanciate ma piene senza un pelo di natura, culetto perfetto. Sempre sensibilissimo, gentile nei modi, direi anche femmminile per sensibilità ma assolutamente nulla del “frocetto” o di effeminato nei modi.
I miei avevano bella casa a Lavinio vicino Roma dove passavamo (i figli sempre -avevo sorellina piccola-, i genitori a fasi alterne per il lavoro) praticamente tutto luglio e agosto.
Fra i più cari amici dei miei c’erano Roberto e la moglie, lui bell’ uomo di 45 anni direi, sportivo, brizzolato, sempre allegro, grande tennista. Lo chiamavo anche zio, era molto intimo. Gli volevo molto bene, mi portava spesso in barca con lui, a pescare, o nella sua tenuta nell’Agro Pontino a cavallo.
Per farla breve, una volta uscii in barca con lui come accadeva spesso, un semicabinato, e lui poco dopo aver lasciato il porticciolo mi disse che nella cabina c’era una cosa per me. Scesi incuriosito, e sui cuscini c’era la tipica busta rettangolare con scritto OMSA PRESTIGE (ricordo anche il colore: lola). Da sotto dissi ” che ci devo fare, zio?” Lui:” dovresti farmi il piacere di provarle, mi serve per vedere se il colore va bene prima di regalarle a mia moglie”.
Io ero un po’ imbarazzato (IN QUESTO RACCONTO -FACEDOMI VIOLENZA- PARLO AL MASCHILE, VISTO CHE…IN FONDO LO ERO…) ma non avrei mai e poi mai voluto scontentare uno zio che era acquisito ma al quale ero molto legato, e poi lì ha giocato molto il dolce ricordo delle calze di mia madre da bambino, della cameriera che mi incoraggiò (vedi racconto ) ecc.
Così misi le omsa anche con movimenti abbastanza esperti e devo dire che pur non essendo autoreggenti e non avendo neanche reggicalze, erano molto aderenti e rimanevano su bene.(Vedi anche le foto ritrovate e scannerizzate per…voi)
Poi dissi “fatto!”, lui scese (mare calmo, poco al largo e barca stabile!) e mi disse di levarmi costume da bagno (che avevo tenuto) sennò non capiva se andavano bene. Lo feci anche perché Roberto mi vedeva da quando ero piccolo al mare e spesso facevo bagnetto nella tinozza gonfiabile del giardino di casa nudo…
Così mi ritrovai nudo (ora mi viene istitivo “nuda” ma mi devo riportare a quei tempi) solo con calze addosso. Lui cominciò a dare alcuni ordini ” ti siedi e accavalli le gambe?” Poi fingeva di interessarsi al colore dicendo fra sé: ” si, bel colore” . In fondo la cosa mi divertiva abbastanza, mi sentivo al centro della sua attenzione e in fondo nella mia vita ho sempre adorato affascinare ed essere finalmente al centro dell’attenzione. Poi mi fece una richiesta un po’ strana: ” ti stendi, accavalli le gambe e ti accedi una sigaretta”? Io non fumavo in realtà a volte quando veniva da noi con la sigaretta passavo vicino e dicevo “mi fai dare un tiro zio”? Cmq lo feci, lui mi diede sigaretta e accendino e io mi accesi la prima sigaretta in calze. Mi rilassai, gambe accavallate, e sentii lui dire una cosa che non capii (allora):”cazzo, sei tutta femmina…”.
Voi penserete: allora poi &egrave venuto e ti ha scopata…no assolutamente, si &egrave seduto fumando e mi guardava fumare stesa (steso?). Poi finì lì, disse:”hai fatto una gran regalo al tuo zietto, grazie”.
Tornò sopra, partimmo mi levai calze e rimisi costume da bagno.
Quando lo salutai quella volta, gli dissi ‘ ciao zio’ e lui rispose:’ ciao cara”
In genere uscivamo in barca 2-3 max 4 volte a settimana, ma il giorno dopo alle 17 circa passa davanti casa mia (giocavo a pingpong con mio padre) col motorino e mi strilla “giro in barca?”.
Cmq (abbrevio) partiamo e poco dopo “senti ti va di rimettere calze?” Io: ” ma non erano per la zia?” Lui:”si ma stanno meglio a te, dai vai sono di sotto…”. Trovai calze, pacchetto di HB e accendino. Il messaggio era chiaro quindi (senza pensare assolutamente al sesso!) mi stesi, misi calze e accesi sigaretta. Lui scese poco dopo questa volta si sedette vicino a letto e cominciò ad accarezzare le gambe dicendo ” ti stanno da dio, ti piace portarle?” E io:”……si…….” Lui” le metteresti tutte le volte? Faresti molto felice lo zione tuo!” Io:’si”
E poi:’ hai finito sigaretta, fumane un’altra per favore”. Fu piuttosto deciso, accesi sigaretta e reclinai testa indietro, mi sentivo in fondo adorato dal mio “zio’. Cominciò ad accarezzarmi le gambe e in modo dolce e suadente ma deciso mi disse cose che avrebbero cambiato la mia vita: ‘&egrave già dall’estate scorsa che ogni volta che ti vedevo, anche in famiglia, ti immaginavo così con un paio di calze’come ti muovi, come curi gambe e piedi, come accavalli le gambe’insomma’sei femmina , lo sai? E lo sai che ti guardano più gli uomini che le ragazze?: E io: ‘ ma zio che dici, a me piacciono le ragazze”
Lui: ‘ma lo so benissimo che non sei omosessuale figurati, ma dovrai accettare il fatto che sei intimamente femmina e senza saperlo muovi il tuo splendido corpo in un modo che seduce i maschi, non le donne. Quando ti vedevo in spiaggia da lontano, o camminare sul molo, sempre mi dicevo ‘mmmm ecco la mia nipotina”’ Io ero molto ‘stranita” Lui continuò: ‘ e poi dimmi con sincerità: come ti senti adesso’ Io:’ che intendi dire zio?’ Lui: ‘ ti senti bello o bella?’ Io con qualche esitazione: ”bella. zio” Lui: ” allora dillo: sono bella”. Io: ” sono bella”
Lui: ” sei la mia nipotina, dimmelo tesoro’ “sono la tua nipotina, zio”.
Quando lasciai la barca mi disse di nuovo’ ciao cara” e da allora cominciò regolarmente dirmi cose – quando eravamo soli, mai in pubblico- tipo ” ti sei divertita alla festa ieri sera?” o “sei stanca?” o ” cara mi sciogli la cima della barca?” o quando ci vedevamo (soli) :” ecco la mia nipotina”…era una sorta di femminilizzazione verbale e psicologica…e io mi accorsi che dopo pochi giorni, mi veniva naturale dirgli cose cose tipo: “ieri sono uscita con i miei” o “oggi sono un po’ stanca’. Nei 2 giorni successivi, e la cosa cominciò ad automatizzarsi, mi faceva segno sornione con la mano come a dire “vai giù” e io giù., mettevo calze e accendevo sigaretta e gli dicevo con allegria: ‘pronta’!
In fondo mi divertiva, sempre stato narcisista e mi sentivo apprezzato/a e idolatrato/a.

La volta dopo… io vedevo che leccando calze si toccava spesso in mezzo agli shorts, quella volta era più energico e si alzò all’improvviso come in preda a raptus, si abbassò shorts, si diede ancora 4-5 colpi energici e senza che io potessi riavermi dalla sorpresa mi prese testa, lo mise in bocca e scaricò tutta la sua sborra dentro. Ero come paralizzato, stavo lì immobile poi con tutta la bocca piena di seme. Lui capì che ero choccato, mi accarezzò di nuovo gambe dicendo con modi molto carini:” &egrave buona e ti fa benissimo sai. Mandala giù”. Io…deglutii, non mi parve né buona né cattiva. Lui felice: ” sei una nipote splendida, neanche i tuoi sanno e sapranno quanto sei brava”.
Quell’ “i tuoi sanno e sapranno” mi suonò strano e mi venne una gran paura che glielo dicesse.
Paura idiota e inutile, ma avevo 17 anni, non ero smaliziato. Figuriamoci sarebbbe stato il primo a “sputtanarsi” se la cosa si fosse saputa e aveva famiglia…ma da ragazzi si ragiona in modo diverso.
Lì a quel punto feci la cosa sbagliata (come ragazzo di buona famiglia) o giusta ( se vista con occhi…attuali di Angelica): quando 2 giorni chiamò mia madre per chiederle se mi diceva di raggiungerlo al molo per andare a pescare, ebbi l’occasione di trovare scusa e dire no ma…. dissi di si, presi bicicletta e andai.
Per lui evitentemente, era la “resa” che aspettava.
Per me una cosa era chiara: appena partiti dovevo mettere calze in cabina, neanche aspettavo più un suo cenno, scesi e con piacere trovai un paio di calze nuove, le prime cominciavano ad essere molto usate…metterle era sempre un piacere fisico ed epidermico, ma ero un po’ inquieto (continuo – a fatica- a usare il maschile) per cosa avrebbe fatto lo zio Roberto. Per lui la “resa”che ho menzionato poco fa dev’essser stata decisiva per rompere gli indugi; pur non diventando mai sgarbato, fu molto deciso, mi disse “siediti sul letto”, si levò gli shorts, salì lui stesso sul letto con i piedi, mi prese testa fra le mani e cominciò a fare su e giù in bocca dicendo cose che erano un misto di affettuoso e porco :” che bocca che hai tesoro” “sai che zio ti adora” ecc… poi poco dopo ” adesso vengo , prometti che la bevi tutta? Sai che mi fai felice” . Feci segno di si con la testa senza convizione ma la mia posizione poteva portare solo all’obbedienza e all’accondiscendenza. Comunque sborrò così in fondo (credo che avesse buoni 20 cm lo zio) che quello che viene chiamato “ingoio” non fu necessario, andò tutta giù direttamente. Mi disse: “sei meravigliosa”….
Per i giorni a seguire e tutto il mese di luglio, il copione fu questo: calze e sborrata in bocca, calze e sborrata in bocca. Non chiedetemi se mi piacesse: la situazione si, le calze molto, la sborra (allora) per nulla, e mi vergognavo quando ci incotravamo in situazioni sociali o quando veniva a giocare a Bridge con i miei, temevo suoi possibili ammiccamenti o allusioni, ma lui fu impeccabile, affettuoso e molto disinvolto sempre.
Tutto questo avvenne sempre (erano ormai passati circa 15 giorni dalla prima volta che misi calze) nella sua barca, non avevo pensato ad altri scenari…una volta verso le 19 di sera lo vedo in auto mentre uscivo dal supermercato con le buste della spesa ben cariche, lui mi dice “vieni cara ti accompagno a casa”. Salgo subito in auto, lui però esce un po’ dal paese e imbocca una stradina isolata vicino un cantiere chiuso. Poi mi dice: ” c’&egrave una cosa nel cruscotto per la mia nipotina…” Apro, un paio di smaglianti OMSA nuove.
Strano penso oggi: lui volle sempre calze color carne mai nere, e non chiese mai reggicalze (che oggi &egrave il mio abbigliamento base). Amava mio corpo nudo con calze e basta. Io ormai avevo una specie di suggestione postipnotica, mi spogliai senza tenere nulla di nulla, neanche infradito e infilai calze. Al momento quello era l’unico gesto che mi piaceva davvero, su questo pochi dubbi. Mi disse di accavallare le gambe e fumare una sigaretta. Io pensavo:”e se incontriamo qualcuno?”
Inaspettatamente mi disse: “non c’&egrave proprio un’anima, ti va di fare un giretto? Dai scendi!” E così scesi dalla macchina nudo/a e sole calze addosso, e lui stranamente (non mi dispiacque affatto) mi prese la mano come per passeggiare insieme. E io nudo/a, piedi nudi con calze a passeggiare in campagna mentre 15 giorni prima giocavamo a ping pong in famiglia e giocavamo a Otello…). Quello fu un momento tenero devo dire, che durò poco,,, aveva sottobraccio una stuoia tipica da spiaggia, la buttò per terra in un angolo nascosto dietro un capannone e disse “inginocchiati dai” ho portato quella per non rovinare calze.”
Io lo feci lui abbassò short e disse massaggiandomi capelli:” Oggi però fai tutto tu tesoro ok?”. Lo mise in bocca, e feci il mio primo vero pompino della vita, fermandolo per i fianchi e facendo su e giù con la testa. Lui:” mandalo più in fondo, so che lo sai fare quando lo spingo io”, poi cominciò: ” più veloce, più veloce, più veloceee!” Poi ” eccomi!” (come ricordo quell’eccomi” e con che voce lo disse). E di nuovo il cazzo dello zio pulsò nella mia bocca e cominciarono gli spruzzi in gola. Lui quasi implorando.” ingoiaingoiaingoia amore ti prego!”. E io mandai giù l’ennesima sborrata che però avendola provocata io e non subìta, mi diede quasi un senso di orgoglio. In macchina sempre senza dire molto, levai calze, rimisi miei shorts e lui mi riportò a casa salutando mia madre come nulla fosse. E avevo il suo sperma dentro…
Ma in agosto poi…..vi racconterò. Però una precisazione: non odiate il nostro amico Roberto, a volte fu deciso e dominante, ma fu sempre gentile con me, mai una violenza vera, e anche quello che successe poi lo fece con molta delicatezza, non mi avrebbbe mai fatto male o arrecato danno. Ho avuto ogni occasione per dirgli no e non lo feci…traviata forse si, violentata no.
A presto! Angelica

Premessa: raccomando a chi si imbatta in questo racconto senza aver letto la parte 1, di leggerla…solo così ciò che segue (non racconto di fantasia ma esperienza reale e vivida) potrà esssere compreso. Alcuni penseranno che io scriva per eccitare ( se avviene mi fa solo piacere), ma &egrave invece una necessità: i ricordi mi sono piombati come un uragano dopo aver trovato le foto di quei giorni (vedi galleria) e tutto mi torna alla memoria con forte desiderio di essere condiviso.

Primi di agosto allora, ormai era da inizio luglio che dopo la prima gita in barca mettevo calze per mio zio (ricordo, non zio parente ma amico di famiglia che chiamavo appunto zio fin da piccolo). Ed era da almeno 15 giormi che mi veniva in bocca se non quotidianamente, almeno 4-5 volte a settimana e già avevo perso il conto delle sborrate che gli avevo ingoiato. Adoravo il rito, adoravo il momento che capivo che dovevo mettere calze, e che lui non avrebbbe avuto occhi e pensieri che per me; non posso dire che mi piacesse succhiarlo a farmi venire in bocca, ma per lui era così bello evidentemente farlo e io lo amavo così devotamente che godevo a sapere che lui scaricava la sua estasi solo in me. Avrei fatto tutto pur di non vedere una faccia delusa da parte sua.
Ero sempre io e non posso dire che ero cambiato (uso sempre maschile per questo racconto) né che mi sentissi più donna; vero &egrave che sentii esigenza di eliminare anche i pochi peli che avevo sul pube e sul sederino per essere ancora più liscio per lui, e una volta che dovetti andare a Roma per ritirare dei documenti per mio padre andai prima in una merceria e comprai 2 paia di Omsa Prestige colore Lola, le prime che mi fece indossare, e un pacchetto di HB, le sigarette che fumava zio Roberto e che mi faceva fumare. Non gli dissi che mi ero comprato delle calze, avevo sensazione che volesse il monopolio e le mettessi solo per lui. Così la notte mettevo calze per dormire, e spesso verso l’1 di notte (nottambulo fin da allora), uscivo in giardino mentre tutti dormivano e mi sdraiavo sull’amaca con le calze indossate, nuda/o, e lì fumavo ammirandomi e sognando gli occhi spiritati e trasformati dello zio quando le mettevo.
Questo &egrave un rimprovero che sento di fargli: essendo un feticista perso mi fece diventare una fumatrice (qui uso il femmminile). Sopratutto perché, insieme alle calze, mi trasmise la strana idea che la sigaretta fosse parte integrante della seduzione, cosa vera per lui ma non per tutti. Quado mettevo le calze per lui , mi faceva fumare continuamente, tranne quando….occupava la bocca con altro.

Se comunque misi calze prima volta in barca, se presi sua sborra in bocca prima volta in barca, anche il seguito avvenne prima volta in barca, era destino.
Ormai scendevo sottocoperta appena arrivata, prima che lui uscisse dal porto,indossavo le calze, mi spogliavo e mi sdraiavo a fumare pensando alle occhiate che mi avrebbe dato quando sarebbe sceso, e che avrebbbe goduto nella mia bocca.
Scese e mi disse: ” ma non hai più neanche un pelo, sei stupenda”. E io , finta di niente, sussulto emotivo perché mi parlò al femmminile. Poi mi disse:” mettiti a pancia sotto, fammmi vedere il tuo culetto divino”. Lo feci subito, lui si sedette vicino a me e tirò fuori un tubetto dalla tasca laterale della cabina, dveva averlo preparato prima…Cominciò a massaggiarmi le natiche e mi disse veramente in modo convincente:”oggi ti faccio fare la cosa più bella del mondo, sarai felice e mi farai felice. Devo un po’ prepararti, tu fumati tranquilla la tua sigaretta”. E cominciò a mettermi una crema nel buchetto, ricordo che si chiamava Dilatan. Ne mise molta, con esperienza, prima fuori poi entrando con un dito dapprima penetrando poco, poi mi lubrificò bene fino in fondo.
Disse allora:”adesso sii paziente e dimmi se ti fa male, ma poi ti prometto che sarà un paradiso”. E lasciandomi a pancia sotto mi venne sopra e sentii una specie di bastone che spingeva sul mio buchino.
Nulla da fare, non entrava. Poi diede un piccolo colpetto, mi senti aprire e la cappella entrò dentro. Fu troppo improvviso: un male boia! Io:” zio zio mi fa malissimo esci esci!!!” Lui uscì subito, mi disse che era normale e di stare tranquilla (disse tranquillA!), poi: ” riproviamo, va bene?” E io:”…va bene…” e tenendolo con la mano per guidarlo infilò di nuovo la sola cappella del cazzo dentro. “Ancora male?” ” Un po’ meno ma male zio…” Tienilo dentro qualche minuto e rilassati, poi smetto. Rimanemmo lì quasi fermi, con la sola sua cappella dentro il mio culetto violato per la prima volta. Poi quasi all’improvviso uscì e disse:” beh per oggi basta”. Poi capii…perché gli dissi:” non vieni in bocca oggi?” Lui:” sono venuto eccome tesoro…”. Allora realizzai che anche con la sola cappella dentro, si era svuotato nel mio culo.
Qui una parentesi importante la apro: effettivamente lo zio fu l’unico maschio in tutta la mia vita, senza eccezioni, che entrò a pelle e mi sborrò nel culo, non &egrave mai più successo. Tengo anche a dire che anni dopo (quando tutti parlavano di aids) per mia tranquillità feci 2-3 test a distanza di 6 mesi….sano/a come un pesce!
E sono fiera, adesso che lo zio non c’&egrave più (&egrave morto di ictus nel 2007) di poter dire: zio, sei stato il solo e l’unico!
Comunque…lo zio era carico e voleva battere il ferro finché era caldo, quindi uscimmo in barca già il pomeriggio dopo. Sul divanetto della cabina trovai: calze, sigarette e crema Dilatan, come a dire:” ci riproviamo non ti illudere”.
Pensai bene di fumare la sigaretta già a pancia sotto, tanto immaginavo, lui arrivò e senza dire nulla ( era molto loquace nella vita quotidiana ma parlava poco nell’eccitazione), mi venne vicino e lubrificò…più a fondo e anche con 2 dita, poi…. sopra a spingere.
La cappella entrò quasi subito, ma mi fece male di nuovo, lui rimase fermo e sentii sfintere rilassarsi, e il dolore quasi finì. Lui “ancora male?” Io: “…no…”. Lui senza ancora dire nulla, molto dolcemente e lentamente scaricò il suo peso su quel punto ed affondò…dentro, dentro e si fermò quando le sue palle toccavano il mio sedere. Quando arrivò in fondo sospirò un:” aahhhhh…stupenda creatura…” (Queste parole non le posso dimenticare, dolce esssere chiamato “stupenda creatura”…)
Io:” mi fa male di nuovo zio…” Lui:” rilassati e resisti un minuto, ora passa”. Non fece su e giù stette fermo con tutto il cazzo in fondo a me. Quello che mi dissse mi fece passare il dolore:” quanto mi fai felice, neanche puoi immaginarlo”, mi disse. E mi trovai improvvisamente a mio agio con culetto pieno fino all’ultimo centimetro disponibile. Restammmo così, quasi immobili, con il dondolare delle onde e il rumore dell’acqua sotto la barca. Sudatissimi, le calze appiccicate alle mie gambe. Io azzardai qualche movimento con il culetto e lui:”ma se ti muovi così mi fai…ahhhhhhh eccomi!” E venne dentro, in fondo. Uscì facendomi anche male perché lo fece troppo velocemente e disse: sono sudatissmo, faccio un bel tuffo, salì e si tuffò in mare. Io mi accessi ennesima sigaretta e mi rilassai stesa. Quand mi alzai, trovai un bel laghetto di sperma che era colato da dentro di me sul divanetto… e per la prima volta, rischiando che qualche barca passasse, uscii sovraccoperta nuda/o, in calze e mi tuffai con lui facendo il bagno con tutte le calze.
Una sua caratteristica che mai riparlava del sesso, o di noi, o di cose erotiche quando la cosa era finita, mai chiesto:” piaciuto”? Mi parlava sempre come amico di famiglia chiedendomi tante cose, ma scatttava quel momento quando voleva lui: mettevo calze e si taceva ed ero sua. Due mondi separati.
Quelle due volte, sembra strano, furono le uniche nelle quali mi scopò da dietro, mai più scopata da dietro o alla cosiddetta “pecorina”. Da allora mi venne sempre dentro da davanti, credo amasse avere mia gambe e calze vicine al suo viso.
E, cosa strana , la mia bocca sembrò non interessarlo più (evidentemente…ubi maior, minor cessat…): da quel giorno scopammo praticamente ogni giorno con poche eccezioni, in barca molto, in macchina, a piedi in campagna, nel deposito del fieno della sua azienda nell’Agro Pontino (c’&egrave una foto mia fatta lì nella galleria). Il rito si era arrichito, indossavo calze e mi lubrificavo senza dire nulla. Lui fu ancora delicato le volte a seguire, mi penetrò da avanti, ma senza affondare subito, con molta dolcezza, ma ogni volta sbatteva più forte quando io a domanda:”male amore?”. Rispondevo: “no…”.
Mi ha sverginata/o ma assolutamente non violentata/o, &egrave stato meraviglioso e mi considero molto fortunata che sia stato lui a farlo.
Ero sempre nuda/o quando mi scopava (eccezion fatta per le calze), ma lui non aveva -per fortuna- alcun interesse per il mio non grande membro, ma neanche lo disturbava. Scopandomi sempre da davanti, però, le nostre pance si toccavano e spesso il mio cazzo era stimolato, così diverse volte sborrai anche io. Ricordo perfettamente la prima volta che successe, vidi lui dopo che mi era venuto dentro che si puliva pancia con fazzoletto perché c’era la mia sborra, e io con un po’ di imbarazzo gli dissi come cosa naturale:” scusa, sono venuta…” VenutA dissi! E mi sorpresi di me e di aver parlato al femmminile senza neanche pensarci su.

E’ stato l’uomo più virile che io abbia mai conosciuto, non cercava preliminari prima, baci o bocca, quando mettevo calze ed ero pronta mi veniva sopra, ed era durissimo. Alle prime scopate ero molto muta per la tensione, quando davvero non sentii più alcun fastidio cominciai a mugolare ad ogni colpo e man mano che mi andavo sensibilizzando e rilassando, arrivai a strillare. Alla fine del mese, abbandonai il Dilatan, mi bastava un po’ di saliva, lui montava sopra e alla fine scopava subito selvaggiamente, senza fermarsi fino alla sborrata in culo.
Una volta verso la fine (triste) delle vacanze mi guardai allo specchio posteriormente e allargando culetto (“etto” non più…) con le mani, mi prese un colpo a vedere come lo avevo aperto. Ero sempre un ragazzo carinissimo e fine, andavo alle feste ed ero considerato un ragazzo speciale e intellettuale, ma pensavo sempre “se sapessero che culo che ho…”.
Fra quelle numerose scopate in tutti i posti possibili (credo di aver ricevuto non meno di 15-20 sborrate nel culo solo ad agosto), mi ricordo 2 episodi: una volta a casa sua, chiamò mia madre per dirle se potevo andare da lui per montare un dondolo che era rotto, invece mi portò in camera da letto (moglie e figli a Roma), e mi disse:”guarda che ho per te?” E io come una ragazzina:” che bello , un reggicalze!” E cominciai a spogliarmi (ci voleva poco al mare). Messe calze e reggicalze , mi fece mettere deliziosi sandalini dorati e un mini vestito della figlia, mi stavano perfetti! Mi fece la foto in b/n che &egrave nella galleria, pessima foto stampata frettolosamente da lui….e mi scopò per terra, lui proprio il letto non lo vedeva, in realtà…mai stata a letto con lui!
Altra volta era 16 agosto e c’era grande festa in un elegante stabilimento balneare…c’erano tutti, i miei, la sua famiglia e tutti gli amici. A un certo punto lo vidi allontanarsi e poi venne da me come per fare un brindisi e disse: “vai al bagno, poi ultima cabina in fondo”. Andai, entrai e trovai le Omsa sulla cassetta del wc con tubetto di Dilatan, mi spogliai e le indossai, passai crema dietro, arrivò pochi secondi dopo e velocemente mi prese per le anche, da dietro, mi fece abbassare la testa e -cosa strana come detto- mi inculò da dietro con una foga che lo portò a sborrare dentro dopo pochi secondi. Venuto, andò via dicendo “tieni pure le calze addosso in sala”. Fui ben felice di obbedire, tanto era talmente sudata/o che le calze erano incollate alle cosce e stavano su benissimo da sole (sotto pantaloni). E tornammo alla vita sociale con le famiglie come nulla fosse. Mia madre:” ma che hai, sei tutto rosso…” Io:” nulla mamma, solo troppo caldo…” E avevo calze e sborra dello zio nel culo….
Fu la più bella estate della mia vita, anche se allora non volevo ammetterlo.
Lui ebbe problemi cardiaci l’inverno dopo (colpa mia?) e problemi economici con la sua azienda, e non fu più lo stesso, tutto finì insomma anche se rimase molto amico dei miei e molto affettuoso con me. Ma figuriamoci se con la mia timidezza avrei avuto il coraggio di andare da lui e dirgli: “non vuoi più calze zio?”. Ma forse fu meglio così: non sarebbbe stato lo stesso se ripetuto…ma aspettai tutta l’estate successiva una sua “convocazione” che mai arrivò…e pian piano, con la famiglia, la scuola, le ragazze, il moralismo, tutto si allontanò e purtroppo per circa 13-15 anni, il mio culetto ebbe tutto il tempo di tornare “vergine”. Ma il vulcano doveva riesplodere e, come narro altrove, doveva nascere l’Angelica definitiva. Ma -come scrivono alla fine di molti film- “questa &egrave un’altra storia”. La mia di adesso.
Hope you did enjoy it! NOTA: INUTILE CHE LEGGIATE QUESTO “RACCONTO” (IN REALTà RICORDI SPARSI) SE NON AVETE LETTO LA PARTE 1 E 2!

Come detto il ritrovamento di alcune vecchie foto (analogiche quasi tutte fatte con Polaroid che avevo nascosto fin troppo bene) che mi fece lo “zio” Roberto a Lavinio durante i nostri incontri, hanno s**tenato un turbinìo di sensazioni, ricordi, eccitazioni sopite che hanno generato il racconto (diviso in 2 parti per ragioni pratiche) che spero abbiate letto. Ora aver raccontato quella esperienza così marcante per me mi ha fatto ricordare tante altre cose, e rivivere sensazioni, scopate e relativi luoghi.

Anche in questa occasione rinnovo il mio amore per quell’uomo che non vorrei venisse etichettato come uno stupratore senza scrupoli: non mi ha mai usato violenza, potevo dire no quando mi chiese di provare le calze in barca, potevo dire no quando mi disse di rimetterle il giorno dopo e se ero disposta (anzi all’epoca disposto) a metterle per lui ogni volta, potevo dire no quando tornai con lui dopo che a sorpresa mi aveva sborrato in bocca la prima volta, e potevo dire di no soprattutto quando propose di scoparmi la prima volta. Mettendo calze per lui quella prima volta in barca, mi consegnai di fatto a lui e mi affidai a lui.
Dissi sempre si. Forse all’inizio più per affetto (e per puerile paura che lo dicesse ai miei) e per non volerlo deludere, poi dopo le prime scopate (e superato il dolore delle primissime volte) vivevo praticamente aspettando di averlo sopra di me; sapevo che avrei infilato calze -ormai lo facevo con esperta malizia-, avrei spalancato gambe e lui mi sarebbe venuto sopra penetrandomi senza preliminari o esitazioni.
Avevo imparato ad essere meno passiva, quando mi veniva sopra, glielo prendevo in mano e me lo portavo sul buchino (ormai non tanto ‘ino’), aspettavo che spingesse per sentirmi allargare e riempire di lui, e gli chiudevo le mie gambe dietro la schiena, lo attiravo su di me e lo lasciavo sfogare tutto il tempo che voleva.
La durata della scopata era sempre perfetta, sembrava che avesse il timer regolabile per sborrare: in situazioni ‘rubate’ o in posti ‘avventurosi’ (tipo in macchina o in quella toilette che ho raccontato) veniva rapidamente, quando eravamo tranquilli, magari in barca o in campagna in un posto tutto per noi, mi scopava più a lungo alternando ritmi forsennati a momenti di ‘vai e vieni’ più intensi e lenti.
Se non mi sentivo cambiato (sempre il maschile &egrave d’obbligo) dopo il primo rito delle calze o dopo qualche sborrata in bocca che mi fece, dopo diverse scopate mi sentivo cambiata (il femminile &egrave d’obbligo).
Ad esempio se come ragazzo voglioso ogni tanto prima mi masturbavo in modo classico (normalmente chiamato sega), dopo che mi ebbe scopato/a diverse volte il mio autoerotismo consisteva nell’indossare calze nell’intimo della mia camera e, in piedi o a letto con gambe aperte, infilare 3-4 dita nel culo ormai usatissimo dallo zio, ma anche infilare qualche zucchina o banana rubate in cucina e venire così, piena dietro, immaginando lo zio su di me.

Ricordi sparsi e ulteriori sensazioni che mi sono venuti dopo i 2 primi racconti:
Lo zio mi scopò tutto il mese in tutti i posti possibili , ma con mio grande rammarico non mi baciò mai, io dopo prime volte sognavo che mi scopasse con lingua in bocca, ma non lo fece mai. Stava sopra di me e mi ‘sbatteva’ come suol dirsi, gli accarezzavo capelli e nuca, ma lui stava ( sempre veniva da davanti come detto) con la testa vicino alla mia, parlava pochissimo ma scopava ogni volta come fosse l’ultima scopata,in modo quasi disperato (ma con un cazzo di marmo) con una foga e arrapamento -che mai più ho ritrovato in alcun maschio- fino a venirmi dentro.

Due ricordi molto forti e teneri: andammo alla sua tenuta nell’Agro Pontino, e facemmo gita a cavallo (ho ritrovato anche foto che ho pubblicato), tanto sapevo benissimo che appena soli mi avrebbbe scopata. Arrivammo vicino a in fiumiciattolo e lui disse ” scendiamo un po’ qui, dai”. E mise in terra una coperta con il paio di Omsa sopra, le sigarette HB, l’accendino e il tubetto di Dilatan. (Ormai mi stava scopando da almeno 10 giorni , mi bastava un filo di crema ed entrava come il burro…). Fui molto rapida, spigliata e spogliata, messe calze, piccola lubrificata dietro, sigaretta accesa e sfacciatamente gambe aperte per accoglierlo, sollevando il culo anzi aprendolo con le mani. Avendo molto più tempo del solito, dopo essermi venuto dentro come faceva sempre rimase steso vicino a me, e si rilassò accarezzandomi gambe fumando una sigaretta. E si appisolò, con un braccio intorno a me. Io fumai la mia immancabile sigaretta ‘post-scopata’ (c’era quella ‘pre-scopata’ e quella ‘post’) gustando quel momento tenero e intimo, mentre la sua sborra colava dal culo sull’asciugamano macchiandolo, anzi mettevo mano lì sotto per sentirla scendere dal mio buchetto ancora ben aperto’poche ore dopo prima di lasciare quel posto mi riscopò con una foga che mi stupì, come fosse la prima, e presi seconda sborrata nel culo nel giro di poche ore. Facemmo vero picnic e rimasi sempre nudo con le calze, uno dei ricordi più dolci ma anche trasgressivi della mia vita.

Un’altra volta, ricordo splendido, eravamo in macchina verso le 6 del pomeriggio tornando da una partita di pallavolo (lo zio era sempre impeccabile in pubblico e mai fece allusioni o ammiccamenti né disse frasi mormorate o strizzate d’occhio’) e ci sorprese il tipico acquazzone di fine estate, violentissimo, pioveva a catinelle. Lo zio anziché dirigersi verso casa, imboccò quella stradina di campagna dove andavamo spesso e dove gli feci il primo pompino vero ‘attivo’ ( vedi parte 1). Mi fece un sorriso che diceva tutto, e io senza pensarci , anzi con gioia, mi spogliai completamente buttando con fare liberatorio nel retro della macchina costume, infradito, maglietta, e indossai le calze. Scese senza dire nulla, sotto la pioggia e lo seguii, mi prese la mano ( quanto adoravo questa cosa) e come una coppia -almeno mi piace pensare così- ci inoltrammo nella campagna deserta e fradicia. I piedi nudi nel fango, le calze bagnate e ormai sudicie di terra bagnata, mano nella mano. Arrivati in una piccola radura, sempre sotto una pioggia fortissima (gradita perché eravamo sudatissimi dopo la pallavolo), zio disse solo ‘qui’. Non aspettavo altro. Mi stesi e aprii le gambe in modo decisamente osceno; lui finì di spogliarsi e mi venne sopra. Io in modo impaziente e sfrontato glielo presi con la mano e me lo spinsi tutto dentro. Erano ultimi giorni di agosto, e da giorni non usavo più crema per lubrificarmi, bastava un minimo di saliva, Quella volta neanche quella, ero bagnatissimo/a.
Si, lo zio giorno dopo giorno mi aveva completamente sfondato dietro (sempre uso maschile).
E mi scopò lì sotto la pioggia, facendomi affondare nella terra umida ormai quasi fango. Sborrò nel mio culo per l’ennesima volta e tornammo verso la macchina, io ero piena di terra, fango dappertutto, le calze irriconoscibili e attaccate alle gambe per la pioggia, erba e fango. Salimmo in automobile e fumammo entrambi una agognata sigaretta, stesi sui sedili reclinati, fradici e sporchi. Poi in un’atmosfera di totale deserto, mi portò ad una spiaggia abbastanza isolata dove non c’era un’anima visto il tempaccio, fermò la macchina quasi sulla sabbia e insieme, come due innamorati in una pubblicità di un villaggio vacanze, corremmo verso il mare, io nudo con le calze bagnate e sporche e corpo pieno di terra, e nudo anche lui. E un gran tuffo in mare.
E’ stata uno dei momenti più teneri, erotici ma sopratutto felici della mia vita.
In mare mi levai le calze, le lavai per bene nell’acqua di mare. Tornando, nudo, verso la macchina, le diedi allo zio che fece per buttarle amava le calze molto nuove senza difetti) ma io dissi ‘ zio, no, posso tenerle allora?’, Lui disse ‘certo’ e me le diede.
E mamma arrivati a casa: “divertiti alla pallavolo?” Io: “si molto, mamma!”
Splendido figliolo, bello, allegro, gioia della famiglia…con un culo sfondatissimo e la sborra dello zio dentro.
Quante volte le misi poi la notte e mi masturbai (non solo’davanti) con quelle calze ancora piene di salsedine’

Strano destino, quello di uno splendido ragazzo 18enne che arriva in vacanza aspettando e forse sognando di scoparsi la sua prima ragazza e invece pochi giorni dopo si ritrova a indossare quasi quotidianamente un paio di Omsa e in barca, nei prati, in macchina, e farsi scopare praticamente ogni giorno dal più intimo amico di famiglia, lo zio Roberto di 28 anni più vecchio’

Ma il quesito che mi ha poi -quasi- assillato é: lui mi ha creata o mi ha scoperta?
Ha tirato fuori il meglio o il peggio di me?

Voi che dite, amici? Il sondaggio &egrave aperto’

Baci dalla vostra Angelica NOTA: QUESTO -CHIAMIAMOLO- RACCONTO NON HA SENSO SE NON DOPO AVER LETTO LE PARTI 1-2-3 CON LO STESSO TITOLO’.

Ho deciso di raccogliere in questa ultima ondata di ricordi quelli soprattutto ‘verbali’, tutto ciò che lo ‘zio’ mi disse in quei 2 mesi che cambiarono la mia vita. Non &egrave un tipico racconto erotico e deluderò qualcuno, ma spesso le parole mi cambiarono più delle azioni, della calze e delle scopate’
Molto di quel che mi disse &egrave riportato nelle 3 sezioni precedenti, ma poi tante altre cose mi sono tornate alla memoria e penso che ai dialoghi venga forse dato un peso minore del dovuto, se inseriti in un contesto così erotico. Perché fu un contesto altamente erotico che solo in minima parte sono riuscita a riprodurre’
Lo zio non parlava molto, e non fu praticamente mai volgare, non mi disse mai ‘ troia’ o ‘puttana’ neanche quando cominciò a scoparmi, e spesso mi ha scopata senza neanche dire una parola.
Però operò una sorta di femminilizzazione verbale e psicologica molto forte, visto che a livello esteriore, probabilmente mi vedeva già così femmina che un paio di calze gli bastava per salire il gradino decisivo.
Vero &egrave che avevo 18 anni, e un corpo a quell’età (il mio specialmente sembra) &egrave meno definito sessualmente e un ragazzo così giovane può già divenire ragazza con un paio di calze, cose che non succede (ahimé) se ne hai 40′.in età matura, pur avendo uno splendido corpo, altre cure, altre attenzioni ( e un trucco ben fatto e deciso) si rendono necessarie.
Per fortuna (constato) altre attrattive. altri fascini, altre ottiche prendono il posto della gioventù, meno fresche e innocenti ma più erotiche e smaliziate.
Non mi fece mai ‘ travestire’ (tranne l’episodio isolato a casa sua con vestitino, reggicalze e sandalini, come raccontato). Io pensavo, specie quando divenne automatico e naturale per me mettere calze per lui, che mi avrebbe portata a indossare sempre più cose: reggicalze, minigonne, truccarmi ovvio e naturalmente’.la cosa che sognavo di più: bei tacchi alti; ma questo non avvenne.
Pensavo (ma poi nella vita mi sono rifatta) che avrei portato anche calze nere magari con riga’ma lui sempre mi diede calze classiche color carne.
A giudicare dalla sua reazione e dalla sua eccitazione’perché cambiare?
Ma come cominciò in lui tutto questo?

E qui comincio. Poco sesso, sorry , quasi solo dialoghi.
Ma aiutano a capire meglio. Soprattuto che io avevo atteggiamenti femminili senza minimamente volerli, forzarli o pensarli ‘e (nota importante), le ragazze le guardavo e mi piacevano eccome, ma’.mi domandavo come mai non fossi da loro molto cercato o corteggiato, nonostante fossi davvero bellissimo di viso e di corpo, molto più di amici decisamente più rozzi ( e machi, ovvio), che avevano tutti ‘la ragazza’.
N:B: I DIALOGHI SONO ASSOLUTAMENTE REALI, PUR CON QUALCHE APPROSSIMAZIONE VISTO CHE SONO PASSATI ESATTAMENTE 29 ANNI’POSSO AVER CONVOGLIATO IN UN UNICO LUNGO DIALOGO, PER SINTESI, DIALOGHI CHE SI SVOLSERO IN SITUAZIONI DIVERSE, MA REALI RIMANGONO

Così lo zio una delle prima volte, in barca, mentre ero davanti a lui nudo ( devo usare maschile, sorry) con le calze addosso (era ancora una fase di esibizione, fare sesso ancora era lungi dai miei pensieri, dai suoi’non so):
‘Ma lo sai che ho preso ieri il coraggio di chiederti di mettere un paio di calze, ma lo sogno dall’estate scorsa? Ogni volta che ti vedevo ti immaginavo con le calze e mi dicevo ‘pensa come starebbe con un bel paio di calze”
Una volta sono arrivato a casa vostra per cena, con la zia e i ragazzi, tu eri in cucina e stavi aiutando mamma, avevi indossato un grembiule e avevi shorts cortissimi, preparavi insalata ed eri di spalle’capelli lunghini e fluenti, avevi un piede piegato e lavorando battevi delicatamente la punta dello zoccolo per terra, beh eri’una ragazza, e che ragazza’e poi ho notato che ogni volta che stavamo in giardino e ti guardavo, tu mi sorridevi, accavallavi le gambe e facevi dondolare uno zoccolo, sai che &egrave una civetteria tipica da donna?’
IO: ‘ Ma no dai zio, io’.’
LUI:’ ‘lo so bene che non ci pensavi ed era naturale, ma questo mi eccitava ancora di più’ era la tua natura’e poi ti accorgi che gli occhiali da vista e da sole che usi sono da donna?’
IO: ‘ Questo anche mamma me l’ha detto quando li ho presi”
LUI:’ ‘e ti accorgi che ti guardano più gli uomini che le donne? Quella volta che andammo in barca con amici, tu prendevi il sole e il mio collega Manlio non faceva che guardarti, stavi di schiena e sollevavi una gamba piegandola al ginocchio, tipico femminile, e avevi quel culetto perfetto e gambe da urlo’e li vedo gli amici di papà come ti guardano quando fanno le cene in giardino e tu sei sul dondolo con le tue gambe senza un pelo e perfette accavallate e dondoli uno zoccolo con i tuoi occhialini da vista femminili’e dall’anno scorso a quest’anno, qualunque ragazzo sarebbe diventato più uomo, ma tu’.ti ho rivisto quest’anno e mi sono ritrovato a dire ‘ahhhh la mia nipotina”credi che mi verrebbe mai in mente di far mettere calze a qualcuno dei tuoi amici? E come mai i tuoi amici hanno sempre ginocchia sbucciate, tagli, piedi rovinati, e tu sempre perfetta, piedi curati, gambe lisce?’
IO:’ Beh ci sto attento, zio’
LUI: ‘Appunto tesoro perché sei’.femmina’
IO: ‘Ma che dici, zio”
LUI:” e poi perché non mi hai detto no quando ti ho detto di provare calze?’
IO:’ Beh zio mi avevi detto che volevi vedere colore per regalarle alla zia”
LUI:’Una bugia, scusa, lei non le porta figurati, volevo vedere te”
IO:”e poi da piccolo mi piaceva mettere le calze di mamma nel bagno”
LUI:’ Ahhhh ecco, mi torna tutto’
IO:’ ‘e poi sei il mio zione e ho capito che ci tenevi’.
LUI’ Beh adesso puoi dirmi che sensazione hai mettendole, non più come gioco di bambino curioso’
IO:’ Bella sensazione zio, direi splendida’
LUI’ E pensi che a un ‘ maschio’ gli piacerebbe tanto mettere calze?’
‘No’
LUI:’Ecco perché tu sei’me lo dici?’
IO:’Femmina, zio? Ma solo quando sono con te direi’
LUI:’&egrave carino che me lo dici, ma io sono stato solo più coraggioso e volevo che ne prendessi coscienza, ma credimi lo sei anche nella vita di tutti i giorni in ogni movimento che fai o atteggiamento che hai. L’altra sera ti guardavo alla festa di mia figlia, stavi spesso in mezzo alle ragazze, ma non avevi nulla del giovanotto ‘predatore’, stavi come una di loro, sul divano con le gambe accavallate e avevi gambe più belle di tutte loro, e loro ti trattavano istintivamente in modo cameratesco come una di loro’
IO:’ Ma zio, lo sai che mi piacciono le ragazze”
LUI:’ Ma mica penso che ho un nipote ‘checca’ o ‘frocetto’ sai? Non hai niente del gay’sei intimamente femmina per fisico, movenze e sensibilità. Pensi che a me piacciano i ragazzi?’
IO:’ Ahahaha mi suonerebbe nuovo e strano, zio”
LUI:’ E perché allora mi piaci tu, e ti voglio con le calze addosso? ‘
IO:’ Perché sono’.femmina, giusto?’
LUI:’Si, sappi che da adesso (ma &egrave molto che lo penso) tu sei la mia nipotina’
IO:’Sono la tua nipotina’, dissi sorridendo, e tirai una boccata con fare smaliziato
LUI (salendo in plancia)’ anche come fumi e tieni la sigaretta con quel polsino piegato’.mmmm’femmina’.’

*********

Così lo ‘zio’, in una fase ancora ‘contemplativa’, nella quale si ‘accontentava’, per così dire, di guardarmi, e magari accarezzarmi le gambe parlandomi’pensavo che era un gioco -quasi- innocente e divertente per me. L’erotismo era fortissimo, ma non c’era il sesso’che poi arrivò come un ciclone, prima a livello orale, come raccontato, poi’totale senza ritorno.
Mi parlò anche di questo, sudati e sfiniti, dopo una scopata di agosto in barca.

**********

‘Non ci crederai ma non pensavo che sarebbe finita così, a scoparmi il nipote che poi &egrave una nipote come ormai sai’pensavo che farti mettere calze e vedere sbocciare la tua femminilità mi sarebbe bastato, ma dopo averti vista’vivevo col cazzo duro pensando a te stesa che fumavi con le OMSA che sembrava indossassi da una vita’ vedevo le belle ragazze in spiaggia che mi sorridevano ma pensavo ‘nessuna mi fa impazzire come la mia nipotina”credimi quella volta che te l’ho messo in bocca e sono venuto non era programmato, ma non ho saputo res****re’e la sera ho giocato a Bridge con i tuoi e mi sentivo in colpa con loro, che si fidano di me al 100% e lasciano sempre che noi usciamo insieme, perché ero venuto in bocca al figlio, che poi &egrave una figlia”
IO:’ Beh zio, dopo che lo hai fatto, sarei potuta scappare ma sono tornata il giorno dopo”
LUI:’ Già, ti sei chiesta perché sei tornata?’
IO:’ Mi piaceva vederti così impazzito per me, e con tutte le mie amiche che mi dicono ‘mmm ma che bono che &egrave tuo zio’ , tu abbia preferito me a tutte”
LUI:’Ti preferisco a tutte..e sai cosa mi ha fatto impazzire più di tutto?’
IO:’Che metto le calze, zio?’
LUI:’ Quello si certo, avrai capito che sono molto feticista come tipo, ma mi ha commosso e eccitato che dal terzo giorno che mettevi calze per me, senza sollecitazioni, mi hai detto -ricordo perfettamente- ”ieri sono andata a una festa, sono un po’ stanca”, o ‘mi sono alzata tardi stamattina’, e accendendo la sigaretta mi hai detto ‘uffa farai di me una fumatrice zio’. Mi ha commosso, ripeto, che parlassi così con tanta naturalezza.”
IO: ‘Ahahah zio lo sai che adesso devo stare attenta in famiglia a non uscirmene con ‘sono stanca’ o ‘ieri mi sono divertita’ ? Devo davvero farmi forza e pensarci bene”
LUI: ‘Certo, &egrave normale cara. E credimi anche, che non pensavo assolutamente all’inizio che avrei fatto l’amore con te, forse mi frenava un senso di colpa che con certezza avrei avuto verso i tuoi, che sono cari amici’Ma l’altra mattina mi sono svegliato così eccitato, sudato e duro che mi sono detto:? basta, oggi me la scopo!”’
IO:’Ma dimmi, zio, tu hai scopato tante donne di ogni età, ne sono certa, e con me ti piace?’
LUI:’Sei semplicemente la più bella scopata della mia vita, anzi scusami se facendo l’amore non parlo molto, non mi piace. Comunque adesso se tornassi indietro, rifarei tutto, in fondo prima o poi lo avrebbe fatto qualcun altro che non ti vuole bene quanto me”
IO:’ Rifarei tutto anche io, e non posso immaginare di farlo con un altro, sono felice di essere la tua nipotina’sai che ieri notte non dormivo per il caldo e alle 2 mi sono stesa nuda sull’amaca in giardino con le calze? E ho fumato una delle HB che mi hai lasciato”’
LUI:’ Brava, cara’
IO:”e poi sono andata a letto, con le calze, ma ero eccitatissima, ma non mi &egrave venuto di toccarmi come facevo prima’ho messo l’indice e il medio delle due mani nel buchino e mi sono allargata con le gambe spalancate e’sono venuta pensando ‘ scopati la tua nipotina, zio!”
LUI:’ Se un amore, abbiamo tutto agosto qui, vedrai”

******

E’ho visto. Come ho raccontato, lo zio mi scopò tutto il mese; in barca, in campagna, in auto, sulla famosa balla di fieno della sua tenuta che tanto gli piaceva come alcova. E io, una volta superati imbarazzo, paura, inibizioni e’dolore’cominciai a godere e a lanciare urli acuti, tanto che se non era una zona ‘sicura’, lo zio mi metteva una mano sulla bocca mentre dava i suoi colpi. In barca al largo mi lasciava sfogare’
‘Credo che i tuoi urli li sentono fino a terra, cara’
Ero femmina.

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