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Mi sveglia un bacio di Jay. Apro gli occhi. É seduta di fianco a me. Profuma di muschio bianco e Alien. Conosco quel profumo, lo riconosco facilmente. Mi sorride. Mi fa una carezza sul viso. “Ciao dormiglione”, mi dice. “Che ore sono?”, le chiedo. “Tra un’ora dobbiamo uscire. Ti ho lasciato dormire, eri troppo tenero. E poi volevo farti riposare”, mi dice, con una voce dal tono dolce e premuroso. Mi tiro su. Noto che ha addosso solo un asciugamano. Ha i capelli pettinati da poco, leggermente arricciati. La luca è spenta e la tapparella abbassata quasi del tutto. Nella penombra noto un filo di trucco sul suo viso. “Jay tu vuoi farmi impazzire”, le dico. Sorride. “Scemo. Perchè dovrei?”, mi risponde. “Perchè già sei bellissima, così finirai per farmi perdere la testa”, le confesso. “Sh. Pensa solo a goderti questi momenti, come farò io. Stasera devi presentare ai tuoi amici la tua ragazza. E la tua ragazza non vede l’ora di conoscerli. Su, pigrone, vai a lavarti e vestirti. Ah…potrai vedermi solo dopo esserti vestito, quindi…fa in fretta, perchè stasera sarò da mangiare con gli occhi”, mi dice. Se lei stessa, che di solito non si descrive così, ha usato queste parole, inizio già a pregustarmi una serata memorabile. Corro in bagno. Trovo tutte le cose di Jay sparse in giro. Un borsello con trucchi, rossetti e spazzolino. Creme varie. Il profumo che le sentivo addosso. Ci avevo azzeccato. Mi rinfresco, mi lavo la faccia, mi preparo. Torno in camera da letto e Jay non c’è più. Non la cerco. Noto però che in casa regna la penombra più assoluta. Mi vesto. Boxer neri, un paio di bermuda eleganti, blu notte. Una camicia bianca che veste molto stretta. Lascio aperto solo il primo bottone. Metto delle scarpe leggere, in denim. Ora la parte difficile. Torno in bagno, apro l’armadietto. Lascio sempre qualche profumo di riserva qui. Decido di optare per il Sauvage, me ne spruzzo un po’ ed esco dal bagno. “Ok, dov’è la mia donna?”, esclamo. La sento sorridere. É in cucina. “Accendi la luce”, mi dice. Mi avvicino all’entrata della cucina ed accendo la luce. La vedo seduta dall’altro lato della stanza. Stupenda. Indossa un vestito blu scuro, e questo mi rende contento della scelta dei bermuda. Si alza. E comprendo che la serata sarà molto, molto lunga. Il vestito le lascia la schiena totalmente scoperta, una profonda scollatura valorizza il suo seno. La stoffa del vestito le sale attorno al collo. Un fiocco tiene chiusi i due lati. Le sue gambe sono quasi completamente scoperte. Il vestito arriva poco sotto le natiche. Fa qualche passo verso di me, si ferma, come per farsi ammirare. Fa una piroetta. Ai piedi ha dei sandali con un tacco non troppo alto. I capelli, come avevo notato prima, sono leggermente arricciati. Ha un filo di trucco. Mascara, un po’ di matita agli occhi, e un rossetto chiaro, che comunque mette in risalto le sue labbra carnose. “Spero che quel rossetto sia indelebile, perchè ho già voglia di morderti le labbra”, le dico. Sorride. “Già lo faccio da sola, quindi può solo essere indelebile”, mi risponde. Riprende a camminare, viene da me. Mi mette le mani al collo. “Allora?”, mi chiede. “Sei uno schianto…”, è la mia unica risposta. Lei solleva gli occhi al cielo, sorride. “Si, me lo dici spesso, ma voglio sapere cosa pensi. Vado bene così? Pensi piacerò ai tuoi amici? A te piaccio?”, mi dice. “Vai benissimo, Jay. Credo che sarai la donna più desiderata della serata. La più chiacchierata, anche. E io il ragazzo più invidiato. I miei amici ti spoglieranno con gli occhi. Li conosco, sono bravi ragazzi, ma sanno apprezzare una bella donna. A me…Jay, io resterei volentieri qui a passare il resto della serata da solo con te! Sei bellissima. Ma l’idea di vederti tra i miei amici, e l’idea di vederti di nuovo intenta a provocarmi mi stuzzica tantissimo.”, le rispondo. “Ecco, questa è una risposta”, mi sussurra, stringendosi a me, mordendomi l’orecchio. “Ti prometto che vorrai scoparmi per tutta la notte, quando rientreremo”, mi dice. Poi mi da un bacio, dolce, sull’angolo delle labbra, e si stacca da me. Pochi minuti dopo siamo in macchina. “Sono eccitatissima, sai? Non vedo l’ora. É una sensazione stranissima. Mi stai regalando una giornata fantastica Alex.”, mi ripete per tutto il tragitto. Sembra una bimba.
Arriviamo al punto d’incontro. Chiamo Daniele per chiedergli a che nome ha prenotato e se è già arrivato. Mi avvisa che lui è già dentro e che ci stanno attendendo. “Siamo troppo curiosi Ale, siamo già tutti qui”, è la sua risposta. La comunico a Jay. Arrossisce. “Uff, ok, prendo fiato. Sono eccitatissima”, mi confessa. La prendo per mano ed entriamo. Il Cotriero è un locale carino. É stato costruito attorno ad una sorta di trullo, poi ristrutturato e allargato. Tutto intorno è pieno di scogli e macchia mediterranea. I pochi tavolini sono fatti in legno, con delle coperture realizzate in foglie di palma e sacchi di iuta. A prima vista sembrerebbe rustico, in realtà è molto ricercato. Ultimamente è stata sistemata tutta la passerella, hanno aggiunto un palco che è praticamente sul mare, pochi centimetri più sollevato dalla sabbia che scende fin dentro l’acqua. Jay rimane estasiata dal posto. Cerco i miei amici con lo sguardo e li vedo, già seduti ad un tavolo. Daniele e Pia, Valentino e Alessia, c’è anche Emiliano, che non vedo da una vita, con una ragazza che non conosco. Sapevo stesse con una ragazza da un po’, sarà sicuramente lei. Prendo Jay per mano. “Vieni, Jay. Ho qualcuno da presentarti”, le dico, sorridendole. Percorriamo assieme la passerella che ci porta al tavolo dove sono i miei amici, mano nella mano, e arrivati lì è Valentino a venirmi incontro. Mi dà una pacca sulla spalla. “Comu stai cumpà?”, mi dice, in dialetto, prima di darmi un abbraccio. Ricambio l’abbraccio e lui ne approfitta per darmi una seconda pacca, più forte della prima. “Beh, così si fa? Non mi devi dire nulla?”, dice ad alta voce. Rido. “Dai, è da poco…”, gli inizio a rispondere, ma lui mi interrompe subito. “Si, si, da poco, intanto te la porti in vacanza. Piacere, sono Vale, un caro amico di questo disgraziato. In realtà è come se fossimo fratelli, ma lui non te lo dirà mai. Fa il prezioso”, dice Vale, rivolto verso Jay. Le porge la mano, e lei ricambia, dandogli due baci sulle guance. Nel frattempo è Daniele a pararsi davanti a me. “Guarda che io pure ho le pacche da darti eh”, mi dice. Ci salutiamo, poi vado a salutare Pia e Alessia, mentre anche Daniele conosce Jay, ed esclamo: “Si ma mica sono l’unico a dover fare delle presentazioni”. Guardo Emiliano. Vale ribatte subito: “Eh, ma lui è il donnaiolo seriale che ha deciso di mettere la testa a posto, tu sei quello che ce ne avrà fatte conoscere si e no due in quindici anni, vergogna!”. Ridiamo tutti. Emiliano mi presenta Giulia, i miei amici finiscono di presentarsi a Jay, che più che imbarazzata, sembra eccitata dalla situazione. Sorride, anzi ride alle battute dei miei amici. L’inquisizione da parte dei miei amici non tarda ad arrivare. Mentre ci facciamo portare da mangiare e da bere, iniziano a chiedermi dove ho conosciuto Jay, come ho fatto colpo su di lei, ma soprattutto come lei ha fatto colpo su di me. “Sai, di solito Alex è un tipo che non va oltre la prima notte. La seconda, al massimo. Poi appena si accorge che qualcuna gli chiede un tentativo di relazione, scappa. Devi essere speciale, se è arrivato a portarti fin qua”, spiega Valentino a Jay. Lei lo osserva, non si fa scappare una singola parola. Arrossisce. E io osservo lei. Se i miei amici sapessero come stanno realmente le cose, non so quanto continuerebbero a parlare così bene di me. Però hanno ragione su una cosa: Jay è speciale. Pur essendo la donna di Ay, ho fatto un passo enorme, portandola con me e presentandola come mia. Un passo che in passato ho fatto con solo due donne.
“Terra chiama Ale, cucù, compà svegliaaaa”, mi urla Daniele in un orecchio. “Capisco che Jay è uno schianto, ma le stai sbavando addosso”, mi dice. Scoppiamo tutti a ridere. Effettivamente mi ero perso nei pensieri. Jay ride, mi guarda con aria di soddisfazione. Arrivano gli sfilatini che abbiamo richiesto. Iniziamo a mangiare e Jay racconta come l’ho abbordata all’uscita della metro, facendo ben attenzione a non menzionare mai Ay. Torno ad osservarla, mangiando lo sfilatino e commentando di tanto in tanto, aggiungendo le mie impressioni, i miei pensieri di quei momenti. “Non me lo avevi mica mai detto che se non fosse stato per quegli shorts probabilmente non mi avresti notata”, mi dice Jay, dandomi uno schiaffo sul braccio. Sorrido. “Però ti ho detto che avevo notato il tuo fondoschiena, siamo lì!”, le rispondo, dando il via al primo momento di malizia della serata. Jay sembra a suo agio, pur avendole appena fatto un complimento esplicito. La vedo mettere una mano sotto il tavolo. Mi hanno fatto mettere seduto a capo tavola, Jay è alla mia destra, e sento il suo ginocchio strofinarsi sul mio. Poi arriva la sua mano. Sento le sue dita accarezzarmi, risalire un po’, poi la mano, mi palpa la gamba. Metto la mia mano sulla sua, ma lei ne approfitta, prendendo la mia mano e portandola sul suo ginocchio. Si ferma un attimo. Vedo Jay guardare alla sua destra. C’è Pia, seduta di fianco a lei, ma lei non la guarda. La mano di Jay afferra il mio dito indice, lo trascina verso su, facendomi accarezzare col polpastrello tutta la sua gamba, fino ad arrivare sul bordo del vestito. Poi lascia la mano. La guardo. Lei guarda altrove, ma si morde il labbro. E dondola i fianchi. Noto una certa nota di soddisfazione nella sua espressione. É veramente bellissima. E quella scollatura, vista da dove sono in questo momento, è veramente irresistibile. Le sue tette sono quasi in bella mostra. Mi accorgo di essere eccitato, di avere i bermuda gonfi. E nel frattempo, la musica che suonava in sottofondo da quando siamo arrivati si interrompe.
Ci giriamo verso la piattaforma. Due DJ prendono posto alla consolle e parte la musica che ci accompagnerà per il resto della serata. Emiliano propone di bere subito qualcosa di forte, per poi lanciarci nei balli per far digerire l’alcol. Tutti approviamo. Ci alziamo. Jay mi trattiene e restiamo dietro a tutti, diretti al piano bar per prenderci qualcosa da bere. “E così…devo essere veramente speciale, stando a quanto dicono i tuoi amici.”, mi sussurra Jay, sorridendo. “Lo sei. E sei anche a rischio. Ti voglio”, le rispondo. Lei dondola i fianchi. Inizia a divertirsi, lo capisco dalla sua reazione. “Allora facciamo così. La tua donna renderà questa serata indimenticabile. Tu però domani le racconterai tutto. E le farai capire cosa ha di speciale”, mi dice, guardandomi dritto negli occhi. Sento il cuore sussultarmi in petto. Non riesco ad oppormi alla sua richiesta. Dentro di me so che rispondere significherà mettere in gioco una parte di me che tengo chiusa a chiave da tempo, ma sento di non riuscire a fare a meno di vivermi ogni attimo con Jay. Le metto un braccio dietro la schiena nuda, la tiro a me. Le faccio una carezza sul volto, le sollevo il mento. Le mordo il labbro inferiore. “Mia?”, sussurro. “Tua”, risponde lei. La bacio, velocemente, e raggiungiamo i miei amici. Prendiamo da bere e scambiamo ancora qualche chiacchiera. Pia e Alessia sono curiose di conoscere i gusti di Jay e le hanno chiesto quali alcolici preferisce, dando il via ad una discussione generale su cocktail e cicchetti preferiti da tutti. Io sorseggio il mio long island, continuando a pensare alle parole di Jay, che inizio a realizzare solo ora: vuole rendere la serata indimenticabile. É già indimenticabile tutto ciò che ho vissuto finora, in questa giornata.
“Dai dai, su, ora le ragazze ci precedono, noi abbiamo discorsi da maschietti da fare”, dice Daniele battendo le mani e invitando le ragazze ad allontanarsi. Va a baciare Pia. Poi Alessia, la più giovane tra tutte, raccoglie l’invito di Daniele, aprendo le danze e chiamando le altre. Jay mi guarda con il suo solito sguardo malizioso. Mi fa impazzire, quando lo fa. Si allontana da me e si mette a ballare, col bicchiere ancora in mano, mentre finisce di sorseggiare il suo mojito. “Ale, se questa te la fai scappare, giuro che te lo taglio”, mi dice Valentino. Rido. “Vale, allora tagliamelo già”, gli rispondo. “Scherzi, vero? Guai a te! É bella, è intelligente, scherza con te, si vede lontano un miglio che lei ti prende, sembri proprio cotto, e lei sembra cotta per te. Tu forse non ti accorgi di come ti guarda”, fa eco Daniele. Guardo i miei amici. Si sono sempre preoccupati per me, ed ora cercano di darmi i giusti consigli. “Non lo so ragazzi, a me piace veramente, è che temo che lei sia troppo per me”, rispondo. Devo preparare il terreno. Oppure mentire da adesso fino a quando sarà possibile. “Allora vedi di essere al suo livello e smettila. E se te lo dico io…”, mi risponde Emiliano. “Oh compà, tua madre impazzirebbe vedendola”, aggiunge Valentino. “Lasciami perdere. Voleva che gliela portassi subito. No comment, per favore”, commento io. “A dire il vero, impazziamo anche noi, Ale. Ha due tette da paura. Senza offesa eh, ma è impossibile non guardargliele. Sta mezza nuda e ha due tette toste, belle”, mi dice Daniele, guardando verso Jay. Rido. “Non mi offendo, Daniè, figurati. Siete come fratelli, se certe cose non ce le diciamo tra di noi…”, rispondo io. Poi Daniele mi da uno strattone. “Oh!”, mi dice, facendomi cenno di guardare verso Jay. Alzo lo sguardo, e la vedo ballare con un ragazzo. Credo di riconoscere lui. E credo di sapere cosa stia facendo lei. Balla sinuosa, non risparmiando alcun contatto col ragazzo. Lui ha gli occhi puntati sul suo seno, cerca di toccarla spesso, ma lei evita le sue mani. Quello che non evita è il contatto tra il suo bacino e quello di lui. La vedo girarsi di spalle, avvicinarsi al ragazzo, strofinare il culo sul bacino di lui. Raccoglie i capelli di lato. Alza lo sguardo, cercando il mio. Lo trova. Si morde il labbro inferiore. Si, lo sta facendo apposta. Le faccio uno sguardo rimproveratore. Il ragazzo le mette una mano su un fianco, ma lei si gira, gli fa di no col dito. “Ale, è Giuseppe, figlio di Antonio. Quello che abita di fianco a tua zia.”, mi dice Emiliano. “Si, lo avevo riconosciuto”, gli rispondo. “Tranquillo, gli dico qualcosa io”, mi dice lui, ma lo blocco. “No Emilià. Forse non vi è chiara una cosa. Lei lo sta facendo apposta per provocare me.”, spiego. Sorridono, tutti. “Se è porca a letto almeno la metà di quanto è bella o brava a provocarti, è la donna perfetta”, commenta Valentino. Lo guardo. “Vale…fratè, non potresti nemmeno immaginare!”, gli dico. Daniele mi da una pacca sul petto. “Oh, ci raggiungete, si?”, mi dice, vedendo Jay che cammina verso di noi. Non gli rispondo, comprendendo ciò che intende. Tutti e tre raggiungono le altre ragazze, mentre Jay mi raggiunge. Faccio finta di continuare a sorseggiare il mio long island, distrattamente. Mi appoggio sul muretto che ho dietro di me. Jay mi si avvicina. “Non vorrai fare la parte del geloso. Proprio tu, poi”, mi dice, ridendo e dondolando i fianchi. “No. Non del geloso. Ma dell’incazzato”, le dico. “E perchè mai? Per aver lasciato che un ragazzo ballasse con me mentre tu mi mangiavi con gli occhi?”, mi chiede. “Già. Ora si andrà a vantare con mezzo paese…”, inizio a dire, ma Jay prende il mio bicchiere, lo posa per terra, lasciando lì anche il suo. Afferra la mia mano, scosta leggermente il vestito, prende il mio dito indice, lo mette sotto la stoffa leggera del vestito e strofina il mio polpastrello sul suo capezzolo, duro. La vedo trattenere il respiro e sussultare sentendo il contatto con mio dito. “Sono tua, ti è chiaro? Sono fradicia, pensando alla tua voglia di scoparmi”, mi dice. Poi mi prende per mano e mi porta sulla piattaforma. Si mette a ballare con me. Mi da spesso le spalle, per potersi strusciare addosso a me, per poter strofinare il suo culo stupendo sul mio bacino, per permettermi di metterle le mani sui fianchi. Le sposto una mano sul ventre, lei mette la propria mano sulla mia. I nostri corpi sono attaccati, vicinissimi. E il mio cazzo duro spinge contro il suo culo. Voglio scoparla. Oh, se voglio scoparla. Ci avviciniamo agli altri, continuando a ballare. Jay non perde occasione per cercare il contatto con me, pur ballando e scherzando anche con tutti gli altri.
“Di là dove si va?”, mi chiede Jay avvicinandosi al mio collo e baciandolo. Indica la passerella che porta al molo. “C’è un piccolo molo su uno scoglio”, le dico. “Ti va? Voglio vedere il mare”, mi dice. Faccio cenno agli altri ragazzi che noi ci allontaneremo un po’. Loro mi fanno un cenno con la testa, io prendo per mano Jay e insieme percorriamo la passerella. Arriviamo al molo, che è poco distante dalla pista da ballo. Il mare è calmissimo. Le luci del Cotriero lo riempiono di effetti di ogni colore. Jay si poggia alla ringhiera in legno del molo, girata verso di me. Mi tira a se, mi bacia, tenendomi il viso stretto tra le mani. Continua a baciarmi. Bacia la mia guancia destra, mi morde. Scende sul collo, succhia, forte. Credo mi abbia lasciato il segno. Risale, verso l’orecchio. Morde il lobo. “Voglio sentirti schizzare su di me”, mi sussurra. Trattengo il respiro. Le sue parole mi fanno eccitare tantissimo. Le mie mani viaggiano sui suoi fianchi, li accarezzano. “Adesso, Alex”, aggiunge lei. Strabuzzo gli occhi. “Mi fai impazzire quando fai così”, le rispondo. “Shhh… voglio sentirti venire sul mio seno e tornare a ballare ancora sporca di te. Voglio averti addosso”, mi sussurra direttamente nel timpano. Un brivido mi percorre la schiena. Sento Jay sorridere. “Uhm, mi piace farti questo effetto”, esclama. Mi prende per mano. Il molo ha due scale, una per lato. A destra si scende direttamente in acqua. A sinistra si va su uno scoglio che scende verso una insenatura sabbiosa. Jay mi porta verso sinistra. La aiuto a scendere, facendola camminare sugli scogli, e in pochi istanti i nostri piedi poggiano sulla sabbia. Non parliamo. Lei si avvinghia al mio collo. Le metto le mani sul seno, le palpo le tette, le stringo i capezzoli. Jay mi bacia. Sento la sua lingua entrare nella mia bocca. Le scosto il vestito, mettendo in bella mostra le sue tette perfette. Mi abbasso. Tenendole sollevate con le mani, bacio le sue tette, una per volta. Poi mi fiondo sul capezzolo destro. Glielo mordo. Jay sussulta. Geme con un filo di voce. Poi le succhio il capezzolo, e lei mette una mano sulla mia testa, accarezzandomi. Sento dei passi sulla passerella che porta al molo. Mi giro a guardare, ma dove siamo noi il molo non è più visibile. I passi si fermano sul molo. Jay mi fa cenno di restare in silenzio. Ha la sua espressione piena di malizia. Si accovaccia. Slaccia i miei bermuda e tira fuori il mio cazzo. Lo lecca, in punta, per poi portarselo tra le tette. Inizia a masturbarmi con le sue tette. Le tiene unite, strette. La sensazione è favolosa. Allungo la mano e le stringo un capezzolo, con forza. Lei si morde il labbro, fa una smorfia di dolore, poi mi guarda, sempre più eccitata, continuando a fare su e giù con le sue tette. Sono eccitatissimo. Sentiamo delle voci provenienti dal molo. Sembrano essere due persone, un maschio e una donna. Jay però continua. Prende il mio cazzo in bocca, lo inizia a succhiare, mettendo i palmi delle mani sul mio ventre. Si spinge il cazzo in bocca per metà, poi sento la sua lingua disegnare cerchi sulla cappella. Impazzisco. Trattengo i gemiti, trattengo il fiato, trattengo l’orgasmo. Jay dondola i fianchi, soddisfatta della reazione. Poi afferra il mio cazzo con una mano, si dà dei piccoli colpetti sulla lingua, prima di riprenderlo in bocca. Questa volta, però, lo spinge più a fondo, succhiando forte. E io trattengo nuovamente il fiato. Sono al limite. “Jay…”, sussurro. “Uhmmm”, è la sua risposta. Prende il mio cazzo con entrambe le mani e inizia a masturbarmi, velocemente. Poi si ferma. Mi guarda. Ha un’espressione innocente, angelica. Avvicina la sua tetta destra, quella che poco fa ho succhiato. Posa il capezzolo sulla punta del mio cazzo. Mette la mano destra alla base della mia erezione, accarezza i miei testicoli. Poi afferra il cazzo duro. Le bastano pochi movimenti. Non ce la faccio più. Vengo sul suo capezzolo. Il mio sperma le schizza addosso, le riempie il seno, le inonda il capezzolo. Qualche schizzo finisce sulle sue gambe, altri sul suo collo. Attende che il mio orgasmo sia finito, per prendere le ultime gocce con la lingua. Mi ripulisce con la bocca, poi mi rimette il cazzo a posto, mi riabbottona i bermuda. Si alza. Sorride. Abbassa lo sguardo sul suo seno. Prende una goccia di sperma che sta per colare dal capezzolo, se la porta alla bocca. Si sistema il vestito, ricoprendosi il seno. La scarsa luce e il colore già scuro della stoffa fanno si che non si noti la differenza tra la stoffa asciutta e quella impregnata del mio sperma. Jay raccoglie con un dito qualche schizzo che è andato sul collo, leccando via tutto quanto direttamente dal dito. Poi mi guarda, soddisfatta. “Ora possiamo andare. Ah…Alex, mi fai impazzire”, mi dice, baciandomi. La prendo per mano. Ho le gambe che mi tremano. La riaccompagno sul molo, dove troviamo una ragazza e Giuseppe, il ragazzo di prima, che vede prima me, poi Jay, che è mano nella mano con me. Jay lo saluta, lui rimane a bocca aperta, ma noi andiamo subito via, verso la piattaforma, dove ritroviamo i miei amici. Restiamo a ballare ancora un po’, con Jay che ha il mio sperma addosso ed io che credo di poter impazzire nel vederla ondeggiare i fianchi sapendo quello che ha appena fatto.
Valentino propone un cornetto caldo, data anche l’ora che ormai si è fatta tarda. Raggiungiamo le macchine e ci diamo appuntamento ad un bar molto conosciuto, a pochi passi da casa mia. Metto in moto l’auto e partiamo. “A questo punto, lasciamo l’auto a casa e ci andiamo a piedi. Il bar sta a 700 metri da casa”, le dico. Jay non parla. Risponde con dei cenni del capo. Sorride. “Che c’è?”, le chiedo. “É che… volevo renderti la serata indimenticabile, e sei tu che la stai rendendo indimenticabile per me”, mi risponde. Non riesco a dire nulla. Lei riprende a parlare: “Ti sento ancora addosso, sai? Dovrò lavarmi appena saremo a casa, ma sentirti addosso tutto questo tempo mi ha fatta allagare”. Prende la mia mano, la porta tra le gambe. É fradicia. I suoi umori scendono fino a metà coscia, pur frenati un po’ dalle mutandine. Resto con la mano lì, tra le sue gambe, ad accarezzarla, fino a quando arriviamo a casa. Parcheggiamo e andiamo al bar. Siamo stati i primi ad arrivare. Attendiamo gli altri, ci prendiamo il cornetto, qualcuno prende un caffè. Poi ci salutiamo. “Oh, sentiamoci eh. Che magari potremmo andare a mare. Oppure usciamo a mangiare qualcosa di buono, fai tu, però sentiamoci”, mi dice Valentino. Annuisco, termino di salutare gli altri e Jay ed io torniamo a casa. Appena varchiamo la soglia della porta Jay mi prende per mano. “Sai cosa sta per succedere?”, mi chiede. “Cosa?”, rispondo. “Stiamo per fare l’amore”, dice. La guardo. I capelli le si sono arruffati un po’, il vestito sarà pieno del mio sperma, ma lei resta bellissima. “Però prima ho bisogno di lavarmi un attimo. Mi attendi?”, dice. Annuisco. Sale le scale di fretta, senza sculettare. Entra in bagno, ed io vado in camera, ad attenderla. Vado alla mia valigia e prendo alcune cose che avevo aggiunto all’ultimo istante, mentre Jay era in bagno a prepararsi prima di partire. Sento Jay uscire. Entra in camera. “Ho tolto il vestito da sola. Mi perdonerai, spero. Era sporco”, mi dice. Non le rispondo. Mi avvicino a lei, con le mani dietro la schiena. Lei mi mette le mani attorno al collo. Fa per baciarmi, ma le chiedo subito: “Ti fidi di me?”. Jay si immobilizza un secondo. Cerco di tenere l’espressione più seria che ho. Vedo un filo di preoccupazione sul suo volto. Poi fa un respiro, si rilassa. Sorride. Annuisce. In mano ho un nastro di seta rosso. Lo uso per bendarla. Vedendolo, lei mi fa un’espressione di sorpresa, mista a eccitazione. Le faccio un sorriso all’ultimo istante, quando il nastro posa sui suoi occhi. Dopo averla bendata, provo a mostrarle le dita e chiederle quante ne conta. Non indovina su tre tentativi. Al quarto tengo la mano abbassata, ma Jay continua a rispondermi, segno che effettivamente non riesce a vedere nulla. La prendo per mano. Le tengo la mano sollevata e la faccio girare su se stessa per disorientarla. Poi la prendo in braccio. Jay scoppia a ridere. “Dai, ho paura…mettimi giù”, mi dice. “Hai detto di fidarti”, obietto, e lei resta in silenzio, continuando a ridere. La porto sul letto, mettendola stesa a pancia in su, con i piedi poggiati dalla parte opposta, vicino al cuscino. Indossa solo un perizoma, ora. É blu, un blu molto simile a quello del vestito, è di pizzo. Resto qualche istante a gustarmi il momento. Jay è stesa di fronte a me, bendata, con addosso solo un perizoma, che sarà zuppo dei suoi umori. É stupenda. Ed è in attesa. Mi avvicino al suo orecchio. Lei cerca di mantenere la calma, ma la risata è sempre dietro l’angolo. “Terrai le mani ferme, qui, sul bordo del letto, vero? Non vorrei dovertele legare”, le sussurro. “Ok, mani ferme”, mi dice, ma continuando a ridere. Ho il dubbio che la risata sia isterica, magari dovuta a paura, a nervosismo. Osservo Jay mettere le mani sul bordo del letto. Mi allontano un attimo, prendo il frustino che avevo poggiato sul comodino. É lungo più o meno quanto il mio braccio, sottile, con una lingua di cuoio all’estremità. Lo avvicino al seno di Jay. Lei si irrigidisce. Smette di ridere appena sente il cuoio posarsi sulla sua pelle e accarezzarla. Lascio che il frustino viaggi sul seno di Jay a lungo, lentamente. La vedo socchiudere le labbra. Il suo respiro diventa pesante. Divarica le gambe. Ancora una carezza, ed un’altra, e un’altra ancora. Faccio passare il cuoio sempre più vicino al capezzolo. Infine, sollevo il frustino, e lo faccio poggiare sul capezzolo, come se lo stessi colpendo, ma senza usare forza, senza infliggere dolore. Jay sussulta. Ripeto tutta l’operazione. Lentamente, il frustino riprende a viaggiare sul seno di Jay, accarezzandolo. Un secondo colpetto, sull’altro capezzolo, fa gemere Jay. “Aaah….Oh…”, esclama, per poi mordersi il labbro. La vedo serrare le gambe, le stringe, strofinandole tra di loro. Continuo ad accarezzare la pelle di Jay col cuoio del frustino, e questa volta i colpetti diventano due, appena a lato del capezzolo, sull’areola. Jay inarca la schiena, sollevandola. Prima ancora che lei possa rilassarsi, col frustino scendo sulle sue gambe, e ne spingo una di lato, facendogliele divaricare. La vedo stringere il lenzuolo tra le mani con forza.
Ora il frustino inizia ad accarezzarle le gambe, avvicinandosi sempre più verso le mutandine. Non dò alcun colpetto, ma il solo sentire il contato con il cuoio fa fremere Jay. “Oh, Alex”, dice. “Ssssh”, le rispondo, invitandola a godersi il momento. Poi un colpetto, inatteso, proprio sul clitoride, la fa sussultare nuovamente. Stringe le gambe, di colpo, trattenendo il frustino. Mi avvicino al suo viso. “Ti ho fatto male?”, le chiedo. Scuote la testa. Respira profondamente. “Stavo per venire, mi sono dovuta calmare. Sono un lago Alex, ti preg…”, mi inizia a dire, ma io la blocco, dandole un altro colpetto, sull’interno coscia. Lei sussulta, inarca di nuovo la schiena. La afferro per i fianchi, la faccio girare e mettere a pancia in giù, con un custino sotto il bacino per tenerle il culo sollevato. Mi godo la vista del suo culo per qualche minuto, lasciandola in attesa. Poi do un colpo sulla natica sinistra, senza preavviso. Jay geme. Poso il frustino sul letto, le sfilo il perizoma. Lo guardo. É zuppo degli umori di Jay. Riprendo il frustino e lo faccio viaggiare sulle natiche di Jay. Lei ora ha allargato le braccia, ma continua a stringere con forza il lenzuolo. Le dò qualche colpo sul culo, poi le faccio divaricare le gambe. Al contatto del cuoio con la sua figa, lei sembra quasi avere un altro sussulto, ma si ferma appena sente che il cuoio la sta solo accarezzando. Percorro le labbra, lentamente, poi sollevo il frustino. Gli umori della figa di Jay hanno riempito il cuoio, e formano un filo denso che va dal frustino sino alle labbra. É veramente fradicia. Butto il frustino sul letto. Mi spoglio. Mi metto sulle gambe di Jay, con le mie gambe ai suoi lati. Afferro il mio cazzo e lo spingo dentro di lei, che emette un gemito sommesso e lungo, quasi un piagnucolio di piacere. Inizio a muovermi dentro di lei. Tenendole le gambe così strette, e col cuscino sotto di lei che la fa stare in posizione agevole, riesco a penetrarla in maniera molto stimolante. Le cingo i fianchi per mantenermi e la scopo con forza. Le sue mani sono serrate sul lenzuolo. La vedo battere il palmo della mano destra ogni volta che spingo con maggior forza. Mi abbasso su di lei. Capisco che sta cercando di trattenersi per godersi il momento, ma ho intenzione di farla venire senza attendere oltre. Le slaccio la benda. “Alza lo sguardo, Jay. Guardaci”, le dico. Lei apre gli occhi, si abitua nuovamente alla luce, poi solleva lo sguardo. Incontra il mio di riflesso nello specchio. Riesce a vederci. Osserva la scena, vedendomi sopra di lei a scoparla, vedendo la mia espressione nello spingere il cazzo dentro di lei. E viene. Raggiunge un orgasmo fortissimo, che la scuote. La sento stringere forte le gambe, la vedo mordere il lenzuolo. Urla. Sento la sua figa stringere il mio cazzo come mai era successo finora. Mi fermo un istante, dandole il tempo di riprendersi, ma lei mi chiede di uscire. Mi metto seduto. Lei si tira su, mettendosi in ginocchio di fianco a me. “Tutto ok?”, le chiedo. Annuisce. “Si, è solo che sono venuta fortissimo. E avevo bisogno di riprendermi. Mi tremando le gambe. Oh, Alex, cosa mi stai facendo? Mi era successo rarissime volte di venire così forte…”, mi spiega, venendosi a mettere seduta cavalcioni su di me. Si prende il mio cazzo e lo dirige nella figa. Inizia a scoparmi, cavalcandomi, muovendo il bacino con fare sinuoso, spingendolo con forza verso il basso. Sento la sua figa sempre più calda ed accogliente, sempre più bagnata. Le succhio i capezzoli, glieli mordo. Lei si abbassa su di me, mi bacia, a lungo. Poi inizia a baciarmi il collo, scopandomi sempre più velocemente. Riesco a vederci nello specchio. “Wow…bella visuale”, esclamo. Lei si gira. Raccoglie i capelli e li butta tutti da un lato. Guarda lo specchio. La vedo sorridere, mordersi il labbro e…mi spinge, con forza, sul letto, facendomi sdraiare. La sento spingere il bacino, muoverlo circolarmente. La vedo afferrarsi il seno e stringerselo. Poi si alza. Si gira, si rimette seduta e inizia a scoparmi nuovamente, dandomi le spalle.
Afferro il nastro con cui prima l’ho bendata, poi prendo il suo polso sinistro e le lego il nastro al polso, facendo un primo nodo. Jay ride, protesta: “Cosa ho fatto? Sono stata ferma, prima”. “Si, prima. Ma non ti ho ancora detto che puoi muoverti. E mi hai addirittura spinto sul letto”, le spiego, afferrando l’altro polso e legando anche quello. Uso il resto del nastro per fare un terzo giro, che prenda entrambi i polsi e li tenga uniti dietro la schiena di Jay. Mi sollevo, per quanto possibile, guardando Jay nello specchio. La sua espressione è quella di pura eccitazione. Ha i capelli arruffati davanti al viso. “Però ti stava piacendo”, dice lei. “Si, lo ammetto. Finchè non hai esagerato.”, le rispondo. Lei dondola i fianchi, con aria di soddisfazione, tenendo il mio cazzo ancora dentro di lei. La faccio alzare e mettere in piedi. Mi metto seduto sul bordo del letto e la faccio inginocchiare, mettendole un cuscino sotto le ginocchia. Lei inizia a succhiarmi il cazzo, senza nemmeno che io la invitassi a farlo. Le raccolgo i capelli e glieli tengo sollevati dietro la testa. Jay ha le mani legate, è totalmente sotto il mio controllo e io mi godo il momento. Le spingo la testa sul mio cazzo, facendoglielo prendere tutto in bocca. Lei non protesta, e anzi usa la lingua per stuzzicarmi maggiormente. Mi alzo. La aiuto a tirarsi su e la spingo sul letto. Lei si stende, tenendo le gambe fuori dal letto, penzoloni, con gli stinchi leggermente piegati di lato, i piedi che toccano per terra. Le do una sculacciata, forte. Le metto le mani sui fianchi e la penetro nuovamente, questa volta con forza. Lei morde il lenzuolo, urla, soffocando le urla contro il lenzuolo. Le afferro i capelli, glieli tiro, sollevandole la testa. “Non mordere, voglio sentire i tuoi gemiti. Adoro sentirti godere”, le sussurro. E lei mi accontenta. Geme, urla di piacere. Chiama il mio nome, mi chiede di scoparla più forte. E io inizio a spingere con forza nella sua figa. I miei testicoli sbattono contro di lei, sento la cappella farsi strada in profondità dentro di lei. Le slego i polsi. La sento venire nuovamente, con forza, ma questa volta non mi chiede di fermarmi. Mi invita, anzi, a continuare. “Ancora, Alex, non ti fermare, ti voglio”, continua a ripetermi. La faccio girare, mi metto su di lei, che mi mette le sue gambe attorno al bacino. Mi bacia, con passione. Poi si ferma un istante, mi guarda, sorridendo. “Stiamo facendo l’amore”, dice. Sorrido anche io, sorpreso dall’inatteso momento di tenerezza. Annuisco. Inizio a muovermi lentamente dentro di lei. “Mia?”, le chiedo. “Tua”, è la sua risposta. E quella parola è il colpo di grazia. Sento il mio orgasmo montare. In pochi istanti sono sul punto di venire. Lei lo intuisce, sorride sempre di più. “Dentro, Alex. Voglio tenerti dentro tutta la notte”, mi sussurra, stringendo le sue gambe attorno a me. E vengo, spingendo quanto più a fondo possibile, gemendole direttamente nell’orecchio. Mi stringe a se, sentendomi inondarle la figa. Mi accarezza la schiena. Mi bacia il collo. Attende che il mio orgasmo sia finito, poi mi fa sollevare per potermi guardare negli occhi. Restiamo così qualche istante, qualche istante che sembra un’eternità. “Grazie”, le dico. Lei scuote la testa. “Grazie a te”, risponde. “Mi hai fregata, sai?”, aggiunge. Faccio un’espressione incuriosita. “Hai reso la serata indimenticabile più di quanto io pensassi di poter fare”, mi spiega. Sorrido. La bacio. Mi accascio di fianco a lei, che mi accarezza il viso, mi inizia a baciare sul collo, sul petto. Mi riempie il corpo di baci. Arriva giù, tra le mie gambe. Raccoglie le ultime gocce del mio sperma, insieme a una enorme quantità dei suoi stessi umori. Mi alzo, per andare a lavarmi.
Quando torno in camera Jay dorme. É stesa di lato. Mi metto dietro di lei. La abbraccio. Lei afferra immediatamente la mia mano e se la porta sul seno, come ha già fatto la notte scorsa. “Stringimi”, sussurra. “Pensavo dormissi”, le dico. Poi mi viene il dubbio. “Tutto ok, Jay?”, chiedo. “Si. Sei perfetto. Troppo perfetto. Stringimi, voglio dormire stretta a te”, risponde. La tengo stretta. Fino a sentirla addormentare. Poi mi addormento anche io, ripensando a questa giornata fantastica.

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