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É un inverno freddo. In paese non c´e nulla da fare. Le serate si passano davanti il camino a giocare a briscola in famiglia. A volte esco in giardino a fumare ed a godermi il rumore della neve che cade e della sigaretta bruciare. Decido di fare un giro per il paese. Natale é alle porte e le stradine son illuminate con le classiche decorazioni natalizie. Guardo nelle case degli altri. Giovani e meno giovani al caldo che ridono e guardano la tv. Passo dietro la chiesa e mi avvio verso il fienile. Mi siedo sulla panchina ad osservare il paese diventare sempre piu bianco. Dal sentiero sale una figura coperta da un mantello. “anche te qui? pensavo fosse il mio posto segreto dove pensare!” dice Laura un pochino sorpresa.
“Ti dispiace se mi siedo affianco a te?”. Laura é sempre stata quella ragazza che da piccola era un maschiaccio. Correva e saltava dietro le mucche al pascolo. Non aveva problemi a sporcarsi e non si tirava mai indietro davanti a nulla. L´adolescenza la ha investita come un treno. Ha da poco compiuto 18 anni e di quella bambina maschiaccio non e rimasto che un piccolo indizio a vedere quelle mani forti abituate a lavorare su camion e trattori. Si siede affianco a me accendendosi una sigaretta e rimane in silenzio. L´aria si fa sempre piu fredda e la nevicata aumenta di intensitá. “Ti va se andiamo dentro nel sottotetto cosi siam piu riparati?” e mi prende la mano tirandomi dietro di lei. Entriamo nel fienile e lei sale le scale scricchiolanti. Da sotto il mantello vedo le sue gambe lunghe dentro dei leggins azzurro chiaro. Mi chiedo che profumo possano avere. Si toglie il mantello e lo stende a terra. La temperatura nel sotto tetto é bassa ma siamo protetti dal vento che si sta alzando fuori. Oltre ai leggins azzurri ha una felpa di lana che copre le sue forme. É la prima volta che la vedo senza i vestiti da officina addosso. I capelli castani lunghi son raccolti in una treccia di lato. Ha due occhi nocciola grandi divisi da un naso a punta e molto sottile. Le labbra son leggermente scure. “Certo che in questo paese noi giovani abbiamo proprio nulla da fare. Tutto chiuso e sotto natale diventa ancora piu triste. Non trovi?” Gira piano la testa verso di me e mi fa segno di sedermi affianco a lei. “Ci conosciamo da anni ma non ti ho mai guardato cosi da vicino. Sei cresciuto”
I suoi capelli emanano un profumo dolce di shampoo economico. Fuori ormai sta imperversando una tempesta di neva. Le tegole sul tetto scricchiolano e siamo solo noi due. Si sdraia a guardare il soffitto persa in chissá quali pensieri. Ora che é sdraiata posso osservarla meglio. É sempre stata una ragazza alta. Ma vederla cosi sdraiata sembra ancora piu grande dei suo metro e novanta. Le gambe son lunghe e magre, ma comunque forti abbastanza da alzare gomme e cambi in officina.
La felpa sdraiandosi é salita leggermente lasciando in bella vista i fianchi ed un pochino di pancia. E magra. Quasi troppo magra penso. I leggins attillati fan capire che non indossa l´intimo. Anche se coperto noto che é totalmente rasata. La pancia piatta sale verso un piccolo seno che la felpa fa appena intravedere. “Come fa una ragazza che di giorno ripara mezzi pesanti esser cosi bella?” le chiedo quasi sottovoce. Lei sorride, chiude gli occhi e tira un lato del mantello per coprirsi. io faccio lo stesso ed ora siamo entrambi dentro al mantello stretti come un burrito. Un brivido la scuote e non so se di freddo o di piacere ad esser cosi vicini. Si avvicina a me e ci baciamo. Le mie mani corrono sul suo fianco fino al suo culo duro. Le sue frenetiche scendono verso i miei pantaloni slacciandoli e tira fuori il mio cazzo ormai duro con foga. Sento che si sta togliendo i stivaletti e con i suoi piedi cerca di togliere le mie scarpe. La sua mano si muove sempre piu
velocemente. Le mia mano le abbassa i leggins e le sfiora il clitoride. Lei geme spingendosi verso di me.
“Sono mesi che non scopo un maschio. Ho voglia!”. La spingo e la metto sulla schiena. Sempre stando dentro il mantello scendo tirandole via i leggins e lasciandola con le gambe scoperte. Una volta libere lei le allarga. Pur essendo buio vedo le sue gambe lisce. Un odore muschiato riempie il mantello. Le piccole labbra son molto sporgenti e vedo un piccolo rivolo uscire dalla vagina. Lei con un dito si sta massaggiando piano il clitoride. Risalgo le gambe, le passo la lingua tra le labbra raccogliendo un pochino di umori. Continuo la mia risalita fino a baciarla. Senza dirle nulla le infilo il mio cazzo dentro. É calda e molto larga. Mi chiedo se sente qualcosa. Inizio a spingere e lei mette le sue gambe dietro la mia schiena. “Spingi di piu…di piu..” mi incita lei. Sento che sto per venire ma son senza preservativo e non vorrei sborrarle dentro.
Lei forse lo capisce e mi spinge fuori. Sposta le gambe e prende il mio cazzo tra i suoi piedi. HA su ancora i calzini spessi di lana ma non mi da fastidio. Lei forse se ne rende conto e veloce se li toglie. Ha dei piedi grandi. Sicuro un 40 o 41. Le dita son lunghe con le unghie curate ed uno smalto color sabbia. Con le piante dei piedi inizia a massaggiarmi il cazzo mentre lei inizia a massaggiarsi il clitoride ed ad infilarsi 3 dita in figa. Coi piedi si muove sempre piu velocemente a ritmo con le sue mani.
Le stringo una gamba proprio quando sto per venire. Lei mette un piede sopra la punta del mio cazzo per prendere tutta la mia sborra. Quando il secondo getto le bagna il piede lei inarca la schiena e si lascia andare ad un orgasmo intenso. Tira fuori le dita dalla vagina di colpo lasciando uscire un getto potente che va a bagnarmi le gambe. Si gode l´orgasmo mentre io con altri due fiotti di sborra le riempio il piede. “Oddio scusami di averti bagnato. Ma non son riuscita a trattenermi. Questo é un natale felice!”. Ride e sedendosi guarda il suo piede bagnato del mio sperma. Con una mano lo spalma tra le dita incuriosita.
“Mai nessuno mi é venuto cosi sui piedi. Ti piacciono si?” Mi piace tutto di lei penso quasi ridendo.
Fuori la tempesta continua il suo corso ma a noi non interessa. Questo natale é veramente un natale felice.

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