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Una strana immaginazione

By 22 Marzo 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Ciao a tutti.

Questo è un racconto strano, assolutamente di fantasia, che ho sviluppato pensando a una frase che mi aveva detto un mio ragazzo, che suonava tipo: “ mi piacerebbe provare le sensazioni che hai tu quando facciamo l’amore e mi piacerebbe anche il contrario”. Da qui, dicevo, è iniziato questo pensiero un po’ particolare che mi ha fatto scrivere il racconto.

 

E’ stata un’altra serata buona per Marco, uno di quei ragazzi di 27 anni che tanto piacciono alle femmine e che fa strage di cuori con i suoi capelli scuri, gli occhi verdi, quel filo di barba sulla faccia e il metro e ottantacinque di fisico muscoloso; questa volta era in una discoteca poco fuori città con gli amici, per andare “a caccia” di una nuova conquista. La scelta è caduta su Paola, una ragazza che conosce ma che non vede da un po’ e che ha incontrato qui per caso. Marco rimane conquistato dai movimenti sensuali della ragazza, dai suoi lunghi capelli biondo scuro, dal vestito viola che mette in risalto la sua terza piena di seno e cade leggermente abbondante in vita, nascondendo i suoi fianchi un tantino troppo larghi per essere perfetta.

Le si avvicina, le balla vicino e, quando lei lo riconosce, si portano un po’ in disparte per parlare insieme. Iniziano con i classici “come stai? Non ci vediamo da una vita. Dove lavori adesso?” bevendo qualcosa, prima di tornare in pista e strusciarsi tra di loro. Paola è di una ventina di centimetri più bassa, ma il suo tacco 11 fa sì che il suo culo (come detto, leggermente largo anche se abbastanza sodo) si trovi proprio all’altezza del notevole pacco di Marco, che inizia a dare segni di vita evidenti. Bevono ancora qualcosa tornando a sedersi, poi Marco cerca di passare all’azione, facendo capire che intenzioni ha: -Che ne dici di andare via da qui? Non riusciamo a parlare con tutto questo casino.

 

Paola accetta, sedotta dalla prestanza fisica di lui e aiutata da un cocktail di troppo. Marco la fa salire in macchina, tenendole anche aperta la portiera, poi si mette alla guida e si dirige verso casa sua, a una decina di minuti dalla discoteca. Qui, mostra a Paola il suo appartamento: -Non è molto grande, ma fino a quando ci sto’ da solo mi va più che bene. Le offre ancora qualcosa da bere, poi si siedono sul divano e iniziano a parlare, fino a quando Marco non si fa più vicino, l’accarezza prima sul braccio, poi sul ginocchio e inizia a risalire molto lentamente. Iniziano a baciarsi, mentre le mani di entrambi si muovono sui rispettivi corpi. Paola accarezza i suoi muscoli, affascinata, mentre Marco, per dimostrare ancor di più i suoi intenti, vaga tra il culo, le tette e le gambe, fino a quando non gliele allarga, toccandole il tanga che trova già umido. Lo scosta, gioca con il suo clitoride facendola scaldare e sussultare, poi inserisce anche un dito. Paola mugola di piacere, godendosi il tocco delle sue dita e la sua lingua in bocca, poi Marco le prende la mano portandosela sui pantaloni. L’eccitazione di lei sale ancor di più, al contatto con le notevoli forme che sente, quindi gli slaccia la cintura e i jeans e li toglie, vedendo gli slip deformati dal contenuto. Marco si alza e lascia cadere a terra i pantaloni, sfilandoli, poi fa alzare Paola e le toglie il vestito, lasciandola in un completino che strizza e alza il suo seno, facendolo sembrare più grande. La prende in braccio e la porta in camera da letto, stendendola e baciandola mentre la palpa ancora.

 

Marco si toglie la maglietta -Ti piace?- chiede a Paola, -Non ho mai visto niente di meglio- è la risposta. -Vedrai adesso…- e si sfila gli slip, da cui svetta un cazzo di notevole dimensione, almeno una ventina di centimetri, che trova l’approvazione di Paola. Senza aspettare, Marco le prende una mano, facendole iniziare una lenta sega, mentre a sua volta tocca tra le gambe di lei, sfilandole il tanga. Quando la sente gemere grazie alle sue dita, si sdraia tra le sue gambe, punta il suo cazzo tra le labbra e la penetra senza troppi complimenti. La trova molto bagnata, quindi non le fa troppo male, e subito entrambi iniziano a dimostrarsi vogliosi di godere. Lei lo incita, mentre lui aumenta il ritmo, fino a portarsi quasi all’orgasmo nel giro di 3-4 minuti. Per non venire subito, si sposta e fa mettere Paola alla pecorina, subito riprende posto dentro di lei, strizzandole le tette ancora chiuse nel reggiseno e ricominciando a pompare. Lei si gode la penetrazione, anche se al momento di venire viene anticipata da lui che con un paio di colpi secchi si svuota dentro di lei. -Perché non mi hai detto che stavi venendo? -Non volevo interrompermi risponde lui, senza farsi problemi -Sapevi che prendo la pillola? -Non mi sono posto il problema, a dire la verità. -Allora sei stato fortunato. Non mi dirai che hai finito, vero? -No, no. Però se vuoi continuare… è il tuo turno! Devi farmelo tornare duro…- A causa del mancato orgasmo, Paola avrebbe voglia di riprendere subito, ma il cazzo di Marco non da’ segni immediati di risveglio, neanche al tocco delle sue mani. Allora inizia a leccarlo, per scendere anche alle sue palle e risalire, ottenendo i primi risultati; quindi continua e lo riporta duro. A questo punto, proprio quando fa’ per spostarsi per farsi scopare di nuovo, le mani di Marco le fermano la testa -No, aspetta. Continua così che sei bravissima-, lei è lusingata dal suo complimento e anche se vorrebbe salire su di lui continua il suo lavoro di bocca. Dopo 5 minuti di trattamento, Paola sente il cazzo di Marco pulsare leggermente, così cerca di spostarsi nuovamente, ma questa volta Marco non cerca di convincerla con le parole, le stringe la testa tra le mani, la sdraia sulla schiena e, sopra di lei, le scopa letteralmente la bocca, arrivandole fino in gola e rischiando, a volte, di soffocarla. Le viene in bocca con un nuovo cospicuo orgasmo -Ingoia adesso!- le dice con voce dura. Paola vorrebbe evitare, ma lui le mette la mano sulla fronte, schiacciandola sul letto e non lasciandole altra scelta.

 

Schifata, si rialza e lo guarda male -Bè, che vuoi? Non sei venuta qui per scopare con me? Cosa vuoi ancora?- Lei lo guarda ancora, ma questa volta non è solo rabbia: si sente umiliata da lui, pensava ci fosse un minimo di amore in quello che stavano facendo, invece capisce che era solo sesso. -Ah, un’altra cosa… Sono stanchissimo, è stata una settimana dura e adesso vorrei solo dormire… non ti fa niente tornare da sola? Tanto non abiti lontano.- Lei, ancor più umiliata, si rialza, recupera i vestiti e si riveste. -Mi sei piaciuta però, Paola. Se vuoi scopare ancora con me, fammi un colpo di telefono, tanto il numero ce l’hai già. -Lo sai che sei proprio un bastardo? Non ti è bastato scoparmi senza il minimo interesse per quello che pensavo io, vuoi anche umiliarmi. Sei davvero uno stronzo!- Lui neanche la ascolta, impegnato a specchiarsi e controllare i segni della stanchezza sul suo volto. -Sai, credo proprio che sia ora di dormire. Scusami ma vorrei andare a letto. -Ti meriteresti di sapere cosa si prova ad essere umiliato così. Davvero!.

Lui chiude la porta dietro di lei mentre pensa “Sì, sapere cosa si prova… fossi matto! E’ così bello farsi una ragazza diversa tutte le volte che ne ho voglia.” così se ne va’ a letto anche se, forse a causa del profumo di lei che si sente ancora nel letto, non riesce a dimenticare del tutto le parole di Paola.

 

Al risveglio, Marco si sente strano, anche se non riesce bene a capire cosa sia. Si alza seduto sul letto e, guardando verso l’armadio, vede la faccia per lui sconosciuta di una ragazza. -Chi cazzo sei, tu?- Ma la ragazza non risponde. Con un brivido lungo la schiena, Marco spera di essere ancora nel mondo dei sogni: su quell’anta dell’armadio c’è uno specchio… Abbassa lo sguardo e rischia di svenire, alla vista di un bel seno, pieno e sodo, proprio sul suo petto. Alza leggermente la coperta e, di nuovo, rischia lo svenimento: tra le sue gambe niente, solo una striscia di peli che, come capisce toccandosi, portano dritti a quello che, inequivocabilmente, è un organo genitale femminile. -Oh, cazzo! Oh, cazzo! Oh, cazzo!- è tutto quello che riesce a dire. Ripensa alla sua serata, al ballo in discoteca e al sesso con Paola. “PAOLA!” pensa “La minaccia che mi ha fatto! Devo chiamarla, devo sapere se centra qualcosa. Anche se non riesco a capire cosa sia successo.” Prende il telefono e compone il numero -Pronto?- risponde una voce maschile assonnata -Pronto? Cercavo Paola, è in casa?- dice Marco, stupendosi del tono della sua voce, femminile anche se profonda, molto provocante. -Sono io, chi parla?- Marco si stupisce di quella risposta, ma si riprende in fretta -Sono Marco, scusa se ti chiamo dopo ieri sera ma ho bisogno di vederti. Puoi venire da me?- segue un attimo di silenzio, poi la risposta, sempre con voce assonnata -Marco? E’ uno scherzo? Sei una ragazza, si capisce dalla voce, cosa vuoi?- Marco si stupisce della risposta, ma decide di fare un tentativo -Ti giuro che sono io. E visto che anche tu hai una voce da uomo, per favore, puoi toccarti il petto? -Ma chi sei? Una lesbica pervertita? -Ti prego, fallo!>, dopo alcuni attimi si sente un verso, al telefono -Oddio! Ma che cavolo…? Sono piatta! -Scusa di nuovo ma… per favore, potresti toccarti… bé, in mezzo alle gambe?- questa volta non arriva risposta, ma solo un urlo, poi si chiude la conversazione.

Marco si siede sul letto, non sapendo minimamente cosa fare. Passano alcuni minuti in cui può guardare il suo corpo, anche grazie allo specchio: lunghi capelli castani, un corpo snello e affascinante, con un seno abbondante, pancia piatta, lunghe gambe affusolate e un culo piccolo e tondo. Il suo ideale di ragazza, insomma. Suona il telefono e dopo un attimo di indecisione, risponde alla voce maschile già sentita prima: -Ciao, sono… bè, Paola. O almeno lo ero. -Come te, sono Marco, anche se ben diverso da ieri. -Senti… credo che sia una cosa assurda… possiamo vederci? Mi pare di capire che ti sia successa la stessa cosa… -Quando vuoi. L’unica cosa… riesci a venire tu da me? Non so se il mio guardaroba è adatto ad uscire… -Neanche il mio. Comunque sì, va bene. Aspettami.

 

Dopo una decina di minuti arriva Paola, sempre che si possa chiamare così un biondo di un metro e ottanta, con 85 kg di muscoli in bella evidenza, seppur vestito con una tuta da ragazza. -Ciao, sono… ero Paola. Vestita così perché non ho niente nel mio armadio da mettermi -Neanche io.- risponde Marco, anche lui in una tuta molto abbondante. -Quindi praticamente ci è successa la stessa cosa. Anche se non riesco a spiegarmela. -A me è venuta in mente la tua minaccia di ieri sera. Sembra quasi che si sia avverato quello che volevi. -Bè, non era proprio il mio scopo. Io speravo tanto di restare com’ero. Invece stamattina quando mi hai svegliato e mi hai fatto toccare tra le gambe… sono quasi svenuta- Marco guarda e vede che, sotto la tuta, si intravede una forma notevole, ma distoglie lo sguardo subito. -E tu invece?- chiede Paola -Come sei diventata? -Guardando il fisico… una bella figa! Ma ciò non toglie che stavo bene anche io! -Lo immagino… senti, che facciamo adesso? Voglio dire, non è che io posso stare in giro così, vestirmi da donna, con i tacchi… sembrerei solo un gay! Almeno una ragazza che si veste da uomo avrebbe senso. -Avrebbe senso? Questa tuta è l’unica cosa che ho potuto mettere, la mia roba è troppo larga per vestirmi! -Intendevo, una donna ogni tanto esce con pantaloni e felpa, come un qualsiasi uomo. Comunque, che ne diresti se provo a mettere qualcosa io? Capisco che sia strano, ma, ripeto, non posso stare in giro vestita così. -Ok… vieni con me.

 

Vanno insieme in camera, dove Paola prende un paio di jeans e una maglietta -Ti prendo anche degli slip perché… diciamo che non sono abituata alla sorpresa che ho trovato! Posso cambiami qui? Così se non mi va qualcosa ho un’alternativa. -Fai pure- risponde Marco sconsolato. Paola si toglie la felpa, mettendo in mostra dei muscoli perfetti (addominali, pettorali, spalle, schiena… sembra un atleta), e si infila una maglietta bianca. -Va un po’ stretta, ma meglio che niente- commenta, facendo notare il tessuto teso sulla sua pelle, poi si abbassa i pantaloni, ottenendo un commento stupito da parte di Marco: -Capisco perché sei quasi svenuta…- dice, notando come un pezzo di carne che arriva a metà coscia penda, moscio, tra le gambe. -Sì, infatti… neanche su un ragazzo ho mai trovato così tanta roba! Ehi, anche gli slip sono un po’ stretti.- Marco si sente un po’ preso in giro, lui stava abbastanza comodo con quelli slip anche se eccitato, mentre Paola tende il tessuto anche con il cazzo moscio. Un paio di jeans e Paola è pronta, si specchia e commenta: -Sai, se devo essere sincera ero disperata stamattina. Però adesso mi sta’ quasi piacendo. E se fossi una ragazza mi salterei addosso!- Guarda Marco, sul letto, che non parla da qualche minuto -Ehi, Marco! Che succede? Non dici niente. -Non so cosa dire. E poi… non lo so! Non ho ancora capito cosa succede! -Allora, per riassumere: sei una ragazza e io un ragazzo. Fine. Adesso ho trovato qualcosa da mettermi e sono a posto. Ah, che stupida, ho un paio di cose per te nella borsa che ho portato! Almeno posso fare cambio.- Esce dalla camera e torna poco dopo con una sacca -Ascolta, se non ti crea problemi… spogliati che vedo se la biancheria ti va.- Marco è riluttante ma accetta, meglio cercare di sistemare questa condizione con una ragazza, o almeno con qualcuno che era ragazza fino a poco prima. -Che tette che hai, Marco!- gli dice ridendo, quando si spoglia -E anche un bel culo! Sei diventato una gran figa!-, cerca nella sua borsa, prende un perizoma verde e glielo passa -Dovrei mettermelo? -Vedi tu… Guarda che è più comodo di come sembra!-. Marco prova e, in effetti, non è scomodo come pensava, anche la misura è quasi giusta, solo leggermente largo ma può andare. -C’è un problemino però… Mi sa che non ho un reggiseno adeguato. Io ho, o meglio, avevo, le tette un po’ più piccole. Ad ogni modo, prova. Ma no, non così! Ah, ah… non hai mai guardato una ragazza rivestirsi? Allaccialo davanti, poi giralo e metti le spalline, fai meno fatica.- Marco esegue e lo infila -Stringe. Tanto. E poi guarda, sembrano scoppiare!- viene da ridere anche a lui, mentre si ri-spoglia -Non esiste. Non posso stare così! Sono troppo uomo per essere donna! -Prova solo con un top, tanto sono belle sode… ecco qua.- Lui esegue e si specchia -Però hai ragione… sono figa! Inizia a piacere anche a me!-. Ridono insieme, poi continuano la vestizione con un paio di jeans, anche questi un po’ abbondanti, e una felpa sportiva un po’ stretta, che lascia intuire la forma dei seni.

 

-Allora, mi sa che se rimane così la situazione, dovremo andare a fare un po’ di spese. E magari anche cambiare nome! Non me la sento di chiamarmi Paola a lungo. -Puoi sempre cambiare la A finale. -Ma Paolo non mi piace… -Se guardi nei pantaloni… chiamati Rocco! -Scemo! Anzi, scema! Pensa al nome per te, piuttosto.-. Ci pensano entrambi, poi quasi insieme decidono e dicono ad alta voce, all’unisono, i nomi Martina e Luca. Appena detto, si guardano e scoppiano a ridere per l’assurdità del momento. -Allora, Martina… Oggi facciamo shopping, ok? Prima però… bè, insomma… ecco, dovrei andare in bagno… Dato che è la prima volta, posso chiederti di venire con me? -Certo, andiamo! Ecco, fai così, adesso slacci i pantaloni e abbassi gli slip, lo tiri fuori e lo punti verso il water… no, non così… ascolta, faccio io! Non offenderti.- Si porta dietro Luca e allunga le mani, prendendo in mano il suo attrezzo e invitandolo a lasciarsi andare. Finito il lavoro, con soddisfazione di Luca, Martina muove le mani per sgocciolare, anche se con fatica, viste le misure. -Ehi, che succede? Wow, allora è questo, avere un’erezione? Mi piace- in effetti il pisello di Luca apprezza il trattamento delle mani di Martina, che appena lo nota toglie le mani, con l’imbarazzo che può provare uno sciupafemmine a maneggiare un cazzo altrui. -Ehi, Martina! Sai già bene come muoverti! Ah,ah, dai scherzo… però non nego che dovremmo imparare.-. Martina lo guarda strano -Non adesso!- dice con voce dura -No, no, figurati! Pensavo ad alta voce, più che altro.-. Martina si allontana, ma non può fare a meno di pensare che, quando ha sentito indurirsi, la sua idea è stata proprio quella.

 

Continua

 

 

 

Per qualsiasi, commento, suggerimento, critica o altro, scrivetemi a ladychiara@yahoo.it anche solo per dirmi se vi piace.

Ciao a tutti!

 

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Riassunto: dopo una serata di sesso, lo sciupafemmine Marco si sveglia con un corpo femminile perfetto, chiama la sua amante della serata precedente, Paola, che ha subito una trasformazione uguale, diventando uomo. Si incontrano e si scambiano vestiti e pareri sul rispettivo cambiamento, prima di prepararsi ad un pomeriggio per negozi.

 

Dopo aver mangiato qualcosa, Paola/Luca torna all’armadio di Marco/Martina, prende un paio di scarpe che, fortunatamente, sono della sua misura, e le indossa. -Ascolta, Martina, tu metti queste infradito che ho usato stamattina. Andiamo da me che non c’è nessuno e metti un paio di scarpe un poco più serie. -Ok. Hai la macchina? Non me la sento molto di guidare, ora.-. Vanno a casa di Paola/Luca, che prende dalla sua scarpiera alcuni modelli -Ascolta, io metterei queste sportive, a meno che non ti vuoi cambiare di nuovo. Anche se… bé, dovresti imparare a camminare sui tacchi, anche perché dovremo andare a prendere anche delle scarpe. -Va bene, ma non adesso. Iniziamo a comprare qualche vestito e delle scarpe da ginnastica, per ora!-. Indossa le scarpe proposte ed escono, con direzione ipermercato, così da trovare tutto insieme senza girare troppo. Al termine di un pomeriggio di acquisti, tornano a casa di Martina con qualche chilo di vestiti vari e tanti euro in meno nei portafogli; mettono tutto in camera da letto, poi cenano. Luca è molto silenzioso -Che ti succede, Luca? -Stavo pensando… tu vivi solo, mentre io ho i miei genitori. Oggi sono fuori città, ma cosa diranno quando torneranno domani sera e troveranno… Bè, me? -In effetti, è un bel problema. Sto pensando anche che lunedì dovrò tornare al lavoro. Prenderò qualche giorno di ferie, perché non posso presentarmi così.-. Rimangono entrambi in silenzio fino alla fine della cena, poi Luca lascia emergere la parte femminile ancora in lui -Meglio se ci pensiamo domani, Martina. Dai, abbiamo tanti vestiti da provare, andiamo di la!

 

Luca ha nei suoi sacchetti alcune paia di jeans, molte magliette, delle felpe, delle calze e 3 paia di scarpe da ginnastica. -Martina, tu non ti provi niente? -Sì, adesso provo. Stavo guardando come stavi tu, hai provato tutto? -Mancherebbero dei boxer, ma visto cosa è successo oggi in bagno, aspetto un po’. Dai, prova le tue cose!-. Martina inizia, e nel primo sacchetto ci sono delle magliette di diversi colori, alcune ben scollate che attirano i commenti di Luca -Ehi, sei partita già forte! Tutto in mostra da subito! -Mi sembravano più coprenti, credi che sia eccessivo? -Ascolta, basta che non esageri, poi troverai il tuo stile… più che altro, ti ripeto, non esagerare! Le prime volte, magari, metti quelle senza scollatura-. Poi passa a dei pantaloni, anche qui ottenendo i commenti di Luca -Ti stanno bene, anche questi. -Trovi davvero? Non mi fanno un po’… boh, un po’ troppo strizzata? -Stai già ragionando da ragazza, lo sai? No, comunque ti fanno un bel culo.-. Ci sono poi delle felpe e due tute, tutte che cascano alla perfezione, e delle scarpe che calzano perfettamente. -Bene, direi che è tutto fatto…- commenta Luca -Se non è un problema, porto a casa tutta la mia roba. Poi se vuoi torno, ti porto un po’ di trucchi e ti insegno cosa fare. -Forse è il caso! Va bene, allora ti aspetto.-.

 

Quando Luca torna, con un borsone, Martina apre la porta con indosso un accappatoio -Vuoi fare la doccia?- chiede Luca -No, ma guarda.- risponde Martina aprendo l’accappatoio. -Ehi, Marty! Ti sta perfetto questo completino! La taglia sembra perfetta, come lo senti? -Leggermente strizzato! Mi sa che non è una quarta coppa C, ma serviva una D. -Wow… che tette! Non sembravano così grosse quando ti ho vista stamattina. Devi provare altro? -No, no, ho solo un paio di altri completi, ma posso aspettare. -Bene, allora metti un paio di jeans e una maglietta e vieni in bagno che ti trucco-. Luca spiega tutto ciò che c’è da sapere sui vari prodotti per il viso e fa’ una prova pratica su Martina, che si dimostra un’allieva modello. Forse anche lei, così curiosa, si diverte nel ruolo di donna, come Paola che ormai è a suo agio in quello di uomo. -Dai, dai, non posso farti più figa di come sei! Vieni in salotto che ti faccio un regalino…-. Luca apre il suo borsone, dove ci sono non meno di 15 diverse paia di scarpe molto più femminili di quelle in possesso di Martina, con tacchi dai 3 ai 12 centimetri. -Dunque, come ti ho detto oggi devi imparare ad andare sui tacchi, quindi, direi di provare con… facciamo 6-7 cm, proprio una base! Il numero ho visto oggi che è lo stesso che ho… che AVEVO io!-. Martina, in pochi attimi, cammina già bene, seguendo tutte le istruzioni che le vengono date, così si passa a un tacco 9 che crea qualche problemino in più, ma l’allieva modello si dimostra ancora all’altezza. -Brava Martina. Sei stata più veloce di me a imparare!- si complimenta Luca. -Se vuoi, adesso ci sono queste, ma fidati, sono alte! Il tacco 12 le prime volte è una sfida. -Mi piacciono le sfide! Dai che le proviamo. Inizio a capire la passione che avete voi donne per le scarpe. -Noi donne? Ormai, VOI donne! -Hai ragione! Adesso con i tacchi staresti proprio male.-. I primi passi sono molto incerti, Martina rischia quasi di cadere, così Luca la aiuta, prima tenendole le mani poi sorreggendola da dietro. -Ecco, bravissima. Così, vai con calma, nessuno ci corre dietro.- Martina inizia ad essere più sciolta, ma ad un certo punto perde l’equilibrio e cade in avanti, appoggiandosi ad un tavolino. -Attenta! -Tranquillo, non mi sono fatta niente- risponde, stupendosi del suo uso del femminile -Piuttosto… stai attento anche tu! -Io? Cosa ho fatto? -Ti sei appoggiata quando ero piegata e… si è sentito!-. Ridono entrambi, divertiti e imbarazzati, Luca si scusa ma capisce che Martina non se l’è presa.

 

Decidono di guardare un po’ di televisione insieme, ma si sentono un po’ in imbarazzo. -Vuoi qualcosa da bere? Una birra?- chiede Martina, alzandosi -Sì grazie. La birra va bene, sì-. Martina va’ in cucina, quando torna e si risiede chiede -Hai visto che brava? In cucina a prendere da bere con i tacchi alti! Ormai sono una modella! -E’ vero, sei già bravissima. Buona la birra.-. Si guardano un po’ negli occhi poi tornano a guardare la televisione, ma un po’ più vicini di prima. Su consiglio di Luca, Martina accavalla le gambe scoprendo che è molto più comodo di quanto pensasse. Luca gliele accarezza, sorridendole e facendole capire che non è un modo per sedurla. Qualcosa però scatta lo stesso, si avvicinano insieme e si baciano, Martina allunga le mani sulle gambe e poi sul petto di Luca, prima di ritrarsi mettendosi a ridere. -Che succede? Ho fatto qualcosa?- chiede lui -No, no… è solo che è il mio primo bacio da ragazza e, soprattutto, non sono abituata a trovare questi muscoli. Avrei preferito queste.- risponde, toccandosi le tette. -Mmm, in effetti, non ho mai capito troppo l’interesse che hanno gli uomini per le tette… dovrò provare!-. Così dicendo riprende a baciarla, questa volta allungando le mani sul prosperoso seno di Martina. Anche lei muove le mani, sfiora con le unghie i muscoli di Luca ma, una volta arrivata ai pantaloni e alla bestia contenuta, ritrae le mani. Luca si ferma e la guarda -Mi sa che devi spiegarmi ancora alcune cose. -Chiedimi quello che vuoi. -Tu ti sei spostata ma… è normale che faccia così male? Intendo il mio… coso! -Male, dici? Bè, è molto compresso, si vede, può darsi siano solo i jeans. -E, dimmi, ti dà fastidio se… mi spoglio? -Oddio, non mi fa troppo piacere, a dire il vero. Però va bene, fai pure.-. Luca slaccia i pantaloni, un po’ in imbarazzo e Martina sgrana gli occhi a vederlo, ma distoglie lo sguardo immediatamente. -In effetti, mi sento più libero. Sai, stavo pensando… Capisco che tu non voglia, ma mi piacerebbe provare… -Sai, adesso che mi stai toccando sta salendo anche in me un po’ di voglia. Però mi sento come… impaurita. Mi sento come una ragazzina al primo rapporto!- conclude ridendo. Anche Luca ride, capisce il momento (c’è già passato una volta come Paola…) e smette di baciare e palpeggiare Martina.

 

Quando finisce il film che stanno guardando, Martina va in bagno, poi quando torna ci va anche Luca che però ci resta per troppo tempo. -Ehi, Luca, che ti succede? Hai problemi? -No, no, è solo che… puoi entrare un attimo?-. Martina apre la porta e si trova di fronte Luca con il cazzo ancora durissimo -Ecco, è che… mi dà fastidio, è duro da prima. Dici che è normale? -Proprio normale non lo so. Si vede che sei eccitato. Certo che è quasi impressionante da vedere! Vieni in camera un attimo.-. Qui prende da un cassetto un metro e si inginocchia davanti a Luca -Però! Questa trasformazione ha giovato anche a te. Guarda qui, trenta giusti giusti! Neanche in un film porno sono così!- Luca non reagisce -Che succede? Ti è sparita la lingua? Non parli più… -Sono colpito dalla dimensione. Pensavo che mi sembrasse enorme perché non ero abituata, come ragazza, ad avere qualcosa tra le gambe. Invece, in effetti, è grosso. E tanto! -E’ vero, sono quasi invidioso. Sarebbe piaciuto anche a me averlo così. -Senti, invece: come si fa per… sì, insomma, per calmarlo? E’ abbastanza fastidioso così! -A parte facendo sesso, o masturbandosi, devi aspettare. Possibilmente senza pensarci troppo!-. Passano una decina di minuti parlando insieme di tutto e di niente, poi Luca torna in argomento: -Guarda qui. Non si è ancora calmato. Fa’ quasi male, è normale? -E’ normale che ti dia fastidio, non che resti così tanto duro. O almeno, io mi calmavo, dopo un po’! -Che faccio? -Potresti… fatti una sega! Per un ragazzo è normale.-. Luca inizia a toccarsi, se lo stringe tra le mani e inizia a muovere la mano su e giù, lentamente. Dopo un minuto o due, Martina ride -Dai, accelera un po’ il ritmo! Fidati che la velocità non crea problemi, anzi!-. Luca accelera il movimento, ma si capisce che non è abituato. -Guarda, per questa volta ti insegno io- dice Martina, allungando una mano e muovendo il polso di Luca, dando il ritmo e consigliandogli cosa fare.

 

A Luca, ad un certo punto, scivola la mano e si mette a ridere; Martina invece, per finire velocemente ed andare a dormire, sposta la mano: dal polso all’asta eretta. Il contatto le provoca una strana sensazione, la sua mano fatica a cingerlo tutto e, rispetto a come la vedeva sul suo cazzo fino al giorno prima, sembra proprio piccolina. Fa’ sedere Luca sul letto, gli si inginocchia davanti e riprende il lavoro appena interrotto. -Wow, adesso capisco perché piace ai ragazzi farsi fare una sega. Wow!- commenta Luca, -Sarà l’esperienza…- risponde Martina, aumentando il ritmo. Luca sente caldo e sfila la maglietta, restando nudo e facendo fare lo stesso a Martina -Non è per cercare di fare sesso, fidati, ma perché non vorrei sporcassi la roba nuova. Mi è capitato di essere schizzata vestita e non è il massimo.-. La mano di Martina continua a scivolare lungo l’asta, provocando dei gemiti da parte di Luca, estasiato dalla nuova sensazione. Lei si accorge, però, che non sta ottenendo il risultato sperato, quindi inizia ad utilizzare anche l’altra mano, prima toccandogli le palle, poi per segarlo a due mani, una cosa che adorava quando era nel corpo di Marco. -Ah, sì, Martina, che bello. Non pensavo fosse così piacevole. Continua!-. Per poter essere ancora più rapida, Martina è costretta ad avvicinarsi leggermente e tenere il cazzo di Luca in verticale, quasi puntato verso la propria faccia. Si sente strana ad impugnare quel bastone di carne, a segarlo come una troia navigata, d’altra parte è comunque la prima volta che tocca un altro uomo, anche se cerca di non pensare al fatto che le sta piacendo. Luca invece non dice niente, al massimo fa qualche versetto di godimento per il perfetto trattamento che sta ricevendo, anche per lui si tratta di una sensazione nuova e se la sta godendo come meglio non potrebbe. Guarda verso Martina e vedere l’impegno che ci mette, vedere le sue labbra carnose così vicine, leggermente aperte o appena strette tra due file di denti bianchi perfetti e vedere le sue grosse tette sode che sobbalzano leggermente, con i capezzoli dritti, provocano un’ulteriore eccitazione mentale. -Martina, mi sa che manca poco ormai. Ahhh-. Non fa in tempo a finire la frase che un primo schizzo, denso, copioso, intenso colpisce Martina in faccia, lei istintivamente punta il cazzo di Luca in pieno orgasmo verso la pancia di lui, sdraiato sul letto. Un’altra decina di schizzi copre completamente il corpo muscoloso del ragazzo, che rimane disteso sul letto a riprendere fiato. Martina intanto cerca di togliersi con le dita lo sperma che l’ha colpita, non può fare a meno di sentirsi infastidita, anche se dopo un attimo capisce che Luca non sa ancora riconoscere quanto manchi all’orgasmo.

 

-A quanto pare, mi sono svuotato. E mi sono riempito sulla pancia! Mi sa che devo fare una doccia. -Anche io devo lavarmi. Guarda qui, mi hai riempito la faccia! -Scusa, non volevo. Non sapevo che stavo per venire e che avrei schizzato così.-. Vanno insieme in bagno, Luca si prepara per la doccia, mentre Martina si lava la faccia, poi resta mentre lui si lava, per parlare insieme. -Spero che non sarà sempre così, che ne farò meno la prossima volta! -Sarà rapportata alle dimensioni. Hai un cazzo di trenta centimetri, dovrai farne un litro alla volta! -Mi piace, il mio nuovo arnese. E’ scomodo, decisamente, però è lungo, grosso, dritto… perfetto! -Beato te, a quanto pare ci hai proprio guadagnato dal cambiamento- ribatte Martina, un po’ intristita -Solo io? Tu sei diventata forse la più bella ragazza che abbia mai visto!- risponde Luca, ottenendo un suo sorriso tirato. Non tornano più sull’argomento, neanche quando si mettono insieme nel letto (Martina accetta di ospitarlo per la notte), riproponendosi di passare una giornata a decidere come continuare le rispettive vite nei nuovi corpi. Una sola preoccupazione non permette a Martina di addormentarsi subito: quando ha masturbato Luca è stato un diversivo, per certi versi è stato anche divertente… ma quando il primo schizzo le è finito anche sulle labbra, il sapore l’ha sentito. E soprattutto le è piaciuto.

 

Continua…

 

Come sempre, per critiche, consigli e tutto il resto, ladychiara@yahoo.it

 

Nel sogno che sta facendo, Martina ha ancora il corpo di Marco, che a quanto pare ha trovato un’altra preda, bionda, con tette da sballo e adesso la sta spogliando. Le toglie la camicetta e il reggiseno, lanciandosi subito a succhiarle i capezzoli e facendola eccitare. La sente che si sfila da sola i pantaloni, segno che vuole essere leccata anche più in basso, allora scende sulla pancia, giocando con l’ombelico e scendendo ancora più giù. Salta il pube, andando a giocare con la bocca sulle cosce, poi sulle ginocchia per scendere ancora, mentre le mani sollevano l’orlo del perizoma e lo abbassano. Dopo averlo sfilato, bacia i suoi piedi e inizia una lenta risalita, accompagnata dai sospiri della ragazza (chiaramente vogliosa di continuare) fino a quando non arriva alle cosce. Qui alza lo sguardo: com’è che non prova nessuna sorpresa quando al posto di un clitoride, si trova davanti un cazzo di una 15ina di centimetri? Anzi, subito comincia a leccarlo, partendo dalle palle e risalendo, fino ad imboccare il glande per farlo sparire, succhiandolo, tra le sue labbra. -Ma che mi succede?- si trova a pensare nel sonno -non posso essere io a fare questo!

 

Come se fosse una richiesta, la scena cambia: la bionda è sdraiata sulla pancia, Marco sopra di lei la sta già pompando, infilandosi in quella figa calda, stretta e accogliente che ha sostituito quello che ha trovato nella scena precedente. Piace a entrambi questa posizione, si sente dai mugolii della ragazza, che sta venendo. Le fa alzare leggermente la testa e le spalle, per poter accedere comodamente alle sue tette che inizia a stringere tra le mani, giocando con i capezzoli. Il contatto con le mammelle della ragazza provoca dei picchi di eccitazione incredibili al cervello di Marco, che si sente al suo massimo. In questo momento, forse passa dal sonno vero e proprio a uno stato di dormiveglia, continuando a sentirsi eccitato durante l’amplesso, continuando a stringere le tette della ragazza… -Le tette di chi sto strizzando?- pensa -Oddio, sono mie!-, mentre si ricorda del cambiamento, capisce che il suo giocare con i capezzoli la sta avvicinando all’orgasmo, ma soprattutto quello che la sta portando al massimo, è il calore che sente tra le gambe. Sembra quasi… ma sì, qualcuno la sta leccando, non c’è altra spiegazione. Lentamente allunga una mano, trova una testa che si sta occupando di lei e, quando questa fa per fermarsi, la prende per i capelli e la spinge verso la sua fighetta, impedendole di fermarsi. Si tratta di qualcuno esperto, non potrebbe essere altrimenti. Non la sta penetrando, ma le sta provocando un piacere intenso come mai in vita sua; se avesse ancora il suo corpo, in questo momento, potrebbe ingaggiare una gara con un incudine per vedere chi è più duro dei due. Il bacino si alza e si abbassa quasi indipendente dal resto del corpo, permettendo al ragazzo di leccare tutto quello che trova dandole piacere, le tette le fanno quasi male, così strette tra le sue mani, mentre delle scosse partono dall’inguine al cervello e viceversa, regalando a Martina un orgasmo devastante, che la lascia senza forze sul letto per un minuto o due. Mentre si riprende, lo paragona a quello avuto la sera prima da Luca, seppur in un corpo maschile.

 

Luca! Apre gli occhi, gira la testa e vede che lui le sorride, ricambiando lo sguardo. -Ti è piaciuto, vedo. -E’ stato… è stato intenso, molto bello. Sei stato tu, quindi? -E chi vuoi che sia stato? Pensavi che ti avrei portato in casa qualche sconosciuto? -Perché hai… -Per ringraziarti per ieri sera. Ho provato delle sensazioni che non avevo mai provato. Ovviamente, direi! Allora mi sono detto, anche Martina non ha mai provato cosa si sente, nel corpo di donna, così ho approfittato del fatto che dormivi. -Ho anche fatto un sogno strano, forse mentre mi toccavi.- e glielo racconta. -Si vede che hai la voglia nascosta di essere donna fino in fondo!- la prende in giro Luca. Scherzano così, come vecchi amici, fino a quando non si alzano per fare colazione. Lui si rimette i vestiti della sera prima, jeans e maglietta, mentre Martina indossa i pantaloni di una tuta rosa che le fascia il culo alla perfezione e una canottiera, senza reggiseno, che lascia intravedere le tette. -Bene, Martina, adesso che abbiamo mangiato qualcosa, pensi che potremmo parlare un attimo di quello che ci aspetta? -In che senso, scusa? -Come abbiamo detto ieri sera, non possiamo riprendere le nostre vite così, come se niente fosse. Io stavo cercando lavoro, quindi non credo sia un grosso problema. A parte il fatto che dovrò parlare con i miei genitori, che stasera tornano a casa, più tardi inizierò a mandare loro un messaggio, anticipando che devo parlargli. -In effetti è un bel problema. Mia madre invece è morta due anni fa e con mio padre non ho un gran rapporto, non lo sento mai. Dal punto di vista della famiglia, spero di non avere problemi. Certo che, come dici tu, non posso tornare al lavoro così, ferie o non ferie… ci devo pensare un po’ su, per prendere una decisione. -Che lavoro fai, che non mi ricordo? -Il rappresentante per una compagnia che ha sede qui vicino. Praticamente il venditore. -Ah, ok. Bè, potresti continuare. Dovresti parlare con il tuo capo, spiegargli la situazione, poi far finta che Marco si è licenziato e Martina è stata assunta al suo posto. Se eri bravo, le capacità ci sono già e se devi trattare con gli uomini… scusa i termini, ma due tette così ti possono aiutare!-. Martina ci pensa su, non può negare che un’idea del genere le era già balenata in testa, d’altra parte il lavoro di Marco lo adorava. Il difficile sarà convincere il capo, ma crede di potercela fare. -Ehi, un momento: se mi deve assumere… oh, cazzo, avrebbe bisogno dei documenti e di tutto il resto. E noi due praticamente non abbiamo un’identità! Come faccio ad andare da qualcuno e presentare i documenti di Marco? -Hai ragione, non ci pensavo… senti, magari domani chiamo un amico che lavora in comune, gli spiego un po’ la situazione e vediamo. -Ok- risponde Martina, un po’ più rasserenata.

 

Il resto della mattinata trascorre tranquillo, entrambi pensano a come affrontare i prossimi giorni, scambiandosi piccoli consigli di tanto in tanto, riguardo a tutto: vestiti, modi di fare, piccole cose che un uomo o una donna “veri” non farebbero così e via discorrendo. Dopo pranzo, invece, si mettono a guardare la televisione e, come la sera prima, si trovano molto vicini. A un certo momento, Martina esce con una dichiarazione su quanto successo la mattina. -Sai, Luca, non riesco ancora a togliermi dalla testa il sogno che ho fatto stamattina.- detto questo, non può non notare che mentre ci ripensa, anche qualcosa nei pantaloni di Luca ci ha ripensato -Ehi, ti starai mica eccitando! Sembri proprio un uomo… -Grazie, comunque anche stamattina mi hai eccitato raccontandomelo, non so perché. Forse sto diventando uomo anche nella testa!- sorridono entrambi. Martina, però, non può fare a meno di pensare che adesso vede le cose diversamente, se ne è accorta facendo acquisti, vestendosi, spogliandosi e lavandosi, cucinando. Insomma, adesso pensa e ragiona in una maniera… più femminile! Si rende anche conto che ha più volte guardato verso i pantaloni di Luca, anche se tenta di spiegarselo come una curiosità nei confronti di un cazzo asinino, misurato in 30 centimetri precisi la sera prima. Non capita a tutti, uomini o donne, di avere a che fare con certe misure! Anche adesso, ad esempio, ha notato subito come sia cresciuto al pensiero di una scena di sesso -Che succede?- chiede a Luca, che si agita sul divano -No, è che… insomma, è come ieri sera, lo sento duro e sui jeans stringe. Posso spogliarmi anche oggi? -Ma certo, ti pare? Fai pure-. Luca rimane con degli slip, anche questa volta tesi, si scusa un po’ imbarazzato -Ti sembrerà che voglio metterlo in mostra, ma giuro che è solo perché fa male! -Tranquillo, non preoccuparti. Però dovrai imparare a controllarti un po’. -Già… però anche tu ti dovresti controllare! -Che intendi? -Mi stai fissando il pacco da due minuti abbondanti! -Oddio, scusa! Solo che non capita spesso di vederne uno così. -Neanche io ne avevo mai visto uno così, adesso me lo ritrovo tra le gambe…- ridono insieme, poi Luca guarda la canottiera della sua amica: -Anche tu però non scherzi, a vedere come tirano questi- e le tocca i capezzoli -sei eccitata come una ragazzina.-. Martina è un po’ imbarazzata ma risponde sorridendogli: -E’ vero, mi sento un po’ eccitata. O almeno, penso di esserlo, non sono mai stato eccitato come ragazza. -Spero che mi passi questa erezione, se no credo che dovrai darmi una mano anche oggi! -Posso dirti una cosa? Anche se ti sembrerà strana? -Certo, dimmi pure. Dopotutto, sei la mia migliore amica, anche perché come Luca conosco solo te… -Ecco, insomma, diciamo che se non ti passa, darti una mano non sarebbe un problema. -Marty! Mi lasci senza parole, fino a poco fa non eri così porca! -E’ solo che sto prendendo confidenza con il mio corpo. E poi, scusa, sei stato tu a proporre per primo del sesso, o qualcosa di simile!

 

Luca la guarda, la sua eccitazione si fa ancora più evidente a causa dell’occhiata da vera porca che gli lancia Martina. -E oltretutto, quello che mi hai fatto stamattina è stato molto piacevole, non siamo pari con la sega di ieri sera, sono io in debito, ora.-. Lui non se lo fa ripetere due volte, si alza, la prende in braccio senza sforzo e la porta in camera, sdraiandola sul letto. Ridono entrambi per questa mossa -Luca, come sei impaziente! Però è divertente farsi portare in giro così! -Lo so, piaceva anche a me.- risponde sdraiandosi accanto a lei. Iniziano a baciarsi, le mani anche questa volta esplorano i rispettivi corpi, ma senza il divertimento della sera prima, solo con la curiosità e l’eccitazione di provare qualcosa di nuovo. Martina si sente eccitata a toccare i suoi pettorali, ad accarezzare i suoi addominali e a stringere le sue braccia muscolose; insomma prova le stesse sensazioni che provavano le ragazze con lui quando era Marco. Al tempo stesso, Luca prova quello che i ragazzi provavano con Paola: accarezzare il suo corpo liscio, stringere il suo culo (anche se non era all’altezza di quello di Martina) e strizzarle le tette, mantiene d’acciaio la bestia che ha tra le gambe. Entrambi si godono il trattamento, soprattutto quando le mani di Martina accarezzano i suoi slip e la lunga asta contenuta. Luca inizia a leccarla su tutto il corpo, partendo dal collo e scendendo, prima sui capezzoli e sulle tette, che toglie dalla canottiera per potersele godere, poi scende alla pancia e al sensibile ombelico di Martina, che inizia a gemere per il trattamento. Vengono sfilati anche i pantaloni della tuta e il perizoma, così le dita di Luca possono giocare con le labbra e il clitoride, ottenendo un’altra volta dei versi di eccitazione. Bastano pochi attimi di lavoro di lingua e la ragazza viene a trovarsi al limite dell’orgasmo, ma Luca sa bene cosa piace ad una ragazza e si ferma tutte le volte che riconosce il limite della ragazza, per non farla venire subito. Martina sta impazzendo, si agita sul letto, ha delle contrazioni alle gambe che spiegano bene cosa sta provando. Alla fine, quando lui insiste, senza fermarsi, un urlo di soddisfazione annuncia che l’orgasmo, ancora una volta molto intenso, è finalmente arrivato. Senza lasciarle tregua, l’abile lingua e le sapienti dita di Luca portano di nuovo Martina ad uno stato di grande eccitazione. Questa volta, però, non si accontenta di farla godere, così toglie i boxer e le prende una mano portandosela sul cazzo ormai in erezione clamorosa.

 

La mano di Martina si muove leggera, capisce che l’eccitazione è esagerata e non vuole rischiare di finire subito. Fa sdraiare Luca sulla schiena, smette la masturbazione anche se lo tiene caldo ricambiando quanto appena ricevuto, quindi leccandolo sul collo, baciandogli il petto e gli addominali scolpiti. Quello che adora, capisce, è il fatto che non abbia neanche un pelo, se non una specie di corona alla base del suo “scettro dell’amore”. Fino a qualche ora prima, era schifata dall’idea, ma ora la sua bocca non tarda ad arrivare anche alle palle, belle gonfie e consistenti, poi a passare su tutta la lunghezza, ottenendo l’approvazione del “proprietario”. Aiutandosi con le mani per tenerlo verticale, ora Martina lecca la punta, per poi succhiarla leggermente e di nuovo tornare a leccare tutto intorno al glande. -Ah, Martina, sei fantastica! Non so se è perché è la prima volta che lo sento o proprio perché sei nata per succhiarlo, ma è bellissimo!-. Compiaciuta dal suo complimento, Martina apre la bocca, cercando di far entrare la cappella di Luca, ma è talmente gonfia che deve faticare, allargando più che può le labbra. Una volta riuscita nel suo intento, cerca di far scorrere le labbra su quel palo immenso, riuscendo solo a muoversi per qualche centimetro mentre la sua lingua continua ad accarezzargli la punta. L’unico pensiero che ha adesso è che si sente porca, vogliosa solo di continuare a succhiare fino a farlo venire. -Martina, mi sa che non manca molto. Stai attenta perché non so bene quando vengo.-. Martina smette per un attimo, che le serve anche per rilassare la mascella, fa alzare Luca in piedi e si inginocchia di fronte a lui, riprendendo il suo lavoro di bocca. Si aiuta anche con una mano, che fa scorrere dolcemente lungo tutto il cazzo di Luca, massaggiandogli anche le palle. Quando lo sente irrigidirsi ancora di più, lo toglie dalla bocca e lo sega velocemente, mentre guarda in faccia il ragazzo che sta ansimando. Luca butta la testa all’indietro e urla il suo godimento, Martina chiude gli occhi con la bocca aperta, a una decina di centimetri da lui. Lo sente pulsare tra le mani e se lo punta in faccia, in tempo per sentire un primo fiotto colpirla dritto in bocca, poi altri a ricoprirle la faccia.

 

Luca si sente svuotato come la sera prima, quando guarda in basso vede Martina impegnata a ripulire con la lingua il suo bastone che si sta finalmente sgonfiando. -Grazie Marty, sei stata favolosa. Ti è andata bene, però: anche se sei piena in faccia, mi sembra molta meno di ieri. -Bene, dici?- risponde mentre con le dita si toglie residui di sperma dagli occhi e dalle guance -A me non sembrava molta meno. -Ma scusa, ieri prima ti sei riempita la faccia, poi io avevo tutto il torace coperto. Adesso mi sembra che hai solo qualche goccia addosso. -Ti ripeto, a me non sembrava meno…- e così dicendo Martina si alza, fa un sorriso malizioso e lecca le dita per ripulirle, prima di dirigersi in bagno. Luca rimane un attimo dubbioso, ma ci vuole poco per capire cosa sia successo, così la segue e la trova che si sta lavando la faccia. -Non ti credevo così porca! O almeno non subito, sei donna da un giorno e già fai pompini con ingoio…- lei ride, piegandosi in avanti per avvicinarsi al lavandino. E subito sente Luca avvicinarsi, appoggiarle un mano sulla schiena per farla restare piegata, inginocchiandosi poi tra le sue gambe leggermente divaricate. I primi tocchi delle dita tra le gambe la riportano ad un livello di eccitazione notevole e il successivo contatto con la lingua provocano i primi gemiti. E’ un lavoro lento e accurato quello di Luca, alternando leccate al clitoride e leggere forzature, sempre con la lingua, all’entrata della fighetta, che provocano diverse scariche di piacere lungo la schiena di Martina. Lei intanto si bagna sempre di più, anche se lo interrompe quando cerca di inserire un dito -Ahia, Luca, fermati. Mi fai male!-. Lui si interrompe, si rialza, la gira verso di se e la bacia, mischiando anche il sapore di sperma, ancora presente nella bocca di una, con quello dei succhi vaginali, presenti in quella dell’altro. -Non me l’aspettavo, Marty. Non mi aspettavo di trovare una ragazza così bella, così perfetta e con una capacità di fare pompini come la tua… ancora vergine! -Non ci avevo pensato prima… però è anche vero che non ho avuto molto tempo per darla via! -Che modi. Non parla così una ragazza. Se vorrai, avremo tempo di pensare anche a questo, nei prossimi giorni-. Martina non gli risponde, torna a baciarlo perché il misto dei due sapori le è piaciuto e sposta la mano di Luca tra le sue gambe, perché si è dovuta fermare prima di venire, quindi vuole continuare. Quando finalmente le dita che giocano con il suo clitoride la fanno venire, lei si abbandona con le braccia attorno al collo di Luca, baciandolo sul petto. Non dice niente, al massimo lo bacia ancora, ma continua a pensare che già prima delle sue parole le era nata in testa l’idea di fare sesso con lui, anche se le dimensioni la spaventano.

 

Continua…

 ladychiara@yahoo.it

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-Marty, ascolta, ormai è sera. Ho mandato un messaggio ai miei che sono tornati e adesso… Bè, vado a casa e vediamo come va. -Va bene, Luca. Se hai bisogno di qualcosa chiamami pure.

Luca esce e Martina sistema un po’ la sua casa, pulendo tutto e sistemando i vestiti negli armadi. Al momento di mettere a posto le ultime scarpe, i suoi pensieri vanno a quello che provava solitamente alla vista dei tacchi. Alcune volte un’erezione istantanea, addirittura, se ai piedi di una bella ragazza. Ne indossa un paio alte 10 cm e cammina per la stanza, adora sentire quella differenza di altezza e guardare le sue gambe e vederle quasi allungarsi. Si guarda allo specchio e si piace, anche se decide che i tacchi con quella tuta non c’entrano proprio niente. Allora via tutto, sostituito da gonna al ginocchio e camicetta, ben abbinati alle scarpe. Adesso sì che funziona, si guarda di nuovo e pensa che, ad essere ancora uomo, probabilmente si salterebbe addosso da quanto si vede attraente. Si guarda allo specchio mentre cammina e mentre si siede sul bordo del letto, accavallando le gambe sensualmente. Si piace sempre di più, con la coscia che esce fuori dalla gonna e, sul seno, i capezzoli che tendono leggermente la stoffa, a dimostrazione che si sta eccitando a guardarsi.

Slaccia un bottone della camicetta, lasciando intravedere i seni liberi, senza reggiseno. Si accarezza da sopra la stoffa, poi infila anche una mano, andando a giocare con i suoi capezzoli inturgiditi e aumentando la propria eccitazione. Adesso il respiro si fa leggermente più affannato, gli occhi chiusi per godersi la situazione e l’altra mano che accarezza le gambe, ancora accavallate. Le apre per andare con la mano sull’interno coscia, punto che scopre essere abbastanza sensibile. Poi risale ancora, sulla stoffa del perizoma che indossa, già umidiccio, iniziando ad accarezzarsi la patatina da sopra. Piccoli spasmi indicano che l’eccitazione è notevole, allora sposta le mutandine per toccarsi sulla pelle. Gioca con le labbra, poi si sfrega le dita sul clitoride mentre si stringe i capezzoli e le tette, a mano piena. Sente salire un certo calore dal suo bassoventre, mentre aumenta ancora il ritmo.

Suona il campanello. “Chi cavolo è adesso?” si chiede, indecisa se alzarsi o meno. Dalla porta insistono, quindi si alza e, a malincuore, va ad aprire. -Ciao, Luca. Come mai qui? -Diciamo che, a casa mia, non è andata come speravo e avrei bisogno di un posto dove dormire. Ho provato a chiamarti, ma hai il telefonino spento. -Ah, è vero, si è scaricato e mi sono dimenticata di caricarlo. Vieni dentro. -Che facevi di bello? -Io? Niente, ero… in bagno. -Vestita così? Gonna e tacchi alti? -Sì, stavo… stavo facendo qualche prova di vestiti, poi sono andata un attimo in bagno. E’ per quello che ci ho messo un attimo a venire ad aprirti. Vuoi qualcosa da bere? Io prendo un po’ di acqua.

Martina va’ verso il frigorifero, si piega per prendere una bottiglia, appoggiata a terra, senza piegare le gambe ma solo la schiena, mettendosi quasi a 90 gradi. Mentre si rialza, viene schiacciata contro il muro da Luca, che si appoggia a lei con tutto il corpo. -Ehi! Che stai facendo?- chiede, allarmata. Sente le labbra di Luca vicine al suo orecchio, mentre le mani vanno ad alzarle la gonna e a toccarla in mezzo alle gambe. Poi si allontana. -Eri in bagno, vero? Mi prendi in giro? -Cosa vuoi dire? Perché mi hai spinta contro il muro? – Perché quando sono entrato ho visto subito che avevi una camicia sbottonata da cui spuntavano due capezzoli drittissimi, eri rossa in viso e… ho avuto conferma che non stavi proprio in bagno- Martina gli racconta tutto, dopo un attimo di imbarazzo.

Luca rimane pensieroso un attimo, poi riprende con tono normale, come se fosse una conversazione tipica: -Che vuoi fare stasera? Guardiamo un film, ti va? -Ok- risponde lei, stranita dalla reazione naturale avuta da Luca.

Sul divano, Luca la fa sedere subito vicino a lui per guardare un po’ di televisione, approfittandone poi per iniziare con qualche carezza fintamente distratta. Un po’ per volta, Martina inizia a godersele queste carezze, lasciandosi andare con la testa appoggiata alla spalla di Luca, che a questo punto si fa più audace. Le mani che prima accarezzavano solo le braccia e le spalle, adesso si spostano anche sul collo, sulla schiena e sulla pancia di Martina, approfittandone anche per sfiorarle i seni. Lei è sempre più rapita da come Luca si muove, ora sospira eccitata da sensazioni che non pensava neanche potessero darle questo piacere, poi piega la testa e lo bacia. Le mani di Luca corrono velocemente a strizzarle le tette che, come quando è rientrato in casa, hanno dei capezzoli che vogliono bucare la canottiera. Canottiera che sparisce in un attimo, liberando il seno perfetto che si è ritrovata Martina, un oltraggio alla gravità. Sparisce anche la maglietta di Luca, tolta dalla ragazza che si mette a cavalcioni su di lui, schiacciando il petto di entrambi e baciandolo ancora furiosamente, offrendogli il suo culo come posto dove tenere le mani.

Luca solleva senza problemi Martina, la porta in camera da letto e si sdraia su di lei che tiene le gambe attorno alla sua vita. Si baciano, si toccano, si stringono… si vogliono. -Sei sicura?- chiede Luca, -Ho paura, ma sì, sono sicura- risponde lei. Non si dicono altro, si capiscono con lo sguardo. Luca si toglie anche jeans e boxer, restando nudo. E’ già abbastanza duro, ma prende delicatamente la mano di Martina e le fa iniziare una lenta masturbazione per eccitarsi bene. Intanto, sempre accarezzandola, le toglie i pantaloni e le tocca le cosce, sempre per farle salire la voglia. La tocca anche sul perizoma, indumento che sta’ diventando abituale per Martina, trovandolo umido. A questo punto lo sfila e inizia a giocare con la sua fighetta con le dita. Si sposta mettendosi in modo che Martina possa arrivare al suo glande con la bocca, per succhiare quanto possibile, mentre lui si dedica a leccarla e toccarla, cercando di portarla al massimo dell’eccitazione. Quando sente che succhia più intensamente, mugolando di piacere, cercando di prendere in bocca sempre più centimetri del suo palo, capisce che è pronta.

Si posiziona tra le sue gambe, baciandola e toccandole il clitoride con le dita, sentendo che è sempre più bagnata. Sostituisce le dita con la grossa punta del suo attrezzo, strisciandola all’entrata e su fino al clitoride. Le sensazioni di entrambi sono simili, eccitazione massima, voglia notevole di provare e grande curiosità, dato che sono sensazioni che entrambi hanno provato… nell’altro sesso! La punta si posiziona all’entrata della sua vagina, poi inizia a spingere lentamente, sempre più forte, fino a che, con un piccolo urlo di dolore di Martina, entra per qualche centimetro. Martina si apre, sente un piccolo strappo lacerarla e la vagina che si allarga per accogliere il suo ospite. -Coraggio Marty, il peggio è passato. Adesso rilassati che continuiamo e vedrai che diventa molto meglio- Luca cerca di tranquillizzarla, poi Martina si sente meglio e lo fa continuare. Luca entra con tutto il glande poi si ferma nuovamente quando sente lei contrarsi. Infila ancora qualche centimetro, giusto per essere comodo nei prossimi movimenti. Adesso può lentamente iniziare un avanti-indietro, spingendo volta per volta qualche altro centimetro, senza esagerare e senza dare colpi secchi. Ci vogliono quasi cinque minuti prima che possa dirle: -Sei fantastica Marty, l’hai preso tutto! Ti fa male? -Non troppo, però fai piano ancora che mi sento allargata-. Luca sfila in parte il suo arnese per poi riprendere la penetrazione, sempre con un ritmo lento, muovendosi per una decina di minuti a ritmo sempre in leggera crescita. Quando si sfila completamente, Martina sente un gran vuoto dentro di lei anche se non può dire di non essere sollevata; però prevale la prima, di sensazione. -Luca, vieni ancora qui!-. Lui si mette a ridere, non credeva che avrebbe voluto continuare. Tornando tra le sue gambe e toccandola la trova ancora bagnata. -Hai proprio voglia, Marty… Adesso facciamo sul serio, che anche io voglio capire bene cosa si prova!

Così dicendo entra di nuovo in lei, con calma ma senza interruzioni fino a quando non arriva in fondo. Lo sguardo di Martina non trasmette più dolore o paura, ma solo voglia. Da quando la penetrazione di Luca ha smesso di farle male, merito dell’eccitazione, si gode solo il piacere del sesso. Le pareti della sua vagina, allo sfregamento del palo di Luca, si dilatano regalandole un gran piacere, mentre liberano il calore che avvolge il cazzo del suo partner, dentro di lei, che si gode le nuove sensazioni. Il ritmo aumenta, così come i gemiti di entrambi; Luca si sente già vicino al limite, anche se inizia a capire come trattenersi, rallentando il ritmo, per non venire subito. Appena smette di pensare e si gode le sensazioni, Martina viene, lasciandosi senza forze sul materasso, con un lungo sospiro di godimento. Luca si eccita, fa in tempo solo a fare 4-5 pompate prima di uscire e iniziare a schizzare ancora una volta il corpo della ragazza, sempre con una buona quantità di sperma.

Un po’ stanchi, si stendono affiancati e si guardano. Ridono osservando la pancia e anche le tette di Martina, imbiancate poco prima, e decidono di fare una doccia per ripulirle. Entrano insieme nella doccia e iniziano a lavare se stessi, poi Martina chiede a Luca se è ancora sporca e lui ne approfitta per palparla, facendo finta (ma neanche troppo) di toccarla solo per pulirla. Ridendo, Martina dice: -Preparati, adesso ricambio il favore della pulizia!-. Così si riempie di sapone le mani, si avvicina a Luca e mentre lo bacia inizia ad insaponarlo in mezzo alle gambe, poi si inginocchia e continua, a due mani, il lavoro. Quando inizia a toccarlo, il cazzo arriva quasi a metà coscia, moscio ma pur sempre di una quindicina di centimetri, ma la vista della ragazza piegata tra le sue gambe e il tocco deciso ma delicato delle sue mani portano Luca ad una nuova erezione. L’acqua che scorre lava il sapone e, una volta puliti, Martina inizia a lucidare con la lingua i 30 centimetri ormai dritti di Luca, insaziabile. Lui è sorpreso da questo modo di fare, ma non può non godersi il pompino che gli sta facendo questa ragazza che migliora ogni momento le sue capacità. Proprio come una ragazza eccitata e vogliosa o, come pensa Luca in certi momenti, proprio come una troia. I movimenti di Martina sono sempre più abili, riesce anche ad aprire la bocca un poco di più, in modo da accogliere bene almeno il glande, che lecca voluttuosamente.

-Ah! Marty, sei fantastica ma… Oh… che bello! Sei fantastica ma fa male, lo sento gonfio, tirato… Ah… Sì… faccio fatica…-. Martina si ferma e lo guarda -E’ normale, sei già venuto un po’ di volte oggi. Se vuoi smetto… -Non vorrei perché sei proprio brava, ma forse è meglio. -Ok…- conclude lei a malincuore, ha scoperto che le piace succhiarlo. Si rialza dopo aver dato ancora un bacio sulla punta, poi si schiaccia a baciare anche la bocca di Luca. Così facendo, in questo momento sono in tre: loro due che si baciano e un serpente di carne che (merito della differenza di altezza tra i due) si schiaccia tra le tette di Martina. Ridono pensandoci, mentre lei non da’ a Luca un attimo di tregua, stringendosi i seni e simulando una spagnola. Quando si allontana, lasciandolo rilassare, esegue però un’altra mossa che lo stuzzica: gli dà le spalle e si china quasi senza piegare le gambe, praticamente mostrandogli il culo. Luca a questo punto dimentica il dolore e sente solo l’eccitazione salire, si sposta mettendosi giusto dietro di lei e abbassa la punta del cazzo, puntandola all’altezza della sua entrata. Martina resta ferma, in parte sorpresa dalla sua voglia e in parte vogliosa di sentirlo ancora dentro, ma Luca si sposta e lei si rialza guardandolo, interrogativa. -Sono scomodo, lo sento che mi fa male se lo tengo verso il basso. -Sì, ti capisco. Va bene, sarà per un altro momento!

Finita la doccia, Martina mette un accappatoio ed esce velocemente dal bagno, mentre Luca si asciuga. -Eccomi qui!- annuncia lei, rientrando. Luca la guarda e ride: -Non so cosa dirti, se “sei proprio una porca” o se “sei davvero una troia”! -Vedi tu… In questo momento non mi offendo neanche per la seconda!-. Si mette davanti alla finestra, aperta per lasciar uscire l’umidità e lascia cadere l’accappatoio. -Adesso dovrebbe essere più semplice, no?- chiede piegandosi a 90 gradi. Luca si mette dietro di lei, nuovamente nella posizione di prima, con il cazzo che ora deve stare dritto per poter entrare. -Decisamente più comodo. Bella l’idea dei tacchi alti! Tieni la schiena ben inarcata adesso, con il culo in fuori, è più comodo per me e godi molto anche tu!

Luca entra senza grosse difficoltà, nonostante le dimensioni. Entrambi si godono il momento, Martina perché ha capito che lo voleva dentro ancora una volta, Luca perché eccitato nuovamente, un po’ per il pompino ricevuto in doccia e un po’ per la voglia di sesso che trasmette lei, andata di corsa a prendere i sandali con il tacco più alto che ha comprato, 15 centimetri con plateau, molto sexy anche se estremi, per avere la figa all’altezza di quel cazzone. Luca è già venuto altre volte oggi, sente anche un po’ la stanchezza, ma prende un buon ritmo che permette ad entrambi di godere. Martina invece, come già detto nuda con i soli tacchi addosso, inarcata in una posa da pornostar, si appoggia con braccia e testa al davanzale, poi viene spinta man mano in avanti fino quasi a guardare fuori. Si tocca le tette, di tanto in tanto le sue mani si alternano a quelle di Luca che la palpano da dietro, strizzandole e tirando i capezzoli fino quasi a farle male, ma facendola godere come una pazza. Dopo una buona decina di minuti, Luca da’ segni di essere davvero al limite massimo, Martina lo fa uscire e si abbassa ancora una volta (rimanendo con i tacchi ben piantati a terra) succhiandolo forsennatamente e segandolo con una mano, mentre l’altra è tra le sue gambe a regalarsi un nuovo orgasmo. Nonostante gli avvisi di Luca, quando annuncia che sta’ per venire, Martina non si stacca ma ferma solo i movimenti della testa quando lo sente pulsare, continuando però a segarlo mentre succhia la punta. L’orgasmo è intenso anche se meno copioso di quelli precedenti (per ovvi motivi!), Martina non se ne perde neanche una goccia, ma guarda negli occhi Luca quando finisce, mostrando la bocca piena prima di ingoiare tutto. -Se non mi sentissi completamente vuoto potrei eccitarmi di nuovo a guardarti! -Se ti ecciti riprendiamo un’altra volta!- Luca ride: -Adesso ho capito, sei proprio una troia! -Forse hai ragione- gli sorride lei. -Però, anche se sei troia, mi sa che ti amo! -Anche io penso di amarti. Ma più che altro ti voglio! -Confermo quanto detto prima, sei proprio una troia!

Lei gli sorride, lo bacia leggermente sulla bocca mentre lo accarezza, ancora una volta, tra le gambe e se ne esce dalla stanza nuda, sculettando sui tacchi alti che comunque sa già portare bene.

 

 

 

Scusate il ritardo dall’ultimo capitolo. Per ogni commento, positivo o negativo che sia, la mail è sempre ladychiara@yahoo.it.

 

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