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La barca

 

In Croazia una buona parte di turisti pratica il nudismo, spesso nelle spiagge non troppo frequentate e soprattutto sulle barche ormeggiate nei piccoli fiordi di acqua cristallina.

Noi non pratichiamo il nudismo, al massimo ci concediamo una doccia fatta sulle plancette della barca prima di rientrare in porto o prima di ormeggiare per la notte negli infiniti gavitelli che questa zona mette a disposizione per noi diportisti. Questo è il massimo di nudismo che abbiamo mai fatto. Fino a quest’anno!

Per il tuo compleanno ho acquistato due piccoli pensierini…. un piccolo gadget che potrebbe farmi e farti divertire quando siamo in giro…. e un costume di qualche centimetro quadrato, che chiamarlo micro è un’offesa. Due fili che si incrociano e un triangolino che dovrebbe coprire appena appena le grandi labbra, ma non sono sicuro che serva allo scopo e altri due triangolini che dovrebbero coprire i capezzoli, ma spesso al mare non indossi la parte superiore, specie se siamo ormeggiati in posti poco frequentati.

L’altro regalo lo troveremo più avanti….

Chiaramente tu non vuoi indossare quel costume, ma sono sicuro che arriverà il momento che sarai tu a chiedere di indossarlo.

navighiamo dall’Istria verso l’isola di Cres, dove ormeggiamo alla marina per poterci riprendere dal viaggio molto lungo e molto appagante…

malgrado la stanchezza decidiamo di fare quattro passi, anche se in realtà sono molti di più, per raggiungere il centro del paese, che dista un chilometro dalla marina. Dopo esserci fatti la doccia e preparati,  mentre stai salendo la scaletta che porta dalla cabina al pozzetto della barca ti fermo con decisione. Indossi que vestitini che sanno di mare, che profumano di mare, che mostrano le tue gambe belle tornite. Ecco che arriva il secondo regalino: un ovetto vibrante che si gestisce dal telefonino. Dal mio telefonino…e indovina dove va messo l’ovetto? Sei ferma sull’ultimo gradino della scaletta, ho il tuo bel culo all’altezza dalla faccia; alzo la gonnellina del vestitino, sposto di pochi centimetri il perizoma che indossi e infilo l’ovetto tra le piccole labbra, che sembrano desiderose di quel gioco. Non riesci a dire niente, mi lasci fare e soprattutto sussulti nel momento che provo a vedere se la connessione funziona: funziona!

Ti spingo sul pozzetto con una pacca decisa sul culo, tanto so che ti piace.

Leggo nei tuoi occhi un po’ di timore, dopo la giornata di oggi non sai bene come andrà a finire con questo giochino messo proprio li.

Mentre passeggiamo lungo la stradina pedonale che ci porta al paese ogni tanto attivo una piccola accensione di pochi secondi per verificare che sia sempre connesso. Da come ti comporti direi che funziona benissimo, anche meglio di quello che pensavo.

Arriviamo al paese e facciamo il giro del porticciolo dove sono disposte le barche dei “locali”, e alla fine scegliamo un localino che si affaccia sul mare alla fine del porto.

Ci accomodiamo su un tavolino e ordiniamo da bere, io una Karlovacko, tu un cocktail analcolico. Adesso è il momento di usare l’app del telefonino; accendo il giochino e lo faccio vibrare, mi guardi come a chiedermi di fermarlo, ma io semplicemente lo rallento per pochi istanti per poi accelerarlo. Fai fatica a stare seduta ferma, ti agiti ti continui a muovere, non riesci a trovare la posizione.

Lo fermo, ma mi sembra che tu non sia d’accordo. Non mi interessa, da oggi sono io che comando e tu da oggi fai tutto quello che ti dico e tutto quello che voglio.

Lo accendo e lo posiziono al massimo della potenza, e ti si legge in faccia che stai godendo. Gemi cercando di trattenerti, anche se fai davvero fatica, impugni saldamente i braccioli della sedia, intorno a te ti guardano, non sanno il perché di qui movimenti repentini, ma forse iniziano a capire. Lo fermo appena un secondo prima del tuo orgasmo.

Per inerzia non riesci a fermarlo. Esplodi in un gemito e un sussulto. Ti sfili l’ovetto e lo metti nella borsetta, non curandoti delle persone che potrebbero vederti o averti visto.

Torniamo alla marina e andiamo a letto, come impegno erotico di questa giornata direi che ci siamo. Se iniziamo così chissà dove andremo a finire, visto che abbiamo qualche giorno tutto per noi, per il nostro rapporto. Buona notte

Il caldo ci sveglia abbastanza presto, andiamo a far colazione al bar della marina, un pochino di spesa per il pranzo e decidiamo di spostarci verso sud, passare per Ossero, dove s’è un ponte girevole per far passare le barche due volte al giorno, la mattina alle 9.00 e la sera alle 17.00.

Ci fermiamo in una baia che già conoscevamo, con mare cristallino e delle grotte da poter visitare con maschera e boccaglio. Ormeggiamo non troppo lontano da riva, siamo arrivati abbastanza presto, quindi possiamo scegliere il posto migliore.

Facciamo il bagno, ci addentriamo nelle grotte, andiamo in spiaggia e dopo qualche ora torniamo sul gommone. Per pranzo abbiamo preso del pane e degli affettati e del pecorino. Mentre ti asciughi al sole preparo il pasto. Sistemo il tavolino nel pozzetto, dove c’è l’unico posto con un po’ di ombra.

Appendo con delle mollette gli asciugamani al tendalino per avere ancora più ombra ma lascio 40 centimetri tra le sedute e il telo per far circolare l’aria. Si sta da dio.

Mangiamo e poi decidiamo di rilassarci all’ombra del tendalino.

Ti giri a pancia in giù, il che vuol dire che vuoi i grattini e le coccole…. Ti assecondo accarezzandoti le spalle, la schiena, il sedere, le gambe, i polpacci… per poi risalire. Ti slaccio il reggiseno, così avrai la schiena libera. Continuo con le unghie sulla tua pelle, leggere per farti pervadere di brividi, vedo che ti piace, come sempre. Allunghi le braccia oltre la tua testa, per poter lasciare liberi i fianchi e le ascelle che sai adoro accarezzare e baciare. Appoggio le mie labbra sulla tua schiena, mentre continuo a sfiorare i fianchi fino ad arrivare al sedere, mi sposto con le mani verso il centro, premo sulle tue chiappe e allargo le mani, per far allargare il tuo sedere. Strizzo le chiappe sempre con l’intento di allargare il sedere, so che ti piace tanto. Decido di stringere il triangolo del costume che ti copre il sedere per vederlo meglio. Praticamente diventa un filo  infilato profondamente nella fessura. Mentre continuo a massaggiare le tue chiappe vede benissimo il tuo buchino. Mamma mia che voglia di leccarlo tutto. Inizi a sentire la brezza che arriva fino al punto che fino a poco tempo prima era coperto. Ti rendi conto di quanto sia nudo. Adesso è pieno di barche e sai benissimo che se qualcuno guarda nella nostra direzione ed è a favore di culo, potrà vedere il tuo spettacolo.

Allarghi appena appena le gambe, per farmi capire che ti piace, almeno credo. Per me è l’autorizzazione a spostare il filo che passa sul tuo buco del culo e sulla tua figa e liberarla da quella costrizione. Cerchi di ritrarti, ma capisci che è meglio se mi lasci fare. Ti allargo di più le cosce così che qualche fortunato con la barca o con il tender possa godere di quella vista. Inizio a sussurrarti che ti stai comportando da troia, che sei una troia, che è pieno di gente che ti sta guardando, che sei una troia, che in questo momento sta passando una canoa vicinissimo a noi e sta guardando il tuo culo e la tua figa, sei una troia. Ti ordino di girarti, non dici niente e lo fai; hai le tette al vento e un pezzo di figa a vista, ma hai chiuso le gambe per distenderle. Non mi basta. Non ti basta. Con gentilezza ti faccio piegare le gambe, prendo il tuo costume e lo sfilo. Le stringi per coprirti, ma dura veramente poco la tua determinazione. Con un dito parto dalla tua fronte, scendo sul naso e sulle labbra che sono gonfie di piacere, scorro tra i tuoi seni, passo l’ombelico e arrivo sulla montagnetta del tuo pube. Ti allargo le gambe con il braccio, mentre continuo a soffermarmi sulla parte alta, dove solitamente inizia la peluria, ma d’estate non c’è nessun pelo, la zona è completamente glabra.

Adesso l’aria che si infila è forte, sarà che non c’è neanche un po’ di tessuto a fermarla, sarà che adesso è molto umida ma il risultato è che sei molto eccitata. Adesso hai le gambe piegate e aperte. La tua bella fighetta è visibile a molte brache e gommoni ormeggiati vicinissimo a noi. Una barca è a meno di 10 metri, è occupata da due coppie, e continuano a guardare verso la tua patata, mi sa che piace sia ai ragazzi che alle ragazze. Tutta perfettamente depilata, con labbra morbide e succose. Ti accarezzo li, e mentre risalgo allargo le dita per far respirare l’interno della tua figa. La allargo, la richiudo e poi la riallargo. Continuano a passare canoe, tender sempre più vicini, mentre io salgo e riscendo, salgo fino al tuo seno e scendo fino alla figa, arrivando fino al buchetto del culo. Mi fermo e mi guardi. “Cosa vuoi” ti chiedo? Ma non ti faccio rispondere, sollevo la mia mano e ti schiaffeggio la figa con un colpo forte e deciso. Urli soffocando il dolore. Un altro colpo sulla tua figa aperta. Ansimi un instante, fino alla sberla successiva che ti fa sussultare e mordere un labbro. Il tuo clitoride è gonfio come un palloncino, e adesso si merita un altro schiaffo. Ti allargo ancora di più le gambe e SBAM e poi ancora SBAM, SBAM, SBAM.

Smetto e ti faccio ricomporre ti faccio scendere in cabina e ti spingo sul letto. Ti ordino di metterti a pecora a gambe aperte. Mi avvicino e ti lecco la figa, stando attendo a non farti venire. È già un brodo di goduria. Mi sfilo il costume e ti infilo il mio cazzo in un colpo fino in fondo con forza e violenza. Stiamo godendo entrambi. Mi muovo e ti muovi per raggiungere quanto prima l’orgasmo e alla fine veniamo insieme, mentre di prendo per i capelli come si fa con le troie, perché tu sei una troia.

Ci accoccoliamo sul letto della cabina… è stato davvero incredibile e bellissimo.

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