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002 – Laura e Alex in Egitto

By 6 Luglio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Le vacanze, oh si, finalmente le vacanze erano arrivate. Destinazione classica all’estero. Sharm el Sheik a fine settembre. Caldo e sole garantito, vacanza in un villaggio organizzato ‘All Inclusive’.
Laura, era da parecchi giorni che organizzava i preparativi, scegliendo i costumi per la spiaggia, i vestiti leggeri da indossare nel villaggio e fuori dal villaggio, la sua biancheria intima un po’ sexy per provocare suo marito la sera., i trucchi, le creme di bellezza, quelle protettive per riparare la sua bianca pelle dai potenti raggi del sole africano, i suoi gioielli e tutte le cose che una donna deve avere presso di se per una vacanza di quindici giorni al mare. Naturalmente, anche l’abbigliamento di Alex era suo compito prepararlo, cucendo qualche bottone, lavando le sue polo più belle, i pantaloni per la sera, i costumi per la spiaggia, il borsello per la sua roba per la barba ecc’..
La mattina della partenza, si alzarono prestissimo per recarsi in aeroporto e trovarsi puntuali per il ‘check in’ un ora prima della partenza del volo. Sbrigate tutte le formalità e i controlli vari, giunsero in sala d’attesa e si sedettero tenendosi il bagaglio a mano appresso, in attesa della chiamata del volo per Sharm.
Si imbarcarono puntuali e si accomodarono sul Boing 747- 400 nei posti ‘exclusive’ vicini alla cabina di pilotaggio. La classe ‘exclusive’ comprendeva ampi sedili in pelle scura con poggiatesta in cotone bianco, tavolino per appoggiare gli oggetti e al bracciolo una consolle con i comandi per le cuffie e la tv a colori posta di fronte a loro. Dopo le istruzioni recitate dalle hostess e fatti i debiti scongiuri, l’aereo iniziò a rullare sulla pista, dopo avere preso velocità si sollevò e in breve tempo raggiunse l’altitudine e la velocità di crociera, prevista per raggiungere l’aeroporto di Sharm, in circa quattro ore di viaggio. Alex e Laura si stavano rilassando sorseggiando un drink analcolico offerto dalla compagnia aerea, gli schienali delle poltrone portati all’indietro, semi sdraiati comodamente, si godevano i primi attimi di tranquillità, dopo un duro anno di lavoro.
Laura pensava spesso alla loro magnifica esperienza, vissuta a casa loro, con i molti amici di Alex, che l’avevano fatta godere come mai gli era successo, nella sua pur giovane vita. Quella avventura non aveva comunque lasciato traccia nel loro amore, aveva invece dato linfa vitale al loro rapporto di convivenza e aveva dato a lei la spinta per vivere il sesso in modo più disinibito, meno legato alle consuetudini e ai tabù ancestrali, che ogni donna si porta appresso come regole dettate dalla sapienza e dalla esperienza dei genitori. Quelle regole sono per lo più leggi non scritte ma imposte dal maschio, che vede la donna come una sua proprietà, della quale può disporne a suo piacimento, facendola vestire come vuole lui, ad esempio, tenendola a volte quasi segregata in casa, libera solo di andare a fare compere al supermercato e sessualmente parlando, obbligata alla posizione del missionario, se il suo piacere passa in secondo piano, non importa, l’essenziale che il maschio eiaculi e poi tutto finito. Laura non apparteneva, nemmeno prima della fantastica orgia,
a questa tipologia di donne, tutte casa e chiesa, avendo conosciuto Alex quando era ancora giovanissima, lui l’aveva istruita, plasmata, modellata, secondo i suoi principi ,che erano comunque sempre molto all’avanguardia e che usavano la trasgressione, come regola di base.
Ora era felice e appagata e la sua mente già era virtualmente in spiaggia con il suo bikini giallo o quello rosa o quello bianco con la mini mini mutandina”
IL COMANDANTE VI INFORMA CHE FRA 10 MINUTI ATTERREREMO ALL’AEROPORTO DI SHARM EL SHEIK LA TEMPERATURA AL SUOLO E’ DI 33 GRADI IN UNA GIORNATA LEGGERMENTE VENTOSA VI PREGHIAMO DI ALLACCIARE LE CINTURE DI SICUREZZA””’
Alex e Laura aprirono gli occhi simultaneamente, si guardarono intensamente, si sorrisero e guardarono fuori dagli oblò per gustarsi il panorama. Beh, il panorama era monocromatico, per il momento, deserto, deserto, deserto”. L’aereo proiettava un ombra scura sullo sfondo color ocra, attorno a loro il cielo azzurro, terso, pulito, sgombro da nubi da far sembrare che in quel posto, le piogge, le nebbie, la neve, il ghiaccio non sarebbero mai esistite, era forse il paradiso??
IL COMANDANTE PREGA I MEMBRI DELL’EQUIPAGGIO DI PREPARARSI ALL’ATTERRAGGIO”’
Dopo pochi secondi, videro il suolo avvicinarsi molto rapidamente, comparire, come dal nulla, un aeroporto e delle piste per gli aerei su una delle quali il Boing 747 scivolò dolcemente, i motori fecero sentire il loro ruggito, e il grosso velivolo lentamente si fermò. Dopo alcuni istanti furono aperti i portelloni e una scaletta metallica fu ancorata al gigante dell’aria.
Furono tra i primi a scendere dalla scaletta, investiti da una calura incredibilmente secca, come aveva recitato il comandante, vi erano al suolo 33 gradi, ma se ne percepiva al massimo 25, merito del venticello che soffiava e sicuramente dalla scarsa umidità nell’aria.
Il pullman, in verità un po’ fatiscente, li condusse all’ingresso dell’aeroporto, dove subirono tutta la prassi dei documenti, del visto di ingresso, dei vari controlli dei bagagli ecc’..
Alla fine di questo impervio percorso ad ostacoli, vi era una bellissima signorina in divisa con un completo giacca e minigonna entrambi di color azzurro carta da zucchero. Lei, era la residente responsabile, per il tour operator, che li avrebbe condotti, con un altro autobus fino al villaggio e che li avrebbe assistiti durante l’intero periodo di vacanza. Sono Elisa piacere, seguitemi per favore disse la fata turchina’. e tutti si accodarono trascinando i trolley. Per Alex non era difficile seguire la ragazza, le sue gambe abbronzantissime e lunghissime e il suo ondeggiante movimento dei fianchi a destra e a sinistra, era per lui una traccia da seguire con cura e dedizione. Uno scalino di un marciapiedi e il susseguente scappellotto di Laura lo fece svegliare dalla catalessi in cui era caduto e riacquistando l’equilibrio psicofisico, si apprestò a salire sul mezzo. In poco più di venti minuti, percorrendo un grande viale, occupato per la maggior parte dei casi, da lussuosi Hotel a cinque stelle, giunsero di fronte ad un cancello, che azionato manualmente da un inserviente, si aprì, facendo passare l’autobus che dopo aver percorso un breve viale si fermò, aprendo le porte. Il villaggio era bellissimo a partire dalla hall, all’elegante ristorante, i viali interni pieni di fiori di tutte le specie, le camere molto pulite, ampie, con bagno e idromassaggio, aria condizionata, veramente una delizia per il turista.
Riposarono quel pomeriggio e trovarono il modo di inaugurare il letto, con una scopata tranquilla, un po’ timorosi di essere sentiti dai vicini di stanza. La sera al ristorante, Laura si presentò con un vestitino rosso, scollato sul seno sodo e prosperoso, sulla parte posteriore il vestito formava una V che si infilava nel morbido solco delle natiche lasciando indovinare la totale mancanza dell’intimo, che avrebbero dovuto coprire le sue parti più nascoste. I capelli lunghi, bruni, sciolti, un po’ mossi al fondo, facevano da cornice al suo bellissimo viso mediterraneo ed ai suoi occhi scuri, profondi, sensuali, da cerbiatta. La ragazza , portava scarpe con un tacco a spillo non esageratamente alto, ma, camminando, emanava grande sensualità. La maggior parte delle persone, specie quelle di sesso maschile, presenti nel locale, con ammirazione, si voltarono a guardarla passare. Alex, al suo fianco, non sfigurava certo, era un bel ragazzo, alto un metro e novanta, capelli scuri, corti, occhi azzurro chiaro, lineamenti del viso regolari, indossava, sopra ad un bel fisico muscoloso il giusto, una ‘polo’ Fred Perry nera, un paio di pantaloncini lunghi di colore blù e scarpe da ginnastica ‘Superga’ blù con bordi bianchi. Le donne presenti, osservarono lui con molta attenzione. Insieme lei e lui, formavano quella che si dice, una bella coppia.
Cenarono con soddisfazione, prediligendo i piatti di pesce, e alla fine scelsero dal buffet dei dolci, lui optò per una fetta di torta con le mele e lei scelse invece, una fetta di torta, fatta con la panna montata e il cioccolato.
Durante la cena, il cameriere egiziano, addetto al loro tavolo, aveva fatto chiaramente capire che gli piaceva un sacco Laura, lui, gli aveva chiesto come si chiamava, quanti anni aveva, da dove veniva, e ogni occasione era buona per sorridere alla ragazza e per dispensargli tutti i complimenti, anche un po’ sfacciati, sul suo seno, sulle sue gambe e insomma, accarezzandogli tutto il corpo con gli occhi, quasi a volerla virtualmente spogliare con lo sguardo. Mohammed, questo era il suo nome, aveva raccontato la sua vita, dicendo di essere single, e, scherzando, aveva dichiarato di essersi innamorato di Laura. La coppia, uscì dalla sala del ristorante abbracciata, scambiandosi sguardi intensi, significativi, complici un po’ trasgressivi. In questo scambio di sguardi vi era la consapevolezza di essersi capiti senza parlare, di aver espresso i loro desideri solo con gli occhi, essi avevano compreso quali sarebbero potuti essere i piacevoli sviluppi della serata.
Fuori, di fronte al ristorante, vi era un grandissimo terrazzo, al fondo del quale si trovava il bar ‘PUNTO LAVAZZA’ . Sotto ai grandi ombrelloni per proteggersi dal sole durante il giorno, vi erano dei tavolini in ferro battuto di colore chiaro beige, con il piano di cristallo, attorno ad essi delle poltroncine in vimini dello stesso colore del tavolo.imbottite nella parte interna da cuscini colorati a strisce bianche e gialle.
Laura e Alex presero posto, uno di fianco all’altro, sulle poltroncine, immediatamente il cameriere accorse per ricevere l’ordinazione. Due caffè italiani per favore. Il giovane cameriere egiziano, senza distogliere lo sguardo da Laura, annotò su un blocchetto l’ordinazione e il numero della camera, strappò una copia, lasciandola sotto il posacenere posto al centro del tavolo.
Dopo alcuni minuti, furono serviti i caffè e il cameriere sorridente, parlando l’italiano perfettamente, chiese ad Alex se al termine della vacanza avrebbe potuto lasciare in Egitto Laura, che lui se la sarebbe sposata subito, regalandogli cento cammelli. Alex sorrise e disse che un simile tesoro di donna, la si tiene stretta e che nemmeno per diecimila cammelli l’avrebbe lasciata in Egitto. Risero tutti e tre e il giovane Atef, così si chiamava, accarezzò la spalla di Laura, in modo affettuoso, ma senza insistenza o volgarità. La coppia degustò il buon caffè italiano, e seduti uno di fianco all’altra, chiacchieravano, scambiandosi le loro prime impressioni, sul villaggio, su come si era mangiato bene al ristorante, e sulla corte che in pochi minuti, già due ragazzi gli avevano fatto.
All’interno del ristorante ormai vuoto, si vedeva un brulicare di personale, che provvedeva ad sparecchiare i tavoli, a fare le dovute pulizie, e a riapparecchiare per le colazioni del mattino seguente. Verso le ventitré, mentre loro si godevano la tiepida serata, un po’ per volta il personale di servizio usciva e percorrendo un viale entrava in una costruzione, dedicata appunto al moltissimo personale che lavorava al villaggio. Ad un certo punto videro che il cameriere, attraversato il terrazzo, entrava nella sala ristorante, e i due innamorati, lo videro ridere e parlare con Mohammed , il cameriere che gli aveva servito la cena. A loro si aggiunse poco dopo, un altro uomo, più maturo, panciuto, con importanti baffi scuri, che guardando, attraverso l’ampia vetrata, in direzione di Laura, rideva con i suoi colleghi di lavoro, in modo un po’ malizioso. Sembrava di assistere ad un film muto, dove i protagonisti, si muovevano, gesticolavano, ridevano e i due amanti non li udivano.
Ad un certo punto, l’uomo baffuto, uscì dal ristorante e si avvicinò al tavolino del bar, salutò e si presentò, io sono Aziz e volevo invitarvi a fumare con me e i miei amici il Narghilè nel nostro appartamento. Laura guardò Alex in modo significativo, e Alex ringraziando accettò con piacere l’invito. Dopo circa dieci minuti le luci del ristorante si spensero e dopo poco si aggiunsero ad Aziz anche Mohammed e Atef , quest’ultimo prese la mano di Laura e la fece alzare dalla poltroncina, e con un gesto elegante la invitò a seguirli. Laura si staccò dal ragazzo e prese sottobraccio il suo Alex, camminando dietro ai tre camerieri. Loro parlavano in lingua egiziana fra di loro e chiaramente i due innamorati non ne capivano nulla.
Entrarono in una grandissima camera, dove si vedeva un solo letto matrimoniale, separato dagli altri cinque letti singoli da un separé scuro. Nella camera a fianco, vi erano un tavolo basso con delle poltrone di pelle di cammello, colorate a spicchi, con diverse tonalità di rosso, molto basse. Fecero accomodare Laura e Alex e poi si sedettero anche loro. Laura aveva tirato un po’ su il vestito, lasciando abbondantemente scoperte le cosce bianche. Furono presi i narghilè dentro un armadio a muro e Aziz, il baffone, li preparò versando nella parte superiore, di vetro trasparente, da una bottiglietta senza etichetta, un liquido di colore verde chiaro e li accese. Porse a Laura un bocchino di plastica ancora confezionato, gli spiegò come funzionava e attese che lei provasse ad aspirare. La prima boccata, la fece tossire, suscitando l’ilarità dei tre egiziani e di Alex, poi lei riprovò ancora ed al secondo tentativo, riuscì a sentire il gusto della menta. Era buono, e ringraziando, continuò a aspirare con ampie boccate, soffiando il fumo dalla bocca e dal naso. Alex e i suoi nuovi amici si apprestarono, a fumare. I loro narghilè contenevano un liquido di colore biancastro, diverso da quello che fumava in quel momento Laura, dava un po’ alla testa e, Alex, dopo alcune boccate, sentiva girare la testa, e gli veniva da ridere, era allegro, euforico, batteva con il palmo della mano sulle spalle di Mohammed che gli stava seduto vicino. Laura lo guardava stupita, non era da lui un simile atteggiamento !! Glielo disse e vide che lui la guardava come se fosse perduto nel vuoto, anche gli altri sembravano essere nel mondo delle nuvole. Aziz la guardò e gli chiese se anche lei voleva provare il narghilè speciale che fumavano tutti loro. Incerta Laura non rispose ma lui, le porse il suo narghilè estraendo il bocchino di plastica e infilando al suo posto quello di Laura. Lei esitò, ma poi presa dalla curiosità, aspirò profondamente, subito non sentì nessun particolare sapore, ma dopo quattro o cinque boccate, sentì tutto ovattato intorno a se e l’ilarità si impossessò di lei. Rideva sguaiatamente, non riusciva a controllarsi, sentiva caldo, era completamente in estasi. Quando Aziz gli si avvicinò, infilando la mano dentro la sua scollatura, lei non ebbe nessuna reazione particolare, lo guardò si mise a ridere forte poi lo lasciò fare, sentiva la sua mano che gli strizzava un seno, che prendeva fra le dita a turno i suoi capezzoli rigirandoli fra i polpastrelli, facendola gemere dal piacere.
In piedi di fronte a lei c’era Mohammed che litigava con la zip dei pantaloni, cercava di abbassarla senza riuscirci, anche lui preso dal fumo che aveva inspirato nei polmoni. Lei con decisione avvicinò le mani e abbassò la zip dell’egiziano, fece scivolare la cintura e aprì la fibbia slacciandogliela. Sbottonò il pantalone e glielo fece scivolare a terra, con sua enorme sorpresa, scoprì che lui non portava le mutande. Il cazzo di dimensioni normali, era circonciso e la cappella ambrata era completamente scoperta e dura. Lo prese in mano e se lo avvicinò alla bocca ingoiandolo fino a metà. Succhiava e pompava il cazzo simultaneamente. Mohammed grugniva e ad alta voce le diceva cose in egiziano alternandole all’italiano: SHARMOOTAAAAHHHH !!! PUTTANAAAAA, SUCCHIAMI IL CAZZOOOOOO !!!! ZEBBBBBBB !!!! CAZZOOOO !!! – UUMMMMHHHH rispondeva lei, TROIAAAA TROIAAAA. Spinse il cazzo a fondo e con un grugnito prolungato, le affondò il membro in gola e tenendole il capo da dietro la nuca contro il suo pube irsuto, iniziò a schizzargli la sborra densa e calda con getti violenti che lei dovette mandare giù ingoiando tutto il suo sperma. Lui lo estrasse e mungendosi il cazzo fece uscire le ultima gocce di sborra e con le dita la infilò tra le labbra socchiuse di Laura. Alex, guardò Laura e poi guardò Atef e come se si fossero messi d’accordo presero per mano la ragazza e la condussero sopra al letto matrimoniale. Sfilato il vestito lei rimase nuda e i maschi egiziani ebbero così modo di vederla in tutto il suo splendore, ammirarono il suo monte di venere depilato interamente, dove risaltavano le labbra chiuse della figa, che si andavano a celare in mezzo alle sue gambe socchiuse. Il ventre piatto, la sua pelle chiara, morbida, vellutata e in alto il seno sodo, sormontato dalle aureole scure, contratte gonfie, sulle quali si ergevano i capezzoli ancora un po’ più scuri, sporgenti eretti, che sembravano voler invitare i maschi presenti a succhiarli a stringerli, a tirarli con forza. Atef si avvicinò a lei le aprì delicatamente le cosce, fece scorrere le dita dal basso verso l’alto in mezzo alle labbra e vi scivolò in mezzo, trovandola bagnata fradicia di un liquido vischioso e filante. Abbassò il viso fra le cosce ora spalancate della donna e si apprestò a leccarla, dapprima sul buchetto, e poi, quasi a scoparla con la lingua tenuta rigida, infilata nell’orifizio vaginale. Salì ancora l’egiziano fino a sentire la clitoride rigida, un piccolo cazzetto sporgente nella congiunzione delle grandi labbra, all’estremità superiore della figa. Si accanì leccando e succhiando il delizioso bottoncino e lei si agitò e le parole sgorgarono libere dalla sua bocca: LECCAMIIIII !!! SUCCHIAMI IL GRILLETTOOOOO!!!! AAAGGGHHHH !!!! UUUMMMHHHH !!!! SIIIIIIIII !!!! CONTINUAAA CONTINUAAAA LECCAMELAAAA!!!! MI FAI BAGNARE!!!! PORCO !!!!
DAMMI IL CAZZO!!! ADESSO!!!! DAMMELO!!! SPOGLIATI!!! TIRALO FUORI !!!!! FICCAMELO DENTRO, SCOPAMI , SCOPAMI!!!! VOGLIO IL CAZZOOOOOO !!!! ‘ Il giovane si sollevò sui gomiti e senza alzarsi in piedi si slacciò i pantaloni abbassandoli quel tanto che bastava per far fuoriuscire il cazzo duro. Lo guidò con la mano dentro la figa di Laura e la penetrò senza fatica con un sol colpo fino in fondo. SBATTIMIIIII FORTEEEE!!! DAIIII !!!FINO IN FONDOOOO!!!! DAIIIII!!! UUUMMMHHHHH CHE TROIA CHE SONOOOO !!!! SIIIII . !!!! TUTTOOOO TUTTOOOO !!!!L’egiziano grugniva ma la scopava in silenzio con colpi profondi e violenti, lei sentiva le palle di lui sbattergli nel solco del culo. GODOOOOO, GODOOOO, STO PER VENIRE, CONTINUAAAA , SIIIIIII !!!!DAI CHE VENGO, DAIIII, FAMMI GODERE, UUMMMHHHH SIIIIIIIIII , ADESSOOOO, SI ADESSOOO, AAAHHHHH, AHHHHHHH, UUMMMHHH, UUMMMHHH ”… Atef la vide godere sotto di sé, percepì le contrazioni della figa attorno al suo cazzo e ne fu felice, ma la sborra saliva dalle palle e lui sentendola arrivare estrasse il cazzo da dentro e inginocchiato fra le cosce della ragazza si masturbò velocemente raggiungendo l’orgasmo con schizzi violenti e lunghi che raggiunsero il viso di lei e mano a mano che uscivano, sempre più brevi fino a depositare gli ultimi getti sull’inguine di lei. Era ancora piena di sborra, che Aziz si avvicinò a lei, lui non era vestito all’europea ma indossava una tunica bianca lunga, e all’altezza del pube dell’uomo, sotto la pancia prominente, vi era una protuberanza, egli sollevò la jilbab, e da sotto il pancione spuntò un cazzo da record.. Era grosso, circonciso, con una grossissima cappella scura, non appuntita ma bombata, sembrava un fungo porcino, era lungo forse sui ventidue, ventitre centimetri, e sotto gli pendeva il grosso sacchetto delle palle. Se lo teneva alla base e lo muoveva facendolo oscillare verso destra e sinistra, poi lo portava in basso e lo lasciava libero di tornare verso l’alto, come se avesse una molla, questo tronco gli sbatteva sotto la pancia con un ciac. A quel punto, Alex si mise sopra a Laura e la penetrò baciandola con la lingua in bocca assaporando assieme il sapore della sborra egiziana.
Poi come facevano abitualmente, scambiarono posizione, naturalmente senza fare uscire il cazzo dalla figa, e lei si trovò seduta sul cazzo considerevole di Alex, sprofondato nella sua figa fradicia.
Lei si sollevava e si abbassava sul pene duro come il marmo e godeva quando sentì una mano appoggiarsi sulla sua schiena e spingerla in basso fino a piegarla a novanta gradi, poi la mano si insinuò fra le sue natiche ispezionando il suo buco posteriore, sentì un qualcosa di freddo sulla pelle attorno all’ano e un dito che le spalmava una crema, penetrandogli lo sfintere, prima con un solo dito e poi con due. La scopò per qualche minuto nel culo con le dita, poi, il ciccione si inginocchiò fra le gambe di Alex e appoggiando la dura e grossa cappella sul buco del culo della ragazza, spinse lentamente. Laura sentendo il suo povero buchetto dilatarsi, cercò inizialmente di favorire l’ingresso portando entrambe le mani dietro, artigliandosi le natiche per separarle il più possibile. La cosa ebbe parzialmente l’effetto desiderato, e la grossa cappella si insinuò per metà nel culo di lei.
In italiano lui le ordinò: APRITI IL CULO TROIA!!!! APRILO DI PIU ,DAIII!!! TE LO APRO BENE VEDRAIII !!!! CHE PORCA MAIALA CHE SEI!!!! Lei cercò di aggrapparsi il più internamente possibile alle natiche per riuscire ad aprirle al massimo. CE L’HAI TROPPO GROSSO!!! BASTARDOOOO!!! NON RIESCI A FICCARMELOOOO !!!! ‘ Lui le rispondeva: APRI IL BUCO DEL CULO!!! DEVI FARE COME QUANDO FAI LA CACCA TROIAAAA!!! SPINGIIIII , VEDRAI CHE TI SI APRE IL BUCO DEL CULO !!!!! CHE TROIA!!! MUORI DALLA VOGLIA EHH!!!??? Spingendo ancora il cazzo finalmente la cappellona superò l’anello dell’orifizio della ragazza. NOOOOO TOGLILO TOGLILOOOO, BASTARDO !!! MI FAI MALE !!!MI STAI LACERANDO !!! MI APRI TROPPOOOOO!!!! ‘ STAI ZITTA TROIA , PRENDITI IL CAZZO CHE TI MERITIIII !!! ‘L’egiziano spinse il cazzo dentro e la cappella si fece strada non senza problemi nell’intestino di Laura. Alex sentiva la cappella di Aziz strusciare contro la sua, era una magnifica sensazione, gli pareva di segarsi e scopare contemporaneamente, mentre lui usciva l’altro si strusciava contro il frenulo del suo pene dandogli un immenso piacere. Laura, attenuatosi il dolore per la penetrazione subita, iniziò a godere come mai aveva goduto prima: SCOPATEMI SCOPATEMI SIIIIII, AZIZ INCULAMI FORTE!!! SONO LA TUA TROIAAAAA !!! SBATTIMI SBATTIMI FORTE FORTE DAIIII CHE VENGO!!! DAI CHE GODOOOO , ODDIOOO GODOOOOO GODOOOOO SIIIIIIIIIIII ,UUUAAAGGHGGHHH. Mentre veniva sentì i due cazzi dentro di lei sprofondare nelle sue cavità e percepì un grande calore mentre i due maschi la riempivano in figa e in culo di sborra calda e densa .
Quando Aziz si sfilò dal suo culo lei ebbe l’impressione di sentire il suo orifizio aperto, completamente aperto e con una mano si toccò e ci infilò due dita che entrarono libere, quasi senza sfiorare le pareti del suo ano. L’aveva sfondata, aperta definitivamente, d’ora in poi nessun cazzo l’avrebbe più spaventata.
Si rimisero tutti in ordine, e si fecero la doccia tutti assieme in un locale attiguo molto grande, creato affinché il personale del villaggio potesse usufruire delle docce anche in gruppo.
Dal frigorifero, furono distribuite delle bibite fresche e tutti ne approfittarono per dissetarsi, dopo gli sforzi fisici non indifferenti a cui si erano sottoposti.
Alex e Laura si stavano congedando dalla compagnia per tornare nella propria camera, quando dall’uscio dell’appartamento entrò una coppia, erano il portiere della reception e la moglie che lavorava nella segreteria dell’hotel.
Shamira e Ashraf piacere, i due parlavano perfettamente l’italiano, come quasi tutti gli altri dipendenti del villaggio. Era comunque comprensibile, dato che, la maggioranza degli ospiti erano italiani. Lei indossava una lunga tunica scura e in testa aveva un velo, che le lasciava libero il viso.
Alex l’aveva notata al loro arrivo seduta dietro una scrivania alla reception, e aveva ammirato l’ovale del viso con i capelli pettinati all’indietro, legati, di un colore nero corvino lucidissimo e le ciglia degli occhi altrettanto scure, come scuri, neri, profondi, erano i suoi occhi. Il viso ovale perfetto, di una bellezza da togliere il fiato. Lui non era bello, piccolo, capelli neri che parevano impomatati, un viso normale ne bello ne brutto, portava un segno in fronte un po’ più scuro ancora del suo viso ambrato. Si risedettero e Laura iniziò a parlare con Shamira delle loro vacanze, e poi si scambiarono reciprocamente i complimenti per la loro bellezza e in modo confidenziale, come fanno le donne di tutto il mondo, parlarono d’amore verso i mariti, da quanto tempo vi frequentate, ecc’. Alex invece sorseggiava un’altra bibita e spiava i movimenti di Aziz con il nuovo arrivato Ashraf, i quali confabulavano fra di loro in lingua egiziana, chiaramente incomprensibile.
Dopo qualche minuto, il portiere dell’hotel si avvicinò alla consorte e, sempre in egiziano, le sussurrò qualche cosa, lei sorrise e si schermì, poi fece dei gesti di diniego verso il marito, che invece insisteva, infine la prese per un polso e sollevandola delicatamente ma fermamente, la guidò verso la camera da letto. La porta di comunicazione fu chiusa, e Laura e Alex si scambiarono uno sguardo interrogativo, come a dire, questi se ne sono andati senza nemmeno salutarci?? Boh!!
I tre egiziani, sogghignavano fra di loro, e si davano di gomito, guardando la coppia italiana, che era rimasta colpita dal comportamento maleducato dei nuovi arrivati.
Si sentì la voce di Ashraf chiamare Aziz e lui, dopo aver risposto con delle parole incomprensibili, si avvicinò all’uscio ed entrò nella camera per uscirne poco dopo invitando in lingua italiana tutti a seguirlo. La scena era strana, sotto le lenzuola la coppia stava facendo l’amore, come se fossero soli, ma poi, Aziz si avvicinò al letto e sollevò il lenzuolo tirandolo via completamente. Nudi, i due erano normalmente nudi, lui sopra di lei, in effetti si vedeva poco, solo il sedere di lui era a vista. Si notavano le natiche muscolose del giovane contrarsi per penetrare la moglie e le gambe della donna attorno ai fianchi del suo uomo, quasi a non volerlo fare più uscire dalla sua figa.
Mohammed e Aziz si avvicinarono al letto e spinsero Ashraf da una parte scoprendo la ragazza. Lei chiuse immediatamente le gambe e si coprì pudicamente il pube con una mano e il seno tenendovi l’avambraccio piegato sopra. Il marito, le prese prima il braccio che lei teneva sul seno e lo portò a cingere con le dita il suo cazzo duro, e poi le fece aprire le cosce e le spostò la mano dal pube. Lo spettacolo per la coppia italiana era inusuale, il pube di Shamira era coperto da un foltissimo pelo scuro che copriva altresì la figa, propagandosi sulle cosce per un paio di centimetri tuffandosi verso il buco del culo anche lui coperto di pelo nero.
Il seno non abbondante forse una seconda misura, era sodo, sembrava piantato lì, vibrava a malapena quando lui la sfiorava sui capezzoli, scurissimi quasi neri che formavano con le aureole una macchia scura rotonda piazzata li come se fosse stata disegnata da un bravo pittore.
Vista nuda la ragazza poteva avere al massimo 18, forse 19 anni minuta di fisico ma con tutte le curve al suo posto, sembrava un po’ acerba, quasi adolescenziale ma molto molto eccitante.
Alex aveva avuto una immediata erezione e stava lì in piedi come se dalle parti del suo pube ci fosse una tenda canadese. Era un estimatore delle ragazze brune, pelose, non depilate, dove l’intimità era da scoprire, dove il fitto bosco celava i segreti più imi e scabrosi.
Quasi a leggergli nel pensiero Ashraf , con le dita, aprì la vulva della giovanissima moglie e scoprì l’interno roseo, che faceva contrasto con il bordo delle grandi labbra scure, la ragazza non aveva subito, per sua fortuna, l’escissione della clitoride, che si vedeva difatti spuntare, come un piccolo glande rosa, la punta rotonda ed eretta, in attesa di essere leccata e succhiata.
Aziz fu il primo a dare l’esempio sfilandosi la tunica e gli altri lo seguirono aprendosi i pantaloni calandoli alle caviglie. Anche Alex seguì l’esempio degli altri mettendosi nudo, poi, aiutò Laura a sollevare il vestito lasciandola come l’aveva fatta la mamma.
Attorno al letto, stavano: Alex vicino alla testiera dalla parte di Ashraf, dalla parte opposta Aziz, con il suo cazzone gigante vicino al viso di Shamira, di fianco a lui Atef mentre al fondo del letto in centro si era posizionata Laura, poi vicino ad Alex vi era Mohammed. I quattro maschi si masturbavano e Laura con le mani si torturava i capezzoli. Come sempre Aziz ebbe l’iniziativa e presosi il cazzone in mano lo appoggiò alla bocca di Shamira che attese l’approvazione del marito, prima di ingoiare una parte, del missile che gli veniva porto. Alex, mentre guardava la scena, sentì una mano che gli toccava il cazzo, era Ashraf che glielo masturbava scappellandoglielo e poi, guardando l’italiano negli occhi iniziò a succhiarglielo con grande capacità e sapienza. I bisessuali esistono pure in Egitto, pensò Alex . Laura si affiancò ad Alex e chinatasi si infilò in bocca il cazzo di Ashraf . Era una catena di montaggio, anche Mohammed era inginocchiato sul letto tra le gambe aperte di Shamira che gliela leccava tenendogliela aperta con due dita. Atef era intanto salito in piedi sul letto e rimanendo in equilibrio, aveva raggiunto Alex porgendogli il cazzo duro, l’italiano lo tenne un attimo in mano e poi lo ingoiò e lo pompò succhiandogli la cappella, gli palpava le palle con la mano libera, facendogliela poi scivolare fra le gambe fino a raggiungere il buco del culo, titillandogli l’ano con un dito cercò di penetrarlo, non riuscendoci, se lo portò alla bocca insalivandolo bene e poi ripetè l’operazione, questa volta ebbe successo. Lo scopava nel culo con il dito e gli succhiava il cazzo, quando lo sentì irrigidirsi di più, lo tenne in bocca con le labbra che toccavano i peli pubici dell’egiziano, lui gli sborrò in bocca tutto il seme che aveva nei grossi coglioni. Alex eccitato sembrò quasi scambiare lo sperma appena ricevuto, restituendolo ad Ashraf che ingoiò tutto leccandoglielo fino all’ultima goccia colante. Fu un susseguirsi di venute e di sborrate continue, anche Shamira e Laura godettero, quest’ultima mentre pompava Ashraf si sditalinava la figa, e venne, con un suono muto, avendo la bocca piena di carne calda e dura. Aziz fu l’unico a sborrare esternamente muovendo il cazzo qua e là e colpendo un po’ tutti con i suoi schizzi abbondanti.
Altra doccia e questa volta esausti i due italiani salutarono la compagnia e si congedarono. Mentre abbracciati, percorrevano il viale che li portava al proprio appartamento, si baciarono ancora, guardandosi teneramente negli occhi, il loro, era amore con la A maiuscola, nonostante le esperienze recenti, ogni volta, si scoprivano più innamorati di prima, grati uno all’altro ,della generosità, che entrambi dimostravano, non negando mai, il piacere che fisicamente potevano e volevano provare.

Cosa succederà ancora ai due giovani vacanzieri ?

Seguite le prossime puntate, ciao

Ombrachecammina
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