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017 – Chiara, la sua famiglia, e i gemelli della casa di fronte

By 8 Settembre 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Nel sonno, Chiara, ripercorse la mattinata ed il pomeriggio, appena trascorsi, con estrema agitazione, rivoltandosi nel letto, di continuo, lamentandosi a voce alta, a volte accarezzandosi intimamente, in modo involontario, inconsapevole. In certi momenti il sogno si trasformava in incubo, i polsi bloccati, le scosse elettriche, poi ancora l’estasi, il piacere provocatogli dal dolore intenso ai capezzoli, vedeva il cazzo duro di suo fratello, sentiva quasi il sapore del suo sperma, poi ancora quello della figa fradicia di Marta’.
Si svegliò di colpo, udendo una voce che pareva provenire dagli inferi, di scatto si mise seduta sul letto e aprendo gli occhi assonnati, capì che la voce, altro non era che quella di sua madre che la chiamava per la cena.

‘Ok, mamma, ok, vengo subito, mi sono addormentata, arrivo, ora arrivo’

Si infilò una tunichetta leggera tralasciando di indossare l’intimo e si avviò in sala da pranzo. Vide che, suo padre e sua madre, stavano in piedi vicino all’angolo cottura e parlavano sottovoce con Dario e Marta. Sembravano le cospirazioni ‘Carbonare’ e in effetti all’arrivo di Chiara il gruppetto si divise repentinamente, fingendo assoluta indifferenza. Questo modo di fare era sinonimo di”.. Quello che noi stavamo dicendo a te non deve interessare!

E Mario parlò per tutti””’

‘Aspettaci un attimo che arriviamo subito’

Si allontanarono, salendo la scaletta che portava alla grande mansarda, dove Chiara aveva subito le dolorose e dolci torture nel pomeriggio. Quando li vide tornare Chiara rimase a bocca aperta, indossavano tutti e quattro una tunica interamente bianca con un cappuccio sollevato a coprire il capo. Le tuniche erano lunghe fin sopra alle caviglie per i maschi mentre per le femmine arrivavano a metà coscia lasciando scoperte abbondantemente le gambe nude.
Mario teneva nelle mani, un indumento piegato, ugualmente bianco, lo teneva come un cameriere che porta davanti a se un grosso vassoio. Si avvicinò a Chiara, facendosi aiutare da sua moglie Alessia, sfilò il vestito indossato in precedenza dalla figlia più piccola, e spiegando la tunica che teneva appoggiata agli avambracci la calò infilandola dalla testa facendola scendere fino a coprire a malapena il culetto di Chiara.
Sempre Mario”’..

‘Benvenuta nel nostro clan, so che, dopo il rito di iniziazione che hai affrontato oggi, ora sei degna di farne parte, d’ora in poi potrai anche tu partecipare alle nostre sessioni, procurando, senza distinzione di sesso, di età o grado di parentela, il giusto piacere, a te stessa, ma soprattutto, dedicandoti al piacere degli altri e noi faremo lo stesso con te. Ancora benvenuta fra noi!’

Un applauso accolse la nuova adepta, che sorrise, e abbracciò tutti e quattro con trasporto e sentimento, baciandoli e introducendo loro, naturalmente ricambiata, la lingua in bocca. Il gruppo famigliare si sedette poi a tavola e iniziò a servirsi dai piatti di portata, appoggiati sul grande tavolo apparecchiato in precedenza.
Al termine della cena, Mario salì la scaletta e ritornò immediatamente giù, portando, un vassoio di bronzo, di circa cinquanta centimetri di diametro con un bordo piatto su tutta la circonferenza largo quattro, cinque centimetri. Su questo bordo, vi erano delle scanalature, tipo quelle che ci sono nei posacenere classici. Dentro al vassoio vi era un sacchettino di iuta, color canapa e una bustina di cartoncino lunga una decina di centimetri larga più o meno sui quattro centimetri e alta poco meno di un centimetro. Lo stesso Mario depose il tutto sul tavolino centrale, posto fra il divano angolare e le poltrone, aprì, slegando il laccetto che lo teneva chiuso, il sacchettino di iuta e inserendo dentro ad esso la mano ne estrasse un grosso pizzico di tabacco sminuzzato, che parevano essere delle foglie essiccate e poi lievemente triturate. Aprì la piccola scatoletta sfilando ad una ad una delle cartine da sigaretta. Riempì le cinque cartine con il tabacco, leccandole per meglio farle aderire. Tutti e cinque seduti attorno al tavolino, ricevettero dalle mani di Mario, una sigaretta appena fabbricata e serviti sempre da lui, accesero aspirando profondamente. Anche Chiara, seguì l’esempio dei genitori e dei suoi fratelli, aspirando la sigaretta con voluttà. Le prime boccate parvero essere assolutamente insipide, poi gradatamente iniziò a sentire la testa girare e a percepire i rumori, ovattati e lontani. Vide sua madre che rideva e anche gli altri ridevano, di un riso irrefrenabile. Anche lei fu contagiata da questa epidemia di riso e sentì che tutti i freni inibitori se ne andavano, liberandole il cervello dai tabù ancestrali, che appartenevano al proprio sesso. Mario e Alessia, subito seguiti da Dario e Marta si alzarono in piedi e si sfilarono la tunica bianca, rimanendo completamente nudi davanti a lei. Chiara, seguì l’esempio e si denudò rimanendo anch’essa assolutamente nuda. Mario e Alessia si guardarono intensamente negli occhi e si avviarono verso la scaletta della mansarda. I tre figli li seguirono a ruota, ridendo divertiti. Quando giunsero su si sedettero in cerchio sul pavimento in parquet di noce chiaro, incrociando le gambe, il capo famiglia aveva precedentemente prelevato da uno degli scaffaletti posti contro il muro perimetrale una bottiglia vuota e ora”..

‘Vediamo a chi tocca iniziare le danze!’

E Alessia’..

‘Dai, grande capo, fai girare la bottiglia e vediamo chi è il predestinato’

La bottiglia girò fin quando il collo di essa, indicò senza ombra di dubbio, che la predestinata era proprio mamma Alessia’.

‘Tocca a me iniziare, bene, bene, così la nostra nuova allieva impara qualcosa’

E Mario””..

‘Adesso facciamo girare la bottiglia per vedere chi decide cosa fare’

La bottiglia girò e indicò che toccava a Chiara decidere cosa fare

‘Ma io, veramente non sono molto esperta, cioè ho iniziato solo oggi pomeriggio e non so cosa fare’

Mario rispose”..

‘Tu sei uguale a noi, ora e non ci sono scuse, c’è un armadio pieno di cose da fare, c’è il tavolo che offre molte possibilità, quindi scatena la fantasia e cerca di pensare a cosa farebbe divertire te stessa ma cerca di capire anche a quello che farebbe divertire e godere gli altri.’

‘Ok va bene, io ci provo’

E Dario”..

‘Vieni qui sorellina, ti spiego solo come funziona il tavolo di legno, così se vuoi usarlo sai come farlo’

Dario la prese per mano e la portò vicina al tavolo mostrandogli le varie funzioni e spiegandogli tutte le varianti che si potevano applicare avendo a disposizione un corpo femminile e ad un corpo maschile

‘Innanzitutto, come puoi vedere il tavolo è più alto di un normale tavolo da cucina, è alto circa un metro e trenta, per dare la possibilità a chi lo usa di infilarsi sotto per poterne usufruire più comodamente. Per questo motivo noterai che a fianco dei lati lunghi vi sono due scalette per far si che chi è destinato a subire la tortura possa salirci comodamente.
Vedi questo buco posto quasi in centro? Lì un maschio può mettersi a pancia in giù e infilarci dentro il cazzo e le palle, poi lo si blocca con queste cinghie che passano sulle natiche e lui non può più estrarre il pene dal buco, quindi chi opera su di lui riesce, mettendosi sotto a usare il suo cazzo come meglio crede. Con frustate, oppure legandolo e tirandolo. Oppure ancora e se ti chini lo vedi, attorno al buco, qui sotto, ci sono due ganasce in legno che si possono stringere, esse imprigionano tutto il pacco del maschio, a questo punto lo liberi dalle cinghie e lo frusti sul culo, lui, per un normale riflesso, cerca di sollevare le natiche e il sobbalzo, gli procura uno stiramento dei testicoli e del pene, molto doloroso, ma al contempo, inizia a godere quasi inconsciamente’

‘Ma non si rovina un maschio facendo ste cose?’

‘No se non lo fai per un tempo troppo prolungato, non succede niente. Comunque come vedi qui in alto il tavolo e separato e ci sono dei buchi simili a quello che serve per i genitali maschili ma molto più larghi sono delle aperture che servono per introdurci le tette delle femmine e anche queste funzionano come quella per i maschi. Ti spiego solo più un ‘ultima cosa poi le altre funzioni le scoprirai un po’ per volta da sola. Vedi qui sotto in fondo al tavolo c’è questa cosa che si ribalta sopra e credo che a vederla puoi capire a cosa serve’

In effetti, l’apparecchio lasciava indovinare la funzione per la quale era stato creato. Si trattava di un grosso vibratore molto largo e molto lungo di colore chiaro con una riduzione sul fondo sulla quale era stretto un collarino metallico che serviva a bloccarlo. Il collare era sostenuto da una staffa pesante sempre in metallo che era a sua volta inserita in un meccanismo con una ruota. L’apparecchio era collegato con un filo nero ad una presa di corrente e azionando un pulsante si metteva in moto simulando il movimento di andirivieni che un pene fa dentro una vagina durante il coito. Naturalmente vi erano alcuni variatori di velocità e anche di profondità, in più mentre entrava e usciva poteva vibrare con diverse regolazioni di intensità. Lateralmente al tavolo vi era un cassetto con altri cinque vibratori di dimensioni e di colori diversi.

Chiara”’

‘Vieni mammina, che ti faccio divertire’

‘Eccomi pronta, cosa devo fare, mia padrona?’

E Diego”.

‘Chiara, fatti dare del lei dalla troia!’

‘Ok Dario, va bene. Ehi troia, dammi del lei hai capito?’

Mario”..

‘Puniscila, non si deve permettere di dare del tu alla padrona!’

‘Si ok, adesso ci penso io. Sdraiati sul tavolo a pancia in giù e metti le tette dentro ai buchi, troia!!!’

‘Si padrona, si, mi scusi, non lo faccio più’

Chiara si infilò sotto il tavolo e tirando per i capezzoli prima il seno sinistro e poi quello destro li bloccò entrambi stringendo le ganasce e imprigionando così le tette della mamma.

‘Padrona, per favore, mollale un po’ mi fanno malissimo, me le stai schiacciando troppo!’

Marta intervenne”’

‘La maiala ti ha dato di nuovo del tu, puniscila subito!’

Chiara prese dall’armadio un frustino di cuoio che aveva in punta dei lacci sempre in cuoio che a loro volta bloccavano con dei nodi dei chiodi con la testa molto larga e le punte molto aguzze. Si mise dietro la madre e aprendogli le gambe le bloccò alle caviglie con dei morsetti scorrevoli in legno. Lei regolò la giusta distanza e chiuse con la grossa vite a farfalla la parte superiore sopra le caviglie di Alessia, quindi fermò le morse al tavolo. Poi riprese il frustino e colpì a più riprese le natiche della madre.

‘Fermatela! Mi fa troppo maleeee!!! Non sa cosa fa, mi rovina le chiappeeee, cazzoooooo!!!’

Mario e Dario osservavano attenti con i cazzi durissimi in mano e all’unisono”.

‘Vai avanti così Chiara!’

E Dario aggiunse”

‘Colpiscila ancora, deve soffrire, come tutte le troie deve soffrire, poi vedrai che gode come una vacca!!’

Chiara obbedì al consiglio di Dario e colpì ancora le chiappe di sua madre, poi mentre i lamenti di Alessia salivano di tono, si fermò ad ammirare il risultato. Le striature sul culo erano evidenti e in alcuni punti si notava che vi erano dei piccoli graffi che lasciavano fuoriuscire delle piccolissime gocce di sangue. Chiara toccò ora la figa della madre e la sentì bagnatissima, lubrificata al massimo, pronta per essere scopata. Sollevò allora il meccanismo ribaltandolo nella parte superiore del tavolo, e lo mosse regolandolo in modo che la grossa cappella, si appoggiasse perfettamente al buco del culo, poi prese le cinghie di cuoio che pendevano lateralmente e le congiunse stringendole e bloccandole con tutta la forza che aveva. Sputò poi sul buco del culo di su amadre invitando anche gli altri a riempire l’orifizio anale di saliva lubrificante. Poi manualmente provò a infilargli il mostruoso vibratore nello sfintere. Ma Mario””’

‘No Chiara, guarda che quello nel culo non va bene è troppo grosso, comunque la padrona sei tu quindi decidi tu cosa fare’

‘Mario, nooooo, nel culo quello grosso noooo, digli che non va bene, dai ti prego, mi uccideeee’

‘Alessia cara, è lei che decide e tu devi subire questa è la nostra legge e tu lo sai bene!!’

Chiara con il frustino colpì ancora due volte le chiappe della mamma suscitando le urla di dolore, poi infilò un dito nel buco del culo e lo fece girare dentro, quindi tirò in avanti il finto fallo e lo appoggiò allo sfintere, quindi con decisione spinse il bottone. Il gigantesco vibratore stentava a farsi strada ma alla fine il buco che Alessia teneva il più stretto possibile si dilatò e il cazzo finto entrò nel suo intestino fino a metà, poi ritorno indietro, per rituffarsi ancora nell’ano dolente della donna.

‘Signorina, la prego, faccia smettere questa tortura, la prego, veramente, mi sta dilaniando il culooooo’

E Dario”’

‘Non ascoltarla, continua, metti la vibrazione, vedrai che la troia gode con il culo, prova Chiara e vedrai il risultato!’

‘Aspetta Dario, prima voglio che entri tutto, adesso lo regolo in modo che vada più a fondo, cosi vediamo se la nostra zoccola piange e si lamenta ancora, oppure gode, vero schiava del cazzo?’

‘Padrona, basta adesso basta per favore, sento il culo troppo dilatatati non resisto più !!!’

Per tutta risposta, la ragazza, aumentò l’escursione del grosso cazzo, facendolo entrare quattro o cinque centimetri più profondamente.

‘Aaaggghhhhh, nooooooo, mi viene male alla panciaaaaaa, bastaaaa, la prego bastaaaa.’

Mario”.

‘Dai porcellina, vedrai che fra un po’ cominci a godere, sei una maiala, il culo ti si apre bene, poi vedrai che si restringerà con il tempo!!! Ora pensa a godere !!!’

‘Noooo, mi fanno malissimo pure le tette, me le ha strette troppo!!’

E Chiara, ormai perfettamente calata nella parte”’

‘Devi soffrire come ho sofferto io con le scosse elettriche stamattina troia del cazzo!!!’

Marta intervenne”..

‘Ficcaglielo tutto in culo dai sfondala sta baldracca!!’

‘Adesso ti accontento, sorellina mia!’

E subito mise la manopola che regolava la profondità di penetrazione al massimo, tutti i trentacentimetri del mega vibratore si fiondarono nel culo di Alessia, che bloccata in tutto il corpo non riusciva a liberarsi e ad ogni piccolo movimento, le tette si stiravano di più, procurandogli dolore, poi Chiara aumentò la velocità di penetrazione e mise in funzione la vibrazione al massimo”.

‘Mi spacchi tuttaaa, wowwwww, mi rompiiii, uuummmhhhhh, mi si bagna la figaaaa, maledetta bambina, mi stai facendo godereeeee, sei una troiona pure tuuuu, bastarda, continuaaaa, non smettere ti prego ora non smettere piùùù’

Chiara, rallentò la corsa del pene finto e ridusse al minimo sia la vibrazione, sia la profondità, ora il cazzo entrava nel culo di Alessia un paio di centimetri e si ritraeva del tutto, rimaneva fuori per almeno 15 secondi e poi di nuovo 2 centimetri di penetrazione”..

‘Noooo, adesso nooo, ti prego rimettilo come prima, stavo per godere, sei cattivaaaa!!!!’

Il frustino colpì le chiappe della donna una decina di volte provocandogli dolori e piccole ferite sanguinanti’..

‘Mi scusi padrona, mi scusi, la prego continui come prima la prego mia signora!!’

Ora Chiara aumentava al massimo tutte le funzioni e poi le abbassava al minimo, portando la madre sull’orlo dell’orgasmo, , per bloccare tutto, Alessia soffriva, poi Chiara, la volle aiutare e aprì le manopole al massimo portandola finalmente all’orgasmo”’..

‘Si, si, si, si godoooo, vengooooo, vengooooo, frustami il culoooo, frustami il culoooo, dai vengooooo, godooooooo, uuummhhhhhh, aaagghhhhhh, aagghhhhhh, siiiiiiiiii,siiiiiiiiiiiii, ahhh, ahhhh, ahhhhhhhhhh.’

Chiara quando vide la madre ansimare rapidamente e poi lasciarsi andare, di schianto come un peso morto, sulla superficie del tavolo, decise di liberargli le tette e aprì le ganasce e quando lei si sollevò vide che il loro colorito era sul viola intenso e la forma, di solito sollevata aveva preso le caratteristiche delle tette a pera. Slacciò le cinture che la tenevano bloccata al tavolo e finalmente la donna si potè muovere. Si sollevò dal tavolo mettendosi per un attimo a sedere e poi reggendosi alla mano che le tendeva il marito, scese e per prima cosa, abbracciò Chiara, ringraziandola, per non aver ceduto alle sue richieste e la baciò sulla bocca infilandogli la lingua dentro. La ragazza, rispose al bacio lesbico con passione, tenendo il viso di sua madre fra le mani, esplorava e si faceva esplorare la bocca fin quando qualcuno le staccò. Entrambe sudate si presero per mano e si recarono nella sala da bagno infilandosi tutte e due sotto la doccia tiepida.

Al ritorno, si sedettero ancora in terra a gambe incrociate e questa volta Alessia, girò la bottiglia che si fermò su Dario, era lui lo schiavo, chissà chi sarebbe stato il padrone?
Altro giro di bottiglia e il collo di essa si fermò su Mario, era lui il padrone. Egli prese per mano il figlio e lo fece salire sul tavolo a pancia in giù, poi da sotto il tavolo si mise in posizione da poter succhiare il cazzo a Dario. Il membro era già mezzo duro per l’eccitazione precedente e dopo pochi attimi ritornò al massimo della consistenza e della rigidità. A questo punto, Mario prese alla base il cazzo e le palle e le tirò verso il basso, poi chiuse le ganasce bloccando così il pene che si vedeva benissimo spuntare da sotto.
Prese da uno scaffale una specie di cuscino in plastica dura e lo infilò sotto la pancia del figlio. Guardando il corpo di Dario si notava chiaramente che aveva preso la forma di una esse allungata.

‘Toglimi il cuscino da sotto, mi tira troppo le palle e il cazzo, fra un po’ mi si strappa tutto!’

Senza alcuna risposta, il babbo, si avvicinò all’armadio e ne tirò fuori un nerbo formato da un ramo di salice grosso come un dito pollice, che era stato privato dei rametti, ma non lisciato. In poche parole i rametti erano stati tagliati, lasciando circa mezzo centimetro di sporgenza, Sulla circonferenza del ramo, di queste protuberanze se ne vedevano circa una ventina.

‘Vedi un po’ adesso se ti si strappa il cazzo!!’

E così dicendo lo frustava con colpi secchi e veloci, il ramo era molto flessibile, e lasciava sulla pelle delle striature rosse con dei punti di un rosso porpora più accentuato.
Il nerbo colpì Dario sulla schiena, sul sedere sulle gambe, fino sotto la pianta dei piedi. Poi Mario senza nemmeno abbassarsi, si fermò all’altezza dove sapeva avrebbe trovato il cazzo penzolante e con il nerbo lo colpiva da sotto il tavolo sui coglioni e sul cazzo.

‘Noooooo, aggghhhhhhh. Doloreeeeeee, mi distruggi, bastardooo, smettilaaa, ti prego smettila!!’

Chiara ed Alessia se ne stavano sedute una a fianco dell’altra sul parquet e vedevano benissimo il frustino colpire il pene e i testicoli di Dario che ad ogni colpo sobbalzava peggiorando la situazione. La mamma, per niente impensierita per il destino del figlio””.

‘Bastardo!! Prima incitavi Chiara a frustarmi e a farmi male e adesso preghi?? Vai tranquillo Mario frustalo più forte cosi capisce cosa vuol dire il dolore!!!’

Ma il marito, non la ascoltò, andò a posare il nerbo di salice e tornò invece con 2 strani aggeggi. Erano anelli di ottone, con all’interno una parte in gomma dura spessa due, tre millimetri e il diametro interno era sui tre centimetri per una altezza di mezzo centimetro circa. In pratica sembrava uno spezzone di tubo diametro tre centimetri con un anima interna in gomma. Lungo tutta la circonferenza vi erano degli aghi infilati dentro che fuoriuscivano di pochissimo dall’anima di gomma. Mario prese un altro cuscino in plastica e lo mise sotto il mento del ragazzo. Ora il corpo di Dario formava un ponte che partiva dalla zona del collo fino al ventre. Prese uno dei marchingegni e lo posò su un capezzolo poi, ad uno ad uno spinse gli aghi verso l’interno, essi si piantavano lentamente nel capezzolo del giovane procurandogli dolore. Ad ogni ago che si piantava Dario urlava, e questa cosa successe almeno venti volte. Una volta inseriti entrambi i ‘tortura capezzoli’ Mario tolse i due cuscini, obbligando Dario ad appoggiare sul tavolo il petto con i capezzoli trapassati dagli aghi.

‘Aaagghhhhh, toglimi gli aghi cazzoooo! Dai mi fai malissimo, sembra che si strappi tutto!!’

‘Tranquillo, ora ti do la pace e la goduria, ok amore mio?’

‘Cosa vuoi fare ancora?’

‘Ti libero da tutto, un attimo, ecco fatto ora il cazzo e le palle sono liberi, alzati aspetta che ti tolgo gli aghi, ecco fatto, a sinistra è a posto e adesso a destra’. OK a posto. Adesso vieni qui a capotavola, appoggia le mani al tavolo, ecco fatto, bloccato il polso destro, e adesso il sinistro.’

‘Cosa intendi farmi adesso?’

‘Fai la troia a disposizione di tutti, tieni il culo bello esposto adesso, così bravo!’

‘Non avevi finito di torturarmi prima?’

‘Donne se volete approfittare lui è il vostro schiavo, potete sodomizzarlo, frustarlo, sculacciarlo, succhiargli il cazzo, se volete potete salire in piedi sul tavolo e benedirlo con la vostra pipì ad esempio’

Chiara si avvicinò al fratello e aprendo il cassetto dei vibratori ne prese uno, lo infilò in bocca a Dario dicendogli di insalivarlo bene, poi si mise dietro e con un sol colpo lo penetrò in culo.

Ma Mario”..

‘Fai dare qualche colpo pure a me, mentre lo inculi con il vibratore mettiti a pecorina che te lo metto in figa, è una vita che ho voglia di farlo!’

‘Uuuummmhhhh, papiii, siiiii, scopami, hai un cazzo magnifico, ficcamelo dentro tutto, senti come ho la figa fradicia?’

‘Siii, bambina mia, toh, prendilo tutto, così a pecorina, fino alle palle!! Intanto incula quel ricchione di tuo fratello con il vibratore!!’

‘Wooowww papi, come scopi beneeee, altro che i ragazzini che scopano me, tu sei bravo, lo spingi fino in fondo, uuummmmm, sbattimiii forteeee, vieni qui mamma, vieni succhia il cazzo di Dario, anche Marta vieni qui, facciamo tutti assieme dai!’

E Mario”..

‘Fermatevi, a questo punto, è meglio se scendiamo giù ci mettiamo nel letto e ci divertiamo un casino, cosa ne pensate?’

Rispose Dario’..

‘Peccato mi stavo abituando, poi la troia della mamma succhia il cazzo a meraviglia!!’

Ma ormai la decisione era stata presa e tutti decisero di scendere, fu liberato Dario e tutti nudi scesero la scaletta e si fiondarono nella camera da letto dei genitori. Il letto a disposizione era veramente molto grande, fuori dalle misure standard e senza una precisa intenzione si sdraiarono sul letto in attesa di eventi.

Fu Alessia che si mise per prima a cavallo di Dario e si infilò guidandolo con la mano, il cazzo del figlio nella figa, poi iniziò a cavalcarlo, saliva dritta ma quando scendeva con il bacino si muoveva in tondo arretrando il culo e poi portandoselo dentro con un movimento avvolgente della vagina. Marta, si avvicinò al padre, che la allontanò con un gesto della mano e””’..

‘Aspetta Marta, voglio provare la bambina, il suo corpo acerbo mi eccita, vieni qui amore di papà, mi hai detto che ti piace il mio cazzone vero?’

‘Si papi, avevo visto quello di Dario, che è già molto lungo e grosso, ma il tuo lo è ancora di più, prendimi, dammelo tutto, babbo porcello!’

Marta, rivolse allora le sue attenzioni, all’altra coppia già in azione, e si mise a cavalcioni sopra il viso di Dario, ponendogli la figa incollata alla bocca, che egli, senza farsi pregare, iniziò a leccare con ingordigia. La mamma, tirò fuori la lingua e iniziò a muoverla incrociandola, come in un duello di cappa e spada, con quella di Marta.
Distesa sul letto, Chiara aveva spalancato le cosce e suo padre, in mezzo ad esse, sdraiato a pancia in giù, le leccava la figa bagnatissima, e tenendo le braccia tese, a raggiungere con i polpastrelli delle dita i capezzoli della ragazza e usandoli come delle piccole manopole, glieli girava lentamente, stringendoli e tirandoli e lei’.

‘Ummmhhhh, piano papi, stringili in punta, siiiiii, cosìììììì, leccami il grilletto, succhialo, aspetta, ti auto a scappucciarlo, eccoooo, uuummhhhhh, siiiii, cosiiiii. Adesso dammi il cazzoooo, voglio il tuo cazzone dentro, scopamiiii, scopamiiiiii, ficcamelo dentro. Voglio godere come una troiaaaa, la tua troiettaaa, paparino fottimiiiiiiiii, sbattimelo fino in fondo alla figaaaaa!!!!’

Sollevandosi e inginocchiandosi fra le cosce della figlia, Mario, spinse il bacino in avanti, per meglio esporre, la propria enorme mazza. Il grosso pene era simile nella forma a quello di Dario, ma era di qualche centimetro più lungo e anche più largo. Si capiva al primo sguardo che era durissimo e si notava altresì, una goccia di liquido trasparente, che colava dalla piccola feritoia della cappella, formando un laccio gelatinoso e tremulo. Era veramente un magnifico esemplare di cazzo, appena, appena incurvato verso l’alto, quasi aderente al ventre, svettante, con il glande scappellato, lucido, tirato, gonfio, di colore rosso violaceo. La grossa cappella sormontava il fusto del lungo pene, perfettamente cilindrico, il cui diametro, percorso da arterie bluastre che parevano fiumiciattoli in piena, era ad occhio attorno ai sei centimetri, forse qualcosina in più.
Chiara, lo ammirava con desiderio, e aspettava con impazienza di essere penetrata a fondo, da questo obelisco di quasi trenta centimetri, aveva voglia di sentirsi posseduta e sentire dentro di se questo blocco di carne calda e dura. Nonostante i suoi quarantacinque anni il babbo aveva un fisico curato, senza un filo di grasso e con tutti i muscoli al proprio posto. Egli aveva tutto il corpo depilato, anche la zona pubica era completamente glabra, liscia, stranamente non si notava nemmeno l’ombra di un pelo. I testicoli anch’essi privati della peluria, formavano un grosso sacchetto oblungo, che gli pendeva verso il basso per almeno dieci centimetri. Sicuramente, non si poteva dire che il ‘papino’ non fosse da considerare un ‘uomo con le palle’!

‘Amore di papi, vedo che il mio cazzo ti piace!’

‘Si, papi, è da quando ti ho visto in video mentre inculavi Dario, che ho voglia di prenderlo!’

‘Adesso te lo do, apri bene le cosce, e lasciati andare, rilassati, ti apro ben bene la fighetta, amore mio!’

Mario, appoggiò la grossa cappella alle labbra chiuse, quasi incollate fra loro, e muovendo il cazzo dal basso verso l’alto fece scivolare il glande fra le grandi labbra dischiudendo e scoprendone l’interno rosa che ispirava tenerezza e consigliava a Mario di muoversi con delicatezza, facendo attenzione a non essere trascinato dalla passione a spingere troppo a fondo per non farle troppo male. Spinse lentamente, penetrandola con la sola cappella e vide il volto di Chiara contrarsi in una smorfia di dolore. La giovane fanciulla, sicuramente non era più vergine, ma certamente era come se lo fosse, per le misure del cazzo del padre.

‘Mi fa un po’ male papi, fai pianissimo ti prego!’

‘Tranquilla, troietta mia, faccio piano, ma io devo entrare!’

‘Spingilo dentro allora, prova a spingere deciso, dai prova, sono fradicia, dovrebbe scivolarmi dentro facilmente!’

‘Toh prendilo, eccolo! Te la spacco, ti rompo la figaaaaa!’

‘Aaaagghhhhh, piano, cazzoooo, mi spacchi l’utero con sta mazzaaa!!!’

Mario spinse deciso e lo piantò dentro la figa lasciandone fuori qualche centimetro, egli sentiva la cappella sbattere contro qualcosa, forse la bocca dell’utero, e ad ogni colpo lei cercava di respingerlo con i palmi delle mani appoggiate al torace, quasi a tenerlo a distanza.

‘Lo vuoi ancora tutto??’

‘Noooo, nooooo, tutto nooo ti prego mi sfondi sul serio, non me lo mettere tutto per favoreeee!!’

‘Prima lo volevi tutto e adesso ti tiri indietro? E poi tua madre lo prende tutto senza problemi! ‘

‘La mamma è una troia, io non lo sono ancora come lo è lei!!!’

‘Te lo ficco dentro tutto vedrai che se ti rilassi ti piacerà, distenditi, tranquilla, non contrarre i muscoli del bacino, se no accorci il canale della vagina’

‘Ok proviamo ma se sento male lo tiri indietro !’

Mario lo estrasse quasi del tutto, poi affondò in lei con un solo colpo deciso, il grosso membro scivolò fino in fondo, lei sentì i pesanti coglioni, sbattergli contro le natiche, e un forte dolore arrivargli fino al cervello, si sentiva come se avesse il lungo pene dentro lo stomaco.

‘Te l’ho ficcato tutto!! Che troia che sei, brava la mia bambina, ti sei presa sti trenta centimetri di cazzo come se niente fosse!! Zoccoletta di papà e adesso prova a godere che ti sborro in figa!!’

‘Nooo, non mi venire dentro, non prendo la pillola, devi fare attenzione cazzoo!!!’

Mario iniziò a pomparla con colpi decisi e profondi, sempre più rapidi, e lei”.

‘Wooowwww, siiiiiiiii, ahhhhhgghhhh. Uuuuuuu, ahhhhhhhhhh, siiiiiiiiiiiiii, continuaaaaa, sbattimi , sbattimi forte, baciami in boccaaaa, uuummmhhhhh.’

‘Che figa che sei, puttanella di papà! Lo senti che ti entra tutto? ‘

‘Siiiiii, è magnifico papiiii, si continuaaaa, fammi godere, voglio venireeeee, scopami forte, piantamelo dentroo tuttooooooooo, siiiiii, continuaaaaa, oohhhh siiiiiiii stringimi una tetta, si strizzamelaaaaa, fottimiiii, fottimiiii, ooddioooo, vengooooo, vengoooo, siiiiiiii, papi sei grandeeeeee, uuummhhhhh, aaaagghhhhhh, ahhhhh siiiiiiiiii, siiiiiiii, wowwwwwwwwwww!!’

‘Adesso apri bene la bocca che ti faccio bere la creminaa!!!’

Mario sfilò rapidamente il cazzo e velocemente si posizionò a cavalcioni sulle tette di Chiara, infilò il cazzo tra di esse, e con una mano chiuse le mammelle sopra il cazzo, poi iniziò a scoparla facendo scivolare il pene nel canale del seno. La cappella era tutta dentro la bocca della figlia e dopo pochi affondi la grossa bestia, iniziò ad eiaculare, schizzando abbondanti e densi fiotti di sperma. La ragazza, non poteva fare altro che inghiottire. Non li contò ma di sicuro, una quindicina di volte, la sua gola fu colpità dalla lava bollente che il suo papà gli donava con altruismo e generosità. Entrambi i contendenti, respiravano affannosamente, prendendo il fiato nel punto più lontano dei loro polmoni. Chiara, teneva ancora il cazzo del padre in bocca e lo suggeva, pulendolo e mungendolo con una mano, facendone fuoriuscire le ultime gocce di sborra.
Mario, sudatissimo, accarezzò il viso della figlia, raccogliendo sul mento di lei alcune colature di sperma e portandosi le dita alla bocca le pulì con la lingua assaporando il gusto del liquido che proveniva dalla sua prostata e dai suoi coglioni.
Con le lingue ancora intrise di sborra si baciarono scambiandosi il nettare, fin quando lui si drizzò e rovesciando il capo all’indietro, ingoiò la saliva e l’ultimo sperma rimasto.

Prese, poi Chiara per mano e la condusse in bagno, la fece sedere sulla tazza, poi la prese per i lunghi capelli tenendogli così il capo sollevato, e iniziò ad urinarle in viso”..

‘Apri la bocca troietta! Bevi il piscio di tuo padre, apri la boccaaaa!!!! ‘

Lui le tirava forte i capelli e lei fu obbligata ad aprire la bocca e a ricevere l’imponente pisciata dentro il suo cavo orale.

‘Ti piace il mio piscio? Devi prendere sempre tutto quello che il cazzo ti può donare, zoccoletta! Impara a sottometterti a tuo padre, d’ora in poi io farò di te quello che voglio! Sei mia, mi appartieni! Chiaro???’

Non poteva rispondere, la giovane, perché doveva ingurgitare il getto di pioggia dorata che fuoriusciva violento dal meato di Mario. Quando ebbe finito, se lo sgocciolò sbattendolo con forza contro le labbra di Chiara e poi la fece alzare e fatti pochi passi, si sdraiò dentro la vasca da bagno e”

‘Vieni dentro la vasca pure tu, ecco si così stai in piedi e mettiti qui all’altezza del mio viso, ok, così va bene e adesso pisciami addosso. Vedi se riesci a centrami la bocca, capito?’

‘Ok papi, quello che vuoi tu per me va bene!’

Chiara, si aprì bene le labbra della figa, facendo in modo di non far trovare ostacoli all’urina che fuoriusciva dall’uretra posta sopra il foro vaginale. Quando il getto uscì caddè a pioggia verso il basso colpendo il viso di Mario, che con la bocca spalancata, intercettava il liquido dorato, e lo ingurgitava golosamente fino all’ultimo getto. Poi si sollevò e con la lingua pulì bene il piccolo orifizio urinario. Poi con mestiere si insalivò per bene il dito medio della mano destra e passando dall’esterno lo infilò nel buco del culo di Chiara, lei reagì cercando di respingere l’intruso, stringendo il buco del culo, questo movimento che si ripercosse sulla vagina e sulla vescica, sollecitandola a contrarsi, facendo così fuoriuscire ancora un paio di getti di urina che Mario attendeva con la lingua fuori e che si gustò in modo particolare spiegando a Chiara”’

‘Vedi amore mio, la prossima volta che ti piscerò in bocca tu quando avrò finito, mi infilerai due dita nel culo, così solleciterai la prostata e di conseguenza la vescica che ti schizzerà in bocca l’ultima urina rimasta, che è anche la più gustosa, la migliore, quella che contiene più vitamine e sali minerali. Sappi amore che bere l’urina fa bene alla salute è una pratica medica che si chiama urinoterapia e serve per curare moltissime malattie!’

‘Si papi, io ci credo, uno che ha il cazzo come il tuo può dire e fare tutto quello che vuole, io giuro non ho mai goduto come oggi, fino ad ora ho preso solo cazzi, che, dopo aver preso il tuo, non mi sento più nemmeno di chiamarli cazzi! Sono dei vermicelli, la soddisfazione è diversa, mi sono sentita piena, poi tu hai un carisma incredibile, se mi ordinassi di buttarmi dal sestopiano di un palazzo io credo che lo farei!!’

‘Dai non esagerare su, andiamo piuttosto a vedere cosa combinano gli altri tre!’

Gli altri tre non c’erano più, il letto era sfatto ma sopra ad esso non c’era più nessuno.
Mario sentì pero delle voci provenire da fuori, dal terrazzo esterno. In effetti la porta era aperta e con grande sorpresa, videro i tre amanti, in piedi, completamente nudi che si scambiavano effusioni piuttosto intime. Dalla casa di fronte, posto ad un piano superiore al loro, una coppia di ragazzi si stavano segando, guardandoli. La troia della mamma e Marta lo stavano succhiando a Dario, leccavano la cappella del cazzo infilandogli un dito nel culo e massaggiandogli i grossi pendenti che si indovinavano colmi di sborra.
Mario e Chiara si avvicinarono al gruppo e il padre vide che i due ragazzi, dirimpettai, ora si scambiavano di ruolo ingoiandosi il cazzo a vicenda. Con la mano, Mario fece un cenno inequivocabile, invitandoli ad unirsi a loro. Li vide dapprima parlottare e poi rientrare in casa, non capì se si erano vergognati o se si erano scandalizzati. Mario non ebbe tempo ad approfondire le sue considerazioni, che sentì suonare alla porta. Nudo com’era si avviò all’uscio ed aprì, i due giovani erano lì, veramente carini, entrambi biondi, uno teneva i capelli pettinati all’insù con il gel mentre l’altro si differenziava solo dal fatto che i capelli li portava pettinati con il ciuffo sulla fronte.

E Mario””’

‘Ciao ragazzi, ma voi siete identici, ma siete gemelli?’

‘Si siamo fratelli gemelli monozigoti’

‘Come vi chiamate?’

‘Io sono Luca e lui è Luciano, i nostri genitori hanno avuto poca fantasia!’

‘Beh dai Luca e Luciano, volete partecipare con noi? Noi siamo una famiglia composta dal padre che sono io, che mi chiamo Mario, dalla mamma che è lei e che si chiama Alessia, poi ci sono i nostri figli, lei è Marta, lui è Dario e la più piccolina che si chiama Chiara.’

‘Ma dobbiamo andare fuori? Li di fronte, ci sono i nostri genitori e non vorremmo che ci vedono mentre facciamo le porcate!’

Intervenne Chiara”’

‘Magari ci vedessero, così coinvolgiamo anche loro, sarebbe una figata! Dai venite con noi che ci divertiamo, a meno che papi non voglia salire su in mansarda’.’

‘Beh in effetti è una buona idea, si dai, così loro si sentono più tranquilli!’

Salirono in fila indiana, la famigliola completamente nuda e i due ragazzi vestiti uguali con jeans e t-shirt bianca tesa sul torace muscoloso.

Marta curiosa domandò ai ragazzi”..

‘Quanti anni avete? Abbiamo visto che vi succhiavate il cazzo, siete gay o bisex? Lo avete mai fatto con altri?’

Luca fu il più reattivo e rispose per tutti e due i gemelli’.

‘Abbiamo compiuto diciotto anni esattamente ventiquattrore fa e siamo bisessuali entrambi. Io non l’ho mai fatto in gruppo, solo con la mia ragazza, per Luciano deve rispondere lui’

‘No nemmeno io non l’ho mai fatto in gruppo, io ho iniziato a fare sesso veramente da pochissimo tempo con la mia ragazza’

Intervenne Alessia”’.

‘Woowwwww, due magnifici ragazzini appena, appena, diciottenni!! . Che meraviglia!!!!’

Mario allora fece da cicerone, illustrando i vari servizi che la mansarda poteva offrire con tutte le sue attrezzature”’.

‘Questa è una spalliera che serve a legare qualcuno e a farlo godere con degli attrezzi speciali che scoprirete di volta in volta. Questo tavolo è anch’esso speciale, come potete notare è molto più alto dei soliti tavoli, tipo quelli da cucina per intenderci. Questo buco centrale serve ad esempio per bloccare le palle e il cazzo, mentre i due buchi più in alto sono per le tette delle donne poi ci sono molte altre funzioni che magari se vorrete potrete scoprire a mano a mano che le usiamo.’

E Luca””

‘Non sapevo che esistessero simili marchingegni!’

‘Vedi quel trave al soffitto? Come puoi notare ci sono dei ganci con una grossa carrucola, poi ti faccio vedere come funzionano’

Chiara intervenne””..

‘Dai pà, cominciamo, sediamoci a terra e facciamo il gioco della bottiglia!’

‘Si ok, ma prima volevo dire ai due ragazzi, che qui si fanno e si subiscono delle azioni, che portano sempre al godimento sia di chi le applica sia di chi le subisce. Però una cosa deve essere chiara, se si vuole partecipare, si deve sottostare al nostro regolamento interno, senza protestare! Ok? Vi va bene? Siete entrambi d’accordo?’

I due giovanissimi si guardarono negli occhi e Luciano fece con il capo un cenno di assenso””

‘Ok ci stiamo, se ci si deve divertire, siamo pronti!’

E Mario, il grande capo disse””’..

‘Ora tutti seduti a terra, mettiamoci in cerchio’

Si sedettero sul pavimento di legno e Mario mise la bottiglia al centro, poi la fece girare.
Il collo della bottiglia si fermò indicando Dario”

‘Ora ragazzi, lo spiego per voi, nuovi arrivati, la bottiglia ha deciso che chi comanda il gioco è Dario, ora faremo girare ancora la bottiglia e vedremo chi sceglierà per subire tutto ciò che mio figlio stabilirà di fargli fare.’

La bottiglia girò ancora e”’..

‘Luca, tocca a te, bene così potrai esperimentare subito il gioco, si accettano consigli e incitamenti da chi sta a godersi lo spettacolo. Ancora una cosa, chi guarda può parlare e se vuole può anche divertirsi con gli altri spettatori, ad esempio, se tu Luciano vuoi scopare Chiara lo puoi fare ok?’

‘Ok, ok, capito, si tutto chiaro!’

Dario prese Luca per mano, lo spogliò nudo, poi lo fece appoggiare con il torace contro la spalliera, fece scorrere le ganasce blocca polsi verso metà della spalliera stessa e le bloccò imprigionandovi i polsi del ragazzino. Si abbassò verso terra e imprigionò le caviglie alle manette con la catenella che gli permetteva di stare indietro con i piedi di una cinquantina di centimetri.

‘Come sei bello così alla pecorina, hai un culetto liscio, fantastico, lo hai mai preso in culo?’

‘No mai, sono vergine,e vorrei rimanerci per la verità!’

‘Ahi, ahi, Luca, hai fatto il primo errore, tu non hai diritto di dire quello che vorresti o non vorresti fare e per questo sarai punito!!!’

‘Marta prendimi la macchinetta nell’armadio e collegala alla presa di corrente!’

Marta obbedì e consegnò la macchinetta fra le mani di Dario. Lui si chinò fra le gambe divaricate di Luca e tirandogli il cazzo, per la verità già mezzo duro, lo portò all’indietro, lo scappellò e piazzò una pinzetta sul frenulo del glande.

‘Ahiaaaa, mi fai maleeee, mi fa malissimo, che cazzo stai facendo?’

Dario imperturbabile, impugnò i coglioni del giovane e al centro pizzicò con l’altra pinzetta la pelle dello scroto.

‘Bastardo, cazzoooo, mi fai maleeeee, smettilaaaa, ti prego mi fa malissimooo!!!’

‘Questo non è niente vedrai fra un attimo! Ma se saprai soffrire vedrai che poi ti piacerà e mi chiederai di non smettere, ti devi solo abituare al dolore! Hai capito checca di merda???!!!!’

Girò la manopolina della tensione al primo scatto e la scossa di corrente a 12 volt percorse i genitali di Luca.

‘Aaahhhhhhiiiiiiiaaaaaa, maleeeee, maleeeee, doloreeeeee, basta, basta ti pregoooo’

Clac, il secondo scatto, si sentiva un leggero sfrigolio, coperto dalle urla del ragazzo, poi Dario aumentò la successione delle scosse diminuendo il tempo della pausa tra una e l’altra. Luca si lamentava, ma il fratello, guardava la scena eccitatissimo e si masturbava con movimenti veloci del polso”’.

‘Godi fratellino mio? Però ti piace sculacciarmi quando facciamo sesso eh, anche battermi con il battipanni fin quando non mi fai sanguinare le chiappe, ti piace vero? Sono contento che soffri un po’ anche tu, sadico di merda!!!’

‘Luciano se vuoi puoi sborrargli addosso, vieni pure, puoi farlo’

Il gemello si avvicinò a Luca e appoggiandosi con le spalle alla rastrelliera, si infilò in modo di avere il cazzo duro vicino alla bocca del fratello costretto a novanta gradi dalle ganasce.

‘Apri la bocca, frocio del cazzo e bevi la mia sborra!! Toh succhiamelo e tu Dario per favore mentre gli riempio la bocca di sperma vai con le scariche!!!’

Dario non aspettava altro e mise la macchinetta al massimo delle sue funzioni. Luciano riempiva la bocca di suo fratello ficcandogli il cazzo in fondo alla bocca e lui non riusciva più a lamentarsi per il dolore. Sborrò copiosamente nella bocca di Luca e si accorse intanto che degli schizzi bollenti le colpivano il ventre”..

‘Bastardo!!! Ti lamentavi e hai sborrato!!!! Allora ti piaceva, godevi, figlio di puttana!!!’

Luca era riuscito a sborrare per merito delle scosse elettriche che gli avevano procurato delle contrazioni ai genitali sollecitando la ghiandola che provoca l’eiaculazione!!!

Fu scollegata la macchinetta e Luca fu liberato, non aveva il viso contrariato, sembrava felice, era sorridente””.

‘Miiiiii, che esperienza sconvolgente!!! Woowwww, sentivo dolore, ma anche un intenso piacere, non so spiegare, erano mescolati tra di loro, dolore e piacere, piacere e dolore.
Bellissimo, fantastico, poi non ho saputo resistere al cazzo in bocca di Luciano.

Mario allora intervenne”.

‘Ragazzi, continuiamo qui o andiamo sotto in camera, sul grande letto ci possiamo divertire, cosa ne pensate?’

Tutti furono d’accordo e ridendo e chiacchierando scesero le scale ed entrarono nella camera da letto. Mario ebbe una idea e chiese”.

‘Se chiudiamo le persiane e teniamo le luci spente, potremo gustarci una nuova esperienza! Cosa ne dite?’

Rispose Dario, e poi anche Marta e Chiara si unirono e approvarono la trovata del padre.
Alessia ne fu entusiasta, era una novità ma sperimentata prima. Luca e Luciano si accodarono approvando anche loro. Furono abbassate le persiane e poi tutti si misero sul grande letto, Mario provvide a spegnere la luce e a tentoni arrivò fino al letto salendoci sopra.
In pochi attimi, il gruppo famigliare allargato, si trovò a fare sesso, senza remore e limitazioni. Le mani, percorrevano i corpi, e al buio incontravano tette, culi, fighe, cazzi duri. Si udivano solo delle voci sommesse, dei bisbigli appena percepibili, i primi ansimi di piacere”

‘Spostati, si mettimelo dentro, si nel culo si, ma chi sei? Guarda che ho il culetto vergine io, madonna non sei certo mio fratello Luca, sto cazzone di chi è?’

‘Indovina, di maschi qui ce ne sono quattro, tu che a quanto ho capito sei Luciano, poi siamo solo altri due, chi sono?’

‘Sei Dario?’

‘Bravo hai indovinato, ora girati che ti inculo!’

‘Fai piano, te lo ripeto sono vergine!!’

In mezzo a tutto questo bisbiglio si udì un urlo di dolore”’.

‘Madonna mia, che male, ma che cazzo hai li in mezzo!!!’

Ad un metro di distanza si sentiva il classico rumore del risucchio che provoca la bocca quando pratica un pompino, Mario spostò un braccio verso destra e trovò un viso, non vi era barba, forse era Chiara o Marta, poi arrivò con la mano ai capelli e li percepì corti a spazzola, era Luca, la sua mano si abbassò ma il giovane non le diede il tempo di arrivargli al cazzo, la sua bocca si impossessò del grosso pitone di Mario e cercò di introdurselo in bocca. La gigantesca cappella entrò seguita dal fusto, scivolando in bocca al giovane che dimostrava di saperci fare in quanto a pompini. Mario abbassò ancora la mano per toccare il cazzo del giovane, lo incontrò ma lo trovò ben piantato in bocca di una femmina che stava sdraiata fra le cosce del giovane e a sua volta lo spompinava a dovere. Mario toccò allora le tette e si accorse immediatamente che la pompinara di turno altro non era che sua moglie Alessia, detta la regina delle troie.
Non sapeva Mario che fra le cosce della moglie Chiara messa a pecorina leccava avidamente la figa della mamma e riceveva un trattamento analogo da Marta che gli leccava alternativamente il buco del culo e la figa”’.
Le voci ora erano più chiare i bisbigli erano diventati urletti e incitamenti anche volgari”

‘Ummmmhhhh, siii leccami il culoooo. Dai Luciano, sento che ti piace il mio cazzo nel culoo. Succhiami la mazza giovanotto, ti piace come ti spompina mia moglie? Unmmmhhh lecca Marta sul grilletto daiii. Ti sborro in bocca bambino! Uuuummmm, glu, glu, glu. Sborrooooo!! Siii bravo papiIi, anche io sto per sborrare in culo al giovanotto!!!
Bravo Dario riempilo il ragazzino dagliela tutta la tua sborra!!!! Dai lecca ancora il culooooo Marta dai!! Tu sei Marta? Tuo padre mi ha appena sborrato in bocca, e ho tolto il mio cazzo dalla bocca di tua madre, ora ti inculo!!! Ohhh siiii inculamiiii. Continua a leccarmi la figa Marta non ti fermareeee!!!’

Le voci, salirono di tono, fin quando tutti i maschi sborrarono e tutte le femmine ebbero il loro bell’orgasmo, poi un po’ per volta si udirono solo più i respiri affannosi, farsi sempre più flebili ed infine quietarsi del tutto. Mario scese dal letto e andò ad accendere la luce. Sul letto i corpi abbandonati erano addirittura sovrapposti, incrociati uno con l’altro, abbracciati, qualcuno con il viso ancora a pochi centimetri dal cazzo del vicino oppure a stretto contatto con la figa che aveva appena finito di leccare. Dappertutto sul lenzuolo, vi erano le tracce evidenti di schizzi di sborra e qualche macchiolina di forma circolare, evidente segno di orgasmi femminili, impregnava il lenzuolo, trapassandolo e probabilmente macchiando pure il materasso sottostante.

Uno per volta, i componenti del gruppo, si alzarono con molta fatica dal letto e guidati dal grande capo Mario si recarono tutti nudi a prendere aria sul terrazzo, sedendosi sulle sedie poste attorno al grande tavolo rotondo. Alessia si preoccupò di servire delle bibite fresche e dei Gatorade per integrare i sali minerali eliminati durante le abbondanti sudate, provocate dalle innumerevoli performance precedenti.

Luca chiese’..

‘Scusa Mario, potrei andare in bagno? Dovrei fare la pipì.’

‘Beh in effetti anche io dovrei pisciare’

‘A questo punto penso che tutti mi sa che dobbiamo fare la pipì, quindi visto che si fa tutto assieme, anche la pisciata deve essere una pisciata di gruppo. E poi ho un idea!’

E Alessia”’..

‘Oddio, siamo rovinati, quando Mario ha delle idee, sono sempre porcate da fare!’

‘Venite con me dai facciamo una bella pisciata di gruppo!’

Entrarono tutti nella sala da bagno padronale e Mario fece entrare dentro la vasca idromassaggio, posta al centro della sala stessa, tutte le femmine . I maschi si disposero attorno alla vasca e il padre padrone, ordinò che aprissero la tutte la bocca.

‘Mi raccomando ragazzi, fate centro!’

Simultaneamente i maschietti iniziarono a far fuoriuscire i loro zampilli direzionandoli verso le bocche delle donne, che si adoperavano per non perdere nemmeno una goccia del nettare dorato. Poi fu la volta dei maschi che si sdraiarono dentro la vasca 2 per volta e le femmine stavano sopra di loro e pisciavano dentro le bocche degli uomini. Liberate finalmente le vesciche, aprirono i bocchettoni della vasca e a turno si lavarono con dell’ottimo bagno schiuma profumato, poi, freschi,liberi e rilassati, ritornarono sul terrazzo e questa volta si dissetarono con le bibite fresche.
Dal balcone di fronte, i genitori di Luca e Luciano facevano capolino dietro le tende, e a Mario parve di intravedere che non avessero vestiti addosso e quindi””..

Ma questo ve lo narrerò con il mio prossimo racconto’.

Anche questa volta auguro che possiate godere con questa mia ultima fatica letteraria quindi””Buon sesso a tutti

Ombrachecammina

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