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019 – La direttrice del carcere e la famiglia del carcerato

By 4 Ottobre 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Lory, quarantenne bruna, carina, occhi scuri, alta un metro e settanta, con un magnifico corpo, tenuto in forma, da una assidua frequentazione in palestra. Il pezzo forte del suo fisico, era rappresentato dalle natiche, sode, che tendevano le gonne, evidenziandone le rotondità e la eccitante sporgenza. Il seno, una abbondante terza misura, era pesante, ma non rilassato, le mammelle erano sufficientemente sode e la loro forma riempiva i vestiti senza l’ausilio del reggiseno. Le gambe, lasciate quasi sempre abbondantemente scoperte, erano dritte e ben tornite, con i polpacci non muscolosi, le cosce toniche e le ginocchia vicine tra di loro. Molti maschi, al suo passaggio, la osservavano con estrema ammirazione non disdegnandogli complimenti salaci e battute ancorché volgari.
Lei era la preside di un istituto scolastico privato per studenti universitari, riservato a ragazzi e ragazze, figli di genitori, appartenenti a ceti socialmente benestanti.
La mattina di quel lunedì di fine settembre, dopo essersi liberata dal traffico intenso, fece il suo ingresso in istituto, parcheggiando la sua vettura nel posto a lei riservato. Salì lo scalone e dopo aver percorso il lungo corridoio fece ingresso nel suo studio. Gettò la borsetta sulla poltroncina antistante la grande scrivania in legno massiccio e si lasciò cadere sulla poltrona in pelle. Aprì la cartellina rossa, che conteneva la posta del giorno, e la esaminò come faceva usualmente tutte le mattine. L’ultima busta, più grande delle altre, conteneva dei fogli con la carta intestata della direzione generale dell’istituto. In questa missiva il direttore in persona, con un estenuante giro di parole, la ringraziava per l’opera fin qui svolta, comunicandogli che dalla prossima settimana, ovvero dal primo di ottobre, lei era stata promossa e quindi trasferita, presso un istituto, sempre gestito dalla stessa Società, con compiti di direttrice generale. Si comunicava altresì il nominativo del nuovo preside, al quale lei doveva lasciare le consegne. Sul secondo foglio, vi era il nome e l’indirizzo dell’istituto presso il quale lei avrebbe dovuto prestare la sua opera a partire dal lunedì successivo:

‘ISTITUTO DI RIEDUCAZIONE PER CARCERATI’

L’istituto era riservato a detenuti, che in base alla loro buona condotta, erano stati avviati in questa struttura, per favorirne il reinserimento futuro, nel mondo del lavoro. Si trovavano anche ospiti che già avevano scontato la pene e che volontariamente avevano scelto di frequentare questa specie di riformatorio, per rieducarsi in modo costruttivo. Lo scopo generale era quello di dare a tutti, la possibilità di usufruire di insegnamenti, atti ad imparare un mestiere, oppure di studiare fino al raggiungimento di un diploma o addirittura di una laurea. Avevano scelto lei, per le sue doti di donna tutta di un pezzo, intransigente e assolutamente di polso, doti che erano assolutamente necessarie, in un ambiente fatto da persone a volte senza scrupoli e senza morale, con i quali era difficile imporre la disciplina e l’educazione. Naturalmente, ne conseguiva che questo trasferimento avrebbe fruttato a lei dei discreti vantaggi economici e di carriera.

Il primo di ottobre, lei si presentò puntuale presso il suo nuovo posto di lavoro e prese possesso del suo ufficio. Più spazioso di quello precedente e anche più moderno e funzionale. Su una parete vi erano alcuni schermi, dove si poteva seguire le attività degli alunni e degli insegnanti. Alcune video camere erano predisposte, per seguire anche i movimenti che avvenivano nei locali comuni, compresi gli spogliatoi, le docce, e la parte esterna dei servizi igienici.
Si sedette e accese il suo computer, poi vide che su un post-it appiccicato a fianco dello schermo vi era scritta la password per entrare nei programmi. Digitò la sigla di entrata e si affrettò a modificarla con una sua, molto più complicata della precedente.
Premette l’interfono e chiamò la segretaria che arrivò dopo pochi secondi, ella si presentò e si mise subito a disposizione della nuova direttrice. La ragazza, biondina con gli occhi azzurro chiaro, si chiamava Dorella ed era molto carina, possedeva anche un bel corpicino, forse un po’ acerbo, quasi adolescenziale, ma ben proporzionato nelle parti essenziali. L’unico neo era rappresentato dal suo sguardo che denotava un certo imbarazzo ed una evidentre timidezza.

‘Senti Dorella, io sono la nuova Direttrice e mi chiamo Lory, per praticità ti chiedo d’ora in poi di darci del tu, ok?’

‘Si signora direttrice, ops scusa, è che non ci sono abituata, comunque….. dimmi pure Lory’

‘Io vorrei fare un giro della scuola ed entrare nelle celle dei detenuti e anche nelle stanze degli ex detenuti, desidero presentarmi e farmi conoscere personalmente da tutti loro. Ora sbrigo qualche pratica e poi parto per il giro delle visite, naturalmente ho bisogno che tu mi accompagni’

‘Ma sul serio vuoi fare il giro delle celle e delle stanze? Il direttore precedente non si è mai visto in giro per la struttura, era per gli ospiti, una entità astratta’

‘Lui era lui, io sono io, quindi, si fa come dico io, chiaro?’

‘Si, si va bene, ma credo che sia meglio che ti chiamo una guardia, l’ambiente non è proprio indicato ad una donna’

‘Ok d’accordo chiama la guardia e tu vieni con me cosi ti conoscono!’

‘Oddio, mi dai il tempo di cambiarmi? Indosso un paio di pantaloni al posto di questa minigonna!’

‘Perché ti vuoi cambiare? Stai benissimo così come sei! Tranquilla non ti mangiano! Guarda me come sono vestita, minigonna e camicetta scollata eppure non ho paura!’

‘Scusa, ma insisto vorrei cambiarmi’

‘Va bene, cambiati, dove devi andare per farlo?’

‘Prendo l’ascensore. E scendo qui sotto negli spogliatoi. Due minuti e arrivo’

‘Va bene, ti aspetto fai in fretta’

Si risedette sulla poltrona e si guardò in giro, i grandi schermi, trasmettevano le immagini di tutte le aule e si vedevano tutte le attività che si stavano svolgendo in quel preciso momento. Vide Dorella uscire dall’ascensore e poi sul video a fianco la vide entrare negli spogliatoi, la giovane aprì con una chiavetta un armadietto metallico e sfilò da esso, una gruccia con un paio di pantaloni scuri appesi. Si sfilò la gonna e Lory notò che come aveva percepito a prima vista, il suo corpo era ancora parecchio acerbo, ma molto ben fatto e che nonostante il viso da ragazzina timida, sotto la gonna, portava un tanga di ridottissime dimensioni, che le lasciava scoperte interamente le natiche. Lory, notò altresì che, davanti, celati da un leggero velo di pizzo bianco, venivano fuori dei ciuffetti di pelo biondiccio, che fuoriuscivano lateralmente a destra e a sinistra della mutandina stessa. La ragazza si sbottonò la camicetta e indossò una maglia larga accollatissima. Nell’eseguire questa manovra Lory vide, che la bambina non portava il reggiseno e che le tette erano piccoline, tipo coppa di champagne con i minuscoli capezzoli chiari e sporgenti. Le aureole parecchio larghe, al contrario dei capezzoli, erano di colore marrone scuro, quasi nero.
Lory, bisessuale convinta, eccitata dallo spettacolo si accorse che una notevole umidità stava invadendo le sue parti intime e così distolse lo sguardo dai monitor e quando Dorella rientrò, la trovò ad osservare con estrema attenzione, lo schermo del computer. Fuori dall’ufficio, una guardia, in divisa, con pantaloni azzurro carta zucchero, una camicia sempre azzurra ma di una tonalità più chiara, senza la cravatta. Egli portava alla vita un cinturone con la pistola, infilata in una fondina di pelle scura, che dava un chè di sicurezza e di tranquillità. Il nome della guardia era Massimo e in effetti il suo fisico, rispecchiava il suo nome, era veramente un bel giovanotto, sui venticinque anni, alto un metro e novanta con le spalle larghe e il torace, muscoloso, come la camicia attillata metteva in chiara evidenza.
L’esame di Lory proseguì, verso il basso, e vide chiaramente che il giovane portava il pene lungo la gamba destra, indossando sicuramente dei boxer larghi, essi lasciavano libera ‘la grossa bestia’ che la natura gli aveva dato in dotazione.
Si incamminarono e la prima meta fu il laboratorio di falegnameria, quando Lory e il suo seguito entrarono, l’insegnante, un uomo sui cinquant’anni, ordinò a tutti il silenzio, e si presentò’..

‘Io sono Marco L……………. , e come avrà compreso sono l’insegnante di falegnameria.’

‘Buongiorno professore, io sono la nuova direttrice generale, e sono venuta a rendermi conto di persona, di quale lavori si imparino in questa scuola.’

Gli ‘studenti’, guardavano la direttrice e la sua segretaria, con molta attenzione, ammirando in modo particolare, le forme del magnifico corpo di Lory.
Un po’ alla volta, mentre lei girava in mezzo a loro e guardava le lavorazioni che stavano eseguendo, si alzò dapprima un lieve brusio che si trasformò ben presto, in un vociare più forte e intenso. Mentre passava vicino ad un ragazzo magrissimo, sentì chiaramente”..

‘Vieni di nuovo qui da sola che ti facciamo godere troietta!’

Lory, si voltò e guardò severamente il ragazzo, che con fare strafottente, gli sorrise e con un gesto si impugnò il cazzo da fuori dei pantaloni, facendogli notare la forma cilindrica e la indiscutibile durezza.
Lei proseguì la visita ottenendo qua e là commenti salaci e apprezzamenti vari sul suo fisico e sulle cose che gli avrebbero fatto prima o poi. Uno di loro, si spinse a toccargli il culo mentre passava ma ricevette come punizione per questo gesto osceno, una gomitata dalla imponente guardia. Lory, disse qualcosa a quest’ultima, che prese per un braccio il ‘palpatore’ e lo guidò all’esterno. La direttrice, ordinò che fosse riportato in cella e che rimanesse lì segregato per tre giorni. Per il momento la Lory decise di sospendere il giro e fece ritorno assieme a Dorella nel suo ufficio.

‘Cara Dorella, se quelli, ti prendono da sola, mi sa che ti fanno godere veramente un casino!’

La ragazza arrossì e chinò il capo rivolgendo lo sguardo verso il pavimento, dimostrando di essere una ragazza timorata di Dio e piena di tabù e paranoie varie. Lory decise allora di ‘svegliarla’ un po’ e si ripromise che nei giorni a venire avrebbe provveduto a renderla edotta per quanto concerneva l’argomento sesso.

‘Vedo che hai portato su l’abbigliamento che indossavi prima, cambiati che così mi sembri una suora di clausura’

‘Si ok, vado giù a cambiarmi.’

‘Vai giù negli spogliatoi?’

‘Si perché?’

‘Ma dai, siamo donne, cambiati qui, tranquilla, mica ti mangio!’

‘No meglio di no, io mi vergogno, scusa, ma preferisco andare sotto’

‘Non hai capito, non c’è tempo che tu scendi, ti cambi e sali di nuovo, dobbiamo fare delle cose, è meglio che ti cambi velocemente qui. Forza e coraggio, cavoli!!’

La ragazza girò le spalle a Lory e si sfilò dapprima la maglietta e subito si infilò la camicetta che abbottonò sul seno nudo. Slacciò quindi la cintura dei pantaloni e li fece scivolare a terra, sfilando i piedi. Il culetto era magnifico, piccolino, sporgente, tondo, un vero capolavoro. Lory si avvicinò a lei e la ammirò sfacciatamente, posò una mano su una natica e la accarezzò lentamente.

‘No direttrice ma che fai! Lasciami stare per favore!’

‘Non ti piace bambina? Hai un culetto favoloso, avrei voglia di fare l’amore con te!’

‘Non l’ho mai fatto con una donna, anzi veramente non l’ho mai fatto e basta!’

‘Vuoi dire che sei vergine??’

‘Si sono vergine, che c’è di male? Voglio trovare prima l’amore della mia vita!’

‘Quindi tu non hai mai fatto sesso con nessuno fino ad ora?’

‘Si è proprio così, non l’ho mai fatto’

‘Ma ti fai almeno i ditalini?’

‘Che domande! Queste sono cose private, personali, non mi va di rispondere. E adesso per favore posso finire di rivestirmi?’

Per tutta risposta, Lory si affacciò nel corridoio e fece un cenno alla guardia, che si avvicinò a lei, e poi dopo un breve conciliabolo, entrò nello studio di Lory. Vide subito la ragazza con i pantaloni abbassati e il culetto meravigliosamente scoperto.

‘Vieni Massimo, vieni qui vicino a Dorella, vieni a vedere che bella fanciulla che abbiamo!’

La ragazza si copriva parzialmente il sedere con una mano, poi si chinò per tirarsi su i pantaloni, con il risultato di esporre meglio il culetto sodo.

‘Massimo hai voglia di fargli vedere quella cosa che hai fra le gambe?’

‘Si certo direttrice, volentieri, Dorella è una gran figa ed è da tanto tempo che avrei voglia di scoparmela’

Massimo, si aprì la zip e Lory notò che non portava le mutande, aprì la patta dei pantaloni e il grosso membro circonciso, ancora a riposo uscì dalla stoffa che fino ad allora lo aveva tenuto prigioniero. Lory che si era intanto avvicinata a lui, si accucciò davanti al maschio e sollevò il lungo e spesso cilindro di carne calda, ingoiò la cappella rossa e voluminosa e guardando di sottecchi Dorella, iniziò a succhiargli il glande. L’uomo, guardava la direttrice e poi spostava lo sguardo su Dorella, che sbalordita di quello che stava succedendo, era rimasta con i pantaloni calati alle caviglie, in posa molto eccitante.
Massimo, allora la invitò con un cenno della mano ad avvicinarsi e accompagnò con le parole il gesto”.

‘Dai Dorella, avvicinati, vieni qui vicino, aiuta la direttrice, su non essere timida, non ti preoccupare, non ti mangio. Hai mai toccato un cazzone come il mio? Dai vieni qui vicino, fatti toccare la fighetta, su vieni dai!’

La ragazza era titubante, non si osava avvicinarsi ma nemmeno accennava a tirarsi su i calzoni, fin quando Lory si sollevò in piedi e prendendo Massimo per la mano disse”

‘Se Maometto non va alla montagna vuol dire che sarà la montagna ad andare da Maometto’

Ora il terzetto era a stretto contatto, e Lory prese la mano di Dorella e la tirò verso il cazzo del giovane, lei riluttante, al contatto, si ritrasse subito e si chinò per tirarsi su i pantaloni, ma Massimo prese l’iniziativa e prendendola per i capelli le fece rialzare e avvicinare a lui”’

‘Adesso basta! Prendimi subito in mano il cazzo! Sei anche tu una troietta cosa ti credi!!
Non ce l’hai d’oro la figa, sei una maiala come tutte le donne del mondo!! Anche tu sei nata per prendere il cazzo!!’

Dorella rimase sbalordita da tali parole e dal linguaggio osceno che usciva dalla bocca del guardiano, si erano sempre limitati ai saluti di circostanza e lui era sempre stato molto gentile e servizievole. Lui la fece abbassare e le porse il membro che ora era eretto e durissimo con la cappella umida della saliva di Lory. Da dietro mettendogli una mano dietro la nuca, la direttrice la spingeva verso il grosso cazzo. Lei lo imboccò e guidata dalla sua superiore, iniziò un va e vieni che portò Massimo in pochi minuti sull’orlo della sborrata’..

‘Uuummmhhhh, succhia e bevi troia, ti sborro in bocca, dai che ti faccio bere, sentirai che buona la mia cremina calda!!’

Mentre diceva queste parole accarezzava e stringeva con le dita i capezzoli di Lory che con la mano infilata fra le cosce si masturbava rapidamente.

‘Siiiiii, adesso sborrooooo, wowwwwww, siiiiiiiiii. Aaagghhhhhh. Godoooooo. Vengoooo,
bevi la sborra troiaaaaa, uuummmhhhhhh, ooohhhhh, siiiiiiiiii, uummmhhhhh, ahhh, ahhhh, ahhhh, uuummmhhhhhhh’

Dorella con il capo bloccato e il grosso cazzo sprofondato in gola, non potè fare altro che ingoiare la notevole quantità di sperma che sembrava non finire mai. Quando lui la lasciò sfilandogli il pene di bocca, lei respirò affannosamente con la bocca spalancata e lui tenendosi il membro in mano glielo sbatteva sul viso scaricando le ultime gocce di sborra sulle guance della giovane ragazza.
Lory si inginocchiò di fronte a lei e prendendole il viso fra le mani la baciò sulla bocca penetrandola con la lingua, ricambiata da Dorella che iniziò a limonare con la direttrice accarezzandole i seni con le mani. Per ricambiare le carezze, Lory, ripulì con la lingua, il viso, il collo e i seni della giovane, leccandogli per bene tutto lo sperma che gli era rimasto incollato sulla pelle. Le due donne si scambiarono sguardi intensi, voluttuosi, colmi di passione struggente, e si baciarono ancora profondamente, abbracciandosi e lasciandosi cadere sul freddo pavimento. Massimo, ora aveva di fronte a se due lesbiche in amore e lo spettacolo, oltre che eccitante, pareva essere la scena di un film erotico dove le pornostar simulavano un atto sessuale. La differenza era, che, si evidenziava, in questo abbraccio passionale, la sensazione di un atto di sesso fra innamorati, dove la dolcezza e la sinuosità dei movimenti erano i principali interpreti di questo film improvvisato senza l’ausilio di alcun regista a dirigerlo.
Lory stava sopra a Dorella esponendo il suo magnifico culo maturo e la sua figa bagnata, con le labbra dischiuse tra le quali si intravedeva il rosa scuro delle piccole labbra e della sua apertura vaginale. Dorella, con le ginocchia sollevate, accoglieva fra le sue cosce estremamente spalancate, la sua direttrice e il boschetto biondo di peli serici, copriva parzialmente la sua fighetta vergine, che si indovinava con le grandi labbra chiuse quasi ermeticamente. Dopo diversi scambi di effusioni, Lory scivolò verso il basso e sollevando il culo si infilò con il viso fra le gambe di Dorella e con le dita spostò il ciuffo di pelo schiudendogli la figa. La lingua della donna, lambì il clitoride che spuntava come un piccolo cazzo al vertice delle grandi labbra, lo leccò per alcuni minuti, poi con il dito pollice lo tirò verso l’alto scappucciandolo. Il piccolo glande ora scoperto, fu subito risucchiato fra le labbra di Lory, che lo succhiò e lo leccò con abilità e dedizione.
Ora la ragazza godeva sempre di più”””..

‘Sei grande Loryyyy, mi fai godere, sei meglio delle mie ditaaaa, leccamela ancoraaa, daiii, mi fai venireee, wowwwww, continuaaaaa’

Ma Lory, di colpo si fermò e si sollevò in piedi lasciando Dorella, tremante e ansimante distesa a cosce spalancate sul pavimento, poi prese per mano Massimo che intanto, aveva raggiunto una nuova erezione e si stava segando lentamente il cazzo.

‘Vieni Massimo, vieni qui, la verginella aspetta il tuo cazzone! Dai scopala, guarda come ti aspetta la troietta! Vero bambina che aspetti il grosso cazzo di Massimo! Dimmi che lo vuoi nella tua figa bagnata! Dai digli che vuoi il cazzo dentro dai diglielo!’

‘Siiii, ti pregoooo, scopami, ficcamelo dentro, ma fai piano, sono vergine sul serio! ‘

Così Massimo si inginocchiò fra le cosce della ragazza e glielo appoggiò alla figa, spinse adagio, poi lei con una smorfia di dolore, appoggiò il palmo della mano destra al ventre del maschio e cercò di non farlo entrare, ma a questo punto lui, spinse deciso e il cazzo sprofondò nella vagina di Dorella deflorandola””..

‘Agghhhhh, che maleeee, aspetta, cazzooo, aspettaaaa, fai pianooooo, me lo sento nello stomacooo, pianooooo, ti prego pianoooo!’

Lory, dall’alto della sua esperienza””’..

‘Tranquilla, stai tranquilla, vedrai ti passa presto! Fra un po’ cominci a godere e vedrai che bellezza!!!’

‘Senti la maestra cosa ti insegna! Lei si che è troia! Sa cosa vuol dire prendersi un bel cazzo! Toh prendilo fino in fondo zoccola! Ummhhh lo sento sbattere contro l’utero, ti sfondo la figa porca maiala!’

‘Uuummmhhhh, continua, fai pianooo, non in fondo così! Siiiii cosìììì dai vai veloce, più veloce daiiii, siiiiii, cosììììì, siiiiii, continuaaaaa, daiiiii, fottimiiii, scopamiiiii, uuuuhhhh, dai che godono, continuaaa!’

‘Siiiii, dai che godiamo assieme, ti sborro nella figa daiiiii! Ti riempio tuttaaaa!!!’

‘Noooo, nella figa noooo, sei mattooo, nooo, resto incinta!!!’

‘Godi tu alloraaaa, daiii che poi me lo succhi bene!!’

‘Siiii, scopami bene daiiii, si dai , sento che sto per venire, daiiii, oddiooooo godoooo, siiiiii, daiiii che vengoooo, siiiii, siiiiiii, uuummmmmhhhh, ahhhhh, ahhhhh, siiiiiiiiiiii!’

‘Dai predimelo in bocca, troietta!!! Lecca bene la cappellaaaaa!! Ummmmhhhh, dai, mettici la lingua sotto dai che ti faccio bere!!! Brava siiiii stringimi le palleeee, daiii sborrooooo, sborroooo. Toh prenditi la mia sborraaaaa!!!. Siiiiiiiii, uummmmhhhh, siiiii, troiaaaaaa. Ingoia zoccola, ingoialaaaa!!!!!’

‘Aspetta Dori, aspetta, non la ingoiare vieni qui dalla tua Lory, baciami che ce la scambiamoooo, uuuummmhhhhh, uummmhhhh’..’

Le due donne si scambiarono lo sperma di Massimo e poi lo ingoiarono, si guardarono negli occhi e sorrisero soddisfatte. Sul pavimento, sotto la figa di Dorella vi erano delle macchioline di sangue, dovute alla deflorazione dell’imene. La giovane aveva preduto per sempre la sua verginità. La consolazione per lei era che la cosa era avvenuta per mezzo di un super cazzo e da un gran bel, giovane maschio.
Si avviarono verso le docce e poi si rivestirono tutti e tre e si immersero ciascuno nel proprio lavoro, ma con la mente un po’ distratta da ciò che era avvenuto in precedenza.
Da quel momento, il rapporto fra la direttrice e la segretaria, fu improntato alla grande complicità e nei giorni a venire, molte volte, le due donne si scambiarono effusioni e carezze intime, per la soddisfazione di entrambe.
Lory, nel suo compito di direttrice generale dell’Istituto, aveva tra i suoi molteplici compiti, anche quello di approvare o respingere, le molte domande recapitategli, inerenti ai permessi di uscita per gli ospiti detenuti forzatamente.
Questo compito era per molti casi, di semplice soluzione, in quanto si trattava di persone che già altre volte avevano usufruito di tali permessi e regolarmente i soggetti in questione erano tornati presso la sede della struttura. In alcuni casi, invece, la decisione da prendere, doveva essere valutata attentamente, e per fare questo erano necessarie alcuni accertamenti, che nelle precedenti gestioni venivano effettuate da funzionari incaricati dalla stessa direzione dell’Istituto. Lory, al contrario di quanto fatto prima dal suo predecessore, volle accertarsi di persona avendo dapprima un colloquio con il detenuto e poi un incontro presso l’indirizzo di residenza, con le mogli o i mariti o ancora con i genitori o parenti di grado inferiore. Erano cinque uomini e due donne, con i quali la direttrice si confrontò recandosi nelle loro stanze. In tutti i casi, ebbe una buona impressione, stabilendo, che se la situazione risultasse essere positiva, anche nelle visite presso le loro abitazioni avrebbe firmato i permessi di uscita.
In effetti le visite per sei di loro furono confortanti, solo in un caso, la famiglia di uno dei ragazzi, non risultò essere affidabile. Il grado di ignoranza era veramente al massimo e la cortesia non era di casa. Lory, affrontò allora il ragazzo comunicandogli, che non a causa sua ma a causa della sua famiglia il permesso non gli sarebbe stato accordato. Il giovane detenuto, appena diciottenne, era stato trasferito da poco in questo Istituto, per la sua buona condotta e soprattutto per metterlo al riparo dai ripetuti tentativi di violenza che aveva subito nel carcere al quale era stato destinato al compimento della maggiore età.
Si chiamava Luciano ed era veramente bellissimo, viso da attore di Holliwood, capelli scuri, lineamenti dolci e regolari, occhi azzurri, alto un metro e ottantacinque, torace ben sviluppato, ma non palestrato. Era veramente un bellissimo maschio e in cuor suo, Lory, comprese quali e quanti desideri avesse acceso nel carcere precedente, data la castità alla quale erano sottoposti tutti i carcerati, siano essi di tendenze etero, o a maggior ragione, se appartenessero alla schiera dei bisessuali e ancor di più a quella degli omosessuali.
La direttrice alla fine si fece convincere dalle insistenze di Luciano ad accordargli il permesso con il vincolo che si sarebbe incaricata lei di condurlo presso la sua famiglia per accertarsi della accoglienza che gli avrebbero riservato.
Il sabato seguente, Lory con un furgone dell’istituto prese in consegna Luciano e dopo una ventina di minuti, superò il cancello ad apertura automatica ed entrò nel cortile, parcheggiò il furgoncino al fondo sotto una ampia tettoia e si avviarono verso l’ingresso dell’immobile. La casa, che lei aveva già visto durante la visita precedente era in pratica una vecchia cascina ristrutturata, posta in mezzo alla campagna, molto isolata dalle altre abitazioni esistenti. Essa era completamente recintata con una rete metallica alta circa due metri, che correva lungo tutto il perimetro, tutto attorno per centinaia di metri, campi di grano e di meliga a perdita d’occhio.
Nel salotto, con arredamento dozzinale, era presente tutta la famiglia, salutarono a malapena Lory e abbracciarono invece con grande affetto Luciano.
Attorno al grande tavolo, c’era il padre di nome Salvatore, la madre Nunzia, un cugino all’incirca della stessa età di Luciano, di nome Rocco, e poi ancora due sorelle sui venticinque, trent’anni alle quali avevano dato i nomi di Concetta e Maria. Seduti sul divano, i due fratelli Nicola e Pasquale che dimostravano dai venti ai ventitre anni, In piedi una donna sui quarant’anni che Luciano presentò come la zia Teresa.
Lory fu fatta sedere sul divano e contrariamente alla visita precedente, fu trattata con molta gentilezza, rispettando in pieno i doveri di ospitalità che si convengono ad una buona famiglia. Lei era l’unica donna presente, vestita in modo più giovanile e sexy allo stesso tempo. La gonna, color panna, era corta e sedendosi sul divano era risalita ulteriormente e lasciava le cosce completamente scoperte esponendo al centro l’esiguo triangolino delle mutandine bianche che a malapena coprivano la figa depilata.
Salvatore, guardava con ammirazione lo spettacolo che gli veniva offerto non riuscendo a distogliere lo sguardo da quel piccolo pezzo di stoffa che celava ai suoi occhi la parte più interessante di una femmina. Si parlò di Luciano, di quelle che erano le aspettative e di quanto tempo, proseguendo con la buona condotta, gli sarebbe rimasto da scontare. Alcuni dei componenti della famiglia, erano già esperti di case circondariali, essendone stati ospiti in passato. Ora, pareva che la famiglia, si fosse redenta e che molti di loro, avessero intrapreso un lavoro onesto. Verso mezzogiorno Lory, volle congedarsi, ma il padre e la madre di Luciano, si opposero, chiedendogli di restare a pranzo con tutta la famiglia. Lei dopo le molte insistenze accettò di buon grado e appena pronto si sedette a tavola, accomodandosi tra il capo famiglia e Luciano. Il pranzo fu, come si suole dire ‘ottimo e abbondante’ e Salvatore fu un ottimo padrone di casa, non dimenticandosi mai di riempire il bicchiere di Lory con il vinello che la loro famiglia al sud produceva e distribuiva in tutto il paese. Lory si sentiva un po’ brilla e a dire il vero pure gli altri lo erano, qualcuno forse anche più che brillo. Si alzarono da tavola per risedersi sui divani e sorseggiare prima il caffè e poi i vari liquorini che la mamma di Luciano aveva esposto sul tavolino centrale. La direttrice seduta sempre a fianco di Salvatore, aveva la gonna che gli era salita molto in alto e le cosce non erano più troppo chiuse, anzi erano leggermente aperte e lasciavano vedere perfettamente le mutande. Fu allora che il padre disse’..

‘Certo che Luciano, ha proprio una direttrice che è una gran figa!!!’

‘Dai pà, comportati bene, non dire ste cose!’

E lui mettendo una mano fra le gambe di Lory”.

‘Secondo me sei pure un po’ troia vero?’

‘Senta signor Salvatore, stia fermo con le mani ok???’

Ma Nicola, uno dei fratelli di Luciano, tirando giù la zip dei jeans ed estraendo il cazzo duro’..

‘Secondo me papà ha ragione da come si veste è una gran troia. Guarda cosa hai fatto, me lo hai fatto diventare duro come il marmo con sta cazzo di figa esposta!!! E secondo me lo fa apposta per eccitare i maschi sta zoccola!!’

Nicola si avvicinò a Lory con il cazzo in mano menandoselo e scappellandolo lentamente, gli arrivò fin vicino alla bocca di lei e incitato dal padre la prese per i capelli e glielo sforzò in bocca spingendoglielo fino in gola”..

‘Porca, succhiami il cazzo, maiala, sucamelo tutto, che ti sborro in gola troia puttana!!!’

A quel punto, anche Pasquale e il cugino Rocco si avvicinarono sfilandosi i pantaloni e rimanendo praticamente nudi si misero uno per parte a fianco di Nicola e appoggiarono le dure cappelle contro le guance della donna.

‘Succhia anche il nostro su! Un po’ per uno dai così ti prendi la sborra di tutti e tre!!! Che maiala che sei! ‘

Lory ne mollava uno per ingoiare l’altro e usava le mani per masturbare i due liberi, ci fu qualche minuto di silenzio dove il quartetto emetteva solo mugolii di piacere, fin quando Nicola non resistette più e gli eruttò sul viso un mare di sborra calda, subito seguito a ruota da Pasquale e Rocco che eiacularono contemporaneamente sul viso e nella bocca spalancata di Lory. Lei leccò per bene i grossi cazzi fin quando li vide ormai flaccidi e pendenti, poi con le dita raccolse sul suo viso, sui seni e in tutte le parti dove il seme maschile era stato schizzato e lo portò alla bocca ingoiandolo.
Sul divano opposto intanto Concetta, Maria, Nunzia e Luciano erano occupati a toccarsi a vicenda, lui aveva i pantaloni e gli slip abbassati e sua sorella Maria gli accarezzava i testicoli da sotto sollevandoli, mentre mamma Nunzia teneva una mano infilata nelle mutandine di Concetta che stava semisdraiata sul divano con le cosce spalancate.

‘Dai Maria, succhiamelo, come lo fai a papà! Vero che lo succhi a papà? Vi vedevo quando lui veniva in camera tua, ti sborrava in bocca vero? Te lo ficcavo anche in culo!! Vero papi che te la sei inculata parecchie volte?’

Maria, ingoiò il cazzo di suo fratello, mentre Salvatore si avvicinava al gruppetto con il cazzo fuori. Aveva un cazzo di dimensioni normali, ma incurvato verso destra con una grossa cappella, si inginocchiò fra le cosce di Concetta e togliendo la mano della moglie dalle mutandine della ragazza, le prese per i lati e le sfilò facendole scendere fino a togliergliele completamente. Con fare brusco le allargò le cosce e puntò la cappella sulla figa della figlia infilandoglielo con un sol colpo fino alla radice.

‘In questa casa, io me li scopo tutti caro Luciano, vero Nicola? Diglielo anche tu Pasqualino mio come te l’ho ficcato in culo solo ieri, diglielo!! Anche il mio nipotino Rocco lo ha sentito entrare nel culo e ha pure bevuto la mia sborra!! Diglielo a Lucianino che l’unico che non l’ha ancora preso è proprio lui!!!’

Pasquale guardò suo padre e poi”

‘Si è vero, è un padre padrone! Ci fotte tutti, quando ha voglia, prende uno qualsiasi di noi e anche davanti agli altri se lo incula oppure se lo fa succhiare o scopa una delle figlie sto bastardo!!!’

‘Toh Concettina bella prendi il cazzo di papà, ti piace quando ti fotto eh? Siete tutti delle zoccole, maschi e femmine!!! Siete di mia proprietà!!’

‘Sei un padre di merda cazzooo, ma mi fai godere come un vero maschio deve fare!! Fottimi che mi fai venire!! Poi mi sborri in culo!!! Dai fino in fondono, siiiii, dai bastardo scopa tua figlia! Daiiiii, siiiii, siiiii, uummmmmhh, vengoooo, vengoooo, ahhh ahhhh, ahhhh””’..’

‘Girati a pecora troia!!! Apriti le chiappe che ti inculo come una vacca!!! Toh piglialo tutto ti sborro in pancia zoccolonaaaa, ti faccio godere eh!!! Eccola, ti allago l’intestinoooo, uuummmhhh, aaagghhhhh, uummmmmhhhhhh”””

Lory era annichilita, il padre si scopava indistintamente figli maschi e figlie femmine anche davanti alla moglie, in questa famiglia erano tutti schiavi del padre! Erano ormai abituati tutti, ecco cos’era quell’atmosfera strana che aleggiava in quella casa, lei avrebbe dovuto capirlo, ma adesso si sarebbe portato via Luciano e lo avrebbe salvato dalle grinfie di suo padre.

‘Luciano, credo che sia ora di fare ritorno in istituto, preparati che adesso andiamo via, ho già visto troppo! Io capisco il sesso normale, ci sta che ci si possa divertire ma così mi sembra troppo! Dai preparati che ce ne andiamo!’

‘Calma, pezzo di zoccola, ma che cazzo credi di fare!! In questa casa comando io! Io sono il padre!! Qui si fa quello che dico io, hai capito troia di merda!!!’

‘Lei non mi può parlare in questo modo e in questi termini, si comporti da persona civile!!!’

Per tutta risposta, Salvatore si avvicinò a lei e le affibbiò un sonoro schiaffo, poi la prese per i capelli obbligandola a inginocchiarsi davanti a lui e gli appoggiò il cazzo mezzo duro, sporco di sperma, alle labbra della bocca e lo spinse con forza’..

‘Succhiami la minchia troia, puttana che non sei altro!! Scommetto che sa un po’ di merda vero? Puliscimelo bene, vacca che non sei altro!! Ingoialo tutto, fammelo diventare di nuovo duro che poi ti fotto in culo zoccola del cazzo!!!’

Lory era scopata in bocca da Salvatore che gli teneva fermo il viso e la penetrava con violenti colpi di bacino. Il cazzone ritornato duro, gli sbatteva in gola gonfiandole un po la guancia sinistra.

‘Dai ragazzi, su qualcuno che se la incula sta zoccola!!! Vieni Rocco, dai, tu che hai il cazzo più grosso di tutti, fottila in culo! Dai alzagli sto culo e ficcaglielo dentro!!! ‘

Rocco era dietro di lei e senza nemmeno inumidirgli il buco, la penetrò a secco, aprendogli lo sfintere e scivolando dentro l’intestino con estrema fatica, iniziò a incularla con forza. Mentre la penetrava le appioppava delle sonore sculacciate sulle chiappe, che gradatamente divenivano sempre un po’ più rosse. I due uomini la usavano per soddisfare solo ed esclusivamente i propri piaceri.

‘Adesso ti sborro in bocca troia! Non ti permettere di sputare la mia sborra, la mandi giù hai capito zoccolona vacca????’

Lory sentiva solo il dolore delle chiappe sempre più infuocate e del buco del culo che penetrato senza lubrificazione da un cazzo molto largo gli doleva quasi da svenire.
Un fiume di sborra le scivolò in gola e lei deglutì cercando di non soffocare. Lui non se lo fece pulire ma lo estrasse e iniziò a sbatterglielo sulle labbra della bocca e sul viso con estrema violenza. Gli ultimi densi grumi di sborra si appiccicarono sulla sua pelle e Salvatore chiamò sua moglie Nunzia e gli disse”

‘Nunzia vieni qua, puttana che non sei altro! Lecca la faccia di sta bagascia e puliscila bene, hai capito? Non una goccia ne deve restare!!’

Lory era letteralmente sbattuta da Rocco che la penetrava in culo con colpi profondi e violenti, si udiva il ciac del bacino di lui contro il sedere di lei e quello delle sculacciate che continuavano ad abbattersi sulle povere natiche della direttrice. Nunzia, con estrema difficoltà, dato il movimento continuo di Lory, si inginocchiò a terra davanti a lei e un po’ per volta la pulì dei lacci di sborra su tutto il viso.
Mentre la donna terminava le pulizie, suo figlio Pasquale si mise dietro di lei si sputò su una mano e poi la passò sulla figa della madre, quindi con la stessa mano si lubrificò per bene la cappella e appoggiando il grosso dardo sull’ingresso della vagina la penetrò spingendoglielo a fondo.
La sborrata di Rocco arrivò violenta e soprattutto abbondante e bollente. Mai Lory aveva atteso con cosi tanta impazienza una sborrata! Quando la doccia intestinale fu terminata, lui estrasse il pene e se lo puli con le mani e poi se le portò alla bocca leccandosi tutto lo sperma ingoiandolo con gusto.

Rocco fece per alzarsi ma da dietro, sentì delle mani che lo tenevano per i fianchi e della saliva che gli veniva sputata sul canale delle natiche e che stava colando verso il suo buco del culo. Il cazzo di suo cugino Nicola si stava già facendo largo aprendogli il buco del culo e penetrando in lui.

‘Te la sei inculata la troia vero? E adesso io inculo te !! Toh prenditi il cazzo, tanto lo so che ti piace farti fottere in culo vero ricchione del cazzo????’

‘Si bastardo, siiii, lo sai che mi piace, spaccami il culo, fammi male!!! ‘

Nicola, a questo punto sfilò dai passanti la cinghia di cuoio e arrotolandosela alla mano destra iniziò ad usarla come una frusta corta, colpendo le natiche e la schiena del ragazzo.

‘Godi porco maiale!!! Ti piace se ti frusto eh? Toh prendi il cazzo e le frustate assieme cosi godi di più vero?’

‘Siiii, godooo, siii, colpiscimi forte, più forte, sulle chiappe e sfondami il culooo!!!’

Nunzia, era inculata da suo figlio Pasquale e fu allora che l’altro figlio Luciano si mise in piedi di fronte a lei e sollevandogli il viso utilizzando i lunghi capelli della donna, glielo ficcò in bocca scopandola come se fosse una figa.

‘Mammina bella, succhiami il cazzo, i tuoi figli ti vogliono bene vedi??? Uno nel culo e uno in bocca cosi godi come quella troia che sei vero mammina???? Dai maiala succhiamelo bene, che ti regalo la mia cremina!!! Godi eh?? Ti piace un cazzo in culo e uno in bocca?
Ne vuoi ancora uno in figa? Vieni qui pa’ dai che la mamma ne vuole ancora uno di cazzi!!!’

‘E no, adesso mi scopo mia figlia Maria, dai Mariucia bella apri le cosce che te lo ficco dentro, sti bastardi me lo hanno di nuovo fatto diventare duro!!’

Maria distesa sul divano apri le cosce e suo padre si inginocchiò di fronte a lei e la penetrò con estrema facilità data la abbondante lubrificazione che gli allagava la vagina.
Mentre suo padre scopava sua sorella , Concetta salì in piedi sul divano e si mise a cavalcioni di Maria piegandopoi le ginocchia ponendosi con la figa sulla bocca della sua consanguinea.
Era un bellissimo insieme, Tutti i componenti della famiglia erano in azione. Nicola si inculava suo cugino Rocco, mentre i due fratelli Luciano e Pasquale scopavano la mamma Nunzia, uno in bocca e uno nel culo. Sul divano invece Salvatore scopava sua figlia Maria mentre la stessa ragazza leccava la figa alla sorella Concetta. Da sola Lory semisdraiata su una poltrona con le cosce aperte assisteva allo spettacolo sditalinandosi la figa.

Io penso che le avventure di Lory non finiranno qui e che sicuramente in un prossimo futuro””

Buon sesso a tutti
Ombrachecammina

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