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035 – Capodanno 2007

By 20 Marzo 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Io sono Marco e voglio raccontarvi ciò che mi successe nel dicembre del 2007 . Premetto che quello fu il migliore capodanno della mia vita. Giovane ragazzo diciottenne, attendevo l’ultimo giorno dell’anno con impazienza. Quando arrivarono le vacanze scolastiche, festeggiai un giorno intero, standomene a letto. Ascoltai la mia musica preferita per metà giornata e il resto lo passai a seguire in tv i programmi prediletti. La scuola era stata, fino ad allora, molto impegnativa e non mi lasciava molto tempo per i divertimenti. I miei genitori poi, mi avevano assillato continuamente, insistendo, affinché io mi applicassi, a studiare e poi a studiare e ancora a studiare’. Il secondo giorno uscii e assieme al mio amico Alberto, iniziammo a girovagare per il centro, fino a quando, verso le dodici, entrammo in un bar, e ci accomodammo ad un tavolino d’angolo, ordinando un paio di ‘Crodini’ e un piattino di stuzzichini assortiti. Affrontammo poi il discorso, sulla programmazione del capodanno””’
‘Alby che facciamo a capodanno?’

‘Avrei una idea interessante. Vediamo se ti piace la mia proposta. I miei, partono il giorno ventinove e vanno giù dai nostri zii in Toscana e precisamente a Marina di Massa. Potremo andare anche noi con loro e una volta là credo che ci potremo divertire. Il figlio che ha la nostra età si chiama David e poi ha due sorelle fighette. Poi ha una sua compagnia di amici e amiche. Che ne dici?!!’

‘Non so’.Devo prima chiedere ai miei. Però, si mi piacerebbe, credo che sarebbe una vera figata!’

La sera a cena provai a sondare il terreno con mio padre e mia madre. Abbastanza inaspettatamente non sollevarono alcuna obiezione. Forse dipendeva dal fatto che ormai tra le nostre famiglie si era creato un certo rapporto, vuoi perché frequentavamo la parrocchia, vuoi perché i nostri padri erano quasi colleghi. Comunque ebbi il permesso di andare a passare il Capodanno con Alberto dal cugino in Toscana. Dopo una lunga serie di pranzi e cene festaiole finalmente il Natale passò e venne il giorno della partenza. Ci trovammo in piazza la mattina del ventotto dicembre. Tutta la famiglia di Alberto era pronta in macchina ed avevano lasciato un posto anche per me. Salii in auto accanto ad Alberto, che era in mezzo, dall’altro lato c’era il fratello più grande, che però non sarebbe venuto con noi, ma l’avremmo solo accompagnato a La Spezia da dove si sarebbe imbarcato per la Corsica per raggiungere degli amici. Chiacchierando del più e del meno, dopo un paio d’ore, il padre di Alby, si infilò nell’area di sosta di un Autogrill ed entrammo nel bar affollatissimo. Alby ed io avevamo fame e ordinammo brioche e cappuccino e in pochi attimi divorammo il tutto ed uscimmo. Il fratello di Alberto e i genitori rimasero all’interno, seduti ad un tavolino a degustarsi le loro colazioni. Io e Alby decidemmo che era meglio che andassimo a pisciare. Entrammo nelle toilette e ci accostammo agli orinatoi. Uno di fianco all’altro estraemmo entrambi il cazzo dai jeans e lasciammo sgorgare la nostra urina a lungo trattenuta. Sbirciai dalla sua parte e notai che anche lui guardava dalla mia e non potei fare a meno di notare che mentre mi guardava il cazzo, se lo scappellava lentamente a mo di sega. I nostri sguardi si incrociarono e si fissarono per alcuni istanti, mentre mi accorgevo che il mio membro si era eretto contemporaneamente al suo. Lui si voltò verso destra e vide che non c’era nessuno, io feci altrettanto con uguale risultato. La sua mano si infilò oltre il bordo sporgente dell’orinatoio e mi impugnò il cazzo segandomelo. Preso da una nuova libidine, anche io effettuai identica manovra e iniziai a segarlo. Poi udimmo dei passi provenire dall’esterno che si avvicinavano rapidamente. Ritirammo le mani e rinfoderammo il cazzo nelle mutande, ci accostammo poi ai lavabo e ci lavammo le mani. Io guardavo, riflessi nello specchio che avevamo di fronte, i suoi occhi fissi sui miei, lievemente velati dal piacere e i nostri sorrisi complici e ironici che trasmettevano mille enigmatici significati. Uscii dai bagni precedendo Alby e lui, da dietro, con assoluta indifferenza, palpò delicatamente il mio bel culo da femmina. I suoi genitori erano in macchina ad aspettarci con impazienza. Suo padre ci apostrofò con”..

‘Ma dove cazzo siete stati!! E’ mezzora che vi aspettiamo!!’

Biascicammo alcune parole di scusa, circa la coda ai bagni e altre varie cavolate e poi riprendemmo
il viaggio. Arrivammo al porto di La Spezia due ora dopo e Giovanni, il fratello di Alby, scese con tutti i suoi bagagli, lasciandoci un sacco di spazio libero. Riprendemmo il viaggio ma dopo pochi chilometri il traffico, fino ad allora scorrevole, si bloccò e iniziammo a procedere a passo d’uomo. Eravamo stanchi e nessuno parlava, Improvvisamente sentii la mano di Alberto che si infilava sotto le mie cosce. Mi voltai a guardarlo e sbarrai gli occhi, non mi sembrava proprio il momento. Ma lui per tutta risposta si aggiustò sul sedile e distrattamente appoggiò il giubbotto di traverso sulle sue e sulle mie ginocchia. Sentii la sua mano che si muoveva lungo il mio fianco, poi sulla coscia fino a raggiungere l’interno e sfiorare l’inguine. Abbassai le mani e gli bloccai la sua stringendola. Di nuovo mi voltai e lo fissai con disapprovazione. Avevo paura che sua madre potesse girarsi ed accorgersi delle nostre manovre. Benché gli tenessi la mano riusciva ugualmente e muovere le dita che iniziarono a carezzarmi l’uccello dentro i pantaloni. Ero teso e continuavo ad osservare di sottecchi i genitori di Alberto che seduti davanti sembravano intenti a scambiarsi una fitta conversazione sui motivi che provocano queste lunghe code in autostrada. Nonostante, la situazione piuttosto imbarazzante, il trattamento di Alby, stava avendo il suo effetto ed il cazzo era in tiro imprigionato dai jeans. Mi rilassai e lasciai la mano di Alberto, lui cominciò a massaggiarmi l’uccello, poi infilò le dita tra i bottoni e cominciò a slacciarli fino a riuscire ad entrare con la mano, ora mi segava da sopra le mutande, continuando imperterrito a guardare fuori dal finestrino. Per agevolare l’operazione mi sdraiai un po’ di più sul sedile fingendo di essermi appisolato. Ora Alberto si era fatto più audace mi aveva tirato fuori l’uccello dalle mutande e lo menava con sempre più decisione. Mi mordevo le labbra per non emettere nemmeno un suono. A questo punto, il pensiero dei suoi che erano lì a meno di mezzo metro mi eccitò ancora di più e dopo pochi minuti sborrai sulla mano di Alberto e nella parte interna del suo giubbotto’.Sospirai’.La madre di Alberto si voltò e scambiando il mio respiro profondo per una improvvisa impazienza”’.

‘Coraggio ancora poco e ci siamo.’

Alberto mi guardò e ridacchiò palesemente. Lo fulminai. Ma lui disse’.

‘No si sta solo rilassando per il piacere” di avvicinarsi al mare.’

‘Ah bene.’ Rispose la madre.

Rimisi tutto a posto cercando di non sporcarmi troppo. Poi sussurrai ad Alberto’..

‘Guarda che all’interno il giubbotto è tutto sporco”

Lui mi guardò sornione, poi riprese il giubbotto e lo aprì, vide le dense colature dei miei schizzi di sborra e portandoselo alla bocca cominciò a leccarla e ad ingoiarla fino all’ultima goccia.

‘Sei un vero porco!’

Lui sottovoce, quasi impercettibilmente”’.

‘Mmmmmmmmmmmm’

La coda, improvvisamente, così come era venuta, si dissolse e iniziammo di nuovo a camminare spediti. Finalmente arrivammo. La famiglia di David ci accolse con entusiasmo e ci invitò ad entrare. Noi scaricammo i bagagli ed entrammo nella casa, era davvero carina, due piani più la mansarda, arredata con gusto. La zia di Alberto, dopo le presentazioni ci accompagnò sù in mansarda e ci fece vedere la camera dove avremo dormito noi ragazzi.

‘Qui fa un po’ freddo, perché non c’è mai nessuno e quindi non scaldiamo mai.’

Alby, guardandomi di sottecchi”’.

‘Non ti preoccupare zia, ci scalderemo a vicenda!’

‘Non vi preoccupate, proprio per questo motivo, vi ho preparato il lettone della nonna così starete tutti insieme vicini e vi scalderete.’

In effetti era un letto enorme ed altissimo coperto da almeno due strati di trapunte. Io ed Alberto sistemammo le nostre cose poi scendemmo di sotto dove già si armeggiava per preparare il pranzo. In quel mentre arrivarono David e le sorelle Elisa e Viola. Lui vestito in jeans attillati e giubbotto aveva un fisico notevole, alto, con un bel viso regolare, un po’ di barba incolta e gli occhi azzurri che contrastavano con i capelli neri lisci e lunghi. La prima delle due sorelle, era una biondina troppo bella, pareva una bambina. Un fisico morbido e sottile con tutte le curve al loro posto. Viola invece era bruna e un po’ opulenta con grosse tette e un bel culone da monta. Loro erano andati a fare un giro in paese. Ci salutarono con trasporto e la loro accoglienza fu veramente molto calorosa. Terminati i convenevoli, le sorelle si avviarono verso al propria cameretta e David invece ci invitò ad andare di sopra fino a che il pranzo non fosse pronto. Appena entrati in mansarda il cuginetto mi diede una pacca sul culo e poi mi abbracciò scoccandomi un sonoro bacio sulla bocca. Stesso trattamento fu riservato ad Alberto. Restammo un po’ a chiacchierare di come andavano le cose, della scuola; poi la zia Adele, così si chiamava la mamma di David, ci chiamò all’appello, era pronto il pranzo. La cucina toscana era buonissima e i piatti molto appetitosi . La compagnia era gradevole e il gergo usato era parecchio salace e ancorché volgaruccio. Soprattutto lo zio di Alberto era un vero fenomeno, il classico toscanaccio dalla battuta pronta, fu lui a farci ridere per tutto il pranzo.
Dopo pranzo, noi giovani uscimmo e David con le sorelle ci fecero da ‘Ciceroni’ in giro per Massa. La parte del lungomare, vista d’inverno, era affascinante e triste, allo stesso tempo. Vedere la immensa spiaggia vuota, sgombra dagli ombrelloni, dai lettini e dalla gente che d’estate la affollava gioiosa, trasmetteva tristezza. Loro ci erano abituati e il paesaggio era la normalità. Rientrammo un po’ intirizziti dal freddo e occupammo immediatamente i due bagni disponibili. Elisa e Viola in quello più piccolo e noi maschietti in quello grande. Rimasi stupito e ammirato dall’insieme di questa camera enorme, in fondo, una finestra, che teneva l’intera parete, dal soffitto fino ad un metro circa da terra. La parete era costituita da un enorme vetro, molto spesso, che portava all’interno del bagno una luce quasi accecante. Il panorama era fantastico; essendo la casa situata al culmine di una collinetta, si ammirava una enorme vallata con pini e vigneti a non finire. Sotto a questa enorme finestra una vasca idromassaggio a quattro posti con bocchettoni in ottone che fuoriuscivano dalla parete stessa. A destra quattro lavabo uno di fianco all’altro. Dietro invece, delimitato da una parete in minipiastrelle, di colore verde acqua il wc e fuori il bidet e nell’angolo una cabina doccia rettangolare tecnologizzata con stereo e manopole varie. I vetri di cristallo scorrevoli e trasparenti, chiudevano il box. Sul pavimento in cotto toscano erano distribuiti tappeti morbidi e vellutati tutti dello stesso colore azzurro chiaro. Mi spogliai, un po’ imbarazzato, non tanto per la presenza dei due ragazzi, ma per il fatto che avevo l’impressione, data l’enorme finestra, di essere nudo in pubblico, alla vista di tutti. Vidi che Alby, anch’esso nudo mi guardava e comprendendo il mio impaccio””’

‘E’ solo una impressione, il vetro ti dà l’impressione di essere fuori, dove ti possono vedere tutti, ma come puoi ben capire è impossibile che qualcuno ti veda. La proprietà esterna è tutta della famiglia di David e non c’è assolutamente nessuno!’

Mi tranquillizzai e cercai di abituarmi alla situazione. Mentre parlavo con Alby dietro di noi sentivo muovere David e per non dargli le spalle mi voltai e lo vidi. Lui si che aveva il cazzo!!!! Una mazza da baseball pensai. Penzolava a mo di batacchio fra le sue cosce ed era almeno una quindicina di centimetri a riposo. Mi sbrigai a infilarmi sotto la doccia, mentre gli altri due fecero scorrere l’acqua da un solo rubinetto a fontana dentro la vasca idromassaggio. David premette un pulsante sulla consolle e regolò il livello e la temperatura. Quando raggiunse il livello stabilito, l’acqua cessò di uscire e lui entrò lasciandosi accogliere dai bocchettoni che gli massaggiavano il corpo un po’ dappertutto. Vidi Alby entrare dalla parte opposta e immergersi a sua volta. Le loro mani stavano sotto il livello della schiuma che si era formata e non riuscivo a capire se si stavano semplicemente lavando o se si toccavano tra di loro. Uscii dalla cabina doccia con il cazzo mezzo duro, e notai il sorrisetto di David””’

‘Ehi ragazzo, sei asociale? Su vieni qui con noi, si sta benissimo qui dentro!’

‘Ma veramente io mi sono appena fatto una meravigliosa doccia!’

‘David, è un po’ timido il ragazzo!’

‘Ma dai! Timido un cazzo! Dai vieni qui immergiti con noi!’

Date le reiterate insistenze, mi convinsi e mi sfilai l’accappatoio che avevo appena indossato e mi immersi in mezzo a loro. Non feci in tempo a toccare con il sedere il fondo della vasca, che le loro mani mi esploravano dappertutto. Anche avessi voluto, non avrei potuto difendermi. Una mano di Alby mi impugnava il cazzo e una di David mi toccava le palle, facendo poi scivolare il dito fra le mie cosce aperte fino a raggiungere il mio buchetto posteriore. Mi mossi anche io e presi dapprima in consegna il pene di Alby e poi quello di David. Notai che le punte, del mio dito medio e del pollice, si sfioravano, attorno alla circonferenza del cazzo di Alby. Con l’altra mano, invece, riuscivo a malapena a circondare metà del grosso cilindro di carne che apparteneva a David.
Fui il primo, sollecitato da quattro mani che mi titillavano e masturbavano in ogni parte del corpo, a eiaculare Ma anche Alby e David, mi seguirono a ruota, le mie abili mani da segaiolo incallito, li portarono velocemente alla sborrata. Le loro cappelle, fuoriuscivano di poco dal pelo dell’acqua e gli schizzi volarono verso l’alto per ricadere un po’ dentro l’acqua stessa e molta sborra raggiunse invece il mio corpo e i miei capelli bagnati. Prima Alby e poi David si alzarono in piedi e mi porsero il cazzo da succhiare. Glieli pulii per bene leccandoli e succhiandoli fino all’ultima goccia. Vidi che si guardavano e si sorridevano in modo sornione. Erano entrambi in piedi davanti a me e si tenevano in mano il cazzo che si stava ammosciando, poi vidi David indirizzare il pene nella mia direzione e lo zampillo dorato fuoriuscire dapprima lento e poi sempre più forte e abbondante, mi deterse la bocca e il viso. Non aveva ancora terminato lui, che anche Alby si liberò la vescica incrociando lo zampillo di David con il suo. Quando finirono entrambi mi baciarono con la lingua in bocca e si infilarono di nuovo dentro l’acqua della vasca. Lo stimolo di pisciare ora ce l’avevo anche io e alzatomi in piedi provvidi a detergere i loro visi con il mio getto abbondante e potente. David svuotò la vasca e insieme entrammo dentro il grande box doccia e sotto i getti d’acqua tiepida ci lavammo per bene i nostri corpi, aiutandoci a vicenda.
Arrivò cosi l’ora della cena e fu servita della ottima carne alla brace cucinata dal babbo di David. Dopo la cena restammo un po’ a chiacchierare tutti insieme in salotto fino a che un po’ per volta tutti gli adulti andarono a dormire. Rimasti soli noi maschietti e le femminucce parlammo ancora un po’ scherzando e prendendoci in giro fra di noi, poi stanchi decidemmo di seguire l’esempio dei grandi e di andare decisamente a dormire. Le donne che avevano la loro cameretta ci salutarono e noi invece salimmo nella mansarda, entrammo nella nostra grande camera e rabbrividendo dal freddo ci svestimmo e uscimmo per andare in bagno. Avevamo un bagno in comune con le camere del secondo piano, facemmo un po’ di fila, ridendo e facendo un po’ di baccano, finché gli adulti ci richiamarono all’ordine e dopo avere espletato le nostre funzioni fisiologiche, ce ne tornammo in camera nostra sempre ridacchiando sottovoce. Mi stupiva il fatto che David, avesse rinunciato a dormire nella sua camera e avesse invece scelto di dormire assieme a me e Alby. Glielo chiesi e lui mi spiegò che così ci saremmo divertiti di più in tre che solamente in due. Non compresi cosa ci fosse di così divertente nel dormire in un solo letto in tre, ma comunque non sollevai alcuna obiezione. Poi David””’.

‘Dobbiamo decidere chi dorme nel mezzo.’
Alberto fece per parlare ma io lo precedetti e proposi di fare a turno. David si disse d’accordo e si propose per essere il primo. Ci spogliammo ed infilammo i pigiami. In effetti faceva piuttosto freddo e corremmo ad infilarci sotto le calde trapunte. Ma anche li sotto eravamo congelati, allora David si accostò ad Alberto e lo abbracciò da dietro facendo aderire il corpo al suo, poi mi disse di fare altrettanto con lui, così feci, abbracciai David e mi attaccai alla sua schiena. Avevamo ancora freddo, tanto che si poteva sentire battere i denti. Allora David disse che il problema erano i pigiami che limitavano la trasmissione del calore corporeo. Così si sfilò la maglia del pigiama e poi i pantaloni restando con solo gli slip. Immediatamente lo imitammo e riprendemmo la posizione precedente. Ora il mio uccello era appoggiato al culo di David separato solo dalla leggera stoffa delle mutande e questo ebbe un effetto quasi immediato e cominciai ad andare in tiro. David disse

‘Ehi ragazzo sento qualcosa crescere qui dietro!’

Alberto disse

‘Anche qui dietro non è proprio tutto tranquillo!’

Ridemmo. Ormai era chiaro come sarebbe finita’..
Comincia a strusciare il cazzo sulle chiappe di David, che per tutta risposta mi mise una mano sul culo per attirarmi ancora di più verso di lui.

‘Mmmmhh. Si!’ mugolò.

Gli cinsi il petto con le mani e cominciai a carezzargli i capezzoli, poi la pancia, poi più giù trovai la cappella del suo cazzo che già sporgeva dall’elastico delle mutande. Lo afferrai e comincia a menarlo scatenando un’altra serie di mugolii.

‘Ehi voi due! E io ?!’ Disse Alberto

Si volto verso David e si strinse contro di lui. La mia mano che masturbava David, con il dorso stru sciava sul cazzo di Alberto ancora nelle mutande. Alberto tirò fuori il suo arnese ed io li afferrai entrambi e ripresi a segarli. Intanto David ravanava nelle mie mutande e me le aveva abbassate fino alle ginocchia, il mio cazzo libero si era subito infilato tra le sue cosce e stantuffava avanti e indietro. A questo punto mollai i due cazzi ed afferrate le mutande di David gliele sfilai del tutto. Poi inizia a solleticargli il buco del culo, mi succhiai un po’ le dita e tornai a stuzzicargli il buco infilando prima una e poi due dita. Anche Alberto si era liberato delle mutande e così feci anch’io. Tolsi le dita dal culo di David e infilai nuovamente il mio uccello tra le sue cosce. David continuava a mugolare dei siiiii di approvazione. Di fronte a lui anche Alberto gli aveva infilato il cazzo fra le cosce e così i nostri due uccelli si strusciavano insieme tra le cosce calde di David. Ormai ci eravamo scaldati. Anzi la temperatura saliva ogni minuto che passava. David dopo questo trattamento preliminare decise che era ora di passare alle cose serie. Si immerse sotto le coperte e poco dopo sentii la sua bocca che mi avvolgeva il cazzo ed iniziava a spompinarlo. Ora ero io a mugolare’Poi si staccò e passò a quello di Alberto. Poi ci fece posizionare uno contro l’altro con le gambe intrecciate in modo che fossimo attaccati per l’inguine, così con le palle che si toccavano David riuscì a sollevare i nostri due cazzi ed a prenderli in bocca tutti e due contemporaneamente. Io afferrai David per una gamba e lo costrinsi a portarsi sopra di me in modo che potessi godere di quel gran bel cazzo in bocca. Cominciò un 69 molto particolare io che succhiavo il cazzone di David e lui che si riempiva la bocca con le nostre due nerchie. Passai dal cazzo di David al suo buco del culo. Quell’anello rosa era li che non aspettava altro, io iniziai a scoparlo con la lingua e poi ad infilarci le dita, era molto cedevole, credo che il cuginetto si abbandonasse spesso a questo passatempo. Poi David decise che ne aveva abbastanza. Si staccò dai nostri cazzi si girò e sdraiandosi supino sopra di me si diresse il mio cazzo sull’ano ormai ben lubrificato dal mio lavoro di lingua e si impalò quasi in un sol colpo.

‘Ahaaa! Siiì! Ummmmhh un bel cazzo duro nel culo!’

Poi iniziò a muoversi su e giù infilandosi il mio uccello che non aspettava altro. Intanto Alberto aveva afferrato il pene di David e lo succhiava con grande vigore. David sembrava in trance. Gli occhi chiusi mugolava dei si a ripetizione. I suoi movimenti si erano fatti più decisi e più profondi, ormai stavo per sborrare.

‘Vengoooo!’ dissi.

‘Sì dai vienimi nel culo! Riempimi di sborra! Dai! Dai!’

Sborrai nel culo di David una quantità enorme di sperma. Alberto che era sempre intento a spompinare David, passò sotto a leccare quella che colava fuori dal buco del culo. Poi in un attimo afferrò David lo mise alla pecorina e lo inculò a sua volta. David era all’apice

‘Sì dai sfondami! Spaccami! Più forte! Spingimelo fino in gola!’

Alberto lo sbatteva con forza sempre più velocemente e dopo un altro paio di colpi gli riempi l’ano anche con la sua sborra, mentre David schizzava, senza nemmeno toccarsi, tutto il suo nettare bollente sulle lenzuola candide. Restammo immobili ansimanti, bagnati di sudore e di sborra. Poi ci riaccoccolammo vicini e ci stringemmo l’un l’altro carezzandoci e baciandoci a vicenda. La stanchezza ebbe il sopravvento e ci addormentammo. La mattina seguente era il 30 dicembre, decidemmo di andare a fare una passeggiata sul lungomare. Era una giornata grigia e ventosa, ma senza pioggia. Così, imbacuccati nei nostri giubbotti ci avviammo verso il mare con le mani affondate nelle tasche. Il posto era bellissimo, nonostante l’inverno il mare manteneva tutto il suo fascino. Passeggiammo lungo il molo fino ad arrivare dove le onde spinte dal vento si infrangevano sui muraglioni con grandi schizzi. Per un po’ giocammo e ridemmo. Poi lasciammo il molo e scendemmo sulla spiaggia. Vista la stagione c’erano solo le cabine sul fondo degli stabilimenti e nessuno in giro. Alberto disse

‘Sono stanco. Troviamo un posto dove sederci per un po’.’

David ci prese per mano e ci trascinò quasi correndo verso un porticato di canne che d’estate doveva servire a riparare le auto dal sole. Ci sedemmo per terra sulla sabbia appoggiati ai blocchi di cemento che delimitavano la zona e ci mettemmo a guardare il mare color piombo e le nuvole che correvano sopra le nostre teste.

‘Devo fare pipì.’ Dissi alzandomi.

David subito si alzò e disse

‘Vengo con te.’

Ci mettemmo dietro le cabine slacciai i jeans e tirai fuori l’uccello e inizia a pisciare quando David si chino vicino al mio cazzo come se fosse una fontanella e messa la mano a coppa si fece scorrere il mio piscio sulla mano e poi sulla faccia ed infine facendosi delle lunghe sorsate. Nel frattempo ci aveva raggiunto anche Alberto

‘Ehi se hai così tanta sete qui ce n’è ancora.’ Disse tirando fuori il cazzo.

Immediatamente David si portò verso di lui e ripeté l’operazione. Poi si avvicinò e mi baciò, dischiusi la bocca, non immaginavo che aveva trattenuto un po’ di piscio di Alberto in bocca, appena aprii le labbra mi lascio cadere in bocca un po’ di pipi, non sapevo che fare, avrei voluto sputare, ma David mi chiudeva la bocca con la sua, alla fine fui costretto ad ingoiare. Dopo qualche secondo di shock sentii il sapore aspro dell’urina in bocca e non so per quale motivo il mio cazzo iniziò a diventare duro’..

‘Vedo che ti piace il piscio eh?.’ Disse David.

Poi lui si inginocchiò e mi prese l’uccello in bocca cominciò un lento lavoro di leccate e succhiate, passava la lingua intorno alla cappella e poi se lo infilava fino alla gola. Anche Alberto si era avvicinato con il cazzo in tiro ed io lo avevo subito afferrato iniziando a fargli una sega. Il pompino era favoloso ed ormai ero lì lì per venire, comincia ad ansimare e David capì che avrei sborrato di li a poco. Anche Alberto sotto le mie abili mani era vicino a venire. David fece avvicinare anche Alberto ed in breve gli sborrammo quasi contemporaneamente in bocca. David si leccò tutto fino all’ultima goccia. Poi si masturbò fino a venire a sua volta. Ci ricomponemmo e tornammo verso casa. Il pomeriggio andammo in gita con tutta la famiglia. Ed a sera stanchi dalle passeggiate ce ne andammo a dormire abbracciati. Il giorno seguente era San Silvestro ed ancora non mi era chiaro come avremmo festeggiato l’arrivo del nuovo anno. La mattina scesi per fare colazione e trovai le signore che già discutevano di abiti e scarpe e borse. Ascoltai un po’ preoccupato visto che era chiaro che si parlava di una serata molto elegante ed io avevo portato con me solo dei jeans.
Quando scese David gli esternai le mie preoccupazioni, rise

‘Ma noi mica andiamo con i vecchi!’

‘Ah no. E dove andiamo?’

‘Non ci muoviamo di qui. Ci sono le mie sorelle e poi ho invitato un po’ di amici per festeggiare insieme. Vedrai ti piaceranno.’

La giornata se ne andò densa di preparativi. Intorno alle diciannove i genitori di David e quelli di Alberto partirono per il loro veglione che si svolgeva a Viareggio alla Capannina, non senza averci letteralmente bombardato di raccomandazioni ed avvertimenti. Appena sentimmo la macchina allontanarsi cominciammo a saltare ed a ridere. Era ora di finire i preparativi. La madre di David aveva ci aveva rifornito per bene di stuzzichini, patatine e bibite, quello che non sapeva era che David aveva anche provveduto qualche bottiglia di vino, molte lattine di birra ed alcuni superalcolici, che ovviamente ci erano stati espressamente proibiti. Elisa e Viola intanto avevano apparecchiato il tavolo con i panettoni e i vari stuzzichini. Distribuite sulla superficie avevano sistemato lattine e bottiglie varie. Mancava solo lo spumante che avevano già provveduto a mettere in frigo. Alle ventidue arrivarono gli amici di David. Io mi sarei aspettato dati i precedenti fra di noi, che arrivassero solo amici maschi, invece vi erano cinque maschi e quattro femmine, tutti e nove molto carini. David fece le presentazioni’.’.

‘Questo è il nostro amico di cui vi ho parlato.’

Tutti gli sguardi si rivolsero verso di me. Guardai il gruppo, cinque ragazzi più meno dell’età di David e tre ragazze di cui due biondine perfettamente identiche, sicuramente gemelle e una bruna. Prima le femmine si preoccuparono di salutarmi non limitandosi ad una stretta di mano ma abbracciandomi e baciandomi, tutte e tre direttamente sulla bocca. Ad uno ad uno anche i maschi si avvicinarono per salutarmi . Il primo mi dette un casto bacio sulle labbra senza praticamente sfiorarmi, gli altri furono più espliciti accompagnando il bacio ad un abbraccio e a carezze che invariabilmente andarono a finire sul mio fondo schiena. Dalle presentazioni capii, che le quattro femmine si chiamavano, Dorella, la bruna, 18 anni, poi Sara e Simona le due gemelle biondine di 19 anni e Marta di 24 anni, una stangona, mulatta, altissima con le tettone, che dalla scollatura sembravano rifatte. I maschi erano Riccardo e Paolo, miei coetanei di 18 anni, poi Nico, che di anni ne aveva 20 e ancora i due fratelli Tommy e Giulio, diciannovenne il primo e ventunenne il secondo.

Ci sistemammo nella taverna ed iniziammo a mangiare e bere ed a ridere. Una delle bottiglie di vino era già vuota ed allora uno degli amici di David e precisamente Riccardo, propose di fare il gioco della bottiglia. E’ molto semplice: si fa girare la bottiglia al centro dei partecipanti disposti in cerchio. Il collo della bottiglia indicherà chi deve cominciare il gioco. Il prescelto farà girare ancora la bottiglia e quando la stessa si fermerà indicando uno dei giocatori, deciderà quale penitenza far fare al prescelto. David, che era ormai il nostro capo assoluto, disse che tutte le penitenze erano da fare e che non importava se il prescelto fosse un maschio o una femmina.
Ci sedemmo tutti a terra in circolo e cominciammo a giocare, la bottiglia fatta girare da David indicò Paolo, quest’ultimo iniziò il gioco facendo roteare a sua volta la bottiglia che si fermò in corrispondenza di Nico.

‘Bene, bene” disse Paolo

‘Nico deve leccare i capezzoli a David!’

Nico, ubbidiente, non si fece pregare e avvicinandosi a David gli sollevo la maglietta e cominciò a leccargli e succhiargli i capezzoli. Poi toccò a Nico far girare la bottiglia che si fermò puntando su Sara”..

‘Dunque, vediamo, Sara, ora tu dovrai leccare i capezzoli diiiiii” Simona!’

Sara, come se nulla fosse, si avvicinò alla sua gemella, le sollevò la maglietta scoprendo le tette nude, sodissime, che stavano su senza l’ausilio del reggipetto e si mise a leccarle. Tutti ci
accorgemmo che Simona e Sara parevano essere abituate a questo tipo di rapporti incestuosi.
Sara, si risedette al suo posto e fece girare la bottiglia’..
Si fermò indicando Tommy”’

‘Ora Tommy, dovrà baciare il pene a Giulio’ disse Sara.

Tommy, era un ragazzo davvero bellissimo con due grandi occhi verdi e una testa di riccioli rossi, si alzò in piedi e raggiunse Giulio, che a sua volta si mise in piedi, estraendo il grosso cazzo dai pantaloni. Tommy Si piegò in avanti e baciò con le labbra dischiuse la punta della cappella.
Ora Tommy afferrò la bottiglia e la fece girare vorticosamente, sembrava non volersi fermare più, ma quando lo fece era puntata verso di me. Ebbi un tuffo al cuore. Non sapevo cosa aspettarmi. Tommy mi guardò e con un sorrisetto sussurrò qualcosa all’orecchio di David che esclamò

‘Ottima idea!’ e si dettero il cinque.

Poi Tommy mi si avvicinò ed annunciò la mia penitenza. Avrei dovuto esibirmi in uno streep tease per tutti loro. Ero un po’ imbarazzato. Ma tutti applaudirono entusiasti ed io alzatomi feci inchini a destra e a sinistra. David portò al centro il tavolino basso del salotto perché potessi salirci sopra. Poi andò allo stereo e mise su un disco di Tina Turner. Tutti iniziarono a battere le mani a tempo, io cominciai a seguire la musica ed a ballare. Poi, mi sedetti sul bordo del tavolino e mi tolsi le Adidas lanciandole lontano, il pubblico esplose in un Olè, poi ripresi a ballare accarezzandomi il torace e il culo ed in mezzo alle cosce partirono fischi ed applausi, la cosa stava cominciando ad eccitarmi. Sollevai una gamba e mi tolsi una calza che gettai dietro di me, poi l’altra. Altro Olè. Accompagnato dalla voce roca della Turner ripresi a ballare, poi lentamente cominciai, tra urla di incitamento a sfilarmi il maglione, molto lentamente e poi gettai anche quello dietro le spalle. Sempre muovendomi a tempo iniziai a slacciare i bottoni della camicia, sbottonai lentamente il primo poi il secondo, e via, via tutti gli altri poi afferrati i lembi aprii la camicia e la sfilai dai pantaloni, facendogli seguire lo stesso percorso degli indumenti precedenti. Il pubblico era in delirio! Alberto mi gridava

‘Forza! Facci sognare!’

Tommy intanto si appropriò della mia camicia e stringendola al viso ne annusava l’odore. Ora un coro accompagnava l’esibizione

‘Dai! Dai! Dai!’

Lentamente sfilai la maglietta della salute, dai jeans e comincia a sollevarla mettendo in mostrai i miei addominali. Altra bordata di fischi. Poi Riccardo salto sul tavolino mi si mise dietro e abbracciandomi afferrò la maglietta e me la strappo letteralmente di dosso. Ma un improvvisato servizio d’ordine lo rimise al suo posto. Ripresi a ballare ed intanto sfilavo la cintura che feci roteare sopra la testa prima di lanciarla lontano. Poi iniziai a slacciare i bottoni dei jeans e poi ad abbassarli facendo intravedere le mutandine bianche. Poi volsi le spalle al pubblico e feci scivolare i jeans sul culo fino alle caviglie, quindi, scalciando li levai del tutto.
Ora ero con le sole mutande e la platea si era fatta attenta, voltai la testa e vidi che molti maschi armeggiavano con i rispettivi arnesi e le tre femmine si tenevano abbracciate con le due gemelle che si accarezzavano i seni. Ancheggiai accarezzandomi le chiappe e sempre a tempo di musica passeggiai lungo il bordo del tavolino, tutti allungarono le mani per toccarmi, chi il culo, chi il cazzo, che subito si animò e cominciò ad andare in tiro. Girato di nuovo di spalle abbassai le mutande mostrando il culetto sodo e subito le rimisi al loro posto. Un Ohh di disapprovazione partì dalla platea. Allora afferrai i lembi delle mutande e tirandole verso l’alto esposi le chiappette. Dal mio pubblico scaturirono applausi scroscianti, mi voltai verso di loro ed iniziai ad abbassarmi le mutande facendo fare capolino al mio uccello che ora era duro come il marmo. Anche questa volta ricoprii tutto. Fischi e coro

‘Nudo! Nudo! Nudo!’

Mi voltai nuovamente ed abbassai le mutande fino alle caviglie piegandomi in avanti e mettendo così in bella mostra il mio fondo schiena. Sfilai le mutande e mi voltai con il cazzo bello duro dritto lungo la pancia. Altro applauso scrosciante. Tutti si alzarono e si avvicinarono al tavolino. Ora avevo mani che mi toccavano dappertutto. Tra le chiappe, sui capezzoli, qualcuno mi aveva afferrato il cazzo e me lo menava. Poi mi trascinarono giù dal tavolino e mi sdraiarono sul tappeto, Riccardo mi si avvicinò e cominciò a baciarmi insinuando la lingua in bocca. Ricambiai con trasporto. Intanto qualcuno mi aveva sollevato le gambe e mi stava leccando il buco del culo.
Vidi i lunghi capelli neri di Dorella scendere a coprire il mio pene, e poi sentii il calore umido della sua bocca impossessarsi della mia virilità ingoiandola a fondo, poi sollevai la testa e vidi Tommy che si scambiava il mio cazzo con la ragazza, un colpo per uno se lo ingoiavano e me lo pompavano. Lei lo teneva fra le sue esili dita e dopo averlo inghiottito lo piegava verso la bocca protesa di Tommy che se lo infilava in bocca, avvolto dal quel calore ero in estasi. Intanto Giulio si occupava dei miei capezzoli leccandoli, succhiandoli e mordicchiandoli, e ad ogni morso io gemevo per il dolce dolore misto a piacere che provavo in quel momento. Con la coda dell’occhio vidi David che stava sfilando i pantaloni a Riccardo che era sempre impegnato a limonarmi. Lo stesso stavano facendo gli altri ed in pochi secondi eravamo tutti nudi.
Le due gemelline, lesbicavano fra di loro sdraiate in terra e una sopra l’altra in posizione di 69 se la stavano leccando. Vidi Viola sdraiata a cosce spalancate su una poltrona e sua sorella Elisa con il capo infilato fra le sue cosce, intuivo che stesse leccandogli la figa dai movimenti della sua massa di capelli biondi che ondeggiava voluttuosamente.
Era iniziata una vera orgia, senza limiti ne distinzioni di sesso o di parentela. Tommy aveva lasciato l’esclusiva del mio cazzo a Dorella e stava in disparte in piedi con il cazzo duro, ma fu per poco, perché suo fratello Giulio si era impossessato del suo pene e inginocchiatosi davanti lo stava gratificando con un bel pompino profondo.
Preso da mille meravigliose e intense piacevoli sensazioni, sentii Riccardo gemere: Nico si era posizionato tra le sue chiappe e gli stava leccando avidamente il culo. Tra il groviglio di corpi attorno a me vidi avvicinarsi Alberto che vista la mia bocca libera si preoccupò immediatamente di riempirmela con il suo bel cazzone duro. Io lo ingoiai a fondo assaporandone il gusto acre e lavorandolo con la lingua gustai il sapore del liquido che gli fuoriusciva dal meato. Ora i gruppetti che si erano composti in precedenza si stavano sciogliendo e mentre Alberto mi penetrava la bocca David era impegnato a leccarmi il culo. Dietro di lui Giulio armeggiava con il suo buchetto mandandolo in estasi. Tommy ora piegato al mio fianco iniziò a succhiarmi il cazzo. Alberto ora si era sdraiato sul fianco e succhiava il cazzo di Tommy, quest’ultimo ciucciava il mio mentre io nella stessa posizione mi ero impossessato di quello di Alberto. Eravamo in tre che si succhiavano e spompinavano il cazzo a vicenda. Le posizioni mutavano continuamente, ora Alberto si era mise dietro a Tommy cominciando a slinguazzargli il buco del culo. Vidi Nico che nel frattempo, inginocchiato tra le cosce aperte di Riccardo gli faceva scorrere il cazzo tra le chiappe, poi cominciò ad incularlo, Riccardo sembrava non aspettasse altro. Io ora succhiavo l’uccello di Tommy e vidi il cazzo di Alberto che sopra la mia faccia si faceva strada tra le chiappe di Tommy ed in men che non si dica lo aveva riempito tutto con il suo bel cazzo. Sentivo anche David che gemeva ed emetteva i suoi gridolini, intuii che Giulio doveva averlo impalato. Vidi, Sara che con le cosce spalancate si stava facendo scopare da Paolo e dietro di lui vidi Nico che inginocchiato dietro se lo inculava con forza, affondando con colpi violenti fino ai coglioni. Elisa, aveva cambiato posizione e si era sdraiata lei sulla poltrona, con le gambe sollevate verso l’alto e sua sorella Viola che gli leccava la figa, penetrandola con due dita nel buco del culo.
Intanto Tommy aveva sostituito un altro nel succhiamento del mio cazzo, ansimava e continuava a ciucciarmelo con passione. Avevo il cazzo, che mi faceva persino male da tanto era duro. Io, cambiai posizione, mi infilai sotto ad Alberto, raggiungendogli il cazzo con la bocca e in posizione di 69 e iniziai a leccarlo e a spompinarlo mentre lui contraccambiava vorace. Tommy, a questo punto, si appropriò del culo di Alberto e lo penetrò in modo deciso. Io succhiavo e leccavo il membro ad Alberto e leccavo anche i grossi pendenti di Tommy, che entrava e usciva dal quel buchetto rosso e bagnato. Improvvisamente Tommy aumentò il ritmo diede due ultimi affondi facendo gridare Alberto per il godimento, poi estrasse il cazzo e sborrò copiosamente sulla mia faccia mentre il suo amante mi scaricava in bocca una interminabile serie di schizzi di caldissima sborra! Fantastico! Meraviglioso. Tommy si accasciò e poi rotolò via sdraiandosi accanto sul pavimento. Alberto si abbasso e mi baciò, poi con le dita cominciò a raccogliere la sua sborra ed ad infilarmela in bocca, ed io risposi succhiando avidamente le sue dita.
Riccardo e Nico avevano cambiato posizione, ora Nico era sdraiato e Riccardo si stava impalando saltando sul cazzo dell’amico come un indemoniato. Dorella, Sara e Simona, ora avevano accolto fra di loro le sorelle Viola, Elisa e Marta, formavano un gruppo a se stante. Si baciavano in bocca si leccavano la figa, i capezzoli, infilandosi le dita dentro ella vagina e al buco del culo. Sentivo i loro gemiti acuti e le loro voci argentine incitarsi una con l’altra. L’unica delle tre che ancora non si era tolta le mutande era Marta. Vedevo il suo culo, evidenziato dal perizoma tipo filo interdentale, che si muoveva oscillando mentre leccava la figa a Elisa. Pensai che forse aveva il ciclo e che, per questo motivo non volesse liberarsi dell’intimo assolutamente indispensabile in questi casi.
Seguivo con lo sguardo questo terzetto, quando vidi Marta in piedi e di fronte a lei inginocchiata, Viola che infilava le dita sotto l’elastico del perizoma della stangona e lo tirava giù. Rimasi sbalordito, un cazzo nero circonciso, enorme, duro come il marmo, fuoriuscì come una molla e colpì sul viso Viola. Marta era un meraviglioso trans, le tette dure, il fisico liscio, il viso, ambrato e dolcissimo, poi, meraviglia nelle meraviglie, il membro, grosso e lungo, percorso da arterie sporgenti e tortuose. Vidi Viola ed Elisa entrambe vicine al palo scuro, scambiarselo e pomparlo a turno. Lei, o forse lui, insomma Marta, teneva gli occhi chiusi e godeva per il dolce trattamento a cui era sottoposta. Distolsi il mio sguardo e sollevando il capo vidi che David era ancora riempito da Giulio ed ansimava e gemeva di soddisfazione. Alberto si avvicinò alla coppia Nico e Riccardo e si prese in bocca il cazzo di Riccardo. Poi successe una cosa strabiliante. David si era avvicinato ed aveva preso a succhiarmi il cazzo. Mi guardava mentre il mio bastone duro gli entrava ed usciva dalle labbra. Poi si alzò. Mi scavalcò e si abbassò infilandosi il mio cazzo nel culo. Il buco era ormai bello dilatato, bagnato e caldissimo. David si sdraiò su di me e cominciò a muoversi facendosi scivolare il mio cazzo nel culo. Dietro di lui Giulio si avvicinò e cominciò a solleticargli l’ano dilatato, poi ad accarezzarmi il cazzo e le palle, poi cercò di infilare un dito nel culo di David insieme al mio cazzo, David emise un gemito ed un lamentoso

‘Siiiii!’

Eccitato Giulio provò con due dita e David sembrava sempre più infoiato.

‘Siiiii! Dai spaccatemi il culo!’

Giulio al quel punto si inginocchiò tra le mie gambe e punto il suo cazzone che era davvero enorme sul buco del culo di David, lo appoggiò sopra il mio ed iniziò a spingere. Non credevo che ce l’avrebbe mai fatta ad entrare, ma subito arrivarono Tommy ed Alberto che iniziarono a lubrificare il culo di David leccandolo e sputando. David sembrava in trance, il viso una maschera di dolore, tanto che pensavo che forse avremmo dovuto smettere. Feci per togliere il mio cazzo dal suo culo,
ma lui mi afferro e disse

‘No! Non ti muovere! Vi voglio tutti e due!’

Il lavoro di lingua e saliva stava dando i suoi frutti. Giulio diede una altra spinta e la cappella entrò. David emise un grido e vidi le lacrime scorrergli sul viso, ora erano tutti attorno a noi. David ansimava. Noi eravamo immobili aspettando che l’ano si adattasse alla nuova situazione, ma poi fu proprio David a cominciare a muoversi. Allora Giulio riprese a spingere. Vedevo David stringere i denti, aveva afferrato il tappeto e lo stringeva con tutte le sue forze. Un ultimo sforzo e sentii le palle di Giulio che sfioravano le mie: era tutto dentro! David sembrava sul punto di svenire. Ma poi iniziò nuovamente e muoversi ed allora anch’io e Giulio cominciammo ad incularlo. Era fantastico sentire il cazzo di Giulio che premeva sul mio. In effetti io ero praticamente fermo il solo movimento di Giulio mi procurava un godimento che non avevo nemmeno mai immaginato. Ora David, con gli occhi rivoltati aveva aumentato il ritmo.

‘Si! Dai! Si! Spingete! Sbattetemi! Sfondatemi!’

Iniziai anch’io a scoparlo spingendo il bacino verso l’alto. David emise un grido. Si sollevò afferrando la schiena di Giulio attirandolo ancora di più verso di lui.

‘Dai spingete! Più forte! Spaccatemi il culo!’

Mentre gridava sentii il calore della sua sborra che usciva copiosa dal suo cazzo e mi inondava la pancia. Le contrazioni provocate dal suo orgasmo furono sufficienti perché anch’io scaricassi nel suo culo tutta la sborra che avevo, immediatamente seguito da Giulio che sborrò riempiendo il culo di David ben oltre la sua capienza. Sfatti ci abbandonammo l’uno sull’altro. David era quasi svenuto e tremava ansimando. Ci vollero alcuni minuti prima che trovassimo le forze per muoverci. Poi, noi maschi, uno dopo l’altro fummo in piedi. Ci fermammo tutti per ammirare lo spettacolo offerto dalle donne, che nell’angolo, sdraiate sulle poltrone, godevano come matte e una dopo l’altra arrivavano all’orgasmo. Marta in piedi di fronte a loro, si masturbava il gigantesco cazzo. Dopo pochi secondi lei li gratificò, regalando loro schizzi di sborra calda. Direzionava il membro a destra e a sinistra come se fosse una pompa dei vigili del fuoco innaffiandole abbondantemente e coprendo loro ampie zone di pelle, con chiazze bianche e dense. Dopo alcuni minuti, il gruppo si riprese dall’estasi e anche loro ci raggiunsero felici. Alla fine, tutti nudi ci abbracciamo soddisfatti e sorridenti poi raggiungemmo il bagno e ci infilammo a coppie sotto la doccia.
Tornammo in taverna a rifocillarci ed a riprendere fiato improvvisamente Alberto disse

‘Ehi! Ma è mezzanotte! Sta per iniziare il nuovo anno!’

Stappammo velocemente lo spumante e brindammo felici per aver concluso in questo modo il vecchio anno. Devo ammettere cheil mio unico rammarico restò quello di non aver potuto gustare il corpo e il cazzo di Marta. Ma magari il prossimo anno””’..

Non credo, comunque che dimenticherò mai l’inizio del 2008

Buon sesso a tutti Ombrachecammina

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