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042 – La famiglia sequestrata

By 9 Aprile 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Il mio nome è Luciano, 48 anni, capelli grigi, pepe e sale, occhi azzurri, viso regolare, alto un metro e ottantotto, fisicamente integro, corpo ben definito, mi piace depilarmi; fin qui la mia descrizione fisica visibile a tutti. Quella non visibile è rappresentata dal mio grosso e lungo paletto di carne e dal culo, un po’ effeminato, che parecchie volte nella mia vita, ha attratto, anche femmine, ma soprattutto maschi, a corteggiarmi manifestamente. Sono un dirigente di azienda e per mia fortuna e perché no, anche per un briciolo di capacità proprie, godo di un trattamento economico di tutto rispetto. Sono sposato con mia moglie Claudia, da ventiquattro anni e per essere sincero ne sono veramente felice. Lei è alta un metro e settantadue, viso bellissimo con gli occhi difficili da descrivere, azzurro verde è il colore predominante, ma attorno all’iride vi è un cerchio sottile di colore marrone scuro, quasi nero.
Le efelidi che le ricoprono la pelle del viso, tutt’attorno al naso e in minima parte la fronte, le donano un aspetto allegro e sbarazzino. La bocca, ecco si la bocca, meriterebbe un capitolo a parte; le labbra sono carnose naturali, e la forma invita a baciarla senza soluzione di continuità. Io quando la vidi, in viso, la prima volta, pensai, da maschio arrapato: Che bocca da pompini!!!!
Capelli rossi naturali e un fisico che, quando la conobbi in tenera età, era ancora un po’ acerbo ed immaturo; ora da donna di quarantadue anni, ha subito una metamorfosi e il suo corpo si è riempito ed è diventato un fisico che definirei mozzafiato. Le mammelle, nonostante abbia allattato quattro figli, sono leggermente abbassate, ma piene e sode, la pelle del corpo, bianchissima, ricopre le sue curve seguendo senza smagliature, le sinuosità dei fianchi, il depilato promontorio inguinale e la successiva discesa che conduce al paradiso, anch’essa assolutamente implume. Beh di paradisi, lei ne ha molti: La bocca, della quale ho già ampiamente scritto; anche per quanto riguarda le tette ho precedentemente espresso largamente il mio parere, quindi non resta più niente”. Ora direte, ma il culo non ce l’ha? Ce l’ha, ce l’ha, cavoli se ce l’ha!! Sempre in occasione del nostro primo incontro, ecco, io la vidi per la prima volta, mentre lei, camminando, mi girava le spalle e io abbagliato e attratto come l’ago della bussola dalla calamita, la seguii, con gli occhi incollati al suo fantastico e statuario culo!!! In effetti, quel sedere fasciato dai jeans bianchi trasparenti estivi, fu la molla che mi portò verso di lei. Mi ricordo che mentre mi avvicinavo a lei il mio pene si era drizzato nelle mutande mentre attonito seguivo il movimento ondeggiante delle sue magnifiche chiappe. Fu amore a prima vista e non solo per le sue doti fisiche, mi piacque per la sua dolcezza, per la sua disponibilità e pure per la sua serietà e fedeltà. Dopo sei lunghi anni di fidanzamento ci sposammo quando io avevo compiuto ventiquattro anni e lei ne aveva solo diciannove e qualche mese. Dopo nove mesi esatti dalla data del matrimonio, nacque Piero, il primo dei nostri figli, un maschietto che assomigliava sputato a sua madre, del quale io ero orgoglioso, ero sicuro difatti che fosse anche mio per il semplice fatto che il cazzo, fin da quando era piccolo, era identico al mio. Soddisfazione del cazzo direte voi, si, magari si, ma comunque sempre di soddisfazione si tratta. Circa a cadenza annuale nacquero dapprima Marialuisa, seguita da Cinzia e per ultimo arrivò il piccolo Gianni. Ora la prole è cresciuta e ancora sufficientemente giovani ci ritroviamo una famiglia con Piero, oggi ventitreenne, Marialuisa ventiduenne, Cinzia che di anni ne ha venti e con Giannino che ne ha quasi diciannove.

Era il dieci Agosto, e assieme alle stelle cadenti di San Lorenzo, arrivarono pure le nostre vacanze. Il nostro gruppo famigliare, quel giorno, senza perdere un minuto, salì sul nostro nuovissimo camper e partimmo, pieni di entusiasmo, in direzione di La Spezia, per imbarcarci sul traghetto, che ci avrebbe trasportati via mare, nella magnifica Sardegna. Sbarcammo dalla nave, ad Olbia, erano le ventuno, dopo più di un ora, ci sbarcarono pure il nostro camper. Ci montammo sopra e rapidamente ci allontanammo dalla zona del porto, in direzione di Tempio Pausania e quindi da lì proseguimmo fino a raggiungere, in tarda serata il campeggio dove avevamo prenotato da parecchi mesi, sito nella zona di Alghero. Entrammo nel campeggio ed esperite le pratiche, nell’ufficio accoglienza clienti, guidati da un incaricato, guadagnammo finalmente la piazzola a noi riservata. L’addetto allacciò il camper al cavo della corrente ed ai vari tubi idraulici e ci consegnò le chiavi del cancelletto che delimitava la nostra area di competenza. Sistemai la veranda esterna e i tavolini con le relative sedie, quindi, vista l’ora, dopo una doccia ristoratrice, decidemmo di cambiarci e di cenare al ristorante del resort. Nonostante l’ora tarda, il locale era ancora molto affollato e parecchi tavoli ancora occupati da villeggianti intenti a mangiare e a conversare tra di loro allegramente. Bellissima l’atmosfera del locale, si udiva in sottofondo una canzone dei Beatles, e sullo sfondo un caratteristico ed un enorme barbecue, a fianco del quale, si ergeva un gigantesco forno a cupola, dentro la quale cupola, lateralmente, si vedevano alte fiamme lambire la volta e dall’interno si udiva la legna crepitare rumorosamente. Il pizzaiolo, usando delle apposite pale, sfornava pizze gigantesche, farcite con una gran varietà di ingredienti appetitosi. Ordinammo ognuno una pizza a nostro gusto e le divorammo rapidamente con molto appetito. Erano le tre di notte e ad occupare i tavoli era rimasta, oltre alla nostra, una sola altra tavolata ad oziare e conversare godendosi il fresco della notte. Decidemmo così di rientrare, lasciando il merito di essere gli ultimi avventori ai nostri vicini di tavolo. Stanchi dormimmo come dei ghiri, e ci svegliammo che erano le undici passate. Stavo seduto sul letto nella camera più grande del camper e Claudia era già in piedi dalla parte opposta che preparava il caffè. L’aroma si diffuse nell’ambiente e fu questa la molla che mi fece alzare i glutei dal letto. Con gli slip consuetamente rigonfi, mi infilai in bagno e restituii le birre bevute nella notte. Mi scappellai a lungo e con piacere il cazzo che per merito di questa ‘mezza sega’ rimase bello duro. Poi mi rammentai del caffè e lo rinfoderai nelle mutande uscendo dal bagno, mi sedetti al tavolino del salotto, in attesa della calda bevanda rinvigorente. Guardai la mia fanciulla, indossava una camicia delle mie, quelle con gli spacchetti laterali, la stoffa trasparente gli sfiorava appena le chiappe, senza coprirgliele del tutto e il cazzo, sollecitato da questo spettacolo, naturalmente non tentò nemmeno per un attimo di quietarsi e rimase teso e pronto all’uso. Quando lei si avvicinò a me per posare la tazzina sul tavolo, la mia mano sinistra si infilò da dietro in mezzo alle sue cosce e non trovando indumento alcuno, si insinuò fra le labbra, della sua umida e morbida figa. Lei dolce e accondiscendente come al solito, dischiuse leggermente le gambe per facilitarmi il compito ed io, dopo essermi bagnato le dita con la saliva, le aprii le labbra della vagina e la penetrai all’interno. Lei cercando di non fare troppo rumore per non svegliare i nostri ‘bambini’ sussurrava””’

‘Uuummmmm, amoreee”’

‘Ti piace tesoro??’

‘Siii, ho tanta voglia addosso!!’

‘Andiamo in camera allora dai!!’

‘Uuummmm, nooo, daii, è eccitante qui, continuaaa!!’

‘Ho il cazzo di marmo amore mio!!’

‘Spostati sul divano che io mi siedo sopra daiii!’

Mi spostai sul divano e feci uscire il cazzo e le palle di fianco alle mutande, e lei voltandomi le spalle si sedette sopra, guidandoselo dentro la figa, ormai bagnata e sdrucciolevole””

‘Aaahhhhh, amore mioooo, che gran cazzo che hai!!!! Non mi stancherò mai di prenderloooo!!’

‘Ummm bravaaa, cavalcami daiii, op, op, op, op”’..’

‘Ummmm, il mio stalloneeeee!!!’

‘Vieni contro di me, fammi abbrancare le tette!!’

‘Siiiiii, fottimiiiiiii, ti amooooo, dai spingilo tutto dentrooooo, spingi anche tuuuu!! Strizzami le tette!!!’

‘Tohhhh, toooh, prendilooooo, godi troietta miaaaa!!’

‘Siiiii, insultamiiii , siiiiiiii!!!’

‘Siii, sei una troiaaaa, baldracca, ti piace il cazzone eh??? Zoccolaaaa, dai godi, vienimi sul cazzo!!!’

‘Uuuummmmm, siiiiiii, dimmi che sono una maialaaaa, porcaaa, sono una vaccaaa!!!’

‘Ahhhh, siiiiii sei una maialonaaaaa, porcaaaaaa, una vacconaaaa!!!’

‘Godoooo, amoreeee, godoooo, la tua troiaaaa godeeee, vengoooooo, siiiii , continuaaaa, vengoooo, ahhhhh, ahhhhhh, ahhhhh, uuummmhhhh, aaaaahhhhhh, wowwwwwww, siiiiiiiiii, oddiooooo, ti amoooooo, ‘

‘Fatti sborrare in bocca, dai toglilo dalla figa e prendilo in boccaaaa!!!’

‘Siii amore mio subito, subitooo!!’

‘Che bocca da pompe che haiii!!!. Ciuccialooooo, daiiiiii, ti do da bere troiaaaaaaa!!!’

‘Mmmmmmmmm’

‘Dai che sborro, sborrooooo, uaaaaaaa, beviiiii zoccolaaaaaaaa, bevila tuttaaaaaa!!!’

‘Mmmmmmmmm’

Mandò giù tutta la mia sborra e me lo ripulì per bene mentre io gli accarezzavo lungamente i lunghi capelli rossi.

Feci in tempo a rinfoderare ‘l’arma’ che la porta della camera di Cinzia a Marialuisa si aprì e le due ragazze si affacciarono”’..

‘Mamiiii, è pronto il caffè???’

‘Si venite è pronto’

Mi sorrise, in modo malizioso e birichino come solo lei sapeva fare e andò a versare il caffè nelle tazze delle nostre ‘bambine’
Come previsto rimanemmo in quel campeggio altri tre giorni , poi ripartimmo per destinazione ignota. Volevamo vivere appieno il camper e viaggiare senza meta, senza limitazioni e soprattutto senza dovere pagare alcunché. Potevamo sfruttare le piazzole di sosta appartate e avremo potuto approfittare delle spiagge libere e a volte nascoste e incontaminate della Sardegna.
Quella sera dopo un centinaio di chilometri individuammo una ampia piazzola ricavata sulla strada provinciale. Parcheggiai il mezzo e lo piazzai per cenare fissandolo fermamente al terreno.
Sistemai i tavoli fuori e approfittando del frigorifero colmo di cibarie e bevande varie cenammo. Poi armatomi della grossa e potente torcia mi avviai al fondo del parcheggio in direzione del mare.
Sotto di noi una costa scoscesa, irta di cespugli e di pini marittimi, per due terzi secchi. In fondo, si apriva una ampia insenatura, lunga una cinquantina di metri e profonda circa quindici, la cui spiaggia era formata da sabbia bianchissima. Alla mia destra intravidi un sentiero che scendeva ripido formando delle ‘esse’ verso il mare. La mulattiera iniziava proprio dove c’era l’interruzione di due guard-rail.
Proposi alla mia famigliola, di scendere giù, per farci il bagno tutti nudi approfittando della notte; tutti aderirono festosi e così scendemmo, non senza difficoltà, lo stretto sentiero e una volta arrivati in spiaggia, ci accolse, sotto i piedi, la sabbia calda e morbida.
Ci spogliammo tutti subito e di corsa, raggiungemmo la nostra personale vasca da bagno. L’acqua era caldissima e ci divertimmo per almeno mezzora, poi uscimmo dall’acqua e…………… con nostra grande sorpresa non trovammo più i nostri vestiti. La grossa torcia invece era ancora lì in terra, la raccolsi e spazzai con il potente raggio la zona circostante, fin quando li vidi” Erano dei ragazzi, forse nudi o forse in costume che stavano nascosti dietro un enorme pino marittimo al fondo della spiaggia. Li apostrofai con voce tonante””

‘Ehi ragazzi, che cazzo fate!! Ridateci subito i nostri vestiti!!!’

‘Di, pezzo di stronzo, vedi di calmarti hai capito!!’

L’intero gruppo uscì dal nascondiglio e si mosse verso di noi, Claudia appesa al mio braccio a mo di cozza allo scoglio e le ragazze appiccicate a lei. Solo io e i miei due maschietti eravamo pronti a fronteggiare il nemico. Quando la luce della pila, li inquadrò da vicino vidi il loro numero e soprattutto l’imponente stazza di tre di loro. Erano in sette, forse emuli dei ‘magnifici’ , tutti interamente nudi, il primo, il più grosso, quello che chiamerò ‘BIG GIM’ , teneva in mano i nostri vestiti”

‘Eh. Eh, eh, volete i vestiti eh?’

Abbozzai”

‘Dai ragazzi, qui fa freddo, siate gentili, restituiteci i vestiti e finiamola lì’

Un altro parlò, era piccolo di statura massimo un metro e sessanta, ma anche lui corpulento si muoveva a stento come una botte. Lo individuai nella mia mente come ‘la botte’ si avvicinò a me e quando fu a trenta centimetri mi strinse con forza le palle facendomi quasi svenire dal male, mi accasciai a terra e lui””’

‘Qui decidiamo noi cosa si fa e i vestiti per ora non ve li diamo chiaro, hai capito stronzo capo du cazzo!!!????’

Mi sollevai da terra a fatica con il ventre dolente, mi sentivo i coglioni dentro lo stomaco e il dolore era quasi insopportabile. La mia voce uscì flebile e sottile””

‘Per favore, non vogliamo fare casini lasciateci andare per favore..’

Loro formavano un semicerchio davanti a noi e uno di loro, normalmente magro ma abnormemente alto si avvicinò a noi con passi dinoccolati. Aveva il cazzo tipo grissino, lunghissimo e magrissimo, lui e il suo pene erano uguali. Quando mi fu addosso lo smilzo, con mia grande sorpresa, mi prese dolcemente il cazzo in mano e lo masturbo qualche secondo, poi fu la volta di Piero a ricevere lo stesso trattamento e quindi toccò a Gianni”..

‘Niente male sti maschietti, mi sa che ci faranno divertire!!’

Big Gim parlò ancora””’..

‘Ehi paparino, la zoccola con i capelli rossi e tua moglie?’

‘Lei non è una zoccola!!’

Lui si avvicinò e con una mano che pareva una pala artigliò una tetta di Claudia e gliela strinse con forza. Lei si divincolò”’..

‘Porco maiale, lasciami stare!’

Big gim si volse verso il suo gruppo e”.

‘Volpe vieni qui fai vedere alla signora quella cosa che hai fra le gambe’

Volpe, che stava dietro al gruppo leggermente defilato, si infilò fra due suoi compari e si avvicinò.
In quel momento pensai che la natura non è giusta ed equa. Io con la mia dotazione più che abbondante pensavo di essere superdotato ma vedendo lui dovetti ricredermi. Non posso descriverlo come un cazzo!! Il grosso salame, che gli pendeva fra le cosce, era all’incirca sui sei centimetri di diametro ed era lungo almeno ventitre forse ventiquattro centimetri. Lui era alto un metro e settantacinque e la proboscide gli toccava in pratica il ginocchio. Vidi Claudia, arretrare riparandosi dietro di me e lui che gli prendeva la mano per fargli toccare il cazzo. Intervenni a difesa del mio amore e anche questa volta fui punito”’..

‘Coglione non fare l’eroe capito!!!?’

Le parole furono seguite da uno schiaffo che mi colpì la guancia sinistra mandandomi a terra per la seconda volta. Con la testa ovattata e parecchio intontito cercai di risollevarmi e quando fui in piedi, ‘BIG GIM’ mi prese le braccia e usando la maglietta di Marialuisa, mi legò strettamente i polsi dietro la schiena. Prese poi la sciarpa di Claudia e me la strinse fortemente attorno alla bocca a mo di bavaglio. Completò quindi l’opera legandomi le caviglie e facendomi sedere sulla sabbia. Dal buio ora si avvicinarono in tre, quelli che al momento non ero riuscito a definire in precedenza. Uno era identico a BIG GIM, un altro era anche lui grosso e alto e un altro ancora, che al buio mi pareva molto più abbronzato degli altri, era sul metro e ottanta ma fisicamente normale.
Big gim due prese per un braccio Cinzia che nuda come un verme, tremava, forse per il freddo o forse per la paura o ancora per entrambe le cose. La trascinò un paio di metri più in là e la spinse a terra, la ragazza cadde all’indietro e lui le apri a forza le gambe infilandosi in mezzo, vidi il profilo della pesante mazza di lui che si protendeva verso la sua vergine intimità. La colpì con uno schiaffo e poi guidò con la mano la cappella verso il tenero orifizio e la penetrò”’

‘Nooooooooo, mi fai maleeeeeeee!!!!!!!!!!! Bastardoooooo!!!! Smettilaaaaa, ti pregoooooooo!!!’

‘Che fighetta tenera che haiiii, eri vergineeee, uuummmmhhhhh, che figataaaaa, Ehi frat. Era vergine sai??’

‘Lasciamiiiiiii, smettilaaaaaaa!!!!’

Anche il primo ‘big gim’ si era avvicinato a Cinzia e”’..

‘Dai sborragli dentro alla verginella, dai fratello, spaccagli bene la figaaaa!!!’

‘Ti sborrooo, ti sborro dentro troiettaaaaa!!!!

‘Poi gli rompo il culo io a sta stronzetta!!!’

‘Basta, basta vi pregoooo, per favoreeee, per pietàààà, bastaaaaa”..’

‘Eccoti la sborra maiala di merda!!! Così resti incinta pure!!! Sborrooooo!!!!!! Sborroooo!!!!

Ero impotente, non potevo muovermi non potevo parlare, dovevo subire passivamente!!!
Pensai al dolore di Cinzia e piansi quando vidi “Big gim due” farla girare mettendola a pecorina e senza troppi complimenti assestargli cinque o sei potenti sculacciate sulle chiappe. Poi vidi il membro di lui farsi largo tra le delicate natiche di Cinzia e aprirsi un varco senza pietà e senza usare nessun accorgimento sprofondargli nel culo e udii le grida di mia figlia chiamarmi e chiedere aiuto”

‘Papiiiiii, aiutoooooo, mi sta distruggendooooo, ti pregoooo papi fa qualcosaaa, aiutamiiii!!’

Big gim le sborrò nel culo, sfilò il cazzo e poi si alzò ordinandogli di rimanere in quella posizione. Si avvicinò a me mi slegò le caviglie e mi tolse il bavaglio dalla bocca poi mi fece alzare prendendomi per un braccio e sollevandomi come se fossi un fuscello, mi spinse in direzione di Cinzia e”””.

‘Paparino, adesso incula tua figlia!!!!’

‘Non lo farò mai nemmeno se mi uccidi!!!’

‘Io non uccido te, io uccido lei, o te la inculi o io la uccido!!!’

‘Ti prego non farmi fare sta cosa, basta, andatevene, lasciate stare la mia famiglia, vi prego, veramente vi prego, io ho soldi, se volete domani andiamo in banca e prelevo dei soldi e ve li do’

‘Va bene, ok, domani ci dai i soldi ma intanto adesso incula tua figlia!!!!’

‘No non lo faccio!’

‘Ok l’hai voluto tu!’

Si avvicinò ad un pino e prese un grosso ramo secco e lo spezzò con estrema facilità, quindi si avvicinò a Cinzia e”

‘Decidi paparino, o te la inculi oppure io la colpisco in testa fin quando muore!’

‘Aspetta, aspetta, ok lo faccio, lo faccio, ma liberami le mani almeno’..’

Mi liberò le mani, poi, raccolse la torcia e illuminò le chiappe esposte di Cinzia; vidi il buco del culo sanguinante e slabbrato e notai, che anche dalla figa, gli colava un rivolo di sangue quasi raggrumato. Giuro che in quel momento avrei fatto di tutto meno che inculare mia figlia, ma ‘lui’ , l’altro essere che c’è in me, si mosse autonomamente, drizzandosi e indurendosi in pochi secondi, fu così che me lo ritrovai pronto e””’.

‘Ehi ragazzi, venite a vedere il paparino ha il cazzo duro, non la voleva inculare e adesso gli è venuto duro!!!’

Ora tutto il gruppo era attorno a noi, vidi che gli energumeni si erano piazzati in piedi a cerchio e tenevano davanti a loro Claudia, Marialuisa, Piero e Gianni.
La penetrai e Cinzia non si lamentò, forse in quel momento comprendeva le mie motivazioni, poi la sentii muoversi impercettibilmente, non compresi subito se era un movimento di piacere o di dolore, ma poi capii e come me anche gli altri compresero la situazione. Cinzietta ora stava godendo””.

‘Papi, fai piano, così, si, continua, piano così, si papi, si non venire, non venire, aspettami”’

Il gruppo dei delinquenti ora faceva il tifo””’.

‘Bravo il papi, se la incula bene!!’

‘Dai falla godere la troietta!!’

‘Che baldracche le femmine, con un bel cazzo dentro non capiscono più niente!!’

‘Già, fanno le schizzinose e poi senti come godono ste vacche maiale!!’

Sborrai nel culo di Cinzia poco dopo che lei con un timido e lieve ansimare, quasi silenzioso, arrivò all’orgasmo, scuotendo e muovendo ritmicamente le chiappe del culo.
BIG GIM e company, confabularono fra di loro e poi si accordarono, per proseguire la “festa” il giorno seguente. Ci dissero che era ora di andare a dormire e che ci saremmo dovuti aggiustare tutti sul camper. Ci consegnarono poi i vestiti, che noi rapidamente indossammo, mentre loro, raccolsero dei costumi in terra vicino al pino, dove prima si erano nascosti e li indossarono a loro volta. Risalimmo il ripido sentiero e aprii la porta del camper. Loro prepotentemente entrarono prima di noi e si impossessarono delle camere da letto e del divanetto in salotto. Big gim parlò con lo smilzo e dopo poco tempo eravamo tutti legati come dei salami. Ci abbandonarono a terra e prima di chiudersi nelle nostre camere””

‘ Non fate i furbi perché se uno di noi si accorge che volete scappare sono cazzi vostri!!’

Ci lasciarono in terra sul duro pavimento. Dopo un po’ ci accorgemmo che russavano tutti e iniziammo a parlare sottovoce”’.

‘Cinzia, mi dispiace di quello che è successo, io non volevo, non so perché il mio pisello ha ‘ragionato’ diversamente da me’

‘Pa, tranquillo, io sono venuta, quindi non posso fartene una colpa, poi ormai la strada era aperta!’

Claudia a questa battuta, sorrise e si sdraiò a terra e dopo pochi minuti eravamo tutti ammucchiati sul pavimento e forse perché sopraffatti per le emozioni, ci addormentammo come dei massi.

Il giorno dopo””””’..

Buon sesso a tutti ombrachecammina

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