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044 – Diana e lo stupro davanti ai genitori

By 15 Aprile 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi chiamo Diana e sono una ragazza, oggi ventiduenne, abito a Padova ed ho subito uno stupro di gruppo di fronte ai miei genitori quando avevo da poco compiuto i vent’anni. Dicono che io sia carina; le mie caratteristiche salienti sono: Taglia quarantadue, occhi castani e capelli lunghi un po’ mossi, ho un bellissimo sederino tondo e sodo e porto una terza misura di seno.
Non ho mai avuto il coraggio di denunciare gli stupratori, non per paura delle conseguenza, ma per una questione di onestà nei miei e nei loro confronti. Sicuramente per voi non sarà facile comprendere, ciò che ho appena detto, ma io vi voglio spiegare e cercare di far si che voi riusciate a capire le mie motivazioni.

Parto da un presupposto, io non ho mai compreso le ragazze che, senza subire violenza fisica e per violenza fisica, intendo: Botte, pugni, calci, bastonate e altre cose del genere, dopo uno stupro, vanno in ospedale!!
Voglio dire, ma dopo ogni rapporto con vostro marito o con il vostro fidanzato, andate in ospedale?
Boh!!
Quel giorno, erano le dieci del mattino ed io tornavo da uno dei tanti inutili colloqui di lavoro, era estate ed io ero ‘svestita’ in modo provocante, con una gonna corta, corta e una maglietta di cotone attillata, sotto indossavo solo un tanga ridotto, ridotto. Scarpe con il tacco che aiutavano la mia solita camminata sculettante e tentatrice. L’azienda dove mi ero appena recata era molto vicina a casa mia e quindi, come all’andata anche al ritorno me la feci a piedi. Arrivata a poche centinaia di metri da casa mia, invece di compiere l’intero giro dell’isolato sulla strada principale decisi di passare da uno stretto vicolo che mi avrebbe accorciato il cammino.
Appena svoltai l’angolo li vidi, erano sei ragazzi dai diciotto ai trent’anni, mi fermai una frazione di secondo e pensai di tornare indietro, poi stabilii che avrei proseguito diritta davanti a me. Tenni lo sguardo basso e li superai; al mio passaggio loro avevano commentato volgarmente il mio abbigliamento e anche apprezzato sempre salacemente il mio corpo, specie in alcune parti per loro fondamentali.
Mi mancavano una ventina di metri per uscire dal budello quando una mano mi abbrancò il braccio destro e subito appresso un altro mi bloccò il sinistro.
Furono attorno a me in un battito d’ali ed io sentivo le loro mani addosso accarezzarmi dappertutto, poi uno di loro mi chiese dove abitassi ed io inizialmente mi rifiutai e quello più alto mi prese una mammella stringendomela fra le mani e provocandomi un lieve dolore.

‘Lasciatemi stare dai, vi prego, abito qui vicino’..’

‘Ok dai ti accompagniamo a casa allora”.’

‘Si ma lasciatemi le braccia per favore!’

Uno di loro quello più grosso, mi mise una mano attorno ai fianchi come se lui ed io fossimo fidanzati, e ci avviammo. Aveva un accento meridionale, e forse era il capo del gruppo”’

‘Non ti preoccupare, non vogliamo fari del male”.’

Poi lo sentii, parlare sottovoce con gli altri e loro si acquietarono; io li guidai verso casa mia, dove sapevo che c’era mio padre, mia madre e forse pure mia sorella, più giovane ed energica bimba appena diciottenne, loro mi avrebbero protetta da questi energumeni.

Suonai il campanello e attesi, mio padre aprì la porta e subito non capì cosa stesse succedendo, fu spinto all’interno e immediatamente fu fatto sedere, mia madre atterrita se ne stava invece appoggiata con le spalle al mobile della sala. Non vidi mia sorella e sperai che fosse fuori, in modo che non dovesse assistere a queste scene selvagge. Io mi lamentai””.

‘Voi siete matti, basta, finitela cavoliiiii!!’

‘Tu stai calma, noi ti vogliamo solo scopare, capito? SCO…PA…RE..!!!, ok???’

Il capo, con un coltello a scatto in mano si rivolse a noi”..””..

‘Datemi una corda per legarvi”

Mi ricordai della corda che usavamo per stendere la biancheria e la andai a prendere accompagnata da uno di loro. Legarono mio padre ad una sedia e poi presero mia madre e la misero in piedi, contro il termosifone, al quale la legarono in modo da impedirgli qualsiasi movimento
Uno di loro, quello con i capelli tinti di biondo, si avvicinò a me e mi sollevò con violenza la maglietta sfilandomela dalla testa e lasciandomi a seno nudo. Le mammelle di terza misura vibrarono lievemente e vidi che lui rideva compiaciuto e lo sentii fare alcuni apprezzamenti sconci”.

‘Chissà che belle spagnole fai con queste tette!! Sei una cagna maiala vero???’

Non risposi e lui allora mi tolse la gonna e mi lasciò con il mio minuscolo perizoma io chiusi d’istinto pudicamente le gambe, unendo le ginocchia per meglio nascondere la mia intimità.
Mio padre si lamentò””’.

‘Lasciate stare mia figlia porco mondo!!!’

La mente del gruppo si avvicinò a lui e gli mollò un ceffone sul viso, vidi il capo di mio padre partire verso destra e sulla guancia comparvero stampati i segni rossastri delle cinque dita.
Mio padre era un bell’uomo ed io nelle mie fantasie adolescenziali lo avevo sempre immaginato come il mio principe azzurro. Questa cosa poi si era trasformata di recente in una passioncella che fantasiosamente continuavo a coltivare: Fare sesso con lui, ebbene si con lui, il mio amato genitore. Mi masturbavo spesso pensando a lui, che mi possedeva con quel grosso cazzo, che io in più di una occasione avevo spiato mentre rigido e possente, penetrava mia madre in tutti i suoi buchi.

‘Se tu stai zitto, noi non facciamo del male ne quella troia di tua figlia, ne a te, se no noi picchiamo lei e pure te capito!!!!’

Smisero di preoccuparsi di mio padre e si occuparono di me, ora li avevo tutti e sei attorno, mi presero e mi sbatterono di brutto sul divano rimasi seduta con i piedi appoggiati a terra, poi il più giovane, che poteva essere poco più che mio coetaneo, mi tolse le mutandine, le annusò a lungo, le aprì nella parte interna dove la leggera stoffa era stata a contatto con la mia figa e le leccò spostando la lingua sulla parte posteriore dove si poteva percepire il sapore del mio buchetto del culo. Mentre faceva questo””.

‘Ummmmmm, che gusto buono hanno le tue mutande da battona e succhiacazzi!!!’

Il grande capo, ridendo ordinò loro di spogliarsi e loro ubbidienti, iniziarono a denudarsi. Tutti erano vestiti con dei jeans sui quali si evidenziavano macchie di calce e di vernice ed io, subodorai che fossero tutti muratori o manovali edili. Si sfilarono dapprima le t-shirt ed io vidi i loro toraci scolpiti e i loro muscoli guizzanti e ben definiti. Quando caddero i jeans, compresi che erano tutti eccitati e adocchiai un paio di cappelle che fuoriuscivano abbondantemente dall’elastico superiore degli slip.
La situazione era tragica, ma la mia ‘micina’ mi tradì alla grande, percepii l’umidità fra le sue labbra chiuse e l’eccitazione mi colse investendomi tutto il corpo da capo a piedi. Le cosce stavano però ancora chiuse a difesa della mia totale verginità. Gli slip e i boxer scesero ai lori piedi e li guardai senza vergognarmi e senza abbassare lo sguardo, li fissai anche negli occhi ad uno ad uno, quasi a voler dare un viso ad ogni cazzo duro che mi si proponeva davanti. Il ragazzo giovane era anche il più dotato e compresi il soprannome che avevo sentito in precedenza. Avevo udito, mentre si spogliavano e parlavano fra di loro, le parole ‘LITTLE BIG’ e solo in quel momento ne compresi il vero significato. Tra di loro il giovane ragazzo veniva chiamato ‘PICCOLO GRANDE’, in pratica il più giovane con il cazzo più grosso. A parte, ‘LITTLE BIG’ , tutti gli altri erano circoncisi con le dure e lucide cappelle completamente scoperte ed io dovetti riconoscere fra me e me che erano comunque tutti ben armati. Io, la verginella, che avevo mantenuta illibata la mia fighetta per ascoltare i consigli forzati dei miei genitori, loro che mi volevano casta e pura prima del matrimonio, ora sarei stata obbligata con la forza a donarmi a sei energumeni muscolosi e violenti. Mi avrebbero violentata e la mia purezza sarebbe andata a farsi benedire. Dentro di me aggiunsi anche” finalmente””’..
Il capo iniziò l’interrogatorio mentre io ero estasiata da tanto ben di Dio””

‘Tu sei vergine?’

‘Si sono vergine!’

‘Anche il culo ce l’hai vergine?’

‘Siii, sono vergine cavoli, tutta vergine!!’

‘Anche la bocca è vergine???’

Dovetti ammettere davanti ai miei che la bocca invece””’

‘No quella non è vergine!’

‘Ah cagna ciucciacazzi, hai fatto dei bei pompini vero????

‘Si, li ho fatti”

‘A chi??’

‘Al mio ex ragazzo’

‘Lui non ti ha mai scopata?’

‘Nooooo, non mi ha scopata!!’

Ad alta voce lui parlò ‘Little big’ e il ragazzo, in coppia con la sua potente appendice anteriore si avvicinò a me, io volli resistere e lui mi appioppò alcuni violenti schiaffi sul viso e prese il coltello a scatto che il capo gli porgeva e appoggiando la punta acuminata sul seno sinistro”

‘Tu adesso apri bene le cosce se no vedi!! Ti taglio a pezzetti capito! Troia di merda!!!!!’

Lui mi strinse per le braccia con forza ed io acconsentii inizialmente a malincuore”’
Aprii le gambe e chiusi gli occhi terrorizzata, il suo grosso cazzo era a stretto contatto con la mia figa bagnata. La traditrice, denunciava la mia quasi involontaria eccitazione e lui se ne accorse”.

‘Tu sei una puttana, hai figa bagnata!! Sei un zoccola da monta!!!! ‘

Sentii la dura cappella farsi strada al mio interno e il dolore fu intenso e accecante, l’imene intatto si lacerò e mi provocò una fitta violenta e poi lui fu brutalmente dentro di me mi possedette come se io fossi stata un oggetto da usare e gettare; mi lasciai andare e cercai di abbandonarmi. Lui spingeva il suo pene nella mia vagina a fondo ed io sentivo che lentamente il dolore si acquietava e si trasformava piano, piano in piacere. Sentii molto calore dentro la mia vagina e poi lui si piantò a fondo nella mia figa e rimase immobile per interminabili secondi, io inesperta ragazzina, non capii subito ciò che stava accadendo dentro di me, lo compresi solo dopo che lui si sfilò ed io misi una mano fra le cosce e la ritirai piena di sperma maschile caldo e filante, misto a sangue rosso vivo. Il tutto fuoriusciva dalla mia vagina deflorata. Usai la mia maglietta, che in precedenza, era stata buttata li sul divano, e mi ripulii la mano e la mia dolorante patatina. Non ebbi il tempo di realizzare che un altro ruvido maschio si infilò dentro di me, uno degli altri si mise dietro il divano e mi prese con violenza per i capelli e ”””..

‘Tu, puttana di merda!!! Succhiami il cazzooo!!!’

Glielo succhiai mentre l’altro mi pompava in figa con impeto e violenza, ma ormai la strada era aperta e questa volta mascherai il piacere, ma ansimando, l’orgasmo arrivò. Lo sentii salire dal ventre prima lentamente poi a ondate sempre più ravvicinate, fin quando, con la bocca piena e un conseguente ansimare muto godetti come mai mi era successo in vita mia.

Sentii di colpo la gola e la bocca riempirsi di sborra e non seppi cosa fare, la tenni in bocca fin quando lui si sfilò e poi la sputai sul pavimento. Non avrei dovuto farlo lui si offese e””.

‘Bagascia!! Non dovevi sputare la mia sborra, tu la devi mandare giù tutta!!!! Adesso ti inginocchi per terra e lecchi tutto per bene!!!’

Fui obbligata a inginocchiarmi a terra e leccare la sua sborra sul freddo pavimento. Mentre ero in quella posizione sentii delle mani abbrancarmi i fianchi e uno di loro sputarmi in mezzo al canale delle chiappe, poi con le dita ruvide, mi spalmò per bene la sua saliva e mi lubrificò il buchetto e quindi mi appoggiò la dura cappella e selvaggiamente me lo spinse nel culo fino in fondo, sentivo il dolore intenso, provocatomi dalla lacerazione della mia rosetta anale, percepivo la testa girare mi mancava il fiato avrei voluto svenire e invece lui””..
‘Sei una puttana, zoccola, sei una vacca, che culo che haiiiiii!!!! Ce l’hai strettoooo, uuummmmm, Adesso te lo apro per bene io!!!’
Ingoiai tutta la sborra che avevo in bocca e in quel momento, un’altro si inginocchiò con il cazzone inalberato davanti a me, mi prese per i capelli e mi piazzò con estrema violenza il grosso pene fino in fondo alla gola.
Usava i miei capelli come un fantino usa le briglie del cavallo per farlo galoppare più velocemente, mi muoveva avanti e indietro la testa spingendomi in bocca tutta la sua mazza, vi sprofondava dentro fino ai coglioni e lo estraeva quasi del tutto e poi ancora dentro fino alla radice. Mi sentivo soffocare e compresi in quel momento cosa volesse dire essere stuprata e soprattutto cosa significasse essere sbattuta. Si, sbattuta, era il termine giusto, i violenti colpi di bacino che il maschio dietro di me assestava alle mie chiappe, ogni qual volta affondava il suo membro nel mio culo e quelli del tipo che mi stava ficcando il cazzo in bocca, davano l’esatta definizione del significato di ‘essere sbattuta!!’ I due terminarono simultaneamente, percepii il liquido bollente delle palle di quello dietro, propagarsi nel mio intestino e nello stesso tempo la mia bocca riempirsi della crema calda dei coglioni dell’altro uomo. Essi si ritirarono e quello dietro nel togliersi mi colpì le natiche con la sua suola della scarpa da tennis che si era tolto prima dai piedi e mi insultò pesantemente”..

‘La vergine del cazzo!!! Santa Daria Vergine, puttana, zoccola di merda, vedi paparino che troia che è la tua bambina più grande!!! Gli piace il cazzo alla porca maiala! E’ una cagna lustracappelle!!!’

Non ebbi il tempo di riprendermi che gli ultimi due mi alzarono in piedi e si parlarono poi uno si sedette sul divano e mi fece salite in braccio a lui, lui mi guardava bene in faccia e intanto si teneva il cazzo in mano e lo indirizzava verso il mio buco del culo martoriato. Lo sentii appena entrare, mi pareva che il passaggio del tronco di prima me lo avesse anestetizzato del tutto. Mi prese per i fianchi sempre guardandomi negli occhi e mi abbassò di brutto ficcandomelo fino alla base. Mi muoveva come un fuscello facendomi sollevare ed abbassare a ritmo veloce, poi da dietro sentii due mani tenermi ferma e sentii premere vicino al buco del culo già occupato un’altra dura cappella, lo sentii sputare e poi provai il più forte dolore della mia vita. L’altro cazzo si stava facendo strada nel mio buco dell’ano mi stavano spaccando il culo!!! Non capii più nulla tentai di divincolarmi, ma loro mi insultavano e mi tenevano stretta a sandwich fra i loro corpi””’

‘Hai il buco del culo che è largo come l’oblò della lavatrice!!! Troia, non sei più vergine!!! Ti piace il cazzo eh???’

‘Si, gli piace il cazzo, non l’hai sentita godere prima la troia baldracca di merda!!!!’

Mi usarono a loro piacimento e mi sborrarono uno per volta nel culo senza mai togliersi da dentro.
Poi quando ebbero finito mi buttarono come uno straccio vecchio sul pavimento e si rivestirono.
Ora ce ne andiamo, ci siamo divertiti abbastanza e abbiamo fatto godere la troia!!!!!!

In quel momento il campanello di casa suonò e””””’..

Buon sesso a tutti Ombrachecammina

Graditi come sempre consigli, critiche e commenti, alla mia e-mail: alexlaura2620@live.it

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