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049 – Monica e l’incesto

By 25 Giugno 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Dopo le esperienze consumate in passato, la mia mente e il mio spirito, vivevano l’esistenza quotidiana come un incubo, tutto della mia vita era offuscato e reso quasi inutile, dai miei pensieri negativi e dai miei sensi di colpa, assolutamente insistenti e persistenti. Poi, un giorno, ebbi la forza e il coraggio, di confidarmi con una mia carissima amica, che mi aiutò, aprendomi gli occhi e facendomi rivalutare tutto il mio intricato vissuto.
Il mio nome è Monica, ed ho compiuto 28 anni il mese scorso, sono una ragazza carina capelli castano scuro, portati corti, tipo maschiaccio. A parte i capelli, null’altro fa si, che si possa paragonare il mio fisico ed i miei modi di fare, ad un essere di sesso maschile. Alta un metro e settantadue, gambe lunghe e affusolate, fianchi pieni il giusto, con un sedere sporgente e tondo; il seno alto e sodo, terza misura di reggiseno, che, in estate, mostro, sotto le magliette attillate, con grande orgoglio e altrettanta soddisfazione. Ho il viso dolce, gli occhi scuri da cerbiatta e il nasino all’insù alla francese. Vesto quasi sempre in jeans e qualche volta, indosso invece, delle cortissime minigonne a piegoline.
Il passato, già, il mio torbido passato, oggi mi appare sotto una luce diversa e credo di poter dire, che in effetti, la vita mi ha donato esperienze, alla fine sicuramente positive. Ma, andiamo per gradi, tornando indietro di dieci anni, il giorno del mio compleanno numero diciotto; fu organizzata una festa e devo dire, che gli amici e i parenti, si divertirono parecchio, dando fondo alle scorte di cibarie, di vini e liquori esistenti nella nostra cantina. Quel giorno, a casa nostra, era stato invitato pure il mio ragazzo ed io, dopo pranzo mi appartai con lui, in camera mia, per ‘festeggiare’ la mia maggiore età. Fu una scopata fantastica ed io godetti come non mai, ma purtroppo non ci accorgemmo, che ci eravamo dimenticati, di chiudere a chiave la porta della camera. Sicuramente la molla che fece poi scattare lo svolgersi dei fatti seguenti, fu certamente anche l’alcool ingurgitato durante e dopo il pranzo. Così una volta che il mio fidanzato se ne andò assieme a tutti i parenti, mio padre e mia madre con i due fratelli e le due sorelle, iniziarono ad offendermi pesantemente.
Mio padre diede inizio agli insulti”’.

‘Monica non credevo che fossi cosi troia, ti abbiamo vista tutti mentre te lo prendevi in bocca!!!’

Anche mia madre intervenne lasciando scorrere le parole””..

‘Papà ha ragione, eri la nostra bambina e ora sei una maiala, ti ho vista proprio io mentre te lo ficcava nel culo!!!!’

Io me ne stavo al centro in piedi e il mio viso era rosso fuoco dalla vergogna, provai a difendermi”’..

‘Ho fatto sesso con il ragazzo che amo cosa c’è di male???’

Mio fratello Paolo”””

‘Hai compiuto oggi diciotto anni e abbiamo visto quello che facevi, nemmeno le tue sorelle che sono più vecchie di te fanno le cose sporche che fai tu!!!’

Anche Massimo, l’altro mio fratello intervenne””’.

‘Nemmeno una troia da marciapiede fa le porcate che ti abbiamo vista fare!! ‘

Ancora papà, con la voce alterata dall’alcool”””.

‘Lo abbiamo sentito che ti diceva che eri una troia, che gli dovevi succhiare i coglioni e che gli dovevi leccare il culo!!!!’

‘Monica, quindi da oggi visto che sei puttana e hai diciotto anni puoi farti scopare liberamente da tutti vero???? eh eh eh”’

‘Smettila pà, che stronzate dici??’

E mia madre di rimando”..

‘Ha ragione tuo padre Monica, puoi dare la figa a chi vuoi sei libera ah ah ah ah!!!’

‘Mamma anche tu ma come parli, siete tutti ubriachi fradici!!’

Mio fratello Massimo intervenne accarezzandosi la patta”.

‘Sorellina, lo vuoi vedere un bel cazzo? Non come quello di quel ricchione di Dario, quella specie di rammollito del tuo fidanzato!!! Eh eh eh!!’

‘Basta smettetela me ne vado in camera mia!’

In quel momento, Paolo, l’altro mio fratello si alzò dalla poltrona e zigzagando mi raggiunse prendendomi per un braccio”’..

‘Vieni qui, bella troietta, facci vedere la figa, con ste cazzo di minigonne da zoccola ce la fai sempre desiderare!!!’

‘Lasciami Paolo mi stai facendo male!!!’

Lui non mi ascoltò per niente e mi riportò in mezzo a loro””

‘Siediti sulle ginocchia di papi, così ti fa sentire una bella cosa”

Mi spinse sulle ginocchia di mio padre e io mi trovai con la gonnellina sollevata all’inguine e le esili mutandine bianche esposte, a celare in modo impercettibile la mia natura.
Mio padre, mi infilò una mano fra le cosce e con le dita ruvide, iniziò a massaggiarmi la figa da sopra il perizoma, io sentivo il suo cazzo duro contro il mio culo e quando Paolo e Massimo, si avvicinarono, io rimasi prigioniera di loro tre maschi. Mia madre e le mie sorelle ridevano a crepapelle, poi sentii le ancora le dita di mio padre artigliarmi le mutandine e strapparle e tra le mie cosce aperte comparve la sua grossa e violacea cappella. Me la sfregava tenendola premuta contro le labbra della mia vagina, mentre i miei fratelli mi spogliarono nuda e iniziarono a toccarmi in modo poco delicato le tette. Avevo i loro cazzi duri a pochi centimetri dalla mia bocca, fu Paolo, il più vecchio a ficcarmelo senza riguardo in bocca, spingendomelo contro il palato giù, fino in gola. Sentii un liquido caldo bagnarmi abbondantemente la folta e riccia peluria del pube e compresi che il maiale di mio padre era venuto sborrandomi sui peli della figa. Dopo pochi secondi, il cazzo di Paolo si irrigidì ulteriormente e si contrasse liberando i suoi potenti e abbondanti schizzi nel mio cavo orale. Non feci in tempo a chiudere la bocca che Massimo prese il posto di Paolo immergendo il suo grosso pene nella mia bocca. Era la prima volta che vedevo i loro cazzi e mi accorsi di quando fosse lungo e grande quello di Max, se lo teneva in mano alla base e la sua cappella mi penetrava in fondo alla bocca occupandomi la gola quasi a soffocarmi. Una bollente ondata di crema mi scivolò dentro e colò all’interno del mio apparato digerente; lui si munse il cazzo per far uscire tutto lo sperma che ancora aveva dentro l’uretra e me lo sbatté violentemente sulle labbra scrollando cosi le ultime gocce di sborra; il bastardo le raccolse con le dita e me le infilò in bocca per farmele ingoiare.
Quando mi alzai in piedi vidi che inginocchiata davanti alla poltrona dove mamma stava semisdraiata vi era mia sorella Lorenza che con il viso tra le sue cosce spalancate, gli leccava la figa. Essa mentre la leccava, con la mano immersa fra le gambe, si stava facendo un ricco ditalino. L’altra mia sorella Claudia, assisteva allo spettacolo, sdraiata sul tappeto, accarezzandosi contemporaneamente i capezzoli e sditalinandosi il clitoride.
Quando riuscii ad allontanarmi da questa orgia famigliare, entrai in camera mia e mi chiusi dentro, poi, mi buttai sul letto e mi misi a piangere a dirotto.
Il giorno seguente, quando i postumi dell’alcool furono assorbiti, a pranzo mio padre, a nome di tutti si scusò con me e mi disse che erano successe cose spiacevoli e che io li avevo in qualche modo provocati, con lo spettacolo che avevo offerto con Dario in camera mia. Loro erano colpevoli perché non avrebbero dovuto fare ciò che avevano fatto, ma che erano profondamente delusi, nel vedere la loro bambina, la più piccola della famiglia, la più coccolata, comportarsi come una navigata puttana da strada.
Da quella volta, per un certo periodo di tempo, tutto tornò alla normalità o quasi, ma in me restavano quelle sensazioni, che le cose, non sarebbero mai più potute andare, come andavano prima del fattaccio. Ad esempio, ogni volta che salutavo mio padre, baciandolo mentre se ne stava seduto in poltrona, avevo sempre il timore, di sentire la sua mano fra le mie gambe. Vedevo spesso nella mia mente i cazzi dei miei fratelli penetrarmi in bocca, ne percepivo il sapore aspro e gustavo altresì il sapore del loro sperma sulla mia lingua. Spesso immaginavo mia madre che si faceva leccare la figa da mia sorella, rivivevo insomma , dentro la mia mente, il film di quella serata triste e trasgressiva.

Poi un giorno per liberarmi di questo gravoso peso, mi decisi a confessare alla mia amica migliore, tutta questa situazione e le risposte che ricevetti, furono, sotto un certo aspetto, disarmanti, ma furono anche, un raggio di luce nelle tenebre del mio cuore e del mio cervello.
Luisa, così si chiama la mia amica, dopo il mio racconto, mi guardò sorridendo ed iniziò a raccontare a me le sue esperienze, lei aveva sperimentato più o meno alla mia stessa età una situazione analoga e ancora oggi, continuava a viverle con tranquillità e trasporto, consapevole che era comunque amore, sesso e amore. Lei mi spiegò per filo e per segno ogni risvolto della sua lunghissima avventura e così, un giorno conobbi a casa sua i suoi genitori, suo fratello e sua sorella. Luisa, apertamente, spiegò in breve ai suoi le mie esperienze e loro, per tutta risposta, sorrisero e si guardarono in volto, poi, nel pomeriggio, suo padre mi prese per mano e assieme agli altri mi condusse nella grande camera da letto. Mi lasciarono vestita e tutti loro invece, si spogliarono e da lì a pochi minuti rividi le stesse scene che si erano verificate a casa mia, mi parvero normali scene di sesso e di amore. Anche gli insulti erano uguali, il padre diceva a Luisa”

‘Ummmm, bella la mia troietta, succhiami bene il cazzo, dai che ti sborro in bocca!!!’

Lei rispondeva mugolando e mi cercava con gli occhi, facendomi capire che potevo partecipare ed io mi eccitai moltissimo e mi spogliai, raggiunsi Luisa e la aiutai con suo padre, lei gli teneva il cazzo in mano e lo spompinava poi se lo toglieva dalla bocca e me lo porgeva, bello lucido e insalivato, ed io lo ingoiavo e a mia volta, lo succhiavo e me lo facevo scendere fino in gola”’

‘Ummmmm, Luisaaaa, che troia la tua amicaaaaa, succhia da Dio!!!’

Vicino a noi, fra le cosce divaricate di suo padre, vi era Dante, il fratello di Luisa, che leccava i coglioni del papà, infilandogli un dito nel buco del culo’..

‘Woowwww, bravo Dantuccio, uummmmm, leccami i coglioniiii, siiii, daiii che sborro in bocca a Monicaaaaa!!!’

Quando lui terminò di riempirmi la bocca di sperma, Luisa iniziò a baciarmi mettendomi la lingua in bocca e scambiando con me la sborra di suo padre. Alla fine la inghiottimmo spartendocela a metà da buone amiche.
Ancora inginocchiata a terra sentii delle ,mani alzarmi le chiappe e il cazzo di Dante penetrami nel culo, lo fece con vigore senza bagnarmi ne insalivarmi il buco, mi inculò dolorosamente a secco, sculacciandomi le chiappe come se fossi una cavalla. Al mio fianco nella stessa mia posizione Luisa mi baciava ancora con la lingua in bocca e sentii in quel momento che Dante si sfilava da me e lo vidi infilarlo nel culo di sua sorella; dava tre o quattro colpi a me e tre o quattro colpi a lei, e noi lo accoglievamo continuando a baciarci senza sosta. Ad un certo punto lo estrasse e’..

‘Troieeeeee, vi riempio di sborraaaaa, Che vacca la tua amicaaaa!!! Luisaaa, la tua amica è più troia di teeeee!!!!’

I lapilli di lava bollente colpirono me e lei sulla schiena e sulle chiappe, un paio raggiunsero i miei capelli ed io vidi che il dolce nettare raggrumato mi colava giù dai capelli formando dei lacci elastici e tremuli. Raccolsi la sborra con le dita e la leccai poi mi rivolsi ancora verso Luisa e ancora ci baciammo scambiandoci saliva e sperma. Mi accasciai a terra con le cosce aperte e vidi che fra le mie gambe spalancate si stava infilando Laura la sorella di Luisa e con mia grande sorpresa vidi che la mamma si stava mettendo a leccare la figa alla mia amica. Fui la prima a venire, poi toccò a Luisa e infine lei ed io ci apprestammo a contraccambiare il favore iniziando a lambire con le nostre lingue sapienti la figa della madre e quella della sorella di uLisa.
A differenza di quanto era avvenuto a casa mia, qui, vidi che dopo la salutare doccia, tutti parlavano e si scambiavano pareri su quanto era appena successo, come se fosse una cosa assolutamente normale e lecita. C’era allegria, i rapporti incestuosi erano vissuti con tranquillità d’animo, senza remore o problemi, per loro era una situazione ormai consolidata e considerata da tutti una piacevolissima esperienza. Fu il padre di Luisa a ringraziarmi, si scusò delle brutte parole, ma io lo ringraziai per il piacere che mi aveva fatto provare e mi trovai sorprendentemente a dire che se loro avessero voluto io avrei partecipato altre volte a queste ‘riunioni famigliari’
Ecco, credo, per il momento, di terminare qui la mia confessione e se me la sentirò, una prossima volta, vi racconterò quanto successo nei mesi a venire”

Da un racconto di Monica’

Buon sesso a tutti Ombrachecammina

Vi rammento che, qualora vogliate scrivere ed esprimere pareri e/o critiche
scrivete a: alexlaura2620@live.it ed io vi risponderò.

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