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051 – Roberto, la mamma supermaiala e le sorelle

By 3 Luglio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

…………………………………………..Avevo realizzato il mio più grande sogno erotico. Scopare mia madre, mi aveva dato delle intense, fantastiche e meravigliose sensazioni. Per alcuni giorni, mi sentii appagato e felice, ogni tanto, i miei sguardi, si incrociavano complici, con quelli di mia madre e penso, che sia mio padre, sia i miei fratelli e le mie sorelle, in questi frangenti, ebbero il sospetto e la percezione, che tra me e la mamma, si nascondesse un intimo segreto.
Sicuramente non arrivarono a pensare, che tra di noi si fosse realizzata una unione carnale, ma nei loro occhi e negli sguardi che si scambiavano, intravedevo degli interrogativi, ai quali non sapevano rispondere. Trascorsero alcuni giorni e il fuoco, che ardeva dentro di me, e credo, pure dentro alla mamma, si manifestò in tutta la sua irruenza e poco per volta, ci avvolse, con il suo intenso e bruciante calore. Gli sguardi fra me e lei, si fecero più torbidi, le mani approfittarono di tutti i momenti di vicinanza, per sfiorare i nostri corpi; furono molte le volte che intenzionalmente, creammo ad arte, mille situazioni per stare vicini. Mi ricordo che, in quel periodo, sparecchiai sempre io la tavola, infilandomi nello stretto cucinino, tra il tavolo e il lavandino, dove lei stava lavando i piatti. La sfioravo con la mia prepotente virilità, strusciando contro il suo bel culo sodo, che lei, per meglio sentire la mia incontenibile erezione, sporgeva generosamente di proposito, sostavo poi, per un infinitesimale secondo, appoggiato a lei, alle sue natiche, altruisticamente offerte. La mia mano porgeva i piatti posandoli dentro il lavandino e con il dorso lambivo il suo seno e i suoi capezzoli puntuti. Anche lei inventava le scuse più banali per essermi vicina, fisicamente vicina e conturbante come mai era successo in precedenza. A pranzo e a cena poi, protendeva una gamba da sotto il tavolo e con le dita del piede, mi massaggiava il cazzo, fino a farmelo indurire, mio padre la guardava, mentre lei fingeva assoluta indifferenza, poi, appena l’attenzione degli altri scemava, lei, guardava me, intensamente e torbidamente, mi osservava, penetrando con il suo sguardo i miei occhi appannati dal piacere. Ricambiai in parecchie occasioni, il piacere gentilmente offertomi, infilandole fra le cosce spalancate, il mio piede nudo; la prima volta, la trovai con indosso le mutandine, ma le volte seguenti, constatai che, la mamma aveva provveduto a non indossarle più. Così, con l’alluce del piede, riuscivo a penetrarla per pochi centimetri dentro le labbra bagnate, che lei si dava cura di aprire, usando l’indice e il medio della mano destra, distrattamente infilata sotto il tavolo; io riuscivo quasi a scoparla con l’alluce, mentre gli altri, mangiavano noncuranti di noi e delle nostre intime e sporche manovre incestuose.
Così, tra una toccatina e l’altra, venne il quindici di luglio, era sabato e mio padre, finalmente in ferie, ci comunicò, con nostra grande e piacevole sorpresa, che aveva prenotato un bungalow, per un periodo di quindici giorni, presso un enorme campeggio in riviera, dove noi tutti avremmo trascorso le nostre vacanze. Partimmo la domenica mattina presto, con l’auto di papà, tre posti davanti, tre in mezzo e due sui sedili ribaltabili in fondo. La mamma sempre più troia, decise di occupare assieme a me i due posti dietro. La scusa fu che Daniela e Cristina soffrivano di mal d’auto e quindi ‘generosamente’ lei rinunciava al posto davanti vicino a papà. Il viaggio fu una goduria mista alla sofferenza. Cazzo duro dalla partenza all’arrivo, tre lunghe ore di erezione, con le palle piene e doloranti e relativa fuoriuscita dalla cappella di liquidi pre orgasmici, che mi fecero letteralmente bagnare gli slip. Anche la sua figa, naturalmente libera da qualsiasi indumento, alla fine del viaggio era colante ed aveva lasciato una scura traccia di umido sul sedile dell’auto.
Superammo la sbarra che bloccava l’ingresso al campeggio e percorremmo un lungo viale fino a raggiungere il bungalow. Era interamente in legno scuro a tronchi orizzontali, finestre e porte invece, erano sempre di legno, ma di colore noce chiaro, tutti equipaggiati con doppi vetri insonorizzanti. Davanti, un grande terrazzo sopraelevato dal terreno, e all’interno si accedeva tramite una cucina attrezzata, poi un corridoio con un bagno piccolo e uno più grande a fianco; quindi a destra una camera da letto molto grande e proseguendo ancora per il corridoio, in fondo due camere una a fianco dell’altra. Il tutto era arredato stile rustico, tipo chalet, e i tessuti, delle tende, in coordinato con i copriletto, erano a quadroni azzurri e bianchi e davano un senso di allegria e vivacità all’ambiente.
Svuotammo le valigie e sistemammo dentro agli armadi il loro contenuto, poi occupammo i bagni per una sacrosanta doccia ristoratrice e soprattutto rinfrescante. Ad un certo punto papà”’

‘Io esco vado al supermercato a comprare qualcosa, chi viene con me?’

Tutti, a parte la mamma ed io, si accodarono ed uscirono schiamazzando rumorosamente.
La porca, scusate, volevo dire la mamma, si affrettò a chiudere a chiave e con il solo bikini addosso, mi strinse fra le braccia e mi baciò a lungo contorcendo la sua lingua dentro la mia bocca e lottando con la mia. Tirai il laccio del reggiseno e glielo sfilai, poi mi chinai e abbassai le mutandine, lasciandola nuda, lei non si fece pregare e a sua volta mi liberò del mio slip giallo.
Finalmente eravamo nudi io e lei, lei ed io, uno contro l’altro, ad accarezzarci a vicenda, a stringere, palpare, baciare, lambire, carezzare, sfiorare la nostra pelle calda e vogliosa di piacere.
Si sedette sul tavolo della cucina, aprì oscenamente le gambe e mi attrasse a se, sentii la mia cappella infilarsi come se avesse un radar, dentro la sua figa e scivolarci dentro fino alla radice.
Più che scoparla la colpivo con violenti e veloci colpi di cazzo ad ogni colpo lei”

‘Ahh, ahh, ahh, ahhh, ahhhh, ahhhh,’

Io mugolavo quasi silenziosamente, mentre il tavolo scricchiolava sotto di noi, lei ora si era rovesciata all’indietro e si toccava stringendosi fortemente i capezzoli con le dita”.

‘Siiiiii, sei un Reee, siiiii, figlio mioooo, come mi sbatti beneeee, sono la tua maialaaa, dimmelo che sono la tua troia puttanaaaa, dimmelooooo”’

‘Siiii, mammaaaa, sei la mia puttanaaa, sei la mia maialonaaaa, ti piace come ti sbatto ehh??? Che troia che seiiii’.’

Ora la sua mano destra era fra le sue cosce e le dita sfarfallavano sul clitoride, mentre si udiva distintamente il cic ciac che produceva la sua figa fradicia sotto i miei tremendi colpi di minchia.

‘Dai amoreeee, continuaaaaa, dai che vengoooo, mi fai venireeee, sei un figlio bastardooo, non si scopa la mammaaaa”’.’

‘Siiii, che si scopa una mamma troia come te, si scopa eccome, sei malata di cazzo, ti piace farti fottere da me vero???’

‘Siiiii, sbattimiii, siiii, vengoooo, vengoooo, vengooo, sborra anche tuuuu, voglio la tua sborraaaa’.’

‘Godi troia, godi che poi te la faccio bere la sborra, porca maiala!!!’

‘Uuuummmm, si fammela bereeee, si godoooo, godoooo, vengooooo, siiiiiiii, siiiiiii, daiiiiii, siiiiii, uuuaaaaaa, mmmmhhhhh, mmmhhhhh”’..’

Appena lei si lasciò andare e si abbandonò sul tavolo rilassando tutti i muscoli, io lo estrassi dalla figa e la feci scendere dal tavolo, poi la girai di brutto e con una mano appoggiata sulla schiena la feci abbassare in avanti, il suo culo era li, le natiche separate, il solco e il suo buco gia pronto. Gli sputai un paio di volte sul solco delle chiappe e poi quando il rivolo di saliva giunse al pertugio le infilai dentro un dito e poi due lubrificandogli bene lo sfintere. Lei sentì il cazzo farsi largo dilatandogli l’ano e la mia cappella penetrargli dentro sprofondando gradatamente fino alla radice.
Il canale era stretto e poco lubrificato e sentivo il frenulo del cazzo tirare mentre il mio prepuzio si abbassava dolorosamente. Però, il piacere era troppo, il solo vedere le sue magnifiche chiappe esposte mi faceva letteralmente impazzire. La inculai e lei si lamentava ma intanto muoveva il culo ondeggiando per favorire la penetrazione più profonda possibile. Mi accorsi che più di così non poteva entrare quando le mie palle sbatterono contro le labbra della sua figa”’

‘Ehiiii, è il mio intestino quellooo, non è la galleria del Frejusss”’

‘Sei miaaa, ti sto inculandoooo, godi troiaaa, adesso ti riempio di sborraaaa, che maiala che seiiiii”.’

‘Sborrami dentro, fai in fretta, fra un po’ arrivano gli altriiii, daiiiii, sborraaaa, sborraaaa”’

Incitato da lei riversai nel suo intestino fiumi di sperma bollente, credetti di essermi completamente prosciugato e che non mi sarebbe mai più uscita una goccia di sborra dal cazzo.
Lo estrassi e lo sbattei con violenza frustandogli le natiche e lasciandogli delle leggere macchie rossastre sulla pelle, assieme alle ultime gocce del mio nettare che colarono nel solco e raggiunsero la figa.
Velocemente ci rilavammo e ci rivestimmo, poi mentre lei apparecchiava tavola io, incontentabile e perennemente insoddisfatto, la abbracciai da dietro e le presi in mano le tette dure, lei volse il viso verso di me e la mia mamma troia ninfomane mi baciò a lungo con la lingua in bocca.
Trascorsero un paio di giorni di assoluta tranquillità ed io credetti di aver raggiunto la pace dei sensi, ma loro, i sensi, si risvegliarono ben presto e iniziarono a manifestarsi ancora in tutta la loro potenza. Purtroppo o forse per fortuna, successe una cosa assolutamente imprevista, ma è meglio iniziare dal principio”..
Approfittando che mio padre e i miei fratelli se ne erano andati in spiaggia e le mie sorelle stavano in camera loro a dormire, noi ci appartammo in camera dei miei e iniziammo le nostre schermaglie amorose. Quando, all’improvviso, la porta della camera si aprì e sulla soglia comparve, come una apparizione della madonna di Medjugorje, mia sorella Cristina.
Ci colse nudi abbracciati, in posizione del missionario, con il mio pene che stantuffava la figa della mamma. Ecco, la situazione fu molto, molto imbarazzante, il mio pene divenuto flaccido in una frazione di secondo, si ritirò da solo dalla vagina e mi ritrovai a scendere dal letto e a rivestirmi a tempo di record. La mamma, aveva stampato sul viso un sorriso amaro, di chi vorrebbe scusarsi ma non ne trova il coraggio ed io mi lasciai cadere seduto sul bordo del letto e guardai Cristina che a sua volta ci guardava sbigottita, allibita, con la bocca spalancata che pareva bloccata da una improvvisa e inaspettata paresi facciale. Fui il primo a prendere la parola””.

‘Ecco Cri, ti sembrerà strano, ma non so cosa sia successo, ma ecco, la mamma e io ci siamo innamorati’..’

‘Innamoratiii????????? Ma siete scemi tutti e due????? Ma vi rendete conto di quello che avete fatto???? Roby, cazzo! Ma tu sei suo figlio!!! Anche tu mamma, ma sei impazzita??? A papà adesso che cazzo dici???? Amo mio figlio????’

‘Calmati Cri, calmati, ti prego, calmati. Roby ed io non abbiamo capito bene cosa ci sia capitato, ecco, oggi non lo so, sarà il caldo, il mare, lui mi ha vista nuda mentre mi cambiavo e insomma si è eccitato e si è avvicinato e non capisco cosa è successo a me e a lui ma ci siamo trovati sul letto’..’

‘Mamma!! Ma non so cosa è successo???? Io so solo che questo è incesto cavoli !!! Uno sporco e lurido incesto!!!!’

Intervenni con estrema decisione”.

‘Cri, cazzo, adesso basta, hai rotto i coglioni, cosa credi che io non vi abbia viste tu e Daniela mentre vi accarezzavate l’anno scorso in camera vostra????? Voi non siete sorelle, porca puttana!!!????…..’

‘Beh è stato un momento di debolezza ecco, niente di più!!’

‘Ok, ok, un momento di debolezza per voi, mentre per me e la mamma non può esistere un momento di stramaledetta debolezza cazzo!!! E adesso togliti dai coglioni e se lo dici a papà ti spacco la faccia capito!!!????…’

Cristina rossa in volto, girò i tacchi e sbattendo la porta alle sue spalle si allontanò, La mamma ed io ci guardammo a lungo e poi lei mi abbracciò piangendo”

‘Roby, l’abbiamo combinata grossa, comunque non sapevo che Cristina e Daniela lesbicavano tra di loro!…’

‘Mamma, ho tirato a indovinare, non le ho mai viste, ma ho sentito dei gemiti e versi sospetti e visto che in camera c’erano solo loro due, ho pensato che stessero facendo sesso fra di loro’

‘Furbo il mio giovanotto! Hai bluffato!!! Beh almeno abbiamo pareggiato i conti, un segreto ingombrante a testa!!’

‘Mami, e se battessimo il ferro fin che è caldo??’

‘Cioè??’

‘Le facciamo venire qui adesso in camera e le coinvolgiamo nel nostro discorso’ Eh, cosa ne dici??’

‘Ma dai quelle non vengono, adesso che anche loro hanno la coda di paglia!!!’

‘Proviamoci no? Tanto che ci costa?’

Così uscii dalla camera di mamma e papà e mi avvicinai alla porta chiusa della stanza di Cristina e Daniela, le sentii bisbigliare sommessamente, sbirciai dal buco della serratura e le vidi sedute sul letto con le braccia incrociate una sulle spalle dell’altra e viceversa, sembravano due ragazzine colte a rubare la marmellata. Tenevano entrambe il viso reclinato in avanti e lo sguardo basso rivolto al pavimento. Abbassai la maniglia ed entrai, loro si rianimarono all’improvviso e il viso di tutte e due passò dal colore bianco cadaverico a quello rosso fuoco sul paonazzo. Io per farle sentire ancora di più in colpa calcai la mano e’..

‘Eccole qui, le due sorelline lesbichette, già, lesbiche, è così che si dice quando due femmine fanno sesso fra di loro vero??? Lesbiche e pure incestuose!!! Almeno la mamma ed io siamo un maschio e una femmina!!!’

Daniela intervenne”..

‘Almeno noi siamo sorelle, ma tu e la mamma siete figlio e madre!!’

‘Ah capito!! E’ diverso vero?? E’ meglio quando tu lecchi la figa a Cristina di quando io mi scopo la mamma!! Dai ragazze, smettetela di sparare cazzate e venite di là che la mamma vuole parlarvi”

Si mossero, con malavoglia, ma si mossero, entrarono in camera ed io entrai dietro di loro, chiusi la porta, la chiusi a chiave questa volta e iniziai a parlare senza usare troppe metafore”’..

‘La mamma ed io vogliamo sapere se a voi il cazzo non piace!!??’

Cristina farfugliò dapprima qualcosa di incomprensibile poi si schiarì la voce e’..

‘Non so, ma sono cose private, personali, ecco, io, cioè a noi piace anche il coso, ma insomma ci piacciono pure le donne’

La mamma, riprese possesso del suo ruolo di genitrice e’.

‘Ah beh allora siete bisessuali? E scusate, vi vergognate? Ma che male c’è,!!??’

Io le incalzai………

‘Ma scusate, se voi vedete un cazzo come il mio, vi eccitate?’

Daniela si inserì nel discorso”.

‘Ma cavoli, tu sei nostro fratello!!’

‘Ma scusa Daniela, che cazzo dici??? Cristina non è tua sorella???? Che differenza fa???’

‘Va beh ma è diverso, cioè non lo so, boh, non lo so cavoli!!’

Mi abbassai il costume da bagno e gli feci vedere il cazzo ormai indurito ed eccitato dai discorsi che si stavano facendo………

‘Guardate che bel cazzone che ho! Non vi piace?’

Cristina cercò di respingere l’attacco, ma notai che pareva interessata all’articolo!!

‘Dai Roby tirati su sto costume dai smettila!!!’

Mi avvicinai a loro e presi la mano di Cristina e la guidai verso il cazzo fino a farmelo impugnare.

‘Senti come è duro, ti piace?’

‘Smettiamola basta, e tu mami non dici niente?’

‘A me piace il cazzo di Roby e magari mi piacerebbe pure leccare la tua figa o quella di Daniela e anche tutte e due!’

Mentre parlavano io accarezzavo le tette da sopra i leggeri vestiti alternativamente a Cristina e a Daniela. Abbracciai quest’ultima e stringendola a me, le feci sentire la mia dura protuberanza contro il suo morbido pancino. La toccavo dappertutto, poi la mia mano destra sollevò il bordo inferiore dell’abito e si intrufolò fra le cosce. Faticai un po’ prima di fargliele schiudere ma poi lei eccitata cedette e mi trovai la sua tenera pagnottella nel palmo della mano. Le mie dita penetrarono dal bordo superiore dell’elastico del perizoma e il dito medio si insinuò fra le labbra chiuse della figa.
Feci scivolare il dito sulla tenera fenditura dallìalto in basso, e poi risalii, improvvisamente le labbra si schiusero e il dito si inserì fra di loro e percepii a quel punto la sua umida eccitazione. La mia sorellina Daniela era completamente depilata, liscia come il culetto di un bimbo. La denudai in un attimo e non ebbi la pazienza di sfilargli l’esile perizoma; lo strappai con violenza lacerandolo completamente.
Che bella che era mia sorella nuda, con i suoi ventidue anni, era uno spettacolo bellissimo, davvero inebriante. Pareva la mamma, ma era come se fosse, un modello ridotto, più adolescenziale, una bambina cresciuta, i suo fianchi efebici, le curve appena accennate, il seno piccolo, forse una seconda misura scarsa, con i capezzoli molto sporgenti e le aureole scure, quasi nere. Il mio cazzo vibrava verso di lei, la desideravo, la volevo possedere, prendere, farla mia, il mio membro stava fra le sue gambe, lei lo aveva imprigionato nella morsa delle cosce chiuse. Poi la sentii sussurrare””

‘No, Roby, ti prego sei mio fratello!!’

‘Mi piaci da morire Dani, sei fantastica!!’

Ora Cristina era vicina a lei e la accarezzava sul viso dolcemente, le sfiorava il seno, prendendogli i capezzoli e stringendoli lievemente sulle estreme estremità. La vidi rovesciare il capo all’indietro e la bocca aprirsi in modo sensuale ed eccitante. Mi avvicinai a lei e la presi in braccio come si prende una sposa, la portai sul letto e ve la posai delicatamente. Anche Cristina mi aveva seguito e ora mentre io mi posizionavo sopra a Daniela lei continuava ad accarezzarle il seno. La penetrai e contrariamente a quando avevo scopato mamma, la trovai stretta, molto più stretta. Il cazzo penetrò molto gradatamente dentro di lei, che sospirava in modo strano, con una specie di verso lungo e interminabile”’

‘Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaggggggggggggggggghhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh, Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaggggggggggggggggghhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh””.’

Fra il mio petto e quello di Daniela vi era il capo di Cristina che succhiava i capezzoli alla sorella, poi sentii una lingua lambirmi le palle e compresi che la mamma troia si stava adoperando per farmi godere ancora di più. La sentii, armeggiare con le dita attorno al mio foro anale, poi penetrò la mia rosetta grinzosa dapprima con un dito e poi con due. Mi inculava e mi leccava i coglioni, mentre io ora stantuffavo la figa bagnatissima di Daniela. Quando Daniela venne, io vidi che sul letto alla mia sinistra, Cristina si era sdraiata supina e con le gambe divaricate e le ginocchia flesse, pareva che aspettasse me. Mi sfilai da Daniela e mi spostai sopra a Cristina guidando il cazzo rigido contro la sua apertura vaginale, quindi spinsi con decisione e la penetrai; forse per il fatto che il mio cazzo era intriso degli abbondanti umori di Daniela, forse perché anche Cristina era copiosamente lubrificata, fatto sta che mi trovai il cazzo sprofondato nella sua figa e cominciai allora a stantuffarla con colpi profondi e anche un po’ violenti. La sentii venire, nello stesso momento in cui la sborra mi usciva dal cazzo allagandogli ulteriormente la già fradicia vagina.
La mia povera mammina troia si era intanto sdraiata a cosce aperte sulla poltrona, che si trovava in fondo al letto e Daniela stava provvedendo a leccarla sapientemente. Cristina ed io stavamo seduti sul letto a goderci lo spettacolo, fin quando la nostra cara e zoccola mamma esplose in un orgasmo stellare, alzò dapprima le gambe in alto, poi le piegò e circondò con esse la schiena di Daniela, con una mano le tenne premuta la bocca contro la sua figa, quando fu tutto finito vedemmo il viso di nostra sorella, coperto quasi totalmente, da un liquido trasparente e filante che formava come una sottile e lucida pellicola sulla pelle del viso di Daniela”””

Come sempre buon sesso a tutti dal vostro Ombrachecammina

Di questo racconto ci sarà una terza e ultima parte con tutti gli sviluppi famigliari che avverranno in seguito.

Come sempre se volete scrivere vostri pareri e critiche sia positive sia negative potete inviare una e-mail a: alexlaura2620@libero.it ed io vi risponderò.

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