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059 – Papà Luca, sua figlia e il suo fidanzato.

By 8 Agosto 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

”””’..Dopo un paio di giorni Alessia ci informò che sarebbe andata al mare per una settimana assieme a Marco da degli amici in comune. In quel periodo di sua assenza mi accorsi che anche solo la sua presenza fisica mi mancava pesantemente. Scopai parecchie volte con mia moglie immaginando sempre di farlo con Alessia. Lei era diventata per me un chiodo fisso, se ci pensavo mi trovavo immediatamente eccitato, era dai tempi della mia adolescenza che non sentivo questa esaltazione per una femmina, mi accorsi di essermi di nuovo innamorato della fotocopia di mia moglie!! Alessia era solo più giovane e il suo acerbo corpo mi accendeva il desiderio e la passione travolgente, come non mi era più successo da molti anni.
Lei, dopo tre giorni dalla sua partenza mi chiamò sul cellulare, sentii la sua dolce voce, e mi venne un tuffo al cuore, lei mi sospirava parole d’amore e di passione estrema. Usava una terminologia da puttanella””’

‘Papi, sto morendo dal desiderio, io amo Marco ma voglio anche te, vi vorrei tutti e due dentro di me, venite al mare, gli dici alla mamma che vi ho invitati qui. La mamma dei nostri amici, mi ha detto che se volete venire qui non ci sono problemi di camere, dai pà solo un paio di giorni dai!!’

‘Ne parlo con la mamma e poi ti faccio sapere, ciao!’

‘Ciao pà, ti amo, ciao’.’

Parlai con mia moglie e il giorno dopo partimmo per il mare. Dopo quattro ore eravamo a destinazione. I genitori degli amici di Alessia, possedevano una casa, in pietra, simile ad un castello, con un paio di torri. Dentro c’era da perdersi, si entrava in casa dentro ad un enorme salone, con i pavimenti in marmo color ‘Giallo di Siena’ . Molti quadri alle pareti e mobili antichi contro i muri, in fondo una ampia scalinata portava ai piani superiori. Sopra molte camere e una enorme cucina moderna attrezzata con un isola centrale e un tavolo allungabile da almeno venti persone.
Vidi nel corridoio anch’esso coperto di quadri, una effige con una stemma araldico dove si nominava i marchesi di’.. La sera, a cena, servita da cameriere in divisa, mangiammo pesce, come io non avevo mai mangiato in vita mia, aragoste comprese. Parlando con i padroni di casa, scoprii che loro appartenevano ad una famiglia nobile che possedeva centinaia di migliaia di metri quadrati in quella zona suddivisi in proprietà varie, come casali terreni agricoli e aziende produttrici di olio d’oliva e vini a denominazione di origine controllata. La loro unica attività era incassare mensilmente gli affitti dai vari inquilini e proprietari d’azienda!!!

Dopo cena, mia moglie, io, Marco e Alessia uscimmo a passeggiare nel parco del castello e dopo aver camminato un bel po’ ci sedemmo su delle panchine di pietra poste in un ampio spiazzo, poco illuminato. La luna, ci faceva da lampione mentre noi parlavamo della agiatezza di questa ricca e nobile famiglia e intanto la manina di Alessia approfittava della semioscurità per accarezzarmi una coscia. Tenevo la mano di mia moglie con le dita incrociate alle sue e dall’altro lato tentavo di fermare la mano di Alessia che nel frattempo si stava facendo sempre più intraprendente. Posai il dorso della mia mano sulla mia coscia destra sempre intrecciando le dita con Linda e lei con le dita affusolate mi lambiva la coscia sinistra. Mia moglie spostò la mia mano e la sua più verso il centro e con la punta delle dita mi sfiorò il cazzo. Credette di essere lei la fonte della mia eccitazione e mi guardò con occhi languidi. Le sorrisi ricambiando lo sguardo, mentre dalla parte opposta Alessia toccava me e Marco contemporaneamente. Le dita delle due donne erano molto vicine, quasi si toccavano, fu allora che io mi alzai dalla panca e dissi””’

‘Facciamo ancora due passi, un centinaio di metri ancora, poi, mi pare di intravedere una specie di terrazza.’

Così camminammo un po’ ed io mi calmai i bollenti spiriti, una volta giunti, mi appoggiai al parapetto e ad alcuni metri da me si mise Marco, Alessia lo abbracciò appendendosi al collo e Linda fece lo stesso con me. Ci baciammo a lungo fin quando eccitati decidemmo di andare a letto. Ripercorremmo il viale ed entrammo nel salone. Le luci all’interno erano attenuate, noi salimmo le scale evitando di parlare per non disturbare i padroni di casa e ci lasciammo di fronte alla porta della camera a noi assegnata. Letto antico, a baldacchino, coperto da una zanzariera bianca finissima, mi sistemai nel letto dopo essermi fatto la doccia e attesi la mia bella compagna, che uscì dal bagno indossando una mise molto sexy. Prima di distendersi sul letto Linda si liberò in modo un po’ teatrale della vestaglietta nera di pizzo trasparente, appoggiò il piede destro sul letto e sganciò le calze dal reggicalze e le fece rotolare lentamente fino al piede, poi tirò la calza dal fondo sfilandosela del tutto ocn un movimento molto conturbante. Ripetè l’operazione dalla parte opposta e con le mutandine e il reggiseno a balconcino ancora addosso si infilò sotto le coperte. La abbracciai teneramente e poi la passione prese il sopravvento, la spogliai del tutto e mi infilai fra le sue cosce iniziando a leccargli la figa, poi dopo alcuni minuti lei mi sussurrò”’

‘Mettimelo dentro!!!’

Io silenziosamente, puntai il pene contro la sua vagina e la trovai bagnatissima e pronta a ricevermi. Non pensai ad Alessia questa volta, la presi con passione e la strapazzai fino a farla godere. Poi le sborrai dentro tutto il mio seme. Ci fu un’altra piacevolissima doccia e poi ci distendemmo e ci addormentammo appagati e felici.

Il mattino seguente, mi svegliai verso le sette e trenta, entrai in bagno e mi sbarbai, poi una fantastica doccia mi tolse il sudore della notte calda dalla pelle; con gli occhi finalmente aperti, guardai fuori dalla finestra che dava sul lato del castello. La giornata era limpida, soleggiata e il cielo era terso e sgombro da nuvole. Sullo sfondo oltre una bassa siepe si intravedeva una spiaggia e il blue scuro del mare. In camera, scelsi un costume tra quelli che avevo portato con me e lo indossai, sopra ad esso un pantaloncino color panna con i tasconi sul davanti, poi una canottiera azzurra della ‘Nike’ , mi infilai i sandali in pelle ed uscii. Percorsi il corridoio fino a raggiungere la cucina e vi entrai, dietro l’isola una signora sulla cinquantina, con indosso una divisa e il cappello da cuoco, mi salutò cordialmente e mi chiese cosa volessi per colazione. Sul piano della cucina, vi erano due cesti di vimini, foderati all’interno con delle salviette colorate a quadretti bianchi e rossi, e all’interno di questi cesti, vi erano da una parte degli invitanti croissant e dall’altra dei biscotti che vista la loro forma dissimili uno dall’altro, parevano fatti in casa.
Chiesi alla gentile signora un caffè e lei volle sapere se volevo un espresso o lo preferivo lungo oppure fatto con la moka. Risposi che mi andava benissimo un espresso ristretto e lei mi fece accomodare e dopo un paio di minuti mi servì al tavolo il caffè con due piatti contenenti un paio di croissant e dei biscotti. Mangiai prima un paio di squisiti biscotti e poi addentai con appetito un croissant con all’interno della ottima marmellata di albicocche. Mi alzai, chiesi alla signora come dovevo fare per uscire ad acquistarmi un quotidiano e lei mi indicò una uscita laterale che mi evitava parecchia strada da percorrere. La ringraziai e la salutai e quindi uscii fuori all’aperto, l’aria del mattino era già calda e un po’ afosa ed io seguendo le istruzioni della cuoca uscii da un cancelletto laterale e mi ritrovai ad una trentina di metri da una strada asfaltata che scorreva parallela alla spiaggia e quindi al mare. Attraversai la strada e dalla parte opposta in uno spiazzo vi era una edicola, acquistai il mio quotidiano preferito e proseguii per qualche metro, quindi scesi una scala in pietra e mi ritrovai dentro lo stabilimento balneare. Alla mia sinistra una fila di cabine in muratura con le porte fatte con spesse perline colorate di azzurro, mentre alla mia destra un bassa recinzione delimitava e divideva i due stabilimenti. Lessi l’insegna di quello dove stavo io e vidi lo stemma della casata degli amici che ospitavano me e la mia famiglia. A quell’ora ero solo, e mi accomodai su un lettino, posizionai lo schienale a mio piacimento e poi aprii il giornale e respirando a fondo la salubre aria di mare, mi immersi nella lettura.
Ero arrivato a leggere le notizie sportive, quando dietro di me udii delle voci a me famigliari e poi vidi comparire Alessia con Marco, seguiti a ruota da Linda””.

‘Svegliato presto il mio amore stamattina!!’

‘Ciao Linda, si avevo voglia di mare e così ho cercato di non disturbarti ed eccomi qui..’

‘Ciao pà”

‘Ciao Ale, dormito bene?’

‘Si tutto ok, benissimo’

‘ ‘Giorno signor Luca, tutto ok?’

‘Si Marco, grazie tutto perfetto!!’

Esauriti i convenevoli, ci sistemammo, quasi a riva, presso un gruppo di ombrelloni e di lettini formando una specie di cerchio in modo da poter conversare guardandoci in faccia.
Mia moglie indossava un costume intero completamente nero senza spalline, che gli conteneva a stento le grosse tette, mentre la parte sottostante era anteriormente molto sgambata mentre nella parte posteriore le avvolgeva completamente le belle natiche. Alessia, aveva scelto invece, un bikini bianco con delle stelline argento sparse qua e là. Il reggiseno era formato da due minuscoli triangolini che gli coprivano a malapena le aureole, mentre la parte sotto, molto bassa, a filo patata sul davanti, mentre dietro il micro costume, del tipo tanga si infilava e scompariva fra le natiche sporgenti. Guardai Marco sdraiato sul lettino e vidi che vestiva un costume a slip di colore rosa scuro, esibiva il suo apparato con orgoglio. Il tipo di costume e la sua posizione, evidenziavano la forma del cazzo e il disegno della cappella mettendo pure in risalto la sagoma tonda dei suoi abbondanti coglioni. Questo esame attento ai costumi degli altri, risvegliò il mio animale, che fino ad allora se ne era stato tranquillo e sopito dentro al mio costumino. Coprii la mia esuberanza con il giornale e distolsi i miei pensieri sconci, continuando a leggere il giornale concentrandomi in particolare sulle notizie dello sport.
Dopo un paio d’ore decisi di farmi un bagno in mare e così mi alzai dal lettino e chiesi”’

‘Io vado a farmi un bagno, chi viene con me? ‘

Le due donne si rifiutarono, adducendo la scusa che si erano spalmate da poco la crema abbronzante, mentre Marco mi fissò per qualche secondo e poi”..

‘Vengo io con lei, ho voglia di nuotare un po”’.’

‘Senti Marco, mi fai un favore? ‘

‘Dica pure”

“Anche se hai solo 18 anni e io sono molto più vecchio di te fammi il favore, dammi del tu!! Ok??

“Ah va bene signor Luca, anzi scusami, ok d’ora in poi ti do del tu ‘

‘Ok, così va meglio!’

Il giovanotto era proprio carino, aveva il viso con i lineamenti morbidi, gli occhi azzurri, con i capelli lunghi a caschetto, biondissimi. Il fisico, con muscolatura normale per quella età, completamente liscio e glabro, era sostenuto dalle gambe, rese muscolose dallo sport che praticava assiduamente. Lo spiai mentre camminava sulla sabbia davanti a me e notai la sua andatura lievemente sculettante, insomma, visto da dietro, lo si poteva tranquillamente scambiare per una femmina. Sulla battigia, dove la sabbia era più compatta, affrettai il passo e mi affiancai a lui. Lo guardai cercando di non farmi notare, ed il mio sguardo fu irresistibilmente attratto dal suo grosso pacco anteriore che dimostrava chiaramente la sua appartenenza al sesso maschile.
Ci immergemmo in acqua e nuotammo per un centinaio di metri, era fantastica la temperatura dell’acqua e con Marco ci divertimmo a gareggiare per raggiungere una fila di boe ad una cinquantina di metri più avanti. Io sono un nuotatore esperto e anni addietro campione nazionale juniores dei cento metri stile libero in vasca lunga, così, nonostante la pancetta, vinsi la gara ricevendo dal ragazzino i suoi complimenti. Rientrammo a riva e una volta giunti sotto l’ombrellone, rovistammo nei nostri zainetti e trovammo il costume asciutto, poi assieme ci avviammo presso la cabina adibita a spogliatoio. Essendo quella una spiaggia privata riservata ai proprietari trovammo la cabina libera ed io entrai lasciando la porta aperta per far entrare anche Marco. Lo vidi esitare e allora”..

‘Dai Marco, entra, siamo tra maschi, per me non ci sono problemi!’

‘Ah ok, io sono abituato, negli spogliatoi dopo le partite, siamo sempre tutti nudi, quindi’.’

‘Si anche io ho fatto per anni sport, io facevo nuoto per cui non ci sono problemi!’

‘Adesso capisco perché mi hai battuto!’

‘Eh, eh, eh’

Lui era davanti a me e mi dava le spalle, si abbassò lo slip sotto le natiche e poi le arrotolò con le mani piegandosi in avanti per farli scorrere fino alle caviglie. Liberò prima un piede e poi l’altro scalciando il costume e spostandolo più avanti, si abbassò ancora per raccoglierlo ed io vidi il suo fantastico culo, le natiche lievemente separate e nel solco il buchetto roseo. Le gambe divaricate mi mostrarono altresì le pesanti palle e il lungo cazzo che faceva capolino fra di esse. Mi sfilai il costume con lo sguardo fisso su di lui e non feci nemmeno caso che il mio pisello era a metà strada fra il molle e il duro. In quel momento lui si voltò e mi vide un po’ eccitato, notai però che anche lui guardava il mio pene con interesse”’.

‘Luca devo dire che anche tu sei ben attrezzato, il tuo è più corto del mio ma è molto più largo’..’

‘Si così sembra ma sai per vedere le giuste proporzioni si dovrebbero confrontare da duri!’

Mentre gli parlavo mi pasticciavo il cazzo con la mano, e notai che anche lui stava facendo la medesima cosa, bastarono pochi movimenti per ritrovarci tutti e due con il cazzo rigido. Fu lui che si avvicinò a me e ora le nostre cappelle quasi si toccavano, mi feci coraggio e allungai la mano impugnandoglielo, lo segai lentamente tenendolo in mano da sotto, con il palmo rivolto verso l’alto, lui fece altrettanto. Mi ritrovai contro il suo giovane corpo, i nostri cazzi in mezzo a noi, uno aderente alla pancia dell’altro, muovevamo il bacino strusciando uno contro l’altro, ci abbracciammo, la sua bocca contro la mia. La sua lingua saettava fuori dalle sue labbra e incontrava la mia, le nostre salive si mescolarono, lo abbrancai con le mani sulle natiche, le sentii sode, riempirmi le mani, il suo era in assoluto il culo più bello che avessi mai toccato in vita mia. Lui, mi sorprese perché si abbassò davanti a me e iniziò dapprima a leccarmelo sotto il frenulo, poi passò più volte, lentamente, la lingua attorno al glande, mi soppesò i coglioni stringendomeli delicatamente, poi la guaina calda e accogliente della sua bocca mi accolse dentro, i suoi occhi osservavano le mie reazioni, e lui regolava i movimenti secondo le espressioni del mio viso.
Continuò fin quando si accorse che ero vicino a sborrargli in bocca, in quel momento mi strinse dolorosamente le palle ed io ebbi una specie di blocco, sentii lo sperma che defluiva e il mio pene si ammosciava. Durò meno di venti secondi poi la sua bocca capace riprese il pompino fin quando il mio cazzo riprese la sua completa erezione. Si alzò ed io mi abbassai e ricambiai il piacere, ma io non smisi e continuai fin quando le dolci stille bollenti mi colpirono in gola scivolando giù verso il mio stomaco. Inghiottii per la prima volta in vita mia lo sperma di un altro e dentro di me compresi che non mi era dispiaciuto per niente. Lui mi guardò e si girò dandomi le terga, si appoggiò con i gomiti alla panca dello spogliatoio e divaricò le gambe, poi””..

‘Inculami Luca, aprimi per bene il culo.’

Avevo la ottava meraviglia del mondo a portata di mano, anzi direi a portata di cazzo e quindi”

‘Mi fai morire Marcuccio, hai il culo più bello di quello delle femmine! Lo hai già preso o sei vergine?’

‘Non importa mettimelo, ficcamelo dentro, lo voglio, lo voglio, non ti fermare inculamiiii!!!’

Lo insalivai un po’, come facevo con mia moglie, poi lo appoggiai e spinsi, la prima volta scivolò via infilandosi fra il solco delle chiappe, la seconda volta lo posizionai meglio e spinsi deciso”.

‘Aggghhhhhh, vaiii, non ti fermare spingilo dentrooooo!!!!’

‘Te lo sbatto dentro tuttoooo, ti piace la cappella grossaaaa???’

‘Siiiii, è troppo figo dare il culo a mio suocerooo!!!’

Ora il cazzo si era fatto strada e scivolava dentro la stretta guaina, guadagnando centimetro dopo centimetro, avevo l’impressione che al mio passaggio le pareti si aprissero magicamente per far posto all’ospite. Ebbi in quel momento la risposta alla mia domanda precedente, era stato fino a pochi attimi prima, un culetto vergine. Mi eccitai ancora di più a quel pensiero e realizzai di aver avuto l’onore di possedere per primo tale meraviglia…
Notai che la sua mano destra aveva impugnato il suo cazzo mezzo molle e se lo stava masturbando velocemente, fin quando vidi cadere sul pavimento poche gocce di sperma e a questo punto spinsi il cazzo a fondo e dopo pochi energici colpi gli riempii l’intestino di calda e densa sborra.
Mentre ci pulivamo con i costumi bagnati parlammo della nostra bisessualità e mi rammentai che anche io alla sua età avevo compreso di essere un bisessuale latente, ma mai avevo avuto il coraggio e forse l’occasione di farlo con un altro maschio.
Prima di rientrare agli ombrelloni ci recammo al bar, ci dissetammo e poi ordinammo due bibite fresche per le nostre donne, quindi ci avviammo verso i nostri lettini. Quasi in coro le due donne”.

‘Credevamo che vi foste persi!!!…’

‘No, siamo stati al bar e ci siamo fatti un po’i ‘cazzi’ nostri!!’

‘Ma pà che modo di parlare hai!!!’

‘Ale, ti stupisci?? Lascia perdere va. !!’

Guardai Marco, sorridendo ironicamente””.

‘Marco è vero che ci siamo fatti i cazzi nostri????’

‘Si certo Luca è verissimo, cose da uomini!!’

Mi sedetti sul lettino e mi addormentai al sole, quando mi svegliai, avevo un colorito tipo aragosta!!
La giornata trascorse lenta e pigra e quando venne sera, specie dopo cena, mi sentii stanco più di quando ero partito, la scopata la sera prima con mia moglie e il sesso gay con Marco mi avevano fisicamente distrutto. Compresi solo allora che cominciavo a perdere colpi. Capii altresì che se fisicamente mi sentivo stanco, psicologicamente e mentalmente invece mi ero ringalluzzito ed ero enormemente appagato e contento.
Uscimmo dopo cena fuori dal castello e percorremmo il lungo mare, nel paese, vi era un viale alberato, che affiancava la spiaggia, e lungo tutto questo viale vi erano venditori ambulanti di tutte le merci possibili ed immaginabili. Sostammo sedendoci in un bistrot e ci dissetammo, poi scendemmo lungo una scalinata e camminando su una pedana fatta di tavole di legno raggiungemmo uno spiazzo quasi al buio con delle panchine circolari in ferro battuto. Ci accomodammo tutti e quattro, in cerchio ed io mi ritrovai Marco a destra e Alessia a sinistra. Il cielo stellato e la luna seminascosta inducevano al romanticismo e Alessia, si avvicinò a me e appoggiandomi il capo sulla spalla”.

‘Bello eh papi??”

‘Si bellissimo, molto romantico, ma io non sono il tuo fidanzato, lui è dall’altra parte!!’

‘Va beh dai, sono la tua bambina no???’

‘Già la mia bambina!!’

Sentii la sua mano dapprima sulla mia coscia e poi la percepii scivolare verso il centro accarezzandomi il cazzo. Avvicinai la mia bocca al suo orecchio e gli bisbigliai”’

‘Ale, piantala Marco e la mamma ci vedono’

La maialina mi rispose sottovoce’..

‘Mi piacerebbe scopare con te e vedere Marco e la mamma scopare tra di loro’..’

‘Dai smettila di fare la maialina su!!’

Mentre ci scambiavamo questi discorsi altamente culturali, sentii la coscia di Marco contro la mia e compresi che anche lui mi si era avvicinato, poi, quasi contemporaneamente la sua mano prese la mia e se la portò sul cazzo. Mi tirai indietro ma lui me la riprese e me la riportò sul suo membro.
Lo accarezzai da sopra i pantaloncini, ma per poco, difatti lui mi guidò la mano dentro la patta aperta e me lo fece toccare da sopra le mutande. Armeggiò qualche secondo e poi me lo ritrovai in mano nudo, duro e caldo. Parlavo con Linda e non riuscivo a concentrarmi, lei se ne accorse e mi chiese se stavo bene. Io stavo benissimo, ma ora ero in una posizione difficile, una mano di Marco mi accarezzava da una parte e quella di Alessia dall’altra. Provai ad alzarmi ma non ci riuscii e allora successe quello che io temevo. La mano di Alessia cozzò contro quella di Marco e contemporaneamente si ritrassero. Vidi i loro occhi scintillare nella notte e compresi il loro disagio, solo Linda parlava, parlava, parlava”’..
Poi Alessia si avvicinò al mio orecchio e”.

‘Pà ma ti fai toccare il cazzo da Marco?’

‘Ale è una storia lunga, andatevi a fare un giro e vi spiegate’

Mi sedetti così a fianco di Linda e finalmente libero da distrazioni, riuscii a connettermi e a chiacchierare con mia moglie.
Quando ritornarono, li vidi stranamente allegri e pimpanti””

‘Pà, abbiamo parlato un po’ anche noi, diciamo, come hai detto tu in spiaggia stamattina: Ci siamo fatti i cazzi nostri!!’

‘E si bisogna ogni tanto farsi i cazzi propri.’

‘Dai ma, fammi posto vicino a papi!!’

‘Sei attaccata a tuo padre come una ventosa, !!!’

Ridemmo tutti e in pratica il puzzle precedente si ricompose nel giro di pochi minuti, lei poi ad alta voce”’

‘Pà tienimi tu il maglioncino per favore!’

Così dicendo mi sistemò sulle ginocchia il maglioncino che poco prima teneva sulle spalle.
La sua mano scivolò al di sotto del pull-over e mi tirò giù la zip, poi passando da sopra l’elastico dello slip trovò il cazzo e me lo accarezzò delicatamente. Marco intanto si era tolto la giacchetta di jeans che indossava e l’aveva messa a copertura del suo basso ventre. Poi mi aveva riportato la mano sul suo cazzo ed ora mi suggeriva con la sua mano il movimento da fare. Alessia mi soffiò nell’orecchio”’.

‘Mi sono tolta le mutandine ho la figa nuda pà!!’

‘Maialina, sei proprio una maialina!!’

‘Marco, dice che se vuoi andiamo a casa e poi’..’

‘Come faccio, mica posso dire alla mamma che vengo a scopare con voi!!’

‘Trova una scusa dai, digli che non hai sonno, mica lei sospetta di me e di Marco figurati!!’

Questo dialogo si svolse tutto con bisbigli impercettibili e dopo qualche secondo Alessia”

‘Andiamo a casa? Dice Marco che i nostri amici gli hanno fatto vedere l’armeria del castello, la vorresti vedere papi??’

‘Dai Ale, tuo padre è stanco, avrà voglia di dormire’.’

‘Ma no, non ho molto sonno e l’armeria mi interessa parecchio!!’

‘Mami se vuoi tu puoi anche andare a nanna!!’

‘Si, si, a me le armi non interessano proprio!!’

Ci avviammo verso il castello e una volta giunti, ci dividemmo”.

‘Notte a tutti”..’

‘Notte Linda”

‘Notte mami”

‘Buonanotte signora..’

In effetti Marco prese le chiavi dell’armeria dentro una bacheca e percorrendo un corridoio dentro il quale si accedeva tramite una porta bassa, ci trovammo di fronte una pesante grata metallica, lui introdusse la grossa chiave nella serratura e accese le luci all’interno. Tutto attorno vi erano armadi con vetri antisfondamento all’interno dei quali si potevano ammirare armi suddivise per tipo e per anno di fabbricazione a partire dal millesettecento fino ai giorni nostri. Il più bello era un fucile ad avancarica appunto del 1700, in perfette condizioni, oliato e spolverato. Marco, terminata la visita all’armeria ci guidò verso l’uscita ma quasi alla fine del corridoio, invece di proseguire diritto, svoltò a destra ed aprì una porta in legno di noce massiccio, ricoperta da velluto verde scuro, completamente impunturato. All’interno vi erano dei letti a barca e al centro una grande vasca quasi colma d’acqua fumante che usciva da un rubinetto in ottone pesante. Era molto probabilmente acqua sulfurea, molto adatta per la cura dei reumatismi e della gotta.
La porta si chiuse dietro di noi e Marco provvide a sprangarla dall’interno con una pesante barra di legno infilata dentro a dei ganci metallici un po’ arrugginiti. Mi furono entrambi vicini ed io mi arresi con piacere alle loro concrete proposte. Mi spogliarono nudo e loro fecero altrettanto, poi si infilarono dentro la vasca ed io feci altrettanto. Una volta dentro, le loro mani mi perlustrarono il corpo, accarezzandomi dappertutto, Alessia si alzò in piedi e mi portò la figa a pochi centimetri dal viso, io seduto la leccai avidamente, vidi fra le cosce di lei avvicinarsi il siluro di carne dura di Marco, infilai una mano fra le cosce di mia figlia e accolsi il matterello nel palmo della mano, lui si muoveva avanti e indietro e io glielo tenevo premuto contro la figa di Alessia. Poi avvicinai la bocca e cominciai a leccare la figa di lei e il cazzo di lui. Sentivo il mio e il loro ansimare”’

‘Ragazzi, ma qui se ci sentono, succede un casino!!!’

‘Tranquillo Luca, è una stanza insonorizzata, nessuno da fuori può sentire!’

Mi tranquillizzai e continuai a leccare cazzo e figa, ad un certo punto”’.

‘Lucaaaa, ti sborro in boccaaaaa!!!!’

Aprii la bocca per ricevere la sua linfa e tirai fuori la lingua mettendola sotto il meato, quando arrivarono gli schizzi li accolsi con gratitudine e li assorbii totalmente dentro la mia gola. Con la lingua piena di sperma continuai a leccare la figa della mia ‘bambina’ fin quando lei venne spingendomela contro la bocca e tenendomi contro di lei con le mani dietro al capo. Lei si spostò di fronte a me e si sedette nella vasca immergendosi nell’acqua fino al collo. Marco invece stava in piedi e mi dava le spalle, arretrò di qualche passo e si posizionò a gambe divaricate sopra di me, vedevo il suo culetto a pochi centimetri dal mio viso, poi lui piegò le gambe e immerse una mano nell’acqua, lo sentii afferrarmi il cazzo e guidarlo dentro al suo culo. Nell’acqua non lo avevo mai fatto e devo dire che fu una esperienza assai esaltante e soprattutto parecchio eccitante. Il cazzo che nel pomeriggio aveva aperto il culo a fatica al giovane biondino, ora sembrava penetrare con estrema facilità. Ad ogni affondo il cazzo provocava dei gorgoglii e delle bolle fuoriuscivano raggiungendo la superficie dell’acqua come una pentola d’acqua quando bolle. Lui godeva come un matto, mentre di fronte a noi, Alessia teneva una mano immersa nell’acqua e dalla maschera goduta del suo viso si indovinava in modo fin troppo evidente che si stava masturbando ferocemente.
Sperai in quel momento che fosse veritiero il fatto che la stanza era insonorizzata””..

‘Mi entra tuttoooo Lucaaaaa, che inculataaaa!!! Mi sto inchiappettando da soloooo!!! Vuoi sborrarmi in culo??? ‘

‘Siiiii, noooooo, sborro in bocca alla troietta!!!’

‘Siiii, sborrami in bocca papiiii, mi eccitate porci maiali, io godoooo, godoooo, uuummmmm, ho un fida e un papi gayyy!!!! Marcoo, ti piace prenderlo in culoooo????’

‘Siiiii, tuo padre è un grandeeee, sta cappellona mi stantuffa il culooooo!!!!!!!’

‘Godiii Marcooo, godiiiii, sborra checca del cazzooooo!!! Culo d’oro di devo chiamareeee!!!! Dai che poi sborro in bocca a mia figliaaaa!!!!

‘Si papiiii, siiii, vengooooo, maialiiiiiiiiii, maialiiiiiii, godooooooo, siiiii ,vengoooooooo””

Marco si sfilò di colpo e masturbandosi il cazzo si volse verso di me e dall’alto mi schizzò dappertutto, la sborra cadeva a lacci grumosi, con un pluf dentro l’acqua””

‘Leccami il cazzo Lucaaaa, anche tu ricchione del cazzoooo!!!! Raccogli la mia sborra, bevilaaaa’

Mi alzai in piedi anch’io superai Marco e appropinquai la mia cappella alla bocca di Alessia, lei era tutta tesa e pronta a riceverla, teneva le mani a coppa sotto il mento come quando il prete ti da l’ostia benedetta per la comunione. Sentii gonfiarsi la cappella e indurirsi allo spasimo poi eruttai lava bollente con schizzi violenti. Segandomi con gesti inconsulti, colpii mia figlia un po’ dappertutto ma la maggior parte di nettare la raggiunse sul viso, alla fine lei si lecco le mani e subito dopo raccolse i fiotti di sperma dalla pelle del viso e se li portò alla bocca, che spalancò e mi fece vedere che ancora la teneva tutta in bocca. Il più svelto fu Marco che si chinò e tenedogliil viso fra le mani la baciò con passione. Quando smisero di baciarsi mi dimostrarono che ancora il mio sperma stava nelle loro bocche, mi invitarono a condividerne un po’ e così mi distesi nella vasca e appoggiai al bordo la nuca, aprii la bocca e loro da circa venti centimetri mi fecero colare la loro saliva mista a sborra dentro il mio cavo orale. Marco si mise in posizione eretta e guardandomi con un sorriso complice fece calare ancora in acqua Alessia, poi semplicemente la lavò con una imponente pioggia dorata, con il cazzo in mano dirigeva il getto di qua e di là nettandogli tuttoil corpo””.

‘Bambina, vuoi anche il mio piscio???’

‘Siiii, pà lavami anche tu, lavamiii, siii cosììì, che calda che è, uummmhhhh, un po’ in bocca papiiiii!!!’

Fu una esperienza incredibilmente bella e affascinante, sicuramente estremamente piacevole e coinvolgente.
In fondo alla grande sala, si apriva una porta e dentro vi era un magnifico bagno, sotto la doccia ci liberammo delle scorie e dopo esserci asciugati ci rivestimmo ed uscimmo dal ‘salone del peccato’.
Mi infilai in camera da letto e vidi che Linda dormiva beata, la guardai a lungo e mi domandai: Ma lei, potrà mai capire e magari condividere con noi le nostre esperienze?……………

Come sempre buon sesso a tutti
Ombrachecammina

E-mail: alexlaura2620@libero.it
Scrivetemi che come sempre vi risponderò.

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