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088 – Mamma Sofia ingravidata dal figlio Cristiano

By 28 Ottobre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Il mio nome è Cristiano, sono un uomo di 40 anni e per vari motivi vivo ancora in casa con i miei genitori e con mia sorella. La mia famiglia è così composta: Mio padre Renato, di anni 58, mia mamma Sofia coetanea di papà e mia sorella Daniela di 21.
Ciò che vi voglio raccontare è una storia un po’ complicata, che ebbe inizio ventidue anni or sono.
I miei genitori allora, si erano intestarditi, nel cercare per forza di cose una figlia femmina. La voleva mio padre e la desiderava anche la mamma. Allora io avevo diciotto anni e mi ricordo che quasi tutte le sere, sentivo i miei che ‘provavano’ a seminare un figlio, lo facevano per tentare di avere possibilmente una femmina. In quelle occasioni, io dall’altra parte del muro, sentivo tutto e mi masturbavo immaginando mio padre che si scopava quella gran figa di mia madre. La camera loro era ed è ancora oggi attigua alla mia ed essendo la parete che divide le due camere parecchio sottile, in pratica era come se io fossi virtualmente ai piedi del loro letto.

La mamma, è stato il primo amore della mia vita e mi ricordo che qualsiasi occasione era buona per spiarla, lo facevo spesso dal buco della serratura del bagno, oppure quando lei era in camera a cambiarsi. Quando lei stava comodamente seduta di fronte a me, il mio sguardo penetrava come un raggio laser sotto la sua corta gonna, cercando morbosamente di vedere il colore delle sue mutandine. Insomma, la guardavo e la spiavo e in tutte le occasioni che mi si offrivano…..
Trascorsero così molti mesi, all’incirca una decina e una sera, dopo essere stato il pomeriggio intero a studiare a casa di un mio compagno di scuola, feci rientro a casa. Il nostro alloggio è costituito da un ingresso quadrato che si restringe dopo quattro o cinque metri, trasformandosi in un lungo corridoio. Entrando, sulla sinistra, vi è una enorme doppia porta in cristallo smerigliato, che consente l’accesso alla grande sala, di fronte ad essa, dalla parte sinistra entrando, vi è la porta della cucina. Più avanti, proseguendo per il corridoio, sempre dalla parte sinistra si trovano, una in fila all’altra, tre camere da letto. La prima è quella di Daniele, la seconda è la mia, mentre la terza è quella dei miei genitori. In fondo al corridoio la porta del bagno grande, poi girando a destra il corridoio prosegue e troviamo a sinistra un altro bagno un po’ più piccolo e poi, di fronte, l’ultima camera da letto che io utilizzo come camera attrezzata per lo studio e gli hobby. Dicevamo, quella sera entro in casa e sento i miei che discutono animatamente, le voci parecchio alterate provenivano dalla sala. La porta a vetri era chiusa e io mi fermai di fronte alla porta di camera mia. Compresi che discutevano sul fatto che la mamma, nonostante le prove quotidiane, non riusciva a rimanere incinta”.

‘Sofia, Cristiano non è nato per opera dello Spirito Santo!!!’

‘Si cavoli, lo so, ma come mai questa volta non ci rimango???’

‘Non lo so, magari è colpa tua, sei diventata sterile!!!’

‘Perché deve essere colpa mia!! E se fossi tu a essere diventato sterile???’

‘Andiamo dal medico, gli spieghiamo la situazione e poi vedremo!!!’

Quella sera mi ricordo che tra di loro ci furono musi lunghi e io non mi osai porre delle domande e tanto meno di dire loro che avevo origliato di nascosto. Ci fu in mezzo la domenica e il problema restò in sospeso, il Lunedì sera io festeggiai il mio diciannovesimo compleanno e la mamma fu occupata a cucinare per noi e anche per alcuni miei amici e amiche che avevo invitato apposta per l’occasione. Martedì mattina si alzarono presto e alle otto erano entrambi fuori casa. Dai discorsi che le mie orecchie avevano intercettato, compresi che erano diretti dal medico curante. Mi chiusi dentro all’ultima camera in fondo e iniziai a studiare, ero indietro di un anno per motivi di salute e per me era troppo importante riuscire a superare con ottimi voti i durissimi esami di maturità.
Verso mezzogiorno li udii rientrare, uscii così dalla camera e li salutai”.

‘Siete usciti presto questa mattina”.’

‘Ciao Cristiano, si io e papà avevamo delle commissioni da fare’..’

‘Ah ok, era solo per sapere”’

‘Siamo andati dal medico per le solite medicine e poi abbiamo fatto alcune cose, sai, le bollette e altro”.’

‘Ok, mami, quando è pronto chiamami, ho una fame da lupo”’

‘Si, va bene, mezz’oretta e sarà pronto”

Invece di andare nella camera in fondo, mi fermai nella mia e così, come fanno le spie, appoggiai l’orecchio alla parete e ascoltai i loro discorsi. Papà diceva che doveva andare a fare l’esame dello sperma”’.

‘Come faccio, mi devo fare una sega qui oppure devo andare a farmela sul posto?’

‘Eh, eh, non lo so Renato, basta telefonare e gli chiedi’..’

‘Si, ma cosa gli chiedo, se mi devo fare una sega a casa o in clinica???’

‘Chiedi se lo sperma lo devi portare da casa’.’

Sentii mio padre uscire dalla camera, e poi la sua voce………..

‘Buongiorno signorina, sono Renato S’ volevo solo una informazione per favore’.. Ecco, io dovrei fare lo spermiogramma, volevo sapere se lo sperma lo devo portare da casa oppure”’

Ci fu un minuto di silenzio poi ancora papà”.

‘Ah ho capito, da casa, ma solo se siamo vicini, si, si, ho capito, devo prendere il vasetto sterile in farmacia, ok, si, ok grazie ‘

Lo sentii rientrare in camera e riferire la cosa alla mamma”.

‘Bene Renato, così, ti do una mano io, tanto di una mano hai bisogno no???’

‘Si Sofia, la tua mano destra, a meno che non vuoi usare la sinistra, eh,eh,eh”’

Il giorno dopo verso le nove del mattino, mio padre uscì e rientrò da lì a poco, io ero in cucina e vidi che teneva in mano una bustina con impressa la croce di colore rosso della farmacia.
La mamma era in camera che l’attendeva e dopo una decina di minuti uscirono entrambi sempre con la bustina in mano. Uscirono quasi di corsa e se ne andarono.
Dopo una settimana, mio padre mi chiese se lo potevo accompagnare io a ritirare dei risultai di alcuni esami di laboratorio”.

‘Andiamo con la tua moto, perché non si trova mai parcheggio, tu mi aspetti e io vado e torno”

‘Ok pà, ti porto io”

Quando ritornò, vidi l’espressione cupa del suo viso e compresi che l’esame non era andato secondo le sue aspettative.

‘Tutto ok pà?? ‘

‘Umm, si, si , tutto ok’.’

Per farla breve, mio padre si fece portare altre due volte alla clinica ma sempre la stessa espressione del viso. Un giorno approfittando del fatto che erano usciti, entrai in camera loro e cercai tra i documenti. Papà era divenuto sterile, i medici presumevano che fosse per una caduta su un muretto al mare sul quale aveva sbattuto i testicoli.
Per molti giorni vedevo mia madre triste e sconsolata e ogni tanto, chiusa in camera sua, la sentivo piangere a dirotto.
Ecco, ora voi penserete, giustamente dico io, che in quel momento, per aiutare la mia mamma, cambiai in modo alquanto radicale la mia vita. E in effetti………

Entrai in camera di mamma e la vidi seduta sul letto intenta a piangere, finsi di non sapere e iniziai un serrato interrogatorio, alla fine lei si confessò e io le proposi di sostituirmi a papà”.

‘Ma sei scemo???’

‘Mamma, io lo faccio per aiutarti e poi, sei così una bella donna, che non farei certamente fatica a far l’amore con te”’

‘Dai fatti furbo, non dire stupidaggini’. E poi sai che i bambini che nascono da rapporti incestuosi nascono con delle malformazioni???’

‘Beh ti fai controllare subito ogni mese e se vedi che non va’. C’è sempre l’aborto’.. ‘

La mamma continuava a dirmi di no, ma mi accorgevo che le sue difese si stavano poco per volta sgretolando”’

‘No, dai, io voglio un figlio, ma non posso farlo con te”’

‘Ma mica glielo devi dire a papà, la sera stessa lo fai scopare e poi dopo un mese’ gli dici che sei incinta”’

‘Senti, Cris, non è una cosa che si può fare, poi non so, tu sei un bel ragazzo e se non fossi mio figlio un peccatuccio con te lo farei pure”. Ma non posso, non posso, dai vai di la, sei un diavolo tentatore, vai in camera tua”..’

‘Va beh, la proposta è sempre valida, io sono innamorato di te da quando sono nato’..’

Me ne andai e così quella volta non se ne fece nulla, poi dopo una quindicina di giorni, successe una cosa che mi avvicinò alla mamma. Avevo conosciuto una donna, di quelle donne che piacevano tanto a me. Tutte le femmine che io ammiravo e con le quali arrivavo a fare sesso erano molto, molto simili a mia madre. Si chiamava Rossella era più vecchia di me, aveva trentadue anni, uno in più della mia mamma. Bruna, capelli lunghi un po’ mossi, un seno prosperoso, portava, a suo dire, una quarta coppa ‘C’ . Era burrosa, pelle chiarissima, fianchi opulenti, belle cosce, un fantastico culone ed era pelosissima fra le gambe e sul pube. Il viso mediterraneo occhi scuri naso regolare e una bocca carnosa e invitante. Questa descrizione è in pratica la raffigurazione speculare di mia madre. Una sera verso le diciotto, dopo una lunga e romantica passeggiata, lei si offrì di accompagnarmi a casa in auto, naturalmente accettai di buon grado e una volta arrivati a destinazione, approfittando del fatto che in casa non c’erano i miei, la invitai a salire, e lei, che non aspettava altro, accolse immediatamente il mio invito, così in pochi minuti, ci trovammo in camera mia..
La spogliai io, lei era arrapata al massimo, le piacevano i ragazzi giovani e io giovane lo ero davvero. Forse a me piacevano le donne molto più vecchie di me, con caratteristiche spiccatamente mediterranee. Mi piacevano scure di capelli forse perché all’opposto di loro io ero biondissimo. Le fighette che venivano a scuola con me mi morivano dietro, mi dicevano spesso che ero carino, e che impazzivano per i miei splendidi occhi azzurri, mi ammiravano anche per il fisico, che curavo particolarmente in palestra e anche giocando a calcio. Queste caratteristiche mi mostravano agli occhi delle ragazze come un bel fighetto ma non ero propriamente quel che si dice l’icona del macho virile. Possedevo anche un bel sederino con le chiappe sode e toniche e lì davanti, la natura mi aveva dotato di un gran bel cazzone. La mamma, quando ero più giovane, vedendomi mentre mi facevo il bagno, mi aveva detto che la mia grossa dotazione l’avevo ereditata dal nonno, ovvero da suo padre, che lei aveva visto nudo, quando l’aveva lungamente assistito in ospedale.
Sto divagando troppo, ero in camera con Rossella e l’avevo spogliata, lei febbrilmente aveva provveduto a denudare me e si era subito abbassata a prendermelo in bocca. Le labbra carnose mi avvolgevano morbidamente il cazzo, lo sentivo scivolare dentro e percepivo la sua sapiente lingua leccarmelo contemporaneamente. In piedi, in estasi, godevo come un matto e”’

‘Sei, in casa??’

Non feci in tempo, ne io a rispondere, ne Rossella a togliersi il cazzo dalla bocca, la mamma aprì la porta e infilò il viso all’interno”. Ci vide, lì in piedi, di profilo, la mia mazza aspirata dalla sapiente ed esperta bocca della donna, mi voltai verso di lei e non seppi dire altro che”

‘Chiudi la porta!!!’

‘Porca puttana, tu chiuditi dentro a chiave!!!!!’

Inutile dire che il clone di mia madre, non terminò nemmeno il pompino e men che meno riuscii a scoparla; si rivestì infuriata e uscì tipo ‘Pantera Rosa’ da casa mia. Non la rividi mai più.

Quella sera, addussi la scusa dello studio e non mi feci nemmeno vedere a cena, avevo timore che la mamma fosse incazzatissima e fino a quando i miei non si ritirarono in camera loro, io rimasi a stretto digiuno, poi di soppiatto mi infilai al buio in cucina e aprii il frigorifero. Feci sparire del formaggio, del prosciutto, assieme a un paio di panini e una bottiglia d’acqua e mi ingozzai velocemente.
Mio padre, al mattino, uscì per ritornare al lavoro, le ferie per lui erano finite. Mi trovai da solo con la mamma, a colazione non parlammo e fino a mezzogiorno ci scambiammo giusto, giusto qualche parola assolutamente essenziale del tipo”

‘Mangi a casa?’

‘Si’

‘Pomeriggio esci?’

‘Non lo so’

Questi erano i dialoghi che intercorsero fra di noi. Poi a tavola”’..

‘Io esco devo andare dal ginecologo”’

‘Novità per la gravidanza?’

‘Voglio controllare che io possa avere figli’.’

‘Ah, ok, ci vediamo stasera’.’

‘Se devi portare qualche puttanella a casa io rientro verso le diciassette’..’

Non le risposi e subito dopo pranzo mi isolai ancora in quel che definivo ‘il mio studio’.
Verso le diciassette rientrò mia madre la sentii, andare in bagno e poco dopo io uscii e davanti alla porta del bagno grande, mi fermai di colpo, dietro al vetro zigrinato della porta, indovinai chiaramente la sua sagoma in piedi, completamente nuda, vidi la macchia scura del suo pelo foltissimo, poi si voltò per entrare dentro al box doccia, il culo era lì quasi a contatto del vetro. Si infilò sotto la doccia e io, con il cazzo durissimo, ipnotizzato dallo spettacolo mirabolante, del quale i miei occhi si stavano golosamente nutrendo, stavo lì, imbambolato, seguendo tutti i suoi movimenti. Inconsciamente mi trovai a masturbarmi. La vidi chinarsi un paio di volte e la pellicola dei miei occhi, si impressionò, memorizzando la forma del suo culo, il solco profondo e misterioso tra le sue natiche. La mia mente malata, arrivò a immaginare persino la figa fra le cosce. Lei si voltò ancora, ora si lavava le grosse poppe energicamente, mentre io mi segavo aumentando sempre di più il ritmo.
Non so cosa mi fece muovere la mano sinistra, forse fu la vista di tanta bellezza che mi diede il coraggio, forse invece fu solo incoscienza, ma come un automa, abbassai la maniglia ed entrai. Lei mi vide, con il cazzo durissimo in mano, gli occhi fuori dalla testa, fissi su di lei. Vestito, con il solo pene fuori, misi i piedi nella doccia e non mi accorsi nemmeno di essermi inzuppato persino le ciabatte. La abbracciai, mentre rivoli d’acqua tiepida mi colavano giù lungo il viso, impregnandomi la maglietta, i jeans e le mutande. Mi aspettavo la sua reazione, magari violenta, infuriata, certamente scandalizzata e sdegnata, invece non ci fu nulla. Non vi fu indignazione, nemmeno turbamento, vi fu solo amore. Sentii, il suo morbido e burroso corpo contro il mio e le sue mani affaccendarsi a sfilarmi la ormai pesante e fradicia maglietta, la vidi accucciarsi davanti a me e abilmente aprirmi i jeans e abbassarli. Un po’ rinsavito, la aiutai scalciando via i pantaloni ampiamente intrisi d’acqua, la sua bocca sui miei slip, le labbra vermiglie e carnose avvolgermi il fusto, poi me li abbassò e le mutande caddero pesantemente nel piatto doccia, con un piede le allontanai. Lei si alzò in piedi e io, finalmente nudo, iniziai a strusciarmi, contro il suo corpo altrettanto nudo, la mia spada era infilata fra le sue cosce, il seno premeva contro il mio torace, le abbrancai le chiappe del culo la strinsi a me”’.

‘Ohhh, figlio miooo, sei così bello, sei bellissimo, amore, è peccato quello che stiamo facendo’..’

‘Voglio peccare con te mamma, sei la più bella donna che esiste sulla faccia della terra’. ‘

‘Si però quella’ l’altro giorno’..’

‘Non hai visto quanto ti somigliava???’

‘No, ho visto solo il tuo cazzo nella sua bocca e non sono riuscita a dormire la notte’.’

‘Mamma ce l’hai fra le gambe adesso, se vuoi, ti posso mettere incinta’..’

‘Asciughiamoci e andiamo in camera, muoviamoci che fra due ore arriva papà!!! ‘

Ci asciugammo velocemente, raccolsi i miei indumenti inzuppati e li buttai sul pavimento in camera mia, poi andai in camera di mamma, lei era già pronta, sdraiata supina sul letto, con le ginocchia piegate e le gambe spalancate. Quando mi inginocchiai fra le sue cosce lei mi guardò il cazzo e”’.

‘Madonna santissima, che cazzone che ti ho fatto!!!’

‘Ti piace mammina??? Sono ventiquattro centimetri sai??’

‘Mettimelo dentro ti pregoooo e” fai piano” che non sono abituata a queste misure!!!’

Glielo ficcai dentro, la sua figa era lubrificatissima, la penetrai con facilità fino alla radice. La pompai senz amai fermarmi un secondo, fin quando lei, ansimando rumorosamente, venne. Mi parve di assistere ai fuochi d’artificio, l’avevo sentita venire parecchie volte con papà, ma non era mai successo nulla di così violento e sconvolgente. Mi teneva con le gambe incrociate dietro la mia schiena, il cazzo piantato più in fondo possibile, mentre muoveva ritmicamente il bacino, pareva stesse cercando di farsi entrare dentro anche le palle. La testa si muoveva a destra e a sinistra velocemente, mi eccitava ancora di più vedere le grosse poppe ballare sbattendo di qua e di là. Non resistetti più e le sborrai un fiume di sperma dentro la figa e in quel momento, ebbi la quasi matematica certezza, di averla fecondata. Il mio cazzo era lungo ventiquattro centimetri e quando lo spingevo a fondo sentivo che sbatteva probabilmente contro la cervice dell’utero, pensai a quanti vivacissimi spermatozoi in quel momento stavano facendo le corse per arrivare primi. Cavoli, sicuramente uno ce l’avrebbe fatta a raggiungere l’ovulo e a ingravidare la mamma.
Ci rilavammo e nel mentre, ci accarezzammo come due bambini, sorridevamo entrambi felici, poi ci rivestimmo e la mia mamma/amante si preoccupò di apparecchiare la tavola, subito dopo arrivò papà’..
Quella sera sentii la mamma che scopava con papà e un po’ di gelosia mi prese il cuore. Poi pensai che lo faceva per regolarizzare l’eventuale gravidanza e quindi mi rilassai”’

Vi racconterò poi di quanto successo durante la gravidanza e dopo il parto. Beh, dopo nove mesi nacque mia sorella, già, mia sorella, forse colei che venne alla luce fu mia figlia. Mah, che confusione!!! Di sicuro la bambina crescerà e poi” diventerà donna”.

Buon sesso a tutti
Ombrachecammina

e-mail alle quali come sempre risponderò
alexlaura2620@libero.it

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