Skip to main content
Racconti Erotici EteroRacconti erotici sull'IncestoTrio

102 – Mamma Lucrezia contro tutti – La festa della sborra

By 19 Dicembre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Mariella mi era ormai entrata nel sangue, oltre ad essermi entrata con la sua mano interamente nella figa. La sera, dopo cena, in casa sola soletta, guardai distrattamente i programmi in televisione e non riuscii a capirci nulla. La mia mente da ninfomane incallita, mi suggeriva continuamente immagini e flash di quanto successo nel pomeriggio. Vedevo la forma del gigantesco cazzo di Mattia, poi la figa di Mariella, i due amanti che godevano l’uno dell’altra, percepivo ancora il mio buco del culo sfondato e dolorante. Ad ogni immagine la voglia, partendo dal mio cervello, confluiva in modo massiccio fra le mie cosce e si addensava dentro la mia vagina vogliosa di sesso.
Verso mezzanotte, spensi tutto e me ne andai a letto. Dormii pesantemente, stanca delle evoluzioni pomeridiane, piombai come un masso e mi svegliai al mattino verso le dieci, con gli occhi appiccicati e ancora dormienti. La doccia fresca mi risvegliò e approfittando che era sabato e che non avrei lavorato, mi dedicai con tutta calma alla cura del mio viso e del mio corpo. Poi mi vestii, scegliendo l’abbigliamento più consono alla calda e umida temperatura estiva. Optai per un vestitino a mezza coscia, bianco, di lino leggero e fresco che mi infilai senza aggiungere alcun altro indumento intimo. Uscii quindi dalla mia camera e con la massima cautela sbirciai in quella dei ragazzi. Il buio assoluto e i loro respiri regolari, mi segnalarono che ancora stavano beatamente riposando. Così mi affaccendai a riordinare e a spolverare per bene la casa, preparai poi un antipasto con gli asparagi che tanto piaceva ai miei ragazzi e della pasta all’arrabbiata che molto piaceva a me. Quando fu tutto pronto apparecchiai la tavola e poi andai ad aprire la porta della cameretta dei miei figlioli ed entrai sollevando le veneziane. Un borbottio unanime accolse la luce del sole che improvvisamente illuminò a giorno la stanza. Dormivano entrambi sul lato sinistro e assieme si girarono supini. Che meraviglia l’universo maschile!!! Le lenzuola bianche formarono immediatamente due cucuzzoli sporgenti tipo Monte Bianco. Anche la protuberanza dalla parte di Giancarlo era abbastanza sporgente, significava quindi che anche il mio bambino più vecchio era ben messo in quanto a cazzo. Mi accorsi che mi ero imbambolata a confrontare le loro dotazioni e scostai lo sguardo verso la porta dicendo loro che era quasi mezzogiorno. Ritornai in cucina e attesi che si preparassero. Dopo una buona mezzora, intervallata da alcuni miei richiami e solleciti finalmente si sedettero a tavola. Dopo pranzo, mentre stavo ancora sparecchiando, il mio cellulare si mise a trillare. Era Mariella che mi chiedeva se le offrivo un buon caffè. Naturalmente le risposi di si e circa un ora più tardi sentii suonare il campanello e Giancarlo fu il più veloce ad andare aprire.
Dalla cucina mi parve di sentire, oltre a quella di Giancarlo, anche altre voci maschili. Mariella, con una grossa borsa di plastica in mano, arrivò in cucina e mi presentò i suoi due ragazzi. Erano veramente due bei giovanotti, quello che pareva più vecchio dei due, si chiama Eros, aveva i capelli biondi e gli occhi azzurri, alto sul metro e ottanta, fisico atletico, vestito in jeans e una maglietta aderente a maniche corte, bianca a coste. Il fratello, Jesus di nome, aveva il viso di un ragazzino imberbe, di quelli che tutti chiamano faccia d’angelo. Portava i capelli lunghi rasenti le spalle, di colore castano chiaro, due o tre centimetri più alto del fratello, occhi scuri, fisico ben delineato, evidenziato da una maglietta polo di colore azzurro, molto attillata della ‘Ralph Lauren’. Il ragazzino indossava dei jeans incollati alla pelle, strappati qua e là, che facevano risaltare le forme abbondanti del suo apparato genitale.
Mattia uscì in quel momento dalla camera, ignaro della presenza di tutta quella gente, tranquillo in mutande con l’accappatoio sulle spalle, pronto per andare in bagno. Vidi gli occhi di tutti e tre gli ospiti soffermarsi per un lungo attimo sull’evidente pacco di mio figlio. Mariella già lo conosceva piuttosto bene, ma mi stupii che pur essendo maschi, Eros e Jesus si soffermassero così lungamente a guardare la mazza e le palle di Mattia. Mio figlio, appena si accorse della presenza dei tre, si coprì le parti intime con l’accappatoio e scusandosi scomparì rapidamente in bagno. Mariella, da buona troia, colse la palla al balzo e si complimentò con me per la bellezza e la prestanza del mio ragazzo.
Contraccambiai facendole notare che anche i suoi erano veramente dei bellissimi ragazzi. Li feci accomodare e mi apprestai a preparare il caffè. I ragazzi scelsero invece delle bibite fresche. Parlando la mia amica mi disse che Eros aveva ventun’anni mentre Jesus ne aveva compiuti diciotto tre giorni prima. Anche se in ritardo, porgemmo i nostri auguri al neo maggiorenne e lui con una vocina ancora adolescenziale ci ringraziò. La voce non era ancora quella di un uomo ma il notevole gonfiore evidenziato dagli strettissimi jeans era sicuramente quello di un maschio adulto. Forse il mio sguardo calamitato da tanto ben di Dio, attrasse l’attenzione del giovane che si coprì le pudende appoggiandoci sopra le mani. Mariella, pur essendo accompagnata dai giovani figli, si era ‘svestita’ in modo assolutamente sconcio e provocatorio. Casualmente si era dimenticata di indossare il reggiseno e molto probabilmente anche le mutande erano rimaste nel cassetto. Aveva indosso solo un vestitino di colore rosso fuoco e un paio di scarpe dello stesso colore con il tacco dodici.
Ah, dimenticavo, al collo aveva una collana di perle e una cavigliera sottile in oro giallo. Mi sedetti in poltrona di fronte a lei che volontariamente scostò le gambe e mi confermò di essersi dimenticata di infilarsi le mutandine. La camicetta era all’uopo scollatissima e mentre si muoveva ogni tanto apparivano le aureole e i relativi capezzoli.
Giancarlo seduto al mio fianco osservava di nascosto anche lui fra le cosce di Mariella e ogni tanto adocchiava anche i grossi pacchi dei ragazzi. Pensai, sta a vedere che mio figlio è bisessuale!!
Tutte queste situazioni sprigionavano in me una fortissima carica di erotismo, la mia figa svergognata e traditrice mi si stava allagando rapidamente. Mariella era uscita di casa senza mutande ma anch’io non le avevo addosso. Le mie cosce, quasi inconsciamente si aprirono di qualche centimetro e sentii gli sguardi dei tre seduti di fronte a me, penetrarmi fra le gambe, mi parevano dei raggi laser che mi scaldavano il basso ventre. Don Giorgio mi diceva di pregare per non peccare, ma io non sapevo veramente a che santo votarmi. Gli unici santi ai quali potevo pensare erano San Cazzo e Santa Figa!!! Non mi riconoscevo più, la mia amica mi aveva traviata, la mia mente malata pensava solo più al sesso. Anche se avessi guardato un manico di scopa, sarei riuscita a trasformarlo in un lungo cazzo penetrante, qualsiasi oggetto, anche quello più innocente, diveniva per me un simbolo sessuale, soffrivo della sindrome del fallo!!! Assorta in questi astrusi pensieri, non mi accorsi che anche le mie cosce lievemente dischiuse avevano sortito il loro effetto. Jesus, da sopra i jeans se lo massaggiava di nascosto, fingendo assoluta indifferenza, se lo sfiorava, mentre i suoi occhi erano ormai inchiodati fra le mie gambe. Dalla forma che intravedevo emergere dalla stoffa dei jeans mi parve di capire che il cucciolo di Mariella possedeva un gran bel cazzo. In quel momento Mattia uscì dal bagno e con indosso l’accappatoio, scusandosi con gli ospiti, venne a bersi una tazzina di caffè. Mi alzai e mi incaricai di servirlo, lui tranquillo, in piedi, si mise a sorseggiare la calda bevanda. Gli sussurrai all’orecchio di chiudersi i lembi dell’indumento che gli si vedeva il cazzo, ma lui mi sorrise senza fare assolutamente nulla. Pensando che non avesse capito mi misi davanti a lui per coprirgli le vergogne, ma lui si spostò in modo da essere invece ben visibile a tutti. Mi accorsi che tutti, Giancarlo compreso, guardavano fra i lembi aperti dell’accappatoio cercando di intercettare il biscione di Mattia che gli penzolava inerte fra le gambe.
Terminò di bersi il caffè e accostando finalmente i lembi sorridendo in modo malizioso si avviò in camera sua. Se in quel momento, avessi potuto tastare la figa di Mariella, avrei sicuramente constatato che era fradicia almeno quanto la mia. Dissi alla mia amica se voleva giocare a carte e lei, raccogliendo da terra la busta della quale mi ero dimenticata la presenza, ne estrasse una scatola con una grande scritta: ‘GIOCO DELL’OCA HOT’ .
Si alzò e la appoggiò al tavolo, poi l’aprì e ne cavò fuori una tabella cartonata con un gioco che in tutto e per tutto era un semplicissimo gioco dell’oca ma nelle caselle apparivano delle figure e dei simboli che di innocente non avevano proprio nulla. Mariella si sedette e come se fosse la padrona di casa ci invitò a sederci anche noi. Intanto, si unì a noi anche Mattia e così al completo iniziammo a giocare. Mariella tirò i dadi e uscì il numero quattro, c’era scritto di dare un bacio sulla bocca al giocatore seguente. Alla sua sinistra c’era Jesus e lei lo baciò a lungo con la lingua in bocca. Poi il figlio lanciò a sua volta i dadi e venne fuori il numero cinque, l’indicazione era quella di togliersi un indumento. Il diciottenne si sfilò da sopra il capo la ‘Ralph Lauren’ e rimase a petto nudo. Era assolutamente liscio e senza nemmeno un pelo, veramente un bellissimo spettacolo. Il mio Mattia prese i dadi e li gettò sul tavolo, quando si fermarono la somma faceva tre. ‘Racconta una tua fantasia erotica più ricorrente’. Chiese se la doveva proprio dire e ricevutane conferma si mise a raccontare che spesso aveva immaginato un rapporto con un altro maschio. Rimasi allibita da questa incredibile confessione. Un altro bisex in famiglia. Toccava a me e il mio lanciò sortì il numero sette: Racconta la tua posizione sessuale preferita. Ma cavoli come facevo a dire che mi piaceva farmi scopare a pecorina?? Imbarazzata, in un soffio, dissi che era la pecorina. Mariella mi disse di parlare più forte perché non aveva capito. Alzai la voce e dissi: Pecorinaaa!!! I miei figli e devo dire anche gli altri due ragazzi mi guardarono con molto interesse. Eros mise mano ai dadi e li fece girare in mano quindi li lasciò cadere sul tavolo, dieci!! ‘ Nudo, ricevi un massaggio dal giocatore seguente per massimo un minuto. Il giovanotto si spogliò nudo, aveva il cazzo circonciso ed era non troppo lungo ma molto, molto largo. Fisico depilato e muscoloso, si buttò sul divano a pancia in giù e Giancarlo partendo dalle spalle iniziò a massaggiarlo. Noi controllavamo gli orologi e nel momento in cui mio figlio iniziò a palpare il culo a Eros, il tempo a sua disposizione terminò. Quando Giancarlo si alzò, notai il suo cazzo durissimo che si proiettava in avanti a novanta gradi rispetto al corpo. Si risedette al suo posto rimanendo comunque completamente nudo. Toccò a Giancarlo e la fortuna volle che uscisse il dodici. ‘Togli un indumento o stai fermo un giro’ La maglietta di Giancarlo si aggiunse agli indumenti di Jesus e di Eros che erano tutti ammucchiati a terra. Ripartì Mariella e la sorte volle che il numero fosse il dieci che sommato ai quattro precedenti facevano quattordici: ‘Il giocatore successivo ti palpa le tette o se sei uomo i testicoli, massimo per un minuto’
Mariella si tolse la camicetta e le sue belle tette nude comparvero alla vista di tutti. Jesus si mise dietro di lei e gliele prese in mano palpandogliele per un minuto abbondante. Jesus ebbe la casella che diceva testualmente: ‘Benda il giocatore seguente e fai con lui ciò che vuoi per massimo cinque minuti’. Fece spogliare nudo Mattia e poi lo baciò in bocca, mio figlio rispose a questa cosa con trasporto abbracciando strettissimo il suo amante occasionale. Jesus si abbassò poi si impossessò della proboscide di mio figlio, non so come fece, ma riuscì lentamente a farlo scomparire tutto in dentro la bocca. Lo spompinava magistralmente palpandogli e stringendogli i coglioni, vidi Mattia divaricare le gambe per dare modo e Jesus si far scivolare dietro la mano. Non vedevo ciò che stava succedendo nelle retrovie ma compresi dal viso contratto dal piacere di mio figlio che gli aveva ficcato almeno un dito nel culo. A quel punto, il gioco di società ebbe termine, Mariella mi si avvicinò e mi baciò con passione, io ricambiai e le nostre mani, febbrilmente cercarono il corpo dell’altra. Scivolai con le dita fra le sue cosce, incontrai la sua figa lubrificatissima, fu meraviglioso sentire i miei polpastrelli risucchiati dalla sua vagina famelica. Tutto attorno a noi corpi maschili, sensuali e attraenti. Oddio, quanti bei cazzi duri, vidi Eros e Giancarlo sul divano, ma il massaggio precedente ora si era fatto più interno, il cazzo di mio figlio era penetrato nel culetto sodo del più vecchio dei figli di Mariella. Mattia ora succhiava Jesus, avevo visto bene prima, ero riuscita a indovinare perfettamente la forma del cazzo del giovanissimo ragazzo. Non era come quello di Mattia ma si trattava di un bel pisellone, curvato verso l’alto, innervato da piccoli canali bluastri che percorrevano serpeggiando la superficie chiara della pelle. Senza smettere di farselo succhiare Jesus trascinò verso una poltrona Mattia che camminava rimanendo con le ginocchia piegate. Quando l’appena diciottenne si sedette in poltrona Mattia si posizionò fra le gambe divaricate dell’amico e mentre con una mano segava il proprio con la bocca continuava a succhiare quello del partner.
Lasciai momentaneamente Mariella e mi avvicinai alla coppia Eros Giancarlo, accarezzai la schiena di mio figlio che continuava a inculare l’amico, lui mi guardò e a voce alta, chiamandomi mamma, mi chiese se lo volevo nel culo. Ormai ero una vera vacca e gli risposi naturalmente di si. Lui lo sfilò dalla guaina in cui era sprofondato e mi fece girare di schiena facendomi inginocchiare su una poltrona, mi misi appoggiata con i gomiti sulla spalliera e attesi che il biscottone di Giancarlo penetrasse a fondo nelle mie viscere. Così fu, e devo anche dire che fu anche bello da subito, non percepii dolori di sorta, già, pensai, ormai sono una rotta in culo. Dopo che vi era passato il bazooka di Mattia non avevo più paura di nulla!! Con il capo appoggiato agli avambracci e gli occhi chiusi per meglio assaporare la meravigliosa inculata che stavo ricevendo non mi accorsi che Eros mi era davanti, con il cazzo a pochi centimetri dalla mia bocca, lui mi prese per i capelli e mi sollevò il viso ficcandomelo in bocca. Dovetti stirare fortemente le labbra della mia bocca per accogliere quel larghissimo palo di carne cruda. Lo spompinavo e intanto me lo prendevo in culo. Sentii Giancarlo sfilare il cazzo e subito appresso una colata lavica mi inondò la schiena e le chiappe. Delle mani dietro di me mi sculacciarono piano le natiche e poi un altro intruso si infilò nel mio culo. Sentii dolore quando lui mi penetrò a fondo e compresi che il mio Mattia aveva terminato il pompino al suo amico e ora si voleva svuotare i coglioni dentro il mio intestino. Quando Eros mi riempì la gola con il suo denso e abbondante liquido io tenendolo per le palle ben piantato dentro la mia bocca mandai giù tutto e poi venni, grufolavo come una maiala al trogolo e godevo come solo una vera puttana può fare. Sentii il cazzo di Mattia sprofondarmi nel culo, ebbi l’impressione di percepirlo quasi dentro lo stomaco, poi si liberò anche lui della sua linfa vitale. Sentivo le sue contrazioni e subito i suoi getti che mi riempivano il ventre. Ero piena di sborra, fuori e dentro di me, la dolce crema di Giancarlo mi copriva la pelle della schiena e quella del culo, mentre lo sperma di Eros sarebbe sceso nello stomaco e poi si sarebbe mescolato nell’intestino assieme alla sborra di Mattia. Ero ormai un ricettacolo dei succhi delle palle dei maschi infoiati. Mentre pensavo questo una mano armeggiò infilandomi le dita nella figa slabbrata e subito appresso il cazzo di Jesus vi entrò di prepotenza, mi stantuffava a fondo mentre io iniziavo di nuovo a percepire il secondo orgasmo arrivare. Godetti assieme al maschio di turno, lui mi sborrò in figa ed io muovendo le chiappe in modo osceno venni per la seconda volta questa volta gridando a tutto il condominio la mia estrema goduria. Ancora fremente per l’intenso orgasmo sentii qualcuno ancora dietro di me e mi voltai, il viso di Mariella era fra le mie chiappe e mi stava leccando la sborra colante che mi fuoriusciva dai miei buchi più reconditi. Delle mani mi presero e mi fecero sedere sulla poltrona, piazzarono anche Mariella seduta al mio fianco, poi tutti e quattro ci circondarono masturbandosi a vicenda. Era veramente troppo per me, quattro magnifici cazzi di diverse forme e dimensioni e una figa seduta alla mia destra. Mentre i ragazzi si segavano a pochi centimetri dai nostri visi lei ed io ci baciavamo profondamente, con le lingue attorcigliate dentro al nostro cavo orale. Le mie e le sue mani a toccare, palpare, premere, tastare, sfregare ogni angolo di pelle, ogni anfratto più o meno nascosto. I primi getti ci colpirono sul viso chiudendomi un occhio, colando poi fra di noi e rimanendo appesi miracolosamente tremuli sul mio mento. Mariella si affrettò a non farne cadere nemmeno una goccia e come si fa con un buon cono gelato lo leccò e se lo tenne in bocca, poi ci baciammo scambiandoci l’ottimo nettare della vita. Altri schizzi, e ancora a leccare, lambire, ingoiare, non ci stancammo mai, fin quando anche l’ultimo dei maschi ci asperse donandoci la sua linfa vitale. Era stata una magnifica orgia, Mariella, i suoi figli, i miei ragazzi ed io eravamo un gruppo fantastico, profondamente maiali, senza scrupoli, avevamo fatto sesso senza falsi moralismi.
E cavoli, ma vaffanculo Don Giorgio!!!!!

Buon sesso a tutti da parte di Ombrachecammina

Fatevi coraggio, per un autore è piacevole e gratificante, conoscere il parere di chi legge i suoi racconti quindi scrivetemi a: alexlaura2620@libero.it

Leave a Reply