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111 – Brigitta e il viaggio in treno (Pensando a te)

By 8 Gennaio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Amore, ho chiuso la comunicazione in questo momento, ho posato il cellulare nella borsa e ora sto pensando a te, sono ancora turbata dai nostri discorsi erotici e nonostante il mio corpo reclami le sue soddisfazioni io sono ostinatamente intenzionata a non cedere alla tentazione. Ancora pensando a te chiudo gli occhi e cerco di assopirmi.
Mentre il dondolio del treno mi culla dolcemente, mi tornano ancora in mente, martellanti, le nostre parole, le tue e le mie particolari confidenze, esse mi appaiono e prendono vita proiettandosi quasi reali davanti agli occhi miei, la tua figura è qui di fronte a me, pressoché concreta e tangibile. Come sai eccitarmi, mi conosci profondamente e soprattutto intimamente, la tua porcellina ti ama e tu sai toccare le giuste corde per portarla al piacere massimo. Accanto a me altre persone, io accavallo istintivamente le gambe e stringo forte le cosce, all’improvviso mi arrendo alla tempesta ormonale che mi travolge e mi lascio rapire dai sensi. La mia fervida immaginazione spesso riesce a farmi provare piacere intenso anche senza che io mi sfiori. Con la testa so di possederne la capacità, mi capita spesso; non devo far altro che abbandonarmi ai pensieri che tu sai’ con le gambe accavallate e gli occhi chiusi’
Quei pensieri pulsano nella mia mente e si trasformano in immagini, esse alimentano la mia esaltante eccitazione e mi donano un forte turbamento sessuale. Le mie più recondite intimità si contraggono, fra le mie gambe accavallate sento il solito torrente impetuoso che mi sta allagando i bollenti e scivolosi anfratti nascosti
Mio invasore, ti vorrei qui, fisicamente presente, prepotente e duro dentro di me.
Ora è nitida l’immagine, ti vedo tra sospiri lenti e voluttuosi, sguardo e sorriso compiaciuto, mentre la mia lingua e le morbide ed assetate labbra percorrono il tuo turgido scettro fremente di desiderio. Hai il volto serio, i tuoi occhi implacabili fissano sfrontatamente i miei, senza parlare essi mi ordinano di omaggiarti come meriti, le mie labbra morbide avvolgono il tuo fiero fusto e lo ingoiano fino alla radice, mi muovo lungo tutta l’asta e poi sento le tue mani tenermi il capo premuto, con il tuo pene che mi batte contro la gola, poi mi inondi la cavità orale esplodendo bollenti e copiosi zampilli di nettare vitale.
Mi sollevi il viso mentre continui a fissarmi’ è un imperativo: il tuo piacere non andrà disperso, neanche una goccia del tuo prezioso seme deve essere sprecata. Tieni stretto il mio viso fra le tue mani mentre soddisfo il tuo ego ingurgitando golosamente fino all’ultima goccia del tuo sperma. Sei entrato tutto nella mia bocca avida del tuo scettro, ed hai lasciato un umida e densa traccia dell’incontenibile maschio che sai essere.
Il treno mi dondola ancora ed io sono eccitata al massimo, sono certa di riuscire ad arrivare all’agognato orgasmo. Soffro intensamente, arrivo alle porte del mio piacere ma non riesco a venire, per un soffio non ce la faccio. Mi decido, ho bisogno delle mie mani e delle mie abili dita. In questo scompartimento affollato non riesco a concentrarmi come vorrei. Non voglio impazzire e così, ancora pensando a te, mi alzo di scatto e raggiungo il bagno, è libero e vi entro. Finalmente sola, chiusa dentro, mi appoggio alla parete, poso gli occhiali sul bordo del lavandino e velocemente abbasso le mutandine fino a mezza coscia.
Finalmente le mie dita raggiungono il centro umido, caldo e scivoloso della mia figa vogliosa. Lei, la mia intimità, le cui mucose trasudano piacere, mentre rivoli vischiosi scorrono lungo le cosce, non aspetta altro. Cerco febbrilmente l’orgasmo e sono certa che giungerà. Il dito medio e l’anulare a sfarfallare sul mio bottoncino teso, a me cosi familiare, lo sento crescere di volume ed ergersi fra le mie dita, ogni goccia di piacere mi avvicina all’esplosione che finalmente arriva, io l’accolgo a bocca aperta, con un lungo gemito soffocato.
Poco alla volta il respiro si normalizza. Guardo spossata e indifferente la bianca parete di fronte. Mi sento vuota, stanca, esausta e comunque soddisfatta e appagata. Lo specchio mi rimanda la mia immagine un po’ scapigliata, mi sento fisicamente svuotata, i miei occhi non trasmettono ne gioia, ne tristezza.
Pensando a te, mi ricompongo e ritorno a sedermi al mio posto, poi, fisicamente e mentalmente scarica, riesco ad assopirmi davvero.
Mi sveglio di soprassalto, il treno è fermo, guardo fuori, è la stazione dove dovrei scendere, mi alzo velocemente e mi precipito giù. Il treno riparte e io, sempre pensando a te, mi ricordo di aver lasciato sul treno gli occhiali che avevo appoggiato sul bordo del lavandino. Il mio corpo e in special modo la mia mente ti appartengono totalmente e come una giovane ninfomane sempre in calore, ancora penso a te. Amore mio, le mie dita non mi sono bastate e mentre fuori dalla stazione cammino per raggiungere un taxi, mi accorgo che mi sta riprendendo la voglia di te. Fra qualche giorno tornerò e sarò ancora tua, per ora non mi rimane che pensare alla mamma, a papà e naturalmente a te, CARO FRATELLO MIO!!!!!!!.

Buon sesso a tutti da parte di Ombrachecammina
E-mail: alexlaura2620@libero.it

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