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112 – Alessia e il fratello trans

By 10 Gennaio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono Alessia e ho un fratello che si chiama Mattia, siamo gemelli e abbiamo compiuto da poco vent’anni. Io sono una ragazza carina, bionda con gli occhi scuri, sono alta 1,68, e sono in possesso di un bel corpicino con delle belle tettine sode e un culetto tondo e sporgente. Ecco, questa è, fisicamente parlando, la mia descrizione sommaria. Mio fratello, ecco, lui, da un paio d’anni con alcuni interventi chirurgici è diventato un trans. Ha le tette più grosse delle mie e si è fatto fare un culo alla brasiliana.
In casa, i miei genitori, si sono accorti delle tendenze di Mattia quando lui aveva all’incirca dodici, tredici anni. Lui giocava assieme a me e gli piacevano le mie bambole, i trucchi, il rossetto, la mia biancheria intima e in genere tutto l’abbigliamento femminile. La nostra famiglia, dopo aver frequentato una marea di studi medici, di psicologi, di assistenti, persino di comunità gay, si rassegnò ad avere un ragazzo omosessuale in casa. Difatti lui crebbe e quando fu divenuto maggiorenne, si recò da un chirurgo, famoso per queste operazioni estetiche e nel giro di circa un anno e mezzo, poco alla volta si trasformò in un bellissimo trans. Certamente non si può parlare di normalità, ma anche a queste cose ci si abitua e così i miei e anche io, riuscimmo a farcene una ragione. Lo scorso anno è successa una cosa che però mi ha sconvolta in modo irreversibile. Katia, così si fa chiamare Mattia, il dieci di agosto se ne andò con il suo ragazzo al mare, nella casa che appartiene ai nostri genitori.
Io dovevo invece partire con Luca, il mio di ragazzo, per un viaggio che ci avrebbe portati in giro per l’intera Europa. All’ultimo momento però questa vacanza andò in fumo. La sua macchina mentre viaggiava in autostrada, un paio di giorni prima della partenza prevista, si mise a fumare e la trainarono presso l’officina meccanica più vicina. Motore fuso, gliela potevano consegnare riparata solo a settembre. Sconsolati e incavolati, decidemmo di raggiungere Katia e il suo ragazzo al mare.
Pigliammo il treno delle venti e arrivammo a destinazione alle ventitre e trenta. Trascinandoci i bagagli arrivammo finalmente davanti alla porta della casa dei miei. Aprii il cancelletto con la chiave e salimmo poi alcuni scalini che ci portarono a superare la porta d’ingresso. Dentro era tutto buio e noi dopo aver acceso la luce del corridoio, ci infilammo stanchi dentro una delle tre camere da letto. Feci il giro della casa e non vi trovai nessuno. Sicuramente mio fratello era uscito con il suo ragazzo. Dico sempre fratello ma non so, forse sarebbe meglio chiamarla sorella. Se considero il suo corpo dalla vita in su devo considerarla una femmina, ma se lo valuto dalla vita in giù devo pensare a lui come se fosse un maschio. Almeno credo, per dire la verità io dalla cintola in giù nudo non l’ho mai visto se non quando eravamo bambini.
Luca ed io ci spogliammo e ci infilammo sotto la doccia. Si sa che la paglia vicino al fuoco prima o poi brucia e così in breve ci trovammo abbracciati, stretti uno all’altra stravolti dalla passione. Lui mi sollevò una gamba e il suo pisellone arcuato si infilò magicamente nella mia vulva già abbondantemente lubrificata. Sotto il getto d’acqua tiepida, la sua bocca a suggere il mio seno, il suo membro che mi scorreva dentro e le mani che percorrevano il mio corpo, carezzandomi la pelle desiderosa di quell’eccitante contatto. Gli sollevai il viso e ci baciammo lungamente, mentre i suoi colpi sempre più veloci e sempre più profondi mi portarono gradatamente all’orgasmo. Dicono che l’orgasmo simultaneo sia una prerogativa di poche coppie, ma per me e Luca era divenuta una meravigliosa abitudine. Tra di noi esisteva un incredibile affiatamento, io comprendevo dai suoi movimenti che da lì a poco sarebbe venuto, questa cosa mi eccitava ancora di più e mi accorgevo che anche per me l’orgasmo era alle porte, iniziavamo così a muoverci in perfetta sincronia e assieme esplodevamo per cogliere il culmine del piacere che ci lasciava per qualche minuto svuotati di energie, esausti e faticosamente ansimanti. Uscimmo dalla doccia e lui mi aiutò ad asciugarmi, poi io mi occupai di lui, mi accorsi che dal taglietto del suo pene, ancora mezzo duro, fuoriusciva una goccia di sperma filante, così, amorevolmente mi chinai davanti a lui e gli presi in bocca la cappella succhiandola un po’ e leccando per bene la sua linfa vitale. Luca mi spinse il capo verso il suo bacino facendomi ingoiare tutto il suo bel cazzo poi iniziò a scoparmi in bocca. Il suo grosso pistone mi scivolava lungo il palato e si infilava fino in gola, ritornava indietro e poi ancora giù fino in fondo, con una mano gli tiravo le palle e con l’altra provvedevo a sditalinarmi la figa ancora desiderosa di piacere.
Questo fu il momento che tutti avremo poi considerato essere stata la scintilla che aveva fatto scatenare tutti gli avvenimenti futuri. La porta del bagno si aprì e i due fidanzati, ovvero mia sorella e il fidanzato comparvero sulla porta. In effetti, a pensarci bene, non era successo nulla di così trascendentale, Luca ed io eravamo entrambi maggiorenni e lo erano pure loro. Noi, ormai fidanzati da tempo, non facevamo niente che non rientrasse nella normale routine di una coppia. Tutte le coppie oltre ai rapporti penetrativi praticavano i rapporti orali e molte mettevano in pratica anche quelli anali. Per noi le cose non andarono proprio così. Katia chiuse immediatamente la porta e dopo pochi secondi Luca, assolutamente non disturbato da quanto era successo, mi sborrò in bocca. Io al contrario non riuscii a portare a termine il mio ditalino e in quella occasione rimasi a bocca asciutta. Beh, non è vero, proprio a bocca asciutta non direi, anzi, la bocca ce l’avevo allagata e piena di sperma del mio uomo. Non so se sia vero, o se sia solo un modo che gli uomini hanno per far si che le loro partner ingoino la loro sborra, ma dicono che sia ricca di vitamine e così la mandai giù come facevo ormai da molto tempo. Uscimmo e senza guardarci in giro ci infilammo in camera nostra. Ci vestimmo, io indossai sulla pelle un vestitino leggero, con fiorellini azzurri su sfondo bianco, Luca si mise le mutande, una t-shirt bianca e un pantaloncino a mezza coscia color cachi. Le luci dell’alloggio erano accese dappertutto ed io passai in giro per le camere a spegnere tutta la luminaria. Passai di fronte ad una camera, quella attigua alla nostra, e sentii parlare, credetti di far bene ad andare a scusarmi per non aver chiuso la porta del bagno e aprii l’uscio di quella stanza. Rimasi per un attimo allibita ed estremamente sorpresa. In fondo alla camera con la testiera appoggiata alla parete, un letto matrimoniale molto grande e su quel letto il ragazzo di Katia che stava a pecorina e la mia sorellina che se lo stava inculando sbattendolo con una certa qual violenza. Luca era dietro di me, anche lui ebbe modo di ammirare quel selvaggio e innaturale accoppiamento, richiusi appena la porta, quel tanto che bastava per vedere e nello stesso tempo evitare che ci vedessero. Il mio giovane, instancabile e insaziabile stallone mi sollevò il vestito e mi infilo le dita a sfiorare il mio piccole e sensibilissimo pertugio anale. Per facilitargli il compito divaricai un po’ le gambe e lui scivolò dolcemente verso la mia figa già inumidita dall’eccitazione. Peccato che la scena, che si stava svolgendo sotto i nostri occhi, non si vedesse troppo bene. Da dietro si notava il bellissimo culo di mia sorella/fratello, i muscoli del quale guizzavano ad ogni spinta. Il ragazzo che se lo stava prendendo godeva e mugolava sonoramente ad ogni affondo. Vedevo tra le gambe di Katia, il suo pesante sacchetto dei coglioni che penzolanti ballavano seguendo i suoi movimenti. Poi mio fratello si sfilò e scese dal letto, io socchiusi ancora un po’ la porta, lasciando solo un piccolissimo spiraglio. Luca mi fece accucciare e poi mise il capo sopra al mio per poter vedere a sua volta ciò che stava succedendo. Vidi di profilo il cazzo di Katia. Ce l’aveva dritto davanti a se a novanta gradi rispetto al corpo, veramente una gran bella mazza, lunga almeno ventidue, ventitre centimetri, notai la grossa cappella lucida e paonazza, ma quello che più mi colpì fu il diametro di quello splendido pene.
Era molto largo, come posso dire, tipo una lattina della ‘Sprite’, in quel momento pensai che un membro così, spinto con forza nel culo doveva fare un male tremendo. Ora anche il fidanzato era in piedi, notai il pisello molle che gli penzolava davanti, non ce l’aveva molto grande direi anzi di taglia medio piccola. Lui fece posizionare Katia piegata in avanti, con le braccia conserte appoggiate al bordo del letto, quindi gli si piazzò dietro e gli fece aprire le gambe, vidi la sua mano scomparire fra le cosce di mia sorella e dopo poco il cazzo di katia comparve da dietro. Pareva che dal culo gli uscisse un altro pene!!! Con la bocca, il giovane glielo succhiò per bene, poi lo lasciò andare e si alzò ancora in piedi, ora ce l’aveva duro, glielo piazzò fra le natiche o lo vidi spingere deciso. Mentre tutto questo succedeva
Il mio Luca si era spogliato e mi aveva sollevato il vestito fino alle spalle, sentii il suo cazzo strofinarsi a lungo fra le chiappe, poi la sua cappella puntare dritta contro il mio tenero buchetto e dilatarlo fino a penetrare all’interno delle mie viscere. Le sue mani si impossessarono delle mie tette e me le strizzarono con forza. Che goduria, lo spettacolo offerto da mia sorella e dal suo fidanzato Gigi, le sensazioni molto intense che mi dava Luca, con le sue mani e con il cazzo nel culo, mi stavano facendo completamente impazzire. Inclinata in avanti e appoggiata con le mani allo stipite della porta seguivo Katia che se lo stava facendo ficcare nel sedere e senza alcun ritegno godeva ad alta voce pregando di fotterla fino in fondo. Dal canto mio, non dovevo richiedere a Luca di penetrarmi a fondo perché lui già lo stava facendo ottimamente. In quel momento di grande estasi, persi il controllo e ad un affondo un po’ più violento del solito risposi con un acuto urletto di dolore. Katia e Gigi si voltarono verso la porta simultaneamente e ci videro, io libidinosamente con la bocca aperta e lui che mi sbatteva stringendomi le poppe. Accortisi che ci avevano scoperti, rimanemmo immobili, come se questo ci servisse per diventare invisibili ai loro occhi. Gli altri due amanti invece, non si scomposero affatto, vidi Katia sorridere e con una mano ci fece cenno di raggiungerli. Sentii la proboscide del mio uomo sfilarsi dal culo e senza nemmeno comprenderne il motivo, mi mossi all’interno della stanza. Dietro di me con il cazzo che lo precedeva, Luca mi seguì. Da quel preciso istante si materializzò tra noi quattro una specie di complicità che ci condusse a compiere atti e gesti che nulla avevano a che vedere con la serietà e la razionalità. Personalmente mi feci guidare dall’istinto, non mi fermai nemmeno un secondo a meditare, a riflettere su ciò che stavo facendo. Il mio corpo, era l’unica guida che orientava le mie azioni. Quando Katia mi fece inginocchiare davanti al suo monumentale cazzo e mi poi mi prese per i capelli spingendomelo in bocca io mi accorsi di provare piacere ad essere sottomessa ai suoi voleri. La troia, ero una troia, senza personalità alcuna, o semplicemente rappresentavo una serie di buchi, di umidi anfratti, di sinuosi promontori e morbide curve, a completa disposizione di tutti quelli che desideravano poterne usufruire. Succhiavo mio fratello e Luca intanto se lo faceva spompinare da Gigi.
Poi Katia si fermò mi aiutò a salire sul letto, si mise sdraiato supino e mi fece piazzare a cavallo volgendogli la schiena. Scesi con le chiappe e sentii la gigantesca cappella appoggiarsi per un attimo al mio sfintere, tentai di risalire ma lui mi prese per i fianchi e mi spinse giù. Mi dilatò dolorosamente l’ano fin quando, accompagnato da un mio urlo bestiale, il suo cazzone scivolò lentamente dentro il mio intestino. Vidi Luca salire sul letto e piazzarsi fra le mie cosce, mi spinse a sdraiarmi sulle tette di Katia, e me lo sbattè in figa. Era la mia prima doppia penetrazione e sul soffitto mi parve di vedere il firmamento. Come una zoccola navigata godevo, inaspettatamente godevo con quel mostruoso missile piantato in culo. L’altro manganello mi stava trapanando la figa. Le mani di entrambi mi strapazzavano le tette, i capezzoli stretti fra le loro dita mi dolevano e al tempo stesso mi davano spasimi di piacere acuto e intenso Tutto il mio maialissimo corpo mi trasmetteva sensazioni goduriose e arrivai a non capire più nulla nel momento stesso in cui vidi Gigi piazzarsi dietro al culo di Luca e inchiappettarselo vigorosamente. Urlai forte il mio orgasmo stellare, mi mossi come se fossi disarticolata, danzai sul cazzone di mio fratello fino a sbattere con le natiche contro il suo pube mentre sentivo gli zampilli bollenti di Luca riempirmi profondamente la figa. Un animalesco e lungo grugnito mi fece capire che Katia mi aveva allagato l’intestino e in quel momento sentii le sue mani stringere ancora più forte le mie povere tette martoriate. Gigi pompò ancora per qualche istante Luca e poi soffiando come un mantice gli sborrò nel culo. Ci liberammo da quel groviglio di mani e corpi sudati e seduti uno a fianco dell’altro sul bordo del letto ci guardammo per qualche secondo negli occhi, poi vidi comparire sul viso del mio fratello trans, un lieve sorriso che ben presto si trasformò in risata, una risata contagiosa che rapidamente si estese anche agli altri. Ridemmo parecchio, non riuscivamo più a fermarci, poi poco alla volta riuscimmo a recuperare una piccola parvenza di serietà e così ci salutammo e andammo ognuno nella propria camera a dormire.
Nei giorni seguenti ci fu però una tendenza ad usarmi come se fossi una schiava, mi fecero delle cose ignobili ed io”””’

Buon sesso a tutti
Da Alex alias Ombrachecammina

e-mail: alexlaura2620@libero.it

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