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116 – Mamma Rossana sempre più putt….

By 17 Gennaio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Il travaglio psicologico che per parecchio tempo mi angosciò l’anima, fu la giusta e durissima punizione per ciò che avevo acconsentito succedesse accoppiandomi come una cagna con i miei figli.
Poi, come spesso succede, il nostro cervello tende ad accantonare nella memoria più recondita tutte le brutte cose che nella vita succedono e a tenere in evidenza, solo ciò che di più gradevole abbiamo vissuto. Così, poco per volta, il pesante fardello si alleggerì fino a sparire quasi del tutto. Devo dire che in quel periodo di angoscia e patimento, anche la masturbazione si diradò parecchio e in fondo la cosa mi procurò una piacevole sensazione di spensieratezza, che si ripercosse positivamente sulla mia mente, regalandomi ampi sprazzi di felicità. Giunse settembre ed io, dopo le vacanze trascorse assieme a mio marito, decisi di acquistarmi un computer che fosse tutto mio, evitando così di usare sempre quello del mio coniuge. Nel pomeriggio venne ad installarlo il tecnico del negozio dove l’avevo acquistato, lo collaudò e poi dopo avermi dato le istruzioni per l’uso se ne andò. Mentre cazzeggiavo visitando siti che vendevano abiti da donna e altri dove commercializzavano on line, gioielli vari e assortimenti infiniti di bigiotteria, mi venne lo sfizio di provare a navigare in uno di quei siti per soli adulti. Sul motore di ricerca ne comparve una sfilza interminabile e io ne scelsi uno dove si potevano vedere dei video. Quando si aprì la pagina richiesta, apparvero immagini molto eloquenti con la presentazione di vari filmati. Cliccai su una scena alquanto ‘appetitosa’ dove si vedeva una donna, attorniata da molti uomini tutti nudi ed eretti e subito dopo ebbe inizio il film. Cominciava con lei seduta su un divano e due o tre ragazzi in piedi di fronte a lei che parlavano. Il dialogo era in inglese ed io non ne capivo molto. Mentre questi continuavano a dialogare, si udì chiaramente un campanello suonare e uno degli uomini andò ad aprire. Ne entrarono una decina, tutti giovani e ben piantati, di questi ce n’erano tre di colore, neri come la pece. Per farla breve la ragazza fu spogliata nuda e la fecero inginocchiare a terra, quindi si denudarono tutti e iniziarono a masturbarsi, lei a mano a mano che gli si avvicinavano li prendeva in bocca e li faceva venire sul suo bel viso, si preoccupava poi di pulirli per bene e la maratona della sborrata continuavaincessantemente, appena uno finiva si approssimava un altro e altra crema a volte grumosa e a volte più liquida si spiaccicava comprendo ogni volta di più la faccia della donna. Dopo i primi quattro o cinque una spessa maschera la ricopriva e molti lacci tremuli le pendevano dal mento cadendole sulle tette. Rimasi allibita per la dotazione dei tre maschi di colore e pensai a mio marito e alle ingiustizie della vita. Durò una mezzora questo tour de force che ebbe termine con lei, che aiutata dagli stessi uomini, raccoglieva la sborra, ovunque fosse finita, se la portava alla bocca e con una espressione estasiata la ingoiava soddisfatta. Chiusi il pc e mi accorsi che naturalmente mi ero eccitata, beh certamente non ero diventata una santa e quindi, andai in bagno mi chiusi a chiave per evitare problemi e sotto il getto della doccia ancora una volta mi masturbai. Fu uno di quei ditalini brevi, di quei ditalini che si fanno più per completare l’opera che per iniziarne una di sana pianta. Non so se alle altre donne succede la stessa cosa, ma quando io sono già pre eccitata come in quel caso, ho bisogno di meno tempo per arrivare all’orgasmo. Quando uscii dal bagno in accappatoio i miei figli erano in camera loro, forse rientrati da poco ed io tutta presa dai miei desideri sfrenati non mi nemmeno accorta che fossero entrati. Verso le diciannove mi telefonò mio marito per dirmi che era dovuto partire per andare a risolvere un problema con un suo cliente e che sarebbe tornato l’indomani.
Lo salutai e informai i ragazzi di questa assenza, tolsi il piatto dal tavolo e dopo una mezzora ci apprestammo a cenare. Dopo quella volta famosa, Valentino e Silvano si erano poi sempre comportati benissimo e devo dire anche con il massimo rispetto. Certamente l’esperienza nella vita serve e quella sera colsi in loro delle lievi sfumature che in qualche modo mi fecero insospettire. Mi accorsi che si guardavano l’un l’altro troppo spesso, notai dei risolini complici, un paio di volte colsi i loro gomiti sfiorarsi intenzionalmente, insomma, dati i recenti trascorsi mi allarmai un pochino e per evitare situazioni spiacevoli andai in camera mia e mi cambiai, quindi dissi loro che uscivo a fare due passi.
Camminai senza meta per una buona mezzora e poi mi fermai in un bar del centro, molto elegante e raffinato ordinando un caffè con panna. I frequentatori erano per lo più coppie, molti erano sposati e altri invece si intuiva chiaramente che erano amanti. La differenza era notevole, le coppie sposate un po’ distaccate, lei intenta a guardare gli altri e a spettegolare con il marito di questo o di quello, mentre diciamo, quelle non ufficiali erano più concentrate a scambiarsi carezze, a stringersi le mani e a guardarsi negli occhi appassionatamente. Sentendomi un pesce fuor d’acqua pagai e me ne andai. Feci ritorno a casa erano le ventidue e trenta e appena entrata udii musica ad alto volume provenire dalla camera dei ragazzi. Entrai per dir loro di abbassare il volume e fui accolta da un ‘buonasera signora’ generale. Non li contai ma tra i miei e i loro amici saranno stati una decina, li salutai a mia volta e lasciai perdere il volume della musica, andandomi a sedere sulla mia poltrona preferita. Accesi con il telecomando la tv e dopo aver fatto un po’ di zapping mi fermai a vedere un film di un regista spagnolo. Era un film in costume ambientato nell’ottocento e dopo una prima scena di un ragazzo e una ragazza che si coccolavano distesi sotto le lenzuola, lui discusse animatamente con le e incavolatissimo buttò il lenzuolo da una parte, poi nudo come l’aveva fatto mamma si alzò in piedi e con il pisello ballonzolante se ne andò in bagno sbattendo la porta. Ora l’inquadratura fissava l’immagine di lei che a sua volta decise di alzarsi, si sedette sul letto e notai due belle poppe sodissime con dei capezzoli molto sporgenti. La giovane si alzò e potei ammirare la sua bellezza statuaria, il suo pelo pubico scuro e folto che gli ricopriva abbondantemente l’inguine celando alla vita la sua certamente deliziosa intimità.
Compresi che la troiaggine stava nuovamente prendendo possesso del mio corpo. Non mi toccai neppure ma già sapevo che la mia fighetta si stava generosamente allagando. Un urlo forte mi svegliò dal coma e mi ripresi immediatamente, mi precipitai in camera e vidi che i giovano stavano semplicemente giocando alle carte. Li pregai di non urlare e loro educatamente si scusarono. Mentre uscivo ebbi la netta impressione di aver visto uno di loro a torso nudo. Pensai che fosse un flash della mia mente irrimediabilmente malata di sesso a farmi vedere cose che non esistevano e così lasciai perdere e mi risedetti in poltrona. Continuai a guardare le scene del film e mi accorsi di seguirlo distrattamente con un orecchio attento a ciò che stava succedendo nella camera dei miei figli.
Un altro urlo e un applauso scrosciante mi fece alzare per andare a dirgliene quattro, cavoli era l’una di notte!!! Aprii ancora una volta l’uscio e vidi un paio di ragazzi completamente nudi che ballavano sul tavolo. I due si coprirono immediatamente il pube senza però riuscire a bloccare l’immagine che ormai aveva impressionato la mia retina. Chiesi loro che ci facessero nudi in piedi sul tavolo e mi risposero che era un gioco, una specie di strip poker, chi vince decide le penitenze e così” .
Uscii ancora dalla loro camera e fui accompagnata da fragorose risate. Perché speravo che il gioco andasse avanti e che loro gridassero ancora per concedermi il piacere di entrare ancora in quella stanza per cogliere nuovamente i loro corpi nudi, magari di cinque o sei di loro o meglio ancora di tutti.
Questa volta mi sedetti sul divano e mi distesi, con le orecchie tese a captare i loro movimenti tastai fra le mie cosce e ci trovai ciò che già sapevo di trovarci. Le mutandine erano bagnate fradice e la mia figa allagata che quasi mi risucchiava il dito fra le sue lubrificate pieghe. Che bei corpi, uno spettacolo quei due ragazzi che saltavano nudi sul letto con i loro ammennicoli che si muovevano assieme a loro.
Tolsi la mano dalla mia cocente intimità e spensi la tv. Andai in cucina e presi dal frigo la bottiglia dell’acqua gasata e me ne versai un bicchiere, quasi a voler calmare l’arsura che aveva invaso in modo incontrollabile il mio corpo. Mi sedetti al tavolo e tirai fuori da un cassetto un mazzo di carte, mi misi a fare un solitario, almeno con le carte non davo scandalo. Un urlo collettivo mi svegliò dal torpore che mi stava prendendo e così mi affacciai alla loro porta. In cerchio, tutti nudi, giravano ognuno con un braccio attorno al collo dell’altro. Vedevo culi e cazzi ballonzolare qua e là, la voce mi si strozzò in gola e per qualche attimo rimasi inebetita a guardarli. Qualcuno di loro mi vide e rimanendo girati di sedere, mi dissero che si sarebbero rivestiti subito. Le mie gambe si mossero tremanti all’interno della camera, mi avvicinai ai miei figli e gli dissi che era ora di smetterla. Quando mi risposero, mi arrivò una alitata tremenda di alcool, li guardai negli occhi e compresi che erano completamente brilli.
Lo capii pure dal fatto che mi abbracciarono e nel farlo mi palparono insistentemente il culo.
Silvano chiese ai suoi amici se volevano favorire. Tutti risero come matti. Valentino mi teneva stretta a lui e mi sollevava il vestito scoprendomi le chiappe. Delle mani, non so a chi appartenessero, mi sfilarono il piccolo perizoma e altre si intrufolarono fra le mie cosce, non ebbi la forza di strattonarli e liberarmi di loro. Probabilmente, anzi direi sicuramente che non ne avevo proprio l’intenzione e così mi abbandonai a loro. Mi rammentai in quel momento del video che avevo visto su internet nel pomeriggio, una decina di maschi e una sola femmina troia. Per me non fu proprio la stessa cosa, i virgulti giovinastri volevano fottermi, scoparmi, chiavarmi, sbattermi vigorosamente. Fu Valentino che parlando come un ubriaco mi fece mettere a pecorina, si piazzò dietro e me lo ficco nella figa senza alcun problema. La sua grossa nerchia mi sprofondò dentro con estrema facilità e io sentii ancora le meravigliose sensazioni della prima volta. Un ragazzino biondo carino con i capelli pettinati a caschetto si inginocchiò davanti a me e mi porse il suo bel pisello teso come una corda di violino, la cappella non troppo grande, vellutata come la superficie di una pesca, la toccai e poi strinsi il fusto constatandone la durezza, la pelle era bianchissima, percorsa da fiumiciattoli bluastri gonfi che parevano scoppiare. Era un vero gioiello e io lo accolsi molto volentieri nella mia bocca, lo succhiai un po’ e quindi lo ingoiai fino alla radice, ebbi solo il tempo di salire e scendere un paio di volte e lui silenziosamente mi eiaculò in bocca. Mentre Vale mi sbatteva in figa un altro cazzo si presentò davanti alla mia bocca, era circonciso e piuttosto largo, un bel cappellone paonazzo e due grosse palle pelose, lo accarezzai e lo leccai un po’, quindi stringendogliele palle me lo ficcai in bocca. Lo spompinai a lungo fin quando lui si tirò indietro e da esperto scopatore scivolò sotto di me fino a portare il cazzo vicino alla fonte della vita. Vale, comprese le intenzioni dell’amico e gli lasciò libera la figa, io sentii armeggiare un po’ e poi la cappella di mio figlio mi penetrò nel culo mentre il giovanotto me lo ficcò nella vagina. Non tardò che un altro si posizionasse per farselo succhiare e così io mi prestai ad accoglierlo nel mio cavo orale e a farlo sborrare direttamente in gola. Compresi che anche mio figlio stava per venirmi dentro, dai suoi movimenti profondi e da come mi sbatteva violentemente. Un calore forte mi invase il pancino e la sua lava bollente mi inondò le viscere. Ero ormai diventata uno sborratoio per il gruppo, i cazzi praticamente anonimi, si infilavano in uno dei miei pertugi e si liberavano i coglioni dentro di me e io li omaggiavo del mio corpo e della mia bocca. Un altro mi si piantò nel culo mentre il biondino mi veniva nella figa, lo sentii sfilarsi e quindi qualcuno decisero di farmi cambiare posizione. Un ragazzotto molto magro con un cazzone lunghissimo si sdraiò a terra e mi fece sedere sul suo cazzo guidandomelo nel culo, un altro mi si piazzò sopra e il suo pene entrò prepotentemente nella figa. Il più alto di tutti, girandomi le spalle si sedette praticamente sul mio viso dandomi il suo buco del culo da leccare, io lo feci e passai con una mano davanti per impugnargli il cazzo ma lo trovai già occupato dalla bocca del ragazzo che mi scopava nella vagina. Woww, che movimento!!! In quel momento sentii arrivare l’orgasmo, fu fantastico e stellare, mi parve di impazzire, la mente annientata e assorbita totalmente dal piacere, avrebbero potuto anche spararmi in quel momento, non avrei sentito nulla!!! L’orgia continuò a lungo quella sera ed io mi godetti i cazzi di tutti, mi trapanarono vigorosamente nei tre buchi disponibili, versarono in me e fuori di me litri di sperma caldo, mi spupazzarono le tette strizzandomele con forza, i miei gemelli ripeterono la doppia penetrazione nella mia figa e fu lì che ancora il piacere mi invase dandomi sensazioni da capogiro.
Che grande puttana che ero diventata, mi davo senza limiti, concedevo tutto di me senza mai pormi alcun problema. Pensai a quanta sborra avevo ingoiato, a quanta mi aveva riempito l’intestino e anche a quanta mi era stata schizzata dentro la figa. Alla fine li contai, a parte i miei figli gli altri ragazzi erano in dodici, già come gli apostoli e io ero stata la loro Dea.

Buon sesso a tutti da parte di Ombrachecammina

e-mail: alexlaura2620@libero.it

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