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130 – Marta prende l’iniziativa

By 13 Febbraio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Da quella sera, la mia vita sessuale si rivitalizzò e finalmente cominciai ad avere nel mio letto una donna fantasiosa, sempre alla ricerca di condire il nostro rapporto con molto sale, con parecchio pepe e anche con una quantità industriale di peperoncino piccante.
Una sera, a cena, mi disse di aver parlato con una sua collega di lavoro di un locale, dove lei e il marito andavano spesso. Si trattava di un club privé, del quale Marta, si era diligentemente fatta dare l’indirizzo. Compresi dove voleva arrivare e le dissi che per me la cosa andava bene.
La sera seguente, mentre in macchina andavamo al cinema, mi informò che aveva prenotato su internet due ingressi che comprendevano anche alcune ‘specialità della casa’. Chiesi spiegazioni per capire cosa fossero queste ‘specialità’ ma lei mi rispose, con un sorrisino malizioso, dicendomi solo: Vedrai.
Così il sabato seguente, impostai sul ‘Tomtom’ l’indirizzo del locale e partimmo. Dopo una quindicina di minuti uscimmo dalla città e percorremmo una strada in mezzo alle campagne, poi, come un oasi nel deserto comparve un ampio parcheggio ben illuminato davanti ad un locale con le insegne al neon color bluette. Dall’esterno pareva un posto veramente molto raffinato, sia per la struttura, sia per l’ambiente circostante curato davvero nei minimi dettagli.
Parcheggiammo e appena scesi dalla macchina, un ragazzo sulla ventina, vestito elegante, si impadronì delle chiavi dell’auto e poi ci accompagnò fino all’ingresso del locale. Premette un campanello e un altro ragazzo dall’interno si preoccupò di aprire il pesante portoncino di colore rosso lucido al centro del quale, ad altezza uomo, vi era un oblò con una spessa cornice in ottone. Il primo ragazzo ci salutò consegnandoci al suo collega. Quest’ultimo,con un leggero inchino, ci fece cenno di entrare, quindi ci condusse nei pressi della cassa. La mia ragazza ricordò alla cassiera di aver già prenotato, pagando con carta di credito e così finalmente entrammo nel cuore del privé. Ci accolse una musica lenta di pianoforte, suonata con toni bassi e avvolgenti. Il clima all’interno era molto sofisticato, sia per gli arredamenti sia per le divise che indossava il personale. Le ragazze che servivano ai tavoli, tutte strafighe, vestite con una gonna rossa corta, con un profondo spacco centrale sul davanti e una giacca dello stesso colore con un ampia scollatura a ‘V’ che ad ogni piccolo movimento lasciava intravedere le tette assolutamente prive di alcun sostegno.
I maschi con i pantaloni e la giacca della stessa tinta delle divise femminili, la camicia bianca e il farfallino sempre rosso. L’ambiente era impregnato di peccato. Al centro della sala, uno spazio vuoto usato da alcune coppie come pista da ballo. Marta si sedette al tavolino a noi riservato, ed io feci altrettanto posizionandomi però in modo da poter vedere ciò che succedeva nella enorme sala. Mi guardai attorno con una certa curiosità, vidi dei distinti signori sorseggiare dello champagne con delle donne a fianco, esse si strusciavano e mettevano in atto mille moine per intrattenerli affettuosamente. Sulla pista, notai degli strani movimenti, le coppie che ballavano non erano fisse, ma si scambiavano di continuo i partner. La mia ‘mostruosa arguzia’ mi portò a capire che quelle erano delle coppie scambiste. Mi avvicinai all’orecchio di Marta e glielo dissi, lei mi sorrise ammiccante e mi sussurrò: Fra un po’ vedrai’..
Sopra dei divani alcune coppie stavano amoreggiando con una certa disinvoltura, le mani che carezzavano i corpi mettendone a nudo i particolari anatomici anche i più reconditi e riservati. In piedi sul fondo della sala, uomini e donne, all’apparenza soli, che si guardavano in giro alla chiara ricerca della propria anima gemella, con la quale potersi carnalmente accoppiare. Ai lati del salone, c’erano due rampe di scale che portavano a dei corridoi rialzati, lungo le pareti una decina di porte, dalle quali, ogni tanto, usciva qualcuno, che con un cenno verso delle entità al momento invisibili, li invitava ad entrare. Nonostante la mia proverbiale arguzia, non capivo cosa si nascondesse al di là di quelle porte.
Si presentò una cameriera, si chinò per conoscere quali consumazioni volevamo, e le sue tette uscirono totalmente dalla giacchetta vibrando a pochi centimetri dal mio viso. Se non ci fosse stata con me la mia ragazza, l’avrei presa e sbattuta sul tavolo e me la sarei scopata fino a farla morire, ma siccome Marta era con me, mi limitai ad ordinare due drink. Trascorsero una decina di minuti dove Marta ed io ci scambiammo pareri contrastanti sulla tipologia del locale, fin quando vidi arrivare un’altra ragazza che si chinò per parlare all’orecchio della mia compagna, indicandole con l’indice della mano destra il corridoio delle porte misteriose. Vidi Marta sorriderle e annuire con il movimento del capo. A questo punto la gran figa se ne andò sculettando come una troia in calore. La mia dolce metà, mi guardò negli occhi sorridendomi, lo fece in modo sensuale e carico di malizia, quindi si alzò, mi prese per mano e con delicatezza mi tirò per farsi seguire lungo il percorso già tracciato dalla ragazza di un attimo prima.
Entrammo nella stanza indicataci dalla hostess e mentre la porta si chiudeva dietro di noi, ci trovammo completamente al buio.
Come si sa l’udito si acuisce quando non è possibile vedere ed io mi resi perfettamente conto che in quella stanza scura c’era altra gente. Sentivo attorno a me dei respiri affannosi, eccitati, portai le mani avanti e incontrai un braccio nudo, arrivai a toccare una parete e mi addossai con la schiena, tenevo ancora per mano Marta, le chiesi sottovoce cosa stesse succedendo e lei mi rispose che era vicina a me e che non mi dovevo preoccupare, qualunque cosa fosse successa. Poi la sua mano si sfilò dalla mia, ero solo al buio, feci due passi in avanti, ma non avevo la percezione di dove stessi andando, poi una bocca si poggiò sul retro del mio collo, la lingua dolce e calda di una incantevole creatura mi passò dietro il lobo dell’orecchio. Delle mani mi sfilarono la maglia , altre bocche si applicarono a ventosa sui miei sensibilissimi capezzoli, una, morbidissima, si posò sulla mia bocca, la sua lingua dentro il mio cavo orale, io risposi al bacio con passione e una notevole carica erotica. Con le mani avanti come un sonnambulo incontrai un seno, lo conobbi immediatamente, erano le tette di Marta. Lei mugolò, ma forse non sapeva che le mani erano le mie. Questo gioco cominciava a piacermi e mentre Marta si staccava da me, percepii molte bocche posarsi sul mio corpo. Passivo, subivo senza muovermi questo piacere trasgressivamente torbido e sensuale. Una mano si appoggiò al mio petto e mi spinse lentamente all’indietro, assecondai quella mano fin quando percepii nell’incavo delle ginocchia una superficie fredda e morbida, la mano mi fece ancora retrocedere e mi trovai sdraiato su un materasso rivestito molto probabilmente in finta pelle. Allungai le mani attorno a me e sia a destra sia a sinistra corpi nudi. Palpai meglio e mi accorsi che alla mia sinistra due maschi dei quali, uno stava a pecorina mentre l’altro da dietro se lo stava inculando. Quasi a chiedere aiuto, chiamai Marta, lei mi rispose con un sono qui, abbastanza lontano. Stavo ancora con i polpacci a penzoloni fuori dal gigantesco materasso che una bocca si impadronì del mio pene, accarezzai il capo, sotto le mie mani capelli corti a spazzola, scivolai con i polpastrelli lungo il viso, percepii la pelle rasposa e irsuta di un maschio. Ero combattuto se far continuare quel delizioso pompino o farlo cessare, beh, scelsi la prima opzione e lo lasciai continuare. In quel momento la porta si aprì e una lama di luce invase per un attimo la stanza, ebbi la fugace visione di ciò che stava succedendo. La stanza, molto profonda era costituita da una prima parte, piena di individui maschili e femminili che in piedi stabilivano dei ‘contatti’ con corpi anonimi e sicuramente disponibili. La seconda parte, era stata organizzata, con un grande letto che occupava interamente metà della camera stessa. Sopra a quella superficie imbottita, intravidi un groviglio di corpi che parevano lottare tra di loro, attorcigliandosi e possedendosi ardentemente. Ancora il buio e ancora la bocca a lavorarmi il cazzo, io stavo lì supino a godermi la lenta pompa che quello sconosciuto mi stava praticando con molta bravura. AlL’improvviso sulla mia fronte percepii un contatto umano, sentii calore e mossi le mani in quella direzione, vi trovai un paio di grossi coglioni con attaccato un lungo cazzo duro. L’uomo inginocchiato dietro al mio capo mi strusciava le palle sul viso, poi si spostò gradatamente più avanti, fin quando ebbi il suo buco del culo a portata di lingua. Lo leccai, dapprima timidamente, poi sempre più con maggiore tranquillità, arrivai a ficcargli un dito nel culo e mi accorsi che vi entrava come un fuscello dentro ad una voragine. Aggiunsi altre due dita e cominciai a stantuffarlo, lui mi sfregava i coglioni sul mento e il cazzone sul torace strofinandomi la cappella sui capezzoli, poi si tirò indietro e mi appoggiò il glande sulla bocca. Lo accolsi dentro il mio cavo orale fino in gola, fu in quel momento che sentii un contatto alla mia destra, allungai una mano e trovai pelle liscia e morbida, salii e mi imbattei in due sodissime poppe. Finalmente una femmina!! Intanto succhiavo il cazzo a uno e un altro lo ciucciava a me, mentre io, goduto come non mai, sfioravo i capezzoli ritti della ragazza. Lei mi accarezzava delicatamente il petto e il ventre, io scivolai in basso e compresi che la donna stava inginocchiata a gambe aperte, le infilai una mano fra le cosce e con le dita fui fra le labbra della sua figa. Troppe erano le sensazioni che il mio cervello doveva assorbire ed io ad un certo punto noi capii più niente. Sborrai abbondantemente in bocca al mio amico pompinaro e subito appresso sentii diversi schizzi colpire il mio addome. La donna si avvicinò con il suo viso alla mia bocca e iniziò a leccare il membro dell’uomo che mi stava possedendo in bocca. Lui ad un certo punto lo sfilò e ci riempì il viso di sperma caldissimo, la femmina mi baciò sulla bocca e sul viso leccando via ogni traccia del seme del maschio. Mi alzai da quel letto e a tentoni sfiorando con le dita la parete alla mia destra, cercai l’uscita. Mi scontrai con un uomo in piedi, mi spostai un po’ a sinistra e cercai di superarlo, ma con le gambe cozzai contro qualcuno che stava accucciato davanti al maschio, misi le mani in basso per scusarmi e udii la voce che ben conoscevo, era la mia Marta, beh, pensai, dire la mia Marta mi pare sia un eufemismo e in effetti già da tempo non la potevo considerare come una persona che mi appartenesse in modo così esclusivo. Brava un bel pompino ad un altro ci andava proprio, d’altra parte non è che io mi fossi limitato a pregare Dio affinché tutto finisse!!!! Mi accucciai vicino a Marta e la coadiuvai a portare a termine il lavoro che così diligentemente stava compiendo. Il porcello all’ultimo momento lo sfilò dalla bocca di Marta e usandolo tipo idrante ci spruzzò sul viso una valanga di sborra. Ci ripulimmo a vicenda, riuscimmo a raccattare i nostri vestiti sparsi qua e là, e nudi come vermi guadagnammo a stento la porta d’uscita.
Uscimmo da quel circolo a notte inoltrata, dopo esserci ricaricati, tranquillamente seduti su un divanetto in pelle, sorbendoci un buon calice di champagne. La notte fu anche questa volta parecchio animata e lei ci mise tutte le sue capacità amatorie per donarmi il massimo del piacere, io naturalmente feci altrettanto e alla fine, quando dalle finestre vedemmo le prime luci dell’alba, ci addormentammo, sfiniti si, ma enormemente felici.

Buon sesso a tutti da Ombrachecammina
e-mail: alexlaura2620@libero.it

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