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132 – La giovane Erica aperta in culo dal nonno

By 18 Febbraio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

La settimana seguente, l’ultima di vacanza, una sera, successe che il nonno propose di andare tutti quanti a Castrocaro Terme a farci una bella passeggiata e a prenderci un buon gelato.
Telefonai a Massimo e lui ci venne a prendere con la macchina, la nonna ed io, dietro, mentre il nonno davanti assieme a Massimo che era alla guida. Seguendo le indicazioni del nonno, una volta giunti nei pressi della gelateria, parcheggiammo in viale Marconi e a piedi raggiungemmo il ‘Gran Caffé 900 ‘ . Un locale molto elegante e raffinato, tavolini con tovaglie giallo ocra e un banco dei gelati angolare molto grande. Ci sedemmo e ordinammo secondo le nostre preferenze i gusti preferiti. Dopo pochi minuti arrivarono delle gigantesche coppe, artisticamente decorate con spicchi di frutta esotica. Il nonno mi guardava le gambe abbronzate con una certa insistenza, tanto che Massimo se ne accorse e sussurrandomi all’orecchio mi fece notare la cosa. Accostai le ginocchia per accontentare il mio dolce fidanzatino, mentre il nonno, accortosi della manovra, mi sorrideva maliziosamente e intanto continuava a guardarmi comunque le cosce. Mangiammo l’abbondante gelato e chiacchierammo un bel po’ ridendo e scherzando allegramente. Verso le ventitrè, il nonno si alzò e d’autorità pagò il conto. Quindi uscimmo, risalimmo in macchina ed al momento di decidere chi doveva stare davanti, il nonno fu ‘altruisticamente’ cavaliere e cedette il posto alla nonna. Ripartimmo per far ritorno a casa e in quella mezzora buona, su quel sedile posteriore, successero molte cose. Iniziò tutto dal preciso momento in cui abbandonammo i viali illuminati ed alberati di Castrocaro per inoltrarci nella statale completamente buia. Sentii immediatamente la sua mano posarsi sulla mia coscia e scivolarmi fra le gambe fino a raggiungere la mia umida vagina. Mi prese la mano e me la portò sul suo cazzone, era stato abilissimo a tirarselo fuori senza che nessuno se ne accorgesse, io lo impugnai, ma protestai con lui dicendogli sottovoce di smetterla che ci vedevano, ma lui, sicuro di se, mi disse di stare tranquilla. Sottovoce mi bisbigliò all’orecchio di togliermi le mutandine, protestai ancora, ma lui insistette ed io sollevai il sederino dal sedile e mi abbassai il perizoma. Lui completò l’opera sfilandomelo dalle caviglie e portandoselo al naso lo annusò a lungo inspirando l’aria a pieni polmoni. Mentre faceva questo percepii nella mia mano, il suo tronco indurirsi e irrigidirsi ulteriormente. Io provavo a combattere contro questo innaturale rapporto che si era creato e che continuava ad esistere, ma la mia fighetta mi remava indiscutibilmente contro. Il fiato caldo del nonno che soffiava parole dentro il mio orecchio; lui lo stava facendo per dirmi che ero bagnata e quando mi disse questa cosa mi chiamò anche ‘puttanella mia’ . Non era facile rimanere indifferente a quel mega cazzo, per me tenerlo in mano era sinonimo di eccitazione estrema. Mentre la nonna non smetteva mai di parlare, lui, si aprì i pantaloni ancora un po’ ed estrasse anche le grosse palle pendenti. Me le fece accarezzare, poi un braccio mi circondò le spalle e la sua mano dietro la nuca mi spinse verso il suo inguine infuocato. Mi ribellai, Massimo dallo specchietto se ne sarebbe potuto accorgere, ma il nonno ebbe un colpo di genio. Ad alta voce mi chiese se avevo sonno e senza nemmeno attendere la mia risposta mi disse di distendermi sulle sue gambe. La nonna, premurosa, mi consigliò di seguire il consiglio di suo marito e mi trovai così a ingoiargli il cazzo mentre lui mi spingeva con forza il capo verso il basso. Per fortuna che la nonna chiacchierava con Massimo senza soluzione di continuità e lui, poveretto, subiva quel fiume di parole senza mai riuscire ad infilare nel mezzo una sola vocale. Il nonno intanto aveva infilato sotto il mio sedere la sua mano libera e con un dito mi stava inculando a più non posso. Mi sussurrava ‘continua troietta mia’ e faceva scorrere dentro e fuori un dito della mano dentro al mio culo. Poi la sua mano dietro la mia nuca mi pressò più a fondo possibile, io sentii il suo cazzo battermi in fondo alla gola e penetrare alcuni centimetri dentro la laringe, quindi mi sborrò copiosamente direttamente nello stomaco. Tolse il dito dal mio culo, raccolse le mie mutande da sopra al sedile e le annusò nuovamente, quindi le usò per pulirsi il cazzo e se le mise in tasca lasciandomi senza alcuna protezione intima. Appena arrivati a casa fui la prima a guadagnare il bagno e dopo essermi chiusa dentro, mi feci un rinfrescante e interminabile bidet. Verso le due, Massimo salutò e se ne andò e io andai a dormire, finalmente sola.
Il vecchio, mi aveva fatta eccitare e fui tentata di masturbarmi, poi spensi la luce e provai a dormire, mi girai nel letto per una buona mezzora, poi, incapace di dormire, accesi l’abat-jour, quindi, presi il mio libro e mi misi a leggere. Ad un certo punto sentii chiaramente il rumore classico della serratura della porta di casa che scattava, ebbi paura, erano tutti a letto, chi poteva essere? Spensi la luce e vidi che da sotto la porta della mia camera filtrava la luce del corridoio. Con il cuore in tumulto, mi avvicinai alla porta e la aprii. Non c’era nessuno, eppure la luce era accesa, ero nuda e chiunque ci fosse stato non mi pareva il caso che mi mostrassi in quelle condizioni.
Rientrai in camera mia e mi infilai la camicia da notte, quindi uscii ancora e percorsi il corridoio fino in cucina, la porta di casa era socchiusa, mi feci coraggio e mi affacciai. Sotto il pergolato in cortile, con il lampioncino acceso, seduto sulla panca di legno con i gomiti appoggiati al tavolo, c’era il nonno. Era in pantaloncini, si stava fumando una sigaretta, davanti a lui una bottiglia di vino e un bicchiere pieno a metà. Lui mi vide e allora lo salutai chiedendogli se non aveva sonno, lui mi rispose che aveva fatto un certo discorsetto con la nonna e adesso si stava rilassando. Oggi io mi domando: Ma quanto ero ingenua a quei tempi?
Non mi venne nemmeno in mente un solo secondo che ‘fare un discorsetto’ corrispondeva ad aver fatto sesso con la nonna!! Mi fece cenno di raggiungerlo, io mi sedetti dall’altra parte del tavolo dicendogli che io non capivo il perché ma non riuscivo a prendere sonno.
Si girò e prese dallo scaffaletto rustico un altro bicchiere e me lo riempì fino all’orlo di vino rosso. I bicchieri che il nonno usava per bere il vino erano grandi come delle tinozze, ogni volta che se lo riempiva la bottiglia si svuotava di un quarto. Ne bevvi un sorso; buonissimo, era Lambrusco amabile di Sorbara, fresco, frizzante e dolce.
Così in breve feci compagnia al nonno e mi sorbii l’intero bicchiere. Ad un certo punto, chiacchierando sottovoce, lui aprì lo sportello in basso del piccolo frigorifero ed estrasse un’altra bottiglia.
Gli dissi che per me poteva bastare, ma lui fece come se io non avessi nemmeno parlato, stappò e me ne versò nuovamente riempiendomi ancora il bicchiere. Dopo diversi altri sorsi, la mia mente era ormai anestetizzata e ad ogni battuta, anche le meno divertenti, io ridevo come una matta. Gli dissi, che erano le quattro del mattino e poi giù a ridere. Lui mi guardava divertito, ma non sembrava affatto ubriaco. Si alzò dalla panca e mi propose di andare con lui che mi avrebbe fatto vedere una bella cosa. Barcollante lo seguii, lui mi abbracciò cingendomi i fianchi e mi fece fare il giro della casa. Superammo un cancello di lamiera e dopo pochi passi cercò a tentoni l’interruttore della luce, lo trovò e la accese. Mi disse: Vedi, questa è la nuova piscina che sto facendo fare, è quasi finita, mancano solo piccoli dettagli, ma se vuoi possiamo farci il bagno. Pensai all’acqua fredda e lui mi disse che la temperatura era regolata sui venticinque gradi. Gli dissi che ero nuda e che non potevo fare il bagno senza il costume. Lui per tutta risposta si calò i calzoncini e le mutande e scese dalla scaletta immergendosi in acqua. Rimasi un po’ interdetta e se la nonna si svegliava?
Poi mi decisi e mi sfilai la leggera camiciola e nuda come un verme scesi anch’io in piscina. L’acqua era tiepida, gradevolissima, gli chiesi come mai non me lo aveva mai detto dell’esistenza della piscina, lui mi rispose che non era ancora in regola e che fino al momento del collaudo non la si sarebbe potuta utilizzare. Mi venne vicino, mi abbracciò da dietro, protestai e gli palesai la mia paura che arrivasse improvvisamente la nonna. Lui mi girò attorno e mi disse di stare tranquilla….

“Con le gocce per dormire che prende, non la sveglierebbero nemmeno le cannonate.”

Mi abbracciò stretta, sentivo il suo pennone duro fra le mie gambe, era la mia prima esperienza di sesso in acqua, io non capivo più niente, quell’omone così autorevole e autoritario mi manovrava come un burattino. Tra le sue possenti braccia ero come una piccola barchetta sperduta in mezzo al mare. Dentro l’acqua era tutto attenuato, anche i nostri corpi stretti uno all’altro, parevano solamente sfiorarsi, quasi senza toccarsi, le sue mani mi attanagliavano le natiche e me le separavano come se fossero le due metà di una mela. La sua bocca vorace, si posò sulla mia e mi baciò profondamente con la lingua, io sentivo il suo sapore maschile, un misto tra il gusto del tabacco e quello del Lambrusco. Un’altra volta, una delle sue dita a forzarmi il buchetto posteriore, la sua bocca scivolò dalle mie labbra e raggiunse il seno, vi si posò sopra come una ventosa e mi aspirò un capezzolo, poi me lo mordicchiò lievemente, dandomi intensi brividi di piacere. Ero bagnata dentro e fuori, lui mi prese per mano e mi condusse dalla parte opposta della piscina, il pavimento in quella zona saliva fino a raggiungere un livello attorno ai novanta centimetri, forse un metro. Mi fece piegare in avanti appoggiando il busto sul bordo, poi sentii la sua possente arma, navigare come il siluro di un sommergibile verso l’obiettivo. Siii, mi colpì e per poco non mi affondò, lo sentii scivolare dentro la mia fighetta, procurandomi un piacere che non avevo mai provato in vita mia. Mi scopava, con decisione, provocando uno sciabordio continuo, io godevo mentre le mie tette strusciavano contro le piccolissime piastrelle del bordo piscina.
Venni la prima volta mentre il mio nonnino mi sbatteva alla grande, poi successe ciò che io non avrei mai voluto succedesse. Lo sfilò dalla figa e me lo appoggiò sul buchetto posteriore, gli urlai di non mettermelo nel culo, lui mi tappò la bocca con una sua enorme manona e con l’altra guidò il temibile attrezzo contro il mio virgineo sedere. Mi disse di non fare la schizzinosa che con un culo come il mio prima o poi me lo sarei sicuramente preso. Gli piaceva darmi della troia, anzi della troietta, quando mi possedeva e lo fece anche in quella occasione. Mi squarciò il culo, dolorosissimamente, me lo aprì veramente come una mela e si fece strada prepotentemente all’interno delle mie povere viscere. Lui mentre mi inculava, mi sosteneva e mi confortava dicendomi che poi mi sarebbe piaciuto. Giurai a me stessa che gliel’avrei fatta pagare, in quei momenti di grande sofferenza fisica, lo maledii più di una volta, tanto era stato bello nella figa quanto era brutto nel culo. La sua tempra apparteneva a uomini di altri tempi, possedeva un’energia inverosimile, mi stantuffava il culo senza un attimo di cedimento, eppure a quanto ne sapevo era già venuto almeno due volte in quella lunga giornata. Poi dovetti ricredermi, anche questa volta ebbe ragione lui e io cominciai a sentire una lontanissima sensazione di piacere. Avevo i capezzoli in fiamme a forza di strofinarsi sulle piastrelle. Glielo dissi e lui ci mise sotto le mani, ma pur cambiando posizione il suo cazzone entrava e usciva senza pietà dal mio culo spalancato. Mugolai lievemente e lui mi disse che adesso lo avrebbe tolto, lo supplicai di non farlo e ancora, il vecchio, mi diede monotonamente della troietta, quindi ricominciò a sbattermi con rinnovato vigore.
Che meraviglia, venire con il culo!!! E’ un godimento molto diverso, arriva anch’esso dall’interno ma è un’altra parte ad essere sollecitata. Un godimento che non arriva all’improvviso, ti coglie poco alla volta, gradatamente, lo percepisci partire dall’anello anale e diramarsi all’interno, poi alla fine tutto si convoglia nella figa, le due forze si uniscono fra di loro e poi esplodono assieme mandandoti in visibilio. Subito dopo il mio orgasmo, sentii il mio amato nonnino, con il cazzo affondato dentro al baratro del mio culo, pesare fortemente su di me e muoversi con brevissime escursioni, poi la fontana di Trevi aprì i suoi ugelli e mi sentii invadere da un fortissimo calore che si propagava a macchia d’olio dentro il mio intestino. Dopo avermi allagata, lo sfilò e mi prese per il capo facendomi scendere sotto il pelo dell’acqua, io in apnea glielo presi in bocca e per una ventina di secondi lo spompinai.
Maria che scopata e soprattutto che grande bestiale meravigliosa inculata. Quando salimmo la scaletta, mi fece fermare sotto la luce del lampione e mi disse di piegarmi in avanti, pensai che mi volesse nuovamente prendere, invece voleva solo controllare lo stato fisico del mio povero culetto. Mi esaminò per bene e mi disse che mi avrebbe dato una pezza di cotone perché il mio anello era un pochino sanguinante. Prima di dividerci, davanti alla sua camera da letto, mi prese il viso tra le mani e mi baciò in bocca, poi una pacca sul sedere e a dormire!! Il giorno seguente fu l’ultimo e intimamente parlando, non ebbimo più modo di incontrarci. Ero partita con il culetto sano e tornavo con il culo completamente devastato.
In effetti per un paio di settimane, feci fatica a stare seduta e dovetti anche negarmi a Massimo per non fargli vedere il mio ano slabbrato. Poi, anche se da allora non è mai più tornato come prima, diciamo che si è stretto un pochino e adesso pare abbastanza normale. Quando Massimo mi chiese di dargli il culo, io opposi un po’ di resistenza, diciamo formale, per non fargli vedere che ero così pronta e disponibile a farmi inculare. Finsi anche un po’ di dolore, ma in effetti fu solo piacere. In verità non fu la stessa cosa, troppo diverse erano le dimensioni, i punti che toccava il nonno con il suo gigantesco membro Massimo non riusciva di certo a raggiungerli. Comunque ormai aperta davanti e dietro, dopo quelle vacanze affrontai la vita in modo più disincantato e realistico. Oggi, al contrario di quanto si dice in giro, che queste cose provocano traumi irreversibili, io mi sento una donna soddisfatta della mia vita sentimentale e sessuale e mi accingo a continuare l’esperienza di moglie e madre con un certo entusiasmo. Il mio nonno è ancora vivo, chissà se ha sempre la stessa forza e la stessa voglia di scopare? Per capirlo dovremo farci una vacanza a casa loro”’

Buon sesso a tutti da parte di ombrachecammina
e-mail: alexlaura2620@libero.it

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