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Racconti Erotici EteroRacconti erotici sull'IncestoTrio

137 – Paoletta con il suo paparino e l’amica Mirella

By 1 Marzo 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Paoletta, dopo quel magnifico giorno con il suo grande papà, riuscì a stabilire con lui, quella complicità che esiste quasi sempre in una coppia da molto tempo affiatata. Lei approfittava di ogni momento libero di suo padre per torturarlo amorevolmente, per eccitarlo e provocarlo, usando tutte le malizie che conosceva. Non era più lo strusciamento, o l’esibirsi in modo osceno, era invece un modo più diretto di comportarsi con suo padre. Appena poteva, anche in presenza della mamma, lei, di nascosto, glielo toccava, tirava fuori la lingua dalla bocca e si leccava indecentemente le labbra; succedeva anche che lei entrasse in bagno quando c’era lui e vi si chiudesse dentro per fargli un bel pompino, naturalmente con l’ingoio, insomma, Paoletta, da maliziosa e acerba ragazzina stava diventando la puttanella di suo padre. A scuola finita, durante un pomeriggio assolato, lei, vestita in modo alquanto discinto, sdraiata sul divano, fantasticava sui rapporti che poteva ancora avere con il suo amatissimo padre e da qualche giorno rimuginava sulla ghiotta possibilità di fare sesso a tre. Lei, il babbo e la sua amante/amica Mirella.
In verità, con una sua amichetta, si era già trastullata una volta, ma erano stati giochetti fatti di timidi e fugaci toccamenti, di un paio di baci a stampo e nulla più. Con Mirella, invece, avrebbe voluto che fosse diverso, se lo immaginava come un rapporto romantico, dolce e delicato, ma anche colmo di passione, di sesso sfrenato, di leccamenti reciproci, di mani e dita che entrano nelle fighette bagnate, e poi, avrebbe voluto che il babbo la scopasse da dietro mentre lei la leccava a Mirella. Quante belle situazioni eccitanti si proiettavano nella sua mente, la piccola si sentiva estremamente galvanizzata, era giovane e aveva dalla sua parte l’immensa bellezza, la sensualità e una carica erotica che giorno dopo giorno stava prendendo possesso del suo modo d’essere.
Immersa in questi pensieri erotici Paoletta si accorse che la sua tenera fighetta si era abbondantemente bagnata e mentre continuava a fantasticare, studiando nuove ed esaltanti posizioni a tre, la sua manina destra si insinuò sotto l’elastico delle minuscole mutandine e scivolò fra i peli per andare a schiudere le labbra della sua rosea vagina.
In quel momento, come da un vulcano in piena eruzione, scaturì un idea che volle subito mettere in pratica. Si alzò e andò in bagno, frugò febbrilmente nei cassetti del mobiletto e finalmente vi trovò ciò che stava cercando. Una scatoletta con dentro la crema depilatoria per parti intime. Si tolse le mutandine, le annusò e poi le buttò nel cesto della biancheria sporca. Chiuse il coperchio del water e vi si sedette sopra a gambe divaricate. Si spalmò poi la crema meticolosamente e attese i minuti necessari affinché facesse effetto. Poi con il pube e la vagina impomatati regolò l’acqua della doccia e vi si infilò sotto. Con l’apposita spatolina si mise a eliminare accuratamente tutti i peli, quindi uscì dal box doccia e si asciugò, prese uno specchietto rotondo, e lo mise in modo da potersi osservare bene la figa;
eliminò quei pochi peletti rimasti e si osservò di nuovo. Era proprio il caso di dire: Che figata!!
Liscia come se i peli non li avesse mai avuti, la fessurina della sua patatina faceva capolino fra le sue gambe, lei ci infilò un dito e le labbra si schiusero, sentì il copioso e scivoloso umore che l’accoglieva fra quelle pieghe nascoste. Si sedette nuovamente sul freddo coperchio del water e appoggiò la schiena contro la altrettanto gelida vaschetta. In quel momento Paoletta non sentiva il freddo contatto sulla sua pelle, percepiva solamente il desiderio impellente di godere, chiuse gli occhi e iniziò a sfarfallare lentamente sul clitoride. Si accorse che il piacere fisico l’annientava inesorabilmente, attorno a se tutto era ovattato e inesistente, solo la sua figa era al centro del suo essere. Ansimando continuò il dolce sfregamento fin quando dal profondo percepì l’orgasmo arrivare, accelerò furiosamente i movimenti delle dita e poi con un lungo ahhh liberatorio venne, venne aprendo e chiudendo le cosce e muovendo il capo ripetutamente a destra e a sinistra, poi imprigionandosi la mano fra le gambe serrate rimase lì seduta a recuperare fiato, fin quando le cosce le liberarono la mano prigioniera.
Quel pomeriggio assolato, divenne ben presto una calda sera e Paoletta, verso le venti, apparecchiò la tavola e da brava bambina preparò qualcosa per i suoi che da lì a poco sarebbero rientrati. Una volta preparata e messa in caldo la cena, andò in camera sua e scelse dall’armadio un camicione scollato a ‘V’ ,di garzina color giallino pallido, molto trasparente, che le arrivava a metà coscia e lo indossò sopra la pelle, prese in mano un perizoma, ci infilò la gamba destra, poi cambiò idea, lo sfilò e lo gettò tutto arrotolato dentro al cassetto. Lo specchio dell’armadio le rimandò l’immagine di una donnina veramente molto provocante; notò che la luce dell’abat-jour, dietro di lei, faceva risaltare la integrale trasparenza del leggero abbigliamento.
Si sentiva proprio bene, con la fighetta completamente implume e le tette nude sotto a quella impalpabile stoffa.
Arrivò a casa, prima la mamma Teresa e subito appresso fece il suo ingresso papà Luigi.
Si ritirarono entrambi in bagno e da lì a poco uscirono e si andarono a mettere comodi.
La mamma indossò la solita vestaglietta a fiorellini, abbottonata davanti, che la rendeva alquanto sciatta, mentre il babbo si era infilato una tuta azzurra con lo scudetto tricolore sul petto e una enorme scritta ‘ITALIA’ .
Paoletta, la ninfomane porcellina, pensò subito a esaminare l’inguine di suo padre, per capire se aveva indossato o meno le mutande. A prima vista ebbe l’impressione che sotto fosse nudo, si notava chiaramente il grosso cilindro scendere giù lungo la sua gamba destra.
Si ripromise che alla prima occasione avrebbe constatato di persona se le cose stavano come pensava.
I genitori si sedettero a tavola e Paoletta rimase in piedi per servir loro la cena.
Lei per non insospettire la madre, nel servirla, si chinò e amorevolmente le diede un bacio sulla guancia.
Poi fece il giro del tavolo e dopo aver servito il papà, appoggiò momentaneamente il piatto da portata sul tavolo e si chinò a baciare lui, lasciando che la mano sinistra ‘involontariamente’ toccasse e stringesse, per una frazione di secondo, il pene di suo padre.
Da dietro, la mano di lui le sfiorò il culetto nudo e subito si ritrasse. I loro occhi languidi si incontrarono e irresistibilmente attratti rimasero qualche attimo incollati gli uni agli altri.
Sulla coscia destra di Luigi il cazzone duro si mostrava in tutto il suo splendore. Paoletta raccolse il piatto, si servì a sua volta e poi lo portò sul piano del mobile della cucina.
Si sedette a capo tavola e con il ginocchio destro premette contro il sinistro di suo padre.
La cena, dopo una serie di ‘involontari e ‘casuali’ toccamenti volse al termine e i due parenti e amanti si accomodarono in salotto mentre la mamma si incaricava di fare il caffè.
Accesero il televisore e Paoletta si sedette di fronte al babbo, approfittando poi che la mamma non poteva vedere, spalancò le gambe e si aprì la fighetta con l’indice e il medio della mano destra, mostrandogliela completamente liscia e senza peli. Il buon padre, si voltò per accertarsi che non stesse arrivando la moglie, quindi si abbassò l’elastico della tuta mostrandole il grosso bastone duro come il marmo. Lei gli sussurrò:

‘Wowww, papi, che voglia che ho di lui!!’

‘Ummhhh amore, che bella la tua fighetta tutta depilata! Anch’io ho voglia di te!!’

‘Me ne sono accorta pà!!’

In quel momento la mamma annunciò ad alta voce che il caffè era pronto e che l’avrebbe servito lei.
I due si ricomposero e compitamente si fecero trovare mentre con fare insospettabile guardavano la tv.
Mamma Teresa, servì il caffè e, per la felicità di Paoletta e di Luigi, annunciò che il giorno dopo sarebbe partita al mattino presto per prendere l’aereo che l’avrebbe portata al sud del paese dove era in programma un importante incontro di lavoro che si sarebbe quasi certamente prolungato almeno per due o tre giorni.
La serata trascorse poi senza ulteriori particolari movimenti e verso la mezzanotte andarono tutti a dormire.
La giovane ragazza, si svegliò al mattino, guardò l’orologio, erano le otto, si alzò e ancora assonnata si fiondò in bagno, una cascata di pipì, un fresco bidet, una passata ai denti, una lavata al viso e alle ascelle e poi, con indosso la sola camicia da notte, che le copriva a malapena il culetto, percorse il corridoio e arrivò in cucina. Con sua grande sorpresa, trovò il suo babbo seduto al tavolo che già faceva colazione”

‘Ehi pà, sei caduto dal letto?’

‘Paoletta, devo andare a lavorare purtroppo!! Siediti e prendi il latte che è caldo”

‘Paparino, perché il latte non me lo fai bere direttamente dalla fonte???’

Lui alzandosi in piedi”.

‘Dai smettila, è tardi devo andare al lavoro!!’

Paoletta si avvicinò a lui, sollevandosi la camicia e buttandola su una sedia, splendidamente nuda, si accucciò davanti a lui, gli appoggiò le mani sui fianchi e artigliando l’elastico del pigiama lo abbassò. Il membro eretto dell’uomo si proiettò fuori e puntò come un missile contro la bocca di sua figlia.

‘Fammi bere, paparino mio, solo un minutino ti prego”

In quella situazione lui non poteva e non voleva ritrarsi, lei, così nuda e bella, lì, davanti a lui e alla sua cappella lucida e gonfia, lei, la sua tenera bambina, lo rimbecilliva troppo, lo rendeva suo schiavo e allora’.. si arrese al suo strapotere ed estasiato la lasciò fare.

‘Brava la mia bambolina, succhi benissimo, sei già una fantastica pompinara.. Ummmhhh, uummhhh’..’

Lei se tolse un attimo dalla bocca e’..

‘Ti piace papi, vuoi che ti succhio la cappella e che lo prendo tutto in bocca???’

‘Tuttoooo, tuttoooo, prendilo tutto in boo’cccaaaa”. Ciucciamo il cazzo, troietta miaaa, ciuccia, daiiiii , continuaaaa oohhh. Ti amoooooo’.’

‘Ummmhhhh, uuuummhhhhh, uuummmhhhhh’.’

‘Brava la mia porcellina, siiii toccati la fighettaaaa, siiiii, voglio fottertiiii, voglio fottertiiiii”’

‘Ummmhhhh, uuuummhhhhh, uuummmhhhhh’.’

‘Cosìììì, succhiaaaa, leccameloooo, sborrooooo, sborrroooo, bevi troietta miaaa, bevi il tuo latte caldooooo, beviiiiiiii”’..’

‘Ummmgghhhh, uuummmmmhhhhh, uummmhhhhhh, uummmhhhhh”’

‘Ti amo, Paoletta, sei grande, wowwww, che fantastica fighetta miaaaa’.’

‘UUmmhh papi, era buonissimo il tuo latte, la prossima volta ti faccio venire nella scodella del caffè così mi faccio un buon cappuccino’.’

‘Che maialina che sei, amore mio ti piace così tanto il cazzo e la sborra di papi???’

‘Si, pà, voglio solo più il tuo, i ragazzi della mia età hanno dei cazzetti da ridere in confronto al tuo bel palo e poi hai il latte che è meglio di quello della centrale!!!’

‘Beh vado a cambiarmi sono già in ritardo, sei proprio una diavoletta tentatrice!!!! ‘

‘Ciao paparino vado a farmi un ditalino per te’.’

‘Te lo farei io, amore mio, ma devo proprio andare”

‘Vai, vai, mi aggiusto da sola’.’

Appena il padre uscì da casa, lei prese il cellulare e telefonò alla sua amica Mirella:

‘Ciao Mirella, sono Paoletta”

‘Si ti ho riconosciuta, ciao, come va?

‘Bene, dai, senza la scuola si sta benissimo. E tu? Hai una voce che mi sembri un po’ contrariata’.’

‘Si in effetti lo sono, sai, il tipo, quello maturo, è da più di una settimana che si nega, mi rimanda sempre gli appuntamenti’

Paoletta, sprizzando gioia da tutti i pori”.

‘Oh, come mi dispiace, beh sarà magari preso dal lavoro o magari la moglie che non lo lascia libero”

‘Non lo so, mi trova sempre delle scuse che paiono inventate’

‘Va beh dai, un giorno o l’altro mi dirai poi chi è!!’

‘Si dai, un giorno o l’altro’.’

‘Senti, volevo chiederti se vuoi che ci vediamo, magari andiamo a farci un giro, oppure se vuoi puoi venire a casa mia, ci beviamo un caffè e chiacchieriamo un po”.’

‘Ok dai, ma sei sola? Voglio dire i tuoi non ci sono vero? Così parliamo dei fatti nostri tranquille, sai, i genitori a volte rompono’..’

‘Si, si tranquilla, papi lavora e mamma è al sud con dei clienti.’

‘Ok ci vediamo più tardi”

‘Si ciao..’

Paoletta, si distese sul divano e iniziò a pensare alla sua amica Mirella. Era anche lei una bella ragazza, assieme formavano una bellissima coppia, lei era più rotondetta, capelli lunghi, ondulati e scuri, gli occhi erano altrettanto scuri, un viso mediterraneo con la bocca carnosa e molto sensuale, certamente era brava a fare i pompini!! Il suo punto di forza era il seno, portava una quinta misura e le sue tette sembravano di marmo talmente erano sode e sollevate. Il ventre liscio e il delta di venere ricoperto da una fitta peluria di riccioli scuri.
Loro si conoscevano fin da bambine e con il passare degli anni avevano avuto mille occasioni per guardarsi reciprocamente i corpi nudi. Spesso si erano guardate intimamente per controllare le differenze tra di loro. Paoletta si ricordò di una volta in cui sole a casa di Mirella si erano messe nude e si erano esplorate vicendevolmente le fighette. Quella della sua amica era un po’ più lunga della sua e le grandi labbra si evidenziavano sporgenti e gonfie. Anche il buco era diverso, Paoletta ce l’aveva più stretto mentre Mirella sembrava all’antro di una piccola caverna. Magari quel pomeriggio avrebbero potuto rinverdire quei bei momenti e guardarsela adesso, dopo che lo stesso cazzo vi era penetrato all’interno.
Mirella aveva anche un bel culo, più grosso del suo ma altrettanto invitante, era alta qualche centimetro più di lei e aveva le gambe lunghe con delle belle cosce. Insomma anche la sua amica, nonché amante di suo padre, era una gran bella figa!!
Verso le quattordici, Mirella suonò il campanello e Paoletta le aprì la porta invitandola ad entrare, la fece accomodare sulla poltrona e la esaminò da capo a piedi.
Notò che il modo di vestire era differente dal suo, lei prediligeva le gonnelline, le calze autoreggenti, i tacchi alti e le magliette attillate, mentre Mirella amava i jeans, che indossava come una seconda pelle, le camicette abbottonate sul davanti e le scarpe da ginnastica basse. ‘

‘Cara Mirellina, lasciatelo dire, ma sei sempre una gran bella gnocca!!!’

‘Siamo diverse io e te, io bruna, tu bionda, io gli occhi scuri e tu li hai verdi, tu sei più magra e io più in carne, io ho le tettone esagerate, invece tu le hai più proporzionate, comunque cara Paoletta, anche tu sei figa una cifra!!!’

‘E’ parecchio tempo che non ci vediamo nude, ti ricordi qualche anno fa’..’

‘Si mi ricordo, eravamo curiose”’

‘Adesso non lo sei più? Io lo sono ancora sai?’

‘Ehi, vuoi vedermi nuda?’
‘Beh si perché no, si, mi piacerebbe’.’

‘Vuoi che mi spoglio qui o preferisci in camera tua?’

‘Mmmm, ma ache qui va bene sai, siamo comode no?’

‘Ok, da dove comincio?’

‘Ah decido io?’

‘Si dai Paoletta, è un gioco nuovo che non abbiamo mai fatto”

‘Alloraaa’., prima le scarpe’.’

‘Eccolo fat..to”

‘La camicetta adesso’.’

‘Devi avere pazienza devo sbottonare un sacco di bottoncini’..’

‘Tranquilla, anzi è meglio, è più eccitante’..’

‘Ti eccita vedermi spogliare???’

‘Direi proprio di si”’

‘Ecco fatto, ti piace il mio reggiseno bianco di pizzo?’

‘Ummmhhh, sii, proprio bello, te le tiene su proprio bene’

‘Ma sai che a me stanno su praticamente da sole’.’

‘Toglilo dai, fammi vedere le tue mammellone!!!’

‘Ehi, io mi spoglio, ma poi ti spogli pure tu!!’

‘Si certo se no come facciamo a fare il gioco delle differenze’

‘Ecco le mie tettine’.’

‘Oh Maria! Che balconata hai? Ma che misura porti? Le tue tette non conoscono la legge di gravità!!’

Mirella mise le mani sotto le sue enormi poppe e le fece ballonzolare un po”.

‘Ti piacciono? Porto la sesta da circa un anno. Hai visto come mi stanno su senza reggiseno?’

‘Mi piacciono un casino veramente, poi hai dei capezzoloni così lunghi e sporgenti!!!
Viene voglia di succhiarli sai?’

‘Sul serio me li succhieresti?

‘Si, si lo farei, adesso togliti i jeans’..’

‘Agli ordini padrona, eh, eh”..’

‘Ummhhh, che perizomino ridottissimo cha hai !! Girati, fammi vedere il lato ‘B’…’

‘Porcellina, vuoi vedere il culo alla tua migliore amica???’

‘Si, dai girati’.. Che bel culo che hai, sei uno schianto sai???’

‘Grazie Paoletta e adesso tocca a te’..’

‘Che fai le mutandine non te le vuoi togliere? Ti vergogni?’

‘Vuoi proprio vedermi nuda, nuda eh??’

‘Si dai toglile”’

‘Ecco, così sono come mi ha fatta mamma”’

‘Che pelo nero!! Adesso siediti e apri bene le gambe’..’

Mirella si sedette e ubbidiente aprì le cosce a compasso”

‘Apritela con le dita, come facevamo un tempo’..’

‘Cosìì???….’

‘Che bella che ce l’hai, la leccherei sai?’

‘Dai non fare la porcella e spogliati tu adesso, togliti prima la maglietta”’

Paoletta si sfilò la maglietta e come al solito sotto non indossava il reggiseno’

‘Anche tu non hai delle tettine tanto piccole sai??’

‘Io porto la quarta misura, ma quando vedo le tue, le mie sembrano piccolissime’.’

‘Ma i capezzoli sono sempre così dritti?’

‘Si, non so perché ma li ho eternamente dritti’.’

‘Dai adesso la gonna’..’

‘Basta sganciarla qui e oplà eccomi quasi nuda’.’

‘Ti piace l’intimo nero? ‘

‘Si mi piace che sia di pizzo nero..’

‘Ummhhh sexy, molto sexy, fai venire voglia di togliertele’.’

‘Toglimele tu dai, ”’

‘Ok, lo faccio con piacere’ Ma’ sei tutta depilata, oh che meraviglia, che fighetta liscia, wowww, bellissima, posso dargli un bacetto??’

‘Si Mirellina, ma ti avverto che tanto asciutta non sono’..’

‘Siediti in poltrona e anche tu apri le gambe”’

Da quel momento, le cose cambiarono all’improvviso, la lingua di Mirella si insinuò fra le pieghe della vagina, esplorandone gli anfratti più reconditi, si posò sul clitoride e lo lambì a lungo. Paoletta semi sdraiata con gli occhi chiusi e la bocca sensualmente aperta, si toccava i capezzoli sfiorandoli con i palmi delle mani, Mirella gliela aprì con le dita e ci infilò la lingua tesa dentro al buco vermiglio. Godeva, la piccola Paoletta godeva da impazzire, l’aveva immaginato così il suo primo amore lesbico, dolce e sensuale, delicato e impudico e ora lo stava vivendo intensamente. Prese poi il capo della sua amica e si prendendola per mano si alzò dalla poltrona e la condusse in camera sua. La fece sdraiare supina sul letto con le gambe a penzoloni e rimanendo in piedi si chinò con il culetto in aria a leccarle a sua volta la figa. Le due donne erano assorbite completamente dai loro sensi che non si accorsero dello scatto della serratura.

Luigi, per fare una sorpresa a Paoletta quel pomeriggio aveva chiesto un paio d’ore di permesso per delle inesistenti commissioni, quindi, piano piano, aprì la porta di casa, maledicendo l’inevitabile scatto della serratura, ed entrò, andò in cucina, bevve un bicchiere d’acqua e poi entrò in salotto’
Vide in quel momento un mucchio di roba sopra ad una poltrona. Mutandine da donna, un reggiseno, jeans, camicetta, gonna” Pensò che Paoletta si fosse cambiata in salotto, poi sentì un mugolio provenire dalla camera di sua figlia e si avvicinò. L’avrebbe sorpresa di sicuro mentre si stava sditalinando’ Aprì la porta e per poco non gli prese un coccolone!!!
La sua creatura era lì con il suo fantastico culetto in aria mentre leccava la figa ad un’altra donna. Da dietro non riusciva a vedere il viso della fortunata, quindi, quatto, quatto si avvicinò, si tolse i calzoni lentamente e quindi le mutande, con il cazzone duro e dritto in avanti, si avvicinò al sedere di sua figlia, le toccò i fianchi e lei sorpresa si girò di scatto.
Nello stesso momento Mirella si mise a sedere e lo vide, gli sguardi di tutti e tre si incrociarono fulminei, poi la sua bambina, spiegò loro tutto ciò che sapeva. Luigi con il cazzo floscio, si guardava attorno meravigliato, in pochi secondi era stato scoperto dalla sua amante in atteggiamenti che nulla lasciavano alla immaginazione. Fece per andarsene, ma la piccola Paoletta lo prese per un braccio e gli disse candidamente”

‘Paparino, siamo in due e sappiamo che entrambe ti piacciamo, stai qui, gioca assieme a noi’.’

‘Io, ecco, non so, è meglio che me ne vado, sono imbarazzato, è una situazione che non so cosa fare”’

‘Pà, tranquillizzati, guarda che bella figa che è Mirella, già la conosci è vero ma è pur sempre una gran gnocca!!! So che anch’io ti piaccio da morire vero? E allora, se stai qui con noi””

Mirella a quel punto scese dal letto e si strusciò con le pesanti mammelle contro il torace di Luigi, quindi senza staccarsi dal suo corpo scivolò in basso fino ad accogliere il grosso e lungo cazzo fra le sue poppe. Se le strinse lateralmente imprigionandogli il pene che nel frattempo si era irrigidito. Paoletta lo abbracciò da dietro e si strofinò con i capezzoli contro la schiena, poi scese in basso e infilò la sua lingua fra le chiappe di suo padre, cominciò a leccargli dapprima il solco e poi il buchetto posteriore, lo umettò per bene e poi ci infilò un ditino dentro. Le due femmine assatanate lo condussero sul letto e Mirella si mise a pecorina, lui le fu dietro e lo infilo in quella figa che ormai conosceva molto bene. Paoletta si sedette sul letto appoggiando la schiena alla testiera quindi spalancò le gambe e prendendo per i capelli la sua amica la invitò brutalmente a leccarle la figa. Venne per primo Luigi che scaricò nella vagina di Mirella una cascata di sperma, poi toccò a Paoletta e quindi sollecitata dalla lingua del suo amante venne anche Mirella.

Sdraiati tutti e tre fianco a fianco si accarezzarono dolcemente, mentre già la mente malata di Paoletta, studiava nuove ed esaltanti situazioni.

Le avventure di Paoletta continuano’

Buon sesso a tutti da parte di ombrachecammina
e-mail: alexlaura2620@libero.it

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