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Racconti Erotici EteroRacconti erotici sull'IncestoTrio

148 – Claudia da puritana a zoccola incestuosa 2

By 27 Marzo 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Per almeno dieci giorni rimasi mentalmente intontita, non riuscivo a ragionare a mente fredda, non sapevo giustificare il mio comportamento e mi era estremamente difficile anche comprendere quello degli altri. Io, che della correttezza, dell’onestà intellettuale, del rispetto delle regole, ne avevo fatto una connotazione particolare, io, che mi ero adoperata costantemente nell’educare secondo questi principi i miei figli, ora mi trovavo coinvolta pesantemente in una storia sordida, squallida, fondamentalmente sporca e intrisa di gravissimi peccati.
Mi ero macchiata di incesto, uno dei più gravi atti che una madre possa perpetrare! Assieme a me, mio marito, che a sua volta era stato accondiscendente e poi per ultimi i nostri figli, anche loro comunque responsabili di quanto successo. Questi i miei scuri pensieri, queste le nuvole cariche di tempesta che si muovevano minacciose nella mia mente ottenebrata pesantemente dai sensi di colpa. Mi accorsi di aver lasciato nel mio cervello uno spiraglio che ogni tanto come un potente raggio di luce, come un flash dal fotografo, trafiggeva le nuvole e mi rimandava immagini e scene che mi donavano attimi di serenità. Voglio dire che, ciò che avevamo fatto, era si stato assolutamente riprovevole, ma era anche stato, un atto d’amore e una forte passione che ci aveva attratti fatalmente uno all’altro, oserei dire uno dentro l’altra, con un gioco di incastri sensualmente armonico e armonioso.
Questo spiraglio, a mio parere, fu la chiave che ancora una volta mi aiutò a scardinare le mie deboli resistenze e a rendermi nuovamente disponibile a partecipare ad un orgia trasgressivamente incestuosa.
Il tutto avvenne ancora una volta una domenica sera, il giorno della settimana che, ormai, per la nostra famiglia allargata, era divenuto il giorno del peccato.
Successe naturalmente che la famiglia di Gianni, lui compreso, si riunisse come sempre nella loro camera da letto e che dopo qualche minuto si aprissero le danze. Nostro figlio Tommaso ci disse che a lui sarebbe piaciuto entrare in camera con loro e divertirsi un po’.
Provai a scandalizzarmi, ma riuscii solo a suscitare delle risate sarcastiche. Mio marito disse che sarebbe bastato mettersi tutti nudi e poi molto semplicemente aprire l’uscio della loro camera.
Ci fu una reazione a catena molto significativa, tutti appoggiavano l’idea di Tommaso.
Pensai per un attimo a noi sette assieme a loro cinque, dodici persone in tutto, di cui otto erano maschi e quattro erano femmine. Realizzai che ci sarebbero stati due maschi per ogni femmina e mi accorsi che fra le mie gambe un certo calore umido si stava già propagando. Lei era la colpa di tutto ciò che era successo, la mia eccitantissima figa, lì, fra le sue labbra chiuse si svolgeva un processo di allagamento che non riuscivo a contrastare, al quale ero obbligata a rispondere affermativamente. Vidi mia figlia Rita sfilarsi la maglietta e armeggiare sulla schiena con il gancio del reggiseno, le sue tette sbocciarono libere e sode, anche Carla iniziò a spogliarsi, poi mio marito, e via via tutti gli altri, quasi senza accorgermene io ero in mutande e reggiseno. Mi tolsi anche quelli e anch’io fui nuda. Tommaso si mosse verso la porta della stanza dei nostri cognati, si abbassò a guardare poi deciso spalancò la porta. Gianni, in poltrona, con il cazzo mezzo duro, si alzò di scatto in piedi, poi ci vide tutti integralmente nudi e si lasciò cadere nuovamente in poltrona. Mirko stava inginocchiato davanti a suo fratello Simone e glielo stava succhiando, sul letto invece, Luca stava sdraiato supino e a cavallo di lui Marta lo stava galoppando. Il nostro ingresso provocò una specie di fermo immagine generale, furono tutti sbigottiti, ma anche positivamente sorpresi di vederci in tenuta adamitica. Guardai Gianni, aveva in mano il suo cazzo che era diventato durissimo. Mi avvicinai a lui, mi inginocchiai sulla poltrona infilando le gambe una di qua e una di là dei suoi fianchi, glielo presi con due dita e me lo guidai in figa. Aveva un bel cazzone pure lui e accompagnata dallo sciacquio che provocava la mia figa fradicia, iniziai a cavalcarlo ficcandomelo dentro fino alla radice. Lui si impossessò delle mie poppe e me le strizzò con forza, poi posò la bocca sui miei capezzoli suggendomeli voracemente, mi piaceva troppo, era veramente tutto troppo bello. Sentivo mio cognato spingermelo dentro con energici colpi di bacino e io che con un sincronismo perfetto, mi lasciavo cadere impalandomi fino a sentire la sua cappella cozzare in fondo alla mia vagina ormai allagata. Di fianco, intanto, vedevo i due fratelli Mirko e Simone che si stavano organizzando con la mia piccola Rita. Simone era sdraiato sul tappeto e la ragazzina gli si era ‘seduta’ sopra infilandosi il cazzo in figa, da dietro Mirko, spingendola con una mano sulla schiena a piegarsi in avanti, gli stava appoggiando la cappella sullo sfintere anale, sentii Rita lamentarsi fortemente ma vidi lui che inesorabilmente glielo spingeva nel culo. Ciò che stavo facendo io e la scena che vedevo, mi portò all’orgasmo molto velocemente, urlai come al solito il mio piacere e poi mi accasciai sul petto di mio cognato che con alcune spinte decise e diverse contrazioni del suo pene mi eiaculò dentro. Mi sfilai da lui e vidi che il cazzo di Gianni non era nemmeno ancora divenuto flaccido. Pensai che non era il membro di mio cognato a non funzionare e che forse il problema stava nel comportamento o nel fisico di mia cognata. Mi sedetti sull’unica sedia e così ebbi la precisa visione di tutto ciò che stava succedendo. Innanzitutto il sonoro, era tutto un mescolarsi di voci, di strilli, di incitamenti scurrili, di sospiri più o meno soffocati, di passione estremizzata fino al parossismo. Riuscii a non stupirmi nel vedere mio marito, eterosessuale convinto, che succhiava il cazzo a nostro figlio Andrea. La giovane mia bambina Carla era presa a sandwich dai suoi fratelli Tommaso e Pietro.
Pensai che la piccola se lo prendeva tranquillamente in culo da suo fratello Pietro che era in possesso di un vero mega cazzo. Già forse non era più vergine nemmeno nel culo.
Decisi allora di dare una mano a mio marito e mi inginocchiai di fianco a lui, che senza nessun problema mi offrì il cazzo di mio figlio, glielo presi in bocca e con tutta l’esperienza che possedevo mi adoperai a farlo godere il più intensamente possibile. Dopo un paio di minuti Andrea con voce roca””..

‘Mamma, sborroooo, sborroooo””

Matteo, me lo tolse letteralmente dalla bocca e se ne impossessò, lo inghiottì fino alla radice e compresi dal movimento del pomo d’adamo che stava ingoiando tutta la sborra di suo figlio. Io mi coricai a terra e presi in bocca il pene durissimo di mio marito, lo ciucciai fino a farmelo venire in gola, anch’io mandai giù tutto il suo denso e caldo nettare. Mi sollevai con una colatura che mi usciva lateralmente dalla bocca e che mi scendeva lentamente sul mento. Mi pulii con l’indice e il medio della mano destra che poi mi portai alla bocca, li leccai avidamente e assaporando il gusto dello sperma lo mandai giù direttamente nello stomaco. Marta, a forza di cavalcare Luca, emise un grido prolungato e venne sbattendo forte le chiappe sulle cosce di suo figlio. Carla con i due cazzi piantati nella figa e nel culo cominciò a sua volta a godere mentre i due maschi la sbattevano a fondo. Tommaso e Pietro la lasciarono venire e poi insieme le riempirono la figa e il culo di sborra. Mi girai e sulla sua poltrona preferita Gianni si stava masturbando con il cazzo duro, in quel momento giunse sua moglie Marta che glielo prese in bocca, dopo pochi secondi lui la allontanò togliendogli il cazzo molle dalla bocca. Mi avvicinai a Marta e mi piazzai di fianco a lei, mi appropriai del cazzo di Gianni e cominciai a leccarlo, lo sentii nel palmo della mano risollevarsi gradatamente, lo lasciai libero un istante e spiegai a Marta cosa doveva fare, lei prima indispettita, provò a seguire i miei consigli e finalmente il povero Gianni sorrise. Feci a mia cognata una vera lezione di pompino, le consigliai di aprire bene la bocca per evitare di toccare con i denti la sensibilissima cappella, le feci vedere come si doveva succhiare, non come una idrovora ma con grazia, lievemente, avvolgendo il glande con tutta la bocca, le feci vedere anche come muovere la lingua sotto il glande scappellato e anche come leccare il frenulo, a piccoli e veloci colpetti. Insomma fu una vera lezione che una puttana pompinara come me era capace di impartire. Lasciai i miei cognati a fare e ricevere un pompino e mi accorsi che attorno a me, si udivano solo più sospiri di soddisfazione, nessuno, a parte Gianni e Marta, era intento a fare sesso, tutti si stavano riprendendo dalle fatiche appena sostenute.
Attesi che mia cognata ricevesse il caldo omaggio di suo marito, direttamente in bocca e poi feci cenno alle donne di raggiungermi in mezzo alla stanza. Mi sistemai e feci sistemare le altre sedute in terra con la schiena appoggiata una all’altra, formando in pratica una specie di croce, poi chiamai gli otto maschietti e dissi loro che noi femminucce avevamo sete di sborra.
Loro non si fecero pregare due volte, si alzarono e si misero in cerchio in piedi attorno a noi, cominciarono a menarsi il cazzo, io, ben presto seguita dalle altre, iniziai a sditalinarmi, gli uomini avevano i piedi in pratica fra le nostre gambe distese sul pavimento. Fui la prima a ricevere gli schizzi di sperma, poi nel giro di alcuni minuti altri lacci di sborra raggiunsero me e anche le altre. Mi diedi da fare a pulirmi con le dita ingoiando tutto il saporito succo che mi avevano donato.
Che fantastico baccanale che eravamo riusciti a realizzare!!! Dopo quella volta, io non ho più avuto problemi di nessun tipo e nemmeno pensieri cupi e tormentosi. Ho deciso che vivo la vita assieme ai miei figli e a mio marito nel modo più godereccio possibile, in fondo si vive solo una volta!!!!

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