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155 – Anthology Alessia – La grande ammucchiata

By 16 Aprile 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Per qualche giorno mi sentii pienamente appagata e riuscii anche ad applicarmi serenamente ad imparare la parte da odalisca che mi era stata assegnata nello spettacolo serale che da lì a qualche giorno avremmo dovuto recitare davanti agli ospiti dell’hotel.
Lo spettacolo in effetti andò bene e ricevemmo i complimenti del pubblico numeroso che era accorso ad assistere nell’arena del villaggio.
Una sera, assieme a Moreno e a Diletta, accompagnammo una decina di turisti, in una famosa discoteca di Naama Bay. Si divertirono loro e ci divertimmo anche noi. Ballai con Moreno e anche molte volte con Diletta. Nel gran frastuono che faceva la musica sparata al massimo nelle potenti casse, Diletta ed io, urlando a pochi centimetri dalle orecchie, riuscimmo persino a scambiarci qualche battuta. Venni così a sapere che il nostro Moreno era gay. Un po’ l’avevo capito dai suoi comportamenti e dalle movenze femminili del suo corpo. In effetti lui, sculettava e muoveva in modo anomalo le mani, con gesti che non si potevano definire propriamente androgini. Ritornammo verso le quattro del mattino in hotel e mi feci subito una bella doccia immediatamente seguita da Diletta. Mi buttai sul letto e lei subito appresso mi seguì. Parlammo alcuni minuti completamente nude una a fianco dell’altra. Diletta aveva un corpicino fantastico, il seno all’incirca di terza misura, il pube depilato, i fianchi pieni ma non troppo e un sederino da far resuscitare un morto. La fata, usando la lingua toscana mi disse’..

‘Sei proprio una gran fica!!!’

‘Anche tu sei una gran figa sai???’

‘Ma che tu sei lesbica???’

‘No, non sono lesbica, a me piace il cazzo ma anche, come la chiami tu, la fica!!!’

‘Anche a me piace il bischero, ma pure la potta non mi dispiace!!!’

Nonostante le parole per me un po’ astruse, compresi che entrambe eravamo bisessuali”..

‘Ma tu da quanto tempo sei qui al villaggio???’

‘Da quattro mesi e mezzo”

‘Ma”. , insomma, da quanto tempo è che non fai”’

‘Vuoi sapere da quanto non trombo????’

‘Ecco, si, da quanto tempo??’

‘Nel primo mese niente, poi mi sono innamorata di un ragazzo dell’animazione, che dopo quindici giorni è tornato a casa. Per cui sono circa tre mesi che non batto chiodo!!’

‘Se ti faccio una confidenza mi prometti che non la vai a raccontare a tutto il villaggio???’

‘Guarda che io non sono pettegola, quindi con me sei sicura.’

‘Ok, io circa venti giorni fa sono andata da Khafra, sai quello dei massaggi e’. insomma tra un massaggio e l’altro abbiamo scopato!!’

‘Brava Alessia, è proprio un gran bonazzo quello lì. Ma com’è il suo batacchio???’

‘Un cazzo fuori misura e poi lui sa veramente far godere una donna!!!’

‘Dicono che qui in Egitto gli uomini amino molto il sedere delle donne!!!’

‘Già, ti posso confermare che è la verità!!’

‘Ma’ te lo ha messo nel”. ‘

‘Si, me lo ha proprio messo nel” culo!!!’

‘Io lì sono ancora vergine’. Ma, com’è ‘ prenderlo in quel posto??’

‘Fa male le prime volte poi, dopo, piace, a me piace parecchio’.’

‘Mi fai eccitare a parlare di ste cose sai???’

‘Anche io mi sono eccitata”

‘Hai la fica bagnata??’

‘Toccala dai, ho capito che ne hai voglia’..’

‘Posso sul serio???’

‘No per finta!! Ma dai se ti dico di toccarla toccala!!!’

Nel dire queste parole, aprii le cosce e le mostrai la mia fighetta aprendogliela con due dita.
Ci mise il suo ditino medio e vi scivolò subito dentro, mi penetrò girando il dito all’interno, poi tuffò il suo viso fra le mie gambe e la sua lingua sostituì il dito. Con la punta della lingua, che teneva rigida, penetrò all’interno della mia piccola caverna, poi risalì e raggiunse il clitoride. Lo prese fra le labbra continuando a picchiettarlo, poi lo succhiò ed io andai in visibilio. Le tenni il capo premuto contro la mia umida fessura, mentre sentivo salire il piacere dal profondo del mio ventre”..

‘Ummmmm Diletta, aspetta un attimo, aspetta”..’

Lei smise e sollevò il volto bagnato dalla mia figa, mi guardò ed io le disse che la volevo leccare anch’io. Si spostò dalla sua parte del letto, appoggiò il capo sul cuscino e sollevò le gambe tenendosele con le mani sotto le ginocchia. Gliela leccai e le lambii anche il roseo buco del culo, glielo insalivai il più possibile e poi, mentre iniziavo nuovamente a leccarle la figa, le infilai un dito nel culo. Era molto sensibile in quella zona e cominciò così a gemere e a sospirare rumorosamente. Estrassi il dito e me lo infilai in bocca per meglio insalivarlo, sentii il gusto amarognolo del suo sfintere e mi eccitai ancora di più. Lei si lamentò per questa mia manovra, pretendeva che continuassi a penetrarla analmente. Allora introdussi due dita nella mia bocca e poi dentro la sua scivolosissima vagina, quindi le forzai l’anello anale e gliele infilai nel suo strettissimo sedere. Un lieve lamento, accompagnò questa mia manovra, ma la puttanella godeva come una maialina in calore. Le leccai il clitoride mentre le mie dita entravano e uscivano dal culo. I suoi movimenti fatti di scatti improvvisi mi fecero capire che l’orgasmo era alle porte, stantuffai con più energia e mi concentrai sul clitoride”..

‘Aaaaaahhhhh, ahhhhaaahhhhhhhh, aaaahhhhhh, siiiiiiiiiiiiiiii, siiiiiiiiiii, Ale sei gradeeeee’.. vengooooo, vengooooooo, vengoooooooo’.. oooohhhhhh, oooohhhhh, uuummmhhhhhh, uuuuummmhhhhh” oooohhhhhhhhhh. Uuummmhhhhhhhh””

Meraviglioso fu il veder godere quella tenera fanciulla. Sembrava, dal suo aspetto fisico, ma ancor più da quello del suo dolce e delicato visino, che i suoi diciotto anni, in realtà fossero quindici, massimo sedici. Ecco, dicevo, il veder godere questa incantevole creatura provocava in me uno stato di maggiore euforia ed eccitazione. La tenera pseudo bambina si calmò e dopo il coma profondo provocatole dall’orgasmo, riprese conoscenza. Si rese immediatamente conto che io ero lì, sdraiata e con le cosce spalancate, in attesa di ricevere le sue dolci attenzioni. Si rimise con la bocca e la lingua a stretto contatto con la mia figa e questa volta si adoperò a ricambiare il piacere che gli avevo dispensato io in precedenza. Le sue dita penetrarono prima nella mia figa e poi subito appresso nel mio buco del culo. Mi stantuffò abilmente e altrettanto abilmente mi leccò la vagina e il clitoride.
Come al solito svegliai mezzo hotel urlando senza controllo il mio intenso piacere e venni godendo come una matta. Wow, che orgasmo!!! Mi resi conto che tutti gli orgasmi erano diversi uno dall’altro e che singolarmente davano sensazioni con lievi o anche profonde sfumature differenti fra di loro. Si, pensai, la mente è la guida delle nostre azioni, ma spesso, specie per ciò che si riferisce all’attività sessuale, il corpo dona sensazioni che sono irrazionalmente disgiunte dalla materia grigia. La dolce bambina mi sorrise in modo disarmante, era tornata la fanciulla dall’aspetto innocente, casto e puro. Nessuno avrebbe mai pensato che solo pochi minuti prima, lei si stava facendo leccare la figa, anzi, come la chiamava lei, la fica e che, contemporaneamente, si stava pure facendo ficcare un paio di dita nel culo!!
Io mi guardai allo specchio e vidi il mio solito viso da ragazza giovane ma già navigata, insomma la classica faccia da troia incallita!!
Nel giro di un mesetto scarso, già ero riuscita a farmi rombare da un egiziano e a lesbicare con la mia amica e compagna di camera. Dopo una innumerevole serie di unioni omosessuali, dovetti salutare purtroppo la mia bellissima e dolcissima amante. Erano scaduti per lei i sei mesi e non l’avevano confermata presso quel resort. Sarebbe tornata a casa e poi dopo un mese sarebbe partita per nuova destinazione. Altri ‘bischeri’ e altre ‘potte’ l’attendevano in chissà quale posto del mondo!!! A me restavano ancora circa tre mesi e già la mia mente malata pensava a chi sarebbe stata la nuova ospite che avrebbe sostituito Diletta in camera mia. Difficilmente avrei avuto una compagna di stanza bella e pure bisessuale come il mio angelo biondo. Difatti, la nuova ospite, che si chiamava Lisa, non era bella per niente, solo le tette erano all’altezza della situazione, ma il viso e tutto il resto, invece non lo erano affatto. Sembrava un trans nemmeno troppo bello, l’unica cosa positiva era che non si faceva problemi a mostrarsi nuda e a vedermi nuda. Aveva la figa nascosta da un folto bosco nero di peli aggrovigliati e le tettone credo di sesta misura che lei mostrava con orgoglio. Inizialmente non riuscii a scioglierla e a divenire per lei una amica o comunque una persona di riferimento, ma poi poco per volta si sciolse e dopo un certo periodo di tempo tra di noi si instaurò un rapporto più confidenziale e aperto. Lisa era una donna, aveva in effetti trent’anni ed era sposata. Le dissi che doveva essere dura la vita, così tanti mesi lontana,lei da lui e lui da lei. Lei mi rispose che in realtà lo era, ma che quando tornava a casa c’erano poi dei lunghi periodi di fuochi artificiali. Ridemmo entrambe di gusto poi io tentai un ulteriore avvicinamento confidenziale”’..

‘Beh, certo che tuo marito con ste tette monumentali che hai si deve divertire un mondo!!!’

‘Si, si diverte lui ma mi diverto pure io!!!’

‘Beh certo, se te le tocca sicuramente piacerà anche a te!!!’

‘No, cioè si, è vero, ma non volevo dire questo’ ecco, io dicevo.. che lui ha una cosa che come le mie tette è come dici tu monumentale!!!’

‘Credo di aver capito’ è’ superdotato???’

‘Già è ben sviluppato!!!’

Con la mia ostinazione e perseveranza ero riuscita a rompere la dura scorza della mia nuova compagna Lisa. Non volli approfondire l’argomento per non darle l’impressione di essere troppo invadente e curiosa e lasciai quindi cadere il discorso.
Con lei comunque non successe mai nulla di strano e così trascorsero altri trenta giorni. Mi stavo ormai abituando ai soli ditalini ai quali non potevo rinunciare. Era difficile stare in spiaggia e vedere tutti quei corpi mezzi nudi e non covare dentro il forte desiderio di sesso e da qui la necessità quasi fisiologica di masturbarsi per raggiungere quella momentanea tranquillità e rilassatezza necessaria al buono svolgersi delle attività per le quali ero stata mandata a in quel luogo a lavorare.
Poi non era solo la spiaggia il luogo dove nascevano in me quelli che si chiamano ‘i cattivi pensieri’, ma era un po’ dappertutto, in discoteca, al ristorante, sui terrazzi, ai bordi delle piscine, insomma veramente uno stillicidio di eccitazioni che si trasmettevano quotidianamente dagli occhi al cervello e poi alle zone dove i nostri punti erogeni più sensibili si auto stimolavano.
Nei giorni a venire, tentai più volte di penetrare nella dura scorza di Lisa, ma capivo che più di tanto non sarei mai riuscita a sapere. Appena si parlava di sesso, di desiderio o di passione, lei con un paio di battute chiudeva rapidamente il discorso.
Un mattino, nel mio giorno di riposo, me ne stavo sdraiata su un lettino al bordo della piscina. Dietro di me un muretto in pietra, davanti, la piscina affollata e sullo sfondo il mare, che quel giorno, dato il forte vento, era parecchio agitato. Le palme si agitavano anch’esse e provocavano con le loro foglie un forte fruscio che copriva appena le note di un tormentone in voga in quel periodo. Quando il sole cocente scaldava il mio corpo con i suoi raggi, tutti i pensieri, anche quelli sconci sparivano del tutto e mi lasciavano dentro un senso di pace profonda.
Fui disturbata da una voce maschile, aprii gli occhi e vidi che ad un metro da me si stavano installando due ragazzi biondissimi e una ragazza altrettanto bionda. Parlavano italiano e discutevano fra di loro sul posto da occupare. Verso le dodici mi alzai e mi tuffai in acqua, nuotai per una decina di minuti poi risalii la scaletta, mi rimisi al sole fin quando non percepii che il mio costume era ormai asciutto. Quindi, mi alzai e mi incamminai verso la mia camera. Lì giunta mi spogliai, mi feci la doccia e mi cambiai per andare a pranzo. Al ristorante preferii mangiare da sola, riempii un piatto con una quantità industriale di insalata e me la mangiai avidamente. Verso le quattordici, tornai in camera e mi rimisi il costume, quindi, approfittando del fatto che il vento se n’era andato, scesi in spiaggia e mi sistemai sola soletta su un lettino a pochi metri dal confine con il resort di fianco al nostro.
Mi addormentai, fin quando fui svegliata da una mano delicata che mi sfiorò la spalla. Di soprassalto aprii gli occhi e vidi, in piedi di fianco a me, vestito con la solita ‘galabya’ bianca, il mio massaggiatore personale Khafra.
Gli sorrisi e lui ricambiò il sorriso aggiungendo anche una dolce carezza sul mio viso. Guardai l’ora, erano le diciassette, il sole era molto basso, lui si guardò attorno e vedendo che non c’era nessuno si sedette sul bordo del lettino, si chinò e mi diede un morbidissimo bacio sulle labbra. Parlammo un po’ scambiandoci carezze e coccole di continuo, poi verso le diciotto, dopo che, dando vita ad uno spettacolo indimenticabile, la palla rosso fuoco del sole, si suicidò dentro al mare, lui, si sfilò la sua tunica bianca, e si mostrò a me con indosso un costume colorato aderente. Prese poi un lettino, lo accostò al mio e si sdraiò. Improvvisamente, mentre stavamo ancora mollemente sdraiati a goderci un lieve venticello che portava frescura alla nostra pelle arsa dal sole, ci colse l’imbrunire. A vista d’occhio, mi accorsi che eravamo praticamente soli in tutta la spiaggia, anche gli altoparlanti avevano cessato di ritmare la nostra giornata. Vi era un assoluto silenzio, e noi come due piccioncini, ci baciammo appassionatamente. Le nostre mani percorsero i nostri corpi seminudi, io frugai dentro al suo costume alla ricerca della sua dura virilità.
Lui scostandomi le mutandine del costume fece scorrere le dita fra le labbra della mia fessura, scoprendola già umida, scivolosa e pronta al sesso. Assorti nel nostro menage sobbalzammo nel sentire una voce vicina ””

“Ehi, non siete soli, ci siamo anche noi ”.

Ci voltammo e ci accorgemmo solo allora della presenza dei due ragazzi e della ragazzina, tutti e tre con i capelli biondi, quelli che in mattinata si erano sistemati di fianco a me e al mio lettino nei pressi della piscina.

“Ci presentiamo io sono Manlio, lui è mio fratello Paolo e lei è la nostra sorellina Marialuisa. ”

“Piacere, io sono Alessia e lui è Khafra”

‘Voi continuate pure, noi siamo autonomi”.’

Poi senza dire altro, Manlio e Paolo si abbassarono l’elastico del costume fin sotto le palle e ne uscirono due bei cazzi duri e con le cappelle lucide e paonazze. Con mia grande sorpresa vidi la giovanissima ragazzina slacciarsi il reggiseno del costume e sciogliere i laccetti del perizoma, aprì quindi le gambe e l’esile indumento, cadde sulla sabbia, lasciandole completamente nuda con la fighetta implume alla mercè dei nostri sguardi libidinosi. Senza problemi Marialuisa si lasciò cadere in ginocchio sulla sabbia, quindi impugnò i due membri eretti dei suoi fratelli ed iniziò a spompinarli uno per volta a turno. Dopo pochi attimi, i fratelli la fecero mettere a pecorina, poi, quello che si chiamava Manlio, appoggiò anche lui le ginocchia sulla sabbia le prese il capo abbassandoglielo in modo che lei potesse continuare a succhiarglielo. Paolo invece le si mise dietro al culetto ben esposto della sorella e dopo averle sputato sul buco del culo, le appoggiò il duro cazzo allo sfintere e la penetrò profondamente.

Le gesta mie e di Khafra e quelle incestuose dei tre fratelli non passarono inosservate e mentre noi si continuava a fare tranquillamente sesso in pubblico, due inservienti egiziani, intenti a sistemare uno sull’altro i lettini ormai vuoti, si accorsero di noi e si avvicinarono.
Parlarono in italiano”’

“Amico, possiamo partecipare anche noi?”

Khafra mi guardò negli occhi e comprese, senza che io nemmeno parlassi, che ero perdutamente d’accordo. Lui eccitato e illanguidito rispose quindi per tutti e due”

‘EEmmmhhh, credo che Alessia sia d’accordo ‘..’

Manlio e Paolo a loro volta invitarono i due addetti ad unirsi a noi”

‘Venite ragazzi che ci divertiamo”

La situazione era molto particolare, ormai il sole era completamente tramontato ed era sopraggiunta la penombra, dal viale soprastante i molti lampioni accesi rischiaravano debolmente la zona dove c’eravamo noi. Vidi i due uomini sollevare la loro ‘galabya’ a confermarmi ancora una volta che lì sotto molti egiziani, erano completamente nudi. Uno dei due, quello un po’ più scuro di pelle, aveva un cazzo incredibile. Pareva avesse una proboscide che si proiettava in avanti lievemente arcuata verso il basso. Sorrisi e Khafra ancora una volta mi lesse nel pensiero”’.

‘Scommetto che ti piace il mio amico Geb”.’

‘Si, Khafra, mi piace veramente tanto, ma anche l’altro non è per niente male’..’

‘L’altro si chiama Horus, è molto giovane e gli piacciono anche tanto i maschi’..’

Gli sorrisi e senza rispondere aprii per bene le gambe. Poi, in quella atmosfera romantica, guardai i nuovi arrivati e loro compresero immediatamente. Non dissi nulla, sorrisi

In pochi attimi mi trovai con Khafra che mi leccava la figa e i due che di fianco al lettino mi offrivano i loro cazzi eretti. Li impugnai e iniziai a masturbarli, poi Geb scavalcò il lettino e abbassandosi mi ficcò il suo grosso batacchio fra le tette. Glielo imprigionai fra di esse tenendo con entrambe le mani le mie tettone ben premute sopra. La sua cappellona mi arrivava fin dentro la bocca e ad ogni affondo io gliela leccavo. Godevo come una matta, con un cazzo in mano e uno tra le tette, mentre sapientemente Khafra me la leccava.
Geb, poi mi disse”’

‘Girati puttana italiana”..’

Con quel cazzo poteva dire tutto ciò che voleva ed io, vera puttana italiana, mi girai, lui mi fu dietro e il suo grosso e nodoso bastone mi entrò prepotentemente nel culo.
Mi fece un po’ male ma sopportai, cominciai a gemere ma la mia bocca in men che non si dica fu riempita da un cazzo, era quello di Manlio. Aprii per un attimo gli occhi e vidi la giovanissima biondina che si stava facendo sbattere sopra un lettino da Horus.
La giovane età spesso ti porta a non saper controllare i tuoi istinti e così mi sentii invadere la bocca da densi fiotti di sperma caldo che il buon Manlio mi stava elargendo in abbondanza.
Ingoiando e leccandogli il cazzo pensai che la sborra era veramente una prelibatezza e che io troia com’ero non potevo non gustarmela ogni volta che se ne presentava l’occasione.
Mi voltai e vidi che dietro a Geb si stava posizionando Paolo, Il ragazzo appoggiò una mano sulla schiena dell’egiziano e lo fece in pratica sdraiare sulla mia groppa, poi sentii nel mio culo il cazzone di Geb sprofondarmi tutto dentro mentre il biondino se lo inculava violentemente. Per me era come se il cazzo di Paolo si prolungasse fino a raggiungere quello dell’inserviente egiziano, i due andavano perfettamente in sincrono, e io godevo come una vera maiala!!!…………

‘Woooowwww!!! Mi fate godereeee!!! Siete dei maialiiii”’

Paolo incitava Geb e gli diceva le porcate più indicibili’..

‘Che culo che hai egiziano ricchione!!!! Ce l’hai bello aperto il culo eh??? Quanti cazzoni ti sei preso finocchio nero del cazzo!!!!!!?????’

‘Metti nel culo a me che io inculo tua amica italiana”..’

‘Siiiii, sborratemi in culoooo!!! Daiiiii Gebbbbb’.. Daiiiiii inculamiiiiiiii’.. continuaaaaa”
Fammi godereeee” godereeeee’.. daiiii’.. daiiii’. Siiiiiiiii. In fondoooooo’. In fondoooooo” daiiii che ven’goooo. Ven’.goooooooooooo””..’

L’ultimo urlo fu soffocato dal cazzo di Khafra che mi si piazzò in bocca e cominciò contemporaneamente e sborrare. Ero in estasi, il mio stomaco era ormai saturo di sperma e
Il cazzo di Geb che ormai mi entrava dentro fino alla radice. Mi sentivo veramente impalata, avevo l’impressione che quel grosso e lunghissimo tronco mi arrivasse fin dentro al mio apparato digerente.

‘Egiziano ricchione ti sborro in culoooooo’.. sborrooooo’… sborroooooooo” aaaaaggghhhhh”.aaaaaggghhhhhhh””.’

‘Prendi mia sborra italiana puttanaaaaa”., prendi sborraaaa”. prendiiiiii”.’

Mi sentii allagare l’intestino e percepii all’interno un gran calore diffondersi in tutto il ventre.

Quando aprii gli occhi vidi che Marialuisa stava godendo sotto i colpi di cazzo in figa di Manlio e subito dopo lui estrasse il membro e sborrò con lunghi schizzi che colpirono la giovane ragazza fin sul viso e sulle tette.
Lei glielo leccò fino a mungerglielo per bene, recuperando cos’ anche le ultime gustosissime gocce di denso nettare.

Tutti nudi come vermi, al buio, ci incamminammo sulla passerella di legno e scendendo l’apposita scaletta ci calammo in mare. L’acqua era calda e sentivo un gran benessere pervadermi il corpo, dietro di me Geb mi abbracciò stringendomi forte”..

‘Scusa se prima ho detto parole brutte”..’

Mi voltai e lo abbracciai, gli diedi un bacio sulla bocca e gli dissi”..

‘No problem sei stato grande’. Grazie che mi hai fatta godere’..’

Lui con un italiano un po’ macchinoso”.

‘Grazie a te, anche a me piaciuto. Non facile mettere il mio cazzo dentro al culo’ A me piace tanto culo, ma è difficile fare entrare dentro’..’

‘Io sto ancora qui venti giorni se vuoi”.’

‘Si voglio, voglio, tu sei animazione vero?….’

‘Si, si, sono dell’animazione, ci vediamo in spiaggia e magari assieme a Khafra e Horus””

‘Tu vuoi fare tre maschi e tu sola????’

‘Ummmhhhh, siii”.’

Sentii tra le gambe il suo pesante batacchio nuovamente duro, glielo presi in mano e lo strinsi, lui mi abbracciò forte poi vidi gli altri che a mano a mano risalivano la scaletta e così per non fare ancor di più la figura della puttana incallita, diedi un bacio sulla bocca a Geb e scivolai sull’acqua raggiungendo a mia volta la scala. Salii i primi scalini, mentre le mani dell’egiziano, dietro di me, mi si appoggiavano sul culo per aiutarmi a salire.
Trascorsi in modo molto anonimo e piatto i quindici giorni a venire e pochi giorni prima che dovessi lasciare la mia prima esperienza come animatrice in un resort, Geb mi si avvicinò e senza farsi accorgere dal responsabile della spiaggia mi chiese se volevo”.

‘Organizza tu, sai bene quello che voglio, questa sera dopo la mezzanotte andrebbe bene. Non possiamo fare niente in camera mia. Devi pianificare tutto in un altro posto’..’

‘Pianificare cosa volere dire?’

‘Vuol dire organizzare, insomma prepara tu la cosa ok???’

‘Ok, va bene, dopo vengo da te e dico”’

‘Va bene, mi trovi in piscina, oggi faccio il corso di ‘Acqua Gym’

‘Ciao”’

Lo vidi verso le quindici, mi si avvicinò facendo finta di sistemare le sdraio e mi disse”

‘A mezzanotte e mezza nella ultima costruzione del viale ‘6000’ ti aspetto sotto, siamo tutti e anche un altro amico che sicuro ti piace’.’

‘Ok ciao’.’

Al solo pensiero d’avere quattro cazzi tutti per me mi sentii già bagnare la figa. Trascorsi le ore che mancavano con addosso una certa agitazione. Trovai anche il tempo per riflettere su ciò che ero stata e ciò che ero invece diventata. Addio a tutti gli intendimenti di serietà, di onestà morale, di diventare moglie e madre con un passato integerrimo alle spalle. Pensai anche che la vita in fondo andava vissuta pienamente e che vista la mia giovane età potevo e dovevo fare le mie esperienze; il mondo era pieno di gente che predicava bene e che invece poi razzolava male!! Magari avrei sposato un uomo serio e una volta raggiunta la giusta maturità sarei diventata madre e avrei potuto iniziare a predicare bene dopo aver razzolato male per molti anni. L’importante era riuscire a mettere un punto fermo e ad imporsi un comportamento più consono al nuovo futuro ruolo.
Mezzanotte e venticinque, percorsi il viale che conduceva alle costruzioni bianche che portavano i numeri cinquemila, seimila e settemila. Superai il primo gruppo e seguendo la freccia arrivai davanti alla villa con il numero ‘6000’ . All’angolo vidi Geb, mi diede un bacio furtivo sulla bocca e mi precedette, io lo seguii e ci fermammo davanti alla porta con il numero ‘6011’. Inserì il badge elettronico e si udì lo scatto della serratura.
Entrai, era una camera doppia con due letti matrimoniali e uno singolo, nell’angolo a destra, dietro al tavolo con su il televisore, vi era una specie di salotto con due poltrone, un tavolino basso ai lati del quale si trovavano due grandi narghilé accesi. Eravamo soli, Geb e io”’.

‘Non dovevamo essere in cinque?’

‘Non preoccupare, adesso arrivano altri”’.’

Non me ne preoccupai e in effetti, poco dopo, giunsero all’appuntamento anche gli altri tre.

Uno di loro era per me uno sconosciuto, molto scuro di carnagione, parecchio alto e imponente, indossava dei pantaloni piuttosto larghi, di colore nero e una camicia a maniche corte bianca.
Notai che Khafra teneva in mano una bustina di carta marroncina. Poi sentii sul mio corpo le mani di Horus che mi spinsero a sedermi sul letto. Mi ero vestita con il solo vestitino corto, sotto non avevo indossato nulla e lui me lo sfilò da sotto il sedere e me lo fece scivolare oltre i capo sfilandomelo del tutto. Mi venne dato un bocchino di plastica poi Khafra spostò il narghilé vicino a me e mi invitò a fumare. Infilai il bocchino e presi in mano la pipa del narghilé. Tirai un paio di boccate e le respirai a pieni polmoni. Tutti e quattro i maschi si erano seduti sul bordo del letto, Geb e Khafra vicini a me, uno alla mia destra e uno alla mia sinistra. Horus e il nuovo arrivato stavano di fianco a Geb e si erano posizionato vicino l’altro narghilé.
Fumavamo a turno, ma ebbi l’impressione che i maschi tirassero la boccata e poi la buttassero fuori senza respirarla. Chiesi loro spiegazioni e Khafra mi rispose che anche loro lo respiravano. Compresi che mi stavano drogando solo nel momento in cui percepii il mio totale abbandono. Ero sveglia ma mi pareva di aver perso la capacità di avere qualsiasi reazione. Vidi Geb distendersi supino sul letto con il cazzone duro che puntava verso il soffitto, mi presero e mi fecero sedere in modo che gli rivolgessi la schiena e sentii il suo membro puntare contro il mio buco del culo ed aprirmelo sprofondandovi dentro. Horus mi spinse a coricarmi con la schiena sul petto di Geb, mi divaricò le gambe e si mise sopra di me ficcandomelo nella figa. Geb poi”’.

‘Mensah, Horus aspetta te”..’

La mia mente parzialmente annebbiata comprese che il nuovo arrivato si chiamava Mensah. Con due cazzi dentro di me che mi esploravano in profondità provavo un piacere intenso, ma stranamente mi pareva che gli stimoli mi giungessero da lontano, dandomi sensazioni che sembravano invadere il mio corpo molto gradatamente.
Vidi Mensah spogliarsi e poi lo scorsi completamente nudo. Forse era la mia vista, annebbiata dalle sostanze che mi avevano fatto inalare in precedenza, a farmi vedere quella roba che gli pendeva floscia fra le gambe. Notai che se lo sollevava con una mano e il serpentone mi sembrò finto talmente era lungo e grosso. Chiusi gli occhi per un attimo, ora, godendo in modo più acuto; Geb intanto mi stringeva le tette strapazzandomele piacevolmente. Aprii per una frazione di secondi gli occhi e vidi quel mostro non ancora del tutto duro ma che come dimensioni era veramente un cazzo da cavallo.
Notai che si stava mettendo dietro a Horus e mentalmente mi parve di percepire, al posto suo, un fortissimo dolore all’ano. Glielo infilò nel culo e vidi il mio scopatore stringere i denti e trasformare il suo viso in una smorfia di dolore. Mi accorsi solo allora che Khafra era in piedi dietro di me e dietro al viso di Geb che da quest’ultimo se lo stava facendo succhiare.
Che ammucchiata!!!!! Che catena di montaggio!!! Geb mi inculava spingendo il bacino dal basso verso l’alto e contemporaneamente spompinava Khafra. Horus scopava me in figa e se lo prendeva in culo da quel mostro di Mensah. Cominciai a godere in modo stranissimo, lentamente, pareva che l’orgasmo si distribuisse poco per volta dentro di me. Lo sentii arrivare e non smisi più di godere””

‘Aaaaaahhhhhhhh, aaaaaaaahhhhhh, aaaahhhhhhhhhh, siiiiiiiii”.. siiiiiiiiii”’ goooo’..doooooooooooo”’.goooooooo’..dooooooooo’… siiiiiiiiiii”.
Con”.tiii’.nuaaaaa”.teeeeee””’.. Conti”’ nuaaaaa’.. teeeeee” Sono una troiaaaaaaaaa, cazziiiiiiiiii, voglioooooo cazziiiiiiiiiiiiii dentroooooooooooo, siiiiiiiiiiii, gooooodooooooooooooo”’. Gooooo”doooooooooo. Goooo”.dooooooooooo””.wwwuuuuaaaaaahhhhoooooooooo”’wwwuuuuuuuaaaaaahhhooooooooohhhhhh””..siiiiiiiiiiiiiii”””vengooooooo”. vennnn’..ggooooooooooo”’.ven”goooooooooo””..ooohhhhhhh’.ooohhhhhhhhhhhhh”’.’

In coma profondo, mi abbandonai alle loro penetrazioni, squassata dall’orgasmo più stellare della mia vita. Percepii le loro sborrate copiose invadermi le viscere e la figa, sentii il gorgoglìo che la bocca di Geb produceva ingoiando la sbotta di Khafra, poi sentii chiaramente un sonoro ‘plop’ provocato dal palo di carne di Mensah che si sfilava dal culo di Horus. Il cazzuto mostro sborrò e un po’ di sperma superò le spalle di Horus arrivando fin sul mio viso. Non volli perdermi il piacere di sentire il gusto di quella crema e la raccolsi con le dita infilandomela golosamente in bocca. Quando il groviglio di corpi si liberò, ebbi l’onore di vedere a pochi centimetri da me il mastodontico cazzo di quell’uomo. Mensah a dire il vero era altissimo e aveva due spalle incredibilmente larghe. Guardando lui e il suo pene, non si poteva parlare certamente di sproporzione. Sarebbe stato diverso se attaccato ad una simil bestia d’uomo ci fosse un pisellotto da ridere. Ma comunque sia, io un cazzo così non lo avevo mai visto in vita mia. Nemmeno il professor Mandalà, che già era un fenomeno da baraccone, possedeva una così mostruosa arma letale!!! Era duro e io lo toccai, lo feci timidamente, come se dovessi toccare una preziosa e delicata reliquia. Lo tenevo in mano e le mie esili dita ne circondavano solo un terzo della circonferenza. Lo impugnai con due mani sovrapponendole e visi che ne sarebbero servite più di quattro per coprirlo tutto.
Una mazza indicibile!! Guardai Horus e gli chiesi’.

‘Come va???’

‘Poco male al culo, ma io abituato a Mensah’..’

‘Ma quanto ce l’hai Mensah???’

‘Lungo trentatre centimetri”.’

‘Mi piacerebbe che me lo mettessi nella figa Mensah!!!’

‘Tu prendi in bocca mio cazzo, poi metto figa’..’

Io obbedii, tirai le labbra al massimo per circumnavigare quella grossa fava e rischiai seriamente di lacerarmi gli angoli della bocca. Mi veniva il vomito quando lui me lo spingeva a fondo, ma, da brava puttana italiana, non volli arrendermi e continuai lottando contro gli innumerevoli conati che mi salivano ad ogni suo affondo. Poi lui me lo sfilò dalla bocca, lo vidi finalmente durissimo. Maria Vergine!!!! Ma che mazza aveva???? Mi disse di girarmi e mi inginocchiai appoggiando le braccia conserte sul letto, il culo ben in vista e le cosce divaricate. Sentii il suo randello dilatarmi a dismisura la figa e pensai che grazie a lui non avrei eventualmente mai avuto problemi a partorire. Certe donne dicono che le misure non contano; a loro io dico di provare un cazzo come quello che mi stavo beccando io!!!
Venni dopo tre, massimo quattro minuti. Fu un orgasmo più vigile, ma anche molto violento e scuotente. L’utero resistette al potente urto della sua cappellona e poi lui me lo tolse di dentro e mi disse semplicemente”

‘Succhia puttana italiana”’..’

Non me lo feci ripetere due volte e accolsi con soddisfazione i suoi potenti getti di sborra bollente. La serata terminò senza altri movimenti ed io me ne tornai soddisfatta in camera mia. Da lì a qualche giorno arrivò il momento del commiato e con molto rammarico dovetti andarmene da quella terra da sogno che tanta passione mi aveva dato e che da me aveva parimenti ricevuto con estremo altruismo.

Buon sesso a tutti da parte di ombrachecammina
e-mail: alexlaura2620@libero.it

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