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170 – Papà Massimo e la sua Eloisa (2a parte)

By 2 Giugno 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Eloisa, mi era ormai entrata nel sangue, sentivo di amarla, non come si ama una figlia, ma come si ama una donna, un bellissima, stupenda, splendida, sorprendente ed incantevole donna !!

Dopo aver trascorso i rimanenti giorni di vacanza in Italia, a far l’amore con la mia bambina, tornai come da programma in America. Lo stesso giorno in cui rientrai in ufficio, chiesi un colloquio con il capo del personale e il responsabile delle filiali nei vari Paesi del mondo, sottoponendo loro la mia volontà di lavorare in Italia. Sorrise il manager delle filiali e mi disse….

‘Bologna, ok??? ‘

‘Mi spiegò che la filiale fra un paio di mesi sarebbe stata libera in quanto il vecchio direttore stava per andare in pensione.
Tornai a casa e dissi a Rachel che purtroppo ero stato trasferito d’autorità a Bologna, prendere o lasciare……
La vidi preoccupatissima, lei era un personaggio d’alto livello presso l’azienda dove lavorava e sicuramente non poteva abbandonare il posto di lavoro per seguirmi in Italia.
Ci accordammo che un mese io sarei tornato da lei e il mese successivo lei sarebbe venuta da me.
Mi disse di si e a malincuore accettò la nuova situazione. Ci lasciammo dopo una settimana e così feci ritorno a casa dalla mia Eloisa.
Noleggiai un auto e andai ad attenderla fuori dall’università, la vidi uscire, era in mezzo ad un gruppetto di ragazzi assatanati, suonai il clacson della Mercedes e lei non si voltò nemmeno, suonai ancora e questa volta si girò nella direzione dalla quale proveniva il fastidioso suono. La vidi sul punto di mandarmi affanculo, poi mi mise a fuoco, di corsa venne verso di me lasciando tutti i maschietti soli e vedovi, salì in macchina e mi si buttò addosso………..

‘Oh papiiii, papiii mioooo, papiiii, che bello rivedertiii, che bello , ti voglio un sacco di bene, mi hai fatta piangere un sacco, un sacco veramente…….’

Ero commosso e non riuscivo a parlare, la strinsi fortemente a me e la baciai sulla guancia, quindi misi in moto e ci allontanammo rapidamente. Mi parve di non arrivare mai in quel nostro nido d’amore, ovvero in quell’hotel dove spesso avevamo consumato le nostre focosissime ore di sesso sfrenato. Durante il viaggio le nostre mani ripresero a far conoscenza con i nostri corpi e una volta in albergo, il portiere non ci chiese nemmeno i documenti, ci registrò e ci diede la camera 421. La nostra alcova ci aspettava bella e luminosa come sempre, convulsamente ci spogliammo e subito fummo sul letto. Mi sdraiai fra le sue gambe aperte e con il cazzo duro che dolorosamente mi stava piegato contro il materasso, gliela leccai a lungo mentre la mia piccola creatura mi teneva il capo premuto contro la sua intimità e gemeva senza soluzione di continuità.
La sua fighetta, da sola, bastava a farmi stare a leccare ore senza mai stancarmi.
Non glielo misi dentro volli farla godere con la sola lingua. Presi così il cuscino dalla mia parte e lo infilai sotto le natiche di mia figlia. Con il culo rialzato non solo era più facile per me che leccavo vedere cosa stavo facendo e magari infilarle le dita nella vagina, o solleticarle l’ano, ma anche per lei che era leccata, con la figa così ben aperta se la godeva certamente di più.
Non avevamo avuto la pazienza di andarci a lavare e la sua vagina sapeva quel gusto di selvatico che tanto piaceva a me. Ogni tanto smettevo di leccarle la figa e le passavo la lingua sull’interno delle cosce, piano piano la lasciavo li in sospeso dandole comunque piacere. Certo lei questi accorgimenti dettati dall’esperienza non li aveva mai usati.
I ragazzini puntano al sodo, cazzo dentro e via!!!

Passai la lingua tra le piccole labbra, le separai per bene usando la punta della lingua stessa e come un fiore la sua fighetta si aprì e mi svelò il suo buchino grondante di afrodisiaco succo. Con il dito pollice della mano destra appoggiato al clitoride spinsi verso l’alto e lo scappucciai. Vidi da vicino il suo bottoncino, pareva una bella caramellina gommosa, rossa come un lampone, vi appoggiai le labbra e cominciai a succhiarlo………

‘Ohhh, papiii, oooohhhhhhh, siiiii, siiiiii, grandeee, sei grandeeee, siiiiiiii, siiiiiiii, ti amooooo…..’

Strinsi fra le labbra il piccolo glande e la sentii impazzire e dimenare il bacino come un’ossessa. Continuai a succhiare e le infilai il dito medio nella fighetta, lo mossi un po’ all’interno e poi aggiunsi anche l’anulare e iniziai a stantuffarle la figa. Piegai le dita verso l’alto e toccai un punto che le donne amano sentirsi sollecitare.

‘Papi, papi, vengooo, vengooo, papiii, vengooooo, siiiiiii, siiiiiii, siiiiiiii, oooddiiiooooo, siiiiii, siiiii vengoooooo, amoreeee, amoreeee miooooooo………..’

‘Piaciuto tesoro???’

‘Papà che bravo che sei, nemmeno la mia amica Letizia me la lecca come te!!!’

‘La tua amica Letizia???’

‘Emmmhh, ecco si te ne volevo parlare, sai tra di noi è successo che…….. Insomma sai, tra donne, ci siamo guardate nude e qualche volta lei ha toccato me e io lei, niente di male, solo così… Diciamo la conoscenza reciproca dei nostri corpi e il confidarsi reciprocamente quali sono i punti dove siamo più sensibili…..’

‘Ma non mi pare che tu sia….. lesbica…’

‘No, ma non so come spiegarti la cosa, cioè tra di noi femmine non c’è penetrazione o cose di quel tipo c’è solo delicatezza, dolcezza, altruismo e altre cose diverse da quelle che si provano con un rapporto con un uomo. Poi sai, io di rapporti con maschietti come ti dissi tempo fa ne ho avuti veramente pochi. Le occasioni non mi sarebbero mai mancate a dire il vero, ma io sono una molto selettiva e mi sono mai concessa totalmente ma solo con cose manuali e orali con quel ragazzo di cui ti ho parlato. ‘

‘Capito, beh comunque sono contento di essere stato più bravo della tua amica. E’ difficile per un uomo fare meglio di una femmina nell’arte di leccare bene la figa ad una donna.’

‘Si papi, tu hai fatto delle cose che lei non sa fare…..’

‘Senti, prima hai parlato di altruismo, io prima sono stato molto altruista, però guarda un po’ sta cosa che ho qua !!! Come vedi è bello duro e con la goccia in punta, quindi in teoria toccherebbe a te dimostrarmi il tuo altruismo…….’

Non se lo fece ripetere due volte, la mia creatura si sdraiò supina sul letto e mi disse…..

‘Vieni qui mio paparino, mettimelo in mezzo alle tette…..’

Mi inginocchiai a gambe divaricate a destra e sinistra del suo addome e mi abbassai leggermente il cazzo con il pollice della mano destra piazzandoglielo fra le sue stupefacenti poppe. Lei se le prese lateralmente in mano e le spinse verso il centro una contro l’altra. Il pene rimase deliziosamente imprigionato in mezzo alle sue sode colline con la cappella che fuoriusciva completamente dall’altra parte della stretta e accogliente galleria. Eloisa aveva una bella lingua lunga e chinando un po’ il capo in avanti ad ogni mia spinta lei tentava di leccarmelo. La fermai un attimo e le sfilai il cazzo da li in mezzo, poi sputai un bel po’ di saliva sulla mano e mi lubrificai per bene il cazzo, quindi ripetemmo l’operazione iniziale. Ora il mio membro scivolava benissimo tra le sue tette e la cappella ad ogni affondo le arrivava fino alla bocca. Era una mezza ‘spagnola’ e contemporaneamente un mezzo pompino. Come un ragazzino, già eccitatissimo da tutto ciò che era successo in precedenza, non resistetti a lungo e dopo un po’ ‘…………..

‘Sborro, amore sborro……..’

‘Ummmhhh, pa… mmmmhhh… piii….mmmhhhh…… sbo….. mmmhhhhh…. rraaaa…… uummmhhhhh…..’

Dal cazzo, fuoriuscirono numerosissimi violenti zampilli, la colpirono principalmente in viso e dentro la bocca, era bellissima così cosparsa di sperma sul viso e sugli occhi chiusi. Una vera amante con la faccia piena di sborra, sorridente e divertita per il bombardamento di sperma che aveva appena subito e gustato.
Andammo in bagno a farci la doccia e quindi ci sedemmo in poltrona a sorbirci una bibita fresca per lei e una bottiglietta di altrettanto fresco spumante per me.
Per fare sesso lei ed io non avevamo nemmeno mangiato e così chiamai la reception e ordinai il pranzo per tutt’e due.
Dopo circa mezzora bussarono alla porta, per evitare figure di merda, dissi ad Eloisa di chiudersi in bagno e accolsi l’inserviente che spinse il carrello all’interno della camera, attese vicino alla porta la classica mancia e quindi con sussiego mi salutò e se ne andò.
Feci uscire la mia amante clandestina dal bagno e nonostante fossero già le cinque di pomeriggio ci gustammo quel pranzo/cena. Il pesce era certamente fresco ed erano buonissimi anche i dessert.
Dopo quel pranzo ci rilassammo un po’ distesi sul letto e ci addormentammo. Fui io il primo a svegliarmi, guardai l’ora, erano le ventuno. Wow, avevo dormito almeno un paio d’ore. Svegliai la mia piccola amante che di scatto si alzò, pareva fulminata, una dietro l’altra quattro o cinque domande……

‘Che ore sono? Dove siamo? Oh si ciao papi. Ma quanto ho dormito? ‘….’

‘Ehi calma, sono le nove di sera e siamo in hotel, tutto ok???’

‘Ah, si scusa papi, scusa ma quando mi svegliano così di colpo sono sempre un po’ in coma……’

‘Non conoscevo ancora questo lato del tuo carattere…… Beh, una cosa in più……’

Come una gattina si avvinghiò a me e mi tirò verso di lei obbligandomi a sdraiarmi al suo fianco…

‘Vieni qui vicino papi, adesso sono sveglia e……. mi ricordo tutto sai……….’

‘E allora che intenzioni hai???’

‘Intenzioniiiii……….. di…… mmmm…… fare……. l’amore con il mio dolcissimo paparino…..’

Mi tolsi le mutande che avevo indossato prima e mi infilai sotto le lenzuola, poi le dissi……

‘Cosa vuoi fare di preciso???’

‘Papi, posso metterti un cuscino sotto al sedere?’

‘Dipende, qual’è il motivo per cui mi vorresti mettere il cuscino sotto al culo???’

‘Fidati papi, fidati……’

Sollevai il bacino e lei mi infilo sotto il deretano il suo cuscino, poi si sdraiò fra le mie gambe e dopo pochi secondi sentii la sua lingua vellicarmi i coglioni. Mentre mi godevo quella bellissima sensazione, percepii un ditino premere contro il mio sfintere anale.
Continuava a leccarmi le palle e anche sotto ad esse, in quello spazio che c’è tra i testicoli e il buco del culo. Intanto il suo ditino che sentivo lubrificato, si stava infilando nel mio vergine culetto…..

‘No Eli, no dai nel culo no………’

‘Pochino, solo pochino papi…….’

‘Fai piano che sono vergine in quel buco io…..’

Il cazzo intanto si era indurito e lei aveva iniziato a leccarlo sull’uretra partendo dalla base fino al filetto della cappella. Il ditino era dentro al mio sedere e in quel momento compresi che non mi dispiaceva affatto, era piacevole e mi faceva godere alquanto. La cappella nella sua bocca e poi lei scese fin dove poteva arrivare. Nella sua boccuccia non riusciva a farselo entrare tutto fino in fondo nonostante che si impegnasse per riuscirci. Ad un certo punto ebbi l’impressione che un altro dito si stesse aggiungendo al primo e……..

‘No Eli, basta uno , basta uno………..’

‘Non vuoi provare papi, se ti faccio male lo tolgo….’

‘Eloisa, sei una mente perversa lo sai???’

Sentii lo sfintere allargarsi e accogliere l’altro ditino, una volta bene dentro, cominciò a scoparmi in culo con le dita……….

‘Ohhh, Eloisaaa, piano, piano, succhiami anche il cazzo, succhiami e fottimi in culoooo……’

‘Ummmhhhh…uuuuuummmhhhh…….’

Avrei voluto ficcarglielo nella figa ma lei non mi mollava ed io non avevo la forza di sottrarmi a quella meravigliosa delizia. Alla fine mentre lei mi spingeva nel culo le due dita, io, con un verso animalesco e gutturale le sborrai in bocca. Mi abbracciò sdraiandosi sul mio corpo e poi mi baciò sulla bocca, io aprii la mia e solo allora mi accorsi che lei non aveva ingoiato il mio seme e che se l’era tenuto in bocca per poterlo scambiare con me.
Per un lungo tempo mescolammo le nostre salive alla sborra e poi entrambi deglutimmo il gustosissimo cocktail di sperma e saliva.

L’accompagnai a casa e lei durante il tragitto mi disse……..

‘Papi, io voglio venire a stare con te a Bologna…….’

‘Hai diciotto anni e puoi fare ciò che vuoi, comunque parlane con la mamma, lei ne soffrirà di questa tua decisione…… Comunque, sia ben chiaro, se tu deciderai di venire con me, io ne sarò felice, l’alloggio c’è ed è anche bello grande e spazioso, avrai la tua cameretta e potrai avere la tua privacy. Insomma Eloisa, decidi tu, però prima parlane con tua madre.’

‘Ok gliene parlo ma io tanto ho già deciso, vengo con te!!!’

Eravamo ai primi di giugno e iniziava a fare caldo, rimasi a Milano per circa una settimana, giusto il tempo di ritirare l’auto aziendale dal concessionario.
Mi era molto piaciuta un’ Audi 2,0 SW che era disponibile in pronta consegna, ma siccome la vettura non era di mia proprietà ma bensì era dell’azienda, occorsero circa dieci giorni per le varie pratiche e per poterla ritirare dal un concessionario.
Il quindici di giugno partimmo, armi e bagagli, in direzione di Bologna, una volta giunti in città, girammo un po’ prima di individuare la casa ma infine, la trovammo. Non era in centro ma verso la periferia, una villetta che il vecchio direttore aveva appena lasciato libera. La casa era esternamente a posto ma gli interni necessitavano di alcuni lavori di ristrutturazione molto importanti. Così ci sistemammo provvisoriamente presso un residence e chiamai subito degli operai e dei decoratori per sistemare tutto ciò che non era a posto e anche per rinfrescare e imbiancare completamente la casa.
Dopo una quindicina di giorni finalmente il nostro nido d’amore fu pronto e noi abbandonammo il residence e ci trasferimmo finalmente nella nuova abitazione.
Era una villetta indipendente, con un grande prato davanti e alte aiuole attorno al perimetro che nascondevano ai passanti tutto ciò che succedeva all’interno.
Azionai il telecomando ed entrammo, parcheggiai la vettura dentro al box e passando dall’interno raggiungemmo la porta d’ingresso. Le ampie finestre davano alle camere una grande luminosità, il salone arredato con gusto si affacciava all’esterno su un terrazzo adatto per prendere il sole nudi anche se a circa venti metri, proprio di fronte, si ergeva un palazzo condominiale di una decina di piani che, qualora avessimo avuto l’intenzione di girare nudi per casa, ci avrebbe obbligati a chiudere almeno le tende.
Lungo l’ampio corridoio si trovavano: Una camera da letto con il bagno interno, uno studio arredato con un pesante scrittoio alle spalle del quale contro la parete, vi era una enorme libreria piena zeppa di libri e CD, quindi un’altra camera da letto e in fondo al corridoio stesso un enorme bagno con tutti gli accessori possibili e immaginabili.
La società multinazionale per la quale lavoravo io, non aveva badato a spese e questo mi dimostrò, qualora ce ne fosse bisogno, che non vi erano dubbi sulla sua grande solidità economica. Dalla parte opposta del corridoio, tornando indietro, la cucina componibile all’americana, con un grande frigorifero a doppia porta in acciaio inox. Le ultime due camere erano state predisposte per ospitare il locale lavanderia e un ripostiglio per le scope, l’aspirapolvere e tutte le altre solite cose, insomma era quello che si dice essere un locale di sgombero. Nell’angolo del salone una scala a chiocciola ci portò nella mansarda. In pratica era un alloggio leggermente più piccolo di quello sottostante, arredato con mobili rustici in legno di pino chiaro.
Terminata la visita e dopo aver controllato che i lavori fossero stati portati a termine correttamente, iniziammo a sistemare il contenuto delle nostre numerose valige dentro agli armadi e alle cassettiere.
Eloisa, mi disse che aveva caldo e si spogliò rimanendo in mutandine e reggiseno, io terminai di sistemare cercando di non soffermarmi troppo a guardarla e poi a mia volta mi spogliai nudo ed evitando il bagno della camera da letto, uscii in corridoio ed entrai in quello padronale.
Il box doccia con porte scorrevoli costituite da cristalli infrangibili trasparenti, era molto ampio, questo mi consentì di lavarmi senza cozzare dappertutto con le braccia ed i gomiti. Uscii dalla doccia, indossai l’accappatoio e in quel mentre entrò Eloisa, cercai di non accorgermi che era completamente nuda e ancora mezzo bagnato uscii in corridoio. Terminai di asciugarmi in camera mia e poi indossai un paio di pantaloncini, raccolsi al volo ‘Il corriere della Sera’ e me ne andai a leggere e a prendere un po’ di fresco, sul terrazzo fuori. Mentre leggevo vidi passare, con le sole mutandine addosso, Eloisa con in mano un paio di bibite fresche in mano. Come se nulla fosse venne fuori così com’era e mi porse il mio bicchiere appannato…………..

‘Ho trovato dello sciroppo di menta e così ho preparato un paio di bibite fresche, ma mi sa che se vogliamo poi mangiare a casa, dovremo poi andare a fare la spesa….’

‘Eloisa, ma guarda che da quel palazzo ti vedono !! Se praticamente nuda !!! ‘

‘Dai papi, ho le mutandine…..’

Prese anche lei una delle sedie di plastica bianche e si sedette di fronte a me; era veramente troppo sexy, con quelle tettine al vento mi mandava letteralmente in estasi.
Posai sul mio cazzo ribelle la copia del Corriere e assaporai con gusto il fresco sapore della menta piperita. Mi girai verso il palazzo e vidi un luccicare come di un raggio di sole contro un vetro. Guardai meglio e beccai il ragazzo guardone al quarto piano, aveva in mano un binocolo e lo stava puntando dritto dritto su Eloisa……

‘Eloisa, guarda che dal palazzo di fronte c’è un tizio che ti sta guardando con un binocolo….’

‘Sul serio??? Ma dov’è sto tipo???’

‘Sulla tua destra al quarto piano, dove c’è quel mobile verde e i vasi di gerani…….’

‘Wow, lo vedo, mi sembra un tipo giovane……’

‘Si va beh giovane o vecchio è meglio che ti vai a coprire……’

‘Cosa ne dici papi se lo facciamo…………. divertire un po’ il giovanotto ‘

‘Tu sei matta !!!’

La vidi alzarsi dalla sedia, posare in terra il bicchiere ormai mezzo vuoto, abbassarsi le mutandine e come un angelo nudo venire verso di me. Mi prese il bicchiere di mano e lo posò sul pavimento, quindi mi prese per mano e mi condusse fin contro la ringhiera metallica. In confronto all’uomo del binocolo eravamo messi di profilo, lei si inginocchiò davanti a me e me lo prese in bocca. La porcellina mentre me lo succhiava teneva il viso lievemente piegato verso destra a spiare con lo sguardo attraverso la ringhiera le reazioni del nostro voyeur. Me lo fece diventare bello duro, poi si allontanò un attimo, prese la poltroncina di plastica e la girò in direzione dello spione, quindi vi si sedette sopra e semi sdraiata con le cosce spalancate iniziò a sditalinarsi. Mi avvicinai a lei e mi misi a fianco della seggiola, lei voltò il viso e me lo prese in bocca. Io mi segavo e lei mi leccava la cappella, mentre con entrambe le mani si teneva aperta la figa e si faceva un bel ditalino. Era terribilmente eccitante, non l’avevo mai vista masturbarsi da sola e la cosa mi faceva impazzire dal desiderio. Guardai verso il nostro giovane uomo e mi accorsi che infischiandosene della possibilità che qualcuno lo vedesse, si era tirato fuori il cazzo e si stava facendo una bella sega. Lo dissi a Eloisa e lei…………

‘Uuuummmhhhh, che figata, siamo riusciti ad eccitarlo il porco !!!’

‘Mmmmmhhhh, Eloisa, lui è po……. rco.. ma pure noiii ‘………..’

‘Ho la fighetta allagata papi………. ‘

‘ti piace che quello ti stia guardando vero?????’

‘Siii, papi, siiiii, io che faccio sesso con mio padre e lui che ci guarda…………. Non è eccitante???? ‘

‘Che maialina che sei diventata !!!!’

‘Colpa tua papi, sei tu che mi hai insegnato a fare certe cose…….. ‘

‘Ummmhhhh bambina mia, anche tu ci hai messo del tuooo……..’

‘Vengo papi, sto per venire, sto per venire, ooohhhhhh, ooohhhh….. ooohhhhh……. godooo, godoooo papiiii, godoooooo……….’

La sua mano rimase fra le sue cosce strettamente serrate e lei con gli occhi chiusi, aveva buttato il capo all’indietro e con la bocca aperta respirava affannosamente. Continuai da solo a masturbarmi e la sorpresi imbrattandole il volto e schizzandole in bocca i miei numerosi getti di calda sborra. Mi voltai verso il balcone e mi parve di vedere attraverso la ringhiera del suo balcone che anche lui stava sborrando innaffiando probabilmente qualche passante per la strada.

Questa fu la nostra inaugurazione di quella nuova casa.

Nel prossimo capitolo vi racconterò di alcune cose che non fecero molto piacere a Eloisa ma che diedero a me un sacco di goduria. Già vi ho descritto il suo meraviglioso culetto e…………… nonostante che lei non fosse per niente d’accordo……………

Buon sesso a tutti da parte di ombrachecammina.
E-mail per le vostre numerose lettere: alexlaura2620@libero.it

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