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177 – Giada e Tiziano, due gemelli con papà e mamma

By 7 Agosto 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Lino, aitante quarantaduenne, amava moltissimo la sua famiglia, lui s’era unito in matrimonio con la sua bella Stefania quand’erano entrambi giovanissimi e dopo poco tempo lei era rimasta incinta. Stefania dopo tre mesi dalla scoperta, disse a Lino di avere in grembo due gemelli. Più avanti, il ginecologo, durante una ecografia di controllo, comunicò a tutti e due che erano si due gemelli, ma che erano un maschio ed una femmina. I due sposi decisero assieme i nomi, assegnando alla femmina il nome di Giada e al maschietto il nome del nonno paterno, ovvero Tiziano. Quando nacquero, fu una grande gioia e da quel momento, i novelli genitori, si adoperarono alacremente per dare ai propri figli la giusta educazione ed anche, naturalmente, tutto l’amore e il sostegno possibile.
Lino si accorse ben presto che i due ragazzini erano in pratica quasi identici a sua moglie e da lui avevano preso solo piccole cose che però confermavano con un grosso margine di sicurezza che il padre era proprio lui. Vederli crescere e divenire adolescenti era anche la soddisfazione di Stefania che se li rimirava con quello sguardo che solo le mamme innamorate dei propri figli hanno. Giada era molto innamorata di suo padre, aveva per lui una venerazione incondizionata e Lino contraccambiava gli stessi sentimenti. Ovviamente la mamma era più attaccata a Tiziano, il suo uomo nuovo e, come diceva spesso, il bastone della sua vecchiaia.
Lino, sovente, vedendo crescere e fiorire il corpo di sua figlia, si rammentava di quella canzone di Celentano che ad un certo punto dice: ”. Le calze a rete han preso già il posto dei calzettoni’.. Così loro, i due gemelli, compirono i loro diciotto anni e quasi in concomitanza con il raggiungimento della amggiore età dei figli, il buon Lino, iniziò ad avere nel cervello strane idee. Non comprese mai di preciso, quando nella sua testa si mostrò chiaramente un sentimento diverso da quello che aveva provato fino ad un momento prima.
Si accorse però di guardare Giada con ammirazione, si, anche orgoglioso d’esserne il padre, ma, forse più desioso di poterne ammirare le acerbe forme, che, quasi quotidianamente subivano delle sostanziali metamorfosi. A dire il vero anche Stefania seguiva con interesse l’evoluzione di Tiziano, vedeva i muscoli prendere forma, i primi peli affollare il suo pube, un po’ di peluria spuntare sul labbro superiore della bocca, quasi a sembrare che in quel punto il giovanotto avesse dimenticato di lavarsi. I due crebbero ancora e ormai divenuti una piccola donna ed un piccolo uomo, si affacciarono con estremo interesse alla vita di società, iniziando appunto a socializzare con amici ed amiche, con compagni e compagne di scuola, con persone adulte e non, sperimentando i primi approcci sessuali, le masturbazioni, la scoperta del proprio corpo e, anche al di fuori della famiglia, dei propri nascosti sentimenti.
Lino, era un uomo al quale era stata impartita una educazione alquanto severa ed anche piuttosto bacchettona. Era in fondo, un tipo riservato e per niente esibizionista, mai una volta nudo davanti ai figli e nemmeno sopportava che loro si mostrassero nudi davanti a lui.
Poi, improvvisamente, poi ci fu come una svolta epocale. Vedere Giada poco vestita, era diventata per lui una situazione auspicabile. Un giorno di Luglio, rientrando dal lavoro, vide sua figlia sdraiata sul divano con indosso un vestitino di impalpabile stoffa trasparente e con le gambe abbondantemente scoperte. Le vide le mutandine bianche e quella celestiale visione fu per lui una sferzata di nuova energia. Con Stefania i rapporti si erano molto diradati, specie dopo il parto e durante tutti gli anni a venire. Poi era anche diventata una abitudine, sempre di sabato sera, sempre la stessa classica posizione del missionario, poca fantasia e alcune altre cose, fecero si che la monotonia prendesse il sopravvento. Per farla breve, il loro menage era divenuto una routine fin troppo noiosa e ripetitiva. Quel fatidico pomeriggio di Luglio e la visione di quel minuscolo indumento intimo, ringalluzzì il nostro papà e gli diede la consapevolezza d’essere nuovamente maschio, maschio virile, potente, desideroso e voglioso di sesso. Infatti, dopo aver visto quel meraviglioso spettacolo, Lino se ne andò in camera sua e si tolse i calzoni; quasi incredulo si calò le mutande e il cazzo rigido e duro come ormai non lo vedeva più da molto tempo, scattò fuori, bello impennato e pronto all’uso.
Lui sentiva nell’animo una vocina che gli ripeteva: Lino, quella è tua figlia!!!
Si, lo sapeva perfettamente, ma nella mente era fissa l’immagine di quel candore fra le gambe di Giada e il suo pene in modo incontrollato stava a documentare che, al di là delle remore morali e legislative, una femmina, anche se figlia e sangue del proprio sangue, a volte può provocare determinate piacevoli e al tempo stesso inconsulte reazioni.
Si masturbò e venne in breve tempo schizzando sul tappeto in fondo al letto fiotti di denso sperma. Si affrettò poi a pulire diligentemente il tappeto con dei fazzolettini per il naso e quindi si rivestì con la solita tuta che usava per casa ed uscì dalla stanza tornando in salotto.
Lei, Giada, era sempre lì, più o meno nella stessa posizione precedente”

‘Ciao papi, come va? Giornata pesante?’

‘No, perché? Ho la faccia stanca?’

‘Hai gli occhi affaticati’. Avrai lavorato troppo oggi”

‘Eemmmhh’. Si può essere”’

Prese dalla valigetta del lavoro la copia del suo quotidiano preferito non ancora letto e si sedette sulla poltrona di fronte al divano, sul quale se ne stava semisdraiata Giada.
Si nascose dietro le pagine aperte del giornale e tentò di concentrarsi sulla lettura, poi vinto dall’insano desiderio, abbassò appena i fogli e spiò sua figlia. Lei, aveva cambiato posizione, ora stava seduta con una gamba piegata sotto il sedere e l’altra divaricata e tesa appoggiata al pavimento.
Una vampata di calore si propagò sul viso di Lino; le piccole mutandine si vedevano perfettamente e il pover’uomo sentì nuovamente crescere il suo pisello dentro la tuta da ginnastica.
Quando giunsero a casa Stefania e Tiziano, fu per Lino quasi una sorta di liberazione e da quel momento ritornò ad essere un padre esemplare, con un comportamento serio e scevro da atteggiamenti poco appropriati al suo importante ruolo famigliare.
L’uomo però, quella sera, seduto vicino a sua moglie, seguendo solo con lo sguardo i programmi in tv, rimuginò a lungo sui motivi che lo portavano a quelle morbose e proibite attenzioni verso la sua giovanissima figlia e che ormai da qualche tempo, gli condizionavano pesantemente il normale scorrere della vita coniugale e perfino di quella lavorativa.
Pensò anche di parlarne con sua moglie di questo ingombrante stato delle cose, ma poi preferì abbandonare l’idea pensando di riuscire a dipanare la matassa con le sole sue forze psicologiche e morali.

Stefania, era da qualche mese che non viveva più serenamente la sua vita. Era di molto preoccupata per quanto le stava succedendo. Nonostante che lei dedicasse molto tempo alla cura del proprio corpo, notava che suo marito le dedicava poche attenzioni e che era meno focoso di quanto non lo fosse nei precedenti periodi. Quella mattina di Luglio, lei, in camera sua, completamente nuda, si guardò allo specchio. Era pur sempre una bella quarantenne, lo specchio le rimandò una immagine piacevole e confortante. Il bel viso mediterraneo, i suoi lunghi e folti capelli scuri, scuri come gli occhi, il suo bel seno, voluminoso ma alto e sodo, con le aureole di color marrone scuro e i capezzoli grandi e sporgenti, i fianchi morbidi e ben disegnati, il ventre piatto, che nonostante la gravidanza era rimasto ben teso senza ombra di pancia, il folto boschetto di riccioli neri, la sua calda e vogliosa intimità nascosta, le cosce toniche senza un filo di cellulite, le lunghe gambe slanciate e ben tornite e infine il suo statuario culo, fantasticamente scolpito ed ereditato dalla sua mamma; tutto questo vide lei dentro a quello specchio dell’armadio della sua stanza da letto. Da questo esame ne uscì rinfrancata, compiaciuta e soprattutto soddisfatta.
Indossò, la camicia da notte che tenne chiusa con la mano sopra al seno ed uscì dalla camera per andare in bagno. Suo marito era ormai al lavoro ed i figli erano ancora chiusi in camera loro a dormire. Lei, entrò in bagno e si liberò della veste agganciandola all’apposito appendino. Aprì poi la doccia e attese che l’acqua uscisse calda, quindi, tastando con la mano la temperatura, entrò e si infilò sotto il forte getto d’acqua, lasciandosi piacevolmente massaggiare. Ad un certo punto si avvide che l’acqua, battendo sul suo corpo, fuoriusciva dal box e bagnava tutt’attorno, velocemente fece scorrere le trasparenti porte di cristallo chiudendosi all’interno.

Tiziano, quella mattina, si svegliò presto, aveva un appuntamento con una graziosa ragazza e perciò si alzò stancamente dal letto e stringendosi il pene gonfio e duro decise che doveva assolutamente andare a fare la pipì. Si infilò un pantaloncino e uscì dalla stanza. Ancora mezzo addormentato entrò in bagno e solo in quel momento si accorse della mamma sotto la doccia. Si apprestò alla tazza del gabinetto e piegando il grosso e lungo cazzo verso il basso iniziò ad orinare. Mentre pisciava, attratto dal corpo nudo della madre, che si vedeva abbastanza chiaramente dietro il vetro appena appannato del box, si voltò in quella direzione e rimase affascinato dallo stupendo fisico maturo della sua dolce mammina. Lei non si era accorta della sua presenza, probabilmente lo scroscio dell’acqua le aveva impedito di udire che lui era entrato. Non era d’abitudine vedersi nudi in casa loro, tutti, figli e genitori, erano sempre molto riservati e pudichi e invece, questa volta, lui, di nascosto, poteva ammirare sua madre tutta nuda. Si accorse che quasi inconsapevolmente si stava masturbando. Poi vide lei voltarsi, comprese che lei, per evitare che lo shampoo le bruciasse gli occhi, li teneva fortemente chiusi; lui vide il pelo scuro che come una piccola fitta foresta adornava il pube materno. La mano destra di lei scivolò fra le cosce e lui la vide passarsi fra di esse, dapprima la spugna e poi solo più la mano nuda. Tiziano ebbe la netta impressione che sua madre stesse masturbandosi. Era troppo reiterata e insistente l’azione della mano fra le gambe, poi lui vide che il viso era piegato all’indietro e attraverso le volute di fumo Tiziano si accorse pure che la bocca di sua madre era sensualmente aperta.
Gli schizzi arrivarono prepotenti superando il punto di non ritorno e uscendo copiosi si spiaccicarono contro il coperchio aperto del water. Se lo rinfilò dentro i pantaloncini, strappò un foglio di carta igienica e poi, in modo approssimativo, tentò di eliminare le tracce di sperma che ora colavano lungo il coperchio. Ormai sulla porta, con la mano sulla maniglia, si voltò ancora a guardare e comprese dalle cosce strette che imprigionavano la mano, che lei era venuta.
Stravolto e fortemente turbato, si infilò in camera sua. Si chiuse dentro a chiave e si addossò con la schiena alla porta. Si era fatto una sega guardando sua madre nuda che a sua volta si masturbava. Era la prima volta che coglieva sua madre in simili atteggiamenti. Gli parve stranissimo il fatto che colei che lui aveva sempre idealizzato come una donna quasi asessuata, fosse in fondo come tutte le altre puttanelle che lui si era scopato. Era vero dunque ciò che il suo amico Marino gli aveva detto. Le donne sono tutte uguali, tutte puttane allo stesso modo, sorelle, madri, nonne, zie comprese!!

Giada era da un po’ di tempo che aveva notato degli strani comportamenti di suo padre.
S’era accorta che la guardava con insistenza e lei non aveva fatto nulla affinché lui la potesse osservare in certi punti nascosti. Lei era cosciente del fatto che in qualche modo l’aveva provocato il paparino. Le sarebbe piaciuto fargli vedere la sua patatina nuda e depilata, ‘dimenticandosi’ le mutandine. Il suo papà, lei lo amava tantissimo, si rammentò di quando ancora bambina si immaginava di poterlo sposare per passare tutta la vita con lui.
Lui era un bel figo, maturo, ma figo, persino le sue amiche e compagne di scuola lo guardavano quando lui l’andava a prendere fuori dalla scuola. Un paio di loro le avevano anche detto che ‘se lo sarebbero fatto più che volentieri’. Elisabetta e Grazia, che maiale!!!
Giada ancora non aveva avuto rapporti e di questa cosa un po’ se ne rammaricava. Chissà come sarebbe stata con il suo primo ragazzo, se lo immaginava dolce e romantico, lo figurava bello aitante e muscoloso come il suo paparino.
Già il paparino, com’era nudo? Tutti i maschi parlavano spesso del loro pisello, dicevano di centimetri e lei, a casa, di nascosto, aveva preso in mano il centimetro da sarta della mamma e lo aveva srotolato fino a venti centimetri. Erano tanti da far entrare nella sua piccola micina, certo che uno esperto magari non le avrebbe fatto tanto male. Eli e Grazia le avevano spiegato che fa male quando un uomo entra dentro la figa e lei di questo ne era enormemente spaventata.
Sentì suo fratello battere la porta della sua camera e attese che tornasse per andare in bagno a fare la pipì. Intanto, si sedette sul letto e si infilò la camiciola da notte. Passarono parecchi minuti e Giada non sentiva più tornare in stanza Tiziano. Dopo parecchio tempo, durante il quale la ragazza dovette sforzarsi molto per non farsi la pipì addosso, sentì finalmente la porta della camera di Tiziano aprirsi e richiudersi. Si alzò e percorse il corridoio per andare in bagno. Entrò e, in una nuvola di fumo, vide sua madre in accappatoio che si stava asciugando dopo la doccia. Si sedette sul water e”..

‘Ciao mami””

‘Ciao Giada, dormito bene???’

‘Si, come un sasso’ Maaa”.. hai visto Tiziano????

‘No perché, starà ancora dormendo’ Eee’.. fortunati voi che finite le scuole potete dormire al mattino!!!!’

‘Mah, strano, boh, va beh’. Non fa niente”.’

‘Che cosa c’è che ti arrovella il cervello bambina mia????’

‘No, niente, mi era parso di sentire Tiziano uscire dalla sua camera e dopo un bel po’ farci rientro’..’

‘Qui non è venuto’. Almenoo’. credo”. ‘

Giada uscì e Stefania appoggiò un piede sul bordo della tazza, mentre si asciugava le estremità notò una colatura biancastra che lentamente scendeva dal bordo del coperchio depositandosi sopra la ceramica rosata del water. Curiosa, con un dito raccolse il denso sedimento e vide che le rimaneva incollato e appeso tremulo al dito. Sperma, era sperma fresco, non si poteva sbagliare, lo conosceva bene e quello era sicuramente seme maschile. Di Lino non poteva essere, lui se n’era andato al mattino presto e quel liquido seminale era invece fresco appena prodotto. L’unico poteva essere stato Tiziano, ma quando?? Lei era sicura che quando s’era seduta sul water per orinare quella colatura non c’era di certo, se ne sarebbe accorta. Poi, la lampadina si accese nella sua mente e comprese che lui s’era fatto una bella sega mentre lei si faceva la doccia. Cavoli, l’aveva vista farsi un ditalino!!! Che figura di merda davanti a suo figlio!!!! E lui, porco come tutti i maschi si era masturbato guardando sua madre nuda!!! Un po’ questa cosa le piaceva. Essere ancora attraente per un giovane ragazzo era motivo di orgoglio per lei. Però il giovanotto era suo figlio!! Cazzo che figuraccia!!!! Si coprì e tornò in camera propria, non sapeva se piangere o ridere. Chissà Tiziano come ce l’aveva il pisello, adesso che era diventato grande. Lino aveva un bel cazzone largo e lungo, magari lui l’aveva ereditato da suo padre. Nascose poi i pensieri in fondo all’animo e cercò di distoglierli da suo figlio e dalle dimensioni del suo cazzo.
Si vestì con una tunichetta bianca, quella corta, che usava sempre in casa, e si infilò le mutandine. Lasciò libere le belle tettone e se ne andò in cucina. In breve tempo, arrivarono uno dopo l’altro i suoi figli, prima Giada e subito appresso Tiziano.

Tiziano, si sedette come di consueto a capotavola ed attese che sua madre gli servisse la colazione. Brioche e caffelatte per lui e i nauseabondi ‘Corn-Flakes’ per Giada.
Guardò sua madre, si vedevano le mutandine sotto a quella camicia corta e trasparente.
Non s’era mai accorto che lei, come donna, esistesse realmente. Sua madre gli era sempre servita per consigli o aiuti economici, per pranzare o cenare, per farsi stirare pantaloni e magliette, insomma fino ad allora lei, era stata per suo figlio una specie di colf a su disposizione permanente. La mamma si girò per prendere il pane dalla madia posta nella parte alta del mobile, la camicia le salì vertiginosamente e si intravidero per un istante le chiappe e il bordo del perizoma. Una vibrazione dalle parti del pube e il cazzo si gonfiò istantaneamente. Sempre più turbato, per quelle reazioni innaturali, il giovanotto si affrettò a buttare giù il croissant e a bere il caffelatte, quindi si alzò da tavola e si rifugiò nuovamente in camera sua. Mentre nella testa passavano ad alta velocità un turbinio di sensazioni contrastanti, udì suonare il cellulare, rispose meccanicamente”

‘Pronto??’

‘Tiziano, ma dove sei??? ‘

‘Chi parla???’

‘Ma come chi parla!!! Sono Benedetta, cavoli ti sto aspettando da mezzora!!!!’

‘Oddio, si Benedetta, si, arrivo subito’. Emmm’. Mia madre non è stata bene” Si, si adesso sta meglio, abbi pazienza, arrivo, aspettami”’

Si vestì tipo casual ed uscì di corsa. Non pensava alla bellissima Benedetta, no, pensava a quella figona di sua madre!!! Che tette e che culo che aveva!!!
Anche mentre passeggiava con la ragazza non smise mai, nemmeno per un istante, di pensare a sua madre. Lei ad un certo punto gli disse’..

‘Tiziano, forse sei un po’ preoccupato per tua madre, ti vedo distratto, credo sia meglio che torni a casa, magari ci vediamo un’altra volta”.’

‘E si, lo credo anch’io scusami, è che sono veramente preoccupato, la vedo ancora con la bocca aperta e la mano ”’..’

‘La mano cosa????

‘No, ecco si teneva la mano sul basso ventre, forse aveva mal di pancia, non lo so, insomma devo tornare a casa’.’

Lasciò la ragazzina al suo destino e fece ritorno a casa.

A pranzo tutta la famiglia era riunita attorno al desco e Tiziano, solitamente sempre con la mente isolata ed immersa nei suoi pensieri, era invece attento ad osservare sua madre. La vide chinarsi per prendere una teglia dal forno e per un attimo vide il perizoma nero e le chiappe che si mostrarono in tutto il loro splendore, gli cadde rumorosamente la forchetta nel piatto schizzandogli un po’ di sugo sulla maglietta bianca’..

‘Tiziano stai attento!! Ti sei sporcato la maglia, dai toglitela subito che le do una passata con acqua e sapone”’

Tiziano si sfilò la maglia rimanendo a torso nudo, si scusò e continuò a mangiare.

Stefania guardò di sottecchi suo figlio, aveva un bel torace liscio e muscoloso, era proprio un bel ragazzo. Quanto le sarebbe piaciuto poter godere di quel giovane corpo e gustarsi quel pisello a lei sconosciuto ma sicuramente vitale e resistente”..

‘Stefania, mi sembri incantata, guarda che il forno è acceso e dentro non c’è niente..’

‘Ah si scusa Lino, ho un po’ di mal di testa oggi”’

Lino, pensò che anche lui aveva un certo mal di testa, forse non era lo stesso che accusava sua moglie ma il suo era un mal di testa che gli derivava dal piacere d’avere al suo fianco la sua bambina Giada. Indosso s’era messa un paio di hot-paints bianchi, inguinali, che le marcavano fra le gambe il solco della sua tenera fighetta. L’uomo pensò che prima o poi gli sarebbero scoppiati i coglioni. La maglietta attillatissima come una seconda pelle che portava nella parte superiore era a dir poco scandalosa, essa le segnava la forma delle mammelle fasciandogliele strettamente ed evidenziandole i capezzoli puntuti .
Il povero babbo aveva da circa mezzora il cazzo duro e anche se si sforzava di guardare da un’altra parte, lui, il suo pene, non accennava a rilassarsi nemmeno un po’.

Giada s’era cambiata e vestita in quel modo proprio per provocare suo padre e a vedere la sua patta dei calzoni era assolutamente convinta d’averlo eccitato tantissimo.
Le sarebbe piaciuto allungare la mano e circondare con le sue dita quel cilindrico rigonfiamento. Chissà che impressione dava stringere nella mano un bel cazzo duro!!
Al pensiero di questo un umido calore le si propagò fra le gambe e di riflesso si portò la mano sul pube, quindi accortasi che suo padre la guardava, passò il dito medio sulla evidente fenditura e poi subito finse indifferenza e si rimise a mangiare.

Tiziano, guardava le cosce scoperte di sua madre, gli era parso che lei, un paio di volte, si fosse alzata il bordo del vestito scoprendo di più le belle e tornite cosce. Mentre mangiava lui sbirciava anche nell’ampia e generosa scollatura del vestito che mostrava la tettone burrose e sode. Pensò d’aver scelto bene i pantaloncini da indossare in casa, erano belli larghi e capaci e celavano alla vista, la esuberante erezione che sembrava non volersi placare più.

Stefania, a testa bassa, china sul piatto, fissò i pantaloncini di suo figlio, pensò che forse ce l’aveva piccolo perché nonostante lei si stesse adoperando per eccitarlo, non gli si notava nulla. Era un po’ delusa, a suo figlio non gli veniva duro? Eppure se è vero che due più due fa quattro, lui aveva eiaculato sull’asse del cesso guardandola nuda sotto la doccia. Magari era abituato ad eccitarsi per cose più forti, un paio di cosce e due tette intraviste di sfuggita non gli davano quella giusta carica per arrivare all’erezione. Forse, in quel contesto culinario mancava l’atmosfera, forse”’

Poi, il pranzo terminò e Lino se ne andò a sedersi in poltrona, accese il televisore con il telecomando e si mise a guardare il TG5. Finalmente il cazzo gli scese e si sgonfiò rapidamente. Vide passare sua figlia e la sentì chiudersi in camera sua. Da lì a poco Giada ricomparve, aveva cambiato tenuta ed ora indossava una corta gonnellina bianca ed una camicetta di organza arancione poco abbottonata davanti. Si sedette davanti a suo padre e si chinò in avanti per meglio sistemarsi le ciabattine nei piedi. Lino ebbe la visione completa delle tette di sua figlia. Molto meno voluminose di quelle di Stefania, ma sodissime e dure, vide una sola aureola e il suo bel capezzolo. Il riposo del guerriero era terminato e subito la sua alabarda si alzò pronta all’uso. La fanciulla si sdraiò sulla poltrona e, presa una rivista dal tavolino, si mise a leggere.

Giada era consapevole d’essersi vestita da troia, ma ormai era determinata ad eccitare suo padre, si aggiustò per bene le ciabatte ai piedi e poi si mise a leggere tenendo oscenamente le cosce spalancate. Non s’era messa le mutandine ed era consapevole che suo padre, in quel momento, stava vedendo la sua spaccatella chiusa e completamente depilata. Da sopra la rivista spiò suo padre, lo vide con gli occhi fissi fra le sue gambe e comprese che il paparino stava morendo di desiderio.

Che troia Giada!!! Non si era nemmeno messa le mutande!!! Beh forse era lui che di sta cosa se ne stava facendo un film!! Lei era ingenua e sicuramente non pensava che suo padre, fosse un vecchio porco, e che se ne stesse lì tutto eccitato e arrapato a guardarle la fighetta implume!! Pensò di alzarsi e distogliere la sua attenzione da quel torbido e innaturale spettacolo, poi arrivò Stefania con le tazzina di caffè caldo. La ringraziò e si mise a sorbire la sua bevanda preferita.

Stefania, porgendo la tazzina di caffè a suo marito aveva avuta chiara l’impressione che lui stesse spiando fra le cosce semiaperte di Giada. Certo che, se non si era sbagliata, la famiglia, ultimamente, stava assumendo dei comportamenti piuttosto anticonformisti e decisamente trasgressivi. Mah, non capiva nemmeno perché Giada si fosse andata a cambiare, vestendosi in modo così sconcio e che pure lei non avesse un minimo di controllo e che si esponesse in quella maniera proprio di fronte al suo paparino!!

Tiziano stava provvedendo per la seconda volta in quella giornata a farsi una sega. In camera sua, disteso nudo sul letto, si masturbava pensando a sua madre mentre si sditalinava sotto la doccia. La vedeva a cosce aperte, con le dita nel il boschetto scuro che muoveva ritmicamente la mano e che godeva come una maiala a bocca spalancata.
Stava per venire quando udì bussare alla porta e subito l’uscio si aprì”

‘Tiziano volevo solo dirti che stasera papà e io siamo fuori a cena”’

Lui si girò di scatto volgendo la schiena alla porta e rispose affannato”.

‘Si, si, va bene”.’

La porta si richiuse e Stefania se ne andò”..

Cavoli, la mamma se n’era sicuramente accorta, l’aveva visto di sicuro mentre si segava!!

I pensieri turbinavano nella testa di Stefania: Un’altra sega il mio bambino, chissà a cosa pensa quando si masturba??
Gliel’aveva visto, ma per una infinitesimale frazione di secondi, non era comunque riuscita a valutarne le dimensioni e nemmeno la forma e la consistenza!!!

Il babbo verso le quindici uscì per far ritorno al lavoro. Stefania si recò da una sua amica per la consueta partita a carte, mentre i due giovani rimasero fino alle sedici in casa e quindi anche loro uscirono per gli affari loro.

Trascorsero alcuni giorni e venne il sabato sera. All’interno della casa si avvertiva forte la tensione e il nervosismo. Anche le torbide passioni sembravano aleggiare in modo quasi palpabile.
Le donne, sempre più svestite e i maschi in perenne erezione. Fu Lino che ebbe una iniziativa molto particolare”

‘Ragazzi, che ne dite se partissimo stasera stessa ed andassimo nella nostra casetta al mare???’

‘Lino, ma tu come fai con l’azienda???’

‘Ormai mancano pochi giorni alle vacanze e anche se non c’è il titolare i miei dipendenti vanno avanti da soli!!’

‘Papi sul serio potresti anticipare le vacanze???’

‘Si Giada, che c’è di strano??’

‘Beh, babbo, tu sei di solito così preciso che sta cosa ci stupisce un po’!!’

‘Tranquillo Tiziano, tranquillo’.. E poi nella vita si cambia” Dai Stefania ti do una mano, prepariamo le valige, chiudiamo casa e ce ne andiamo subito, ho proprio voglia di mare e di rilassarmi un po”

Detto fatto, tutti si mossero e da lì ad un ora furono pronti, chiusero la villetta, inserirono il dispositivo di allarme e scesero in garage. La Volvo V60 era una vettura spaziosa e le valige trovarono collocazione senza molti sforzi. Lino come al solito guidò ad andatura sostenuta, ma aiutato dal navigatore, riuscì ad evitare gli autovelox e dopo una ventina di minuti la famigliola imboccò l’autostrada. Il Tomtom segnava centottantotto chilometri alla destinazione. Lino aveva ereditato dai suoi genitori, oltre all’azienda anche una splendida villa ad Alassio, nell’antico ‘Borgo dei Pescatori’ . Una grande casa, infilata in mezzo tra la strada statale e la spiaggia privata. Giunsero alla meta un ora e mezza più tardi, compresa una fermata per la classica pipì.
Era in pratica quasi mezzanotte e tutti si affaccendarono a sistemare i bagagli e a far prendere aria alle camere aprendo finestre e porte. La parte giorno dava sulla strada, mentre la zona notte era affacciata sul mare. Scesero poi di un piano, ed uscirono in spiaggia. I lampioni esterni che Lino s’era premurato di accendere illuminavano il piccolo spiazzo di cemento largo circa un paio di metri, esso era recintato con una spessa rete metallica a maglie strette, al centro della quale vi era una porticina che aprendosi dava accesso alla spiaggetta privata. La volta precedente che erano venuti in quella casa era all’incirca un anno prima e la spiaggia era piena di cartacce trascinate forse dal vento e da bottigliette lasciate da ignoti. Lino pensò che il mattino seguente avrebbe avuto il suo da fare a pulire per bene la spiaggia.

Il mare era calmo e tutti e quattro si sedettero in terra sulla battigia ad ascoltare tacitamente il lieve infrangersi delle bianche onde spumeggianti sulla riva. La tavola dell’acqua era di colore nero e in lontananza scivolavano delle tremule e ondeggianti luci. La luna sembrava una stretta falce fra le stelle che a loro volta occupavano brillando tutta la concava volta celeste. Sulla destra un promontorio con mille piccole luci che a turno si spegnevano o si accendevano a testimoniare i movimenti notturni della gente nelle proprie case.
Il capo di Giada si appoggiò alla spalla di babbo Lino mentre Stefania si appoggiò a quella di Tiziano. Il papà si abbracciò romanticamente la sua bambina mentre la mamma si fece abbracciare da suo figlio. Tutti e quattro erano troppo presi dall’atmosfera idilliaca e poetica dell’ambiente che li circondava che non furono nemmeno sfiorati dai pensieri torbidi che fino a poche ore prima gli avevano in qualche modo ottenebrato la mente.
Rimasero così a godersi l’umida frescura per almeno mezzora ancora poi decisero di rientrare e di andare a letto.
Stefania, presa dalla situazione nuova, una volta nuda nel letto, si avvinghiò a suo marito e in pratica pretese da lui che la scopasse. Fu una fantastica cavalcata, entrambi rivitalizzati, si diedero da fare e Stefania, alla fine, disse a suo marito’..

‘D’ora in poi ogni venerdì sera partiamo e veniamo qui, sai com’è, se questi sono i risultati”’

Rise Lino e le diede un bacio appassionato, quindi le augurò la buona notte, si girò dall’altra parte e sfinito, sia per il viaggio sia per la scopata, si addormentò in un baleno.
Stefania, anche se pienamente soddisfatta, si fece ancora tornare in mente suo figlio. Chissà se era bravo a fare l’amore?? Certo che il fresco e acerbo corpo di Tiziano era meravigliosamente attraente e magari lei avrebbe goduto ancora di più se al posto di Lino ci fosse stato lui. Il sonno la colse mentre ancora nella sua mente passavano elucubrazioni, dubbi e misteri.

Giada aveva caldo e tenendo le zanzariere ben chiuse, spalancò la porta finestra che dava sul lungo balcone e, nuda come l’aveva fatta mamma, si distese sopra alle lenzuola, accese la debole abat-jour e lasciò che la manina destra si incuneasse fra le sue cosce e cercasse trovandolo, il clitoride. Lo sollecitò delicatamente sfiorandolo appena, mentre nella sua mente passavano le immagini di suo padre nudo, maturo stallone, sopra di lei che la possedeva con grandi colpi di cazzo. Abituata a casa a cercare di attenuare i suoi acuti gemiti, cercò anche in questo caso di controllarsi, ma quasi inconsapevolmente i gridolini le uscivano spontanei e istintivamente ingovernabili.

Tiziano a sua volta sentiva parecchio caldo e anche lui spalancò la porta finestra della sua camera e chiuse le zanzariere. Lui, sentiva ancora il profumo di sua madre, che lei gli aveva lasciato quando si era appoggiata sulla sua spalla. La desiderava tantissimo e tenerla strettamente abbracciata gli era sembrato quasi come se lei fosse sua, carnalmente sua, biblicamente sua. Il cazzo era bello duro, se lo accarezzò, chissà se mamma sapeva che lui aveva un così grosso cazzo? Gli sarebbe piaciuto farglielo vedere e osservare la sua faccia, farglielo toccare e tastare con le dita fra le sue gambe per comprendere se si eccitava o no.
Udì distintamente dei gemiti provenire dall’esterno e nudo com’era uscì sul balcone, seguendo la fonte da quelli che parevano lamenti si affacciò alla porta finestra di Giada.
La vide, distesa su quel basso letto, con le cosce spalancate rivolte verso di lui, la mano fra di esse e il viso deformato dal piacere intenso, gli occhi chiusi e il bacino che si muoveva all’impazzata. Si afferrò il cazzo, ora durissimo e si masturbò assieme a lei. Che figa che era la sua piccola gemella.!! Le vedeva le tette che vibravano appena, e il culo che si sollevava ritmicamente, la porcellina si stava sditalinando pensando a chissà cosa!! I gemiti si fecero più ravvicinati ed infine un roco lamento e le cosce che si chiusero a tenaglia imprigionandole la mano. Lui sborrò schizzando sulla zanzariera, cercò poi di pulire senza farsi vedere e poi dovette ripiegare velocemente in camera propria.
Prese le mutande e si pulì per bene il pene, poi si buttò sul letto ancora sconvolto dal delizioso spettacolo che gli aveva regalato sua sorella.

Come sempre Giada, dopo un ditalino, si riprometteva per le prossime volte, di cercare di far meno rumore, ma sapeva benissimo che forse sta cosa non le sarebbe mai riuscita. Si alzò dal letto e si avvicinò alla finestra, approfittando del buio uscì poi sul balcone e appoggiandosi alla ringhiera di ferro, alla quale sarebbe stata utile una bella riverniciata, si mise ad osservare il mare. Era fantastico poter stare lì nuda sul balcone protetta dall’oscurità.

Tiziano, si girò per qualche minuto nel letto, poi inquieto, si mise a sedere, accese l’abat-jour, guardò l’ora, erano le tre passate. Si alzò dal letto e si trascinò fin davanti alla zanzariera, poi la aprì ed uscì fuori.

Lei, Giada, si voltò e lo vide, lui la vide pure, fece per tornare indietro, ma lei, quasi bisbigliando gli disse’..

‘Vieni Tiziano, che fai ti spaventi di tua sorella nuda?’

‘No, ecco, non ci sono molto abituato”.’

‘Beh, per la verità nemmeno io ci sono abituata, è la prima volta che ti vedo nudo. A parte quando eravamo piccolini” poi più niente”’

‘Sei una bellissima ragazza sai sorellina mia???’

‘Anche tu sei proprio bellissimo e poi hai un cosone lì che fa spavento!!!’

Lui d’istinto se lo coprì pudicamente con le mani ma lei”..

‘Che fai ti copri? Non sei l’unico ad averlo sai???’

‘Si, va beh, ma io mi vergogno, tu nuda e io nudo insomma è imbarazzante”’

Giada si avvicinò a suo fratello, parevano due bambini quando per la prima volta vedono un essere con qualcosa di diverso da loro.

‘Guardami ti piaccio???’

‘Si certo te l’ho detto sei bellissima, ma sei pure mia sorella’..’

‘Posso’.. eemmhhhh”. toccarlo???’

‘No dai, non va bene che si facciano ste cose, poi mamma e papà sono appena a pochi metri da noi”’

‘Entriamo in camera mia dai”’

Lui stregato la seguì, si chiusero dentro e poi lei si sedette sul letto e aprì le gambe”..

‘Guarda la mia patatina Tiziano’ Toccala, non ti mangia mica!!!”

Timidamente lui allungò la mano e le sfiorò la piccola fighetta, lei a sua volta impugnò il membro del fratello e lo sentì crescere in modo esponenziale nella sua mano”

‘Mamma mia Tiziano ma quanto ce l’hai lungo????’

‘T i piace? Un giorno troverai un ragazzo che te lo metterà dentro sai???’

‘Così grande mi fa un po’ paura”’

‘Se me lo tocchi ancora un po’ va a finire che ti bagno tutta”’

‘Anche tu se me la tocchi ancora mi allago sai??’

‘Giada, ma tu sei” vergine???’

‘Si, sono vergine e tu?’

‘Si, anche io, non l’ho ancora mai fatto con nessuna’

‘Ti piacerebbe sverginarmi???

‘Ma che dici sorellina, no, no è meglio di no, meglio se la piantiamo qui”’

‘Mi fai provare solo una cosa?

‘Cosa vuoi provare?’

‘Mi ha detto una mia amica che il pisello si può anche prendere in bocca’..’

‘Si è vero, io questa cosa l’ho fatta fare a Mery, sai la biondina che abita vicino a noi’.’

‘Te lo ha preso in bocca??’

‘Si, si’..’

‘Mah, il seme’.. cioè.. voglio dire’.. quando c’è l’eiaculazione, il seme.. dove va a finire’..’

‘Se lei si toglie va dove vuole, se invece lei se lo tiene in bocca va a finire appunto nella sua bocca’..’

‘Ma la ragazza”. Lo manda giù nello stomaco???’

‘Si certo che si’..’

‘Non fa schifo? Poi, non fa male alla salute???’

‘No, non è dannoso, lo potrai fare, magari ti piacerà pure’..’

‘Posso provare con te?’

‘Tu vuoi farmi un pompino?

‘Pompino????’

‘Si, si chiama così, pompa, pompino, bocchino’. Ci sono tanti modi di chiamarlo””

‘E’.. posso farti’ un’ pompino???’

Nel dire questo Giada si inginocchiò sullo scendiletto e cercò di prenderglielo in bocca a suo fratello, lui eccitato come non mai la lasciò fare, poi di colpo si tirò indietro’..

‘Giada, fai attenzione con i denti, è un punto delicato” Devi avvolgere bene la cappella, questa, questa si chiama cappella”’

Lei spalancò la bocca al massimo e avvolse il glande di Tiziano, poi lui la guidò con la mano dietro la nuca dettandole i movimenti. Quando si accorse che era quasi arrivato si tirò nuovamente indietro e le disse”..

‘Vuoi sempre farti sverginare???’

‘Oh, si, si che lo voglio’..’

‘Mettiti sul letto dai’. La porta della stanza è chiusa a chiave?’

‘Si, si è chiusa, chiusa a chiave”’

‘Guarda che ti farò un po’ male, non urlare, cerca di stringere i denti’..’

‘Fai piano Tizi, fai pianissimo ti prego”..’

‘Sei bagnata sai’. Ora te lo metto dentro”..’

Il giovane spinse il suo fallo all’interno della lubrificatissima vagina e lei si mise il dorso della mano in bocca per non gridare, la stantuffò dapprima lentamente poi sempre più rapidamente, lei ad un certo punto, superato il momentaneo dolore, lo abbracciò attirandolo a se e dopo qualche minuto venne. Venne diversamente dalle altre volte, più intensamente, con più passione e partecipazione. Poi la ex verginella, stupita e affascinata vide i getti potenti uscire con lunghi schizzi dal meato del cazzone di suo fratello.
Rimasero entrambi abbracciati per un bel po’ poi sciolsero l’abbraccio e dopo essersi dati una ripulita si sdraiarono sul letto di Giada. Tiziano, si vegliò, vide la luce provenire da fuori e comprese che era ormai mattino, piano, piano si alzò dal letto e passando dal balcone velocemente si infilò in camera sua.

Verso le dieci mamma Stefania, bussò all’uscio dei due giovani ”..
Ma di questo parleremo la prossima volta’.

Buon sesso a tutti da parte di ombrachecammina

E-mail: alexlaura2620@libero.it

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