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191 – Manuele si scopa e incula di brutto il figlio e poi la madre

By 15 Dicembre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Venerdì sedici Dicembre 2011, pomeriggio, il sole è tramontato e comincia a far buio. Fuori nevica in abbondanza, sono solo a casa, mia moglie, assieme a mia figlia e mio figlio è andata da sua madre che non sta tanto bene. Ho acceso il camino e, tenendo un bicchiere di Cognac in mano, guardo fuori dalla finestra, osservo l’uniformità di quel soffice manto bianco che rende le case e le cose tutte uguali, tutte senza colori. Attutito dalla neve, il rumore delle auto che pattinano sulla strada è praticamente inesistente. Non sono felice dell’assenza di mia moglie e dei miei figli, ma nemmeno ne sono infastidito. Ogni tanto è bello riconquistare la tranquillità e la pace, senza nessuno che con la sua voce o i suoi gesti, interrompa in modo molesto il corso dei tuoi pensieri. Il mio è un matrimonio felice, in pratica, la seconda donna della mia vita, mi ha portato sull’altare circa vent’anni anni or sono. Da allora sono sempre stato un marito fedele, serio e posato, dedito alla famiglia ed al lavoro. Il mio nome è Manuele, sono un quarantunenne economicamente agiato sposato con Caterina che è mia coetanea. Dicono che io sia un bell’uomo, occhi e capelli scuri, alto un metro e ottantacinque, fisicamente curato e sufficientemente muscoloso. Ho anche due figli, una femmina ed un maschio. La ragazzina ha diciotto anni, mentre il giovanotto ne ha diciannove. Viviamo in una villetta sulle pendici della collina che circonda una grande città del nord. La felicità è sicuramente un’utopia ma posso dire che in fondo in fondo non mi posso lamentare. Nel silenzio odo uno scampanellio che mi fa sussultare. Strano, non aspetto nessuno. Penso d’essermi sbagliato, sorseggio il mio Cognac e guardo ancora dalla finestra le grosse falde bianche che svolazzanti scendono lentamente dal cielo. Ancora il suono del campanello; al citofono una voce che mi pare essere di una donna ella mi dice d’aver bisogno d’aiuto. Apro il cancelletto e quindi spalanco il portoncino di casa. Dal viottolo lastricato vedo una persona con il capo coperto da un cappuccio venire avanti zoppicando. Ad un metro da me, la sua vocina sofferente mi dice”. ‘Mi scusi, ma il motorino è slittato e’..

‘Venga, venga dentro. non si preoccupi’.’

Lei mi chiede se può usare il telefono per chiamare i suoi perché il suo cellulare è caduto e si è distrutto sotto la moto. La faccio entrare, vedo i suoi jeans strappati all’altezza del ginocchio della gamba destra e sotto allo squarcio una ferita sanguinante. Mi mostra la mano destra e anch’essa ha sul dorso un taglio con del sangue. Idem per la mano sinistra. Si solleva il cappuccio e vedo i suoi lunghi capelli biondi, morbidi e ricci, ha un bellissimo viso e gli occhi azzurro cielo. Le dico’.

‘Venga signorina, venga in bagno che la medico’.’

Mi guarda e nonostante le ferite doloranti mi sorride, poi mi dice’

‘Sono un ragazzo, un maschio’..’

In quel momento rimango totalmente rapito da quella figura tremante ed intrisa di neve come un pulcino indifeso. Lui è più basso di me, di qualche centimetro la sua corporatura è snella e fine. Sulla pelle bianchissima e delicata del viso non c’è ombra di barba. Nemmeno un po’ di peluria morbida, di quella che si ha quando si è poco più che adolescenti. Le uniche note di colore, a parte il sangue, sono le sue gote ed il dorso delle sue mani, entrambi arrossati dal freddo

‘Scusa, ma hai un viso così bello e così poco maschile che mi sono confuso’.’

‘Non importa mi succede spesso che mi scambino per una femmina”

“Vieni in bagno ti do la cassetta dei medicinali così ti puoi disinfettare e darti una lavata.’

‘Grazie. Dove posso posare il giubbotto?’

‘Qui, appendilo qui’..’

Una volta in bagno lo guardo e tento di pulirgli la ferita, poi mi accorgo che i jeans mi impediscono di medicarlo bene

‘Togliti i jeans che se no, non riesco a pulire bene la lesione.’

Lo vedo tentare di aprire la fibbia della cintura ma con una sola mano non ci riesce’.

‘Ti spiace? Faccio io? ‘

‘Si, si per favore, grazie’..’

Gli apro i pantaloni e glieli tiro giù. Glieli tolgo del tutto e poi mi dedico a pulirgli la ferita. Ha un bel taglio ed anche alcune pietruzze piantate dentro. Si lamenta per il forte bruciore quando lo disinfetto con l’alcool, poi non dice più nulla. Ci metto su una grossa garza, la blocco con del cerotto e poi gli dico’.

‘Vuoi che ti medico anche la mano?’

‘Sento un forte dolore dietro la spalla destra’.’

‘Ok ci diamo un’occhiata”

L’aiuto a sfilarsi il maglioncino e la camicia e lo faccio girare’

‘Hai preso una bella botta anche qui. E’ strano che non si siano lacerati ne la camicia ne la maglia, ma hai una abrasione sulla scapola..’

‘Mi scusi per il disturbo, lei è veramente gentile, le spiace disinfettarmi anche lì?”

‘No figurati, stringi i denti che uso l’alcool’.’

Da dietro, per la prima volta in vita mia mi scopro a guardare il culetto ad un maschio. Lui è un ragazzo ma il sedere ha la forma a mandolino di un bellissimo culetto di donna. Lo disinfetto e poi gli pulisco anche le mani coprendo il tutto con altre bende ed altri cerotti. Sul viso ha della fanghiglia e pure tra i capelli. Gli chiedo se vuole farsi una doccia e lui mi ripete ancora una volta’

‘Non vorrei disturbare oltre, ma se potessi me la farei volentieri’.’

‘Ok, non ci sono problemi, ti lascio solo, lì c’è il bagno schiuma e quando hai finito puoi usare il mio accappatoio.’

‘Guardi che per me non ci sono problemi, se vuol restare a me non da fastidio’.’

Non voglio fargli vedere che sono terribilmente in imbarazzo e gli rispondo’.

‘Si, ok, quanti anni hai??’

‘Ne ho ventidue compiuti il mese scorso’.’

‘Io ho un figlio di diciannove e una femmina di diciotto”

‘E dove sono adesso?’

Gli spiego la faccenda di mia suocera e lui mi dice d’aver capito. Poi senza farsi problemi, girandomi però la schiena, si sfila le mutande e si infila sotto la doccia. Che culo, madre mia che culo!!

‘Scusa, aspetta ti do qualche busta di plastica per coprire le bendature se no è tutto da rifare”

Vado a prendere delle buste di nylon e usando ancora il nastro gli copro le fasciature.

‘Eeemmm, come faccio a lavarmi adesso?’

‘Già, se vuoi faccio io’.’

‘Aspetta che mi tolgo solo la roba di dosso”

Rimango in mutande e gli dico’

‘Stai girato così, ti lavo prima la schiena’.’

Passo la spugna sulla schiena e poi faccio un rapidissimo passaggio sul suo incantevole posteriore, due globi da rimanerne incantati; distolgo a malincuore lo sguardo e mi dedico quindi a lavargli le gambe dietro.

‘Ok girati adesso”’

Lui si gira e io lo vedo. Attaccato a quel corpo muliebre c’è un pene incredibile. Ho come l’impressione che madre natura per plasmare i suoi genitali abbia preso me come campione e glieli abbia riprodotti identici ai miei. La pelle ricopre interamente il glande formando in punta un piccolo ciuffo di pelle molle. La cute del membro è ancora più chiara di quella del corpo, quasi diafana, trasparente. Sul pube ha una peluria praticamente albina e sotto al pene penzolante due grossi testicoli lisci e pieni. Si indovina chiaramente sotto la pelle del glande, la grossa cappella scura che sporge maestosa formando un fungo che va ben oltre il diametro del fusto. Il membro in totale è lungo come il mio e, visto su quel corpo da bambino, fa sinceramente impressione. Lo lavo accuratamente e nel mentre avverto nelle mie mutande la netta percezione di un prepotente inturgidimento. Termino la doccia e lo faccio uscire ad asciugarsi’..

‘Ce la fai ad asciugarti??’

‘Si, si ce la faccio’.’

‘Ok visto che sono tutto bagnato pure io, mi faccio un attimo una doccia’.’

Mi sfilo le mutande e voltandogli le spalle mi infilo a mia volta sotto l’acqua calda. Lui nel frattempo si riveste poi si avvicina al box doccia e mi chiede’..

‘E’ sua questa casa??’

‘Si, si è mia, l’abbiamo comprata tanti anni fa’.’

Mi accorgo che il ragazzino si è accorto che ce l’ho ancora mezzo duro. Osservo il suo sguardo che mentre mi parla scivola repentinamente sul mio cazzo.

‘Scusi, la guardavo lì perché lei è fatto identico a me’.’

‘Si, hai ragione, l’ho notato anch’io’.’

Lascio cadere il discorso, mi asciugo e mi rivesto quindi lo invito a venire in camera con me’.

‘Guarda un po’, forse questi jeans ti vanno bene, sono di mio figlio, ora non gli stanno più ma credo che a te forse ‘..’

‘Grazie, troppo gentile’.’

Si sfila quelli che aveva indosso e si infila quelli di Pietro’.

‘Si, mi vanno benissimo, ok poi glieli restituisco’ Posso fare una telefonata??’

‘Si si fai pure’..’

Compone ripetutamente il numero di casa sua e anche quelli dei cellulari dei suoi. Non risponde mai nessuno. Spazientito mi dice’.

‘I miei sono in montagna a sciare, non mi rispondono. Boh, ho lasciato il motorino sul marciapiedi qui sotto, darà fastidio a qualcuno?’

‘Siediti un attimo ti faccio un the caldo vuoi?’

‘Si grazie’.’

Gli porto il the e lui mi chiede ancora del motorino’.

‘Dove l’hai lasciato?’

‘Qui sotto, contro il muretto di casa sua’.’

‘Tranquillo, non da fastidio a nessuno. Ma tu dove abiti?’

‘Abito fuori città nella zona nord’..’

‘Ah, dalla parte opposta a quella dove siamo adesso’.’

‘Chiamo ancora i miei, posso??’

‘Si, si, telefona pure’.’

Dopo moltissimi tentativi e nessuna risposta mi dice che cerca di andare a piedi e raggiungere la zona dove ci sono gli autobus…

‘Ma sei matto, con ‘sto tempo? Queste strade di collina così piene di neve non si possono percorrere adesso. Poi nelle tue condizioni’.’

‘Come faccio allora??’

‘Ma scusa a casa tua c’è qualcuno che ti aspetta?’

‘No, sono tutti in montagna’.’

‘Per me puoi restare qui. C’è la camera di Pietro, ti do un pigiama e dormi lì, poi domattina, con la luce del giorno vedremo il da farsi”

‘Mi dispiace disturbare’.’

‘Non ci sono problemi’..’

Ceniamo verso le venti e poi ci mettiamo a guardare la tv. Sono le ventuno circa quando lo vedo con gli occhi chiusi completamente addormentato. Lo scuoto e gli dico di andare a dormire. Lo osservo mentre si alza e, come un sonnambulo, gira a destra infilandosi nel corridoio dove c’è la zona notte. Io resto ancora un po’ a finire di vedere il film e poi spengo tutto e mi avvio in camera mia. Accendo la luce e lo vedo sotto le coperte che dorme nel mio letto. Lo chiamo e lui non mi risponde, lo chiamo ancora, lo vedo aprire gli occhi e borbottare qualcosa di incomprensibile, quindi riaddormentarsi seduta stante. Rassegnato a condividere il mio letto con lui, mi infilo a mia volta sotto le coperte dalla mia parte e nel fare ciò vedo che lui dorme completamente nudo. Mi volge la schiena, il suo sedere meraviglioso è lì a portata di mano, sono tentato di sfiorarlo, poi ci ripenso, sarebbe una figura di cacca. Poi penso che poco prima non si è svegliato nemmeno quando l’ho scosso con forza e allora oso. La pelle delle sue natiche è morbidissima, liscia come la seta, la forma dei glutei mi riempie l’incavo della mano, ci passo in mezzo, lui continua a dormire con un respiro più che regolare. Poi facendo violenza a me stesso lascio perdere e mi giro dall’altra parte. Mi sveglio al mattino che in pratica non ho dormito affatto, guardo la sveglietta sul comodino e mi accorgo che son solo le otto. Per fortuna che è sabato e non devo andare in azienda. Al mio fianco, al posto di mia moglie, vedo sul cuscino dei capelli biondi e ricci, un viso fanciullesco che pare essere di un putto ed un braccio che tiene strettamente abbracciato il guanciale. La benda della mano è lievemente macchiata di sangue. Lui dorme beato e io lo posso rimirare in santa pace. Sono le dieci quando mi vesto e scendo in strada, ancora nevica, appena fuori dal cancelletto, appoggiato al muro un motorino rosso con il pedale delle marce piegato da una botta. Anche il serbatoio è ammaccato e la ruota anteriore e piegata da una parte. In pratica è inutilizzabile. Una decina di metri più avanti vedo spuntare sotto la neve una fibbia di tela rossa. Affondo fino alle ginocchia nella bianca coltre e afferro la cinta e ne estraggo uno zainetto. Risalgo in casa e mi preparo il caffè, poco dopo sento la porta di camera mia aprirsi e lo vedo spuntare; il biondo angioletto, con le sole mutande addosso, mi saluta con voce parecchio assonnata dicendomi’

‘Buongiorno, vado in bagno’.’

Per una frazione di secondi vedo il suo lato ‘B’ che subito scompare. Quando il ragazzino torna è completamente vestito.

‘Scusa, ma ieri sera tra una cosa e l’altra mi sono scordato di chiedere il tuo nome’.’

‘Sono Fabrizio’..’

‘Piacere, io sono Manuele, vieni a sederti e beviti un caffè, ci sono anche dei biscotti se li vuoi’.’

‘Grazie si, ho una fame’..’

Mangia con appetito mentre io telefono a mia moglie. Mi conferma che si fermeranno qualche giorno perché sua madre ancora non si è rimessa. Non le accenno nulla di quanto successo, saluto lei ed i miei figli e chiudo. Fabrizio ha sparecchiato la tavola ed ora mi chiede di poter telefonare.

‘Hai guardato fuori? Nevica ancora e anche se smette da qui non ci possiamo muovere. Ho l’auto in garage e se non spalo la neve non riesco nemmeno a risalire dalla rampa”

‘Chissà il mio motorino”

‘Sono andato a vederlo prima, non è in condizioni da poter viaggiare”

Gli elenco tutti i danni che ha subìto e lui si convince dell’impossibile utilizzo del mezzo.

‘Prova a telefonare ai tuoi magari adesso sono in un punto favorevole per poterti rispondere”

‘Si, ok grazie”

Dopo la ventesima volta desiste e si lascia cadere sulla poltrona deluso ed amareggiato. Gli dico che non ci sono problemi, che volendo può rimanere, almeno fin quando non smette di nevicare. Mi ringrazia ed accetta la mia ospitalità. In quel momento mi rammento dello zainetto e glielo vado a prendere’

‘E’ tuo questo”

‘Oh si, dove l’ha trovato”

‘Senti Fabrizio, è ora che mi dai del tu, mi fai sentire vecchio e ‘sta cosa non mi va.’

Lui con estrema naturalezza mi dice’

‘Va bene Manuele, ok’ dicevo.. dove l’hai trovato???’

‘Era sepolto sotto la neve ad una decina di metri dal motorino..’

Apre lo zainetto e ne estrae della biancheria intima, dei calzini, un paio di jeans ed alcune magliette di diverso colore.

‘Ti eri portato il cambio?’

‘Si dovevo andare in una discoteca al di là della collina e poi….ha iniziato a nevicare e’ il resto lo sai’.’

‘Si va beh, ma per andare in discoteca ti porti la biancheria per cambiarti?”

‘No, è che sarei dovuto essere ospite di alcuni miei amici’.’

‘Capito, è un po’ bagnata la tua roba, mettila sul termosifone del bagno è fatto apposta per asciugare i panni”

“Ok, grazie ce la vado a mettere su'”

Noto che quei jeans di mio figlio Pietro gli stanno parecchio attillati e mentre lui si avvia verso il bagno, io mi beo della visione paradisiaca del suo sedere. Forse starò per diventare gay, oppure è lui, che con quel fisico da femmina mi sta facendo venir fuori certi osceni pensieri lussuriosi. Quando lo vedo tornare gli chiedo cosa vuole mangiare a pranzo e lui mi risponde d’avere una fame da lupo e che qualsiasi cosa gli va bene. Poi lui all’improvviso si rivolge a me e mi dice..

‘Grazie di tutto veramente, tu sei il padre che mi sarebbe piaciuto avere’.’

‘Ma scusa, mi hai parlato dei tuoi ed ho pensato che tu avessi un padre ed una madre’.’

‘La mamma è proprio la mia mamma, mentre il papà è il suo compagno ed il mio patrigno’.’

‘Tuo padre è” morto???’

‘No, ha messo incinta mia madre e poi se n’è andato, è sparito, io rappresento il peccato di gioventù della mamma. Lei mi ha avuto quando aveva solo sedici anni. Sono stato concepito in spiaggia, a pochi metri dal mare. Lei è una donna svedese biondissima come me, con gli stessi occhi azzurri come i miei. Mi ha raccontato d’essere venuta in Italia per le vacanze estive e d’esserci poi rimasta in tutti i sensi.’

‘Come si chiama tua madre?’

‘Si chiama Kristine’.’

‘Anch’io tanti anni fa ho conosciuto una ragazza svedese che si chiamava Kristine. I casi della vita’.’

‘Aspetta, nel portafogli che c’è nella tasca dello zainetto ho una sua foto’.’

Va a prendere il portafogli e torna. Mi mostra la foto ed in quel momento mi sento svenire’. La foto ritrae una ragazza giovane sui vent’anni biondissima e bellissima è la Kristine che, quando io avevo diciotto anni e lei più o meno gli stessi anni miei, mi sono scopata in spiaggia. Già, in spiaggia, a pochi metri dal mare e anche.. senza preservativo..

‘Manuele, non ti senti bene??’

‘No, no un semplice capogiro. Scusa ma devo andare in bagno arrivo subito’.’

Mi chiudo dentro e mi siedo sul bordo della vasca da bagno. Fabrizio è mio figlio. Cazzo! Cazzo!!! Cazzoooo!!! Il ragazzino biondo è mio figlioo!!!! O porca puttana!!! Rimango in bagno a lungo poi abbacchiatissimo esco e vado in cucina a preparare per il pranzo. Penso ai casi della vita: la neve abbondante, lui che passa davanti a casa mia per caso, cade a terra proprio lì e suona al mio campanello, il cellulare dei suoi che non prende, io che sono solo in casa e decido di ospitarlo e poi la storia del papà inesistente e la mamma svedese e la foto e quindi’ Kristine’ Per me è uno sconosciuto, bellissimo come una Dea, mio figlio si è vero, ma resta il fatto che per me è un estraneo. Ha il mio sangue nelle vene, o cavoli!!! Kristine mi tornava alla mente e con lei tutta la nostra breve storia’. Quella sera io che la invito in Hotel, lei che mi ripete in inglese ‘ tomorrow morning’ e io che insisto, lei mi piace, è dolcissima e bellissima, la trascino quasi a forza in spiaggia, ci sediamo in riva al mare, la luna, le stelle, io che le accarezzo i capelli biondissimi, poi le sfioro il seno, lei si ritrae, mi respinge, mi dice che vuole andare via, le do un bacio sulle labbra morbidissime, lei a quel punto di botto cede, si lascia andare fra le mie braccia. Rammento il suo cortissimo vestitino, le mutandine rosa che si sfilano quasi da sole, la sfioro con le dita e sotto ai miei polpastrelli sento l’umore della sua fighetta poco pelosa. Le sono sopra lei apre le gambe e mi vuole, mi attira a se, la sua mano delicatissima mi afferra il pene e lo guida dentro di se, poi ripete fino all’esaurimento ed al successivo orgasmo: Fuck me, fuck me, fuck me’.. . La nomea delle svedesi emancipate e sicuramente protette dalla pillola fa si che io le venga dentro. Dopo, ricordo che la baciai a lungo, di lei mi ero innamorato, troppo bella per essere vera, dolcissima più del miele, sorridente, allegra e spontanea. Mi faceva impazzire, poi ci ricomponemmo e io la accompagnai fin davanti al suo Hotel, la baciai appassionatamente un’ultima volta; bye, i love you, lei che mi rispose: ciao, tomorrow, tomorrow morning, see you tomorrow morning at ten. Io la guardavo negli occhi e le dicevo: Ok, ok alle dieci, domattina alle dieci, ti amo, ti amo’. Mi diede un ultimissimo bacio sulla bocca ed entrò in Hotel, la seguii con lo sguardo, lei prese la chiave che le stava porgendo il portiere, si girò un ultima volta e mi salutò con la sua manina delicata ed un sorriso da far impazzire un ragazzo gay perso. La mattina dopo alle dieci ero lì davanti all’albergo, attesi inutilmente fin oltre le undici, poi chiesi al portiere della signorina Kristine, lei era partita per tornare al suo Paese verso le sette del mattino. L’anno successivo la cercai, negli stessi posti e nello stesso hotel. Non tornò mai più da quelle parti. Io poi conobbi quella che sarebbe diventata l’anno successivo mia moglie, il resto della storia già l’ho raccontata. Avevo davanti a me un figlio che non avevo mai conosciuto, ma non era stata mia la colpa, io l’avrei pure sposata la mia meravigliosa Kristine, ma lei non mi aveva mai detto d’essere rimasta incinta e nemmeno d’aver avuto un figlio. Sul tavolo della cucina la foto di Kristine e poco più in là seduto in poltrona Fabrizio. Guardo lui e poi la vecchia foto di lei. Il ragazzo è la clonazione di Kristine, è identico in tutto, se non l’avessi visto nudo con quel grosso e lungo pisellone, ancora adesso non saprei dire se è veramente un maschio oppure se è una femmina. Da me, a parte i genitali, per il resto non ha preso proprio nulla. Però tutto lascia supporre che si tratti proprio di mio figlio. La sua età, i lineamenti di un putto, un viso identicamente dolce come quello di sua madre io non l’avevo mai più visto in vita mia.

“Manuele cosa c’è?’

‘Ah, no, pensavo che tua madre è molto bella, tu hai preso tutto da lei’.’

‘Forse qualcosa l’ho preso da mio padre credo”

‘Ah sì?? Cosa?’

‘Beh, l’hai visto anche tu’.’

‘Ah, si capito, già’..’

‘Ho visto anche che hai un neo proprio sulla natica destra uguale a quello che ho io’.’

‘Eeemmmm”. E’ sicuramente un caso’..’

Lascio cadere il discorso e lui mi chiede di telefonare ai suoi. Gli dico naturalmente di si e lui compone un numero sulla tastiera. Sento che parla con qualcuno’..

‘Ciao George, sono Fabrizio, si, si tutto bene, la mamma c’è? Ok, si grazie passamela’.’

Pochi secondi di pausa poi lui che parla’

‘Ciao mamma, mi è successo un piccolo incidente’. No, no, tranquilla sto bene, non ci sono problemi’ Tranquilla, ti dico che sto bene”

Poi gli sento spiegare tutta la situazione e quindi le dice’.

‘Si, ok, va bene, te lo passo’.’

‘Manuele, mia madre vuol parlare con te’..’

Prendo la cornetta in mano e sento il ‘pronto??’ più dolce della mia vita. Non saprei descriverne la dolcezza infinita, credo che per farlo dovrei usare tutti gli aggettivi possibili per farvi comprendere tutto il miele che c’è in quel semplice ‘pronto??’.

‘Si, pronto, buongiorno” si sta bene, no, non si preoccupi non c’è nessun disturbo, no, no suo figlio è educatissimo, veramente nessun problema. Si, ma due piccole escoriazioni, gliele ho medicate e le ripeto che sta bene. Ok, non si affretti, lui è qui e non da alcun disturbo. Va bene, arrivederla allora’..’

‘Tua mamma dice che domani in giornata vengono a prenderti’.’

‘Quasi mi dispiace, stavo proprio bene qui’..’

‘Beh, ormai ci siamo conosciuti e mi sa che la nostra conoscenza continuerà anche in futuro”

‘Perché dici questo?’

‘Così, è un mio pensiero’.’

Fu una giornata fatta di chiacchiere; lui che mi raccontava di se, della sua vita, degli studi, delle ragazze, dei suoi rapporti con George, il compagno della madre e di mille altre cose che lo riguardavano da vicino. Io gli parlai di me e del mio lavoro, della mia famiglia e di alcune cose private, che in fondo si possono confessare solo ad una persona vicina, con la quale si ha la confidenza giusta, insomma una persona che potrebbe essere anche tuo figlio.

Dopo cena lui e io ci sediamo in poltrona e gli chiedo se vuole un goccio di Cognac, di quello buono sottolineo. Mi dice che non è un bevitore, ma per farmi compagnia ne berrà un goccio anche lui. Servo il mio immancabile ‘Remy Martin’ e mi risistemo in poltrona davanti a lui. Alla prima boccata lo sento tossire lievemente, capisco che non è abituato, ma vedo però che ne gradisce il morbido e vellutato sapore. Posa poi il calice sul tavolino di fronte, è vuoto. Gli chiede se ne vuole ancora e lui mi dice’

‘Si, ma solo un goccio”

Gli riempio il bicchiere a metà come la prima volta e lui lo afferra e ne sorseggia un altro po’.
Quando, verso mezzanotte andiamo a letto, gli vedo il viso con le gote arrossate e la camicia un pochino sbottonata. ‘..

‘Hai caldo???’

‘Si, dev’essere stato il Cognac’. ‘

‘Già, ce la fai ad arrivare in camera??’

‘Mica sono ubriaco, certo che ce la faccio!!’
Barcolla e si tiene alla spalliera della poltrona’.

‘Forse è meglio se mi sorreggi’.’

Davanti alla porta della camera lui ride e mi dice’.

‘Dovrei andare a fare la pipì’.’

L’accompagno fin davanti alla porta del bagno e gli dico di entrare. Lui barcolla ancora e quasi cade. Lo tengo per un braccio e lo sostengo fin davanti alla tazza. Lui ride ancora e finalmente riesce ad estrarre il suo pisello dai pantaloni. Piscia senza riuscire a centrare bene la tazza e poi, ancora gocciolante se lo rinfila nella patta”.

‘Sorreggiti un attimo al lavabo che la faccio anch’io’..’

Lui mi guarda mentre piscio e ancora una volta mi dice’.

‘Eh,eh, ce l’abbiamo proprio uguale il cazzo!!!’

Per la prima volta gli sento dire una parolaccia’.

‘Si, uguale è vero’..’

‘Il mio da duro punta verso l’alto’.’

‘Anche il mio’.’

Lo rimetto nei calzoni e lo sostengo fin davanti al letto. Lui si lascia cadere sopra e ride divertito’.

‘Perché ridi???’

‘Sto bene con te, sono felice. Poi era buoni..sscccimo il cognac’.’

‘Spogliati e mettiti sotto le coperte’..’

‘Nooo’. non ce la fffacciooo”’

‘Ti do una mano”

Gli sfilo le scarpe, poi i calzini, quindi gli apro la cintura e cerco di tirargli giù i pantaloni.
Lui ride appunto come un ubriaco. Gli tolgo la maglietta e poi gli dico di infilarsi sotto le coperte’..

‘Io dormo.. nnudoo eh, eh, eh’.’

Prendo le mutande per il l’elastico e nel farlo sfioro con l’avambraccio il suo cazzo. Ho una sensazione mai provata prima. Gliele tirò giù e mi accorgo che è mezzo duro’..

‘Dai ficcati sotto le coperte adesso”’

‘Me l’hai fatto diventare durooo’, eh,eh,eh,eh’.’

Non glielo dico ma mi accorgo che anche il mio è diventato duro; lo sento spingere per liberarsi dalla gabbia tessile delle mutande.
Fabrizio finalmente, dopo mille sforzi riesce a mettersi sotto le coltri. Io gli volto le spalle e mi spoglio, mi tolgo gli slip e lui mi dice”

‘Guarda’.’

Mi volto e vedo lui girato su un fianco che con un dito sulla chiappa destra mi mostra il suo neo’..

‘Ce l’hai anche tu uguale hai visto???’

‘Si Fabri, è vero, oltre al pisello anche il neo nella stessa e identica posizione’.’

Si gira dalla mia parte e vede il mio cazzo duro come il marmo. Il bastardo si è indurito a vedere quel suo culetto da favola.

‘Ce l’hai duro!!!’

‘Che ne so, boh, succede a volte che senza un motivo mi diventa duro”

‘Eh, eh, eh, forse è per il mio ccuulooo???’

Non gli rispondo e a mia volta mi ficco sotto le coperte. Gli giro la schiena, gli auguro la buona notte e spengo la luce’

‘Si, eh,eh, ‘notte”

Lo sento girarsi e rigirarsi poi percepisco chiaramente la sua virilità dura come la pietra premere contro il mio sedere’..

‘Fabrizio, cosa fai???’

‘Ti è diventato duro prima per il mio sedere vero???’

‘Ma no, cosa dici??? Smettila di dire cazzate e dormi’.’

‘Me lo guardavi anche quando facevo la doccia, me lo dicono tutti, maschi e femmine, che ho un bel culo. Anche George me lo dice spesso. Lui si sega per il mio sederino’.’

‘Tuo padre, cioè, il tuo patrigno si sega guardandoti il culo???’

‘Si, lui di nascosto mi ha fatto delle foto e anche un video mentre mi faccio la doccia e poi l’ho visto che mentre le guarda si fa le seghe..’

‘Ma, come l’hai scoperto?’

‘L’ho visto un giorno che lui credeva che io fossi uscito di casa. Ho aperto la porta della mia stanza e, riflesso su un grande specchio che abbiamo nell’ingresso, l’ho visto, seduto in poltrona con i calzoni calati, che si segava mentre sul televisore scorrevano le mie foto mentre me ne stavo sotto la doccia.
Poi ho visto che armeggiava con il telecomando e poco dopo un video dove l’interprete principale ero sempre io e sempre nudo mentre mi facevo la doccia.’

‘George è gay?’

‘No, ma gli ha detto alla mamma che ho un culo fatto come quello di una donna e allora’..’

‘Dai, togli quel cazzo dalle mie chiappe e dormi adesso per favore’!’

Per tutta risposta la sua mano fasciata mi passa sul davanti e mi afferra il membro’

‘Ce l’hai ancora duro’.’

Mi volto verso di lui, dorso contro dorso i nostri cazzi si strofinano, passo una mano fra di noi e li impugno entrambi, comincio una sega doppia. La sua bocca si avvicina alla mia ed io rispondo con trasporto al bacio, lo faccio come se fosse una cosa del tutto naturale. Ci baciamo con la lingua, sono preso dalla voluttà, la libidine mi sta divorando, il mio cervello non connette più, mi rendo conto d’aver ormai perso il controllo’.

‘Uummhhh Manuele, mi piaci un casinooo’

‘Fabri, Fabri, cosa stiamo facendo?? Io non sono gay, non lo sono mai stato’.’

‘Nemmeno io, ma mi piaci, mi piaci tanto”

Sento la bufera che imperversa fuori dalla finestra e che pare voglia isolarci dal resto del mondo. La sensazione che tutta quella neve venga giù apposta per coprire i nostri gemiti ed i sussurri sensuali che produciamo con le nostre bocche ansimanti e dedite a baci e succhiamenti vari.
Ritorno a baciarlo, a cercare la sua lingua con la mia. I suoi lunghi capelli biondi, ricadono sul guanciale dolcemente; scendo a baciargli e succhiargli il collo e spio con lo sguardo le sue reazioni, vedo i suoi occhi azzurri come il cielo, persi nella voluttà, essi si aprono a guardare ciò che gli sto facendo, poi si chiudono come assorbiti dal vortice della passione.
La mia mano sfiorando la sua pelle bianchissima, esplora il suo giovane ed esile corpo. Quel corpo che mi fa impazzire e che sembra svanire a confronto con il mio. Non avrei mai pensato di trovare così eccitante l’accarezzare il fisico di un tenero maschio. Eppure, quello che in fondo per me è uno sconosciuto, ha invece su di me un grande ed incontrollabile potere.
Scendo a baciargli i pettorali appena accennati, mentre le mie mani instancabili, approdano sempre più giù, fino a tastare la sua lunga e durissima mazza. Ho l’impressione di stringere nel pugno il mio, in effetti sento tra le dita, la stessa forma e la stessa consistenza, solo la peluria e di molto diversa, la mia è meno setosa, più spessa ed ispida, mentre la sua è rada e pare essere nel contempo più fluente e morbida.
Sento tra le mie mani avide, la sua eccitazione diventare sempre più turgida e vibrante. Ad ogni bacio sul suo petto lui geme di piacere e ad ogni tocco la sua schiena si inarca sempre di più. La mia mente ormai è offuscata dalla beatitudine, voglio fortemente averlo ad ogni costo, possederlo con passione e farlo godere fino in fondo. Scivolo giù con la bocca verso la sua virilità accesa, inizio a baciarla in tutta la sua lunghezza, dolcemente, lentamente. Il suo bacino spinto verso l’alto tenta di farmi arrivare il pene contro la bocca. Sfioro le palle con la lingua, poi gli allargo le gambe e gliele porto contro il petto. La mia lingua saetta contro il suo implume sfintere, un gusto amarognolo arriva alle mie papille gustative.
Passo la lingua sulla rosetta grinzosa, ci giro attorno a lungo prima di lambire il centro del suo forellino anale.
Lui vibra ad ogni contatto, contraendo i muscoli del suo corpo. Lo sento gemere e constato che il suo cazzo nella mia mano è duro come la pietra. Gli lascio le gambe e mi faccio spazio tra di esse, risalgo con la lingua sul suo efebico corpo, arrivo ai piccoli capezzoli, li trovo già puntuti e pronti ad essere accolti dalle mie labbra. Li succhio, prima uno e poi l’altro, con le dita della mano destra gli sfioro le labbra, lui apre la bocca e le accoglie all’interno, me le succhia e ci passa sopra la lingua insalivandomele.
Estraggo le dita dalla sua bocca, sono colanti di saliva calda, senza toccare null’altro le infilo fra le sue gambe e raggiungo la sua stretta apertura. Ho l’impressione che si contragga ritmicamente e che sia desiderosa di accogliere al suo interno le mie dita lubrificate dalla sua calda e spessa bava.
Disegno con il dito indice il contorno di quel piccolo orifizio, poi lo penetro lentamente.
Per un attimo lui si irrigidisce, capisco che per lui è una novità, che non c’è abituato. Poi si rilassa quando mi sente ben piantato all’interno. Lo faccio girare sul fianco sinistro e poi spingo il dito ancora più in profondità. Sento tra le dita la sua prostata, vedo il cazzone che si muove autonomamente. Lui a questo punto mi sorprende, lo vedo muoversi e con la schiena inarcata verso il materasso alza il culo ben esposto in alto. Il mio dito rimane nel suo sfintere, continuo a pomparlo gli stimolo ancora la prostata. Geme follemente. Estraggo il dito dal suo buchetto e mi porto la mano alla bocca. Mi infilo tre dita e li aspergo di abbondante saliva, poi infilo nuovamente un dito nel suo buco del culo. Lo pompo qualche secondo poi aggiungo un secondo dito. Geme e mugola più forte, ma spinge il sedere in avanti per meglio ricevere la mia penetrazione. Lo sfintere cede e si allarga, giro le dita dentro a mo di cavatappi, poi tiro fuori le dita ed osservo il risultato. Vedo il suo antro aperto e scuro, mi bagno ancora le dita, questa volta tre, poi le unisco a formare una specie di dardo a punta e tento di infilarle all’interno del suo anello. Spingo e lui si lamenta, forse gli sto facendo male, ma la libidine mi prende ancora di più. Spingo nuovamente ed il suo orifizio pulsante mi accoglie al suo interno. Per qualche minuto continuo a penetrare in lui scopandolo con le dita, poi le sfilo ed osservo il risultato. Decisamente è bello largo, il piccolo antro è divenuto una specie di caverna buia. Mi metto dietro di lui e gli appoggio il cazzo, pigio ancora un po’ e con un po’ di fatica riesco a penetrargli dentro. Essere con il cazzo piantato in quel meraviglioso culo è per me una gioia immensa. Lui mugola e si lamenta’..

‘Piano Manu, piano, è la prima voltaaa’. è la prima..voltaaa’..’

‘Che culo che hai, che culoooo’..’

‘Non tutto, non tuttooo, nooo’ aspettaa’ aspet’.taaa’ as..pet’taaaa’.pia..mmhhhh’nooooo”pianooo’.. pianoooo’. siiiii. siiiii” un po’ di piùùùù’ pocoooo’pocoooo”’

Infoiatissimo lo tengo per i fianchi e glielo spingo ancora un poco dentro, il suo anello si contrae, palpita e mi stritola il cazzo. Ce l’ho durissimo, mi sdraio sulla sua schiena e gli titillo i capezzoli, glieli stringo fra le dita, con la mano destra gli introduco il medio e l’anulare in bocca, lui ansima e con la lingua mi accarezza le dita. Muovo il bacino e penetro ancora un po’. Geme più forte ancora quando tento di sprofondarglielo tutto all’interno. Mi risollevo e con le dita gli accarezzo la parte esterna dello sfintere. Giro attorno al mio cazzo e gli accarezzo l’ano dilatato.

‘Bellooo , Manuu, belloo, bellooooo, siiiii, bellooooo”’

Ancora mi appoggio sulla sua schiena e gli prendo in mano il cazzo. E’ veramente impressionante la sensazione che ho nell’impugnare il cazzo di un altro del tutto simile al mio.
Mi tengo stretti quei venti centimetri di mazza dura ed inizio a segarlo, ci passo le dita sulla cappella e la sento colante di liquido sdrucciolevole. Spingo con un colpo di bacino il mio cazzo nel suo bel culetto e questa volta comprendo d’essere arrivato a fine corsa. I suoi venti centimetri in mano ed i miei nel suo culo. E’ sensazionale ed emozionante inculare quello che è comunque mio figlio. Lui non lo sa e nemmeno se lo immagina, ma colui che lo sta inchiappettando è suo padre. Sento il suo pene muoversi a scatti nella mia mano lo sento gonfiarsi ancora ed indurirsi ulteriormente, percepisco in pratica gli stessi incontrollabili movimenti di quando masturbo il mio. Lo lascio libero e metto una mano sotto la sua cappella, poi accolgo sul palmo i suoi schizzi caldissimi, esso mi si riempie e poi cola giù sopra al copriletto di seta azzurra. Dovrò lavarlo prima che ritorni mia moglie. Lui si agita e gode come un matto, poi io mi tiro su, lo abbranco ancora per i fianchi e lo cavalco velocemente e profondamente. Gli sborro in culo, a lungo, abbondantemente, e poi ci rimango ben piantato dentro accasciandomi ancora una volta sulla sua schiena. Lo abbraccio e lo stringo forte, affettuosamente, come se fosse mia moglie, anzi come se lui fosse mio figlio!!
Quando gli sfilo il cazzo da dentro esso fa un rumore come se avessi stappato una bottiglia di spumante. Lui si gira, gli occhi aperti ancora annebbiati e persi nell’intenso godimento. Mi guarda e mi sorride appena, le braccia abbandonate come Cristo in croce e le gambe oscenamente divaricate come una bellissima e sensualissima troia.

‘Manu, mi baceresti in bocca???’

‘Con un maschio non l’ho mai fatto, non so se mi piace’.’

‘Anche io non l’ho mai fatto, vuoi provare con me??’

Non gli rispondo, le nostre bocche sono vicinissime, accenno un bacio casto sulle labbra, insisto ancora e mi soffermo qualche secondo di più con le labbra appoggiate alle sue.
La terza volta la lingua si intrufola nella sua bocca, lui risponde con altrettanta lingua.
Mentre limoniamo capisco che mi piace, è bello anche baciare un uomo. Forse per me è bello perché lui non è proprio un uomo adulto, con la barba, con i peli sul petto, con il buco del sedere peloso e magari già sfondato. Mi piace con lui perché, a parte quel magnifico cazzo lui è fatto come una femmina, morbido, con la pelle bianca e vellutata, con quel sedere così sporgente e quelle curve sinuose del suo corpo che me lo fanno apparire come una bella e giovane ragazza. Inculare e baciare lui è come farlo con una appartenente all’altro sesso. Persino la sua voce si può scambiare per quella di una giovanissima donna.
Ci baciamo, io sdraiato sopra di lui, lui che mi tiene stretto contro il suo corpo, mentre sento il mio ed il suo cazzo riprendere a gonfiarsi ed a indurirsi. Con mia moglie non succedeva più ‘sta cosa ormai da molti anni. Le nostre ventose si staccano e lui, con quegli occhi, ai quali non si può dire di no, mi chiede’.

‘Vuoi provare tu a prendertelo nel’..’

‘No Fabri, no, è meglio di no, a me non piace, ne sono sicuro’..’

‘Proviamo dai, se non ti va smetto te lo prometto’.’
‘Ok è giusto che io ricambi, però voglio vederti in viso mentre mi scopi”

‘Va bene, ci provo”’

Mi piazzo sdraiato sul dorso, con le gambe in posizione ginecologica, lui, con la sua alabarda bella dritta, si mette fra le mie cosce e vuole penetrami’.

‘Non così Fabri, prima devi bagnarmi bene il buco del culo con la saliva, devi leccarmelo e lubrificarmelo con cura. Anche io sono vergine’..’

Allora, si china fra le mie gambe e io, tenendomele con le mani sotto le ginocchia, le sollevo in alto. Sento la sua lingua esplorarmi il buchetto, lapparlo e ungermelo di saliva”

‘Fabri, con un dito bagnamelo anche all’interno’.’

Non mi fa male, anzi è piuttosto piacevole, ma il mio pensiero corre al momento che lui avrebbe provato ad infilarci il cazzo. Ho un po’ paura e al contempo però sono impaziente di sentire cosa si prova a farsi aprire il culetto. ‘.

‘Dai adesso prova a mettermelo dentro”’

Si mette nuovamente fra le mie cosce e punta il pene contro il mio sfintere, lo sento spingere e stranamente mi accorgo che mi entra senza tanta fatica e senza alcun dolore”

‘Spingi Fabri, spingiii’ ficcamelo dentrooo, ficcamelo dentrooo”’

‘Ti piace???

‘Siii, mi piaceee, mi piacee tan’tooooo’.. belloooo’ belloooo’ aaaahhhhh’ aaaahhhhhh”’

Il suo corpo assolutamente glabro è un po’ sudaticcio e lucido, mi fa impazzire, l’accarezzo sul petto, insisto sui capezzoli, infilo le dita nella sua bocca spalancata dal piacere, lui me le lecca, lo attiro a me e lo bacio in bocca, poi mi prendo il cazzo in mano ed inizio a masturbarmi. Non ho fretta ed alcune volte controllo l’eiaculazione imminente. Arrivo fin quasi al punto di non ritorno e mi trattengo, poi riprendo, fin quando non riesco più a bloccare il flusso di sperma che sta prepotentemente arrivando. Godo mentre il suo cazzo sprofonda in me, mi schizzo fin sul viso e traccio sul mio corpo un percorso fatto di lacci densi di sborra che dal viso mi arriva fin sull’ombelico. Poi, lui, inaspettatamente si toglie e si sega velocemente, altri lunghi e caldi fiotti mi schiaffeggiano il viso, ed infine lui appoggiando la cappella sulle mie palle se lo munge fino a spremere l’ultima goccia che gli fuoriesce dal meato.
Mi bacia il viso e mi lecca via lo sperma, scende e continua a nutrirsi del suo e del mio nettare, mi netta completamente, raccoglie con le dita la poca sborra caduta sul lenzuolo e se la porta alla bocca. Lo guardo estasiato, l’angioletto è un gran maialino; le sue fattezze sono da serafino, ma la mente è fortemente trasgressiva e porcella.

Sotto la doccia ci laviamo per bene e mi accorgo che il suo cazzo sarebbe pronto per una nuova tenzone. Lui mi accarezza, vorrebbe andare ancora avanti, io lo fermo dicendogli che se ci freniamo è meglio. Domani è un altro giorno. Anche perché io non ho più i suoi diciotto anni’.

Guardo l’ora, è quasi mezzogiorno, dopo la doccia ci siamo rivestiti ed ora ad ogni piè sospinto spiamo le nostre reazioni. Lui spesso mi guarda ed incrociando il mio sguardo mi sorride, io faccio altrettanto, c’è una fortissima complicità, tra me e lui è nato un feeling che ha dell’incredibile. Preparo qualcosa per pranzo, fuori la neve ha smesso di scendere, il cielo è ancora carico di nuvole grigie e l’atmosfera è triste e malinconica. Dopo pranzo accendo il camino e mentre la legna crepita sui ceppi, noi ci sediamo a goderci un goccio di cognac.
Immersi in quella pace ed in quel silenzio religioso, stiamo lì a pensare e, per quel che mi riguarda, a rimuginare sull’accaduto. Considero la differenza di età, penso al fatto di essermi divertito e d’avere provato piacere portando avanti un rapporto gay. Non riesco comunque a non vederlo nudo, magro ma al tempo stesso possente nella sua penetrazione. Non ce la faccio a non vedermi davanti quel suo cazzo abnorme senza confrontarlo al suo esile corpo.
Mentre mi prende sempre di più il desiderio di ripetere l’esperienza mattutina, sento suonare il telefono cellulare. E’ mia moglie, sta tornando. Dice che ha provato a chiamarmi un paio d’ore prima per dirmi appunto che stavano tornando, ma che io non le avevo risposto.
Meglio non spiegare i motivi per i quali non avevo sentito suonare il cellulare. Sorvolo sul discorso e le dico che li aspetto con impazienza. Chiudo la telefonata e guardo Fabrizio.
Lui mi osserva e leggendomi nel pensiero”

‘Sta tornando la tua famiglia?’

‘Si, stanno tornando’.’

Vedo nei suoi occhi un velo di malinconia e ci leggo anche un certo qual rammarico.
La nostra bella ed intensa avventura sta per terminare.

‘Forse è meglio che me ne vado, credo che non sia il caso che mi vedano qui”

‘Devi aspettare i tuoi, per poter portare via il motorino, non ci sono problemi, mia moglie è sicuramente d’accordo che io ti abbia ospitato. Forse lo sarebbe un po’ meno se si accorgesse che tu e io abbiamo eeemmm’ giocato e che l’abbiamo fatto pure nel talamo matrimoniale.’

Mentre dico questo, sento il campanello di casa che suona. Guardo dalla finestra e vedo Kristine vestita con una tuta da sci. Al suo fianco un uomo scuro di capelli e aitante. Parcheggiato a bordo del marciapiedi un fuoristrada nero con sul tetto il porta sci ed i relativi sci.
Nonostante la tuta copra abbondantemente le sue curve, noto che è in ancora in piena forma.

‘Forse c’è tua madre e il suo compagno’.’

Fabrizio si precipita vicino a me, guarda dalla finestra e’

‘Si, purtroppo sono i miei’..’

‘Se vuoi non apro e loro se ne vanno’..’

‘Dammi un ultimo bacio ti prego’.’
Lo stringo a me e lo bacio a lungo mentre il campanello ripetutamente suona ancora.

‘Si stanno spazientendo’.’

‘E’ stato proprio una bella avventura Manu”

‘Anche per me’. Adesso però è meglio che io apra’.’

Rispondo al citofono e nel mentre penso a cosa dire a Kristine, alla madre di Fabrizio, che poi sarebbe pure mio figlio ed anche mio amante. Apro la porta di casa mentre lei arriva, dietro c’è l’uomo dai capelli scuri.

‘Buongiorno.. eeemmm signora, prego si accomodi..’

Lei mi guarda e mi riconosce, vedo sul suo viso apparire tutte le sue emozioni passate che io ben conosco. La smorfia di disapprovazione, gli occhi sbarrati dalla sorpresa, il sorriso che subito si spegne e lascia il posto a tratti più seri e contratti. Io semplicemente le sorrido e continuando a darle del lei, la invito ad accomodarsi. ‘.

‘Prego, sedetevi un attimo, posso offrirvi un caffè??’

Lei abbraccia suo figlio e se lo tiene ben stretto’

‘Hai male alle mani?? Ma anche la gamba ti sei rovinato??? Stai bene??’

‘Si mami, si tranqui, sto benissimo, Manuele, eemm il signor Manuele mi ha ospitato e medicato e sono stato benissimo, tutto ok, tutto ok’.’

Lui non dice una parola, d’altra parte non è il suo vero padre e magari se ne frega!!!

Lei mi guarda e mi chiede se può andare in bagno’..

‘Si prego, venga’ signora, le faccio strada’.’

Giriamo l’angolo del corridoio ed arriviamo dinnanzi alla porta del bagno”

‘Perché sei sparita quel giorno???’

‘Mi ero innamorata di te e non potevo rimanere in Italia. Così me ne sono andata con l’autobus che partiva tre ore prima. Non sapevo di essere rimasta incinta..’

‘Maaa’. Fabrizio è ” figlio mio????’

‘Si è nato a Maggio dell’anno successivo’.’

‘Kristine, vorrei parlarti ancora, sapere di te, di voi.. io.. non so’ mi dispiace’ ma io ti ho cercata per molti anni dopo’. Perché hai raccontato a Fabrizio che suo padre è sparito e vi ha abbandonati???’

‘Non sapevo cosa dirgli e” Vai di là prima che si insospettiscano’.’

Me ne torno a far compagnia a Fabrizio ed al suo patrigno e finalmente sento la sua voce’..

‘Bella casa, complimenti, è da molto cha abita qui?’

‘Grazie, l’abbiamo comprata circa sette, otto anni or sono’..’

‘Lei è.. sposato???’

‘Ah, si, sono sposato ed ho anche due figli, più o meno dell’età di Fabrizio..’

‘Scusi la domanda, ma il figlio della mia compagna è molto giovane e a volte senza accorgersene, questi ragazzi vanno incontro a brutte sorprese’.’

‘Non ci sono problemi. Ma lei non è il’. padre del ragazzo vero???’

‘No, è un peccato di gioventù della mia compagna. Le svedesi una volta erano prede di certi mandrilli italiani senza scrupoli. Le mettevano incinta e poi sparivano!!!’

‘Già, uummm, sparivano, eh si sparivano”’
‘E’ stato educato il giovanotto???’
‘Si, educatissimo, è proprio un bravo ragazzo, magari, assomiglia al’.. padre’..’
Finalmente, prima che il discorso prenda una brutta piega, torna Kristine’.
‘Lorenzo, vuoi andare in bagno anche tu??’
‘Si, grazie’.’
‘Nel corridoio in fondo a destra’.’
Sento la porta del bagno chiudersi e guardo prima Fabrizio e poi Kristine’..

‘Kristine, non credi che sia arrivato il momento di dire tutto a Fabrizio??’

‘Cosa mi dovete dire???’

‘Ascolta Manuele, stasera il mio compagno deve tornare in montagna per una gara di sci, se vuoi più tardi prendo la mia macchina, torniamo qui e parliamo di tutto ok???’

‘Ma scusa non potete restare qui direttamente?’

‘Non lo so, adesso vediamo, preferivo che Lorenzo non ne sapesse niente”

‘Ok va bene fate come volete’.’

‘Mi fate capire anche a me cosa succede??

‘Fabri, ecco’.. , come dire’.. insomma” per farla breve’.. ecco’. Manuele è quel padre che ti avevo detto che se n’era andato. Ma non è stato lui ad andarsene, sono stata io ad andarmene e in verità sono fuggita dalla realtà. Noi due eravamo innamorati’. Poi dopo non avere dormito tutta una notte e non essere riuscita a capire come avremmo potuto continuare il nostro rapporto ho preferito tornare in Svezia e’..’

‘Lui è mio padre???’
‘Si Fabrizio, io sono tuo padre’. Adesso silenzio che sta tornando Lorenzo”

‘Scusi signor Manuele mi può solo dire dove posso trovare il mio zainetto?’

‘Si, sull’armadio in camera da letto’.’

‘Mi scusi, non sono pratico, può farmi vedere dove lo posso trovare?’

Mi alzo dalla poltrona e l’accompagno in camera. Una volta dentro lui’.

‘Tu, tu sapevi’ che io ero’ tuo figlio????’

‘No, non lo sapevo, cioè, quando tu mi hai detto che tua madre si chiamava Kristine, che era svedese il dubbio mi è venuto, ma non ne ero certo eee’.. me l’ha detto tua madre poco fa’.’

‘Ma tu, sei mio padre e noi, noi abbiamo’. abbiamo fatto’ O mamma mia’ ma non è possibile, io e te a letto e adesso so che sei mio padre!!!’

‘I casi della vita Fabri, è successo, non ci possiamo fare nulla”

Mi si avvicina, mi abbraccia e mi bacia, il suo piccolo corpo si schiaccia contro il mio, mi stringe, io lo stringo ancora più forte, gli afferro le natiche sporgenti, sento la sua durezza che si scontra con la mia, vorrei amarlo adesso, subito, vorrei vederlo nudo, bello, magnifico, biondo e con la pelle chiara, disteso sul mio letto, oppure a pecorina con quel superbo culetto in alto, ben esposto e pronto a ricevermi dentro di lui. Vorrei, vorrei’..
Ci stacchiamo, entrambi con gli occhi velati da una torbida voluttà, i sensi allo spasimo ed un possente desiderio che si compenetra nelle nostre menti; esso si trasmette con violenza ai nostri corpi indifesi ed incapaci di reagire, di respingere l’insana smania di possederci carnalmente.
Gli prendo il viso tra le mani lo attiro nuovamente a me e, proprio in quel mistico momento, vedo spuntare dietro le spalle di Fabrizio sua madre Kristine’.

‘Cosa succede???’

Mi riprendo e cerco di giustificare il nostro atteggiamento..

‘Eeemmm’ niente, ecco, abbiamo scoperto d’essere padre e figlio e allora’..’

‘Sembravate due amanti gay, piuttosto che un padre ed un figlio’.’

‘Ma che dici, figurati’.’

‘Va beh, senti Manuele, hai mica dei cavi per l’auto?’

‘Si, dovrei averli, perché?’

‘Lorenzo è andato a provare a caricare il motorino, è riuscito ad infilarlo nel bagagliaio poi si è accorto che da quando siamo qui le luci sono rimaste accese e la batteria si è scaricata.’

‘Perfetto!! Va beh, vado a vedere se trovo i cavi e vengo su dalla rampa con la mia macchina’ Fabri vieni con me mi dai una mano nel caso debba spalare un po’ di neve..’

Scendiamo e arriviamo nel garage, appesi al solito gancio contro il muro, la busta con i cavi.
Li prendo, sollevo la porta basculante e guardo la rampa. Essendo illuminata dal sole essa è completamente sgombra, salgo su ed apro la porta a Fabrizio, metto in moto e la Mercedes al primo colpo parte. Una volta su, mi affianco al fuoristrada di Lorenzo ed apro il cofano.
In pochi minuti la loro macchina parte. Mi ringrazia e dice a Kristine e a Fabrizio di salire che li accompagna a casa. Lei lo guarda e inaspettatamente gli risponde’.

‘Vai pure Lore, il signor Manuele si è offerto di accompagnarci lui’.’

Lui scende, scarica i bagagli di Kristine, le da un bacio piuttosto frettoloso, una pacca sulla spalla al ragazzo, mette in moto e se ne va.
Lascio l’auto parcheggiata fuori scendo dal carraio, chiudo tutto e risalgo dalla scala interna. Una volta su apro l’uscio di casa, mi faccio carico della pesante valigia di lei e li faccio entrare entrambi in casa. Kristine mi guarda e mi dice’.

‘Scusami, sai che io sono imprevedibile, lo sai vero???’

‘Lo so, lo so, eccome se lo so’. Hai fatto bene, sono contento, così possiamo parlare tranquilli’..’

‘Beh, visto che adesso siamo soli, potete spiegare anche a me la storia che io sono figlio suo??’

Kristine inizia dal primo momento in cui molti anni prima ci conoscemmo. Per filo e per segno gli snocciola tutta la nostra avventura estiva. Gli dice anche che è stato vero amore e che se non fosse stato per il fatto che entrambi eravamo troppo giovani e per di più che lei abitava in un Paese così lontano, sarebbe rimasta in Italia e a quest’ora saremo sposati, magari pure felici e contenti.

‘E adesso che vi siete rivisti, cosa provate uno per l’altro?’

‘Lui è sempre il mio primo amore e devo ammettere che ancora oggi Manuele mi piace un sacco’.’

‘Anche per me è la stessa cosa Kris. Hai dato i tuoi occhi bellissimi a nostro figlio e sei ancora una gran bella donna. Il tuo maglioncino parla chiaro!!!’

‘Non cambi mai, anche allora guardavi sempre il mio davanzale!!! Fabrizio, ti sarebbe piaciuto avere Manuele come padre?’

‘Si, molto di più che Lorenzo’.’

Suona in quell’istante il mio cellulare, guardo sul display e vedo che compare il numero di mia moglie’

‘Pronto?’

‘Ciao Manu, sono Caty, guarda che restiamo ancora qui per qualche giorno, la mamma sta nuovamente poco bene’..’

‘Ma è qualcosa di grave?’
‘No, solo che dopo quel famoso intervento di un mese fa, fatica un pochino a riprendersi, niente di preoccupante ma la devo aiutare a fare un po’ tutto e così’..’

‘Ok, resta pure, io mi aggiusto”

Chiudo la chiamata e do la notizia a Fabrizio e di conseguenza anche a Kristine. Lui mi guarda e sorride contento. Kristine invece’..

‘Se sei solo potresti venire da noi, io ti preparo la cena e stiamo assieme, in questo momento siamo tutti e due praticamente’. ‘vedovi’

‘Scusa, ma siete qui, perché dobbiamo complicarci la vita, state qui voi, tu hai la tua valigia e tutto ciò che ti serve, Fabrizio si è aggiustato con i jeans e le maglie di mio figlio Marco, ho una camera per gli ospiti quindi nessun problema. Poi se vuoi cucinare qualche manicaretto io sono disposto a farmi avvelenare volentieri. Da te questo e altro’..’.’

Lei mi guarda soppesando le mie parole, cercando di cogliere dei significati reconditi, poi incrocia lo sguardo di Fabrizio e in quegli occhi ci legge una supplica a rimanere, quindi’..

‘Ok, resto, anzi restiamo’..’

‘Saggia decisione, vieni ti porto la tua valigia in camera da letto’.’

Apro la porta della camera degli ospiti e metto la valigia sul letto. Lei mi ringrazia e mi dice”

‘Mi tolgo la tuta e mi cambio, poi vengo a preparare la cena’..’

‘Ok, d’accordo, Fabri, tu vieni con me ti porto nella camera dei ragazzi, quella che usavi tu è diventata la camera della mamma’..’

Lui mi guarda e non capisce, poi gli strizzo l’occhio e finalmente si gli si accende la lampadina. Una volta dentro gli spiego per bene e lui annuisce convinto. Poi mi sussurra’..

‘Si scusa, non avevo capito’.’

Gli do una pacca sul sedere e me ne vado. Mentre esco sento la voce melodiosa di Kristine’..

‘Manueleeee, puoi venire un attimo ???’

Entro in camera’.

‘Cosa succede??’

La vedo in reggiseno e mutandine, mi guarda, mi sorride e mi dice’

‘Scusami, ‘sta valigia non si apre mai, puoi aiutarmi per favore???’

Mi appresto alla valigia, premo con forza i due pulsantini e ‘clac’ la serratura si apre e con lei si apre pure la valigia. Mi giro per andarmene e il reggiseno non c’è più, la vedo chinata in avanti girata verso di me nel gesto di sfilarsi le mutandine dai piedi. Si solleva in dritta, in quell’attimo rivedo una spiaggia, sento la risacca del mare, percepisco le stesse identiche sensazioni vissute con lei molto anni prima. Le sono vicinissimo, quel seno voluminoso e sodo, sproporzionato con il resto del corpo ma incredibilmente attraente. Per un attimo incrocio il suo sguardo birichino, i miei occhi neri penetrano dentro ai suoi immergendosi in quell’accogliente iride azzurro cielo. Faccio un passo indietro e mi fermo ad ammirarla nel suo insieme. Il pube coperto da serici peli biondi, che poco nascondono della sua intimità.
Indovino una piccola parte delle sua fessura e ne rimango estasiato’..

‘Ti piaccio ancora?’

‘Anche molto più di quanto non mi piacessi allora’..’

Le sue tettone ora premono contro il mio maglione, dentro ai pantaloni la bestia si è alzata ed è pronta ad ogni evenienza. Ammaliato da quel prosperoso seno quasi senza accorgermene ci appoggio le mani, le sue ciglia chiuse ora mi nascondono l’azzurro e mi dimostrano la passione che in quel momento la possiede. Appoggio le mie labbra alle sue, lei mi abbraccia e mi stringe a se rispondendo con trasporto infinito al mio bacio. Febbrili le sue mani, prima mi respingono e poi iniziano a sfilarmi dal capo il maglioncino, la camicia felpata a quadretti si apre magicamente quasi da sola e mi ritrovo le sue mani sul mio petto villoso. Armeggia con la cintura dei calzoni che in breve cadono ammucchiati ai miei piedi, mi afferra il pene da sopra le mutande, lo stringe forte come a volerne tastare la consistenza, poi si accuccia davanti a me e mi tira giù gli slip. La sua bocca caldissima prende possesso del mio cazzo, scorre fin dove riesce, poi ritorna su, quindi me lo lascia libero e gocciolante di saliva. La prendo per le mani e la invito a sollevarsi in piedi, scalcio per liberarmi dei pantaloni e delle mutande e finalmente sono nudo, completamente nudo contro di lei. ‘..

‘Kris quanto sei bella, sei un angelo, te lo dissi anche allora, ti ri..cord’diii???’

‘Bell’italiano mio, che bello possente che sei, mi è rimasto impresso per sempre il tuo bell’arnese’.’

‘Scusa Manuele, dove trovo il mio zainetto????’

Ci giriamo entrambi, lei si copre come può con le mani, io tralascio di coprirmi e lo guardo. Lui è fermo, immoto sulla soglia dell’uscio della camera. Sorpreso, sbigottito e sconcertato, ci osserva con la bocca spalancata e tenta di parlare. Alcuni monosillabi escono e paiono essere improvvisamente ingoiati nuovamente. ‘

‘Ma voi, io, non sape..vo che cosa significa.. ma tu Manu e te mamma e”’

Lo vediamo voltarsi e correre via come se avesse visto il mostro di Loch ness apparire a pochi metri da lui. Mi giro e vedo Kristine mentre prende dalla valigia una vestaglietta, la indossa e insegue suo figlio. Io, così, nudo come sono, esco a seguo lei. La porta della camera è aperta e lui è buttato sul letto a pancia in giù. Lo sento singhiozzare e lo vedo sussultare fortemente. Lei si avvicina le accarezza la schiena, lui le urla di andarsene. Gli vado vicino io, dico a Kristine di uscire dalla camera e appena lei chiude la porta ”’.

‘Fabrizio che succede? Sei geloso di me? Oppure lo sei della mamma?’

‘Da te non me l’aspettavo”’
‘Fabrizio, io non sono gay, almeno, non sono solo gay, credo di essere bisessuale e a me piace da sempre tua madre. Tu sei nato proprio per questo motivo. Noi eravamo pazzamente innamorati. Te lo abbiamo anche detto, tra me e lei c’è ancora una fortissima attrazione.
Dai alzati dal letto e vieni di là con noi, ne parliamo tutti e tre assieme. Se vuoi possiamo confessare a tua madre quello che c’è stato tra noi due. Dai alzati da lì, ti prego.’

Lentamente si alza e si asciuga le lacrime; mentre lo fa gli chiedo’

‘Fabrizio, ma a te piacciono solo i maschi oppure’..’

‘No, mi piacciono anche le donne”’

‘Una come tua madre non ti piacerebbe?’

‘Si, se ne trovassi una simile a lei mi piacerebbe un casino’.’

Entro in camera mia e mi infilo un paio di mutande poi assieme andiamo in salotto.
Con indosso solo la vestaglietta Kristine è seduta sulla poltrona con il viso affranto e con gli occhi lucidi di pianto.

‘Ehi Kris, ho parlato con nostro figlio, lui ha capito che noi in fondo ci amiamo ancora.
Non è offeso con te, è offeso con me. Io e lui siamo un po’ titubanti a spiegartene i motivi.
Partiamo dal presupposto che Fabri e io ci siamo scoperti, diciamo così, bisessuali’..’

‘Voi siete bisex???’

‘Non lo sapevamo prima, non lo so, forse inconsapevolmente abbiamo scambiato l’amore fisico con quello che c’è tra padre e figlio. Anche se nessuno dei due sapeva questa cosa.
Ci siamo sentiti attratti e insomma lo abbiamo fatto’.’

‘Tu, con quarant’anni sulla schiena hai fatto sesso con un ragazzino di poco più di vent’anni???’

‘Cosa vuol dire mamma, innanzitutto gli anni sono quasi ventitre e poi non è che mi ha violentato. Come dice Manu è successo e basta. Ci siamo trovati abbracciati e poi tutto è continuato molto naturalmente. Sia chiaro che a me e a lui piacciono pure le donne. Anzi a me e credo pure a Manuele piacciono soprattutto le femmine.’

‘Beh, se Fabrizio è mio figlio, non dovresti dubitare di me e delle mie preferenze sessuali.
Mi pare d’avertelo dimostrato che tu mi piacevi da impazzire. E ti garantisco che le cose da allora non sono affatto cambiate.’

‘Scusate, è che anche se io da buona svedese dovrei avere la mente aperta a tutte le situazioni, mi trovo impreparata a comprendere che mio figlio e suo padre abbiano fatto sesso!!!’

‘Kris, non lo sapevamo che eravamo padre e figlio quando lo abbiamo fatto!!!!’

‘Madre mia che triangolo!!! Tu, Fabrizio e io. Forse è meglio che io vada a preparare la cena”

La guardo ancora intensamente, la vestaglia è aperta sulle sue cosce nude fin quasi all’inguine. Davanti a Fabrizio le dico’..

‘Kristine, comunque sei una gran bella gnocca!! Vero Fabri??’

‘Si la mamma è una bellissima donna. Sai quanti compagni di scuola quando la vedono se la vorrebbero scopare???’

‘Non me l’hai mai detta ‘sta cosa. Mi lusinga sapere che dei baldi giovani desiderano una vecchia come me!!!’

‘Kris, se tutte le vecchie fossero come te, io mi ritirerei per tutto il resto della mia vita in un ospizio!!!’

Sorride e si alza in piedi’..

‘Vado in cucina è meglio’.’

La lascio allontanare e poi a bassa voce dico a Fabrizio..

‘Non so a te, ma a me lo ha fatto diventar duro”

‘No, a me no, io la vedo come la mia mamma e non come una donna qualunque’.’

‘Si, hai ragione, ma per me invece’.’

Mi passa davanti e si china rapidamente a sfiorarmi il bozzo duro che ho sotto le mutande”

‘Uuuummmhhh’

‘Sei proprio un bel porcellino sai. Se ti vede tua madre’..’

‘Tanto ormai lo sa’..’

Lo vedo ritornare in camera sua e anche io vado a rivestirmi nella mia. Sono le diciotto quando Kristine si affaccia in salotto e ci dice che la cena è pronta. ‘.

‘Ma non è troppo presto per cenare???’

‘Si, ma è tutto pronto, quando saranno le otto basterà scaldare il tutto e iniziare a mangiare’.’

‘Ok allora siediti qui con noi, stavamo guardando la tv’.’

‘Vi siete accorti che sta iniziando nuovamente a nevicare???’

Guardo fuori dalla finestra, è ormai buio, il vetro sembra una lavagna scura sulla quale si muovono migliaia di bianche farfalle vaporose. Mi affascina da sempre veder cadere la neve, mi viene voglia di calore e sento la necessità di bere un buon bicchiere di cognac.
Non ne conosco il motivo, ma da tempo immemorabile associo la neve con un buon liquore ambrato ed un camino acceso. Mi avvicino al camino, con rapide mosse l’accendo, poi prendo dalla vetrinetta dei liquori tre calici ed una nuova bottiglia di Chivas Regal dodici anni. Poso i bicchieri sul tavolino e senza chieder nulla a Kristine ed a Fabrizio, gliene servo una buona razione. Quindi ne verso anche per me. ”

‘Alla nostra salute!!!’

I due ridono e prendono in mano le coppe e ne trangugiano un po’.

‘Questo vostro modo di bere un buon whisky è scandaloso!! Va centellinato, assaporato poco alla volta’..’

‘Credevo che fosse meno forte, io sono abituata al massimo a qualche bicchierino di Limoncello’..’

‘Così ci scaldiamo un po’, ve ne state lì rannicchiati in poltrona come se foste fuori in mezzo alla neve.’

‘Tu hai bevuto vino a tavola, noi solo acqua minerale”

Il camino mandava un bel calore, i ciocchi crepitavano piacevolmente e rendevano l’atmosfera molto natalizia. Seduta davanti a me e a Fabrizio, Kristine teneva le gambe ripiegate sotto il sedere, con la vestaglia infilata fra le cosce e non mi faceva vedere nulla di quanto avrei voluto vedere. ‘

‘Kris noi ci siamo conosciuti in estate, ma a te la neve dovrebbe piacere, in Svezia nevica parecchio o sbaglio?’

‘Si, io amo la neve e tutta l’atmosfera che si crea attorno ad essa. Mi piace però anche l’estate, il sole, il calore e soprattutto il mare.’

‘In pratica una svedese trapiantata in Italia’.’

‘Già è proprio così’.’

Mi alzo in piedi e porgo la mano a Kristine’.

‘Vieni con me, ma prima mettiti qualcosa di pesante addosso. Anche tu Fabrizio, prendi il mio giaccone, quello appeso in entrata. Venite ora, vi faccio vedere un magnifico panorama”

Usciamo dalla porta di casa e saliamo due rampe di scale che portano al terrazzo coperto. Una volta giunti sul piccolo pianerottolo, apro con la chiave una porticina metallica e, accolto dal freddo pungente, li invito ad uscire con me. Imbacuccati e freddolosi si affacciano alla loggia e rimangono a bocca aperta. La città è praticamente tutta ai nostri piedi. In mezzo ad una miriade di falde nevose, si intravedono le luci delle case ed il lampeggìo delle multicolori luminarie natalizie.
In mezzo il fiume Po, che scorre lento. Piccole sagome camminano frettolose ed avvolte nei pesanti cappotti. Ombrelli, con le cupole innevate, paiono viaggiare da soli, essi si scansano all’incontro con altri loro simili e forse si salutano cortesemente. Sulla destra la grande piazza Vittorio Veneto, illuminata a giorno ma offuscata dalla lanugine che cade lenta dal cielo, essa è percorsa dai tram che sferragliando provocano l’unico vero fastidioso rumore in mezzo a tanta pace. ‘..

‘Woow che spettacolo mozzafiato!! Bello vero mami?’

‘Bellissimo, tutto molto bello, ma fa freddo, meglio se rientriamo’.’

Rientriamo velocemente e una volta in salotto Kristine rabbrividendo prende il bicchiere ancora mezzo pieno e ne ingolla una buona parte. Fabrizio, che ha colto la mia osservazione precedente, ne beve un piccolo sorso e lo assapora lentamente. Poi tutti e tre ci sediamo in poltrona. Ancora lei davanti a noi, la vestaglia aperta a ‘V’ sulle gambe lascia che io possa osservarle bene, con calma, lascia che io accarezzi con lo sguardo quella pelle liscia e bianchissima, lascia soprattutto che la mia vista si faccia spazio fra le cosce a cercare di indovinare cosa c’è in mezzo a quel buio. Alzo lo sguardo sul suo bel viso, i suoi due meraviglioso topazi azzurri sono puntati dentro agli occhi miei. Mi fissa e le sue gambe si aprono un poco. Vedo qualche serico peletto biondo e le labbra chiuse della sua micetta, ne percepisco l’umidità ed il calore, ne sento il profumo e anelo di poterla leccare. Nelle mie mutande il cazzo si irrigidisce all’istante. Sono in quel momento, estraniato da tutto e sto vivendo in catalessi. Ancora le gambe si separano l’una dall’altra per qualche centimetro.
La figa è a portata di vista, lei finge indifferenza ed intanto svuota il bicchiere di whisky’..

‘Manu, me ne daresti ancora un goccio???’

‘Eeemmm, si certo si, figurati”’

Verso l’ambrato liquore nel suo bicchiere, rabbocco il mio e senza nemmeno chiedergli se ne vuole ancora, ne aggiungo un po’ anche al giovincello Fabrizio.

‘Buono vero???’

In coro entrambi mi rispondono’

‘Si, buonissimo’..’

‘Bevo solo più questo poi io me ne vado a dormire, anche perché mi sa che’..’

‘Cosa Fabri, ti sa cosa???’

Mi guarda sorridendo ed i suoi occhi mi fanno chiaramente comprendere il suo pensiero.
Ha capito che a me ed a sua madre piacerebbe restare soli, quindi cerca di svicolare per lasciarci liberi di agire’.

‘Fabri se pensi che io e tua madre”. Guarda che non ci sono problemi puoi restare’..’

‘Sono stanco ed ho bevuto troppo, meglio veramente se vado a letto’.’

‘Ok, come vuoi, però prima beviamoci il bicchierino della staffa’..’

‘Va bene, l’ultimo però’..’

Gli verso un bicchiere di whisky e lui si risiede di fianco a me. Kristine è in pratica quasi coricata sulla poltrona e ci mostra tranquillamente la sua bella patatina.

‘Mamma stai un poco più composta, sei volgare messa così!!!’

Lei, parecchio brilla, sorride a suo figlio in modo alquanto strano”..

‘E tu che sei mio figlio perché mi guardi???’

‘Ti guardo perché sei indecente’..’

‘Eeeee, non ti piace la patatina della tua mamminaaa ???’

‘Dai mamma smettila!!!’

‘Sei gaio vero??? Hai fatto le porcherie con tuo padre e io sono indecente”

Fabrizio, sorseggia ancora il suo whisky e non toglie gli occhi di dosso a sua madre”

‘Non sono gaio, come dici tu, ci siamo divertiti e basta!!! Se tu non fossi mia madre ti farei vedere io se sono gay o no!!!’

La voce strascicata, abbandonata sulla poltrona Kristine mi guarda con gli occhi appannati e mi chiede’.

‘Il mio bambino ha un bel pisellino???? A me sono ormai tanti anni che non me lo fa vedere’..eh,eheee, eh”.’

‘Nostro figlio è bellissimo dappertutto se proprio ti interessa’.’

‘Dai bambino mio, fai vedere il piselletto alla tua mamma”. eeehh’eeehh”.’

‘Dai ma, non mi va, piantala, sei ubriaca fradicia!!!’

Lo guardo e mi pare di notare che anche lui tanto sobrio non è’..

‘Pure tu Fabri, non scherzi in quanto a ubriachezza!!!’

Kristine strascicando le parole”’

‘Il paparino è l’unico sobrioooo’.. Ehh’ Io inve’ceeee, povera mammina, sono uubbriiacaaa”. Anche il mio bimbo è ubriacoooo”’

‘Ragazzi, forse è meglio che andate a dormire, domani passata la sbornia poi ragionerete meglio’.’

‘Non voglio andare a dormireee’ eh, eh, eh, voglio ancora un po’ di whisky”’

‘Basta Kris, poi stai male”’

‘Un ultimo goccetto poi vado a nannaaa”’

Le verso ancora l’ultimo goccetto e poi mi alzo dalla poltrona’..

‘Vado un attimo in bagno’.’

Rimango in bagno non più di tre o quattro minuti e quando torno in salotto, vedo Kristine che si è seduta sul bracciolo della poltrona a fianco di Fabrizio. Gli accarezza il capo con dolcezza, ma le sue gambe sono divaricate e quella sinistra è infilata fra quelle di suo figlio.

‘Hai ragione Manuele, nostro figlio è proprio carinoo’..’

Poi la sua mano si posa sull’inguine del ragazzo, lo accarezza e intanto si apre la vestaglia sul seno’

‘Che caldo che fa in questa casa”..’

‘Fa caldo perché sei completamente ubriaca Kristine!!!!’

‘Eh, eh, che bel pistolotto il mio piccolo bambino!!!’

Fabrizio, poco convinto, allontana la mano di sua madre dal pene, poi però lei ce la rimette e lui la lascia tranquillamente fare. Certo, penso io, che il giovanotto quando sarà grande avrà una bella opinione del concetto famiglia. Prima l’ha fatto con me ora sta iniziando a fare qualcosa con la madre.

‘Lo vuoi un bacetto dalla mamma ehh????’

Non aspetta che Fabrizio risponda e appoggia le sue labbra a ventosa sulla bocca del giovanotto. A questo punto lui la bacia e la situazione irreversibilmente precipita.
Le mani di lei, abili nonostante la pesante condizione di ubriachezza, sbottonano la patta dei pantaloni di suo figlio, come per magia glielo tirano fuori e, sempre continuando a baciarlo in bocca, comincia una lenta sega. Le tettone ormai sono fuori dalla vestaglia, lui le afferra con entrambe le mani e lascia la bocca di Kristine per succhiare quei capezzoli che per tanto tempo l’hanno nutrito quando ancora era molto piccolo. Si alzano in piedi, entrambi barcollanti, riescono a spogliarsi e si spostano sul divano. Lei sotto e lui sopra, lei che lo incita a possederla e lui che invece preferisce inginocchiarsi tra le sue gambe e leccarle la figa.
Mi avvicino a loro e lei allunga una mano e mi massaggia il cazzo da sopra le mutande.
Le tiro giù e lei lo abbranca rapidamente”

‘Ficcatemelo dentroooo”’

‘Alzatevi di lì andiamo a letto si sta più comodi’..’

‘Noooo, scopami quii, scopami quiiiii’..’

‘Alzati da quella posizione’..’

I due si alzano dal divano e sembrano attendere ordini, io faccio sedere Fabrizio e posiziono lei a pecorina in modo che possa succhiarlo a suo figlio, poi mi metto dietro, le alzo il culo e le tocco la figa. E’ allagata, il mio cazzo trova la strada facilmente infilandosi dentro fino all’elsa’.’

‘Uuuuummmhhhh, siiiiiii, bravooo amore mioooo, amoreee miooo”’.’

La penetro a fondo mentre lei inizia a ciucciare il membro a Fabrizio. Entrambi mugolano mentre io mi sento in paradiso. Quelle belle chiappe bianche e la spaccatella appena velata dai peli biondi, mi fanno impazzire. La sbatto per un bel po’ fin quando il ‘bambino’
le dice”.

‘Mami, mami togliti, togliti, ti sborro in bocca’ in boccaaa”’

Lei non fa una piega e continua a spompinare il ragazzo, lui allora’..
‘Aaaahhhh, aahhhh, aaahhhhh, sbo’.rroooo’. sbor’.roooooo”.’

Non resisto più nemmeno io e mentre glielo sbatto dentro fino alle palle lei viene dimenando il culo ed ingoiando la sborrata di Fabrizio. Le riempio la figa e spero che ‘sta cosa non provochi un altro figlio..

Come se fossimo andati a fare la scalata dell’Everest, ci accasciamo esausti sulle poltrone”

‘Bravi i miei maschietti, mi avete fatta godereee”’

‘Anche tu mami hai fatto godere noi. Sei proprio una gran figa’..’

‘Bravo Fabrizio, ci hai collaudati tutti e due, prima me e adesso tua madre’..

‘Abbiamo ancora tempo, magari domani potremo’..’

‘Andiamo a dormire che è meglio, domani è un altro giorno e””

Buon sesso a tutti da parte di ombrachecammina
e-mail: alexlaura2620@libero.it

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