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194 – Sabrina ed il fratello bastardo – Seconda sottomissione

By 29 Dicembre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Avevo fatto quelle cose solo per compiacere lui e mi era rimasto dentro una sorta di dispiacere e di frustrazione assoluta. Rammento le mie ginocchia umide e sporche, la lunga doccia fatta appena rientrata in casa, le sue parole di scherno e la mia voglia di prenderlo a sberle. Rimasi sotto l’acqua calda parecchio tempo, per ripulire la mia anima ancor prima del mio corpo. L’unico neo di tutta quella storia era rappresentato dal fatto che ero combattuta tra la vergogna ed il fine piacere fisico e cerebrale che in quei momenti mi aveva attraversato la mente e si era impossessato dei miei sensi. Il vedere che altri mi guardavano mentre io servilmente ottemperavo ai turpi desideri di mio fratello, era stato fortemente eccitante, elettrizzante, amavo esibirmi, era nella mia natura, ma l’avevo sempre fatto da sola, magari indossando abiti un po’ troppo audaci, oppure mostrando le cosce e le mie mutandine mentre distrattamente con aria di sufficienza parlavo con qualche bel maschietto seduto di fronte a me. Ma uno show come il pompino a Cesare, non l’avevo mai fatto. Ricordo una volta, con un ragazzo in macchina, che mentre gli stavo succhiando l’uccello si era avvicinato uno che si era limitato a guardare ed a menarsi il cazzo; io mi sollevai subito, mi coprii ed invitai il mio partner a mettere in moto e ad andarcene di filato. Dopo la doccia quella sera estrassi dal mio nascondiglio segreto un libricino comprato qualche anno prima, con le pagine sgualcite, ormai consunto dall’uso, sul quale vi erano disegni in bianco e nero che raffiguravano donne torturate, umiliate, possedute e derise da uno o più uomini. Sotto le raffigurazioni, il racconto e le minuziose descrizioni delle gesta dei protagonisti. Mi masturbai selvaggiamente e come una pentola a pressione poco prima che si apra la valvola di sfogo, venni stritolando fra le cosce le mie dita peccatrici.
Prima di addormentarmi, a mente fredda, finalmente rilassata, pensai ancora a quel pomeriggio in centro. Avevo forse toccato il fondo?

Alla luce di quanto sto per raccontarvi vedrete che il fondo era ancora molto lontano da raggiungere.

Trascorse circa una settimana dal primo fattaccio, quando un pomeriggio, suonarono alla porta, lui mi disse, con il solito modo autoritario e dispotico’.

‘Vado io tu stai a cuccia!!!’

Lo sentii aprire l’uscio e parlottare con qualcuno, poi ritornò accompagnato da un paio di uomini. Di età avanzata, ma indefinibile, erano malvestiti, entrambi con i capelli lunghi che sembravano non aver più incontrato acqua e shampoo da parecchi mesi. Anche le loro mani erano impregnate di sporcizia, specie sotto le unghie lunghe e non curate. Si avvicinarono, sentii l’afrore che emanavano, uno dei due doveva essere un avvinazzato, lo si intuiva dal naso gonfio in punta, bitorzoluto e soprattutto paonazzo. Entrambi avevano gli occhi lucidi, persi nel vuoto, inespressivi e vacui. Non mi alzai dalla mia poltrona e nemmeno mi avventurai a stringer loro la mano. Cesare si mise dietro di me, mi infilo entrambe le mani nella scollatura, e mi tirò fuori le tette’.

‘Vi piacciono??? Quanto tempo è che non toccate una femmina??? Se la volete è vostra, vi succhierà il cazzo, le potrete riempire la bocca di sperma oppure pisciarle in faccia o in bocca. La maiala è a vostra disposizione”

Il bastardo mi teneva per i capelli ed in pratica non mi lasciava nemmeno parlare. Sentivo solo il dolore forte e le sue parole che naturalmente io non condividevo.
Uno dei trogloditi mi si avvicinò, allungò la sua fetida mano e mi strinse forte un seno. La tremenda puzza di piscio mi arrivò alle narici e mi procurò un conato di vomito. Lo repressi e tentai di divincolarmi”

‘Sorellina stai ferma, non fare la troia di più di quanto già sei!!!!’

‘Lasciami andare, con questi io non ci faccio proprio niente!!!’

Ordinò ad uno dei due di tenermi ferma e si allontanò. Lo vidi tornare con delle manette e della corda. Mi fece alzare in piedi, mi bloccò i polsi dietro la schiena e mi spinse facendomi sedere su una sedia. Mi divaricò le gambe bloccandomi le caviglie alle gambe posteriori della sedia. Rimasi con le cosce spalancate e le mani bloccate dietro. Andò in bagno e tornò con una spazzola per i capelli con le punte metalliche.
Mi passò senza alcun riguardo la spazzola sui capezzoli, urlai per il dolore, lui con fare strafottente mi disse’

‘Cos’è non ti piace più farti accarezzare i capezzoli, guarda come ti sono diventati belli duri!!! Che troia che sei!!!’

Mi lamentai ancora e lui parlando con i due lerci mendicanti disse’..

‘Spogliatevi, è vostra, è brava a succhiare il cazzo, vedrete com’è brava!!!!’

Cesare si allontanò un attimo e tornò con un lungo coltello da cucina, me lo infilò nella scollatura e mi squarciò la maglietta scoprendomi completamente l’addome e naturalmente le tette. Infilò la lama sotto il bordo della gonna e ne lacerò il tessuto. Rimasi con indosso solo le mutandine”

‘Come vi sembra la puttana??? Bella vero???’

Un grugnito fu la risposta di uno dei due’

La fredda lama si insinuò sotto l’esile elastico del mio perizoma e facilmente ne stracciò il tessuto’..

‘Vi piace così bella pelosa??? A me sembra un po’ troppo disordinata, non vi pare???’

Prese la spazzola con gli aculei di ferro e me la strusciò appositamente con forza sul pube, mi fece male e percepii dolorosamente le striature sulla pelle’.

‘Aaaaggghhhhhh””

‘Ti sto facendo bella e ti lamenti??? Che ingrata che sei!!! Diamo una bella pettinata anche alla fighetta???? Ma si dai, così i nostri amici ti apprezzeranno di più!!!’

Spinse la spazzola fra le cosce e mi ‘pettinò’ la figa. Prima lo fece piano, poi sempre più velocemente ed energicamente. Credetti di impazzire quando gli spilli di acciaio penetrarono dentro la pelle delle labbra vaginali.

‘Aaaahhhhiiiaaaaa, fermatiiiii, fermatiii, ti pregoooo, ti pregoooooo!!!!!’

‘Guardali sono nudi per te, ciucciagli il cazzo, ciucciaglielooooo!!!!!’

Mi veniva da vomitare, la puzza era indescrivibile, sotto la cappella del primo c’era dello smegma biancastro che non veniva rimosso ormai da mesi. ‘..

‘Lecca per bene sotto la cappella, puliscilo, puliscilo troiaaaa!!!! Vuoi mica fare un pompino ad un cazzo sporco no???? Leccaglielo per bene, voglio vederlo pulito capitoooo!!!!’

Per rafforzare il concetto, Cesare mi colpì il seno destro con la spazzola, una serie di piccoli puntini rossastri spuntò all’improvviso sulla pelle della mia tetta. Lo leccai al lercio mendicante e lo nettai dalla cremina puzzolente, poi, senza poter usare le mani, lo presi in bocca, lo spompinai per farglielo diventare duro e riuscire a riemergere da quell’incubo il più presto possibile. Dopo parecchi minuti iniziai con l’altro fin quando entrambi furono puliti ed abbastanza solidi”.

‘Sborratele in faccia alla maiala, lei non aspetta altro vero troia????’

Si masturbarono i due e ben presto mi eiacularono in viso. Forse era tanto tempo che non si svuotavano le palle, ma ne fecero una quantità industriale. La loro sborra mi coprì il viso, chiudendomi ed incollandomi le palpebre degli occhi. Ne sentivo il gusto sulla bocca e percepivo le abbondanti colature scendere sul mento e lì rimanere appese come elastiche stalattiti. Poi quello con il naso paonazzo me lo sbattè forte sulle labbra e se lo munse regalandomi anche le ultime stille di succo, l’altro lo imitò ed infine entrambi chiesero se c’era un bagno. Cesare disse loro di aspettare un attimo; velocemente mi slegò le caviglie e mi sospinse brutalmente in bagno, mi fece sdraiare nella vasca e disse loro di pisciarmi addosso.
Vidi Cesare con il cazzo fuori e mentre il piscio dei due poveracci mi inondava il viso e me lo puliva dallo sperma il mio fratellino bastardo si segò velocemente regalandomi la sua calda sborra. Mi liberò poi i polsi dolenti e mi disse’..

‘Fatti una doccia sozzona!!!! Fai proprio schifo!!!!

Questa è la seconda esperienza di femmina schiavizzata. Le prossime saranno le peggiori, preparatevi a leggere le più infime schifezze e le più barbare sottomissioni alle quali il mio fratello bastardo mi sottoporrà.

By Ombrachecammina
e-mail: alexlaura2620@libero.it

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