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198 – Suor “Anna” la consorella e le audaci confessioni

By 5 Gennaio 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Non ti dico il mio vero nome, ti voglio però dire che sono una suora, diciamo che sono suor Anna. Ho quarantatre anni e gestisco un grande convento in Italia. Lo gestisco economicamente, insomma sono l’amministratrice, quella che chiamano la tesoriera del convento o ancora meglio l’economa.
Da un anno a ‘sta parte mi è stato dato in dotazione un computer. L’ho usato sempre per facilitarmi il compito di gestione economica e da qualche tempo lo uso anche, di nascosto, per andare su internet. Non ho intenzione di scrivere le mie memorie, anche perché difficilmente ne sarei capace, ma voglio solo dire a tutti che noi suore siamo donne come tutte le altre. Dedichiamo la vita a Dio, però poi, spesso non riusciamo a fuggire la tentazione.
Io ne conosco un’altra che come me, ad esempio, fa uso di grosse candele per masturbarsi.
Ho letto poi molti racconti tuoi, di incesto insomma, e pur essendo situazioni che subito mi hanno sconvolta e turbata, poi però non sono più riuscita a farne a meno. Ho coinvolto in questo grande segreto anche l’altra mia consorella e adesso, la sera, nella sala dell’economato, leggiamo i racconti di incesti e poi, mettendo la sordina ai nostri gemiti, ci tocchiamo fino a venire.
Siamo coscienti che così facendo aggiungiamo peccato al peccato ed al peccato. Eccitarsi per una suora è di per se un grave peccato, il farlo con una consorella è doppiamente peccato, sia per il fatto di praticare il sesso, sia per quello di farlo con una appartenente allo stesso sesso. Poi l’eccitazione avviene per fatti peccaminosi gravissimi, ovvero l’incesto. Insomma, non riusciamo più a farne a meno. Di giorno preghiamo moltissimo ed imploriamo nostro Signore che ci aiuti a sconfiggere il peccato, poi la sera, dopo mezzanotte, quando la superiora passa a controllare che la luce nelle celle sia spenta, noi ci troviamo in corridoio e di soppiatto ci infiliamo nella sala dell’economato. Quella sala della quale solo io e la superiora possediamo la chiave ci accoglie mezze nude con indosso solo con la sottotunica bianca, le mutande e il reggiseno, poi poco alla volta, silenziosamente ci spogliamo del tutto e facciamo sesso. Usiamo delle grosse candele e ci penetriamo nella vagina. Con terrore leggiamo di donne che prendono il pene maschile nell’altro ingresso, quello posteriore e siamo tentate di provarci, ma poi,fino ad ora non ce la siamo mai sentita.
Ora è da qualche tempo che di giorno, nel giardino della preghiera, abbiamo coinvolto nel nostro peccato un vecchio giardiniere e così abbiamo conosciuto le dimensioni la durezza e la consistenza di un vero pene.
Dietro la colonna in pietra che c’è nel giardino, c’è una enorme siepe di alloro fatta ad ‘U’ e dentro a quell’incavo io e le mia consorella abbiamo tirato su le vesti e giù le mutande e ci siamo fatte possedere dal vecchio giardiniere.
Ora il peccato che si è aggiunto è ancora più grave. Non riusciamo più a combattere ed ormai ci siamo arrese alla lussuria più sfrenata.
Ora finisco qui la mia mail, ti mando le nostre foto in ‘divisa’ e come vedrai abbiamo il viso coperto ed abbiamo anche mascherato tutto ciò che si vede attorno per rendere il tutto irriconoscibile. Se c’è qualche altra suora che fa le stesse cose e ti scrive, faccelo sapere, ma non inviare mail a questo indirizzo. Scrivi in testa al racconto che invierai alla redazione di iomilu in stampatello SUOR ANNA e io ti scriverò e di darò una mail segreta.
Non so se ringraziarti o maledirti, forse tu non sei cattivo e nemmeno un così tanto malvagio peccatore. Credo però che senza i tuoi turpi racconti, noi non saremmo mai arrivate a questo punto. Siamo infatti, ormai, quasi irrecuperabilmente, delle peccatrici, le peggiori e sicuramente alla nostra morte andremo all’inferno.
Ciao, suor Anna e suor Vincenza. (I nomi sono di fantasia)

Da una mail di Suor ‘Anna’
by ombrachecammina
e-mail: alexlaura2620@libero.it

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