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Racconti Erotici Etero

273 – Francesca ed Alex

By 15 Febbraio 2020No Comments

Francesca era a casa e si sentiva strana. Non sapeva se ciò dipendesse dal colore del cielo che non era azzurro o se fosse per altri motivi. Sul momento non ci ha fatto caso ma vedeva gli effetti di quella mattina forse iniziata storta. Ha pensato anche che poteva essere la mancanza di Alberto nel suo letto la notte prima o se era una voglia repressa oppure ancora il dover andare a lavorare. Comunque per Francesca era una strana giornata.

Gli effetti si sono visti subito. Nel vestirsi per uscire non sapeva che cosa indossare e ciò la rendeva irrequieta ed aveva paura che il nervosismo le facesse fare ciò che non voleva.

Di solito quelle sensazioni la portavano a desiderare di abbandonarsi a qualcuno per fare sesso in cui la sua parte era di essere schiava.

L’idea di esserlo in condizioni normali la faceva sorridere. Aveva scoperto questo parlandone con Mirta quando era la sua amante e compagna e con il suo aiuto era riuscita a controllarsi.

Il pensiero di essere schiava sessuale e la lasciava indifferente ma a volte, quando la voglia di godere era tanta, immaginava di essere davanti a tante persone e farsi fare delle piccole torture il cui sogno era sufficiente farle fare un ditalino e venire godendo. Francesca nel sogno erotico si vedeva nuda con solo un reggicalze ed ovviamente calze, entrambe neri, ricamati e molto adatti al porno. Ai piedi scarpe a tacco altissimo di dodici o forse più argentate.

I suoi pensieri quella mattina le facevano compagnia come i suoi perizomi colorati di cui ne aveva una bella scorta e che si era comprata oppure le erano stati regalati dall’amica Rebecca solitamente dopo le sfilate di intimo moda.

Ne stava scegliendo uno bianco e sollevando prima un piede e poi l’altro lo ha indossato e si è guardata allo specchio mentre il sottile filo di pizzo percorreva il suo interno cosce, poi voltandosi si è guardata mentre il filo di tessuto spariva tra i suoi glutei bianchi. In quel momento vedendosi ha pensato di avere un culo grosso. Se lo ha palpato ed ha visto che era sodo ma se lo vedeva grande. I culi grandi li vedeva male e mai avrebbe pensato di poterlo avere lei, non ha certo riflettuto che anche il giorno prima si era specchiata e non l’aveva notato. Si ricordava che da ragazzina ne avrebbe voluto uno piccolo però da adulta si è resa conto che agli uomini piacevano tanto i culi grandi, ne erano attratti. Durante le orge e negli accoppiamenti in cui lei era protagonista aveva visto uomini il cui cazzo vi si perdeva e a loro piaceva guardarlo sparire tra i glutei. A lei piaceva pensare a quello che faceva godere i maschi.

Quei pensieri sono spariti quando nel guardare l’orologio, ha visto di essere in ritardo ed allora ha finito di vestirsi ed è corsa alle sfilate dove aveva un appuntamento.

Francesca non aveva bisogno di lavorare ma le piaceva farlo soprattutto se si trattava di preparare le modelle ed i modelli per le sfilate.

Per quelle sfilate aveva accettato una proposta che un amico le aveva fatto.

Niente giacca, ne pantaloni. Francesca ha indossato una morbida gonna di maglia, aderente e fasciante che a lei piaceva perché nell’indossarla era come ricevere una carezza ad ogni movimento.

Camicetta bianca con delle labbra di diversi colori stampate sopra, larga da far vedere cosa c’è sotto senza cadere nel volgare, calze e stivali non troppo alti. Sotto ha indossato una balconette di pizzo bianco molto scollata tanto da dare l’idea che non portasse reggiseno. Quindi un abbigliamento semplice ed elegante allo stesso tempo senza strafare.

Comunque una ragazza irrequieta. Durante il tragitto per andare all’appuntamento ha pensato anche alle mestruazioni che arrivavano sempre con matematica precisione ma stavolta la data era ancora lontana. Ne ha dedotto che il suo stato era dovuto alla situazione che avrebbe affrontato.

Appena arrivata è stata fatta accomodare in una stanza. Ciò non era usuale perché solitamente andava dove le modelle si cambiavano, si truccavano ed aspettavano che gli stilisti con le sarte facessero gli ultimi ritocchi. Stavolta in quell’ambiente si è trovata con un giovane che a prima vista lei ha giudicato un ragazzino di apparentemente meno di 30 anni, dal faccino tenero, modi gentili e sguardo ingenuo, di scarsa esperienza, alle prime armi. Nella sua testa immaginava di trovare un uomo navigato.

I due si sono presentati e le ha detto “La stavo aspettando, io sono Alex, piacere di conoscerla finalmente!”

“Buongiorno, io sono Francesca e la ringrazio di avermi ricevuto ma non so perché sia qui. sono venuta per andare nel backstage ma….” ed è stata interrotta dal ragazzo che le ha detto “Il mio amico mi ha parlato di te ma in verità spero di essere la persona giusta”

Francesca era imbarazzata non poco e quando si è rivolta ad Alex, lui guardandola, le ha dato l’impressione che non la stesse ascoltando ma si è accorta che lo sguardo era fermo sul ginocchio che spuntava dalla gonna.

C’è stato un attimo di silenzio poi i suoi occhi hanno incontrato quelli di Francesca e c’è stato un attimo di silenzio.

“Lei ha già lavorato in un giornale?”

“No, mai. Lavoro in uno studio legale e do una mano qui quando ci sono sfilate. Forse lei conosce Rebecca di cui sono molto amica”

“Ah, sì! Rebecca. La conosco. Qui è una valida aiutante. Senza di lei faremo ben poco. Comunque, mia cara Francesca, io so già esattamente cosa lei è in grado di fare, ho letto il suo curriculum e tecnicamente sarebbe perfetta ma, come lei sa, lavorare in un giornale implica avere non solo nel curriculum ma soprattutto nella persona, caratteristiche particolari. Impeto, passione, coraggio e mi sembra che lei sia questo tipo di donna, o sbaglio?”

“Ma tu guarda questo ragazzino” ha pensato Francesca “Mi viene a parlare di passione e coraggio! Lui non sa che di esperienza ne ho tanta quanto lui non immagina neanche. Vediamo un po’ come sta lui a passione e coraggio” e nel pensare questo sciolse le gambe che teneva accavallate.

La gonna con quel movimento si è mossa dal basso verso l’alto facendosi più corta e Francesca, sfrontatamente, non l’ha riabbassata. Inoltre con una mano si ha sfiorato invece una mammella e poi ha fatto scendere la stessa mano fra le gambe in modo decisamente elegante e discreto.

“Vede, potrei avere le caratteristiche necessarie di cui mi parla per ciò che lei ha intenzione di fare con me ma come può lei capire che le sue intuizioni sono vere?” e nel parlare ha socchiuso maliziosamente e leggermente le gambe. Al che Alex si è irrigidito sulla poltrona ed ha cambiato posizione ed ha risposto così.

“Credo che con la sua domanda si possa si intuisce il suo temperamento così come dal suo aspetto fisico”

“Che impressione le dà mio aspetto? Mi sembra di essere una semplice ragazza come tante altre!”

Per godersi lo spettacolo del corpo di Francesca anche se era vestita, Alex si è levato dalla poltrona, ha girato intorno alla scrivania e le si messo davanti, abbastanza vicino, per dirle “Lei è una ragazza molto attraente e credo che il suo aspetto sia un fattore molto importante nel mondo del lavoro”

“Sono convinta che l’aspetto abbia importanza ma che non sia fondamentale. Di sicuro lo è il temperamento, la passione ed il coraggio. Esattamente ciò di cui lei parlava e che io spero di avere”

Queste ultime parole Francesca le ha pronunciate con un tono di sfida poi Francesca si sollevata e dall’altezza dovuta ai tacchi lo ha sovrastato. Durante quel movimento il viso di lei è andato a pochi centimetri dal viso di lui e, senza staccare gli occhi, ha sfiorato la patta dei pantaloni.

Lei era molto esperta in fatto di seduzione e non era certo alle prime armi. Di carriera ne aveva fatta e la stava mettendo in atto. Ha anche pensato “Sei proprio come pensavo, piccolo strafottente. Sei già in tiro. Ora ti faccio vedere io come funziona il gioco! Prima di darti l figa te la faccio sognare!”

Gli ha slacciato i pantaloni ed ha infilato una mano dentro, andando sotto gli slip per prendere il cazzo fra le dita e stringerlo forte. Poi ha mosso la mano dal basso verso l’alto sempre stringendo con forza.

Francesca si era rinfrancata. Pensava di trovare un cazzetto di giovane ragazzo ancora imberbe ed invece si è trovata in mano un bel cazzo grosso con sua soddisfazione, ricredendosi almeno parzialmente.

Per un attimo le è venuta voglia di farsi sbattere sul divano e questo pensiero l’ha eccitata molto ma poi guardando quel viso rosso dall’emozione e quegli occhi già socchiusi dalla voglia ha deciso che si sarebbe fatta sbattere solo dagli uomini maturi ed esperti e non dai ragazzini.

Ciò nonostante, trovandosi quel bel cazzo in mano ha pensato che in fin dei conti le sarebbe piaciuto giocarsi e divertirsi lo stesso ad iniziare da quel momento.

Mentre stringeva quel cazzo con la destra, con la sinistra gli ha prese la sua mano, si ha infilato un suo dito in bocca, lo ha succhiato e, bagnato di saliva com’era, se lo ha passato sul seno nonostante la camicetta fosse ancora non del tutto aperta. Poi ha sollevato la gonna, ha preso quella mano e guardando Alex negli occhi gli ha detto “Ora puoi toccarla. Mi piace se mi tocchi”

Forse per istinto o per qualche altro motivo non chiaro Francesca aveva capito che a quel ragazzo piaceva essere comandato.

Alex con lo sguardo docile ma in preda ad una eccitazione incredibile, gli ha messo la mano fra le cosce, ha scostato il perizoma e l’ha toccata con un tocco leggero che l’ha subito eccitata molto.

“Ti piace?” gli ha chiesto.

“Da morire” le ha risposto e sentiva che se avesse continuato a stringerlo così gli sarebbe venuto in mano mentre a Francesca ha preso gusto al gioco erotico ed allora ha tirato fuori la mano e gli ha ordinato di chiudere la porta a chiave e nell’andare a farlo le ha intimato “Non ti sollevare i pantaloni, voglio vederti camminare con le braghe a terra!”

Alex ha obbedito senza dire niente e mentre andava a fare ciò che gli era stato chiesto, Francesca si è accomodata su un divano che era lì in quella stanza un po’ più ampia del normale e lo incalzato “Vieni qui, inginocchiati davanti a me!”

 Alex, ormai inebetito, ha ubbidito.

“Ora, mio caro ometto, me la dovrai leccare come mai hai leccato nella tua vita. Se non mi farai godere come si deve, non ti darò ciò che stai aspettando!”

Alex in quel momento avrebbe fatto qualunque cosa pur di arrivare a scopare Francesca.

Lei pensava in altra direzione “Mi sa che mi conviene sedurlo così potrò sfruttare tutto questo per avere un posto di lavoro migliore e dedicarmi alle sfilate full time” mentre sentiva una lingua niente male percorrerla dal buco del culo fin su nella sua figa.

Per essere ancor più arrapante ha aperto maggiormente le gambe e si è sbottonata completamente la camicia. Subito dopo ha abbassato la balconette che indossava e si ha toccato i capezzoli, strizzandoli per irrigidirli ed allungarli.

Voltandosi si è vista riflessa nelle ante a vetro della libreria. Che occupava una parete ed ha notato i suoi capelli neri poggiati sul divano, le labbra carnose socchiuse, le mani sui capezzoli e soprattutto le sue cosce aperte con in mezzo la testa di Alex. Era la sua immagine preferita ed ora era a gambe aperte che si faceva leccare da Alex in modo magistrale leccando con una maestria notevole. Lui passava la lingua con regolarità e poi spingeva e riprendeva da capo.

Francesca stava per esplodere però ha deciso di non dargli questa soddisfazione ed allora quale soddisfazione se non quella di guardarlo in viso e negli occhi durante la maggiore eccitazione?

“Non sei abbastanza bravo! Vieni qui!”

Non era vero quel che diceva ma lui non lo doveva sapere.

Alex si è sollevato e Francesca leggeva negli occhi che stava impazzendo dalla voglia di scoparla.

Mettiti in ginocchio sul divano!” gli ha comandato e lui ha ubbidito mentre Francesca si sistemava di fronte poi si è voltata e piegata in avanti verso Alex per mostrarli le tette pendenti verso il basso. Voltando lo sguardo si è anche vista riflessa nel vetro della libreria e le è venuta voglia di essere inculata.

Ha pensato che fosse il momento adatto ed allora ha sfregato il culo su quel membro rigido e diritto che tra non molto sarebbe stato dentro di lei, lo ha preso e messo fra le labbra della fighetta bagnata e ha cominciato a muoversi.

Sentire il cazzo accarezzarle il clitoride l’ha eccitata molto ma soprattutto sentire lui gemere l’ha fatta impazzire.

“Me lo vuoi mettere dentro?”

“Sì”

“Dovrai pregarmi”

“Ti prego, voglio scoparti!”

“Non ho sentito, ripetilo!”

“Mi stai facendo impazzire, ti prego dammelo!”

“Ma guarda un po’! Ricordati che ora sono io che decido se dartelo o no. Tu sei solo un ragazzino viziato!”

“Sì, è vero ma tu fatti chiavare, fatti montare, Voglio essere il tuo stallone!”

Intanto Francesca continuava a muoversi facendosi solleticare la figa con il cazzo.

Erano entrambe arrapati ma lei resisteva nonostante stesse impazzendo. Ancora un po’ e si sarebbe fatta sbattere piegata sul divano.

In quel momento Francesca ha deciso che era ora di accoppiarsi con lui.

“Siediti qui!” è stato un altro comando che lui ha rispettato.

Impaziente e spaventato si è seduto su una sedia che Francesca gli aveva indicato ma lui non sembrava aver capito.

“Non capisci? Povero cretino! Sei solo un piccolo ragazzino che non riesce a far godere una donna. Allora sarò costretta a pensarci da me!” e nel pronunciare quelle parole ha aperto le gambe lasciando che Alex lentamente entrasse in lei.

Francesca in quei panni che non aveva mai assunto si piaceva e se la godeva parecchio.

Ha preso la testa del ragazzo e se l’ha spinta contro il seno.

Lui già respirava affannosamente.

Con le mani appoggiate sulla spalliera della sedia Francesca si muoveva perduta in un piacere intenso pensando che il ragazzino stesse facendo bene sussurrando frasi di godimento che lei ha interrotto.

“Sshhhh, zitto!”

Non aveva finito di pronunciare l’intimazione che Alex le è venuto dentro.

Dopo un istante anche Francesca è venuta ma senza dargli troppa soddisfazione reprimendo l’orgasmo il più possibile.

Quando si è raddrizzata, con un dito ha raccolto un po’ di sborra e se lo ha passato fra le labbra, assaggiandolo. Poi si è girata, ha indossato il suo perizoma bianco che era a terra, ha sistemato la gonna, ha e preso cappotto e la borsetta riapparendo così come era al momento dell’arrivo.

Lui era lì, con il suo faccino da stupido, i capelli arruffati, lo sguardo ancora sconvolto dall’orgasmo.

“Ora mi dici che ne pensi del mio temperamento, del coraggio e quant’altro serve per lavorare in questo posto?”

“Spero che accetterai ben volentieri di lavorare ancora per noi?”

“sì, però se mi pregherà come hai fatto prima quando mi hai chiesto la figa!” e nel dire questo si è girata e dondolando sui suoi tacchi è uscita chiudendo delicatamente la porta.

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