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9 – Il rito nuziale

By 8 Settembre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Il rito nuziale

(Capitolo 9 dei ricordi descritti ne ‘Le relazioni affettive’ dove vengono riportati alcuni dei profondi, intensi ed appassionati rapporti d’amore intercorsi tra madre e figlio
nel corso di oltre un decennio)

Il giorno del matrimonio era finalmente arrivato ed eravamo tutti indaffarati nei preparativi .
Mio padre, tornato appositamente dall’estero, aspettava impaziente di andare a prendere la macchina nel vicino garage per accompagnare lo sposo e la sempre attraente ed affascinante consorte alla chiesa dove si sarebbe svolta la cerimonia.
Mia madre, verso il traguardo dei cinquant’anni, era come sempre bellissima mantenendo un portamento ancora giovanile ed affascinante. Il suo corpo era ancora perfetto: gambe slanciate, seno come quello di una fanciulla con due piccoli ed appuntiti capezzoli, sedere sodo e tondo privo di smagliature e cellulite. Malgrado la frenesia del momento la futura ‘suocera’ completava la sua preparazione con estrema lentezza soffermandosi sui particolari del trucco al viso indugiando davanti allo specchio con indosso solo il reggiseno e delle splendide trasparenti mutandine di seta che esaltavano la bellezza e la rotondità dei glutei.
La notai più volte in questo abbigliamento passando davanti alla camera da letto ma ero troppo intento a completare la mia preparazione per soffermarmi ad ammirare la bellezza delle sue curve anche perché conoscevo il suo corpo in ogni minimo particolare da più di dieci anni per essere stato ‘iniziato’ al sesso da lei e per aver posseduto quello splendido corpo nel corso di oltre un decennio durante i quali avevamo intrattenuto rapporti sessuali tra i più intensi ed appassionati e vissuto, di fatto, come marito e moglie.
Sembrava non aver fretta e più volte aveva invitato mio padre, già pronto da tempo, a scendere per andare a prendere l’automobile ed aspettarci al portone.
Finalmente mio padre, impazientito per l’attesa, scese e ci avvisò che, appena tornato, ci avrebbe citofonato per farci scendere.
Mia madre completò subito il trucco ed indossò l’abito che si era fatto appositamente confezionare da una nota casa di moda (un meraviglioso abito bianco particolarmente attillato con un giubbino nero che esaltavano la bellezza del suo corpo e le sue forme) ed entrò nella mia stanza per farsi ammirare e ricevere i miei apprezzamenti.
– Mamma sei meravigliosa con questo vestito! Non penserai di essere tu la sposa! Vuoi far restare tutti di stucco? Ma papà ti ha visto con questo splendido vestito? Resterà imbarazzato anche per tutti i commenti che susciterai!
– Non mi interessa quello che pensa tuo padre; a me interessa quello che pensi tu che mi hai alquanto trascurato in questi ultimi tempi. La sposina ti ha distratto e fatto dimenticare la mamma?
– Mamma, lo sai che non potrò mai dimenticarti! Sei stata la mia maestra di sesso e la prima donna con cui ho avuto i rapporti sessuali tra i più intensi ed appassionati raggiungendo gli orgasmi più estasianti della mia vita. Orgasmi raggiunti anche da te ogni volta che ci siamo amati. Si, in questi ultimi tempi mia moglie mi ha impegnato particolarmente sia per aiutarla ad organizzare la cerimonia sia per ‘ripassare’ tutte le posizioni del Kamasutra, verificare la mia ‘tenuta’ e il sapore del mio sperma. Anche se sono tutte cose che avevamo già sperimentato più volte in questi ultimi due anni.
– Quindi la sposina non è di primo pelo come vuol far credere! Spero che, almeno, a sverginarla sia stato tu!
– Ma mamma lo sai bene anche tu che non esistono più ragazze vergini; a 13-14 anni tutte fanno le seghe e i pompini ai propri ed altrui compagni. Forse qualcuna conserva ancora il culo intatto ma non ci credo molto. Sicuramente sono casi rari.
– E la tua sposina con il culetto come sta?
– Si, il culo l’ho sverginato io. Ma la fica no perché è successo molto prima di conoscerla.
– Quanti cazzi ha conosciuto e maneggiato oltre al tuo ?
– Il numero esatto non ha mai voluto confessarmelo, ma sicuramente parecchi. La persona che le farà da testimone è il cugino che l’ha sverginata a 15 anni e che, credo, continui a scoparsela con una certa frequenza. Dovrò stare particolarmente attento a questa frequentazione! Ma mamma pensiamo a te. Sei meravigliosa e già mi hai fatto rizzare il pisellone come lo chiami da sempre! Fammi vedere ed ammirare quello che nascondi sotto questo splendido vestito!
– Ti accontento togliendomi la gonna per farti ricordare che la fica di tua madre è stata la prima che hai conosciuto, ispezionato e posseduto; dentro di lei hai raggiunto il tuo primo orgasmo e tutti i successivi rendendo felice anche me.
Così dicendo cominciò a sbottonarsi la gonna abbassando la lampo e facendo scivolare l’indumento a terra.
Mi si presentò una visione meravigliosa con le piccolissime mutandine di seta trasparenti che facevano intravedere un monte di venere e le carnose grandi labbra perfettamente depilate.
– Mamma sei bellissima, da chi ti sei fatta depilare? Tu mi hai sempre detto che le grandi labbra devono sempre essere contornate da un po’ di peli! Per abbellirle e far desiderare di più l’esplorazione della vagina ‘ mi ripetevi.
Seguì un attimo di silenzio ed imbarazzo di mia madre che si riprese subito rispondendomi:
– E’ stato tuo padre che si è dilettato a depilarmi attorno le grandi labbra. Lo sai che, da quando ha il diabete, è diventato impotente e si diverte ormai così! Pensa che gli è diventato piccolo come quello che avevi tu all’età di 10 anni! Ricordi quando ti facevo il bagno e te lo massaggiavo e baciavo dolcemente? Tu, che non avevi ancora capito che quel muscoletto sporgente non ti sarebbe servito solo a fare la pipì, ridevi per le mie effusioni mostrandomelo dopo aver allungato il prepuzio al massimo ed io ti controllavo la discesa delle gonadi nello scroto massaggiandoti i testicoli ancora non maturi.
– Mamma non ti credo! non è stato papà! Però potevi dirmelo che avrei provveduto io a depilarti, così come tante volte l’ho fatto alla mia futura moglie in questi ultimi anni! Quando tornerò dal viaggio di nozze mi racconterai tutto. Al ricevimento lo hai invitato? Presentamelo! Ma torniamo al tuo meraviglioso sesso che adesso bacerò ed esplorerò nuovamente con la passione ed il desiderio di sempre.
Così dicendo presi il bordo delle mutandine, le abbassai velocemente sfilandogliele dalle gambe che lei alzò una alla volta; le grandi labbra erano perfettamente prive di peli e lisce ed emanavano un odore inebriante di profumo femminile.
Mia madre allargò il più possibile le gambe poggiando la destra sulla mia spalla; mi mise le mani sulla testa e l’avvicinò al suo sesso in attesa di essere penetrata e bagnata dalla mia lingua.
Con le due mani allargai le grandi labbra e cominciai a mordere e leccare quelle più interne. Con l’indice e il pollice presi la clitoride e la scappellai facendo fuoriuscire la piccola cappella già indurita e turgida. La mia lingua era ormai entrata tutta nella vagina che si inumidiva sempre più per l’imminente raggiungimento del suo primo odierno orgasmo.
Superfluo dire che il mio cazzo era alla massima erezione e stava per scoppiare; mi sbottonai i pantaloni facendoli cadere a terra e mi abbassai gli slip. Mia madre vedendolo così dritto e duro lo prese con la mano sinistra stringendolo con forza, mi allontanò la faccia dalla fica e, scappellatolo come faceva sempre, lo avvicinò al suo sesso, ormai completamente aperto e bagnato dalla mia saliva e dal primo umore conseguente l’orgasmo raggiunto, e lo introdusse dentro di se cominciando a muoversi avanti e indietro.
La posizione in piedi era piuttosto scomoda e il mio pene non poteva penetrarla tutta. Decisi così di uscire dalla fica. Presi mia madre per i fianchi a la girai, la feci appoggiare con le braccia alla scrivania piegandola a 90 gradi; immediatamente entrai prepotentemente e violentemente dentro l’accogliente e lubrificata vagina.
Mia madre era ormai al settimo cielo; continuai a penetrarla con sempre maggiore intensità e velocità con i testicoli che sbattevano sulle cosce sincronicamente alle penetrazioni fino a quando eiaculai dentro di lei tutto lo sperma che era presente nei miei coglioni.
Rimasi con il cazzo ancora leggermente eretto dentro di lei per alcuni minuti fin quando sentii suonare ripetutamente il citofono; era mio padre che interrompeva, come spesso era accaduto anche nel passato, l’estasi raggiunta.
Estrassi il pene, ancora pronto ad un secondo assalto ma completamente bagnato di sperma, mi alzai gli slip e i pantaloni ed andai di corsa a rispondere.
– Si papà, sono pronto ma mamma ha bisogno ancora di qualche minuto per essere presentabile. Siamo stati impegnati a risolvere un problema non rinviabile. Ora che l’abbiamo risolto è felice e soddisfatta. E’ tanto che aspetti? Non ti abbiamo sentito perché eravamo impegnati a risolvere il problema che ti dicevo. Intanto scendo io.
– Dai mamma, purtroppo non possiamo continuare, risistemati il vestito, papà ci sta aspettando da un po’! Non lo abbiamo sentito prima perché abbiamo raggiunto l’orgasmo nello stesso istante come ci accade sempre. Quando torno dal viaggio riprendiamo il discorso interrotto! Io scendo, chiudi tu la casa così non destiamo sospetti.
Subito dopo scese la mamma più bella e radiosa che mai; il suo viso e lo sguardo emanavano felicità e soddisfazione per l’orgasmo appena raggiunto (anzi per gli orgasmi!).
In macchina quasi nessuno parlò; papà era preoccupato di arrivare in ritardo e fare una brutta figura. Gli dissi di non preoccuparsi perché la sposa avrebbe sicuramente ritardato (e così fu) e che la bellezza della mamma avrebbe attirato l’interesse dei presenti facendo dimenticare qualsiasi altro problema.
Parcheggiammo nel cortile della chiesa; mia madre scese mostrando le bellissime gambe scoprendole ben al di sopra delle ginocchia e, forse, lasciando anche intravedere il colore delle splendide mutandine di seta indossate lasciando senza parole gli amici e i presenti già arrivati. Comportamento classico delle donne mature che ci tengono a rimarcare come il sesso delle cinquantenni non solo non è da meno di quello delle femmine più giovani ma, anzi, è sicuramente più interessante e più attraente (quello di mia madre era, sicuramente, il più bello in senso assoluto).
Dallo sguardo dei miei amici intuivo che se la stavano scopando con il pensiero.
Sapevo che con uno dei mei più cari amici, quello di più antica data risalente agli anni adolescenziali e che quel giorno sarebbe stato uno dei miei testimoni, aveva effettivamente scopato più volte con mia madre complice io stesso per aver chiesto alla mamma di insegnare anche a lui l’attività sessuale.
Dopo quelle prime esperienze adolescenziali li sorpresi, all’età di 20 anni, a scopare appassionatamente nel locale lavanderia dell’edificio dove abitavamo.
Era quello il posto dove noi ragazzi del palazzo (eravamo tre) portavamo le ragazze per pomiciare, per insegnargli a fare le seghe, i pompini ed anche a scopare.
Avevamo escogitato, quale segnale di occupazione del locale, l’accensione di una particolare lampadina del corridoio di accesso.
Anche il mio amico, pur non abitando nel palazzo, aveva utilizzato spesso il locale per scopare con qualche amichetta ma quella volta si era dimenticato di accendere la lampadina.
Credendo vuoto il locale mi avvicinai al locale tenendo per mano la Signora del secondo piano che ero finalmente riuscito a convincere a farsi scopare anche da me (gli altri due del palazzo se l’erano chiavata già più volte) mentre il marito bivaccava ignaro davanti la TV.
Avvicinandoci al locale si sentivano sempre più chiaramente i segnali e i rumori derivanti dall’amplesso di due persone.
Dalla porta semichiusa vedemmo la coppia che scopava con grande effusione e desiderio.
Con sorpresa scoprì che le persone erano mia madre e il mio più caro amico.
Ci accostammo alla porta leggermente aperta ed assistemmo alla scopata del mio amico con la mamma che, completamente nuda, si era chinata a 90 gradi su uno dei lavatoi e il mio amico che la penetrava inserendole il cazzo nella fica da dietro con sempre maggiore velocità fino al raggiungimento di una prolungata eiaculazione.
La scena era particolarmente eccitante anche per la Signora accanto a me che volle subito emulare mia madre togliendosi le mutandine ed aprendosi totalmente la vestaglietta che portava.
Mentre continuavo ad assistere all’amplesso di mia madre la Signora mi sbottonò i pantaloni e, abbassandomi gli slip, prese in mano il mio pene, già arrivato alla massima erezione, cominciando a masturbarlo con intensità e stringendolo con gran forza quasi da produrmi un leggero dolore che terminò appena se lo inserì in bocca per succhiarlo ed ingoiare lo sperma che inevitabilmente mi fece uscire dopo un prolungato pompino .
Mia madre, finita la scopata, si inginocchiò e prese il pene del mio amico in bocca per pulirlo di tutto lo sperma che lo ricopriva Altrettanto fece il mio amico subito dopo facendola sedere sul lavatoio a gambe completamente spalancate e leccandole e pulendole la fica pelosa dallo sperma che fuoriusciva. La Signora al mio fianco, non contenta di essersi riempita la bocca del mio sperma, si girò alzandosi tutta la vestaglietta e, mostrandomi il suo prosperoso culo con evidenti segni di cellulite, mi invitò ad emulare il mio amico e considerare il suo culo simile a quello di mia madre (anche se non c’era paragone tra i due!).
Con una certa rabbia e gelosia, per la violazione di mia madre da parte del mio più caro amico, la feci piegare a 90 gradi e la penetrai da dietro cominciando a stantuffarla con forza e quasi violenza fino a raggiungere una seconda eiaculazione nella fica della Signora che dimostrava di aver molto apprezzato anche la penetrazione da parte del terzo ragazzo del palazzo.
Feci appena in tempo a ritirare il pene fuori dalla fica grondante di umori che mi accorsi che mia madre si stava rivestendo e il mio amico si era tirato su i pantaloni e si apprestavano ad uscire dal locale.
Presi la Signora e la spinsi dietro un grosso armadio abbandonato da tempo nel corridoio accostandomi il più possibile al muro e a lei ma con il cazzo ancora fuori i pantaloni rimasto ancora parzialmente eretto e bagnato di sperma. La Signora riprese il pene in mano e, sentendolo bagnato, lo asciugò con la vestaglia.
Mia madre e il mio amico uscirono dal locale camminando con sicurezza senza accorgersi della nostra presenza grazie al buio del corridoio.
– Quando possiamo scopare nuovamente? ‘ chiese il mio amico a mia madre.
– Quando vuoi; prima avvisami così ti dico se puoi salire a casa che conosci e ti è familiare da tanti anni; lì staremo meglio che in questo orrendo posto. Mi sembra di fare la mignotta qui in cantina. A casa nel mio letto, dove ti ho accolto tante volte quando eri adolescente, sarà tutta un’altra cosa. Lo sai che oggi mi hai fatto venire almeno tre volte? Hai sempre un cazzo molto grosso con una circonferenza non comune; ricordo che la prima volta che ti ho fatto entrare dentro di me ho avvertito una piacevolissima sensazione di piacere mista a un leggerissimo dolore prodotta dallo spessore del tuo pisello che mi ha subito fatto raggiungere l’orgasmo. Quando te l’ho scappellato la prima volta alla presenza di mio figlio non era così grosso. Complimenti, avrai sicuramente fatto felici molte ragazze.
– Se ci sorprende tuo figlio cosa gli diciamo?
– Non credo che si scandalizzerà più di tanto considerando tutte le volte che vi siete alternati ad entrare nella mia fica nel passato. ‘ ed uscirono dalle cantine.
La Signora si ricompose, io reintrodussi il pene, ormai moscio, negli slip ed aspettammo un poco per uscire anche noi non senza esserci prima toccati in tutto il corpo; in particolare io ero particolarmente attratto da quel gran culo, che mi ripromettevo di violare quanto prima, e dalle voluminose mammelle a mala pena compresse in un reggiseno di misura inferiore al necessario.
– Anche tu mi consideri una mignotta ? ‘ mi chiese prima di uscire.
Sorvolai sul giudizio che mi aveva chiesto dicendogli:
– Domani lo faremo per bene a casa tua dopo che tuo marito sarà uscito per lavoro. Chiamami sul cellulare appena esce ed io scendo da te.
– Ma lui esce molto presto; in genere verso le sette.
– Farò finta di uscire per andare all’Università ma passerò la mattinata tra le tue cosce con il pisellone -così lo chiama ancora mia madre – dentro la tua fica pelosa e nell’ano di questo voluminoso culo che voglio esplorare al più presto.
La Signora si inorgoglì della proposta e, felice per la nuova esperienza che si apprestava a condividere con me, concluse:
– Si , sarà una mattinata indimenticabile; insegnerò anche a te, come ho già fatto con gli altri due ragazzi del palazzo, tante eccitanti posizioni sperando che nessuno ci disturbi e che, principalmente, non rientri anticipatamente mio marito.
Tornando alla cerimonia notai che, nell’accompagnarmi all’altare tra le due ali di amici e parenti, mia madre rivolse uno sguardo particolarmente invitante e intricante al mio amico d’infanzia.
Che fosse il mio amico l’autore della perfetta depilazione di mia madre? La cosa non poteva essere esclusa considerando la sua predilezione a depilare tutte le ragazze che conosceva.
Quando rivelai il mio sospetto a mia madre si mise a ridere.
– No, non è lui! E’ un giovane ed attraente professore universitario che ho conosciuto ad una riunione di lavoro e che, forse, ti farò conoscere molto presto. Con il tuo amico ho scopato, come ben sai e ricordi, diverse volte quando eravate entrambi giovincelli per istruirlo al meglio come ho fatto con te. L’ultimo anno di liceo, ad un certo punto, ha cominciato a corteggiarmi insistentemente portandomi, un giorno, anche un mazzo di rose rosse imitando, forse, un tuo analogo omaggio di qualche anno prima a sua madre (ti ricordi l’effetto che ebbero quelle rose sulla madre?). Da quelle rose capii cosa voleva da me. Lo accontentai sapendo che, essendo il tuo più caro amico, tu non ti saresti dispiaciuto e poi per scaricargli anche la tensione per gli imminenti esami di maturità (anche tu, in quei mesi, eri molto teso e preoccupato per gli esami e volevi continuamente scaricarti dentro di me). La prima volta mi portò in quell’orribile locale in cantina dove vi portavate le amichette per scopare. Poi è venuto più volte a casa nostra e lui mi ha anche portato nella sua casetta di campagna dove sei andato tante volte anche tu per scopare con sua madre. Sono stati alcuni mesi piacevoli perché, oltre ad essere un bel ragazzo, ricordo che ha un cazzo con un diametro fuori dal comune, anche se non eccessivamente lungo, che ogni volta che mi penetrava mi procurava un piacevolissimo leggero dolore misto a piacere.
Raccontandoci queste cose, in attesa dell’arrivo della sposa, mia madre mi teneva sottobraccio orgogliosa del figlio nei pressi dell’altare quando, ad un certo punto, mi strinse il braccio e mi disse:
– Ma quanti litri di sperma mi hai inserito oggi nella fica? Mi sento completamente bagnata tra le gambe ed ho paura, malgrado mi sia messa un assorbente, che qualche goccia possa uscire e scendermi tra le cosce. Speriamo di no altrimenti cosa diranno gli invitati? Speriamo che la sposa arrivi presto perché devo correre a levarmi l’assorbente intriso del tuo sperma. Meno male che mi sono portata il ricambio. Speriamo che in sacrestia ci sia un bagno in modo da potermi cambiare l’assorbente. Da quanti giorni non scopavi? Potevi dirmelo e ti avrei, come sempre, scaricato un po’. Questa sera la sposina resterà all’asciutto! Sono sicura che non hai più sperma disponibile anche per lei! Tutto quello che avevi lo hai donato a me! Ti ringrazio, amore mio! Ti amo sempre da morire!
– Non credo, ho sperma a sufficienza anche per Lei. Comunque credo che ieri gli siano cominciate le mestruazioni per cui sarà una notte di riposo e, forse, solo con qualche pompino. Sai nella sua vita adolescenziale ha conosciuto e maneggiato molti cazzi e non credo che abbia più tutto questo desiderio di scopare continuamente. Pensa che le amiche, ieri, ci hanno tenuto a raccontarmi che alla festa del nubilato del giorno precedente si è fatta chiavare nuovamente dal cugino con cui è andata alla festa e che l’ha riportata a casa alle quattro o cinque del mattino. Quindi le sue scopate se l’è fatte, oltre che due sera fa, anche in precedenza con i miei amici e con i suoi compagni di scuola ed università. Comunque questo è stato sempre l’accordo tra noi : tu ti scopi la mia ragazza ed io scopo la tua. Così è stato. E siamo sempre andati d’amore e d’accordo.
Ecco finalmente l’arrivo della sposa nel suo abito bianco (pensate un po’, dopo tutte le scopate, le seghe e i pompini fatti dall’età di 15 anni il colore bianco si adattava perfettamente alla sceneggiata!).
– Mamma, adesso che è arrivata puoi andare a cambiarti l’assorbente. Mi raccomando l’assorbente bagnato del mio sperma lo devi conservare e regalarmelo; conservalo nella bustina di quello pulito e portamelo. Lo voglio far annusare alla mia sposa come ricordo della più bella scopata fatta nel giorno delle nozze con la donna che più ho amato e che più amerò nella mia vita.
– Ma sei pazzo ? Ti odierà per sempre e, forse, ti lascerà subito dopo. Lo sai che tra nuora e suocera, da sempre, non corre buon sangue. Invece lo conserverò io e te lo farò annusare quando ti ricorderai di me e mi verrai a trovare per ripetere il nostro atto d’amore. Ecco la sposa, io ti lascio e vado a cambiarmi. Ti bacerò a fine cerimonia.
Così mia madre scomparve dalla scena infilandosi di corsa in sacrestia lasciando gli ospiti e mio padre, che come al solito non aveva capito niente, un po’ sorpresi.
A cerimonia già iniziata, con la coda degli occhi, scorsi mia madre rientrare in chiesa e con disinvoltura andare a sedersi vicino al marito che subito si informò dove era stata.
– Dovevo fare urgentemente pipì perché a casa, per la fretta che mi hai messo, mi sono dimenticata. Me la stavo facendo sotto e forse ho una leggera macchiolina di urina sulla gonna di dietro. Speriamo che non se ne accorga nessuno.
In realtà si trattava di una gocciolina di sperma che era fuoriuscita dall’assorbente e che aveva bagnato la gonna quando era seduta in macchina.
Mio padre accolse la giustificazione e prese orgoglioso sotto braccio sua moglie senza notare che nel banco dietro stante si erano messi tutti i miei amici che, con il pensiero, immaginavano di inserire il proprio pene tra le cosce di mia madre e, magari, anche di incularsela.
Le amiche e le rispettive fidanzate, notate le protuberanze sporgenti dai vestiti scuri, sorridevano maliziosamente o mostravano finto imbarazzo per la visione di quel meraviglioso culo di mia madre con una leggera macchiolina al centro del meraviglioso sedere su cui si era già posata l’attenzione di quasi tutti i presenti.
La vera attrazione del pomeriggio non era l’abito bianco della sposa, la bellezza della Basilica, gli addobbi floreali e la musica dell’organo di accompagno alla cerimonia ma il culo di mia madre!
Durante il rinfresco ricordo che mia madre, ad un certo punto, mi prese da parte ed estrasse dalla borsetta una bustina di plastica rosa porgendomela.
– Se vuoi te la faccio annusare adesso che è ancora fresca. Dentro questa bustina c’è il tuo sperma e il mio umore che conserverò amorevolmente fino a quando non verrai a trovarmi a casa per confermare il tuo amore verso tua madre che continuerà sempre ad amarti ed essere la tua unica, vera ed appassionata amante.
Così dicendo se lo riprese dandomi un gran bacio sulla bocca destando qualche sorriso in chi ci stava vicino e in mia moglie che ci aveva seguiti ed osservati da lontano.
La cerimonia finì. Finì anche il rinfresco e la conseguente grande abbuffata con amici e parenti.
Alla fine i saluti, gli auguri, i baci ed abbracci; quindi finalmente la notte.
Una semplice sega eseguita da mia moglie con grande passione, come la prima volta di un paio di anni fa in riva al mare, ma senza ingoio anche per la quasi assenza di sperma (mia madre aveva ragione! tutto lo sperma che trattenevo da diversi giorni lo avevo trasferito nella sua vagina; mia moglie sarebbe rimasta all’asciutto se avesse voluto scopare!); quindi una gran sonno ristoratore.
Prima di addormentarmi il pensiero andò proprio al giorno in cui conobbi la mia attuale mogliettina.
Eravamo in riva al mare una sera di una calda estate quando la nostra comitiva di maschi alla ricerca di fiche vogliose si incontrò con una altrettanto comitiva di sole ragazze in cerca di cazzi da manipolare.
Dopo i primi approcci cominciarono le prime pomiciate con superficiali carezze delle rispettive zone erogene, quindi si passò a cose un po’ più serie quali l’ispezione e l’introduzione di uno o più dita nelle fiche pelose e bagnate delle ragazze e con la masturbazione dei piselli degli occasionali compagni.
Ad uno di noi venne l’idea di proporre di fare il gioco della ‘resistenza’ che consisteva nel farsi masturbare dalle ragazze a turno. Eravamo quattro maschi e quattro femmine. Quindi, al massimo, avremmo subito quattro masturbazioni dalle quattro femminucce. Chi fosse riuscito a mantenere il proprio cazzo in posizione eretta dopo la quarta masturbazione si sarebbe scopato una delle ragazze a sua scelta mentre le altre (e gli altri) dovevano assistere in silenzio alla chiavata.
Le ragazze restarono inizialmente in silenzio imbarazzate su cosa fare. La prima a rispondere entusiasta del gioco fu proprio quella che sarebbe diventata la mia futura mogliettina che era già molto scafata ed esperta.
Le amiche, per non sembrare da meno, si accodarono ed accettarono di stare al gioco.
Ci sdraiammo in cerchio e ogni ragazza scelse il primo compagno con cui iniziare il gioco.
Noi ragazzi ci togliemmo completamente i pantaloni e i costumi da bagno mostrando il proprio pisello eretto e pronto ad essere masturbato.
Le ragazze, sdraiate accanto ad ognuno di noi, cominciarono con la mano a stringere il pene del ragazzo prescelto scappellandolo e verificando le misure e il glande già turgido per l’eccitazione; la masturbazione iniziò in modo tradizionale con iniziali lenti movimenti su e giù e proseguendo con sempre maggiore velocità con una perfetta sincronizzazione tra le quattro ragazze. Cominciarono le prime eiaculazioni con grande reciproca soddisfazione. Quando l’ultimo di noi venne le ragazze si alzarono scambiandosi di posto e, quindi, di compagno. Nuova ripetuta eiaculazione di noi quattro.
Le loro mani erano ormai intrise di sperma gelatinoso ed appiccicaticcio che serviva da lubrificante per il pene del nuovo compagno.
Iniziava il terzo giro ed il primo di noi cominciò a presentare qualche difficoltà nell’erezione per cui la ragazza che lo doveva masturbare pensò di aiutarlo leccandogli il glande e l’asta per rinvigorirlo ma solo una piccola goccia di residuo sperma riuscì ad uscire; era fuori gioco.
Alla fine della terza masturbazione altri due si ammosciarono dopo l’eiaculazione.
Rimasi solo io che chiesi una leggera pausa per ricaricarmi.
Mi fu concesso dalle femminucce perché ognuna sperava di essere scelta per la scopata finale.
Cominciò, quindi, la quarta masturbazione sotto lo sguardo compiaciuto delle restanti ragazze e dei miei compagni che mi incitavano a resistere; questa volta l’eiaculazione fu meno abbondante ma tutte le altre ragazze lo vollero, comunque, stringere con la mano per sentire quanto era ancora duro notando che tutte si portarono le dita alla bocca per gustare il sapore dello sperma che colava sull’asta e che si era depositato tra i peli pubici del maschio vincitore.
Ci distendemmo esausti (anche le ragazze volevano riposarsi prima di assistere alla scopata finale) invitando le femminucce a togliersi il costume per far prendere un po’ d’aria fresca alle loro fiche vogliose.
Non se lo fecero ripetere due volte, tutte si sfilarono il costume (già bagnato nella zona più intima per le eccitazioni raggiunte) mostrando i loro sessi pelosi e bagnati a tutti noi che cominciammo a baciare e a leccare fin dentro la vagina facendole venire nuovamente.
Quindi mi alzai per scegliere la ragazza da scopare.
– La scelta cadrà su chi ha la fica più saporita – dissi mostrando il pisellone eretto e pronto alla penetrazione – posizionatevi per bene a gambe aperte!
Cominciai quindi a leccare una ad una le fiche (erano tutte bagnatissime per gli orgasmi raggiunti!) delle femmine che si erano disposte distese una accanto all’altra con le gambe piegate ed allargate al massimo in modo da facilitare la mia ispezione e la degustazione dei loro umori vaginali.
Io me le sarei scopate tutte e quattro ma una sola doveva essere scelta; la scelta cadde su quella che oggi è la mia mogliettina.
Mi posizionai davanti a lei con il cazzo sempre in erezione, la presi per i fianchi e la girai mettendola ‘a pecorina’, le carezzai da dietro la fica pelosa aprendole le grandi labbra; quindi, con un colpo deciso, la penetrai con tutto il pene in erezione. La risposta fu un significativo verso di piacere a cui seguì l’incitazione dei presenti a continuare il coito che conclusi con penetrazioni continue, inizialmente lente poi con una frequenza sempre più veloce, fino a quando una quinta eiaculazione la riempì di sperma con sua grande soddisfazione per l’orgasmo raggiunto in contemporanea al mio.
– Sei meraviglioso, ragazzo!. Nessuno mi ha mai fatto venire come hai fatto tu oggi. Dobbiamo rifarlo spesso.
Ed infatti così accadde perché le nostre scopate si ripeterono quasi tutti i giorni.
Nel concentrarmi nella prima scopata della mia futura moglie non mi accorsi che le restanti tre coppie, invece di continuare ad assistere in silenzio, si stavano scopando tra loro in quanto la vista del nostro amplesso aveva consentito ai cazzi dei miei compagni di tornare ad essere eretti e duri.
Sfiniti ci sdraiammo e ci addormentammo fino al mattino dopo quando i primi raggi del sole nascente cominciarono ad illuminare il cielo.
Eravamo tutti nudi; una coppia era abbracciata e la ragazza teneva il pene moscio del compagno ben stretto nella mano, le altre due erano disposte a croce con due teste femminili poggiate sulla pancia del maschio in prossimità del pene (rilassato) che dovevano aver baciato e massaggiato prima di addormentarsi e con la testa del mio terzo compagno adagiata tra le cosce di una delle due a cui doveva aver leccato e lavato per bene la fica prima di addormentarsi.
Io ero steso sul corpo della mia futura mogliettina che mi mostrava le spalle e la tenevo abbracciata con il pene inserito tra le pieghe del suo meraviglioso culetto dalle rotonde chiappe e con una mano che le stringeva uno dei morbidi seni.
Questa era la scena che i primi raggi di sole mi facevano ben distinguere.
Con la mano libera mi insinuai tra le cosce leggermente divaricate e, dopo aver massaggiato leggermente e violato con l’indice il primo breve tratto del buchetto del culo, raggiunsi la fica pelosa ed infilai il medio nella vagina ancora piena di uno sperma gelatinoso ed appiccicaticcio e di umori vaginali conseguenti ai ripetuti orgasmi raggiunti nella nottata.
L’inserimento nella fica del dito medio, e successivamente anche dell’indice, fece svegliare la mia futura mogliettina che, girandosi verso di me, mi diede un prolungato ed appassionato bacio con l’incontro delle rispettive lingue. Girandosi ebbe modo di vedere i corpi nudi delle amiche e dei mie compagni.
La vista l’eccitò palesemente invitandomi a stendermi con le spalle a terra; subito prese il pene con ambedue le mani e cominciò a masturbarlo per fargli raggiungere la giusta erezione, quindi si posizionò sopra di me a candela e si infilò il pene eretto nella fica già lubrificata, si appoggiò con le mani sul mio petto e cominciò a cavalcarmi con passione e con sempre più velocità fino a raggiungere nuovamente un reciproco contemporaneo orgasmo. Si fermò in questa posizione per diversi minuti; alla fine si sfilò il pene dalla fica consentendo a parte dello sperma introdotto di uscire scolando tra le cosce.
Gli altri continuavano a dormire.
– Siamo fatti l’un per l’altro; è la quarta volta che raggiungiamo l’orgasmo nello stesso momento! E’ stato veramente meraviglioso! Hai un cazzo che mi manda in estasi! Altri, con cazzi più lunghi e grossi del tuo, non sono mai riusciti a farmi venire tante volte come hai fatto tu! Chi ti ha istruito così bene? Con chi hai fatto la tua prima scopata? Mi hanno spiegato che, per i maschi, tutto dipende dalla prima scopata. Per noi femmine dall’esperienza e dall’età; infatti più scopiamo e più diventiamo brave.
Così dicendo si sollevò dal mio bacino chiedendomi dove poteva andare a fare pipì in quanto aveva la vescica piena per il lungo periodo trascorso dall’ultima minzione.
– Dove vuoi, la sabbia assorbirà tutta la tua urina senza lasciare traccia. Vieni, ti aiuto. Chinati alla turca con le gambe allargate ed urina . Io ti osserverò e, quando avrai finito, assaporerò la tua pipì.
– Ma non ti fa impressione assaporare la pipì? So che ha un pessimo sapore per l’acidità che presenta.
Così dicendo si chinò e cominciò a far uscire dalla vulva, opportunamente aperta, un getto violento di urina che venne subito assorbita dalla sabbia lasciando in superfice solo un piccolo laghetto giallo.
Le ultime gocce bagnarono e rimasero appese ai peli della fica che contornavano le grandi labbra. Io immediatamente avvicinai la bocca al sesso bagnato procedendo ad una leccata con la lingua ed assaporando, così, la pipì della mia futura moglie.
Lei ancora mi prese per la testa e mi baciò appassionatamente per ringraziarmi delle attenzioni che le avevo prestato.
– Dammi le mutandine del costume che comincio a rivestirmi, tu sveglia questi dormiglioni che ormai il sole è sorto e comincia a circolare qualche insonne bagnante che potrebbe essere indotto a pensieri scoparecci vedendo tanta nudità.
Li svegliai dicendo che era giorno e cominciava a passare qualche mattiniero villeggiante che poteva essere attratto dalle loro nudità in particolare dalle fiche pelose di così deliziose fanciulle.
Si svegliarono tutti (le femmine un po’ sorprese per lo stato adamitico del gruppo si accorsero anche dell’umidità delle loro fiche conseguenti le ripetute scopate della notte) mettendosi alla svelta i costumi e i vestiti sparpagliati sulla spiaggia.
Tutte le femminucce mostrarono anche loro l’urgenza di urinare e chiesero come fare.
La mia futura moglie spiegò loro come fare.
Le tre femminucce si disposero una accanto all’altra piegandosi alla turca e urinarono violentemente davanti a noi che, in ginocchio sulla sabbia, le osservavamo e aspettavamo il nostro turno per urinare. Chiaramente, l’aver assistito a tale piacevole ed interessante spettacolo, aveva portato tutti all’erezione dei rispettivi organi sessuali impedendo la fuoriuscita della pipì. Le ragazze capirono il da farsi, anche perché il tempo trascorreva e vi erano sempre più persone che passeggiavano sulla riva del mare, cominciando a segare i rispettivi compagni fino all’eiaculazione e alla successiva fuoriuscita dell’urina dai membri ormai saturi e rilassati. Anche la mia futura moglie partecipò compiaciuta alla masturbazione di gruppo consentendomi di svuotare la vescica.
Fu allora che decidemmo tutti di fare un patto e un giuramento di fedeltà.
Il gruppo, costituito da noi otto, non si sarebbe mai dovuto lasciare e si sarebbe impegnato, ogni volta che ci si riuniva, a scopare solo tra i componenti del gruppo stesso senza gelosie ed invidie reciproche.
Il gruppo, da quel giorno, avrebbe costituito un’unica indivisibile comunità.
Così fu e, ogni volta che ci si riuniva, le ragazze, questa era l’altra regola imposta, decidevano di scoparsi uno diverso di noi. Fin dall’inizio mia moglie sceglieva sempre me (ma talvolta qualcun’altro giustificandosi ‘Per fare i confronti e per apprezzarti meglio’). Fino a quando, dopo qualche mese, comunicammo agli amici l’intenzione di sposarci. Analoghe intenzioni espressero gli altri.
Oggi siamo quattro coppie che vivono felicemente e che nei week end, talvolta, non disdegnano, per trascorrere qualche serata e qualche nottata diversa ed allontanare la monotonia quotidiana, di tornare ai primi amori di gruppo e di scambiarsi le compagne, più esatto sarebbe dire scambiarsi i compagni in quanto la ferrea regola che riserva alle donne la scelta del partener è stata finora sempre rigorosamente rispettata.

Il futuro è ancora tutto da vivere e da scrivere.

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