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Alessandra: prima storia

By 14 Aprile 2020Aprile 20th, 2020No Comments

Il mio nome è Alessandra ho passato da pochi anni i quaranta e per gli anni che ho, a detta da tutti, sono portati bene. Sono sposata da molti anni con Mirko, a cui dopo poco il matrimonio è stata diagnosticata una malattia via via invalidante che l’avrebbe costretto nel giro di pochissimi anni a doversi muovere su una sedia a rotelle perdendo la mobilità delle gambe e di alcune parti del corpo. Non ho avuto la gioia di avere figli. Nonostante tutto i suoi organi sessuali funzionano ma devono essere stimolati. In principio dandomi da fare riuscivo ad avere dei rapporti con lui ma non riuscivo ad accontentarlo, ma con il peggiorare della malattia è stato impossibile.

Attualmente gli faccio delle seghe ma la resistenza sua è molto diminuita e non azzardo a farne due al giorno. Per lui sarebbe forse letale.

Per il suo amore non l’ho mai tradito anche se sento la mancanza di sesso.

La mia fedeltà a lui è durata fino a quando mio cugino Lucio è entrato prepotentemente nella mia vita.

Lui è più grande di me di cinque anni ed è stato nella mia infanzia colui che mi faceva giocare. Gli sono stata molto legata fino a quando non ha conosciuto sua moglie. Quando l’ho saputo ero felice che avesse trovato una fidanzata e non sono stata assolutamente gelosa, anzi sono diventata buona amica di lei. Mio malgrado loro due si sono trasferiti in un’altra città per lavoro lontano da me.

Da ragazza nel ricordarlo con Mirko ho riconosciuto di esserne stata inconsciamente ne ero innamorata.

In effetti lui era ed è un bel ragazzo sveglio, che ispira simpatia e proprio per il suo aspetto molto gradevole ed attraentesi trova spesso al centro di tutto ed anche circondato da belle ragazze che, anche da ragazzo, sbavavano per lui.

A quel tempo forse era anche lui innamorato di me e mi resi conto, quando si sposò, che dedicava a me molto del suo tempo.

Con lui e sua moglie non c’è stata una rottura definitiva e l’interruzione dei contatti perché tutte le volte che viene in città ci si vede oppure lui fa almeno una telefonata. Ciò ci ha consentito di trascorrere qualche ora insieme.

Da quando Mirko si è ammalato è stato sempre premuroso e la prima tappa la fa venendo a casa nostra facendo s’ che io abbia qualche minuto libero per fare ciò che fanno tutte le mogli: accompagnare a visitare la mia città con sua moglie che è una donna splendida, molto intelligente e raffinata.

Ho così scoperto che è innamorata di suo marito anche dopo tanti anni. Con lei passo momenti felici perché lei è solare, ironica ed anche quando le chiedo delle cose sue intime mi risponde con naturalezza.

Qualche tempo fa Lucio mi chiama sul telefonino annunciando che di lì a qualche giorno sarebbe passato a trovarmi dovendo venire in città per lavoro.

Una mattina me lo sono ritrovato alla porta da solo. Dopo i soliti convenevoli gli chiedo allegra, ma temendo la risposta, quanto tempo si sarebbe fermato. La risposta mi ha reso felice perché si sarebbe stato in città per tutta la settimana “Parto venerdì per poi tornare non appena saremo pronti. L’azienda ha una grossa commessa da fare”

Mi è venuto spontaneo dire “Allora ti preparo la stanza degli ospiti”

“No, Alessandra. L’azienda ha già prenotato l’albergo per me e non è proprio il caso che ti disturbi anche perché mi viene meglio andare al lavoro. Da lì sono più vicino”

Alessandra sentendo la risposta ha cambiato l’aspetto del volto, leggermente rabbuiandosi.

Lucio de n’è accorto ed ha proseguito “No, non preoccuparti. Vedrai che verrò a trovarti tutte le volte che posso per stare con Mirko e con te. Lo sai bene che per me sei l’amica di sempre e che a voi due ci tengo come poche cose al mondo”

Insisto perché resti a cena con la scusa di fare conversazione dopo cena con me e mio marito fino a ora tarda “Poi ti lascio andare quando vuoi. Con noi sei in confidenza e certe cose le puoi fare senza metterti scrupoli”

Il giorno seguente, all’uscita del lavoro, mi avvio a piedi verso casa come sempre però la curiosità la speranza di rivedere Lucio mi fanno fare un giro un po’ più ampio e giustifico a me stessa quel percorso come una sgambata per sgranchirmi le gambe. Scelgo un tragitto che mi porta proprio davanti all’hotel dove alloggia Lucio, nel parcheggio vedo la sua macchina e presa da una euforia particolare che sul momento non controllo, decido di entrare a salutarlo. Chiedo di lui alla reception ed una persona mi dice di accomodarmi in una saletta dove c’è lui in compagnia di una bella signora.

Appena mi vede Lucio mi viene incontro per salutarmi come suo solito, mi cinge la vita e prendendomi per mano conduce dove c’è la donna e me la presenta. É una sua collaboratrice. Il suo nome è Anna.

Sono stanca ma la vista di Lucio mi ha fatto recuperare le forze e fatto dimenticare che a casa ho mio marito immobilizzato.

Faccio per andare via pensando di aver interrotto un dialogo di lavoro, ma lui chiede di restare, mi chiede di bere qualcosa e mi chiede di aspettare ancora qualche minuto “Alessandra, ancora qualche istante, abbi pazienza e poi, finito con la collega, ti accompagno a casa così parliamo fra di noi”

Sono presa da lui, più lo guardo e più mi accorgo che è sempre bello. Non voglio perdermi la sua vista ed allora ordino e resto a guardarli.

Lo vedo spigliato, sicuro di sé, molto gentile nei modi e fermo nelle sue posizioni. Noto che Anna, anche lei,  se lo mangia con gli occhi. Si vede da lontano che pende dalle sue labbra e segue le labbra di Lucio aspettando la soddisfazione dei suoi desideri più intimi.

Non accade niente se non il termine di quel dialogo di lavoro e poi Lucio accompagna Anna alla porta dell’hotel e ritorna da me.

“Allora! Cosa ci fa qua la mia splendida cugina tutta sola?”

“Passavo ed ho visto la tua auto e mi è venuta voglia di farti un saluto. Sei contento di vedermi? Ti ho, per caso, disturbato?”

“Hai fatto bene. Aspetta un attimo. Chiamo il cameriere ed ordino la cena per noi”

Avrei gradito andare a casa mia a cenare insieme e mi vien da dire “No, dai! Andiamo a casa mia!”

“Buona idea! Andiamo a casa tua ma ci portiamo la cena per tre, cosi facciamo una sorpresa a Mirko. Se accetti mi devi aspettare cinque minuti. Ho necessità di mettermi sotto la doccia. Sarà rapida, tanto da togliermi la polvere. Anzi facciamo così: Tu sali in camera così non mi aspetti qua tutta sola. Non vorrei lasciare una bella signora alla merce di qualche pappagallo!” ed appena finito di parlare, vedendomi un po’ spaesata, mi prende per mano e mi conduce con sé in camera.

Nei corridoi ed in ascensore mi viene da chiedergli della collega “Ho visto come Anna ti guardava” e non mi lascia proseguire “Alessandra mai mischiare il lavoro con altro. Possono nascere dei problemi, credimi. Mi sono accorto di Anna. Lo so. Non è una cosa nuova ma non è che io sia un santo. Le belle donne mi piacciono ma le colleghe lasciamole stare, le cugine forse meno”

Lucio è molto perspicace e svelto nel cavalcare le situazioni. Ora non aspetta la mia risposta e subito mi dice “Ovviamente stavo scherzando! Vieni qua! Fatti dare un bacino. Ora stai buona e aspettami ….  e mi raccomando, non spiare tanto lascio la porta del bagno aperta”

Non so come replicare resto senza parole. M siedo e aspetto. Sento l’acqua scorrere poi silenzio e qualche istante dopo lo vedo uscire tutto bagnato con in mano l’asciugamano senza nascondere la sua intimità. Ne resto ipnotizzata. Non ho mai visto un cazzo così bello. Moscio e già grosso, con una cappella altrettanto grossa. Mi risveglio dalla sorpresa e gli dico “Lucio che fai cosi? Copriti per favore!”

“Perché dovrei? Non hai mai visto un uomo nudo?”

“oh, questo sì! Ma con la fame che mi ritrovo non e proprio il caso che mi provochi. Potrei saltarti addosso e scordarmi che sei mio cugino”

“E tu fallo se ti va!” mi ribatte prontamente.

“Dai non scherziamo! Andiamo via! Mirko ci aspetta.

“Ok” e si veste, usciamo e andiamo a casa, ma il suo sesso continuo a vederlo e già lo immagino duro e dentro di me fin da quando varchiamo la porta dell’albergo.

Non avevo mai pensato a mio cugino come amante ma quella bella figura che ho visto di uomo sfrontato e spavaldo, che ha successo con le donne, unito al fatto che non faccio sesso da molto non ricordo quanto tempo, mi procurano una voglia che stento a reprimere. Quelle immagini e quella voglia che potrebbe apparire insana, essendo lui mio cugino, non svanisce neanche mentre apparecchio per la cena e non faccio altro che pensarci e più ci penso e più mi sento bagnare nello slip ed anche qualcosa sicuramente scende tra le cosce.

La cena è semplice e piacevole. Il tempo passa con Lucio che parla con Mirko e io che li guardo fantasticando con Lucio che popola la mia fantasia.

Vista la confidenza, dopo cena Lucio mi aiuta a sparecchiare. Mentre sciacquo le stoviglie per metterle nella lavastoviglie, sento Mirko che si lamenta con lui per la mancanza di rapporti sessuali ma faccio finta di niente facendo buon viso a cattivo gioco, ahimè, e Lucio che discute con lui di quell’argomento. Forse Mirko non si rende ben conto o forse non vuole ammettere che ci sono delle oggettive difficoltà nel fare sesso che a me non soddisfa affatto.

Finito di riordinare in cucina mi siedo sul divano del soggiorno affianco a lui che senza preamboli mi chiede “Alessandra perché non fai sesso con tuo marito? Perché non lo accontenti?”

L’argomento mi fa diventare rossa e mi mette in imbarazzo fortissimo.

“TI prego, Lucio, non ne voglio parlare! Non saprei che dirti”

Ma lui insiste a bassa voce “Perché no? É del tutto naturale farlo, siete ancora giovani!”

Replico anche io a bassa voce “Ma come si fa! Ormai non riesce a muovere neanche un muscolo! É rigido. Secondo te cosa potrei fare, a parte quello che faccio, per accontentarlo?”

“Alessandra è solo una questione di volontà! Mi sembra che sia tu a non volerlo fare e che non ci metta buona volontà. Credi che a me non manchi? Ormai non ricordo neppure come si fa!”

Insisto “Non credo si possa andare avanti con la discussione, è un argomento troppo delicato”

Lucio capisce che non ho tutti i torti ma anche lui insiste.

“Alessandra, conosco bene la situazione in cui si trova Mirko, lui ha bisogno di aiuto anche per fare pipì, senza considerare che ormai è tutto storto e non riesce neppure a stare seduto sul letto. Lo vedo rigido come un pezzo di legno. Comunque visto che l’argomento ti mette in difficoltà, soprassediamo!”

Lucio nota che sono infastidita e dopo un po’ con la scusa che è tardi e che l’indomani è una giornata piena di impegni, va via.

 Accompagno Lucio alla porta ed è lì che lui approfitta per chiedermi scusa ed io per tutta risposta mi stringo al suo petto, lo accarezzo e la bacio in fronte. Nel mentre lui ha una reazione che non mi aspettavo: il sentire le sue tette sul petto le provoca un’erezione che non sul momento penso non riesca a controllare ed io l’avverto. Scendo con la mano e lo stringo e lui mi lascia fare anche se poi, pensando a chissà cosa, mi saluta allontanando la mia mano d sopra il suo pantalone.

Ci sono rimasta male. Non mi aspettavo un comportamento simile da lui che poche ore prima si era mostrato nudo davanti a me in albergo ed ora che gli faccio capire che ho voglia mi lascia a metà dell’opera.

In silenzio mi dico “Che stronzo!”

Queste due parole me le ripeto più volte. Mi ha tolto anche la voglia di lui. Se lui lo avesse estratto dal pantalone ed anche se non avesse voluto prendermi, a letto con Mirko mi sarei sgrillettata pensando a lui dedicandogli il ditalino. Dopo quella stroncatura che mi ha fatto sulla porta la voglia di lui mi è passata.

Ma è solo rimandata; la voglia si è addormentata ma già all’indomani si è risvegliata ed aumenta man mano che le ore passano.

Mi sarei fatta volentieri un ditalino ma aspettavo la notte per farlo e me li sono fatti per due giorni, al terzo mi son detta che non potevo andare avanti così, dovevo prendere una decisione: lasciare Mirko per delle ore e cercare di farmi scopare da Lucio, ad ogni costo.

Lui mi piaceva tanto ed ero innamorata del suo cazzo che era lì fisso nella mia mente.

Tre giorni dopo chiedo un permesso al lavoro ed esco prima per andare da lui nella speranza di trovarlo in hotel. La fortuna è dalla mia parte: lui è in camera.

la mia mattina di lavoro inizia tardi dovendo attendere Mirko e vado al lavoro dopo le 10.30 quindi a mattina avanzata. Quel giorno fa caldo, d’altra parte siamo ai primi di maggio e già ci sono giornate calde che possono scottare la pelle se esposta al sole.

Pensando ad un incontro con lui ho pensato di voler essere uno schianto, volevo fare una bella impressione e soprattutto che fossi come una MILF per bruciare i tempi mandandogli un messaggio fulmineo solo a vedermi affinché mi scopasse senza neanche chiedermi niente, per dirla in poche parole che mi trattasse da escort. Ho provato due o tre vestiti ed alla fine ho scelto una gonna nera a fiori colorati molto ampia e corta poco più su di mezza coscia, un top bianco che si intonasse alla gonna con scollo a barca, sandali a tacco alto argentato aperti sulle dita allacciati sopra la caviglia di pelle lucida nera, una giacchina mono colore azzurra. Circa l’intimo sono indecisa se mettere una mutandina sexy oppure un perizoma che dire striminzito è già dire che è grande, con un frammento di tessuto sulla figa trattenuto da delle fettucce, che si raccordano nella schiena in un minuscolo anellino, più strette di quelle utilizzate per i reggiseni. Quando l’ho acquistato ho pensato che fosse altamente erotico e che meno di così sarebbe stato uscire senza niente.

Sembrava che dovessi andare a qualche cerimonia. In effetti era vero, mi stavo preparando all cerimonia della mia prima scopata con Lucio tradendo per la prima volta mio marito.

Mi sono abbellita con dei bracciali e degli orecchini pendenti non molto lunghi formati da una di sette perle non grandi. Era un regalo di Mirko per un compleanno. Alla caviglia metto una fine catenina d’oro senza nessun ciondolo ed al collo una fascetta nera; sapevo che quello era il segno delle schiave di qualcuno ed io lo ero di Lucio.

Dalla reception lo faccio chiamare e lui dà il consenso affinché vada in camera sua.

Dal tempo impiegato a rispondere capisco che la telefonata interna lo ha svegliato; è il receptionist che lo avverte di una signora che lo vuole incontrare e lui gli dà il consenso a farla salire in camera.

Sento il colloquio fra i due e capisco dal tono della voce che Lucio stava riposando. Tutto ciò era comprensibile avendo passato la giornata lavorativa fin dalle sette del mattino all’aperto sotto il sole che quel giorno era veramente cocente.

All’arrivo davanti alla porta al quinto ed ultimo piano, percorro il corridoio, busso alla porta e mi accorgo che è appena accostata.

Appena entro lo trovo in mutande, seduto sul che si infila i pantaloni restando a dorso nudo.

Sono istanti ancora una volta di imbarazzo ma riesco ad avvicinarmi a lui e lo sollevo tendendogli le mani. Forse lui sia spettava un saluto amichevole ma io non sono della stessa idea.

Lo tiro a me e lo abbraccio e lo fisso negli occhi. Lucio è attratto dal mio sguardo e cerco la sua bocca per un bacio che lui non rifiuta avviando un vortice che ci travolge. Le lingue saettano, le mani scorrono sul suo corpo alla ricerca delle sue intimità che trova con facilità.

Lui mi massaggia e mi aiuta a togliermi la giacchina, infila le mani sotto il top ed afferra le tette che libera dal reggiseno. Senza spogliarmi me le succhia giocando con la lingua sui capezzoli. Gli tengo ferma la testa perché mi succhi bene e giochi con la lingua più che può le punte delle tette facendo indurire i miei capezzoli.

Si vede che Lucio è esperto di donne e me lo dimostra andando, senza che me ne accorgessi, ad infilare una mano nel perizoma.

Mi accorgo dal fresco che avverto, che sono bagnata. Lui mi passa un dito tra le grandi labbra ed ho un primo fremito che mi fa fare un sospiro profondo ed un primo mugolio.

A lui non basta e mi mette un due dita dentro ed inizia un lento dentro fuori che mi fa sospirare ed io non so resistere alla voglia di essere sua e gli dico senza mezzi termini “Prendimi, fammi tua!” dimostrandogli che sono in calore e che non vedo il momento in cui lui entrerà in me.

Mi risponde “Lo vuoi davvero?”

“Si lo voglio e tanto che ti aspetto ti voglio dentro di me. Fammi sentire ancora donna! Fammi godere, fammi godere tanto!”

In un attimo siamo nudi. I vestiti che potevano ostacolarci, seppur esigui, sono volati via.

Lucio si ferma ad ammirarmi e mi ritorna in mente la sua immagine sulla porta di casa di tre giorni prima quando tutto sembrava portarci ad una scopata ma poi con gran mio dispiacere si è risolto in niente.

Sono istanti ma per me sono lunghi.

Mi guarda e si sazia lo sguardo.

Sono rimasta con i sandali e le calze, il reggicalze e gli accessori alle braccia, gambe ed orecchie.

Mi accorgo che lui sofferma un infinitesimo di tempo in più a guardare il nastro al collo ma non dice niente; do per scontato che abbia capito quale sia il suo significato.

Il mio sguardo va ad uno specchio lungo in cui si può vedere l’intera figura corporea. Mi vedo stupenda, con due tette sode di media grandezza, un po’ meno di una terza, e con dei capezzoli sporgenti che lui ha già indurito, una figa ben curata depilata nell’inguine e sulle grandi labbra e dal monte di venere in su una striscetta di peli alti non più di qualche millimetro ma non pungenti. A me piace curarli. Nel voltarmi verso Lucio faccio in tempo a vedermi anche il culo che vedo essere una meraviglia, sodo ed alto.

Avvicino una mano guardandolo fisso negli occhi ed aspetto, invano, che lui dica qualcosa, la abbasso tenendogli il cazzo in mano e lo sego lentamente scoprendo il glande, lui mi lecca i capezzoli facendomi venire una marea di sensazioni che hanno come direzione la figa.

Io scendo sul suo corpo leccando fino ad arrivare in basso a leccargli le palle che scopro essere depilate e le succhio una per volta. Solevo lo sguardo e lo incrocio con il suo mentre sono inginocchiata sui tacchi. Lucio tiene il cazzo duro in mano e me lo porge per leccarlo e dopo lo ingoio facendolo entrare in bocca. Per me è una prima chiavata. Sono felice che lui me lo abbia concesso e dato., fremo al solo contatto e lui mi scopa in bocca tenendomi per la testa e dandomi il ritmo.

Sono felice di fare sesso con lui. Mi sento sua, finalmente anche se non mi è entrato nella figa e nel culo.

Non tarda a dirmi “Sto per venire” e o sento mugolare, ringhiare, respirare profondamente ed anche a il ritmo della scopata in bocca fino a fermarsi ed affondare nella gola per qualche istante fermandosi.

È allora che sento salire la sua voglia di venire.

“Alessandra, vengo!”

Mi guarda e continuo a succhiare e si lascia andare al primo schizzo che finisce completamente in bocca, poi lo toglie e gli schizzi successivi vanno sulle tette, sul collo e sul mio viso.

Mi ha imbiancato tutta con la sua sborra.

Lui sorride ed io gli faccio uno dei miei migliori sorrisi mentre con le dita faccio la porca portando in bocca il suo sperma sparso sul mio corpo.

Al termine, per lasciargli un’immagine di donna sottomessa e troia, faccio per rivestirmi ma lui mi ferma dicendomi “Non andare via, non ancora, dai! Voglio che goda anche tu, vieni!”

Mi porta in bagno e mi lava il viso ed il petto, levando dai capelli quella che, per fortuna, è poca sborra.

Poi mi bacia sul collo stando dietro di me e mi sgrilletta.

Non oso fiatare ma solo agire. Vorrei urlare di felicità e di goduria ma ho paura che mi sentano nel corridoio e nelle stanze attigue. Forse è meglio così; per ora ho goduto di più limitando i miei rumori vocali costretti al minimo e mi rendo conto che qual nastrino al collo è proprio da schiava che non deve farsi sentire più di tanto.

Mentre finisce di lavarmi con una mano con l’altra mi sgrilletta ma poi mi fa asciugare e lui continua la sua opera tra le mie gambe. Subito dopo mi conduce sul letto e continua il titillamento del clitoride facendomi stendere sul letto mettendomi due cuscini sotto il sedere per favorire la leccata della figa con le mani che stringono le tette.

 Come mi tocca con la punta della lingua godo, muovo il bacino muovendomi andando incontro ai colpi di lingua in modo frenetico, spingo la sua testa ed ho un orgasmo e gli esplodo in bocca regalandogli un mare di umori. Non appena mi calmo un po’ e lo invito ad entrare in me “Dai vieni! Chiavami! Mettilo dentro! Fammi sentire il tuo cazzo!”

Più esplicita di così non si può!

Lucio capisce benissimo. Sa che ora sono la sua schiava sessuale e si porta su di me. Lo vedo muoversi ed aspetto di sentirmi allargare e penetrare.

L’attesa è veramente un piacere così come la penetrazione. Guardo incantata il suo cazzo dritto, turgido, grosso, bello, misterioso e desideratissimo. Mi sento già piena di lui senza prima che sia entrato in me.

Si tiene sollevato ma pronto a distendersi su di me senza farmi pesare il suo corpo.

Quanto è lunga quell’attesa!

Quanto è bello aspettare!

Lo guardo ma ai miei occhi non basta mai, sono insaziabili.

Anche se è rapido a me sembra lento. Memorizzo ogni istante anche infinitesimale e non ho pensieri che per lui.

Lo sento appoggiare la cappella alle grandi labbra, allargarle ed entrare in me con una lentezza incredibile.

Non so dove sono.

Vedo le mie gambe per aria e le tengo sollevate con le mani, ciò favorisce la penetrazione. Facevo così anche con Mirko.

Adesso che lui è in parte in me mi ricordo come scopavo con mio marito e lo lascio fare.

I cuscini che mi ha messo sotto il sedere sollevano il bacino e favoriscono la penetrazione mostrando la mia figa ed offrendola a lui. Lui mi guarda fisso pronto a ricevere da me un segnale.

Il segnale da me arriva, eccome!

Emetto un sospiro con un mugolio.

Lui ora è sicuro che sono sua e lascia scivolare in me il cazzo fino in fondo.

Per averlo tutto sempre dentro spingo il bacino in avanti verso di lui.

Siamo in silenzio e lui si muove.

Si sente solo lo sciacquio di un oggetto, il suo cazzo, che si muove in me bagnata e produco tanti umori tanto che mi sembra di essere una fontana.

Lucio continua la scopata ed ho un altro orgasmo violento che mi fa urlare ma i suoni lui li soffoca mettendo una mano sulla mia bocca. Quel gesto amplifica il mio piacere ed urlo ancora di più sollevando il bacino per far si che il cazzo resti dentro e non si muova; lo voglio dentro e non ammetto che lui mi lasci vuota.

Appena mi calmo mi comanda di girarmi stendendomi di schiena ed allargo le natiche ed anche i glutei,, lui vista l’offerta mi lecca il buchetto, mi infila un dito e lo muove, poi ne aggiunge un secondo e sento il buco cedere, ne aggiunge un terzo e mi piace come la cosa più bella che abbia mai fatto con il mio corpo.

Ho delle belle sensazioni.

Ma quando cerca di sostituire il cazzo alle dita gli dico che lo voglio ma anche che ho paura temendo che mi farà male.

“Perché temi? Farò pianissimo e vedrai che sarà un altro piacere. Se tu spingi all’infuori come se fossi stitica ti farò ancora meno male”

“Sarà ma voglio farlo. Mi sento tua e voglio darmi tutta a te. Dietro non l’ho mai fatto e sono totalmente inesperta. Mirko temeva di sporcarsi e quindi lì c’è una porta vergine”

“Non voglio farti male. Guarda, ho anche del gel per lubrificare il mio grosso pisello ed anche la tua bella rosetta”

Sono rassicurata dalle sue parole e molto fiduciosa. Lucio mi lubrifica e già quel tocco delle dita riprende ad eccitarmi.

Ho le stesse sensazioni, che credevo dimenticate per sempre, di quando sono stata sverginata da Mirko.

Mi sembra di essere una ragazzina tra le sue mani esperte.

Mi fa stendere e prova a chiavarmi nella figa da dietro ma la posizione non è favorevole. Ci mettiamo a ridere e scherziamo dandoci dei piccoli ed innocenti colpi a vicenda.

È così mi dà il via ad una serie infinita di baci. Fino a quel momento me ne aveva dato pochi o niente.

“Quando sarai pronta per avermi me lo dirai” mi dice ed io subito per non perdermi neanche un secondo del piacere che mi dà gli rispondo sottovoce in un orecchio “Sono pronta”

Lucio si mette dietro di me, mi sollevo un po’ sul sedere dai cuscini che ho risistemato sotto di me e mi allargo i glutei offrendogli il mio culo.

Mi sento felice e molto femmina.

Anche stavolta è molto delicato. Mi allarga con le dita, prima uno poi due ed infine tre. Sento qualche dolorino ma mi tranquillizza e mi fa piacere sentire quelle piccole fitte. Provo anche un piacere diverso rispetto alla figa che mi crea nuove emozioni. L’essere cosciente che tra poco colui che mi è sempre piaciuto mi inculerà e che gli sto dando il culo mi dà delle emozioni uniche.

Le tre dita fanno un massaggio tale da farmi sentire fresco nella zona anale, mi chiedo se è aria fresca oppure è l’azione del gel ma per me in quel momento poco importa.

 quando lui lo sente pronto, ben lubrificato ed anche rilassato, punta e spinge la sua cappella che sento chiaramente farsi largo. Ho qualche fitta e lui si ferma senza arretrare aspettando a quando il dolore, seppur leggero, passa. Mi scopro tesa ma vogliosa di fare la nuova esperienza.

Il suo cazzo mi sta conquistando.

Mi chiede continuamente “Se ti fa male mi fermo. Ti fa male?”

“Si, un po’, ma lo sopporto bene. Vai avanti!”

Con una mano vado a sentire quanto ce n’è fuori e così lo sento duro come fosse di marmo caldo. Che sensazione meravigliosa!

Una mia mano senza che lui mi avesse comandato, è andata sul clitoride e me lo titillavo velocemente. Godevo tanto che comincio a gemere di piacere e lui va a penetrarmi sempre più a fondo e più velocemente.

Mi sento afferrare per i tacchi mentre spinge più forte.

“Sì, sei una troia. Sei tutta troia!” urla. Chissà se lo hanno sentito fuori in corridoio ma non mi preoccupo, sono troppo presa da ciò che sta accadendo dentro di me.

“Sì, dimmelo! Sono la tua grande troia!”

Mi sento persa, sono in estasi, nemmeno mi rendo conto delle urla e di quello che facevo, ero nel paradiso donato dal suo enorme cazzo.

Al piacere che provo si aggiunge il sentirlo gemere di piacere. Le sue mani non rimangono ferme ed esplorano ogni centimetro del mio corpo. Quando lui indietreggia attendo con trepidazione che rientri, infatti adoro il suo cazzo ogni volta che entra fino in fondo facendomi sentire completa e donna.

Resto per un istante delusa quando lui esce da me, risistema i cuscini e mi va girare. Ora ci vediamo in faccia.

Solleva le mie gambe poggiandole sulle spalle e rinfila il cazzo nel culo e mi scopo tanto.

Una mia mano continua a martoriare il clito completando lo stato di annebbiamento della mente per tutto ciò che non sia sesso.

Voglio avere un orgasmo con lui, voglio la sua sborra dentro di me.

I nostri baci ora si sprecano e mi sento unita a lui così come nei miei sogni.

Da vero stallone non mi delude e continua a punirmi mentre le nostre lingue si legano furiosamente.

Il suo essere uno stallone aggressivo ed un amante dolce e passionale allo stesso tempo, mi da molta sicurezza e mi abbandono a lui.

“Mettiti a pecora” mi ordina “ma prima bacialo!”

Come rifiutare? Mi sollevo e mi avvicino tornando con la testa tra le sue gambe e leccare ilcazzo. Appena finito mi distendo nuovamente e lui mi lecca il buchetto posteriore per inumidirlo prima di tentare a ridarmelo tutto con successo fermandosi solo per farmi respirare. Mi solleva per baciarmi e poi mi getta sfinita sul letto per incularmi girata a 90. Mi schiaffeggia i glutei col cazzo prima di rimettermelo dentro. Io ormai mi sento distrutta ma felice, con la testa appoggiata al materasso e il culo in alto per lasciargli fare ciò che vuole che è anche come piace a me. Ormai il profumo della stanza è svanito coperto dal quello di sesso e sudore che tiene alta la nostra eccitazione.

Mi giro di nuovo, tenendo il suo cazzo in me, continuando a darmelo dentro mentre mi bacia appassionatamente.

Nonostante la foga ci rendiamo conto che la fine del nostro accoppiamento si avvicina e lui si va a riempirmi la figa.

Quel cazzo è duro come il marmo, un po’ come il mio clitoride che lui tocca allo stesso ritmo della chiavata.

Arriva il momento del suo orgasmo e lui mi avvisa ma lo prego di sborrarmi dentro.

Un urlo soffocato ed il suo rallentare ed il successivo immobilismo con il cazzo dentro di me sono i segni che lui sta sborrando nella mia figa.

Non mi preoccupo del rimanere incinta. In quel momento è in fondo alla lista dei miei pensieri.

“Ti è piaciuto davvero tanto, vero troia?” mi dice ammirando il mio volto sporco di sudore mentre mi sgrilletto davanti a lui senza dare peso a quelle parole.

“Succhiami un po’, ti prego. Non ce la faccio più. Voglio venirti in bocca” gli dico e mi siedo sulla sua bocca.

Come mi sistemo su di lui mi tocco e subito vengo riempiendogli di umori il volto e poi con un piccolo salto mi butto sul letto esausta e chiudo gli occhi.

“Sei fantastica” sento dire accarezzandomi con dolcezza i capelli e poi si china a baciarmi.

“Sai che era da tanto che non facevo sesso con un uomo. Mi dovevo masturbare per avere un orgasmo. Oggi ho riscoperto il piacere di essere scopata, spero che vorrai ancora farlo.

Lucio mi guarda e sorride baciandomi.

Appena mi riprendo vado in bagno a sistemarmi.

Mi sistemo anche il trucco che era molto sbavato e penso “Mi sa che stasera, quasi quasi, torno così disfatta a casa” e mi do giusto una pulita, mi rivesto con quei bellissimi indumenti che avevo indosso all’arrivo da Lucio e do un bacio di arrivederci al mio amante.

Lui mi prende il polso e mi dice “Due cose! Venerdì ti fai trovare? Io ci sarò”

“Si tesoro, faccio in modo che il mio pomeriggio sia totalmente libero per te”

“Va bene. Sei un tesoro. Piuttosto dimmi una cosa: non so se Stefania ti ha accennato qualcosa. Sabato avrei una festa a casa mia con alcuni amici. Sono persone con cui mi piace condividere esperienze varie, ci staresti?”

“Se non sei geloso, ci sto. Sistemerò Mirko con la badante”

“Sei fantastica!” e mi dà un bacio riempiendomi la bocca con la sua lingua.

Io sorrido e me ne vado.

Nel passare davanti alla reception sento gli sguardi delle persone su di me.

Cammino verso casa e da un lato sono felice di aver passato un’ora di piacere con lui, dall’altro un po’ agitata dalla sua proposta.

Nei miei sogni avevo desiderato spesso di essere presa da più di un uomo, ma nonostante le spettacolari cavalcate viste nei film sui siti porno, mi sentivo ancora inesperta.

Il telefono squillo, era un messaggio di Lucio “Scusa se ti ho detto quella proposta circa cosa dovresti fare a casa mia sabato. Avrei dovuto parlartene prima. Ora mi giudicherai uno stronzo quale in realtà sono”

Gli rispondo con un altro messaggio “No tesoro, sei il migliore. Comunque venerdì mi darai altri dettagli e decidiamo insieme. TVB”

Ripresi il mio ritorno a casa a cuor più leggero, pensando di rivederlo venerdì.

Il venerdì c’è stata un’altra sera di fuoco dove alla fine mi sono sentita uno straccio. Al ritorno a casa non ho saputo giustificare il mio malessere ma a letto stavo bene e pensavo al mio amante-cugino. Non so come ma la voglia mi ha portato a sgrillettarmi nuovamente facendomi un sontuoso e soddisfacente ditalino.

All’indomani ero allegra ed ho pensato a preparare Mirko alla presenza della badante.

Sabato mi sono dedicata a me stessa ed all’ora concordata sono uscita per salire sull’auto di Lucio per andare a casa sua.

Abbiamo viaggiato per poco più di un’ora ed abbiamo parlato di tutto meno che di noi due.

Mi sentivo strana ma felice di stare al suo fianco, non mi preoccupavo di incontrare la moglie Stefania con cui avevo un ottimo rapporto. Lei ignorava che il marito fosse il mio amante.

Ho trovato Stefania serena, la vita e il lavoro andavano bene e si preparava per l’estate.

In casa sua c’era anche una donna sulla quarantina ma piacente, che ho saputo organizzava eventi festaioli economici.

Il suo nome era Daniela.

 

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