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Finalmente il tanto agognato diploma era arrivato! Benché avessi solo conseguito il mio bel diploma di ragioneria con il voto di soli 50/60 ero molto soddisfatto poiché comunque era il voto più alto di tutto l’istituto. Ora non mi restava che iscrivermi all’università. La scelta era per me difficile. Tante erano a numero chiuso e mettermi a studiare di nuovo non ne avevo tanta voglia. La logica voleva che mi iscrivessi a Bologna, città a me più vicina ma fu mia sorella a togliere il dubbio sia a me che a mia madre sulla scelta da fare.
‘Firenze! ‘ disse ‘ almeno potrebbe venire a stare da me i primi tempi! Prima di trovare una cameretta per i fatti suoi.’ L’idea iniziale di mia mamma era che io viaggiassi tra il mio paese e Bologna ma il suggerimento datole da mia sorella, benché comportasse una spesa maggiore, non le dispiacque.
Alessia, mia sorella, aveva 12 anni più di me e da 4 anni ormai viveva con suo marito Carlo a Firenze. Anche lui fu d’accordo con il suggerimento di mia sorella. Quando loro, che erano da noi per le ferie estive, sarebbero tornati a Firenze mi avrebbero portato con loro per iscrivermi all’università e mi avrebbero dato ospitalità per i primi giorni in attesa che io trovassi una camera per i fatti miei.
I primi tempi furono per me un po’ sacrificati, dormivo nel loro divano letto in salotto e la cosa era un po’ scomoda. Avevo i vestiti sempre nelle valigie e la sera dovevo aspettare che tutti si andasse a letto prima di potermi stendere un po’.. le ricerche per una camera erano difficili nonostante le tantissime offerte. Molte abitazioni erano dei veri e propri tuguri che padroni di casa senza scrupoli offrivano a prezzi vertiginosi ai poveri studenti senza neanche uno straccio di contratto. Io ero molto demoralizzato, la convivenza con mia sorella e soprattutto mio cognato iniziava ad essere difficoltosa e nonostante non mi avessero detto niente e fossero ancora molto gentili e pazienti con me avvertivo che mancava loro quell’intimità di coppia che la mia presenza stava rovinando.
Un venerdì sera mio cognato Carlo rientrò dall’ufficio pensieroso. ‘Cosa succede caro?’ gli chiese mia sorella Alessia. ‘Lunedì devo partire. Ci sono problemi con la nostra consociata di Milano e il loro progetto e dobbiamo andare io e Franco a sistemare un po’ di cose.’ Mio cognato si occupava di sistemi informatici e realizzazioni software per grandi imprese. ‘Oh beh mica è la prima volta!’ rispose mia sorella per niente preoccupata. ‘Si hai ragione ma ogni volta che ti lascio sola ho sempre il pensiero e anche le difficoltà del progetto mi preoccupano.’ ‘Tranquillo caro, tu sei bravo risolverai tutto e anche Franco è un asso. Per me poi non ti preoccupare c’è Mario qui con me stavolta a tenermi compagnia.’ Mia sorella fece al marito un sorriso rassicurante e lui si rasserenò.
Il lunedì mattina mio cognato partì molto presto e quando mi alzai dal mio scomodissimo divano letto lui era già partito. Tutto assonnato mi diressi verso il bagno e dopo aver espletato i miei bisogni mi diressi ancora in boxer e maglietta in cucina per fare colazione convinto di essere solo poiché anche mia sorella doveva essere a lavoro. Invece con enorme sorpresa me la ritrovai di fronte in cucina che in slip e canottiera sorseggiava una tazza di tè affacciata alla finestra. ‘Che ci fai qui? ‘ le chiesi ‘ Non sei a lavoro?’ ‘No oggi non vado.’ ‘Che c’è stai poco bene?’ ‘No.. una giornata di ferie. Usciamo?’ ‘Ok.’ Mentre sorseggiava il suo tè non potei fare a meno di ammirarla. La sua canotta rosa le scendeva leggera sui seni, era senza reggiseno e quelle bocce sode, indossava almeno una terza, si reggevano da sole mentre i capezzoli spuntavano da sotto il tessuto aderente. Gli slip quasi trasparenti le contornavano le natiche e si vedeva chiaramente lo spazio vuoto tra i glutei e quando si girò per posare la tazza potei tranquillamente vedere i peli curati del suo pube da sotto il tessuto. Senza pensarci ebbi un’erezione che per fortuna fu coperta dal tavolino dove stavo consumando la mia colazione anche perché indossavo solo i boxer. Mentre ero incantato nel contemplarla lei ruppe l’incanto dicendo ‘Vado a prepararmi dai’ andiamo a fare una passeggiata.’ Io annui sobbalzando e lei usci dalla cucina senza neanche farci caso.
Io finii con calma la mia colazione e mi alzai per andare a farmi una bella doccia. Aprii la porta del bagno e mi ritrovai di nuovo mia sorella di fronte seduta sulla tazza. ‘Oh scusa!’ dissi facendo per richiudere la porta. ‘Che devi fare?’ chiese lei. ‘La doccia’ risposi tenendo la porta semichiusa. ‘beh dai entra tranquillo.. pare che non ti ho mai vista nudo!! E che tu non hai mai visto me!’ ‘Beh scusa non volevo disturbare in un momento così delicato..’ risposi io sorridendo per spezzare un po’ la tensione. ‘Dai muoviti spogliati e fatti sta doccia che voglio uscire.’ Io entrai nel bagno e mentre aprii l’acqua del box doccia che era proprio di fronte al water dove era seduta lei, dandole le spalle mi spogliai tentando di trattenere il più possibile una nuova erezione che sentivo salire in me. Il mio cazzo invece era quasi fuori controllo e benché non fosse completamente eretto era comunque in una mezza erezione che mostrava la mia cappella che usciva leggermente fuori dalla pelle. Tentai però di rimanere sempre defilato con le spalle rivolte verso di lei infilandomi nel box. ‘Dannazione ma questo box ha le porte trasparenti!!’ pensai tra me mentre le chiudevo e mia sorella era lì seduta sul water che mi guardava e si godeva lo spettacolo di me che mi lavavo in semierezione. Per fortuna non disse nulla e sembrò non farci caso anche se con la coda dell’occhio la vedevo che continuava a guardarmi. Intanto lei era con le gambe semiaperte e io da lì potevo tranquillamente vedere la sua figa nuda e pelosa. I suoi peli erano curati e neri come la pece e vedevo risaltare fra di essi le sue labbra rosse leggermente aperte. In quel momento potei vedere benissimo un fiotto di pipì dorata partire dalla sue labbra. Fui scosso dall’eccitazione e il mio cazzo s’impenno in una poderosa erezione. Lei prese la carta e inizio a passarla tra le labbra per pulirsi mimando una specie di massaggio autoerotico. Dovevo assolutamente calmarmi, mi girai con le spalle verso la porta. Mentre tentavo di tenere a bada l’erezione, sperando che Alessia avesse finito e uscisse via, sentii lo scarico del water, ero quasi salvo ma mi sbagliavo. Poco dopo sentii la porta del box aprirsi, mi girai lei era nuda e voleva entrare con me. ‘Che fai?’ le chiesi agitato ‘Dai fammi entrare così facciamo prima – mi rispose – Se aspetto che finisci ci mettiamo una vita.’ ‘Ho finito.’ dissi uscendo repentino dalla doccia tentando di nascondere l’erezione sicuramente senza successo. Mi avvolsi il telo attorno alla vita buffamente e scappai via.
Quando fummo pronti uscimmo. Mia sorella era bellissima, solare, sembrava molto allegra. Indossava una canotta rosa e una leggera gonnellina a fiori che svolazzava in alto ad ogni suo passo o ad ogni leggera folata di vento mettendo in mostra le sue lunghe cosce affusolate e facendo far fare capolino ai slippini bianchi che di tanto in tanto si vedevano grazie al muoversi della gonnellina. Io ero turbato, eccitato e preoccupato per i cattivi pensieri che facevo su Alessia forse aiutato dall’astinenza che durava dal mio arrivo in casa loro.
Passammo praticamente tutta la giornata fuori casa in giro per la città, visita al centro storico. Gli Uffizzi, il Ponte Vecchio, Santa Maria Novella. Mia sorella mi fece da guida per tutta la giornata e dopo pranzo un po’ di shopping per le vie commerciali della città. Tornammo giusto per ora di cena, eravamo molto stanchi. Dopo mangiato Alessia mi disse ‘Senti Mario perché non dormi con me stasera? Senza che apri quel fastidioso divano letto.’ Non risposi, non ero sicuro di voler dormire con lei dopo ciò che era successo quella mattina ma lei non attese neanche la risposta e si iniziò a preparare per la notte. Mentre era al bagno io andai in camera sua e mi spogliai. Era ancora molto caldo ma tentai di coprirmi un po’ per evitare problemi indossando dei pantaloncini ed una tshirt. Lei però entro in camera praticamente nuda indossando solo il perizoma osservandomi stupita come se quello nudo fossi io: ‘Ma sei matto? Con questo caldo così ti sciogli! Leva la maglia almeno’ Che ti dice la testa?’ ‘Beh, credo che stasera farà fresco’ risposi io tentando di giustificarmi. ‘Ma va’- disse lei ‘ non fare lo stupido dai. Ma che ti vergogni di me?’ ‘No no’ ‘Sicuro? Sei tutto rosso!’ ‘No, forse hai ragione fa caldo!’ mi tolsi così la maglia e i pantaloncini e mi stesi nel loro letto matrimoniale al posto di Carlo. Lei si stese al suo posto e spegnendo la luce accese il lumetto sul suo comodino prendendo un libro di Patricia Cornwell e continuando la lettura da dove aveva lasciato il segnalibro. Io la guardavo mentre leggeva tranquilla. I suoi seni nudi erano bianchi come il latte, le areole rossastre non erano molto grandi ma i suoi capezzoli erano ritti e duri come chiodi. Continuavo a guardarli nella penombra con un’ immensa voglia di poterli stringere tra le dita e poi succhiarli avidamente. Il suo corpo abbronzato poi era bellissimo, il ventre piatto che moriva nel suo monte di venere coperto da un leggero perizoma giallo. Ero eccitatissimo, meglio mettersi a dormire per non farsi beccare. Chiusi gli occhi per non pensarci più tentando di prendere sonno anche se non fu molto semplice.
Il mio sonno era molto agitato, non riuscivo a dormire. Ero eccitatissimo e il pene duro tra le mie gambe era la riprova di ciò. Mi svegliavo più volte durante il sonno fin quando ad una certa ora mi accorsi di qualcosa di strano. La luce dei lampioni filtrava tra le persiane illuminando leggermente la stanza, vidi mia sorella stesa sul fianco che mi dava le spalle, il suo respiro era affannoso, pesante. Il suo braccio destro si vedeva chiaramente muoversi. Guardai lo specchio di fronte al letto riuscendo a non far capire che ero sveglio e vidi la mano di Alessia che si infilava sotto il suo perizoma e massaggiava ritmicamente la sua figa. Mia sorella si stava masturbando con me che le dormivo affianco!! Il mio cazzo reagì subito a quella scena meravigliosa ma io ero impietrito, non volevo muovermi e non volevo far capire che ero sveglio. Lei iniziò ad andare più veloce, con una mano si toccava il seno mentre con l’altra continuava ad accarezzarsi la figa. Io ero fermo ma sentivo che anche il mio respiro iniziava a farsi pesante ma non correvo rischi perché Alessia era come in trance mentre il ritmo delle sue carezze aumentava assieme all’intensità del suo respiro sempre più forte e veloce fin quando emise a bocca chiusa alcuni gemiti mentre la sua mano sbatteva velocemente nella figa rendendo udibilissimo il rumore delle dita che si muovevano tra le labbra bagnate.
Alessia emise un ultimo forte gemito, stava venendo. Io rimasi lì impassibile col cazzo duro. Avevo bisogno di toccarmi anch’io, forse non ci sarebbe stato niente di male se lo avessi fatto visto che in quel momento lo stava facendo anche lei ma non ebbi il coraggio. Stranamente nonostante la verga dura tra le gambe e la forte eccitazione che pensavo non mi avessero fatto più addormentare invece all’improvviso crollai come un sasso.
Mi svegliai all’improvviso con la luce che riempiva la camera, era giorno ma era ancora presto. Mia sorella era sveglia vicino a me che mi sorrideva: ‘Tutto bene?’ ‘Si, si’ le risposi tutto frastornato ‘Stanotte eri tutto agitato!’ ‘Eh forse non ho dormito tanto bene!’ ‘Come mai?’ ‘Non so’ ‘Sai non facevi altro che chiamarmi durante il sonno!’ ‘Davvero?’ ‘Si.’ ‘Boh.’ Le risposi fingendo di non capire.
‘Ehi ma sei eccitato!’ rise lei vedendo che dai miei boxer il mio cazzo spuntava fuori poderoso. ‘Oh scusa ‘ le risposi tentando di coprirmi ‘ Sai appena sveglio.’ ‘Beh anche a Carlo succede ma non così.’ ‘Vado a fare la pipì e mi passa.’ ‘Forse dovresti farti una sega’ disse lei. ‘Oh beh si comunque vado’ feci per alzarmi e lei mi fermo. ‘Dove vai? Falla qui no?’ ‘Qui?’ ‘Aspetta che ti aiuto.’ Alessia mi tolse i boxer abbassandomeli alle ginocchia e mi fece sedere sul bordo del letto. Poi con calma me lo prese in mano e iniziò a fare su e giù. ‘Ale ma!!’ ‘Zitto’ fa fare a me. Così ti passa!’ Io rimasi di sasso mentre lei lo prese in mano. Prima comincio ad accarezzarlo delicatamente solo con il pollice e l’indice. Lo scappellava un po’ e poi lo ricopriva il glande che era diventato scuro e grosso con il prepuzio. Quando il mio cazzo era all’apice dell’erezione lo strinse con tutta la mano. I suoi movimenti erano lenti e delicati ma il ritmo era preciso e costante, non vedevo eccitazione da parte sua era più una cosa meccanica, il suo scopo era solo quello forse di aiutare il suo fratellino in difficoltà. Man mano che andava avanti il suo ritmo aumentava meccanicamente. Adesso le dita si stringevano con forza intorno al mio membro, era bellissimo. Io ero in silenzio, non dicevo nulla e così anche lei fin quando sentendo i fremiti del mio corpo non accelerò bruscamente dando dei colpi secchi con la mano e finalmente mi fece venire facendomi schizzare 4/5 fiotti di sperma caldo che lei raccolse nella mano che aveva messo a coppino avanti al mio glande. Io non feci altro che emettere un cupo gemito tentando di non esagerare’ Lei sorrise e mi disse ‘Hai visto? Hai fatto subito subito ‘ con un fare quasi materno ‘ adesso vatti a lavare che poi devo prepararmi per il lavoro.’ Io ero incredulo. Con totale disinvoltura mia sorella mi aveva segato come se fosse la cosa più normale del mondo e aveva raccolto nelle sue mani il mio sperma e non sapevo che fine gli avrebbe fatto fare visto che mando prima me al bagno!! Mi lavai ancora più eccitato di prima, lei non lo sapeva ma il suo aiuto non aveva avuto l’effetto sperato. Anzi!! O forse lo sapeva benissimo??
Facemmo colazione e ci finimmo di vestire, io ero eccitatissimo, adesso vedevo mia sorella con occhi diversi, per me ormai era una donna come tutte le altre, era l’oggetto del mio desiderio sessuale, il mio obbiettivo. Vederla la sera prima nel letto seminuda, i suoi capezzoli ritti mentre leggeva il libro oppure la sera nella penombra mentre si masturbava e quella sega inaspettata quella mattina mi avevano sconvolto. Il suo profumo mi entrava nel naso prepotente, le sue immagini lascive erano stampate nel mio cervello e mi tornava in mente quella figa pelosa e quel fiotto di pipì che vidi la mattina prima nel bagno mentre facevo la doccia. Volevo, bramavo, desideravo Alessia in quel momento più di ogni altra cosa e anche se lei ormai aveva aperto le danze segandomi quel suo modo di farlo quasi distaccato mi lasciavano ancora delle perplessità sul da farsi. Voleva lei le stesse cose che volevo io o era veramente un gesto d’aiuto per il fratellino preso dall’erezione mattutina?
Durante tutta la giornata stetti a pensare queste cose con una semierezione costante che non mi abbandonava minimamente. Tra poco sarebbero cominciate le lezioni all’università, case adatte a me nemmeno l’ombra e Carlo il marito di Alessia sarebbe rientrato a giorni. Non mi sentivo molto fortunato. Quel pomeriggio tornai a casa come al solito dopo pranzo dopo aver consumato un pasto frugale fuori in qualche risto/bar della zona universitaria. Mi stesi sul divano e accesi la televisione, ero solo! Mentre guardavo la tv pensavo ancora ad Alessia, ne sentivo il profumo pervadere la casa. Il cazzo mi si rizzo di nuovo! Dovevo fare qualcosa! Iniziai a toccarlo un po’ da sopra i pantaloni, era duro, sentivo la mia mano sfregare sul tessuto immaginando fosse quella di mia sorella, lo cacciai fuori! Era duro e liscio, un goccino di liquido era uscito dal buchino, ero arrapatissimo. Mi alzai, andai in camera da letto, mi misi sul lettone dove la sera prima avevamo dormito assieme mentre lei si toccava e dove quella mattina stessa mia sorella mi aveva segato. Aprii un suo cassetto, mmm quanti slip, quanti reggiseni. Presi uno slip, una semplice mutandina bianca, l’avvicinai al naso. Aveva un odore buono, di detersivo. Ma non profumava di lei. Andai in bagno allora e frugai nella cesta dei panni sporchi. Eccolo! Il perizoma della sera prima, quello dove lei si era toccata dentro, lo portai subito al naso. Il suo profumo era mischiato ad un leggero odore di pipì e ad un odore acre e intenso. Aveva goduto lì, erano i suoi liquidi!! Lo odorai strusciandolo sotto il naso, lo tenni vicino al viso aspirando a pieni polmoni mentre con l’altra mano mi segavo freneticamente. Mi andai a ristendere sul letto portando con me il perizoma. Ripresi a segarmi rilassato tra le candide lenzuola mentre continuavo ad inebriarmi del profumo della masturbazione di mia sorella. Portai il peri sopra il mio cazzo, lo misi nella destra e me lo avvolsi attorno alla verga e cominciai a masturbarmi con esso. Il tessuto sfregava lungo la mia asta, era bellissimo sentirlo avvolgermi la cappella. Mi denudai completamente, presi il peri e me lo infilai. Sentirlo che mi stringeva il cazzo era una cosa bellissima, era almeno 2 taglie più piccolo e mi stringeva forte intorno alla vita e il mio cazzo in erezione faceva il resto, lo tenni così allora un po’ abbassato che mi copriva solo le palle e continuai a segarmi sempre più incessantemente, stavo per godere. Mi misi in ginocchio, al posto di mia sorella puntando il cazzo verso il suo cuscino e ci sborrai sopra. I brividi mi percorsero dalla punta dei piedi fino alla cervicale, emisi un grido e schizzai prepotentemente sul guanciale macchiandolo con tre fiotti di sperma biancastro. Quella sera mia sorella avrebbe dormito su di esso, c’avrebbe poggiato il viso e respirato il mio odore!!

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