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Alice – Capitolo 1 : Matrimoni combinati

By 16 Luglio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

La macchina viaggiava veloce lungo la strada che l’avrebbe portata verso il suo futuro marito. Parlare di matrimoni di convenienza era inaccettabile per Alice ma sua madre era stata particolarmente chiara a riguardo, le due industrie si dovevano fondere e non c’era modo migliore che suggellare il contratto di affari con un bel matrimonio.
La ragazza non aveva mai conosciuto il figlio del futuro socio in affari di suo padre e neanche le interessava conoscerlo, il matrimonio era l’ultimo dei suoi pensieri, 20 anni sono troppo pochi per sposarsi e soprattutto sposarsi con un uomo che non amava.
D’altro canto però sapeva bene che l’industria di suo padre non navigava in buone acque e se poteva fare qualcosa a riguardo l’avrebbe fatto, ci era voluto tempo per autoconvincersi che era la scelta giusta ma alla fine si era rassegnata.
La macchina si fermò e pochi istanti dopo l’autista aprì la portiera e Alice e sua madre scesero dall’auto, la ragazza si guardò intorno, non era una casa era un castello.
‘Benvenute!’ esclamò la padrona di casa facendosi avanti e abbracciando Alice e sua madre che ricambiarono il saluto.
Alice guardò oltre le spalle della donna e vide avvicinarsi un ragazzo forse di un paio di anni più grande di lei, non era neanche brutto, ma sembrava tutt’altro che espansivo.
‘Alice, lui è Ernest’ li presentò la Signora Dawson con un grosso sorriso, il ragazzo strinse in modo impacciato la mano di lei senza neanche guardarla negli occhi.
Mentre le due madri si scambiavano qualche convenevole e Ernest fissava impacciato la ghiaia per terra Alice recuperò le sue cose dalla macchina.
‘George vi mostrerà le vostre stanza, ceneremo fra un’ora, così avrete il tempo di rinfrescarvi’ la Signora Dawson si congedò e poi il maggiordomo e Ernest fecero loro strada verso le camera da letto.
Alice salutò la madre con un bacio distratto sulla guancia e la lasciò nella sua camera prima di seguire i due uomini verso il suo nuovo giaciglio.
‘Il bagno è nuovo, la vista sul parco è stupenda, nell’armadio ci sono degli asciugamani puliti, se ha bisogno di qualcosa mi può chiamare con l’interfono ora vi lascio soli’ così dicendo il maggiordomo uscì dalla stanza lasciando Ernest e Alice da soli, il ragazzo continuava a trovare estremamente interessante il pavimento così Alice buttò la sua roba sul letto e si piazzò di fronte a lui decisa a risolvere quella situazione, non sopportava il silenzio e i convenevoli, se doveva diventare suo marito tanto valeva che si desse una svegliata perché non aveva intenzione di vederlo con gli occhi bassi per il resto della sua vita.
‘Guarda che non mordo’ disse la ragazza ‘Puoi anche guardarmi’
Ernest arrossì di colpo e alzò timidamente il viso verso di lei ‘Scusi”
‘Davvero? Mi dai del lei? Sbaglio o dobbiamo sposarci fra pochi giorni?’
‘Io’ scusa”
‘Ripeto: non mordo’ disse di nuovo la ragazza notando i tratti forti del viso di lui, gli occhi scuri e i capelli in perfetto ordine.
‘Sei molto carina, devo dire che non me l’aspettavo’ disse finalmente lui sbloccandosi un po’ e guardando la ragazza, il suo corpo snello e tonico, i suoi capelli biondo grano e gli occhi celesti.
‘Così va meglio’ sorrise Alice, poteva andarle peggio, poteva andarle molto peggio.
‘Cosa fai?’ chiese Ernest tornando con gli occhi a terra mentre Alice tirava giù la zip del vestito.
‘Non vuoi dare un’occhiata al corpo della tua futura moglie?’ chiese lei lasciando scivolare le spalline del vestito, Ernest sollevò per un secondo lo sguardo, la ragazza era davanti a lui con le spalle nude, arrossì pesantemente e iniziò a farfugliare:
‘Fra poco si cena’. Io’ devo andare a prepararmi”
Ernest uscì chiudendosi la porta alle spalle mentre Alice sbuffava, non poteva essere così timido’ è vero, voleva provocarlo un po’, giocarci ma non si aspettava che scappasse via come se avesse visto un mostro.
Decise di prepararsi per la cena, il viaggio era stato lungo così aprì l’acqua della vasca e si spogliò completamente.
Una volta riempita si immerse nell’acqua calda, appoggiò la testa al bordo della vasca e chiuse gli occhi, senza che neanche se ne rendesse conto iniziò ad accarezzarsi, sentì i capezzoli diventare duri mentre l’altra mano sfiorava il monte di venere, aprì le cosce e la mano scese sulle grandi labbra, un dito si fece strada accarezzando l’ingresso del sesso e il clitoride, lo sentiva pulsare sotto le sue dita mentre gemiti leggeri si spargevano nell’aria, Alice si penetrò con il dito e aumentò il ritmo, il corpo era scosso dai brividi e il dito scivolava veloce dentro e fuori dal suo sesso, la ragazza afferrò il rubinetto e puntò il getto di acqua sul clitoride, pochi istanti di piacere ma niente orgasmo. Non l’aveva mai provato ma era praticamente certa che quello non fosse un orgasmo ma solo un lontanissimo eco di un piacere che sarebbe potuto essere stupendo.
Quando le mani tornarono ai bordi della vasca Alice si sentì insoddisfatta e frustrata.
Sbuffando si avvolse l’asciugamano intorno al corpo e tornò in camera da letto, annoiata si infilò l’intimo e un vestito blu aderente fino alla vita che si apriva a campana fino alle ginocchia, si truccò e si pettinò i capelli in una coda di cavallo che adornò con un fiocco nero, si stava mettendo il lucidalabbra quando un odore nell’aria la distrasse.
L’odore era odore di fumo di sigaretta e proveniva da fuori, Alice si avvolse una sottile sciarpa intorno al collo e si sporse alla finestra e vide un ragazzo appoggiato al muro a pochi metri da dov’era lei, pantaloni in tweed, camicia bianca, panciotto abbinato ai pantaloni, capelli nerissimi.
‘Vuoi?’ chiese il ragazzo vedendola sporgersi dalla finestra.
‘Sarebbe fantastico, le ho dimenticate a casa’ disse Alice e senza pensarci due volte uscì dalla finestra al pian terreno e accettò la sigaretta che le offrì il ragazzo.
‘Io sono William White ma tutti mi chiamano Rabbit’ si presentò il ragazzo accendendole la sigaretta.
‘Piacere, io sono” ma lui la interruppe.
‘Alice, lo so benissimo chi sei’ sorrise di un sorriso enigmatico e buttò il mozzicone a terra prima di dare le spalle alla ragazza per allontanarsi.
‘Ehi! Come fai a sapere il mio nome?’ domandò lei, Rabbit si fermò e si voltò con un sorriso divertito.
‘So molte cose di te mia cara’
‘Chi sei?’ chiese lei di rimando, era curiosa, molto curiosa e lui la incuriosiva parecchio.
‘Un amico, almeno lo ero’
‘Un amico di chi?’
‘Tuo, mia cara’ e dettò ciò si gettò di corsa verso la macchia di alberi.
Un suo amico? Non era vero, lei non lo conosceva affatto, non poteva andarsene così senza spiegazioni, Alice non ci pensò molto prima di gettarsi al suo inseguimento.
La ragazza si inoltrò nel bosco e lo vide infilarsi dentro una piccola casetta di legno, sembrava una rimessa per gli attrezzi, si prese qualche secondo per respirare appoggiata ad un albero e poi entrò anche lei nella casetta.
Era vuota, non c’erano mobili, non c’erano attrezzi, niente di niente, c’era solo Rabbit nel centro della stanza che la guardava sorridendo divertito.
‘Una volta eri più veloce’
‘Io non ti conosco” disse la ragazza avvicinandosi e scrutando il viso di lui, aveva qualcosa di vagamente famigliare ma non riusciva a ricollegarlo ad un ricordo preciso.
‘Tu credi di non conoscermi, mia cara, ma ci siamo già incontrati’ tanto tempo fa’ eri solo una bambina’
‘Eravamo compagni di scuola? No, non è possibile, hai almeno due o tre anni in più di me”
‘Relativamente’ rispose lui avvicinandosi.
‘L’ultima volta c’era il piccolo Coco con te, come sta il micino?’
Coco? Come faceva a sapere che da bambina andava sempre in giro con il suo gattino?
‘Non mi ricordo di te, come fai a sapere di Coco?’ chiese la ragazza, una vocina le diceva di voltare le spalle a quel ragazzo e tornare in camera sua ma l’idea non era poi così allettante, voleva capire, non voleva tornare in quella camera e soprattutto quello era meno noiso.
‘Te l’ho detto che so molte cose di te’ Rabbit fece un altro passo verso di lei ora era vicinissimo, si sporse e le sussurrò all’orecchio ‘So anche che i solitari non ti soddisfano’.
Alice lo guardò interrogativa, non poteva voler dire quello che pensava.
‘Scusa?’
‘Tutta sola nella vasca, il tuo corpo che chiede e le tue mani che non riescono a soddisfare fino in fondo’
Intendeva veramente quello.
‘Mi hai spiata?’ un brivido di eccitazione le percorse la schiena.
‘Io so e basta’ rispose lui, fece un passo indietro, Alice si sentì elettricamente attratta dal corpo di Rabbit, lui la guardava, allungò una mano e le accarezzò il volto ‘Sei cresciuta mia cara’.
La mano del ragazzo sembrava emettere piccole scosse sul viso di lei, Alice era interdetta.
‘Io non ricordo’
‘Ricorderai’ ora voltati mia cara’
Alice eseguì l’ordine, sentì il corpo di Rabbit aderire al suo, lui le scostò i capelli dal collo e glielo baciò mentre le mani passavano dai fianchi ai seni.
‘Non pensi che sia meglio così che farlo da sola?’ le sussurrò all’orecchio mentre le toglieva la sciarpa.
‘Cosa fai?’ chiese Alice mentre Rabbit la bendava.
‘Fidati’ sussurrò lui stringendo il nodo.
Una mano del ragazzo massaggiava i seni di Alice da sopra il vestito mentre l’altra scendeva sui fianchi e poi sulle cosce, Alice sentì la mano di Rabbit infilarsi delicata sotto al vestito, schiuse le gambe accogliendo le sue carezze, sentiva l’eccitazione crescere. La mano del ragazzo arrivò al pube e iniziò ad accarezzarle il monte di venere, sempre con delicatezza si insinuò fra le cosce, sopra gli slip le dita si spostarono sulle grandi labbra, la massaggiò finchè gli slip non si inumidirono poi il massaggio si fece più intenso, più profondo. Alice soffocava i gemiti mordendosi le labbra mentre due dita di Rabbit roteavano intorno al clitoride gonfio di piacere, poteva sentire i suoi umori impregnare gli slip di pizzo.
‘Lasciati andare mia cara’ sussurrò lui prima di mordicchiarle il collo, il movimento delle dita sul clitoride si fece energico, Alice ansimava, sentiva i muscoli tendersi e fremere, si aggrappò al collo di lui con tutto il corpo in tensione mentre Rabbit la toccava sempre più vigorosamente la afferrò per la vita per sostenerla mentre l’orgasmo arrivava prepotente. Con il braccio che era intorno alla vita la sollevò da terra senza smettere di toccarla e lei diede libero sfogo al corpo che si contorse di piacere con un impeto che non aveva mai sperimentato.
Il ragazzo la posò di nuovo a terra, continuò ad accarezzarle tutto il corpo mentre lei si riprendeva dall’orgasmo, le baciò il collo, poi la girò verso di se e la tenne qualche istante fra le braccia.
‘Stupendo’ sussurrò lei con il viso appoggiato al suo petto.
Il suo primo orgasmo, quello si che era un orgasmo, era tanto che voleva provarlo, ma nella convinzione di trovare l’uomo giusto e di lasciarsi toccare in quel modo solo da lui si era persa i piaceri della carne, si era persa tutto quello.
‘E’ ora che io vada mia cara, ma ci rivedremo presto, ora devi fare qualche passo da sola’
Alice sentì l’abbraccio sciogliersi e il corpo di Rabbit allontanarsi dal suo, non ebbe il tempo di ribattere perché quando si tolse la sciarpa dagli occhi lui era già sparito.
Alice si guardò intorno, era apparso un tavolino nell’angolo della casetta di legno, o meglio, lei prima non l’aveva visto, si girò verso la porta d’ingresso e con suo stupore vide che era dannatamente piccola.
Alice si stropicciò gli occhi, non era possibile, era entrata da quella porta’ e ora non era più grande della sua mano, si chinò ma oltre ad essere piccola la porticina era anche chiusa a chiave.
‘Stupida porta!’ esclamò esasperata la ragazza.
Dove diavolo era finito Rabbit? Com’era uscito da quel posto? E da dove arrivava quel tavolino? Possibile che non lo avesse notato prima?
Sul tavolino c’era una minuscola chiave, Alice la prese in mano e nel momento stesso in cui la sollevò sul tavolo apparve una bottiglietta con scritto sopra ‘Bevimi!’.
Qualcosa si accese nella mente della ragazza, un leggerissimo déjà-vu, senza pensarci due volte, in modo quasi automatico la ragazza bevve, sapeva di amarena, con un retrogusto di vaniglia, ma non ebbe il tempo di soffermarsi sul gusto perché il suo corpo iniziò a rimpicciolire, i vestiti diventarono enormi, Alice urlò per lo spavento ma fu piuttosto inutile, i vestiti la seppellirono e poi all’improvviso smise di rimpicciolire.
Arrancando riuscì ad uscire da quella montagna che prima erano i suoi vestiti, si ritrovò completamente nuda a chiedersi cosa diavolo fosse successo, forse era tutto un sogno.
Però ora dalla porticina ci passava, così sollevò l’unica cosa abbastanza leggera, ovvero la piccola sciarpa che ora le sembrava enorme, se la avvolse intorno al corpo e marciò decisa verso la porticina, tirandosi dietro l’infinito strascico.
Inserì la chiave e aprì finalmente la porta ma non c’era il bosco davanti, o meglio non c’era il bosco da cui era arrivata solo poco prima, era tutto enorme, tutto coloratissimo, tutto strano, non riconosceva neanche uno dei migliaia di fiori che la attorniavano, gli alberi avevano forme strane e scomposte, il cielo era violaceo.
‘Buffo’ che sogno buffo” disse la ragazza fra sé e sé.
‘Erbaccia!!!’ urlò una voce, Alice venne presa di soprassalto e si guardò intorno ma non vide nessuno.
‘Via erbaccia!’ un colpo secco alla schiena e Alice cadde a terra, quando si voltò per vedere chi l’aveva spinta notò che era stato un fiore.
‘Ehi!’ si lamentò la ragazza.
‘Non vogliamo erbacce!’ disse un gladiolo spintonandola di nuovo.
‘Non sono un’erbaccia!’ esclamò la ragazza.
‘Gladis’ non importunarla, non è un erbaccia è una ragazza’ disse una rosa chinando il suo stelo per osservare meglio Alice ‘Dimmi bambina come ti chiami?’
‘Alice”
‘Alice???’ risuonò intorno a lei.
La rosa prese nuovamente la parola ‘Bentornata bambina’
‘Bentornata?’ domandò la ragazza confusa, la rosa senza troppi complimenti afferrò la sciarpa che copriva la ragazza e la lasciò nuovamente nuda ‘Che vestito insulso!’
‘Ridammelo!’ urlò Alice cercando di coprirsi mentre foglie e steli cercavano di ispezionare il suo corpo.
‘Che petali buffi’ ridacchiarono delle violaciocche osservando il corpo nudo della ragazza.
‘Mi sapete dire come tornare a casa?’ chiese la ragazza.
‘Non è ancora l’ora di tornare, perché nascondi il tuo corpo bambina?’
‘Pudore?’ chiese Alice sarcastica, non era solita ritrovarsi completamente nuda in mezzo ad un bosco, anzi, non era proprio solita spogliarsi alla luce o davanti a qualcuno, non l’aveva mai fatto, i suoi erano sempre stati molto severi per quanto riguardava le ‘cose private’ e così, volente o nolente, nella sua testa si era insinuata l’idea che il suo corpo nudo non dov’essere essere visto da altri escluso l’uomo di cui si sarebbe innamorata.
‘Guardati’ disse la rosa sospingendo Alice verso un petalo colmo di rugiada, la ragazza vide riflessa la sua immagine, i capelli biondi raccolti a coda, il braccio che copriva il seno, il ventre piatto, la mano che nascondeva il sesso, le gambe lunghe, Alice si tolse le protezioni e osservò il suo corpo completamente nudo, i seni erano alti e sodi, i capezzoli piccoli e rosati, il sesso depilato su ordine della madre per far piacere al nuovo marito sembrava quello di una ragazzina.
‘Devi conoscerti’ la esortò la rosa, Alice percorse il suo corpo con le mani mentre i fiori le sfioravano delicatamente il corpo nudo, afferrò i seni a piene mani, sentendo e assaporando ogni sensazione, si adagiò su una foglia e guardandosi nella goccia di rugiada aprì le cosce, guardò le grandi labbra che nascondevano il suo sesso, le carezzò delicatamente. Si era toccata, fin da ragazzina, ma sempre sotto le coperte o nella vasca nascosta sotto la schiuma, non si era mai esplorata in quel modo, non aveva mai guardato il proprio sesso riflesso, due steli si insinuarono leggiadri fra le sue cosce e poi lungo le grandi labbra aprendole, le tennero dischiuse mentre la ragazza osservava e sfiorava le piccole labbra e il clitoride notando che era ancora umidi del piacere datole da Rabbit.
Guardarsi la eccitava e essere osservata da tutti quei fiori era ancora più eccitante, la rosa sorrideva bonaria osservando la ragazza accarezzarsi il corpo, scoprirlo come fonte di puro di piacere.
Alice fece scorrere le dita fra le piccole labbra ancora leggermente umide, le percorse più volte per poi salire verso il clitoride, sfiorarlo le diede un po’ di fastidio, era ancora troppo sensibile per le carezze di Rabbit, ci girò intorno con il dito senza smettere di guardarsi, poi scese e il dito si insinuò fra le piccole labbra cercò la fessura, con calma premette ed entrò nel sesso esplorandolo, Alice sentiva il piacere ma non voleva quello, voleva solo toccarsi e scoprirsi, tolse il dito dal sesso e lo portò alla bocca, lo succhiò sentendo per a prima volta il suo sapore e stranamente non si sentì una depravata. La mano tornò verso il sesso mentre l’altra giocava con i capezzoli, la foglia su cui era seduta la fece sollevare, Alice si voltò e si piegò e da sopra la spalla vide il riflesso del suo sedere, gli steli che prima le tenevano aperte le grandi labbra ora si infilavano fra le natiche dischiudendole, Alice affondò le dita fra le grandi labbra bagnate ma non si penetrò, percorse il suo sesso e arrivò fino all’ano, poi da lì di nuovo al clitoride e poi ancora al buchino che mai prima d’ora aveva toccato per darsi piacere.
‘Ora puoi anche coprirti’ disse una voce femminile, Alice si coprì di nuovo guardandosi intorno un po’ imbarazzata alla ricerca della fonte della voce ‘Sono Miss Squik, Rabbit e Hat sono molto impegnati, hanno mandato me a prenderti’, era paffutella e piccolina, con grandi occhi marroni e capelli castani e in mano aveva un vestito che gettò ad Alice insieme ad un paio di slip.
‘Io sono Alice, grazie per i vestiti’
‘Lo so chi sei, abbiamo fretta, forza muoviti’ Alice si vestì di corsa ‘Stupidi fiori, non serve a nulla crogiolarsi della propria bellezza, non fare come loro, ricordati che loro appassiscono’
Un fischio e vari insulti da parte dei fiori seguirono le parole di Miss Squik mentre la donna costringeva la ragazza a seguirla nel folto della foresta.
‘Dove stiamo andando?’ chiese la ragazza arrancando per starle dietro.
‘Da Hat’
‘Chi è Hat?’ chiese la ragazza.
‘Devi ringraziare lui per il vestito’ rispose la donna come se quello spiegasse tutto.
‘Dove mi trovo?’
‘Nel Paese delle Meraviglie, dovresti saperlo, ci sei già stata’ rispose Miss Squik, ma Alice non se ne ricordava.
‘Sei tu” Hat si alzò dal suo posto a capotavola, la tavola imbandita e pronta per il thé aveva talmente tante assurde tazze che Alice si chiese dove fossero tutti gli ospiti, c’era solo quello strano uomo con i pantaloni viola e il cilindro e un tizio che dormiva della grossa.
‘Non ne sono così sicura’ disse Miss Sqik facendosi da parte mentre Hat si piazzava davanti ad Alice studiandola.
‘E’ proprio lei” sussurrò l’uomo afferrando la mano di Alice e costringendola a sedersi all’enorme tavola imbandita.
La ragazza era stranita e continuava a non capirci nulla di quello che le stava succedendo intorno.
‘Non si ricorda di noi’ disse Miss Squik prima di andarsene.
‘Smettetela di parlare come se io non fossi qui’ si lamentò la ragazza, guardando storto Hat che la fissava con il mento appoggiato al tavolo, in una posizione a dir poco buffa.
‘Devi scusarci bambina ma è tanto che non ci vieni trovare e a quanto pare sei smemorata quindi facciamo le presentazioni, io sono Hat, il cappellaio della corte di Lady Diamond, la signora Squik l’hai già conosciuta e il nostro assonnato amico è Sleepy’
Alice li osservò incredula e dubbiosa, tanto valeva arrendersi al suo sogno, insomma, non era neanche male come sogno, si era divertita almeno fino a quel momento.
‘Io sono Alice, ma a quanto pare è inutile che mi presenti’
‘Devi farci il callo mia cara’ disse una voce familiare alle sue spalle, era Rabbit che si accomodò nel posto di fronte alla ragazza.
‘Tu’ come’?’ non riusciva neanche a formulare la domanda.
‘Segreti del mestiere, non volevo lasciarti ma avevo un lavoro da fare’ rispose Rabbit versandosi del thè.
‘Una donna, la piccola innocente Alice è una donna’ sospirò Hat continuando a squadrare la ragazza.
‘Non esattamente’ disse Rabbit vago.
‘Come?’ Hat concentrò tutta la sua attenzione su Rabbit.
‘Hai sentito bene amico mio, è vergine’
‘Sono qui! Smettetela di parlare come se non ci fossi!’ si lamentò la ragazza scocciata, come facevano a sapere tutte quelle cose di lei?
‘Sei vergine?’ domandò Hat stupito, era una creatura incantevole, dubitava che nessun uomo l’avesse mai toccata.
‘Ti crea qualche problema?’ sbuffò la ragazza.
‘Vedi mia cara, tu hai un compito da portare a termine, devi entrare nelle grazie di Lady Rubin, solo così potrai rubare ciò che ci serve dal suo castello per riportare la pace ma non puoi avventurarti nel suo regno se sei pura, lei ti ruberebbe l’innocenza, ti stordirebbe, avrebbe il tuo controllo’ spiegò Rabbit sorseggiando il suo thè.
‘Un compito da portare a termine?’ domandò Alice incredula.
‘Una cosina, niente di eccezionale ma devi proteggerti, come mai sei ancora pura?’ domandò Hat.
‘Lo sono e basta’ rispose scocciata la ragazza.
‘E non vorrebbe, non è poi così innocente la nostra amica Hat’ disse Rabbit divertito.
‘Smettila!’ lo riprese Alice arrossendo.
‘Si nasconde una tigre sotto quello sguardo da cerbiatta, devi fare tu gli onori di casa’ dichiarò Rabbit rivolgendosi a Hat.
‘Tieni bambina, bevi un po’ di thè’ disse Hat rivolto ad Alice ignorando la domanda di Rabbit, Alice ne bevve un paio di sorsi e subito un senso di ottundimento si impadronì di lei, tutto sembrava andare al rallentatore.
‘Che cosa mi avete dato?’ chiese la ragazza alzandosi e barcollando.
‘Solo qualcosa per farti rilassare’ rispose Hat togliendosi il cilindro e appoggiandolo sul tavolo.
‘Lo vuoi anche tu mia cara solo che il pudore fa brutti scherzi, devi lasciarlo da parte, come nel capanno nel bosco’ disse Rabbit continuando a sorseggiare il suo thè.
‘E’ stato bello’ ammise la ragazza sentendosi un po’ intorpidita.
‘Non vorresti provare qualcosa di meglio?’ chiese Rabbit raggiungendola, lo voleva, inutile prendersi in giro, dal loro incontro nel capanno Alice non riusciva a pensare ad altro, lasciò che Rabbit le togliesse il vestito ‘Ci penserà Hat a te, io devo andare, ma ci rivedremo presto mia cara’.
Alice, con solo gli slip addosso abbracciò Rabbit prima che se ne andasse, ogni timidezza era svanita, tutte quelle persone avevano l’odore dei ricordi, una vocina nella sua testa le ripeteva che li conosceva e Hat la guardava come si guarda una vecchia amica, sapeva tutto di lei, le prese la mano e la tirò a sé.
‘Sei diventata una creatura incantevole’ disse il cappellaio prima di baciarla, Alice schiuse le labbra e accolse il bacio, le lingue si cercarono e si intrecciarono, sapeva di tabacco e thè, sentiva le mani scorrere sulla sua schiena, sul suo sedere e il torpore era improvvisamente svanito. Hat la issò sul tavolo, le sfilò gli slip e la guardò eccitato.
Alice non nascose il suo corpo, anzi, ne fece sfoggio, si appoggiò con le mani sul tavolo e aprì le cosce, Hat fece scorrere le mani lungo le gambe della ragazza, lungo il ventre e poi sui seni, a piene mani iniziò a toccarli, giocò con i capezzoli finchè questi non divennero turgidi e poi iniziò a succhiarli, Alice gettò la testa indietro inebriandosi del piacere mentre la mano di Hat iniziava ad accarezzarle il sesso già umido.
Quando Alice aprì gli occhi vide che di fianco a lei c’era Sleepy ed era più che sveglio, aveva le occhiaie e profondi occhi grigi che la scrutavano.
‘Bentornata’ disse l’uomo senza scomporsi.
‘Sleepy, zitto o vattene!’ esclamò Hat, Alice lo guardò alla ricerca di una spiegazione ma quella cosa sembrava strana solo a lei, Hat continuava a toccarla e lei era sempre più eccitata e l’uomo che la guardava non la disturbava, così si concentrò di nuovo su Hat, sulle sue mani e sulla lingua che le percorreva i seni.
Hat si staccò un momento da lei per abbassarsi i pantaloni, Alice lo vide prendersi in mano il sesso turgido, appoggiata sui gomiti lo guardò mentre lo faceva scorrere delicatamente sulle sue grandi labbra, un gemito soffocò nella gola della ragazza.
‘Sei pronta?’ chiese Hat mentre puntava il glande sul sesso della ragazza.
‘Si’ rispose lei appoggiando tutta la schiena al tavolo e chiudendo gli occhi, sentì il glande spingere per entrare, sentì un leggero dolore, soffrì per la fitta, fece un respiro profondo e poi accolse tutto il sesso di Hat che spinse delicatamente per entrare tenendo la ragazza per i fianchi.
Una volta dentro Hat rimase fermo, Alice ansimava, sentiva il sesso di lui pulsare nel suo, era stupendo.
Mentre la ragazza assaporava le nuove sensazioni Hat osservò il sangue che usciva dal sesso della ragazza.
Alice si appoggiò nuovamente sui gomiti per guardarlo e piano iniziò a muovere il bacino, Hat iniziò a muoversi a sua volta dentro di lei, ansimavano entrambi guardandosi, Hat estrasse il sesso fino a lasciare solo il glande all’interno della ragazza, poi di nuovo dentro, questa volta con un po’ più di forza, Alice gemette di piacere così il cappellaio aumentò il ritmo, dentro e fuori, le spinte diventarono più poderose, poi lui uscì e si masturbò mentre Alice lo guardava colta di sopresa finchè lui non venne sul suo ventre.
Alice ansimante ma un po’ delusa chiuse le gambe mentre Hat si rimetteva i pantaloni, Sleepy le accarezzò i capelli e lei lo lasciò fare poi si alzò e scese dal tavolo, lo sperma di Hat ancora tiepido colò lungo il suo ventre, Hat prese un tovagliolo e la ripulì.
Ne voleva ancora, voleva un orgasmo come quello le aveva dato Rabbit, voleva farlo di nuovo e poi ancora.
‘Laggiù c’è un fiume dove puoi rinfrescarti’ le disse Hat porgendole il vestito e gli slip.
‘Lo voglio rifare’ rispose la ragazza decisa.
‘E lo rifarai’
‘Non ho avuto un orgasmo, non mi sembra equo’ ribattè la ragazza.
‘Lo so bambina, ma il mio compito era iniziarti, il piacere lo troverai lungo il cammino’ sorrise Hat.
Alice un po’ delusa prese la sua roba si avviò al fiume, Hat si accomodò al suo posto e Sleepy tornò a dormire.
Alice si immerse nelle acque fresche del fiume e si lavò ma una voce interruppe il suo bagno.
‘Ti sei divertita?’ Rabbit la osservava appoggiato ad un albero.
‘Non quanto avrei voluto’ rispose la ragazza senza uscire dall’acqua.
‘Lo farai mia cara, sei pronta per il tuo viaggio nel piacere prima di incontrare Lady Rubin?’ chiese Rabbit porgendole la mano mentre lei usciva dal fiume.
Alice si sporse e lo baciò, ma Rabbit la bloccò.
‘Perché?’
‘Perché io sono solo una guida’
Lei sbuffò sonoramente e si infilò il vestito e gli slip.
‘Non credevo di essere così, cioè, di poter andare a letto con un completo sconosciuto, c’era anche quel tizio che ci guardava e la cosa mi ha fatta eccitare e”
‘Ne vuoi ancora’ concluse Rabbit divertito, Alice annuì e lo seguì nella foresta.
‘Mi sentivo sporca solo se mi toccavo, non credevo di poterlo fare e non credevo che mi sarebbe piaciuto così tanto’ spiegò lei mentre camminavano fianco a fianco.
Dopo una notte all’addiaccio giunsero in una radura e Alice vide un uomo appollaiato su un ramo con grandi occhi gialli e pupille strette come quelle di un gatto. L’uomo saltò giù dal ramo con agilità.
‘Alice, lui è Ches’ disse Rabbit facendo le presentazioni, Ches prese la mano della ragazza e la baciò.
‘Ora puoi andare Rabbit’ disse l’uomo senza staccare gli occhi da Alice.
‘No’ disse la ragazza afferrando la mano di Rabbit.
‘Sei in buone mani, torno a prenderti fra poco’ disse il ragazzo.
‘Ho detto che rimani’ disse lei ‘Che cosa sta succedendo?’
Ches iniziò a girarle intorno studiandola ‘Non avere paura’
‘Goditi la fine arte del sesso orale mia cara’
‘Ma tu non te ne vai’ Ches sembrava selvaggio e Alice non si sentiva molto a suo agio, continuava a girarle intorno e faceva uno strano suono che le ricordava tanto le fusa di un gatto.
‘Va bene’ rispose Rabbit sedendosi su un masso poco distante ‘Fai ciò che ti dice e tu Ches, fammi un favore, inizia per primo’.
Ches annuì poi si rivolse ad Alice ‘E’ un piacere incontrarti di nuovo ragazzina, ti trovo cresciuta’
‘Non so di cosa tu stia parlando ma a quanto pare ho qualche problema di memoria’
‘E dimmi ragazzina, cosa cerchi?’ Ches le annusò il collo inspirando a pieni polmoni.
‘La strada giusta’ credo” disse la ragazza.
‘Sarà tanto giusta quanto tu vorrai che lo sia’ rispose enigmatico Ches.
‘Dovreste smetterla con i giochi di parole’ si lamentò la ragazza, Ches fece scorrere la lingua sul collo di lei, arrivò al lobo dell’orecchio e iniziò a succhiarlo delicatamente poi scese e arrivò fino alla spalla scostando la spallina del vestito, Alice sentiva i brividi percorrerle la schiena, piccole scariche elettriche impadronirsi del suo corpo, era eccitata.
‘Posso ancora sentire l’odore del tuo sangue di vergine, devi farti trasportare ragazzina o soccomberai’
‘A cosa?’ chiese Alice mentre lui le infilava le mani sotto il vestito.
‘Al piacere, ma c’è tempo’ ora sdraiati a terra’ le tolse gli slip e Alice fece ciò che le aveva chiesto, una volta a terra l’uomo si inginocchio i fronte a lei e le sollevò il vestito sopra alla vita, le aprì le gambe e con le dita percorse il suo sesso.
‘Mmm, niente peli’ credevo fossi una brava ragazza’
‘Non è stata proprio una libera scelta’ disse lei tra un respiro e l’altro mentre le carezzava il sesso.
Ches si chinò e iniziò a baciarle il pube, Alice sentì la lingua calda e umida percorrerlo per poi spostarsi sui contorni del suo sesso e procedere sulle grandi labbra finchè non si inumidirono, con le mani Chess spalancò le cosce della ragazza per poi dischiuderle il sesso e far scorrere la lingua al suo interno, Alice iniziò a gemere piano sentendo il piacere aumentare ad ogni movimento della lingua, sentì la lingua concentrarsi sul clitoride che si inturgidì pochi istanti dopo. Ches scese dal clitoride fino alla fessura e poi ancora più giù fino ad arrivare all’ano, lentamente lo bagnò con la sua saliva e lo leccò, Alice gemeva e il respiro si faceva sempre più corto, la lingua di lui salì stendendosi sul sesso della ragazza e tornando al clitoride gonfio di piacere e bagnato degli umori di lei poi scese di nuovo, Alice sentì la punta premere sulla fessura e cercare di farsi strada al suo interno, afferrò con le mani il terreno sotto di lei mentre i leggeri gemiti diventavano sempre più rumorosi, Ches tornò sul clitoride e iniziò a succhiarlo e con due dita penetrò la ragazza che gemette forte e inarcò la schiena per il piacere. Ches succhiava e leccava il clitoride roteando le dita dentro il sesso di Alice zuppo di piacere. Alice sentì i muscoli tendersi per l’eccitazione, le gambe si irrigidirono, la schiena si inarcò ancora di più, Ches aumentò il ritmo godendo degli spasmi del sesso di lei e poi Alice urlò per l’orgasmo che la invase potente. Scossa dall’orgasmo Alice si contorceva mentre Ches continuava la sua impresa finchè il corpo della ragazza non tornò ad aderire al terreno, le leccò dolcemente i succhi mentre i brividi di piacere cessavano di scuoterle il corpo. Alice cercò di modulare il respiro e tornare padrona delle sue membra poi non sentì più Ches così si mise seduta e lo vide toccarsi il cavallo dei pantaloni a righe, poco a poco si formò una protuberanza e i pantaloni divennero stretti.
La ragazza si mise in ginocchio senza smettere di guardare l’inguine di Ches.
‘Vuoi provare?’ chiese Ches eccitato e divertito mentre sentiva i pantaloni troppo stretti e il sesso indurirsi.
‘Non so se sono capace’ ammise Alice leccandosi le labbra frementi di voglia, era curiosa ed eccitata così abbassò i pantaloni di Ches e il membro turgido si palesò ai suoi occhi, era il primo pene che vedeva dal vivo, la sua conoscenza dell’anatomia maschile si limitava a ciò che aveva studiato sui libri di biologia, ai tristi disegni dei peni afflosciati e trasparenti per mostrare la fisiologia interna, conosceva il nome delle parti ma per la prima volta poteva toccare con mano.
‘Prendilo in mano’ disse Ches, Alice eseguì e chiuse nel suo pugno il membro, ancora rinchiuso in parte nel suo bozzo, poteva vedere appena la punta del glande, iniziò a muovere la mano su e giù e tirando la pelle verso il basso il glande fece la sua apparizione insieme al sospiro di Ches. Più lei lo masturbava più il sesso si induriva lo poteva sentire crescere nella sua mano.
‘Ora?’ chiese Alice senza smettere, il sesso era eretto in tutta la sua bellezza.
‘Vai ad intuito ragazzina, non morde’ sorrise Ches godendosi il momento.
Alice si inumidì le labbra, credeva di provare disgusto invece l’idea di leccarlo la stimolava, timidamente iniziò a leccare il glande gonfio e bagnato, ci girò intorno continuando a masturbare Ches, più leccava la punta più si sentiva disinibita e con la lingua percorse l’asta dura e venosa, come se fosse un gustoso ghiacciolo la esplorò con leccate piene e vigorose.
‘Visto? Non è difficile’ ansimò Ches mentre Alice dischiudeva le labbra. La ragazza tenne fermo il sesso di lui con una mano, appoggiò le labbra sulla cappella, le aprì e lentamente la prese in bocca, la bagnò con la sua saliva e la succhiò dalla base alla punta, proprio come un ghiacciolo.
Ches gemeva piano, sarebbe bastato poco per venire ma voleva che lei continuasse, voleva che andasse più a fondo ma era la sua prima volta quindi non voleva costringerla, era un supplizio sentire entrare nella sua bocca solo il glande ma poi Alice lo stupì.
La ragazza oltrepassò con le labbra la cappella e lentamente, misurando i movimenti, vedendo fino a dove poteva spingersi iniziò ad accogliere anche parte dell’asta in bocca.
Ches respirava con affanno godendo delle labbra di lei che si muovevano sul suo membro duro, Alice scese fino a sentire la cappella che le infastidiva la gola e poi risalì sempre lentamente, senza fretta scese di nuovo e altrettanto senza fretta risalì, mentre pigramente prendeva di nuovo in bocca il membro di Ches lo guardò e si accorse che lui serrava i denti e iniziava a fremere così decise di aumentare il ritmo e questa volta iniziò a succhiarlo più veloce, con gusto dentro e fuori,succhiava e godeva del piacere che dava.
Il ragazzo si prese il sesso in mano, Alice si scostò e lo osservò, con un profondo gemito Ches venne, lo sperma defluì copioso in più zampilli che andarono a posarsi sul collo e sulle spalle della ragazza.
Alice si ripulì con gli slip che poi abbandonò a terra mentre Ches si rivestiva. Il ragazzo le diede un leggero bacio sulla fronte e lei rispose con un sorriso. Era stata un’esperienza unica, aveva amato ogni singolo istante di quell’incontro e si era dimenticata di Rabbit che li osservava da poco distante.
‘Per essere stata la tua prima volta ti do un voto pieno’ disse Ches divertito, Alice rispose con una riverenza prima di abbracciare Ches per salutarlo.
Ches con un salto felino raggiunse un ramo e poi, saltando da un albero all’altro si inoltrò nel fitto del bosco, solo quando le toccò la spalla Alice si ricordò di Rabbit e avvampò di un antico pudore non ancora abbandonato.
‘Hai’ insomma’ eri qui per tutto il tempo?’ chiese la ragazza.
‘Non vorrai dirmi che ti vergogni, tu mi hai chiesto di restare’ rispose lui osservando la schiena della ragazza per poi scendere con lo sguardo verso il suo sedere nascosto dal vestito, avrebbe voluto toccarla, fonderla con il suo corpo, era così bella che gli toglieva il fiato, ma Lady Diamond era stata chiara, non doveva averla, non lui, tutti gli altri ma lui no.
‘Credevo mi avresti ignorata’ ammise lei girandosi ‘E che te ne saresti andato’
‘Sono la tua guida, se vuoi che rimanga io rimango, se vuoi che sparisca per un po’ lo farò’
Quell’avventura in quel mondo così strano e così famigliare la divertiva e la eccitava, tutto ciò che aveva fatto era stato piacevole, tutto ciò che aveva vissuto l’aveva sempre desiderato infondo al cuore e dietro a tutte le barriere della censura, era pronta ad abbandonarsi a quel mondo, non vedeva l’ora di arrivare al grandino successivo e se in parte la cosa la spaventava non le importava, voleva provare tutto, voleva godere di ogni singolo momento.
‘E ora dove andiamo?’ chiese la ragazza mentre i due si incamminavano nel bosco.
‘Ora andiamo da Cal’
‘Qualche dettaglio in più?’ chiese Alice cercando di sembrare divertita, in verità la risposta di Rabbit le era sembrata fredda e distante, sembrava scocciato e svogliato.
‘Te lo spiegherà lui’ rispose Rabbit senza guardarla, Alice non chiese ulteriori spiegazioni, non gli sembrava per niente di buon umore.
Nella mente del ragazzo la figura di Cal era molto chiara, non erano mai andati d’accordo, Rabbit lo trovava tronfio e pieno di sé, sbrigativo e non curante ma aveva grande seguito alla corte di Lady Diamond, era potente, una guida per i momenti di smarrimento, un indovino che poteva contare pochissimi simili ed era la loro prossima tappa che gli piacesse oppure no.
Alice sentì odore di fumo, fumo speziato alla cannella, forse di un narghilè e poco dopo ne ebbe la conferma, sdraiato a pancia all’aria sul un enorme fungo c’era un uomo che fumava annoiato da un grosso narghilè, la nebbia si alzava voluttuosa nell’aria disegnando le più complicate figure, Alice ne rimase incantata e si stupì nello scorgere il quelle esalazioni la sua figura e quella di Rabbit.
‘Rabbit’ quanto tempo’ disse l’uomo senza degnarli di un’occhiata.
‘Mai abbastanza, Cal’ sussurrò il ragazzo in risposta.
‘Vedo che mi hai portato la ragazza’
‘Ordini di Lady Diamond’ disse Rabbit.
Cal si alzò e si mise a sedere sull’enorme fungo squadrando Alice, era affascinante, con un sapore da dandy di altri tempi, i capelli scomposti e il sorriso mellifluo.
‘Avvicinati’ le ordinò Cal senza troppi convenevoli, Alice cercò lo sguardo di Rabbit e vide che era furente, guardava Cal con odio.
‘Rabbit”
‘Devi andare’ disse il ragazzo, non era d’accordo con quell’incontro, pensava che ci volesse più tatto, più grazia e sapeva che Cal non ce li aveva, ma non poteva andare platealmente contro gli ordini quindi meglio togliersi il cerotto e meglio farlo in fretta.
‘Allora? Ti ho detto di avvicinarti’ disse Cal impaziente.
‘Se non ti piace stringi i denti’ sussurrò Rabbit.
‘Cos’è che non dovrebbe piacermi?’ chiese Alice ma non ottenne risposta perché una spira di fumo la avvolse, la sollevò da terra e la portò di fronte a Cal tenendola ferma dalla vita.
Cal la osservava come se fosse una preda.
‘Ti hanno spiegato che devi dischiuderti a tutte le forme di piacere?’ chiese Cal, Alice era distratta ma vide che Rabbit era poco lontano da lei, anche Ches la spaventava appena conosciuto ma una volta che si era lasciata andare era andato tutto bene, non sapeva cosa dovesse andare bene ma dopotutto via il dente via il dolore quindi si concentrò sul Cal.
‘Si’ rispose quindi rivolta all’annoiato ragazzo seduto sul fungo di fronte a lei.
‘Bene, spogliati allora, voglio guardarti’ disse Cal facendo dondolare le gambe.
Alice si sfilò il vestito rimando nuda di fronte a lui, Cal saltò giù dal fungo e le girò intorno osservandola.
‘Una meraviglia Rabbit’ disse rivolto al ragazzo poco distante che cercò di ignorarlo.
La spirale di fumo che le avvolgeva la vita la sollevò di nuovo da terra per spostarla di fronte al fungo, Alice vi appoggiò le mani per non sbilanciarsi poi sentì la mano di Cal spingerla in avanti costringendola a piegarsi con la pancia, i seni e il viso appoggiati al fungo. Cal le percorse la schiena continuando a parlare con Rabbit.
‘Brutta bestia il desiderio, vero? Costretto a guardare e non toccare’ sogghignò Cal.
‘Falla finita’ sbuffò Rabbit con i muscoli in tensione.
‘Sai Alice, molto spesso le strade che portano al piacere sono dolorose’ disse Cal afferrando a piene mani le sue natiche e massaggiandole vigorosamente come se tastasse della frutta matura per decidere se mangiarla oppure no. Ad Alice tornò in mente Hat e l’istante in cui l’aveva penetrata e aveva sentito il dolore della prima volta ‘E Lady Rubin lo sa bene, è per questo che sei qui’.
La mano di Cal si infilò tra le cosce della ragazza e con prepotenza si insinuò fra le sue grandi labbra e iniziò a masturbarla, era piacevole, eccitante essere presa con quella veemenza.
‘La tua amica si bagna in fretta Rabbit’ disse Cal divertito continuando a masturbarla.
‘Immagino sia inutile chiederti” ma Rabbit venne interrotto da un gemito di Alice.
Cal scoppiò a ridere eccitato e le infilò due dita nel sesso per poi strofinare il clitoride con gli umori ottenuti.
‘Inutile amico mio e poi non senti la sua voglia?’ Alice gemeva e si aggrappava al fungo mentre Cal sfilava il membro duro dai pantaloni, la ragazza sentì il sesso di lui strusciarsi fra le sue cosce, voleva ciò che non aveva ottenuto con Hat, voleva sentirlo dentro di lei e goderne così aprì un po’ le gambe invitandolo a penetrarla.
Il sesso di Cal strusciava su quello della ragazza poi il ragazzo con le dita intrise del piacere di lei iniziò a massaggiarle il solco fra le natiche arrivando all’ano, senza smettere di sfregare il membro turgido fra le grandi labbra. Con il pollice Cal iniziò a stimolare il buco stretto e inesplorato della ragazza, Alice quasi non se ne accorse mentre godeva degli sfregamenti ma quando il pollice di Cal spinse per entrare Alice si bloccò e tentò di togliergli la mano ma una voluta di fumo le bloccò le braccia.
‘Te l’ho detto che le strade del piacere passano dal dolore’ disse Cal puntando il glande gonfio contro l’ano della ragazza che si sentiva come pietrificata, come una preda di fronte al predatore troppo forte impossibilitata e troppo spaventata per scappare.
Alice sentì il glande premere con forza contro di lei e quando entrò la ragazza urlò, questa volta il dolore era forte, molto più intenso di quello che aveva provato con Hat e le lacrime iniziarono a rigarle il viso ma Cal non si fermò e deciso la penetrò, Alice urlò ancora gemendo di dolore mentre lui entrava ed usciva provocando ogni volta una nuova fitta che le percorreva tutto il corpo, sentiva il pube di lui sbatterle contro, il suo sesso entrare a fatica per poi uscire e ripetere il movimento.
Cal la penetrò un’ultima volta con un colpo secco strappandole un altro grido prima di uscire e venirle sulla schiena, Alice sentì i getti tiepidi posarsi su di lei e poi si accasciò per terra ai piedi del fungo mentre Cal si tirava su la zip e tornava a sdraiarsi sopra il fungo a fumare il narghilè.
Rabbit si avvicinò alla ragazza ancora inginocchiata che fissava il terreno, non era pronta a quello, le appoggiò la mano sulla spalla ma la ragazza si scostò e si alzò veloce.
‘Non toccarmi’ disse secca prima di andare via, incurante di essere nuda.
‘Potevi essere un po’ più delicato’ ringhiò Rabbit a Cal.
‘Ringrazia che tocca a me la parte del cattivo, ora puoi fare il baldo cavaliere ed andarla a consolare’ ghignò lui in risposta ‘Poi gli ordini erano chiari, iniziare l’entrata posteriore, non hanno specificato che dovessi fare il carino’
‘Sei un idiota’ grugnì Rabbit disgustato.
Rabbit si mise all’inseguimento della ragazza che vagava nuda per il bosco, la trovò poco dopo appoggiata al tronco di un albero.
‘Alice’ ti senti bene’
‘Perché l’hai permesso?’ chiese la ragazza guardandolo con gli occhi ancora lucidi.
‘Mi dispiace’ disse Rabbit ‘Non è stata una mia scelta’
‘Non’ non riesco a camminare mi fa male ovunque’ ammise lei, era dolorante, ogni passo sembrava infinito e ammetterlo era ancora più doloroso, Rabbit la raggiunse e la prese in braccio, lei lasciò ricadere la testa sulla sua spalla.
‘E’ stato squallido’ disse Alice.
‘Ora ti porto a casa mia, ti fai un bagno caldo e comunque poteva essere piacevole ma Cal è uno stronzo, mi dispiace di averti lasciata a lui ma non avevo scelta, ho degli ordini’
Alice si addormentò sulla spalla di lui lasciandosi cullare da quelle braccia forti.
Una volta giunti a casa Rabbit entrò nel grande bagno dove troneggiava una vasca con piedi e rubinetti in ottone, aprì l’acqua e una volta piena vi immerse la ragazza ancora addormentata.
Al contatto con l’acqua Alice aprì gli occhi e incontrò quelli del ragazzo che le carezzò i capelli e con un piccolo secchiello vi gettò sopra dell’acqua, Alice si lasciò lavare i capelli da Rabbit rilassandosi nell’acqua tiepida.
‘Va un po’ meglio?’ chiese il ragazzo, Alice annuì e si rilassò fino ad addormentarsi nuovamente.
Quando si risvegliò era in un grande letto a baldacchino, avvolta in lenzuola di seta, si sentiva riposata e serena, si guardò intorno stropicciandosi gli occhi ma non vide Rabbit, però sentì dei rumori, si alzò con il lenzuolo avvolto intorno al corpo nudo e si diresse verso la porta socchiusa del bagno, non entrò ma sbirciò dalla fessura, Rabbit era nella vasca da bagno, Alice lo guardò alzarsi e ammirò la schiena scultorea e il sedere di marmo imperlati dall’acqua, lo vide girarsi alla ricerca di un asciugamano e ammirò i capelli neri, il viso da attore di altri tempi, i pettorali scolpiti e il suo sesso abbandonato contro i testicoli, era dalla casetta in legno che desiderava toccare quel corpo, sentirlo avvinghiarsi al suo e la poco piacevole esperienza avuta con Cal non faceva diminuire quel desiderio.
Rabbit si avvolse un asciugamano intorno alla vita e Alice aprì la porta del bagno facendolo sobbalzare.
‘Buongiorno, anzi buon pomeriggio, hai dormito quasi un giorno intero, come ti senti?’ sorrise ma sembrava preoccupato.
‘Bene’ lo rassicurò lei avvicinandosi, appoggiò le mani sul petto del ragazzo, si sollevò sulle punte dei piedi e lo baciò, sentirono entrambi un fremito quando le loro labbra si incontrarono e si schiusero, la lingua di Alice si fece spazio e incontrò quella del ragazzo, danzarono e si intrecciarono in un bacio appassionato poi Rabbit la bloccò.
‘Non possiamo farlo’ sussurrò appoggiando la fronte a quella di lei.
‘Perché?’ chiese Alice interdetta.
‘Ordini di Lady Diamond’
Alice si scostò e Rabbit tirò un sospiro di sollievo, capiva per fortuna, anche perché se si fosse spinta oltre non sarebbe stato in grado di fermarla. La ragazza fece un paio di passi indietro.
‘Non lo verrà a sapere’ disse poi lasciando cadere a terra il lenzuolo e mostrandosi in tutta la sua bellezza, Rabbit percorse il suo corpo con lo sguardo, era così bella, i capelli biondi e lisci abbandonati sulle spalle, gli occhi così celesti da ricordare il cielo dell’estate, i seni floridi e alti, le curve morbide, i fianchi invitanti, il sesso chiuso fra le coscia sode, le lunghe gambe snelle.
Nessuno sarebbe venuto a saperlo, non ne avrebbe fatto parola e avrebbe spiegato alla ragazza che non doveva dirlo a nessuno neanche lei, la voleva, voleva respirare le sue fragranze, voleva percorrere la sua pelle, voleva assaporare il suo gusto, voleva godere dei suoi sospiri.
‘Sei così bella” si avvicinò e cinse la vita della ragazza prima di baciarla con trasporto, Alice si aggrappò al suo collo e con crescente passione approfondì il bacio, le loro bocche sembravano conoscersi da tempo, le lingue volteggiavano in perfetta armonia, poteva sentire il suo sapore entrare nella sua bocca, sapeva di muschio, di neve e di rifugi di montagna.
Rabbit percorse con le mani la schiena della ragazza, la pelle di velluto, quasi priva di imperfezioni, poteva sentire la spina dorsale attraversarla come un’autostrada, scese sui glutei, carezzandone le curve morbide e sode, le mani di lei affondate nei suoi capelli, la sollevò, la ragazza lo avvolse con le gambe e si lasciò portare verso la camera da letto. Rabbit la fece sdraiare sulle morbide coperte mettendosi sopra di lei senza smettere di baciarla e di esplorare il suo corpo con le mani, Alice poteva sentire il membro duro del ragazzo premere contro l’asciugamano ancora avvolto intorno alla sua vita, puntò i piedi e con un deciso colpo d’anca assecondato dal ragazzo gli fu sopra, gli baciò il viso poi il collo, la lingua entrò in contatto con la pelle del ragazzo che venne percorsa da brividi di piacere, scese lungo la clavicola, sulla gola, lungo lo sterno. Rabbit le accarezzava i capelli godendo di quel momento, Alice voleva assaporare ogni centimetro di quel corpo, ogni anfratto, la sua lingua giocò con i capezzoli di lui prima di avventurarsi verso gli addominali scolpiti e poi ancora più giù.
‘Così mi fai morire’ sospirò Rabbit quando Alice gli tolse l’asciugamano di dosso, il sesso del ragazzo, eretto in tutto il suo marmoreo splendore era grosso e venoso ‘Vieni sopra di me, voglio assaggiarti’ ma Alice scosse la testa, voleva dedicarsi a lui così si chinò e iniziò a leccarlo.
La lingua percorse tutta l’asta, dai testicoli alla punta del glande, girò più volte intorno ad esso prima di scendere di nuovo per poi compiere lo stesso percorso, sentiva il respiro di Rabbit pesante e irregolare così iniziò a leccare più veloce e mentre leccava notò i testicoli gonfi e senza pensarci si spostò su di essi, Rabbit gemette di piacere e lei fece scivolare i testicoli nella sua bocca, succhiandoli e tirandoli leggermente e strappando altri gemiti. Alice tornò con la bocca sul glande e lentamente lo prese in bocca, la mano di lui si appoggiò sulla sua testa, lei succhiando scese un po’ lungo l’asta, Rabbit la spinse dolcemente e lei discese, poi succhiò tendendolo in bocca, salì e scese succhiando eccitata, voleva provare così scese ancora cercando di superare il fastidio che sentiva alla gola, non riusciva a tenerlo tutto in bocca, era poco oltre la metà ma c’era ancora troppa strada così iniziò a toccare e masturbare quella parte di asta che non le entrava in bocca, sentirlo pulsare nella sua gola, riempirla e quasi soffocarla le piaceva da morire, continuò a succhiare finchè Rabbit non la bloccò fremente e ansimante ma lei non smise di succhiare fin quando il seme di lui le invase la bocca, si fermò e inghiottì tenendo il membro in bocca e lasciando che lui venisse copioso gemendo di piacere. Rabbit ansimava per l’orgasmo e Alice si arrampicò su di lui fino ad arrivare alla sua bocca, lui la baciò delicatamente prima di riportarla sotto di lui, la lingua del ragazzo si spostò sul suo collo mentre una mano scese sui seni, Alice era completamente abbandonata, Rabbit arrivò con la lingua sui seni, bagnandoli della sua saliva, succhiando i capezzoli che si inturgidirono fra le sue labbra poi scese lungo il ventre e Alice aprì le cosce, Rabbit afferrò i seni stringendoli e palpandoli, pizzicando delicatamente i capezzoli mentre con la lingua percorreva le cosce di lei, fino ad arrivare al pube che baciò e leccò poi lambì con le labbra i contorni del sesso di lei, Alice divaricò ancora di più le cosce ansimante di piacere, piccoli gemiti e grandi sospiri uscivano liberi dalla sua gola, la lingua del ragazzo inumidì le grandi labbra, le percorse e poi vi ci si infilò, giocò con il clitoride che sotto il suo tocco si gonfiò di piacere, Rabbit con le dita dischiuse lo scrigno di lei e leccò gli umori che uscivano abbondanti, con la lingua ne esplorò gli anfratti, ogni movimento di lui corrispondeva ad un gemito di lei, con il pollice Rabbit iniziò a stuzzicare e premere il clitoride turgido, Alice era scossa dai tremiti, la lingua di lui scavava nel suo sesso ormai grondante senza lasciarle respiro, neanche quando l’intenso piacere le contrasse i muscoli in spasmi regolari e lei urlò, Rabbit le bloccò i fianchi che si contorcevano per l’orgasmo e continuò a leccarla profondamente, con più velocità mentre lei godeva e gemeva forte aggrappandosi al lenzuolo, l’orgasmo le invase tutto il corpo con una scarica che le fece inarcare la schiena e tremare le gambe, gettandola nel più sublime dei piaceri, fuori da ogni suo controllo il corpo godeva e si contorceva.
Rabbit si staccò dal sesso della ragazza, prese le sue gambe e se le portò sopra alle spalle, Alice rossa ed accaldata chiuse gli occhi sentendo nuove ondate di piacere quando il membro eretto di Rabbit iniziò a strusciarsi sul suo sesso bagnato, lui la guardava e godeva del suo piacere, la cappella entrò fra le grandi labbra della ragazza e ci mise poco a trovare l’entrata, lentamente Rabbit la penetrò e lei gemette di piacere quando lo sentì tutto dentro di lei. Il ragazzo rimase così per qualche istante per darle il tempo di abituarsi al suo sesso, finchè non fu lei a iniziare a contrarre e distendere i muscoli dei suoi genitali. Alice iniziò a muovere i fianchi, sentendo il sesso di lui muoversi al suo interno, poi Rabbit uscì e rientrò, questa volta meno lentamente strappandole nuovi gemiti, iniziò a penetrarla con più veemenza, dentro e fuori con colpi decisi e profondi, i loro corpi entravano in collisione e si fondeva, entrambi ansimavano e gemevano, ogni spinta faceva aumentare il piacere di lei, ogni volta che lui entrava lei sentiva una scossa che arrivava dritta al cervello, ogni volta che usciva il suo corpo spasimava per averne ancora, Rabbit non smise di penetrarla neanche quando lei si aggrappò al lenzuolo, i suoi muscoli si contrassero con forza, spasmi regolari che stringevano il sesso del ragazzo, Alice urlò il suo orgasmo e lui diminuì la velocità delle penetrazioni lasciandola crogiolarsi nel suo stato di ottundimento.
Rimase con il pene ancora eretto dentro di lei che pian piano calmò il respiro, poi lei lo guardò eccitata e colma di piacere:
‘Hai detto che può essere piacevole’
‘Cosa?’ chiese Rabbit uscendo da lei e baciandola delicatamente.
‘Voglio riprovare’ disse lei mettendosi a gattoni, Rabbit inginocchiato dietro di lei sentì il membro ergersi di voglia, tornando duro come il marmo.
‘Sicura?’ chiese il ragazzo, Alice in tutta risposta schiuse le gambe, Rabbit le schiuse le natiche con le mani e iniziò a leccarla, con le dita riprese a masturbarla portando i suoi umori verso l’ano e bagnandolo, continuò a lubrificarlo con saliva e umori e poi iniziò a stimolarlo con un dito, a massaggiarlo, Alice lo invitò a continuare, lui lo bagnò e la penetrò delicatamente con un dito, continuò a lubrificare e poi infilò un secondo dito, Alice gemeva estasiata mentre lui lo allargava un po’ mentre con l’altra mano intrisa degli umori di lei si lubrificava il sesso duro, poi si sedette e accompagnò Alice a sedersi sopra di lui fino a quando la sua cappella non premette contro il buchino di lei.
‘Io non mi muovo, fai tu’ disse il ragazzo, con una mano si teneva il membro, con l’altra teneva Alice per il fianco per aiutarla.
Alice poteva sentire il glande premere, fu lei a iniziare a spingere, lentamente scese e sentì la cappella entrare, era leggermente doloroso ma piacevole, niente in confronto a quello che aveva provato con Cal, scese ancora fino a quando con un gemito forte non fu tutto dentro e lei seduta sopra a Rabbit, con una mano il ragazzo le afferrò i seni, con l’altra riprese a toccarla e con due dita la penetrò mentre lei iniziava a muoversi, quando si sentì sicura iniziò a fare su e giù e lui la seguiva godendo di quella penetrazione, gemevano e ansimavano, Rabbit sentì che mancava poco così la prese per i fianchi e con decisione la penetrò nuovamente nel sesso grondante, Alice si muoveva e contorceva sopra di lui che afferrò entrambi i suoi seni, lei sentì arrivare un nuovo orgasmo e gridò di piacere mentre i colpi di lui si facevano più serrati, i muscoli di lei si contrassero intorno al membro fremente e Rabbit con un gemito poderoso venne, Alice sentì il seme di lui invaderla in più fiotti copiosi e riempirla, la ragazza si abbandonò alle braccia di lui che la sostennero con la schiena abbandonata contro il suo petto e sesso e gambe ancora frementi di piacere.
Rabbit uscì da lei, la fece girare e la baciò con passione stringendola a sé, poi si sdraiarono stremati e appagati fra le lenzuola intrise del loro piacere.
Quando Alice tornò in camera da letto dopo essersi fatta un bagno Rabbit era già vestito e le porse una camicia, la ragazza se la mise addosso e poi si legò una sciarpa in vita, era un vestito un po’ rudimentale ma almeno la copriva.
‘Dobbiamo proprio andare?’ Rabbit annuì prima di baciarla delicatamente sulle labbra.
‘Lady Diamond ci aspetta’
‘Cosa devo fare esattamente?’ chiese Alice mentre uscivano di casa.
‘Devi prendere la corona di Lady Diamond dal castello di Lady Rubin’
‘Perché io?’ chiese la ragazza.
‘Perché non sei marchiata’ rispose lui ‘Ognuno di noi porta il marchio di Lady Diamond’ aggiunse mostrandole una cicatrice sull’avambraccio, a guardarla bene si potevano notare le lettere L e D leggermente sovrapposte.
‘A cosa le serve la corona?’ domandò ancora la ragazza.
‘Chi possiede la corona possiede il nostro mondo, da quando ce l’ha Lady Rubin dominano morte e distruzione, deve tornare nelle nostre mani o andrà solo peggio’ spiegò Rabbit.
Era un po’ che camminavano quando Alice vide finalmente le torri bianchi del castello, Rabbit le afferrò i polsi e le parlò con espressione seria.
‘Non devono sapere quello che è successo fra di noi’
‘Ok’ ma posso chiederti perché?’
‘Ho disubbidito ad un ordine diretto di Lady Diamond, non potevo averti, tutti ma non io’
‘Perché?’ chiese lei non capendone il motivo.
‘Questo non lo so’
‘Cosa succede se lo scoprono?’ chiese ancora la ragazza.
‘Potrei essere esiliato o torturato o condannato a morte, nessuno osa disubbidire agli ordini di Lady Diamond’ rispose Rabbit, era conscio dei pericoli che correva per quel gesto ma non sarebbe tornato indietro per niente al mondo ‘Cal le avrà riferito che l’abbiamo visto parecchio tempo fa quindi”
” quindi io ero molto stanca e mi hai fatta riposare da te, è per quello che siamo in ritardo e soprattutto tra di noi non è successo nulla’ concluse Alice, Rabbit sorrise la tirò a sé e la baciò con passione, solo quel bacio risvegliava l’eccitazione, sentire il corpo della ragazza contro il suo, la lingua che esplorava la sua bocca ma si staccò, non c’era tempo, erano già in notevole ritardo.
Lady Diamond li accolse con un ampio sorriso quando i due entrarono nella sala del trono, la donna seduta sul trono sembrava brillare di luce propria, il corpo snello e i seni prosperosi erano rivestiti da un abito bianco come la neve aderente e scollato, i capelli neri erano ordinatamente raccolti in una crocchia.
‘Benvenuta mia cara!’ esclamò alzandosi dal trono e andando ad abbracciare Alice.
‘Salve” disse timidamente la ragazza osservando le carnose labbra rosso rubino e i grandi occhi verdi smeraldo.
‘Siete in ritardo, Cal è passato ieri ad avvisarmi del vostro arrivo’ disse poi lei con una nota di disappunto rivolta a Rabbit.
‘Scusate mia sovrana, la ragazza era stanca’
‘Ora non pensiamoci, Rabbit puoi andare a riposare anche tu, mi occuperò io di Alice ora e domani metteremo in atto il piano in modo che tu possa seguirla da mia sorella’
‘Agli ordini’ rispose Rabbit, non voleva dare nell’occhio così non rivolse neanche un saluto ad Alice prima di uscire dalla sala del trono.
‘E ora a noi, c’è pronto un lauto banchetto per noi due’ disse Lady Diamond prendendo Alice sottobraccio e conducendola in una sala adiacente.
Alice si accomodò alla tavola imbandita e Lady Diamond fece altrettanto.
‘Mi scusi Lady Diamond”
‘Puoi chiamarmi Lux mia cara e dammi del tu’ sorrise lei, sembrava così giovane, non dimostrava più di trent’anni ma qualcosa diceva ad Alice che in quel posto l’età era piuttosto relativa.
‘Rabbit mi ha detto che devo prendere la corona dal”
‘Ce ne preoccuperemo domani di cosa devi fare, ora goditi il cibo’ rispose Lux sorridente ‘E quando sarai sazia continueremo ciò che hai interrotto ieri’
Alice la guardò interrogativa ‘Con tutto il rispetto ma non voglio rivedere Cal’
Lux scoppiò a ridere ‘Non preoccuparti mia cara, non era di Cal che parlavo’
La ragazza tornò tranquilla e le due chiacchierarono del più e del meno mentre lei mangiava di gusto quella che sembrava carne di pollo con contorno di verdure che avevano la consistenza delle patate, il colore delle carote e il gusto dell’insalata.
Quando Alice ebbe finito di mangiare Lady Diamond la fece alzare da tavola e battè le mani, uno stuolo di donne non più alte di un metro entrò e iniziò freneticamente a portare via le vettovaglie e i piatti vuoti, Alice seguì Lady Diamond che la portò in un’altra sala adiacente.
La luce nella sala era soffusa, al centro troneggiava un grande letto tondo con vicino un tavolo pieno di vettovaglie.
‘Assaggia’ disse Lux prendendo una fragola blu da un vassoio e porgendola alle labbra di Alice che la morse, era dolce e sapeva di cannella ‘Ora siediti mia cara’.
Alice si sedette sull’enorme letto e Lady Diamond fece qualche passo indietro, sciolse la crocchia lasciando che i capelli le ricadessero sulle spalle, poi sciolse i nodi che tenevano su il vestito e lo lasciò scendere a terra, rimase nuda di fronte ad Alice che osservava curiosa la scena, quella pelle di alabastro, i grandi seni floridi e sodi, i capezzoli morbidi e rosei, il ventre piatto e il sesso liscio, le gambe lunghe e i piedi affusolati.
‘Sei magnifica’ disse la ragazza.
‘Spogliati mia cara’ Alice eseguì, tolse la sciarpa dalla vita e poi la camicia e nuda si lasciò guardare dalla donna. Lux si accostò alla ragazza, le scostò i capelli dal viso e gentilmente la baciò, Alice ricambiò il bacio assaporando la fragranza di ciliegie e la lingua gentile della donna, Lux la strinse a sé facendo aderire i loro corpi e accarezzandole la schiena e i glutei, Alice fece lo stesso percorrendo con le mani il corpo della donna.
‘Sdraiati ora e dischiudi le gambe’ disse Lux, lei lo fece e osservò la donna prendere quella che sembrava melassa dal tavolo di fianco al letto, gliela fece colare sui seni e sul ventre poi a partire dall’ombelico iniziò a leccarla salendo verso i seni, leccando i capezzoli che si inturgidirono, li succhiò con decisione facendoci schioccare la lingua, poi fece colare altra melassa sul pube di Alice, le aprì le cosce e la fece colare anche sul sesso dischiuso, la melassa tiepida si insinuò dentro di lei e la donna riprese a far scorrere la lingua.
Alice gemeva mentre Lux affondava la lingua nel suo sesso dolce, poi la donna si mise sopra di lei dandole il suo sesso in bocca e Alice iniziò ad esplorarlo a sua volta con la lingua e le labbra, si aggrappò alle natiche di Lux e immerse il viso fra le sue cosce sode leccando.
Quando la donna aumentò il ritmo la ragazza fece lo stesso ed entrambe si lasciarono cullare da un orgasmo delicato gemendo l’una nel sesso dell’altra.
Lux accaldata si stese di fianco alla ragazza che riprese a masturbarla delicatamente leccando e succhiando i prosperosi seni e sentendo i capezzoli ritornare duri fra le sue labbra ancora umide del piacere della donna, Lux spalancò le cosce e le tenne con le mani sentendo le dita della ragazza esplorare il suo sesso bagnato e turgido.
Alice scese con la testa fra le cosce della donna e prese a leccarle il clitoride gonfio e arrossato, la sentì gemere di piacere, la ragazza si mise sopra alla coscia della donna dischiuse il suo sesso e lo fece aderire a quello di lei poi iniziò a strusciarsi, i succhi si mischiavano, i clitoride frizionavano facendole ansimare forte, le due spingevano e si muovevano.
Alice si fermò prese una lunga zucchina viola e lucida dal tavolo di fianco al letto e senza smettere di strusciarsi contro Lux iniziò a bagnarla con la sua saliva, succhiandola e poi passandola alla donna per fargliela succhiare a sua volta, una volta bagnata la zucchina Alice si staccò dalla donna, aprì il suo sesso grondante di piacere e riprese a succhiarle il clitoride poi puntò la zucchina sulla fessura di Lux che gemette di piacere al contatto e con un colpo secco la penetrò strappandole un urlo di piacere. La lunga zucchina sporgeva parecchio dal sesso di Lux così Alice si mise nuovamente in ginocchio sopra alla donna, portò una mano fra le proprie cosce, la immerse nel sesso bagnato e lo dischiuse, tenne ferma la zucchina per metà dentro Lux e l’altra metà se la infilò nel sesso con un gemito accorato. Tenendo ferma la zucchina fra loro le due iniziarono a muoversi ma ciò non sembrava soddisfarle, così Alice tolse la zucchina dal proprio sesso, si girò e lo porse alla bocca di Lux che prese dal tavolo una seconda zucchina, la puntò sul sesso della ragazza e la penetrò con forza. Entrambe ripresero a leccare voraci e a penetrarsi a vicenda con le zucchine, con forza e velocità le introducevano nei sessi zuppi, con foga leccavano e succhiavano i clitoridi gonfi fino a quando non vennero entrambe scosse da un potente orgasmo.
Lux aiutò Alice ad alzarsi dall’enorme letto e nude raggiunsero una grande sala da bagno e si immersero in una lussuosa vasca piena di schiuma.
‘Sei portata per questa vita’ disse Lady Diamond sorridendo maliziosa alla ragazza che arrossì leggermente.
‘Devo dire che è stata una sorpresa anche per me’ ammise lei.
‘Quando ho saputo che eri vergine ho programmato altri incontri per farti allenare ma a quanto posso intuire da come ti sei comportata con me non ce n’è bisogno quindi credo proprio che tu sia pronta’
‘Per andare da Lady Rubin?’ domandò Alice.
‘Esatto, non potevamo lasciarti varcare le porte del suo castello pura, sarebbe stato pericoloso per te, mia sorella è una sovrana malvagia che si nutre di tutto ciò che è puro lasciandone solo il bozzolo’ ad ogni parola di Lux la voglia di Alice di andare da Lady Rubin diminuiva ‘Da quando ha la mia corona regna incontrastata sul regno, devo riaverla per riportare ordine’
‘Perché non hai mandato qualcuno dei tuoi?’ chiese Alice.
‘Sono marchiati, non si sarebbe mai fidata di uno di loro, quando sei venuta nel nostro mondo la prima volta eri solo una bambina, non dovrebbe riconoscerti, non porti nessun marchio e comunque cambieremo le tue sembianze e il tuo nome’
‘Credevo che Rabbit mi avrebbe seguita”
‘Ti accompagnerà nei pressi del castello di mia sorella e farà in modo che le sue guardie ti trovino poi si farà catturare in modo da poter entrare, sarà tuo compito liberarlo dalle segrete e distrarre mia sorella e la sua corte mentre lui ruba la corona’
‘Ma come farà? Insomma’ capisco distrarla ma credo che se ne accorga se qualcuno gli toglie la corona dalla testa’ ribatté la ragazza.
‘La corona è nelle segrete, in una camera protetta dalla magia, non la indossa mai’ rispose Lady Diamond.
Non le sembrava un gran piano, le sembrava far acqua da tutte le parti ma non era il suo mondo, non erano le sue regole quindi tanto valeva provare e sperare che andasse tutto bene.
‘E se dovessero scoprirci?’ chiese Alice.
‘Prega che non lo facciano’ rispose Lux uscendo dall’acqua ‘Io mi ritiro, una damigella ti accompagnerà nelle tue stanze, riposati e poi penseremo ai dettagli’.

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