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Racconti Erotici Etero

Amministratore di condominio

By 3 Marzo 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Conservo ancora in mente la curiosa avventura di cui fui piacevolmente partecipe tempo fa, allora, ancora non gravato molto dal peso degli anni, fui costretto a recarmi di persona negli appartamenti delle persone particolarmente morose ed inadempienti al pagamento della quota mensile di affitto. Molti mi diedero strane e curiose giustificazioni al fatto di non aver corrisposto per mesi la loro quota, altri mi attaccarono verbalmente anche in modo brusco ma in tutti i casi, meno uno, riuscii a risolvere il problema. Mi soffermo con i pensieri proprio su quel caso, l’appartamento di Sophie, strana ragazza che viveva all’ultimo piano. Quasi mai presente rientrava molto tardi di notte per poi sparire nuovamente al pomeriggio. Altro non sapevo della sua vita a parte il fatto che la giovane donna di media statura, mora e dagli occhi da cerbiatto aveva sempre un sorriso aperto con tutti e un’espressione felice stampata sul volto.
Verso mezzogiorno mi decisi di suonare al campanello, lo feci più e più volte, sapevo che c’era finché venne ad aprirmi. Con i capelli bagnati che stavano ancora gocciolando la donna indossava un accappatoio giallo chiuso in vita da un complicato nodo fatto alla fettuccia che solamente lei sapeva gestire. Mi guardò con sguardo interrogativo, poi mi sorrise mostrandomi i candidi denti che brillavano creando un piacevole contrasto con la carnagione leggermente abbronzata che la contraddistingueva durante tutto l’anno.
‘Buon giorno signor Giovanni, in cosa posso esserle utile?’, mentre mi parlava distrattamente si toccava i capelli passando le dita affusolate tra le ciocche nere corvine.
‘Ehm, vede signorina Sophie, è la fine di Marzo e ci sarebbe di pagare la rata mensile d’affitto, anzi vorrei informarla che è in ritardo nel pagamento anche dei mesi di dicembre, gennaio e febbraio. Sono costretto a chiederle un saldo delle sue inadempienze’.
Stavo con le mani in tasca mentre non sapevo dove guardare, aveva delle curve eccezionali che si immaginavano anche con il grosso accappatoio che portava.
La ragazza mi guardò con i suoi occhioni mentre mi fece cenno di entrare: ‘Venga con me sior Giovanni che intanto che parliamo mi asciugo i capelli oppure mi becco un malanno’. La seguii lentamente stando un paio di metri dietro a lei per guardarla camminare, scalza, faceva dei passetti leggeri che davano al suo esile corpo un andamento sinuoso. Molto interessante…
entrammo nel bagno dove premette un doppio interruttore per accendere la grande specchiera che sovrastava la vasca e quindi, prendendo in mano il phon, iniziò ad asciugarsi tirando i capelli con una spazzola tonda, ogni tanto mi guardava e sorrideva mentre io, inebetito dalla sua bellezza non riuscivo a proferir parola. Dopo essersi pettinata un po’ poggiò l’asciugacapelli su una piccola mensola bianca dove molti oggetti da donna stavano sparsi qua e là, rossetti ciprie e quant’altro sembravano buttati là rovesciando una borsetta e dimenticati per non so quanto tempo.
‘Vede Giovanni’, iniziò Sophie, è che non ho proprio nulla da darle, mi creda. Sto facendo un lavoro ma mi pagheranno tra un po’. Intanto non ho veramente nulla, mi creda, non appena intasco i soldi le pago tutti i debiti.
Mi innervosisco un po’, la ragazza era stata già avvisata più volte tramite lettera ed adesso non mi può cadere dalle nuvole in questa maniera: ‘Senta signorina, mi creda, devo chiederle almeno un anticipo altrimenti sarò costretta a sfrattarla con decorrenza immediata’
Sophie improvvisamente iniziò a fissarmi in modo diverso, quasi terrorizzata mi prese le mani implorandomi: ‘La prego, non mi faccia questo, non mi rovini. Se adesso mi butta fuori di casa non saprei proprio dove andare. Mi creda, non sto cercando di fregarla!’
‘Mi spiace’, rispondo, ‘non posso farci nulla, le regole sono uguali per tutti’.
Sophie si mise a terra nell’angolo tra la vasca da bagno e il lavandino: ‘Mi vede Giovanni? Qui è tutto quello che ho, non possiedo altro, per ora le chiedo di farmi una proroga, poi le sarà dato tutto’.
‘Sophie, non posso, veramente’.
‘Glie lo chiedo in ginocchio, come sono, non posso fare nulla’
‘Allora sono costretto a mandarla via da questo appartamento’
‘No! La prego! Mi guardi! Le darò tutto quello che ho…’ e con un gesto della mano destra si slaccia il cordone che tiene chiuso l’accappatoio e tirando indietro le spalle se lo fa scivolare via dal corpo rimanendo completamente nuda’
Mi blocco davanti a tutta quella bellezza, la donna tiene le mani sulle cosce mentre, inginocchiata leggermente di lato rispetto alla vasca alza la testa guardandomi con le lacrime agli occhi. I due piccoli seni iniziano a sobbalzare mentre in lacrime mi implora di aiutarla.
‘Vede signorina, io devo tornare a casa con almeno un suo anticipo, poi si vesta, la prego…’.
Al contrario la giovane si asciuga le lacrime con un lembo dell’accappatoio rimasto a terra e quindi si prende con le mani al bordo della vasca tirandosi un po’ indietro e guardandomi negli occhi. Io non riesco a fare altrettanto osservando il fisico incredibile che si disegna in questa posizione, le costole segnano il torace magro facendo sembrare i seni più grandi. In basso, tra le cosce, spunta un ciuffo di pelo nero ben curato che inizia a far svegliare qualcosa nel mio basso ventre.
Poi si appoggia alla vasca bianca rivestita da piastrelle marroni e mi guarda, sorridendo: ‘Mi vuole vedere Giovanni?’
Io, inebetito, faccio segno di si con la testa, allora lei sposta leggermente una gamba tirandosi un po’ su. Ora riesco a vedere bene tra le sue cosce e il mio pene inizia a svegliarsi dal sonno profondo che era costretto dalla vita con la mia vecchia e fastidiosa moglie.
Divarica le gambe un po’ di più e si abbassa mettendo tutte e due le mani per terra stringendo i seni tra le braccia in modo da schiacciarli tra loro. I capezzoli sono turgidi e la donna inizia a mimare un bacio con le sue labbra morbide. Poi si butta indietro sempre tenendo le gambe larghe e mettendo una mano davanti all’inguine come per cercare di coprirsi, con l’altra si copre un po’ i seni e fa un’espressione sorpresa: ‘No Giovanni, cosa vuole fare?’.
Io non riesco a dire nulla, sono troppo eccitato, prendo coraggio e mi avvicino a lei andando a sfiorarle una coscia che lei divarica un po’. Poi le tocco un seno saggiando la durezza del capezzolo rigirandomelo tra pollice ed indice, Sophie mi spinge indietro coprendosi di nuovo i seni con le braccia ma tenendo le gambe aperte e mettendo un piede proprio sotto la vagina.
Il suo corpo brilla della poca acqua rimasta sulla pelle ed io al massimo dell’eccitazione apro la patta dei pantaloni tirando fuori il pene eretto e desideroso di andare ad esplorare l’intimità di quella bella figliola. Intanto Sophie si appoggia al muro buttando le gambe avanti e stringendole, io avanzo un poco mettendole una mano sul ginocchio, lei tira alza i piedi da terra mettendo la schiena sul pavimento, allora io le afferro con una mano le caviglie, mentre con l’altra, a mo di cucchiaio, le accarezzo le grandi labbra già umide dalla sua eccitazione. Poi mi spinge via e apre le gambe tenendole leggermente alzate, in questo modo mi presenta il suo sesso aperto davanti a me che mi metto in ginocchio per assaggiarlo. Le lecco lentamente le gradi labbra introducendo poi la lingua per un po’ all’interno andando a mordicchiare il clitoride, la ragazza non emette nessun grido di piacere ma sono sicuro che sta godendo alla grande. Poi le tiro di nuovo su le gambe andando a leccarla sotto passando più e più volte la lingua desiderosa del suo sesso. Quindi la donna mi allontana spingendomi con i piedi, io, in brodo di giuggiole la giro con la testa verso il muro tenendola a terra e alzandone una gamba che appoggia al bordo della vasca. Tenendo tra le mani un suo piede mi abbasso un po’ leccandola ancora. Sophie poi si alza tenendo il sedere alto e guardandomi, io non ne posso più e lavatomi in un attimo i pantaloni mi avvicino a lei e tenendola per i seni la penetro da dietro soddisfacendo il mio desiderio. L’amo più e più volte finché vengo tra le natiche sode mentre con una mano la tengo ferma poggiando una mano sul collo.
Finito tutto la donna si gira e va a spegnere una luce della specchiera, poi agisce anche sull’altro tasto e mi guarda soddisfatta: ‘E ora Giovanni mi abbuonerà tutte le rate dell’affitto finché avrò voglia di rimanere in questo appartamento di merda’
Meravigliato la guardo mentre sta indossando nuovamente l’accappatoio giallo: ‘Ma come, io non posso fare questo…’
‘Si che può, il secondo tasto che ho premuto a spento una telecamera nascosta che ogni tanto utilizzo con qualche cliente e anche un registratore che ha preparato una bella cassetta delle sue prestazioni… bravo veramente!’
‘Ma come, Sophie, io pensavo che volesse…’
‘Si dolcezza’, fa la ragazza guardandomi divertita, a sua moglie non piacerà il video che ho registrato e poi consideri che, registrandovi sopra la mia voce potrei far sembrare il suo attimo d’amore come uno stupro nei miei confronti, quindi ora faccia lei…’
Sorridendo le feci segno di si con la testa: ‘Ha vinto lei Sophie, non le chiederò nulla…ma se venissi qualche volta a trovarla….’
La ragazza mi guardò divertita: ‘Quando vuole Giovanni, si ricordi però che la prima è stata gratis, le altre sono trecento a prestazione, ora la prego se ne vada, ho voglia di dormire ancora un po’. Oggi è venerdì e al night farò molto tardi. Buona giornata’

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