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Racconti Erotici Etero

Anime dannate 10 Giochi proibiti

By 23 Gennaio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Un altro giorno, &egrave volato via, tutti i tempi liberi sono dedicati a Patrizia e ogni volta l’asticella sale.
Stasera, per la prima volta la porto fuori.
Voglio parlare con lei di mia figlia Luisa.
Sto guidando sulle colline di Rimini, una mano sul volante l’altra tra le sue cosce calde e disponibili.
Per la serata lei si &egrave vestita con un vestito nero a tubino che mette in mostra tutto di lei, &egrave molto provocante e ho già appurato che sotto non porta niente.
Sto stuzzicando le sue parti intime, la reazione &egrave spontanea, le dita cominciano a bagnarsi;
– Dimmi di mia figlia.
– Non mi piace parlare della mia migliore amica , mentre suo padre ha una mano tra le mie cosce.
Risponde con una voce gutturale chiaramente falsata dalla situazione erotica che ho creato;
– Voglio solo sapere se anche lei se la fila con uno più maturo o cosa?
– Non mi va di parlarne adesso…
Patrizia, si sposta e languidamente mi abbassa la cerniera, non aspetta permessi ne ho intenzione di proibirgli quello che ha in mente, sento il calore della mano e poi, il calore della bocca, guardo estasiato la sua testa dondolare avanti e indietro e tutto si perde, rallento vistosamente.
Ad ogni suo attacco, rispondo spingendo dentro al suo piccolo bocciolo la mia voglia di lei.
Sono obbligato a fermarmi quando sento che la ragazzina, ha cominciato a fare sul serio quello che voleva fare.
Aumento il ritmo insieme a lei, stringo la clitoride facendola sobbalzare e poi fremere.
Lei, controbatte con un morso vorace che mi fa gemere violentemente.
Cerco di muovere il bacino verso lei.
In questo momento di follia erotica ai bordi della strada dove chiunque potrebbe vederci, Patrizia, &egrave diventata la padrona del gioco, la ragazzina, &egrave maturata in un modo esponenziale: molto più sicura e famelica, affronta le sue nuove esperienze con ardore portandomi all’estremo piacere del sesso.
Prendo i capelli e li tiro per farla uscire, lei, scende a stringere con la sinistra i miei testicoli stringendoli e le labbra si forzano al massimo facendomi contrarre e urlare.
Lascio la presa dei capelli e l’accarezzo sui seni trovando due capezzoli duri.
Lei sa cosa fare, rallenta e segue per intero il suo percorso, la mia mano, ha lasciato la sua calda vagina e sta giocando con i suoi glutei, li tocca e li palpa;
– Ho una gran voglia di questo, ragazzina e presto l’avrò…
Questa frase sussurrata, aumenta la mia eccitazione già molto avanti, lei mugola e capisce che sono molto vicino, si posiziona meglio per ricevermi completamente e si aiuta con le mani, una sotto e una che segue la bocca.
Tutto, &egrave perfetto e il miracolo si ripete.
Patrizia, sta diventando veramente molto brava, &egrave portata a fare felici i suoi uomini, la passione che ci mette, &egrave sopra le righe.
Penso che sarà un ottima amante e probabilmente un ottima madre che saprà fare felice il proprio marito e non solo, &egrave portata per il sesso, le piace proprio, le viene naturale, ha solo bisogno di essere stimolata al punto giusto.
Prendo fiato.
La guardo nella poca luce trasmessa da un lampione lontano,’ ha un fisico mozza fiato. D’altronde, ha solo venti anni’ penso, in realtà il suo fisico , &egrave curato e levigato da tanta palestra;
– Allora, mi dici chi frequenta mia figlia?
– Che palle che sei, lasciala stare;
– Non voglio crearle casini, voglio solo essere sicuro che frequenti le persone giuste.
– E le persone giuste chi sono, quelle come te?
– Non lo so, dimmelo tu.
– Beh, sicuramente sei una sicurezza e poi, a me piacciono le persone decise.
– Torniamo a Luisa.
– Uff…Se la fa con un trentenne pieno di soldi, non credo che sia sposato, ma, &egrave uno che pretende molto da lei.
– Cosa intendi?
– Diciamo…Uno come te? Quando parla del suo uomo, lo fa cadere dal cielo, sembra che a letto sia insaziabile.
– Non come me.
– Tu vai benissimo, sei molto più di quello che mi aspettavo e mi mandi sempre sopra le righe, io, come sai, non ho molta esperienza, ma, tu riesci a farmi sballare di brutto e sei riuscito a farmi fare certe cose….
– E a promettertene altre…
– Si, ho sentito, ma dal dire al fare…
– Ci sono io.
E ridiamo insieme accarezzandoci come due fidanzatini.
– Tu cosa ne pensi del suo ragazzo.
– Ha gli occhi da duro, sono convinta che a modo suo, le vuole bene, ma, la fa girare come una trottola, lei, &egrave molto presa e questo, può essere pericoloso per lei.
– Approfondisci, grazie…
– Poi t’incazzi.
– Ho detto che voglio solo proteggerla.
– Una sera, mi ha raccontato che lui le ha chiesto di fare un numero a tre, lei, in un primo momento, &egrave rimasta perplessa, l’idea le dava fastidio, era gelosa che lui volesse un altra ragazza, ma lui, ha chiarito che l’altra, era un altro, mi ha detto che era rimasta basita.
– E come &egrave finita?
Lo dico cercando di stare calmo.
– Non lo so, ultimamente esco sempre con te.
– Fammi sapere e avrai il tuo primo aumento di stipendio.
– Mi paghi per fare la spia?
– Ti pago per che lo meriti, il resto, &egrave un extra.
– Non mi sembra una bella idea frugare nelle sue cose.
– Sei la sua migliore amica, vuoi che finisca nei casini?
Ci pensa;
– No, certo che no…Ok, cercherò di sapere qualcosa.
– Ottimo, e adesso andiamo a mangiare, sei riuscita a farmi venire una fame pazzesca.
– Chissà come ho fatto…
E mi mostra quella sua lingua calda e golosa.
La cena, &egrave una scusa per fare passare del tempo, io, ho ancora voglia di lei e lei, sembra apprezzare questo periodo, &egrave continuamente al cellulare a trovare scuse con il pseudo fidanzato e con la famiglia.
Siamo appena usciti dal locale, sono circa le dieci di sera, il suo ragazzo chiama, lei risponde e io affondo le mani sotto la gonna, mi piace metterla in difficoltà, non &egrave facile riuscire a tenere un timbro di voce normale se qualcuno ti accarezza in mezzo alle gambe, se poi, quel qualcuno s’intrufola a cercare un rifugio caldo, &egrave ancora più dura.
Lui parla, Patrizia allontana il cellulare per non fare sentire il suo gemito, poi, cerca di fermarmi e ottiene l’esatto opposto.
Mi sono eccitato per quel gioco e spingo la falange nel suo fiore, fino in fondo, le scappa un gemito più forte;
– Che hai?
Sento la voce del ragazzo.
– Niente, era uno sbadiglio, sono stanca.
– Ah, ok, ci sentiamo domani.
– Va bene, ciao.
Si gira furiosa, ma eccitata;
– Sei proprio un bastardo , ma di quelli proprio bastardi, di prima categoria, già gli faccio le corna,
non ti basta?
Siamo nel parcheggio delle macchine, c’&egrave poca luce.
– No, non mi basta.
La spingo verso la mia mercedes, l’appoggio al cofano e apro la cerniera, il sesso paonazzo dal desiderio sa dove andare, cosa cercare, le alzo il vestito ai fianchi, le poggio due dita alla bocca, lei capisce, le prende al volo e le succhia decisa, mentre io la penetro selvaggiamente.
L’urlo per la penetrazione secca si smorza sulle dita, ormai Patrizia ha una vulva che si &egrave adattata alle mie dimensioni, quando ho spinto, era più che pronta a ricevermi.
La guardo negli occhi, sono pieni di passione, le piace quello che sta vivendo e tutte queste nuove esperienze, la gratificano.
Continuo a sbatterla sul cofano, qualcuno, di nascosto ci sta guardando ma non me ne frega niente.
Le ho messo le mani sulle natiche e entro profondamente in lei, a ogni spinta, lei sussurra qualcosa, percepisco le ultime parole;
– Questo, &egrave scopare…Si….Si…
Le devo mettere di nuovo la mano sulla bocca, sta per esplodere nel suo piacere e stiamo dando troppo spettacolo, sento le sue mani prendere i miei glutei e stringerli focosamente spingendo il bacino a scontrarsi con il suo, uniti al massimo e poi, il tremore che sancisce la vittoria dei sensi.
Cerco di calmare i suoi scatti inutilmente.
Aspetto che finisca di scalpitare tenendola il più possibile.
Poi, improvvisamente, con un ultima stretta, si accascia sul cofano;
– Cazzo…é stato incredibile…Veramente incredibile.
Mi guarda con gli occhi stretti dal piacere, la lussuria, &egrave ancora con lei;
– Tu non sei venuto.
– No, questa volta no, ma, non ti preoccupare, la serata, &egrave lunga e le voglie sono tante…

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