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Anna 3

By 17 Ottobre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Capitolo 5 ‘ Anna 3

Al sabato, verso l’una, Anna si presentò alla mia porta. Veniva direttamente da scuola e portava due zaini, uno con i libri ed un altro con alcuni vestiti.

Il pranzo era già pronto per cui le dissi di accomodarsi ed iniziammo a mangiare. Durante il pranzo, iniziai a darle le regole che avrebbe dovuto osservare.

-‘Cara Anna, innanzitutto, come deve fare una brava schiavetta, la prima regola &egrave ubbidire al tuo padrone. Se non lo farai sollecitamente, potrai venire punita. Le punizioni potranno essere degli sculaccioni ma anche altro. Hai capito ?’

-‘Sì signore, cercherò di fare del mio meglio per non deluderla’

-‘Bene, in secondo luogo, il tuo obiettivo deve essere la felicità del tuo padrone, per cui ti adopererai per far sì che io sia sempre contento e soddisfatto. Ovviamente, una schiavetta non ha alcun diritto di essere gelosa. Se, ad esempio, io decidessi di fare sesso con un’altra donna, tu farai in odo che io lo possa fare al meglio, sia assistendomi che servendo me e la mia occasionale compagna’.

-‘Qualunque donna ?’

-‘Certo, anche Claudia, se ne avessi voglia’

-‘Ma ‘ ‘

-‘Cosa ti ho detto ?’ feci, con tono secco.

-‘Sì signore, mi scusi signore, non si ripeterà’.

-‘Ecco, così va meglio. Se volessi scoparmi la tua amica Giada, il tuo obbligo sarà di fare in modo che il tutto avvenga nel modo più semplice e veloce. Hai capito bene ?’

-‘Sì, signore. Se vuole fare sesso con Giada, la convincerò io e la farò trovare pronta per lei, signore’.

-‘Brava, vedo che sei lesta ad imparare. Poi, altra regola. A casa starai nuda, sia per studiare che per le faccende di casa. Ma ti &egrave assolutamente vietato farti vedere da altri nuda se non te lo dico io. In caso tu avessi freddo, me lo dovrai dire. Deciderò io se farti indossare qualcosa oppure alzare il riscaldamento. Quando usciremo assieme, invece, sarai sempre vestita in modo sexy e senza intimo, affinch&egrave tutti possano apprezzare quanto &egrave bella la mia proprietà. Se invece uscirai da sola, tipo per andare a scuola o cose simili, ti dovrai coprire per bene. Siamo intesi ?’

-‘Sì, signore. Vuole che mi ora mi vada a spogliare ?’

-‘non occorre, prima finiamo di pranzare. Ti spoglierai poi. Infine, ci sono le regole che ti ho dato l’altra volta. Le ricordi ?’

-‘Sì, signore : dovrò studiare, non dovrò avere ragazzi, non posso uscire se prima non le ho chiesto permesso, devo correre da lei non appena mi chiama. Va bene ?’

-‘Sì, va bene. Man mano che che ci saranno nuove regole, te le comunicherò per tempo. Ora parlami della tua amica Giada’.

-‘B&egrave, &egrave un po’ più bassina di me, capelli biondi e lisci, occhi verdi, &egrave più formosa di me, ha una terza di seno, fianchi larghi e culetto rotondo più grosso del mio.’

-‘Ha un bel viso ?’

-‘Ecco, signore, questa &egrave lei’ mi disse dopo aver preso il cellulare ed aver cercato fra le foto. Aveva un bel visetto, ma un sorriso furbetto sulle labbra.

-‘Ed ha un ragazzo ?’

-‘Si vede con uno dei nostri compagni, ogni tanto escono insieme, ma non &egrave una cosa seria’

-‘E tu e lei avete giocato assieme, vi siete spogliate, leccate, toccate ?’. Diventò rosa come un pomodoro ed abbassò lo sguardo. ‘Lo sapevo, sei una porcellina. Mi stai facendo venire voglia di scoparmela. Ma ora mi dedicherò a te. Come schiavetta, comunque, hai pure qualche diritto. Io devo essere gentile con te, severo ma giusto, punirti se sgarri ma anche premiarti se fai tutto bene. Inoltre, ti dirò, io mi affeziono alle mie cose. Per cui puoi aspettarti il mio affetto’.

A queste mie parole, Anna balzò in piedi, venne da me e s’inginocchiò al mio fianco, abbracciandomi e posando la sua testa sulle mie gambe.

-‘Oh, grazie, signore, lo sapevo che lei sarebbe stato un padrone buono, &egrave più di quello che mi aspettavo da lei’.

-Bene, ora che abbiamo finito, alzati e rassetta la cucina, poi prepara il caff&egrave e prendi due tazzine, una per me ed una per te e vieni di là in soggiorno’. Detto ciò, mi alzai e mi diressi in sala, dove mi sedetti sulla mia poltrona preferita e mi misi a leggere.

Dopo circa un quarto d’ora iniziai a sentire dell’aroma di caff&egrave, Poi, subito dopo, arrivò Anna con il caff&egrave. Si era spogliata ed era nuda, indossava soltanto un grembiule dei miei. Posò il caff&egrave sul tavolino e si slacciò il grembiule.

-‘Mi scusi, sa, signore, se ho messo il grembiule per fare i lavori’ disse, rimanendo in piedi davanti a me, mentre mi porgeva la tazzina di caff&egrave.

-‘Hai fatto bene. Ora siedi pure sul divano e beviamoci sto caff&egrave. Mmmm, &egrave buono, brava’

-‘Grazie signore, lei &egrave molto gentile con me’ fece, mentre si sedeva. Finito di bere, appoggiai la tazzina sul tavolino e così fece lei.

-‘Bene, ora riposa pure un po’. Poi devi studiare’. Lei prese le tazzine ed il grembiule e portò tutto in cucina e ritornò subito in sala.

-‘Mi scusi signore, posso sedermi sulle sue ginocchia ? Vorrei stare vicina a lei’ mi chiese con fare compunto, lo sguardo basso, le mani incrociate in grembo.

-‘Certo, vieni, siedi pure’ dissi. Lei si sedette sulle mie gambe, le sue gambe raccolte sotto di sé, la testa appoggiata alla mia spalla, mentre io le passavo un braccio attorno alla schiena per tenerla.

-‘Oh, grazie, signore, &egrave bello stare così, con lei, lei &egrave così dolce’ fece.

Io iniziai ad accarezzarla, mentre mi veniva un’erezione da favola che iniziava a spingere contro il suo culetto. Lei, pian piano, iniziò a muoversi, per massaggiare il mio pene duro, con dei sospiri. Io, nel frattempo, avevo iniziato a stuzzicarle i capezzoli, che stavano diventando sempre più duri. Le infilai un dito nella passerina e la trovai allagata. Mentre lo facevo lei emise un mugolio di puro godimento. Iniziai a muoverle il dito dentro e lei venne con un bellissimo orgasmo, aggrappandosi a me.

A quel punto si alzò, mi sfilò pantaloni e boxer, con il mio membro che immediatamente svettò. Poi mi venne sopra, lo prese, lo indirizzo all’ingresso della sua patatina e si abbassò, prendendolo tutto dentro, con un gran sospiro. Rimase ferma per un attimo, facendomi sentire le contrazioni della sua vulva e poi iniziò ad andare su e giù lentamente, muovendo il bacino anche avanti ed indietro, dandomi delle sensazioni bellissime sul cazzo. Dopo un po’ di tempo ebbe un altro orgasmo. Si alzò e si voltò, dandomi la schiena per impalarsi nuovamente sul mio membro, iniziando nuovamente ad andare su e giù. Lei ebbe altri orgasmi, le era venuto il fiatone e si fermò. Allora mi alzai, sempre piantato in lei, alzandola con me, la feci mettere piegata a 90 ed iniziai a pomparla alla pecorina. Infine, venimmo assieme e la riempii del mio succo.

Estrassi il mio uccello dalla sua passerina e mi sedetti. Lei s’inginocchiò davanti a me ed iniziò a pulirmelo per bene, leccandolo, mentre si teneva una mano sulla fighetta per non sporcare con lo sperma che le colava. Quando mi ebbe pulito per bene con la sua linguetta rosea, si alzò ed andò a farsi un bidet. Ritornò dopo qualche minuto e si fermò, sempre nuda, davanti a me.

-‘Brava, Anna. Ora che ci siamo rilassati, ti devi mettere a studiare. Puoi farlo qui, sul tavolo del soggiorno’ le dissi, mentre mi alzavo.

Lei si sedette su una delle sedie dopo aver messo un asciugamano per non sporcarla, tirò fuori i suoi libri e si mise a studiare. Io, invece, rimasi in poltrona dopo essermi sistemato i pantaloni, e continua a leggere. Più tardi accesi il PC, navigai per un po’, poi andai a controllare la cucina e la trovai perfettamente pulita ed ordinata, come io non ero mai stato capace di sistemarla. Infine, andai in camera da letto, dove trovai le sue cose ordinatamente piegate sul letto. Aveva portato un paio di pantaloni eleganti, una camicetta scura semitrasparente, un vestitino corto tipo sottoveste con le spalline, una gonna plissettata molto corta, un top senza maniche, un paio di sandaletti ed un paio di scarpe chiuse, entrambi con un tacco da circa 5 cm ed un completino di biancheria intima molto sexy, composta da un piccolo reggiseno di pizzo trasparente ed un tanga dello stesso materiale che le avrebbe lasciato le chiappette completamente scoperte.

Di ritorno in sala, le annunciai :

-‘Ora io vado a fare spese. Starò via per circa un’ora. Tu continua a studiare che poi t’interrogo. Non aprire a nessuno e non rispondere al telefono sino al mio ritorno. Se ti serve internet per le tue ricerche, il PC &egrave acceso’

-‘Bene, signore’ rispose, in modo gentile.

Al mio ritorno la trovai come l’avevo lasciata. Misi via gli acquisti (alimentari, detersivi, ecc., insomma, la spesa settimanale) e poi ritornai in soggiorno. Mi disse cosa aveva fatto e cosa aveva studiato. La interrogai per almeno un’ora, ma rispose perfettamente a tutte le mie domande, anche alcune a trabocchetto. Era brava ed intelligente.

-‘Bene, vieni di là, ora ci vestiremo ed andremo prima a fare una passeggiata e poi a cena fuori. Ho voglia di mangiare del pesce. A te piace ?’

-‘Oh, sì, signore, mi piace. E come mi devo vestire ?’

-‘Inizia a provare tutto quello che hai portato, voglio vedere come ti stanno i vestiti che hai portato, poi deciderò’.

Con la camicetta, non si vedeva quasi nulla ma s’indovinavano le forme del suo piccolo seno, la gonnellina plissettata le stava molto bene ma le lasciava praticamente scoperto il culetto, il top era molto aderente, le modellava il seno e faceva risaltare i capezzoli, il vestitino le stava stupendamente, le modellava il seno, lo scollo era profondo ma non esagerato e poi le arrivava a circa metà coscia, per cui, alla fine, decisi per il vestitino ed i sandaletti. Ovviamente, senza intimo.

Prendemmo la mia macchina per arrivare fino in centro città, posteggiammo e poi iniziammo a fare un giro, a guardare vetrine. Lei stava aggrappata al mio braccio anche se, con i tacchi era alta poco meno di me, e mi stava incollata come un’ostrica. Indubbiamente, eravamo uno spettacolo, io anziano sessantenne e lui una sventola diciottenne con un fisico da indossatrice. Chissà i pensieri della gente !

Per divertirci, entrammo in un paio di negozi, uno di abbigliamento ed uno di intimo. In entrambi le feci provare alcuni capi, che lei indossò denudandosi in camerino davanti a me e poi facendo la sfilata all’interno del negozio. In quello di intimo, ad un certo punto, uscì per farsi vedere con un completino che la lasciava completamente esposta, tanto era trasparente. Ci godemmo le facce di quelli che ci stavano attorno. Alla fine, comperammo una camicetta traforata che non lasciva nulla all’immaginazione. Quando uscimmo ci facemmo delle gran risate commentando le facce delle commesse e del pubblico presente nei negozi.

Alla fine, andammo a bere un aperitivo, seduto ad un bar nella piazza principale. Lei stava seduta con le gambe accavallate, con il vestito che mostrava una bella porzione di seno e la gonna che mostrava tutte le sue lunghissime gambe. I camerieri erano come impazziti, ci ronzavano attorno per cercare di vedere il più possibile. Poi, come per far tacere tutti, lei si piegò verso di me e mi diede un lungo bacio. Alla fine, ce ne andammo stando abbracciato stretti, le nostre teste a contatto, la gente che mormorava, chi scandalizzato, chi d’invidia. Poi riprendemmo la macchina ed andammo in un ristorante, dove cenammo in un separé a lume di candela, con lei che ogni tanto mi baciava. Quando riprendemmo la macchina per tornare a casa, come prima cosa le toccai la patatina. Era completamente allagata.

-‘Sei una porcellina, ti sei eccitata’ le dissi.

-‘Oh, sì, signore, sono così felice ed eccitata, la mia prima uscita con il mio padrone’

Quando arrivammo a casa, non appena chiusa la porta, lei si levò il vestito e mi mise le braccia al collo, iniziando a baciarmi con passione, mentre io l’abbracciavo stretta. Appena la lasciai, mi prese per mano e quasi mi trascinò fino in camera da letto. Lì iniziò a spogliarmi, facendo di tutto per farmi eccitare al massimo, accarezzandomi, strusciandosi addosso a me con il suo bel corpicino. Quando finalmente mi levò i boxer ed mio membro si erse ben dritto, mi spinse fino a farmi stendere sul letto, supino.

Lei si mise a cavalcioni su di me ed iniziò un lento accarezzarmi e massaggiarmi con le sue tettine, a strusciare la sua fighetta su tutto il mio corpo, a farmi il solletico con i suoi lunghi capelli, a baciarmi, leccarmi. Poi, quando entrambi raggiungemmo il massimo dell’eccitazione, si mise sopra il mio inguine, prese il pene con la sua manina, lo scappellò per bene e se lo puntò all’entrata della passerina, abbassandosi poi molto lentamente, fino a farmi arrivare fino in fondo. Iniziò a cavalcarmi, prima lentamente, poi sempre più in fretta, fino a venire una prima volta. Si fermò un istante per assaporare in pieno il suo orgasmo ma poi riprese a muoversi. Andò avanti per molto tempo, ebbe svariati orgasmi, ma voleva farmi venire a tutti i costi. Ma io, dopo essere venuto al pomeriggio, avevo una buona resistenza. Lei cambiò più volte posizione, godevamo entrambi da matti. Infine, quando lei stava per crollare, esausta, venni anch’io, assieme al suo ennesimo orgasmo.

Si accasciò su di me, sfinita, sudata. Io la tenni abbracciata sul mio petto, era così leggera, un piacere tenerla fra le mie braccia. Ma era la mia schiavetta, non potevo avere cedimenti, anche se in
quel momento provavo un sentimento che riempiva il cuore. Dovevo fare il duro anche se non ne avevo alcuna voglia. Quindi, sempre tenendola fra le mie braccia, mi voltai e rimanemmo coricati di fianco, fronteggiandoci.

Appena ripreso fiato, Anna iniziò a baciarmi ed a ringraziarmi per averle permesso di rendermi felice. Le sorrisi ma la staccai da me e le dissi che dovevamo lavarci. Lei si alzò di scatto ed andò a preparare il bagno, il mio accappatoio, tutto affinch&egrave fosse perfetto, poi venne a chiamarmi. Entrammo entrambi sotto la doccia e lei iniziò a lavarmi coscienziosamente, poi io lavai lei. Alla fine mi asciugò, mi fece indossare l’accappatoio e poi si asciugò. Infine ci coricammo, lei sempre incollata a me.

Mi svegliai come al solito piuttosto presto. Anna dormiva ancora. Era uno spettacolo bellissimo, rannicchiata, i capelli neri sparsi sul cuscino, il corpicino nudo. Faceva tenerezza, così giovane e ora così presa dal suo ruolo. Rimasi a guardarle per un po’. Infine, andai in cucina a preparare la colazione. Quando fu pronta, andai in camera a chiamarla. Quando la svegliai, fece un balzo, quasi spaventata.

-‘Ma signore, doveva chiamarmi, avrei preparato tutto io’ disse, affannata, timorosa di aver sbagliato.

-‘Ieri sera sei stata bravissima, sei stata perfetta in tutto e quindi ho pensato di farti riposare. Non prendertela, non hai sbagliato nulla. Ora vieni, facciamo questa colazione’.

Si alzò e mi seguì, facemmo colazione, lei mi ringraziò. Quando finimmo, io andai a mettermi un paio di pantaloni della tuta, mentre lei rimase a rassettare la cucina. Poi andò a lavarsi, pettinarsi, si truccò pure leggermente e poi venne, nuda come da ordini, a sedersi accanto a me sul divano e si attaccò a me, posando la testa sul mio petto.

Dopo un po’ che stavamo così, mi alzai di scatto, facendola quasi cadere.

-‘Bene, ora hai riposato abbastanza. Ora fai le pulizie della casa mentre io leggo i giornali su internet, poi prepara il pranzo. Poi faremo l’amore al pomeriggio. Ora vai !’

Da brava schiavetta ubbidiente, fece tutto quello che le avevo ordinato. Ogni tanto veniva da me a chiedere dove andavano messe le cose. Quando ebbe finito, venne a chiedermi cosa desideravo per pranzo. Glielo dissi e lei corse a cucinare. Quando fu tutto pronto venne a chiamarmi. Aveva preparato la tavola solo per me.

-‘E tu non mangi ?’

-‘Prima devo servirla, signore, mangerò dopo’ rispose. Le sorrisi.

-‘Va bene comportarsi da schiavetta, ma non esagerare. Ora prepara anche per te e siedi qui a fianco a me, mangeremo assieme, sempre’ le dissi.

-‘Non sapevo quali fossero i suoi desideri ed allora ieri ho studiato quello che deve fare una schiavetta e come deve comportarsi, signore’ fece, scusandosi. Poi si sedette e pranzammo assieme.

Finito il pranzo, mi sedetti in sala, mentre lei rigovernava. Poi mi preparò il caff&egrave e me lo portò. Finito di bere, la presi in braccio prima che potesse protestare e la portai in camera, la adagiai sul letto ed incominciai i preliminari, prendendo il controllo della situazione.

Dopo averla adagiata sul letto, la feci mettere a pancia in giù ed iniziai ad accarezzarla, sfiorandola con i polpastrelli, sulla testa, sul collo, le braccia, la schiena. Lei era percorsa da fremiti e le veniva la pelle d’oca dove la sfioravo. Iniziò a sospirare. Proseguii con le mie carezze sulle natiche, le cosce, i polpacci, i piedi, pian piano iniziai a risalire, prima le gambe, le sfiorai l’interno delle cosce e lei aprì le gambe come per offrirmi i suoi buchetti, di cui uno ancora inviolato. Oltre a sospirare iniziò pure a gemere sommessamente. Continuai quelle carezze per un pezzo, poi iniziai a baciarla delicatamente, con un dito le sfiorai la passerina. Oramai era un lago ma stava immobile a gustarsi le mie carezze.

La feci voltare supina e iniziai a fare lo stesso, ad accarezzarla, soltanto sfiorandola con i polpastrelli, le sfiorai il viso, le labbra, il collo, il petto, le accarezzai delicatamente i capezzoli, che erano già belli duri, scesi, sempre soltanto sfiorandola con l a punta delle dita, sul pancino, i fianchi, intrufolai le dita nello scuro cespuglietto che ornava il suo monte di venere. Lei alzò il bacino come per offrirsi a me ma io continuai con le carezze lungo le gambe. Quando iniziai a baciarla delicatamente sul viso fu percorsa da un fremito incontrollabile, eccitata al massimo. Le baciai gli occhi, il nasino, le labbra, gli angoli della bocca, il mento, il collo, il petto, iniziai a baciarle i capezzolini, due cosine scure, dure, le baciai il pancino e poi mi posizionai fra le sue gambe, la faccia immersa nel cespuglietto ed iniziai a succhiarle il clitoride, a leccale la patatina, a baciargliela. Ebbe un altro fremito, le venne la pelle d’oca su tutto il corpo e venne, scaricando i suoi umori sulla mia lingua.

Come mi alzai per spogliarmi, si aggrappò a me, mi spogliò freneticamente e, quando mi misi in posizione sopra di lei, volle guidare il mio pene, dentro alla sua micetta allagata e fremente. Entrai fino ad affondare completamente in lei e mi fermai per godere di quella meravigliosa sensazione che si prova ad avere il membro avvolto dal caldo umido di una passerina accogliente. Poi, inizia a dare lenti e lunghi affondo, mentre lei aveva un leggero sussulto ogni volta che le schiacciavo l’utero. Venne quasi subito.

Le feci allora cambiare posizione, mettendole le gambe piegate ed i piedi appoggiati sul mio petto, poi, le gambe sopra le mie spalle, poi a forbice, ed ogni volta lei aveva un orgasmo. Infine, la feci distendere prona, un cuscino sotto il bacino ed io le infilai il mio membro nella passerina da dietro. Venne ancora, ma questa volta venni pure io. Dopo essermi scaricato, stimolato dalle continue pulsazioni della sua vagina, lo estrassi e mi stesi al suo fianco, esausto. Lei pure rimase nella posizione in cui l’avevo lasciata, stremata dai continui orgasmi.

Non appena si riprese, si avvinghiò a me ed iniziò a baciarmi. I suoi ringraziamenti furono una cosa molto bella, dolce. Alla fine si stese al mio fianco e la tenni stretta a me per un bel po’.

Quando ci riprendemmo, si era fatta sera. Le ordinai di preparare il bagno, dicendole che avremmo fatto la doccia assieme. Lei si precipitò a preparare il tutto, poi venne a chiamarmi, mi lavò, la lavai, ci asciugammo a vicenda. Infine, ci rivestimmo e le dissi che l’avrei accompagnata a casa sua per fare una passeggiata.

La lasciai davanti al suo portone e ritornai nel mio appartamento, soddisfatto del mio fine settimana.

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