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Anniversario in tre

By 19 Gennaio 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Una serata romantica tra me, Antonella, e Claudio, in un ristorantino che ci aveva visti studenti insieme anni fa, un percorso a ritroso nella memoria che mi stavo godendo in pieno relax.
Io e Claudio siamo sposati da tre anni ma ci conosciamo da almeno 10 da quando, matricole, ci ritrovammo nello stesso corso. Fu subito amicizia, frequentando stessi corsi e compagnie, ma l’amore venne dopo, appena laureati, quando ci accorgemmo entrambi che la gioia del traguardo raggiunto era offuscata dal pensiero di non vedersi più. Guardarsi negli occhi e ritrovarsi sotto le lenzuola insieme abbandonando la festa fu un tutt’uno. Ci mettemmo insieme e fu naturale scegliere la stessa occasione di lavoro prospettataci da una grossa azienda a cui avevamo inviato i CV, andando a vivere insieme per poi deciderci, una volta verificata la solidità del futuro, di fare il grande passo.
Era il nostro anniversario e avevamo deciso di rivedere i posti di quando eravamo studenti, quindi una passeggiata vicino la facoltà, aperitivo al bar ora frequentato da tanti altri giovani, salutati con calore dal proprietario che si ricordava bene di noi, infine cena in un localino romantico in periferia dove lui portava le sue morose e dove ero stata portata anche io dal mio boy qualche volta.
Dicevo che ero in pieno relax, godendomi le attenzioni di Claudio che mi corteggiava come non fossimo sposati. Avevo scelto un tailleur beige molto elegante, abbinandovi scarpe tacco 12 in tinta, ma la vera sorpresa era nascosta; in previsione dell’epilogo naturale della serata mi ero recata in un negozio scegliendo della lingerie molto più sexy di quella a cui ero abituata e l’avevo abituato. Doveva essere una giornata memorabile e lo era””fino a quel momento.
Sentii il rumore della sedia scostata e la voce che ci salutava:
– Guarda guarda chi ho trovato, piccioncini loro. Quanto tempo &egrave passato –
Era Aurora, la conoscevo perché frequentavamo lo stesso gruppo, ragazza vispa e allegra era rimasta in facoltà come ricercatrice e erano anni che non la vedevo. La ricordavo bene ma soprattutto ricordavo che era la ex di Claudio. Si erano lasciati sei mesi prima della laurea e Claudio aveva passato alcune serate a piangere sulla mia spalla.
Era bella allora, ora forse lo era ancora di più. Jeans attillatissimi e camicetta con i bottoni aperti sino al solco del seno, una terza abbondante che attirava gli sguardi come un magnete, il sedere rotondo e ben evidenziato, capelli corti e sbarazzini ancora oggi che non era più una ventenne.
Sedutasi prese le nostre mani stringendole per salutarci.
– Che sorpresa, che bello rivedervi’ –
e giù una sfilza di come va, come mai, come siete cambiati eccetera eccetera.
Guardai Claudio e lo vidi rigido, non so se per lo shock del rivederla o per la fastidiosa interruzione.
Aurora andò avanti a parlare spiegandoci che passando ci aveva visti dalla vetrina e era entrata.
Chiamò il cameriere facendosi apparecchiare e continuando a parlare, o meglio stordendoci di chiacchiere, s’insinuò nel nostro t’te-à-t’te. Né io né Claudio trovammo la forza di opporci e facemmo buon viso a cattivo gioco pensando che avremmo poi avuto tutta la serata per riprendere il nostro idillio.
Aurora si dimostrò istrionica intavolando conversazioni su tutto e facendoci, in definitiva, rilassare e divertire. Parlava principalmente lei sprizzando simpatia da tutti i pori. Complice qualche bicchiere di vino, eravamo alla seconda bottiglia ordinata da lei, io e Claudio ridevamo e partecipavamo, sembravamo proprio un gruppo di amici da sempre.
Alla fine il discorso finì sul sesso e Aurora ci disse candidamente di trovarsi nel ‘periodo saffico’ della sua vita. Io spalancai gli occhi e lo stesso fece Claudio.
– Ah ah ah ah, dite la verità, quando mi sono seduta avete pensato che volessi riprovarci con Claudio? No cari miei, lui non &egrave in pericolo, casomai lo sei tu Antonella –
e lo disse posandomi una mano sulla coscia stringendola piano.
Credo che diventai di tutti i colori, non che io sia una puritana, solo che non avevo mai pensato né avuta l’ispirazione di fare sesso con un’altra donna. Mentre coprivo l’imbarazzo prendendo per l’ennesima volta il bicchiere di vino mi accorsi che ero un pochino eccitata. I discorsi precedenti mi avevano già stimolata e ora sentire la sua mano calda sulla coscia mi piaceva.
– Senti Aurora, ma come mai hai cambiato tendenza? Claudio mi aveva accennato che’ –
– Che ci facevamo grandi scopate? Vero, le ricordo ancora bene, e altre ne ho fatte dopo di lui ma cosa vuoi, ogni tanto viene voglia di cambiare e una mia amica, lesbica da sempre, mi ha fatto provare come può essere dolce un rapporto con un’altra donna. Non so come andrà a finire, ogni tanto sento ancora il bisogno di ‘qualcosa di duro”’ non so se mi spiego, per ora supplisco con i dildo poi se tornerà la voglia di un cazzo vero si vedrà, per intanto &egrave così”. –
E cominciò a descrivere nei dettagli i suoi rapporti con le sue amiche. Claudio era silenzioso, rosso in viso per l’imbarazzo di quella che tutto era meno che una normale conversazione, invece io mi scoprii interessata a quel che diceva Aurora e la sollecitavo chiedendole particolari, e intanto mi sentivo sempre più eccitata. A un tratto Aurora s’interruppe e mi prese per mano:
– Scusa Claudio, devo rifarmi il trucco, mi presti tua moglie per farmi compagnia? ‘
e senza attendere risposta mi tirò con se verso la toilette.
Entrammo in quella delle signore e Aurora chiuse la porta dietro di noi. Mi appoggiai al lavabo guardandola avvicinarsi a me, aveva lo sguardo di una leonessa che fissa una gazzella e in quel momento mi sentivo veramente preda, le gambe non erano molto salde, la testa mi girava un po’, forse ero un po’ ubriaca, una miscela di varie sensazioni si era impadronita di me lasciandomi confusa.
Aurora arrivò davanti a me e senza parlare chinò la testa da un lato appoggiando le sue labbra alle mie.
Sentivo la punta della lingua cercare di entrare in me. Con un sussulto mi staccai.
– No, scusami, io non ho mai baciato una donna, non so se sia giusto con Claudio di là” –
– Rilassati Antonella, non c’&egrave nulla di male a baciare un’amica, tu mi piaci, mi piaci molto’-
E mi baciò ancora. Questa volta non ressi, con la punta della lingua mi leccava piano le labbra. Le dischiusi appena e la mia lingua uscì a incontrare la sua. Fu un attimo, mentre Aurora mi slacciava la giacca del tailleur sotto la quale avevo solo l’intimo. Con la mano s’impadronì del mio seno carezzandolo e io mi sentii ancora più eccitata, la mia micina stava iniziando a bagnarsi, la situazione era intrigante quanto inaspettata.
Aurora con entrambe le mani mi fece salire la gonna sino alla vita. Con le dita scese a carezzare la mia micina da sopra il perizoma. Fu la resa definitiva. La mia bocca si spalancò accogliendo la sua lingua vincitrice e ci baciammo profondamente scambiandoci saliva a colpi di lingua, duellando ora nella mia bocca ora nella sua, e le sue dita ora avevano scostato la stoffa e erano profondamente dentro di me.
Stavo godendo, la testa che mi girava, una sensazione di caldo insopportabile. Ancora pochi tocchi sapienti e venni, venni sulle sue dita bagnandole completamente, venni nella sua bocca succhiandole la lingua, venni sulle sue spalle a cui mi aggrappai tremante per non cadere, sentendo le gambe cedere.
Mi ripresi lentamente mentre Aurora con un sorriso ironico si portava le dita alla bocca succhiandole.
– Sei squisita ‘
mi disse.
Mi diedi una rinfrescata e uscii con lei tornando al tavolo. Claudio appariva preoccupato.
– Ci avete messo un’enormità, che &egrave successo? –
– Discorsi tra donne caro il mio maschietto, e se farai il bravo te ne metteremo a parte”’. –
Rispose Aurora e io vedendo un significato diverso da quel che poteva comprendere Claudio sentii un brivido corrermi lungo la schiena.
Uscimmo dal ristorante dopo aver saldato il conto e Aurora ci sequestrò, nel senso che non diede peso al nostro diniego al suo invito a casa sua, poco distante, per il bicchiere della staffa e mettendosi in mezzo a noi due a braccetto con entrambi ci trascinò lontani dall’auto. Dopo pochi minuti eravamo nel suo appartamento, arredato con gusto molto femminile, e seduti sul divano stavamo sorseggiando altro vino bianco fresco.
– Claudio, lo sai che la tua mogliettina poco fa al ristorante mi &egrave venuta sulla mano come una cagnetta? Non mi aspettavo fosse così calda, anche con te &egrave così eccitabile? –
Aurora disse la frase come se chiedesse dove volevamo andare in vacanza; io rimasi a bocca aperta, Claudio quasi si strozzò col vino.
– Vuoi dire che nel bagno voi”’ tu”.. ‘
Mi guardò e avrei voluto scomparire, ero ancora frastornata dai recenti avvenimenti, dalle mie reazioni, da Aurora che mi si fece vicina e mi abbracciò sbottonandomi la giacca.
– Sì caro mio, ho ficcato le mie dita nella micetta di Antonella e le ho ritirate fradice, tra l’altro ha un sapore squisito, non trovi? –
La situazione come la conversazione era surreale, io e Claudio attoniti e Aurora che si muoveva da padrona e io non feci nulla per impedirle di togliermi prima la giacca e poi la gonna restando in intimo.
– Guarda guarda che completino, sei una sorpresa cara Antonella, metti sempre queste cosucce? –
Il coordinato che indossavo l’avevo scelto apposta per la serata con Claudio, viola con pizzo nero, alto sulle anche che lasciava molto scoperte le mie chiappette mentre il reggiseno a balconcino aveva l’inserto in pizzo che lasciava intravvedere i capezzoli. Le risposi:
– No, &egrave che questa sera &egrave il nostro anniversario e io”’. per lui”.. –
Mi tirò per le braccia fino a farmi alzare e mi fece spostare davanti a Claudio.
– Vedi Claudio come s’&egrave preparata per te? Non dici nulla? Avvicina la faccia ‘
e da dietro mi fece scendere lo slip fino alle ginocchia. Claudio eseguì tirandosi avanti sul divano, ora aveva il viso a pochi centimetri da me.
– Leccala! ‘
fece Aurora abbracciandomi da dietro, le mani sui miei seni, mentre mi baciava il collo.
E Claudio obbedì, oramai eravamo nelle sue mani. Sentii la lingua picchiettare sul clitoride prima di avventurarsi tra le labbra e io presi a bagnarmi. Ero intimorita ma sovraeccitata da quella situazione che nemmeno lontanamente avrei potuto immaginare poche ore prima. Claudio &egrave un bravo linguista, ha imparato come leccarmi e io presi a mugolare mentre Aurora continuava a strapazzarmi i seni che ora aveva liberato.
Mi sentii tirare bruscamente all’indietro perdendo il contatto con la lingua di Claudio.
– Basta per adesso, voglio vedere come te la cavi tu ‘
e mi spinse a inginocchiarmi. Non ebbe bisogno di dirmi cosa fare, lo sapevo, e amavo succhiarlo. Gli sciolsi la cintura e gli scesi calzoni e slip liberando il suo cazzo che era rigido, eccitato anche lui dalla situazione. Me ne impadronii ficcandomene subito metà in bocca e presi a succhiarlo. Aurora da dietro mi spinse fino a farmi assumere la posizione a pecora. Mi penetrò con due dita e io succhiai più forte strappando un gemito a Claudio.
Ero sempre più eccitata, amavo sentirlo duro e possente in bocca, lo sentivo mio più di quando me lo metteva nella micetta. Il suo cazzo profondamente infilato nella mia bocca soffocò un mio urlo di piacere quando Aurora, da dietro, prese a leccarmi insistendo sul clitoride. Era brava, più di Claudio, e cominciai a sentire salire l’orgasmo.
Continuai a dedicarmi a Claudio segandolo mentre gli succhiavo la sola punta dentro la mia bocca, poi lo leccavo tutto intorno alla cappella scendendo verso i testicoli e dedicando anche a loro l’opera della mia lingua. Lo sentivo fremere, era troppo anche per lui ma intervenne ancora Aurora a comandarci di dividerci. A malincuore mi tolsi il suo cazzo di bocca e mi rialzai girandomi. Aurora s’era nel frattempo spogliata e metteva in mostra il suo corpo ben sapendo l’effetto sugli altri. Era bella, non magra ma con la ciccia ai punti giusti, bacino ampio e fighetta depilata. I seni svettavano imperiosi reggendosi da soli. Non erano enormi, una terza o poco più, ma stupendi con i loro capezzoli enormi che sembravano bucare l’aria.
Aurora si stese sul divano tirandomi a se. Mi stesi sopra di lei baciandola e all’orecchio mi sussurrò:
– Vuoi leccarmi la micia? –
Mi accorsi che avevo voglia di leccarla, io che mai avevo avuto pensieri saffici ora non vedevo l’ora di affondare il naso nelle sue parti più intime. Feci segno di sì con la testa e iniziai a scendere. Mi bloccò ancora.
– No, non così, anche io voglio baciarti –
Capii e mi girai stendendomi sopra di lei rovesciata. Esitai un attimo, avevo la sua micia a pochi centimetri dal mio viso, ne sentivo l’odore, ne vedevo il luccichio degli umori, si era eccitata anche lei. Quando Aurora iniziò a leccarmi abbandonai ogni riluttanza e allungai la lingua affondandola nelle sue grandi labbra. Sentivo un sapore strano per me, non spiacevole ma strano. Presi in bocca il suo clitoride e succhiai piano sentendola muoversi sotto di me, proseguii passando dal clitoride all’ingresso della vagina e poi tornando indietro in un circuito che non parve dispiacerle visto che replicò su di me quel che io facevo a lei. Affidandomi all’istinto allargai le labbra per inserire più a fondo la lingua, poi introdussi prima un dito e poi due muovendoli piano avanti e indietro. Aurora gradiva a giudicare dai gemiti che emetteva e ricambiava il favore con uguale impegno.
In pochi minuti mi dimenticai di Claudio, troppo presa a vivere questa esperienza nuova e coinvolgente. La lingua di Aurora mi donava stilettate di piacere e sapere che Claudio era lì vicino fungeva da amplificatore e mi faceva affondare la faccia tra le sue cosce con fervore.
Già, Claudio, quando meno me l’aspettavo rientrò prepotentemente nella scena. Aurora lo chiamò a se facendolo avvicinare e prendendoglielo in bocca per un breve minuto prima di indirizzarlo su di me. Questo me lo raccontò Claudio poi, io mi accorsi solo che le dita che Aurora stava infilando nel mio culetto vennero sostituite da un bastone caldo e duro.
Non amavo particolarmente la sodomia, glielo davo perché me lo chiedeva ma non ci provavo un gusto speciale; quell’occasione così assurda mi fece apprezzare la lenta penetrazione di Claudio, forse perché Aurora continuava a leccarmi la micia senza stancarsi.
Lo sentii affondare tutto dentro di me, fino a far combaciare il suo pube con le mie chiappette. Era grosso ma delicato, duro e dolce allo stesso tempo. Claudio mi conosceva, sapeva che presto mi sarei abituata e avrebbe potuto muoversi liberamente dentro di me. Quel che non sapeva era che questa volta io apprezzavo, e apprezzavo molto. Nessun dolore, solo un sottile piacere che sentivo entrarmi nel cervello partendo dalla schiena.
– Mmmhhhh, sì, inculami, inculami a fondo ‘
Mi sentì dire. La sua voce nelle mie orecchie chino sulla mia schiena, mi chiese piano se veramente volessi”’..
– Si, ora mi piace, muoviti”” muoviti”.. più forte”’ PIU’ FORTEEEEEE!!!!! –
La botta mi prese all’improvviso e urlai tutto il mio godimento. Il cazzo di Claudio nel mio sedere e la bocca di Aurora sul mio clitoride sembravano sincronizzati e mi fecero partire alla grande, come mai avevo provato. Mi bagnai abbondantemente inzuppando la faccia di Aurora mentre io cercavo la sua micia per bere io stessa il suo piacere perché anche Aurora godette insieme a me e poco dopo sentii il piacere di Claudio invadermi l’intestino. Le nostre voci si accavallarono in istanti di parossismo per l’intenso orgasmo che ci colse:
– Più forte, più forte, inculami tuttaaaaaa”””.. dai, dai SFONDALA, rompigli il culo a questa troia aaahhhhhhh””’ Vengo, vengo, ti riempio il culo zoccola’oh cazzo che goduria’.. –

Rimanemmo appiccicati ancora per qualche minuto, riprendendo le forze, poi Claudio si tolse e Aurora scivolò via da sotto me venendo a abbracciarmi. Ci baciammo lentamente assaporando ognuna il proprio gusto dalla bocca dell’altra e Claudio venne a completare il cerchio abbracciandoci entrambe e tirando fuori la lingua in quello che divenne un bacio a tre intenso. Sentii Aurora irrigidirsi un poco ma poi rispose con passione alle sollecitazioni della mia lingua e a quella di Claudio.
Lasciammo l’appartamento a tarda notte per tornare a casa, sapendo che avremmo rivisto ancora Aurora.

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