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Racconti Erotici EteroTrio

Avventure di una Receptionist

By 6 Marzo 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Innanzitutto mi presento. Mi chiamo Daria (nome fittizio), ho 30 anni e lavoro in un hotel (non dirò n&egrave quale n&egrave la città) a 4 stelle, frequentato per lo più da persone in viaggio per lavoro e turisti benestanti. Lavoro qui da tre anni e mezzo, e anche se ora svolgo un’altra mansione all’epoca dei fatti che sto per raccontare avevo 28 anni ed ero una semplice receptionist. Mi descrivo: non sono certo una modella ma in generale sono considerata una ragazza più che carina e non ho mai avuto problemi a piacere fin dalle scuole superiori. Sono alta 1.67, capelli castano scuri (a volte con qualche mesh bionda) lisci e lunghi poco più delle spalle, occhi tra il castano e il verde a seconda della luce, una taglia 42 di pantaloni e una seconda piena di reggiseno. Ho un piccolo difetto alla vista quindi dovrei portare gli occhiali, anche se molto spesso indosso le lenti a contatto (anche se mi dicono che con gli occhiali ho un’aria da scolaretta che piace molto). A lavoro indosso la divisa dell’hotel, che &egrave composta da un tailleur blu scuro con gonna poco sopra al ginocchio, giacca blu scura con taschino e camicetta bianca sotto. Completano il tutto delle scarpe scollate a tacco basso. In inverno naturalmente porto i collant per il freddo, tassativamente color carne.

Il mio racconto si svolge nell’estate del 2011, quando avevo 28 anni. Lavorando come receptionist avevo dei turni da rispettare che spesso mi scombussolavano l’orologio interno, cadendo a volte di notte. Quella volta avevo staccato a mezzanotte, dopo più di otto ore in reception intervallate da due brevi pause per mangiare qualcosa e prendere un caff&egrave. Non avevo particolarmente sonno e quindi decisi di fermarmi a bere qualcosa di fresco al bar dell’hotel, per anche fare due chiacchiere con il barista che conoscevo abbastanza bene e mi era molto simpatico. Trovai il bar più affollato del normale, in effetti era un giorno infrasettimanale di agosto ed evidentemente molti ospiti avevano deciso di rimanere in albergo, chi giocando a carte, chi semplicemente parlando a uno dei tavoli o su uno dei divani. Il barista era piuttosto indaffarato quindi chiesi semplicemente un cocktail di frutta da bere per conto mio, per poi andarmene a casa. Noi dello staff non potremmo bere alcolici dentro l’albergo, ma il barista sapeva bene che non mi dispiaceva affatto, quindi anche se chiedevo un analcolico nei miei cocktail aggiungeva sempre un po’ di havana o di rum, e quella sera aveva in effetti un po’ esagerato. Ho una buona resistenza all’alcol ma mi trovavo a stomaco quasi vuoto avendo mangiato solo un toast diverse ore prima. Decisi di prendermela comoda perch&egrave tanto non avevo sonno e il giorno dopo non avrei iniziato a lavorare prima di mezzanotte, e oltretutto dovevo guidare per tornare a casa e non mi andava di farlo da brilla vista la presenza usuale di pattuglie della polizia in zona.
Mentre cercavo un tavolo in disparte per dare meno fastidio possibile ai clienti mi imbattei in due ragazzi spagnoli con cui avevo passato una ventina di minuti nel pomeriggio a illustrargli la città e i posti più in voga tra i turisti, oltre che i ristoranti migliori e altre indicazioni generali, visto che ho vissuto in Spagna e parlo molto bene la lingua (al contrario di loro che non parlavano quasi nulla di italiano e inglese). Erano anche loro seduti a un tavolo a lato del muro, e mi ricordai di averli visti rientrare un’oretta prima. Mi fermarono e dissero che le mie indicazioni erano state molto utili soprattutto a proposito di un ristorante a cui li avevo indirizzati, e mi invitarono a sedersi con loro, dicendomi che mi avrebbero offerto da bere. Gli dissi che non potevamo accettare tali offerte dagli ospiti, ma scambiare due parole con loro mi faceva piacere, quindi con il mio cocktail ancora quasi pieno mi misi al loro tavolo anche se teoricamente il capo ci sconsigliava situazioni del genere.
Avranno avuto pochi anni più di me, uno dei due che chiamerò Miguel (nome fittizio) sembrava il più giovane, sui 30 anni circa, alto e magro pur se non scheletrico, capelli castani chiari e corti con una sorta di cresta. L’altro che chiamerò Jorge (fittizio) appariva un po’ più vecchio ma non gli avrei dato più di 33-34 anni, era poco più alto di me capelli neri un poco ricci e un filo di barba, decisamente più muscoloso del suo amico, anche se dalla sua maglietta si intravedeva un po’ di pancetta. Nessuno dei due era un figo pazzesco, però erano entrambi più che accettabili, soprattutto il più giovane aveva degli occhi che mi intrigavano molto. Inizialmente avevo pensato che potessero essere una coppia omosessuale, ma dal modo in cui mi guardavano deducevo che nessuno dei due lo era. Ora occorre una precisazione: in quel periodo mi stavo frequentando con un uomo sui 34 anche lui, e la sera prima eravamo usciti tra amici. Io sapendo che probabilmente saremmo finiti a letto (non era la prima volta) mi ero tirata a lucido, depilata totalmente le parti intime (nonostante di solito preferisca lasciare una striscia) e avevo indossato biancheria intima piuttosto sexy, completo con mutandine e reggiseno neri semitrasparenti. La sera poi purtroppo avevamo fatto tardi e lui avendo da lavorare il giorno dopo mi aveva mandato in bianco. Non ero arrabbiata perch&egrave potevo capirlo bene, però ero rimasta con la voglia perch&egrave già pregustavo un bel fine serata, invece ero andata a casa e a dormire subito. Mi ero svegliata molto tardi e tra una cosa e l’altra mi sono trovata a dover fare una doccia molto veloce perch&egrave ero in ritardo per il lavoro, e dopo tale doccia mi ero di istinto rimessa l’intimo della sera prima avendolo a portata di mano nella fretta. Quando me ne sono resa conto non avevo tempo di cambiarlo e quindi semplicemente avevo ancora addosso quel completino che a me piaceva molto e mi faceva sentire desiderabile. In ogni caso forse anche grazie a quello per tutto il giorno avevo avuto una certa voglia, e stavo già pensando di fare da sola una volta arrivata a casa, visto che non avrei rivisto l’uomo con cui uscivo fino al weekend.
Detto questo, ero al tavolo con quei due ragazzi e parlando del più e del meno finimmo di bere. Io mi trovavo un po’ brilla, quando ti senti la testa leggera e niente di più. Uno dei due ebbe la bella idea di spostare la conversazione sul piccante, e mi chiese qualcosa sul mio lavoro, se avevo mai infranto le regole e fatto qualcosa in quell’albergo etc. Io chiaramente non potevo rispondere esplicitamente, ma forte dell’alcol e del fatto che parlando spagnolo difficilmente qualcuno intorno avrebbe capito, ho fatto intendere che sì, era successo, ma mai con un ospite visto che avrei potuto essere licenziata se uno dei miei superiori l’avesse scoperto. Non so come mi chiesero se ero fidanzata e io raccontai della persona con cui mi vedevo e anche che purtroppo si alzava presto la mattina e quindi la sera prima si era conclusa con un niente di fatto. Loro sicuramente pensavano che io stessi flirtando ma io presa dal poco alcol che avevo in corpo raccontavo tutto senza malizia, anche visto che non avrei mai potuto fare qualcosa con dei clienti dell’albergo. Uno dei due, il più vecchio, a un certo punto mi appoggiò la mano sul ginocchio. Subito non me ne resi conto e lo lasciai fare, però dopo poco spostai la gamba temendo di essere vista da qualche collega. Mi eccitava la situazione, i due turisti che speravano di ottenere un po’ di sesso dalla receptionist, che però non ci sarebbe mai potuta stare. Mi piaceva pensare che mi desideravano (e questo era stato ovvio fin da quando mi avevano invitato al loro tavolo) ma che non avevano speranze di portarmi a letto.
Dopo un po’ mi resi conto che sarebbe stato meglio per me andare, tra l’eccitazione e il leggero stato di ebbrezza non volevo fare cose di cui mi sarei pentita. Dissi loro che dovevo tornare a casa e che ci saremmo visti il giorno dopo se fossero rientrati tardi perch&egrave lavoravo la notte. Uno dei due mi fermò e mi chiese se potevo per favore accompagnarli alla stanza e mostrare loro bene il funzionamento delle tessere magnetiche per aprire la porta, perch&egrave avevano avuto dei problemi il pomeriggio. Era evidentemente una scusa per farmi salire con loro, ma accettai. In ogni caso non sarebbe stato carino rifiutare un favore a dei clienti..
In ascensore sentii la stessa mano che prima era sul mio ginocchio, stavolta sul sedere. Era appena appoggiata e quasi mi sfiorava, però la sentivo distintamente. Ormai la situazione mi aveva eccitata e quasi mi dispiaceva dovermene andare. Decisi di continuare il gioco. Nel corridoio sentivo i loro sguardi sul mio sedere mentre li accompagnavo alla stanza, quindi mi accertai che non ci fosse nessuno e poi finsi di far cadere la tessera. Li guardai con aria mortificata, e mi piegai in avanti per raccoglierla stando ben attenta a mettere in mostra il mio sedere e le mie gambe. Loro fecero finta di nulla ma sapevo bene di averli eccitati e di averli fatti pensare che ci sarei stata e mi sentivo quasi in colpa ad andarmene.
Arrivati alla porta mostrai professionalmente come funziona la tessera, dopodich&egrave feci per salutarli e andare via. Uno dei due usò di nuovo la scusa di prima, chiedendomi di entrare per controllare una cosa sull’aria condizionata. Sapevo che se fossi entrata avrebbero tentato di portarmi a letto, ma ancora una volta non potevo rifiutare. Una volta entrata mi mostrarono l’aria condizionata e una volta che la ebbi sistemata dissi che ora dovevo proprio andare.
Mi sentii due mani sui fianchi da dietro. Miguel, il più alto, mi stava bloccando la vita e stava premendo il suo pene già piuttosto eretto contro il mio sedere. Le mie ultime resistenze stavano cedendo, e non feci nulla per divincolarmi ma semplicemente alzai la testa per guardarlo. Lui iniziò a baciarmi e io non ci pensai neanche un secondo prima di ricambiare. Oramai ero lì e il guaio era fatto, ero stata stupida io e se me ne fossi andata avrebbero potuto comunque dire tutto al mio capo il giorno dopo. Oltretutto ero ormai più che eccitata, e iniziai a muovere il sedere contro il suo pene. Mi ero quasi dimenticata che eravamo in tre e non in due, ma me ne ricordai presto quando l’altro iniziò a baciarmi il collo. La mia unica esperienza in tre era stata durante l’università (ho preso una laurea più che inutile) mentre ero in Erasmus, ed eravamo io ed un’altra ragazza insieme a un ragazzo, quindi non ero mai stata sola con due ragazzi. Stavo per colmare quella lacuna. Miguel dietro di me continuava a strusciarsi e a baciarmi, mentre con le mani già scendeva verso la gonna, mentre l’altro mi stava sbottonando la camicetta, rivelando il mio reggiseno trasparente. Io non ero più padrona di me, ero eccitata come non mai. Mi tolsero giacca e camicetta e mi fecero sedere su uno dei due letti (che erano di fianco, quindi pur essendo due singoli era come un matrimoniale). Decisi di godermela fino in fondo quindi mi alzai e iniziai a sbottonare i pantaloni di Miguel, mentre l’altro si spogliava da se rimanendo in mutande. Mi misi in ginocchio e iniziai a mettermi in bocca il suo pisello, che era forse un po’ più lungo della media ma non eccessivamente largo, in ogni caso mi piaceva molto anche per il fatto che i peli c’erano ma erano curati. Allungai una mano verso Jorge, iniziando a tastare anche il suo che mi accorsi con sorpresa essere più grosso di quello dell’amico, però molto peloso. Iniziai a lavorare di mano su quello, e dopo un minuto scambiai i due peni, continuando a segare Miguel e facendo ora un pompino a Jorge. Succhiavo avidamente, volevo che pensassero che ero una brava pompinara, una brava receptionist puttana con le mutandine trasparenti che si faceva scopare dai clienti.
Per qualche minuto alternai i due nella mia bocca finch&egrave non mi fecero alzare e togliere reggiseno e gonna. Ero solo in mutande. Loro si sfilarono per bene i pantaloni mentre io mi sdraiavo sul letto. Jorge si mise di fianco a me e iniziò a baciarmi mentre io con la mano continuavo a segarlo. Miguel invece iniziò a baciarmi l’ombelico e a scendere con la lingua fin giù. Mi sfilò le mutandine rivelando la mia vagina depliata. Ero già totalmente fradicia, e lui iniziò a leccarmela con forza, senza tuttavia scoparmi con le dita. Jorge si mise a cavalcioni del mio petto, mettendomi il pisello tra i seni. Iniziai a stringere le tette intorno a lui, ma forse pensò che non erano abbastanza grandi perch&egrave si fece più avanti e me lo mise di nuovo in bocca, dicendomi che ero troppo brava. Iniziò a scoparmi quasi la bocca mentre glielo leccavo e godevo della leccata che stavo ricevendo da Miguel. Ad un certo punto anche Miguel si stufò di leccarmi. Mi accertai che si mettesse un condom, anche se prendevo già da anni la pillola, e mi preparai ad essere penetrata. Miguel mise un condom sul comodino, per Jorge. Mentre quest’ultimo ricominciava a scoparmi la bocca, Miguel iniziò a scoparmi, mettendo una delle mie gambe sopra le sue spalle. Non sono mai stata una santarellina, ma in quel momento mi sentivo soltanto una troia e questo contribuiva ad accrescere la mia eccitazione. Jorge si stufò di farselo leccare e si alzò in piedi, permettendo a Miguel di aggiustare bene la posizione. Mentre questo continuava a scoparmi e farmi godere con forza, Jorge si infilò il preservativo e si sdraiò sul letto a fianco. Miguel capì e uscì da me, facendomi cenno verso il suo amico. Mi misi a cavalcioni di Jorge, preparandomi a scopare anche lui. Me lo misi contro il mio buco bagnato e iniziai a scendere, rendendomi conto che effettivamente era più grosso di Miguel. Mentre iniziavo a godere anche con lui, sentii Miguel dietro, che mi toccava il culo e cercava di infilare un dito nel mio buchino. Lo lubrificò con un po’ di saliva e lo mise dentro, facendomi sussultare. Non ero vergine nemmeno dietro, però non lo facevo da anni e l’avevo fatto poche volte lì, quindi mi spaventai un po’ ma in quel momento volevo solo essere la loro puttana e farli godere come volevano loro. In breve Miguel cominciò a tentare di penetrarmi anche dietro, mentre nella mia figa c’era Jorge. Lo infilò un poco, ma io emisi un gridolino di dolore e anche lui capì che non era il caso. Capii che Jorge stava per venire e io non volevo che finisse subito quindi smisi di scoparlo e mi alzai, iniziando di nuovo a succhiarlo anche se con il condom non &egrave la stessa cosa. Facendolo ebbi cura di mettermi per bene a pecorina, e Miguel colse l’invito. Ricominciò a scoparmi, e dovetti riconoscere che anche se era meno dotato dell’altro, lo sapeva usare meglio. Mi stavo avvicinando all’orgasmo, quando Jorge mi fermò la testa e si tolse il preservativo, poi di nuovo mi prese la testa e me la spinse verso il suo uccello. Io obbedii e ricominciai a succhiarlo e a segarlo con una mano, mentre Miguel mi scopava con forza. Ad un certo punto Jorge mi prese la testa con entrambe le mani e me la premette sul suo cazzo, poi venne. Lo sentii esplodere nella mia bocca e feci del mio meglio per ingoiare tutto. Quando fu soddisfatto si alzò dicendo che andava a fare una doccia e lasciandomi sola con Miguel che non aveva mai smesso di penetrarmi. Lo feci stendere e iniziai a cavalcare anche lui. Ero vicinissima a venire e anche lui. Decisi che volevo sentirlo esplodere dentro di me, ero troppo fuori di me dall’eccitazione per pensare. Mi alzai in piedi e gli sfilai il preservativo, poi mi misi con la schiena contro il muro e una gamba alzata verso di lui, portando il suo cazzo di nuovo contro la mia figa fradicia. Ricominciò a scoparmi stavolta quasi con violenza. Ormai stavo gemendo ad alta voce. Dopo meno di due minuti sentii l’orgasmo esplodermi. Venni come mai in vita mia. Quando vide che stavo venendo mi mise una mano intorno al collo e mi tenne contro il muro, continuando a scoparmi. Subito dopo venne anche lui, lo sentii esplodermi dentro e riempirmi di succo caldo. Quando ebbe fatto uscì da me, guardando la mia figa grondante sborra. Gli dissi di non preoccuparsi che prendevo la pillola, mi rivestii, salutai e me ne andai. Non andai in bagno a pulirmi fino a casa, dove notai la macchia di sperma sulle mie mutandine e sull’interno della gonna. Erano ormai le tre di notte, ma non resistetti a masturbarmi ripensando a quanto successo. Rividi i due ragazzi effettivamente la notte dopo, ma stavo lavorando e purtroppo non potemmo replicare mai più perch&egrave il giorno dopo ancora se ne andarono. Per fortuna non mi chiesero nessun tipo di contatto, e ancora più fortuna nessuno dei colleghi ha mai saputo di quella sera. &egrave successo di nuovo di fare sesso con un ospite ma quella volta ho agito da professionista e non da novellina impaurita.

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