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Avventure di una Sissy

By 20 Ottobre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Tutto cominciò la scorsa estate, una volta finiti i corsi all’università. Avevo un sacco di tempo libero e volevo a tutti i costi comprarmi il mio primo completino sexy di pizzo da poter portare sempre sotto i miei vestiti da maschietto. Sapevo che dentro un grande centro commerciale della zona c’era un bel negozio di biancheria intima femminile. Più di una volta ci ero passato davanti con l’intenzione di entrare e comprarmi qualcosa ma non ne ho mai avuto il coraggio, ma questa volta ero intenzionato a farlo. Quando entrai poco dopo l’apertura il negozio era ancora praticamente vuoto: oltre alla commessa c’era una sola cliente, una bellissima donna con un corpo avvolto da un semplice tubino nero cortissimo particolarmente sexy che stava guardando calze e autoreggenti. Cominciai a passare da uno scaffale all’altro cercando un completino con reggiseno e perizoma che mi piacesse. Poco dopo la commessa mi si avvicinò e mi chiese:

‘Buongiorno, posso aiutarla?’

‘Buongiorno.’ risposi ‘Diciamo che sto cercando qualcosa di carino da regalare alla mia ragazza…se ho bisogno di un consiglio la chiamo.’

‘Va bene, faccia pure.’

Era la scusa che mi ero preparato per sistemare la commessa, e funzionò a dovere. Dopo alcuni scaffali trovai un completino veramente carino composto da un reggiseno nero imbottito con dei dettagli di pizzo rosso e un perizoma nero, sempre di pizzo.

‘E dunque questo sarebbe per la tua ragazza?’

Presi un colpo e sobbalzai. Mi girai e vidi la signora che era precedentemente nel reparto delle calze.

‘Em, sì certo, perché?’

Mi si avvicinò ad un orecchio e sussurrò:

‘So benissimo che questo completino sexy non &egrave per la tua ragazza ma per te. Riesco a riconoscere i feticisti dell’intimo femminile ad un miglio di distanza, ma non devi vergognartene, io adoro vedere dei bei maschietti come te portare intimo femminile!’

Mentre ascoltavo quelle parole mi resi conto d’arrossare tremendamente. Poi aggiunsi balbettando:

‘Ma signora….cosa sta dicendo?’

‘Su su, ragazzo, perché fingere, ti ho già detto che non devi vergognartene. Facciamo così, questo completino te lo regalo io, ok?’

Restai come imbambolato. Ero stato scoperto e non sapevo come reagire…

‘Andiamo alla cassa!’ disse prendendomi per mano senza che io potessi aggiungere altro.

Una volta pagato e usciti dal negozio la Signora mi porse il sacchetto con all’interno reggiseno e perizoma.

‘Ecco qui il tuo completino sexy, vai pure a casa a provarlo, ti starà benissimo!’

Riuscì solo ad emettere un debole ‘Grazie…’

‘Ma figurati, mi fa sempre piacere aiutare dei bei giovanotti come te.’ Poi estraendo un bigliettino da visita dalla borsa mi disse:

‘Questo &egrave il mio indirizzo, perché non vieni a trovarmi questo pomeriggio? Potrai mostrarmi come ti sta il mio regalo e magari ti darò qualche buon consiglio da donna.’

‘Non saprei…’ risposi

‘Pensaci, &egrave un’occasione unica nella vita, una di quelle che rischi di rimpiangere per sempre!’ disse salendo in auto. Poco prima di chiudere la porta aggiunse: ‘A presto allora.’

Rientrai a casa particolarmente scombussolato, non sapevo proprio cosa fare, in sé ho sempre avuto il desiderio d’incontrare qualcuno a cui potessi parlare apertamente della mia passione per l’intimo femminile, ma al pensiero di mostrarmi vestito solo di un perizoma e di un reggiseno ad una sconosciuta m’imbarazzava tantissimo. Mi provai il completino e mi guardai allo specchio, effettivamente mi stava proprio bene. Ripresi immediatamente a pensare a quanto accaduto al negozio di intimo, e questi pensieri occuparono la mia testa fino al pomeriggio, fino a quando mi dissi che alla fine non poteva succedermi niente. Così mi vestii, tenendo sotto il completino nuovo, ed uscii di casa.

L’indirizzo corrispondeva ad una grande proprietà sulle colline attorno alla città in cui studiavo. Un alto muro di cinta attorniava una bella casa a due piani che si intravedeva appena appena dal cancello d’ingresso. Esitai un momento prima di suonare…ero proprio sicuro di voler andare la dentro??? Il cancello si aprì automaticamente ed una voce uscì dall’interfono:

‘Benvenuto ragazzo, vieni avanti, ti stavo aspettando.’

Riconobbi la voce della Signora.

‘Non ero sicuro d’essere al posto giusto.’ Risposi.

‘&egrave proprio qui, ti aspetto davanti la porta di casa’

Esitai ancora un istante e poi m’incamminai lungo il viale che portava alla casa. Vidi una persona uscire. Era lei, vestita come la mattina. Mi stava aspettando sull’uscio di casa.

‘Benvenuto ragazzo, vedo che non hai resistito alla tentazione di venire a trovarmi, vieni accomodati.’

E mi indicò la via del salone. Vista da vicino la casa era ancora più grande e bella che dall’esterno, e gli interni erano veramente ben tenuti e di lusso. Una volta giunti in sala mi fece accomodare su un divano, lei invece si sedette su di una poltrona.

‘Dimmi allora, come ti chiami?

‘Mmm, Carlo’ risposi

‘E cosa fai nella vita?’

‘Sono studente universitario’

‘Ah che bravo, e vivi solo?’

‘Sì’ risposi

‘E ce l’hai la morosa?’

‘Em…no Signora’

‘Ma come? Un bel giovanotto come te!’

Vista la mancanza di una risposta da parte mia la Signora continuò:

‘E dunque, come ti sta il mio regalo?’

‘Bene’ Risposi io un po’ titubante.

‘So che può sembrarti strano, ma a me davvero piacciono un sacco i ragazzi che portano dell’intimo femminile…li trovo così carini. Ti andrebbe di farmi vedere come ti sta quel bel completino che ti ho preso questa mattina?’

Sapevo che me l’avrebbe chiesto prima o poi, ma non mi aspettavo che me lo chiedesse così presto…

‘Ti capisco, sei imbarazzato, ma non devi assolutamente preoccuparti.’

Mi propose di andare in una delle stanze degli ospiti, di prendere il mio tempo e di chiamarla quando mi sentivo pronto.

Fu così che una volta tolti i miei indumenti maschili e rimasto col solo intimo femminile la chiamai, non dopo essermi ammirato un istante nel grande specchio appeso alla parete e aver respirato profondamente un paio di volte. La sentii arrivare, aprì gentilmente la porta e chiese:

‘&egrave permesso? Ma guarda un po’ come ti sta bene…Carlo sei molto sexy!’

Io arrossai inevitabilmente, poi lei chiese:

‘&egrave il primo intimo femminile che ti compri o ne hai altri?’

‘Mmm, ho già alcune mutandine e perizomi.’

‘Calze e autoreggenti ne hai?’

‘Solo un paio di autoreggenti nere Signora’

‘Guarda un po’ cosa c’&egrave per te in quel sacchetto sul letto allora.’

Mi avvicinai al letto e aprii il sacchetto: conteneva una giarrettiera di pizzo nero, un paio di calze nere e un paio di mary jane con un piccolo tacco da 5-6cm, anch’esse nere. Guardai la Signora un po’ stupito ma lei disse prontamente:

‘Non fare quella faccia, scommetto che starai benissimo, su provali!’

Presi il reggicalze e me lo allacciai alla vita, poi mi sedetti sul letto e cominciai ad infilarmi le calze, sentivo l’eccitazione salire, il perizoma non riusciva più a contenere il mio pene. Alquanto imbarazzato guardai la signora che invece non faceva una piega.

‘Su su, non &egrave certo il primo pene che vedo in vita mia, le scarpe adesso!’

Mi infilai le scarpe che però erano appena appena strette e poi mi alzai.

‘Sai che hai un potenziale tremendo Carlo? Dovresti approfittarne! Vieni qui davanti lo specchio!’

Feci quei 4-5 passi stentando non poco con quelle scarpe col tacco e mi ritrovai nuovamente di fronte lo specchio. ‘&egrave vero che con calze, giarrettiera e scarpe col tacco il risultato era nettamente meglio di prima, l’unica cosa che stonava un po’ era il mio pisello duro che spuntava da dietro il perizoma.

‘Ascolta Carlo, mi hai detto che non hai impegni oggi vero? Perché allora non ti fermi qui da me e proviamo a tirar fuori la donna che &egrave in te? Sono sicura che l’idea di vestirti completamente da donna ti &egrave già bazzicata per la testa più di una volta, ma questa volta avresti qui me per aiutarti, ti prometto che ci divertiremo un sacco e che il risultato sarà eccitante!’

Ancora una volta non sapevo cosa dire, &egrave vero che avevo già fantasticato di vestirmi da donna, ma senza avere il ben che minimo vestito e nessunissima idea di come fare a truccarmi quest’idea &egrave sempre rimasta una fantasia, ma restava comunque una cosa abbastanza imbarazzante. Però la Signora fino ad ora mi aveva fatto sentire a mio agio e mi aveva sempre trattato bene, dunque accettai la proposta.

‘Bene, cominciamo subito allora!’

Mi propose di fare un bel bagno nella vasca nella sala da bagno annessa alla stanza degli ospiti. Avrei dovuto radermi integralmente, non sarebbe più dovuto esserci nemmeno un pelo su tutto il mio corpo. Una volta terminato mi asciugai e dovetti cospargermi di un olio speciale per rendere la pelle morbida ed impedire l’arrossamento dovuto alla rasatura. Poi mi fece rimettere il completino sexy, calze e reggicalze e un altro paio di scarpe, leggermente più grandi ma col tacco più alto e a spillo. Doveva aver notato che il primo paio era leggermente piccolo. Riempì a dovere le coppe del reggiseno con dell’ovatta e poi mi fece infilare un vestitino estivo rosa e nero che m’arrivava a metà coscia. Mi applicò delle unghie finte di un pink bello acceso, mi trucco per una buona mezz’ora e poi mi chiese: ‘Bionda o bruna?’

‘Ehhh….bionda.’

E mi infilò una parrucca biondo platino. Completò il tutto con un paio di orecchini magnetici, una collana di pietre e un paio di braccialetti.

‘Eccoti pronta! Adesso chiudi gli occhi che ti porto di fronte lo specchio.’

Mi aiutò ad alzarmi e a fare i passi necessari a raggiungere lo specchio, vedendo che non ero molto stabile su quei tacchi a spillo. Poi mi disse di aprire gli occhi…

‘Wow!’

Ero meravigliato da quello che vedevo nello specchio…ero veramente io?

‘Sei bellissima!’

Disse la signora, poi aggiunse:

‘Avrei quasi voglia di…baciarti!’

Iniziammo a baciarci appassionatamente, le nostre lingue si intrecciavano vigorosamente. Cominciò a toccarmi il culo con una mano, mentre con l’altra prese una delle mie mani e me la posò sul suo seno. La toccai intensamente e sentii il suo capezzolo invigorirsi sotto il reggiseno. Mi morse il labbro inferiore e poi mi spinse verso il letto. Inutile dire che con quei tacchi non riuscii a tenermi in equilibrio e caddi lungo e disteso sul materasso. Avvicinandosi a me si tolse il vestito nero, reggiseno e mutandine, restando solo in autoreggenti e scarpe. Salto su letto a carponi, mi tolse il vestito e poi si girò. Iniziammo un lungo 69. Lei mi spompinò come nessuna ragazza aveva mai fatto. Mi fu estremamente difficile non venire come una fontana nella sua bocca. Dal canto mio la mia lingua sembrava impazzita, non volevo certamente deluderla e a giudicare dai mugugni stava apprezzando i miei sforzi.

Poi all’improvviso si alzò, si girò e guardando verso di me iniziò a cavalcarmi selvaggiamente. Sembrava posseduta ed urlava di piacere. In breve venni copiosamente dentro di lei. Fu l’orgasmo più intenso della mia vita! Anche lei raggiunse l’orgasmo. Non ci eravamo detti nemmeno una parola, stavo per dirle che era stato fantastico ma lei mi mise una mano davanti la bocce e aggiunse:

‘Shhh, non dir niente, non ringraziarmi, approfitta del momento.’

Così restammo in silenzio per diversi minuti, poi lei disse.

‘Ti &egrave piaciuto vero? No, non rispondere, l’ho capito dai tuoi versi e dalla quantità di sborra che mi hai schizzato dentro che ti &egrave piaciuto.’

Io mi limitai ad annuire con la testa.

‘Ti avevo detto che mi fanno impazzire i bei ragazzi con qualche tocco di femminilità, e tu credimi sei molto femminile! Dovresti venire e vestirti più spesso! Non ti piacerebbe?’

Senza esitare risposi che sarei stato onorati di tornare a casa sua e vestirmi da donna…come avrei potuto rifiutare una tale proposta? Avevo appena scopato alla grande con una bellissima donna che mi ha fatto impazzire di piacere.

‘Se &egrave così, perché non ti trasferisci qui da me fino a quando riprendi l’università? La casa &egrave grande, sono sicura che non hai molto da fare in questi mesi. Pensa, potrai girare per casa con il tuo completino sexy senza che nessuno ti veda e senza che nessuno ti giudichi.’

Sembrata tutto troppo bello per essere vero. Le chiesi di tirarmi un pizzicotto.

‘Che sciocco, certo che sono seria, anzi serissima! Se lo vorrai questa diventerà la tua stanza, l’armadio &egrave pieno di vestiti femminili, alcuni non ti andranno, ma la maggior parte penso proprio di sì.’

‘&egrave fantastico! Ma come potrò ripagare tutto ciò?’

‘Oh, non ti preoccupare, mi darai una mano con i lavori domestici, sai cucinare?’

‘Certo!’

‘Bene, allora vai in bagno, datti una lavata, rimettiti il vestito e poi raggiungimi nello studio.’
Arrivai davanti la porta dello studio. Bussai ed una volta udita la sua voce chiedermi d’avanzare aprii la porta, entrai e la vidi seduta alla scrivania con addosso solo un accappatoio di seta.

‘Accomodati pure Carlo. Allora, sempre convinto di volerti trasferire qui da me per qualche mese?’

‘Si Signora!’

‘So che potrebbe sembrarti strano, ma preferisco regolarizzare la tua permanenza con una specie di contratto, nero su bianco, dove stipuliamo i punti chiave della nostra…relazione, chiamiamola così’

‘Che tipo di contratto?’

‘Nulla d’impegnativo, eccolo qua, puoi dargli una lettura ed eventualmente possiamo modificarne leggermente il contenuto. In sé dice che tu verrai ospitato nella mia dimora senza alcuna spesa da parte tua, che tu mi ripagherai offrendomi determinati servizi citati più sotto, che io provvederò a fornirti tutto il necessario a permetterti di svolgere questi servizi nel modo migliore e che questo contratto scade una settimana prima dell’inizio dell’anno universitario e che potrà a quel punto essere rinnovato se entrambi le parti lo desiderano.’

Lessi brevemente lo scritto che doveva fare due buone pagine. Sembrava un vero contratto di lavoro per una governante, con alcuni punti in più un po’ particolari, come il fatto che mi sarebbe stato assegnato un nuovo nome o come l’obbligo di portare un’uniforme adeguata ai compiti che dovevo svolgere. Terminata la lettura superficiale discutemmo brevemente e poi firmai.

‘Ottimo! Ora vieni qui ed inginocchiati.’

Una volta inginocchiato aprì un cassetto della scrivania ed estrasse un grosso collare il cuoio.

‘Per tutta la durata del contratto porterai al collo questo collare, ti servirà a ricordarti il tuo ruolo in questa casa.’

Una volta allacciato il collare prese un piccolo lucchetto e lo posizionò in modo da impedirne la rimozione.

‘Inoltre, visto che dovrai essere vestita da donna e comportarti da donna 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 dovrai dimenticarti di Carlo. Carlo &egrave morto, da adesso in avanti tu sarai Carmela. Cerca di fartelo entrare in testa rapidamente in modo da non doverti riprendere su questa cosa. Da parte mia mi indirizzerò a te al femminile, e esigo che tu faccia lo stesso con te stessa, chiaro?’

‘Si, Signora.’

‘Ecco un altro punto importante, da adesso in avanti io per te sarò Mistress o Padrona, non più Signora, chiaro?’

‘Si Mistress’

‘Mi sembri una ragazza sveglia, sono sicura che andremo d’accordo!’

‘Adesso alzati, solleva il vestito e abbassa il perizoma. Rinchiuderò il tuo cazzetto in una gabbietta, per evitare erezioni imbarazzanti non degni di una signora. In fondo come donna non hai mica bisogno d’avere un cazzo, dunque porterai questa cintura di castità per tutto il tempo che lo riterrò necessario.’

‘Ma Mistress?’

‘Osi ribellarti già adesso? Normalmente punisco questo comportamento con dieci sculacciate, ma visto che &egrave la prima volta mi limiterò a 5. Mettiti a carponi sulle mie ginocchia!’

Non sapevo cosa fare, ero un po’ confuso.

‘Carmela! Non farmi ripetere le cose due volte!’

Finì per eseguire l’ordine e mi presi 5 belle sculacciate che mi fecero arrossare i glutei non poco. Terminate le sculacciate mi rialzai e Mistress mi applicò la cintura di castità. Era l’inizio della fine.
‘Carmela, vieni qua, subito!’

Solo udendo quella voce sentii un brivido lungo la schiena. Posai lo spolverino con il quale stavo pulendo la scarpiera della Padrona e mi precipitai verso il salone, cercando di non perdere l’equilibrio a causa dei tacchi alti e delle manette alle caviglie che mi impedivano ampi movimenti delle gambe. Entrando la vidi, seduta sulla sua poltrona, vestita con una semplice camicetta bianca scollata, una gonna al ginocchio in pelle nera, delle calze a riga velatissime e delle stupende décoleté di vernice nera con un tacco a spillo vertiginoso. I suoi capelli lunghi neri erano raccolti in una coda di cavallo, cosa che metteva in luce tutto lo splendore del suo viso. So che non dovrei mai guardare la mia Padrona in quel modo, ma &egrave più forte di me. Fortunatamente non si accorse dei miei sguardi, probabilmente stanca della giornata.

‘Sì? Mistress?’ Dissi una volta arrivata di fronte a lei.

‘Ho avuto una giornata dura e lunga, mi merito un bel massaggio ai piedi.’
Disse con tono deciso. Si interruppe un istante e poi continuò: ‘Toglimi le scarpe e datti da fare!’.

Erano solo pochi giorni che servivo in casa della Signora, ma sapevo già quello che la Signora si aspettava da me in questo momento, dunque senza farmelo ripetere due volte mi inginocchiai davanti a lei e le sfilati delicatamente le scarpe. Vidi i suoi piedi nella loro completa bellezza, con quello smalto rosso fuoco applicato sulle unghie ben curate e la stella tatuata alla caviglia. Cominciai a massaggiarle delicatamente i piedi con le mani, poi applicai un po’ più di pressione sulla pianta del piede e la Padrona sembrò apprezzare. Una volta massaggiati entrambi i piedi con le mani cominciai a leccarle le dita dei piedi. Sentii salire l’eccitazione, ma il dispositivo di castità applicato al mio pene impediva ogni erezione. Mi occupai dei piedi minuziosamente, poi sentii tirare leggermente sul collare: la Padrona tirando sul guinzaglio mi invitava a muovermi più su. Diedi una lunga leccata al polpaccio destro, poi una a quello sinistro, sentii tirare ancora più in alto, cominciai a leccare l’interno della sua coscia a livello del ginocchio, poi mi mossi più in alto, dovendo alzare la gonna in pelle nera. Vidi il perizoma di pizzo nero e la giarrettiera abbinata tenere a posto le fantastiche calze a riga della Signora e mi bloccai estasiata.

‘Cosa aspetti cagna? Continua a leccare’ Disse scostando il perizoma su un lato della passera, mostrandomi un perfetto bikini brasiliano. Cominciai a sentire il suo odore e l’eccitazione salì ancora di più. Sfiorando solo leggermente l’interno della sua coscia con la lingua mi spostai fino a raggiungere la zona del clitoride. Lo stuzzicai a lungo solo con la punta dura della lingua, sentendo la mia Padrona emettere gemiti di piacere. Poi lei mi prese la testa, me la spinse contro la sua fica, e cominciai a leccala profondamente. Iniziò anche a muovermi leggermente la testa avanti e indietro, gemendo sempre di più, fino a quando si lasciò andare e venne in un rumoroso orgasmo. Anche il mio pene, tenuto a bada da quella gabbia di metallo, era tutto bagnato e voglioso ma impotente.

‘Sei stata brava Carmela, ho sempre saputo che saresti stata un’ottima cagna e che saresti stata capace di far andare quella tua linguetta nel modo giusto. Meriti una piccola ricompensa.’

La padrona si tolse la catenina che portava attorno al collo, quella alla quale erano attaccate diverse piccole chiavi, fra le quali anche quella che apriva la mia cintura di castità. Individuò la chiave giusta, la sfilò dalla catenina e liberò il mio pene.

‘Povero piccolo pisellino, &egrave ora dell’ora d’aria’ disse ridendo.

Si rimise comoda sulla sua poltrona e comincio a toccarmi il pene con i piedi ancora avvolti nelle calze velatissime. In un batter d’occhio il mio pene era completamente eretto.

‘Vedo che ti piace Carmela…attenzione però, non vorrai mica sporcare le mie belle calze?’ e continuò a massaggiare il mio cazzo duro.

‘Oh Mistress!’ Esclamai.

‘Cosa c’é Carmela, non riesci a controllarti?’

‘Per favore, mi dia il permesso di venire’

‘No Carmela, ho parlato di una piccola ricompensa, controllati!’

Ma i movimenti della Padrona, così ritmati e vigorosi, mi spinsero oltre la linea di non ritorno e dal mio pene schizzarono diversi getti di sborra che finirono tutti sui suoi piedi fatati ma diabolici.

‘Ohhhhh!’

‘Carmela! Lurida troietta, guarda che cazzo hai combinato!’

Disse prendendo il guinzaglio attaccato al collare che portavo e tirando con forza verso di lei. Mi ritrovai così a pochi centimetri dalla sua faccia, ma non osai guardarla negli occhi. Poi sbraitò:

‘Ti avevo dato il permesso di sborrarmi sulle gambe? Eh? Rispondimi Carmela’

‘No, Mistress, mi scu…’

‘Taci, e non cercare scuse inutili. Hai fatto un buon lavoro prima, ma non posso tollerare questa insubordinazione. Tu sei mia, mi appartieni, e con te i tuoi orgasmi, e io non ne avevo richiesto uno…. adesso pulirai questo schifo…con la lingua!

‘Ma Mistress?’

‘Zitta troia, potrai aprire la bocca solo per tirar fuori quella tua linguaccia e leccare la tua sborra. Avresti dovuto pensare alle conseguenze prima di venire!’

Mi rivenne in mente il contratto che firmai prima di entrare in servizio. Uno dei punti al quale non avevo dato molta importanza diceva più o meno così: ‘La dipendente dovrà provvedere a pulire nel modo che la Signora ritenga più adeguato tutto ciò che la dipendente espellerà in modo volontario o non, durante le diverse attività svolte per la Signora.

‘Che aspetti Carmela? Devo per caso andare a prendere la frusta?

La voce tonante della Padrona mi riportò alla realtà…Capii di non avere scelta, anche se la cosa mi faceva rabbrividire. Aiutandosi nuovamente con il guinzaglio mi portò la faccia a livello del punto in cui le sue calze erano state cosparse dalla mia sborra e poi con un movimento brusco mi mise il piede in faccia. ‘Lecca, cagna!’

Iniziai a leccare ed ebbi un conato di vomito al sentire il gusto del mio stesso seme ancora caldo sulla lingua. Spinsi lo sperma raccolto in fondo alla bocca e deglutii.

‘Non ti darò tregua fino a quando non ci sarà più traccia del tuo schifoso seme!’

Ripassai la lingua sullo stesso punto, una, due, più volte, fino a quando non sentii più quell’odore caratteristico. Un piede era ormai pulito, e se ne accorse anche la padrona.

‘Brava cagna, adesso pulisci anche l’altro’

Senza lamentarmi spostai la bocca verso l’altro piede, sapendo che la prima leccata era la più difficile, ma che poi il resto non sarebbe stato così raccapricciante. Nel giro di un paio di minuti anche il secondo piede era completamente pulito.

‘Bene! Son sicura che ti &egrave piaciuto. Adesso che hai dimostrato di saper ingoiare sborra &egrave bene continuare con l’addestramento. Ma prima rimettiamo nella sua gabbietta il tuo ridicolo pisello!’

E con un movimento rapido richiuse attorno al mio pene oramai completamente molle il dispositivo di castità.Poi si alzò e si diresse verso la scrivania. Si sfilò nuovamente la catenina dal collo e con una delle chiavi che portava aprì uno dei cassetti della scrivania. Non vidi cosa ne estrasse, fece attenzione a tenere l’oggetto misterioso ben nascosto dietro a lei, anche quando si riavvicinò a me.

‘Non avevo previsto di utilizzarlo così presto, ma la tua cazzata di oggi merita una punizione memorabile. Ho deciso dunque che oggi mia cara Sissy perderai la tua verginità anale.’

E mi mostrò quello che nascondeva dietro la schiena. Non si trattava di un oggetto, ma di due oggetti. Non riconobbi il più piccolo dei due, ma l’altro era un cazzo di gomma nero bello grosso attaccato ad una specie di cintura. La Padrona notò il mio sguardo spaventato e prima ancora che potessi aprire bocca me la tappo con la mano libera e disse:

‘Shhhhh, piccola troietta, non aver paura, potrebbe far male la prima volta, ma poi imparerai a gioire ogni qual volta ti sodomizzerò col mio strap on. E per essere sicuri che non ti sfondo il culo al primo utilizzo prenderò le dovute precauzioni. Vedi questo oggetto? Si tratta di un dildo gonfiabile: &egrave piccolo adesso ma può raggiungere le dimensioni di una melanzana. Servirà a dilatare il tuo culo e prepararlo a prendere il mio bel cazzone di gomma nella sua totalità.E adesso girati e mostrami il tuo bel culetto vergine.’

Senza emettere alcuna lamentela mi girai e mi misi a quattro zampe, proiettando il mio culo in direzione della Padrona. Con un’altra chiave mi tolse anche le manette dalle caviglie e mettendosi un paio di guanti in latex disse:

‘Allarga un po’ le ginocchia e piegati di più, vedrai che tutto sarà più facile’

Poi aprì un tubo di lubrificante, se ne riempì la mano abbondantemente e mi infilò senza preavviso un dito nel culo. Non ebbi il tempo di emettere alcuno suono che la Padrona mi avvisò:

‘Non provare nemmeno a lamentarti per un solo e minuscolo dito, pensa al cazzone che entrerà presto qua dentro!’ e con un movimento rapido tolse il dito per rimetterne due. Poi comincio a ruotare le dita dentro il mio ano e ammetto che trovai questo movimento piacevole. Mi lasciai sfuggire un piccolo mugugno di piacere.

‘Lo sapevo che ti sarebbe piaciuto…potrei farti venire solo massaggiandoti la tua piccola prostata, ma poi sarei obbligata a farti ripulire il pavimento e non mi sembra il caso di perdere altro tempo.’

Tolse le dita, lubrificò ben bene il dildo gonfiabile e me lo fece scivolare dentro senza esitare. Non era più grande delle due dita della Signora. Poi però prese la pompetta e pompò vigorosamente 3-4 volte. Subito sentii il mio ano riempirsi e tirare. Una sensazione strana ma piacevole.

‘Bene, adesso &egrave abbastanza grande per non uscire più spontaneamente. Ora lo connetterò a questa pompa automatica che immetterà lentamente aria del dildo, in modo che si gonfi senza farti esplodere il culo.’

Una volta connessa la pompa mi ordinò di sollevare il busto restando in ginocchio. Prese un paio di manette e mi ammanettò i polsi dietro la schiena, poi riammanettò anche le caviglie, facendo però incrociare le due manette, di fatto impedendomi ogni movimento.

‘Perfetto!’

Disse con una certa soddisfazione.

‘Quando tornerò il giochino che ti ho messo nel culo avrà le dimensioni di un’arancia e sarai pronta a perdere la tua verginità mia cara Sissy.’

Mi diede una spinta laterale e mi ritrovai al suolo su di un lato, con gambe e braccia legate dietro la schiena. Lei si alzò, si indirizzò verso la porta, spense la luce e uscì dalla sala chiudendo la porta dietro di sé, lasciandomi nell’oscurità assoluta con quel dildo gonfiabile nel culo che piano piano si gonfiava.
Sentii i passi della Padrona avvicinarsi nel corridoio. Io ero sempre lì, stesa sul pavimento. La differenza rispetto a quando la Padrona se ne andò &egrave la taglia del dildo che avevo nel culo, che adesso tirava di maledetto la pelle del mio ano. Una volta giunta alla porta si fermò ed intravidi il suo corpo statuario in controluce. Notai subito che si era cambiata, ma vidi la sua perfetta tenuta in latex nero solo quando accese la luce della stanza. Portava infatti una tuta quasi integrale in latex, degli stivaloni a zeppa in lack fino la coscia il cui tacco doveva fare facilmente 20 cm, le sue mani erano anch’esse inguainate in lunghi guanti in latex e il suo ventre era stretto in un corsetto in lack. Una visione eccitante, nonostante il frustino che teneva in una mano e il grosso strap-on che portava alla vita.

Si avvicinò a passi decisi, mostrandosi particolarmente a suo agio su quei tacchi alti, si accovacciò accanto a me e sussurrò:

‘Come stai Carmela? Ti senti pronta a farti inculare? Spero per te di sì, perché non avrai altra scelta, oggi la tua fichetta anale verrà sfondata a dovere, &egrave un giorno importante per te, uno di quelli che ti ricorderai per sempre!’

Poi mi tolse le manette da polsi e caviglie, mi ordinò di mettermi a quattro zampe ed iniziò a sgonfiare il dildo. Ad un certo punto però, prima che il dildo si fosse sgonfiato completamente tirò fortemente e lo estrasse provocandomi un certo dolore. Poi esclamò:

‘Il tuo culo &egrave pieno di merda, dovremo prima procedere ad un’accurata pulizia! Andiamo in bagno!’

Mi prese dal guinzaglio e mi tirò in bagno. Lì la padrona mi sottopose ad un grosso clistere. Con disinvoltura mi infilò la cannula nel culo e poi iniziò a far scorrere il contenuto della sacca nel retto. Sentii il mio intestino riempirsi, facevo fatica a trattenere il liquido. La pregai di fermarsi ma lei mi disse che non dovevo far uscire nemmeno una goccia dell’enorme sacca. Svuotata la sacca tolse la cannula dal mio culo e mi ordinò di trattenermi per 2 minuti, prima di darmi il permesso di svuotarmi sul cesso. Ripeté l’operazione altre due volte, al termine delle quali il mio intestino era completamente vuoto.

‘Questa procedura dovrai ripeterla tutte le mattine prima di entrare in servizio. Dovrai essere sempre pronta all’uso, sono stata chiara?

‘Si, Padrona!’

‘Bene, adesso torniamo di là.’ disse strattonando il guinzaglio.

Era giunta l’ora, avevo accettato l’idea di farmi inculare e anzi la cosa cominciava ad eccitarmi. La Padrona mi aveva sistemata a 90 su di un tavolo. Le caviglie legate ai piedi del tavolo, culo esposto e ben accessibile, ventre appoggiato alla superficie del tavolo e mani legate agli altri piedi del tavolo. Con gli occhi chiusi, oramai rassegnata all’idea di sentire da un momento all’altro il cazzo di gomma penetrarmi, aspettavo inerte il momento…

‘Cosa stai facendo? Aspetti passivamente d’essere inculata? Nooo, non &egrave così che funziona! Le troie fanno sempre un bel pompino prima di farsi inculare, fammi vedere che anche tu sei una vera troia! Apri la bocca e succhia!’

Non aprii la bocca ma mi ritrovai comunque il cazzo di gomma fra i denti. Tenendomi la testa con una mano la Padrona mi fece spompinare lo stapon per un lungo momento. Ogni volta lo spingeva più in profondità nella mia bocca.

‘Così cagna, succhialo fino in fondo!’

Quando pensavo che volesse farmelo entrare tutto fino in gola lo retrasse e si diresse verso l’altro lato del tavolo. Mi diede due sculacciate, una per chiappa, poi appoggiò delicatamente la cappella del fallo sul mio ano salvo poi penetrarmi bruscamente. In pochi secondi infilò praticamente tutto quel cazzo enorme nel mio culo, ciò che mi provocò un certo bruciore. Sentendo una mia lamentela si fermò un istante, giusto un attimo, per poi cominciare a muoversi avanti ed indietro con movimenti sempre più ampi e rapidi. La supplicai di rallentare ma invece lei continuò ad accelerare sempre di più, andando sempre più in profondità. Mi stavo facendo impalare alla grande ed invece di provare vergogna sentivo dentro di me una certa eccitazione. In poco tempo il bruciore scomparse e lasciò posto ad un piacere crescente, a tal punto che nel giro di pochi minuti mi ritrovai a gemere di piacere come una vera troia. Pur legata al tavolo cominciai a muovere il bacino per accompagnare i colpi sempre più forti della Padrona.

‘Sei proprio una gran puttana, e io che pensavo darti una bella lezione! Dovrò andare a comprare uno strapon ancora più grosso!’

‘Oh sì Padrona!’

All’improvviso sentii il grosso fallo uscire, rimasi un po’ così, non capivo perché all’improvviso si fosse fermata..

‘Basta così, oggi hai già sborrato una volta, anche se il tuo cazzetto &egrave rinchiuso non vorrei che venissi dall’eccitazione.’

Mi diede una forte sculacciata e aggiunse ridendo:

‘Guarda che bel culo sfondato! Penso proprio che ti lascerò legata al tavolo ancora un momento, in modo da approfittare della visione della mia Sissy legata come un salame e col culo rosso!’

Ci fu un momento di silenzio…

‘Anzi no, in fondo oggi &egrave un giorno speciale, l’ho detto anch’io, perché la verginità si perde una sola volta nella vita mia cara Carmela, dunque sarò clemente e continuerò ad incularti, ma solo se mi fai vedere che adesso hai capito come si fa un bel pompino!’

Si ripiazzò davanti a me, mi slegò i polsi e si mise le mani alla vita, aspettando una mia reazione. Avevo una voglia matta di venire, volevo che continuasse ad incularmi, dunque non me lo feci ripetere due volte e iniziai a succhiare il cazzo finto della Padrona. Penso che apprezzò il mio impegno, visto che poco dopo mi slacciò le caviglie dai piedi del tavolo, mi ordinò di mettermi sulla schiena, mi prese le caviglie e riprese ad incularmi selvaggiamente. Nonostante la cintura di castità stavo sbrodolando dentro dal piacere. Poi, senza fermare il dentro-fuori, liberò il mio pene e disse:

‘Approfittane Carmela, toccati il cazzo e sborrati addosso. Una cosa del genere potrebbe non ripetersi per parecchio tempo!’

Non me lo feci ripetere due volte e iniziai a masturbarmi. Mi resi conto di urlare di piacere e di incitare la padrona ad andare più in profondità e terminai poco dopo schizzando grandi quantità di sborra sulla mia uniforme da Sissy.
Ero stravolta, non avevo mai eiaculato così tanto. Mi permisi di ringraziare la Mistess per avermi inculato così selvaggiamente e per avermi fatto godere come una vera troia. Le si limitò a dirmi che avrei dovuto pulire accuratamente tutto il casino che avevo fatto. Mi diede un’altra forte sculacciata e poi se ne andò come se niente fosse con una camminata felina. Appena prima di uscire dalla stanza disse
“Buona notte Sissy, e mi raccomando la colazione domani mattina!”

[Continua?] Mi presentai puntuale nella camera della Padrona con una uniforme pulita e la colazione delle grandi occasioni. Volevo in qualche modo ringraziare la mia Mistress per la giornata precedente. La svegliai come mi era stato insegnato, aprendo piano piano le persiane. Lasciai la Padrona mangiare e poi passai a ritirare i resti della colazione quando sentii il campanello. Era di buon umore, forse anche grazie alla colazione che le avevo preparato. Mi disse di portare i piatti sporchi in cucina ma di ritornare immediatamente in camera, che aveva voglia di usarmi un po’. Non sapevo bene cosa aspettarmi ma ero particolarmente incuriosita.
Tornata in camera la ritrovai nuda sul letto che si stava massaggiando la passera con le dita. Mi ordinò di contribuire al suo piacere con la mia linguetta. Mi inginocchiai al bordo del letto e lei avvicinò la fica alla mia bocca. Solo l’odore mi faceva impazzire, mi ritenevo una sissy molto fortunata. Mi diedi da fare come sempre, alternando leccate lente ma intense con tutta la lingua a piccoli colpetti dati dalla lingua al clitoride, non tralasciando ovviamente le piccole penetrazioni. Sapevo come farla impazzire e la cosa mi eccitava: in fondo quello era una delle ragioni della mia esistenza, far piacere alla mia padrona. La sua eccitazione saliva, lo sentivo dai suoi versi e lo percepivo dai suoi movimenti, però ad un certo punto mi ordinò di togliermi l’uniforme e i panties. Restai di fatto solo con reggiseno, autoreggenti, scarpe e il dispositivo di castità. Mi chiese di avvicinarmi a lei e di piegarmi a 90. Ispezionò prima visivamente il mio pene nella sua gabbietta, poi il sedere e il foretto, notando che si era ripreso bene dal esercizio di ieri. Si mise infine un guanto in latex e mi infilò due dita nel culo. Stava ispezionando il mio retto, fortunatamente non mi ero dimenticata del clistere mattutino!

‘Brava Sissy, vedo che la tua fichetta é bella pulita e pronta all’uso…Sdraiati su quel tappeto a pancia in giù!’

Mentre eseguivo l’ordine lei estrasse da un cassetto un lungo dildo flessibile. Sembravano due dildi incollati. Lo lubrificò leggermente e mi impiantò 20 buoni centimetri di dildo nel culo con un certo sforzo.

‘Vedo che nel giro di una notte il tuo culo si é richiuso…dovrò trovare una soluzione, non dev’essere solo pulito, ma dev’essere anche più…accogliente! In ogni caso a questo penseremo dopo, per il momento mia cara Sissy mi servirai da base d’appoggio…ho voglia di cavalcare un bel cazzo lungo, non come il tuo!’

Detto questo si adagiò sul dildo che usciva dal mio culo e scese lentamente fino ad appoggiarsi sopra di me.
Poi inizio a cavalcare il doppio dildo, alternando movimenti nelle varie direzioni. Non riuscivo a vedere esattamente cosa stesse facendo, ma sentivo il dildo muoversi dentro il culo in modo sempre più rapido. Non era proprio come il giorno precedente ma mi piaceva un sacco! La padrona venne con un lungo urlo di piacere, poi cominciò a massaggiarmi la schiena e disse:

‘Vedi Sissy, ci sono tanti modi in cui puoi darmi piacere, e non ho ancora finito di mostrarteli!’

Poi si sollevò e si adagiò al mio fianco. Con una mano impugnò il dildo e cominciò a muoverlo con energia.

‘Adesso rendiamo il tuo culo un po’ più…flessibile!’.

Con degli ampi movimenti circolari stava smollandomi il retto. La pregai di diminuire la forza, perché avevo l’impressione che mi stesse lacerando qualche membrana. Rallentò leggermente e poi disse:

‘Va bene Sissy, ma quando fra alcuni minuti quel grosso plug anale dovrà entrare qui dentro rimpiangerai di non averti dilatata sufficientemente’

disse indicando un plug a goccia particolarmente grosso che giaceva sul comodino del letto. Non l’avevo neanche visto, eppure doveva essere lì da diverso tempo! Mi corressi e le dissi di fare tutto ciò che riteneva più opportuno per il bene della sua umile Sissy, così riprese a giocare con il dildo con la foga iniziale. Effettivamente col passare dei minuti il mio culo si dilatò e i movimenti della Padrona non erano più così fastidiosi. Lei si alzò di scatto, prese il plug e un tubo di lubrificante e poi disse:

‘Visto che questo giocattolino dovrà restare lì dentro fino sta sera é bene che lubrifichiamo tutto abbondantemente!’

Posizionò direttamente il tubo di lubrificante sul mio ano, fece un po’ di pressione e poi schiacciò il tubo, facendo entrare una bella dose di lubrificante nel retto, poi applicò altro lubrificante al plug e cominciò a spingermelo dentro il culo. I primi centimetri entrarono facilmente, ma quando si trattò di far entrare la parte più grossa l’operazione divenne subito più complicata. La Mistress dovette giocare ancora un po’ col mio culo, spingendo leggermente dentro e fuori il plug, prima di riuscire a farlo entrare completamente con una rotazione precisa. Fui sorpreso delle sensazioni che sentivo giù lì con quel plug nel culo…era un misto di eccitazione e disagio ma d’altra parte non potevo di certo lamentarmi con la Padrona!

‘Vedrai che fra un paio d’ore ti sarai già dimenticata di avere questo plug nel tuo buchetto! Da oggi via mia cara Sissy dovrai sempre tenere questo plug nel culo. Te lo metterai dopo la doccia rettale mattutina e te lo toglierai solo prima d’andare a letto. Come ho detto prima, preferisco che la tua fichetta anale sia più dilatata di così!’

‘Sì Mistress, ogni suo desiderio é un ordine!’

‘Bene, non mi sarei aspettata nessun’altra risposta dalla mia Sissy! Adesso puoi andare a sistemare le cose della colazione’

‘Si Padrona.’

Dissi rimettendomi i vestiti. Poi poco prima che uscissi dalla stanza la Padrona disse:

‘E una volta finito in cucina preparati che oggi usciamo a fare shopping.’

‘Ma Mistress?’

Dissi lasciando traspirare tutta la mia preoccupazione.

‘Niente lamentele Sissy! Sarà divertentissimo…ti farò trovare i vestiti che dovrai mettere sul letto…e ora vai e non metterci troppo a sistemare la cucina!’
Quando rientrai nella mia camera trovai i vestiti sul letto, come promesso dalla Mistress. Si trattava di un semplice intimo bianco composto da reggiseno e panties, un vestito estivo lungo floreale e dei sandaletti neri con un tacco moderato sui 7 centimetri. Poi c’era una borsa, degli accessori come un orologio, alcuni braccialetti, una collana e degli occhiali da sole ed un foglietto con una nota della Padrona, diceva: ‘Trucco leggero oggi Sissy, non voglio che la genti pensi che vada in giro con una puttana! Però mi raccomando, il plug resta dov’é! Se hai paura d’avere delle perdite mettiti un assorbente! Quando sei pronta raggiungimi in sala, ti aspetto lì.’

Andai in bagno, mi diedi una rinfrescata e mi rifeci il trucco, tenendo conto del messaggio della Mistress. Una volta vestita mi guardai nel grande specchio di camera mia, effettivamente con i grossi occhiali da sole e la parrucca bionda un po’ cadente sul viso sarebbe stato difficile riconoscermi. Nonostante ciò sentivo un certo disagio ad andare in città vestita così.

Mi presentai davanti alla Padrona e lei non poté fare altro che approvare la mia preparazione. Al momento di varcare la porta di casa esitai un attimo. La Mistress lo notò, mi guardò incattivita e disse:

‘E allora? Che aspetti? Se ti blocchi già qui figurati dopo in centro! Guarda che non voglio far figure, e pur se non potrò punirti per ogni insubordinazione all’istante lo farò una volta rientrati a casa, e con gli interessi!’

Mi sbloccai immediatamente e dissi:

‘Non si preoccupi, Mistress, non accadrà.’

‘Dimenticavo: oggi eccezionalmente mi chiamerai semplicemente Signora, non sbagliarti.’

‘Bene Signora, come desidera.’

Salimmo in auto, io lato passeggero, e prendemmo la statale per il centro. La nostra meta era un erotic shop vicino la stazione. Una volta entrate la commessa ci accolse gentilmente. Capii subito che conosceva la Padrona; probabilmente tutti i giochini erotici che aveva in casa venivano da qui.

‘Come stai cara Agata? E chi é la tua amica?’

‘Oh cara Giulia, tutto bene. Ti presento Carmela, la mia Sissy…ti avevo già parlato di lei, ricordi?”

‘Ah si, la tua…mm…schiavetta, sì sì, ricordo! Stai facendo un ottimo lavoro!’ disse guardandomi dalla testa ai piedi.

‘E come posso aiutarti oggi, di cosa hai bisogno?’

‘Per prima cosa vorrei sapere se quelle tette finte che avevo ordinato un po’ di tempo fa sono arrivate. Non ne posso più della prima scarsa della mia schiavetta.’

‘Certo, sono arrivate alcuni giorni fa, vado a prenderle’ disse dirigendosi verso il retrobottega.

‘Vedrai Sissy, con queste ti sentirai molto più donna!’

Giulia tornò con una grossa scatola, la aprì e tirò fuori due tette enormi di silicone, con dei grossi capezzoli sporgenti scuri.

‘Eccole qui, il meglio che c’é sul mercato, due tette alla Pamela Anderson, morbido silicone, un chilo l’una, sono una 8ava abbondante!’

‘Perfette! Provale Carmela!’

Esitai un istante ma poi pensai alle parole della Padrona riguardo le punzioni con gli interessi e così presi in mano quelle enormi mammelle e mi diressi verso il camerino.

‘Dentro la scatola c’é anche un reggiseno adatto’ disse Giulia.

Non appena tirata la tendina del camerino le due Signore iniziarono a confabulare. Non riuscivo a sentire cosa dicessero, dunque mi tolsi vestito e reggiseno, mi allacciai quello nuovo attorno al petto e poi presi in mano la prima tetta. Era enorme e pesantissima, ma particolarmente realistica. La posizionai dentro la coppa del reggiseno e mi guardai allo specchio: ‘Wow’ pensai fra me e me ‘é veramente grossa!’.

Sistemai anche la seconda e poi mi riguardai allo specchio…i capezzoli spuntavano come razzi dal reggiseno…quella visione mi eccitava a tal punto che cominciai a pasparmi le tette. Mi stavo lasciando trasportare quando la voce della Padrona mi riportò in fretta alla realtà.

‘Allora Carmela? Non vorrai farmi aspettare troppo a lungo!’

‘Arrivo subito Signora!’

Mi misi il vestito ed uscii dal camerino.

‘Mmm, sì, ti stanno proprio bene, però non capisco perché ti sei rimessa il vestito, hai qualcosa da nascondere?’

‘Non ti preoccupare Carmela, ho chiuso temporaneamente il negozio, nessuno potrà disturbarci! Togliti il vestito!’ aggiunse Giulia.

Lasciai cadere il vestito al suolo, restando il mutande e reggiseno.

‘Perfette!’

‘Sì, decisamente della giusta misura!’

‘Adesso passiamo al resto!’ disse la Padrona cedendo la parola a Giulia.

‘Dunque Carmela, abbiamo preparato qui per te diverse uniformi da cameriera, alcune classiche ed altre un po’ più provocanti…spero ti piaccia il latex cara Sissy!’

‘Certo Signora’ risposi un po’ eccitata.

‘Bene, perché questo é il mio regalo per Agata.’

Poi prese una scatola e la aprì in fronte a me, c’erano tre grossi plug anali, uno più grosso dell’altro, e tutti più grandi di quello che avevo nel culo attualmente.

‘Non ti preoccupare Sissy, questi non sono per subito’ disse la Padrona scoppiando a ridere.

‘Ma la vera ragione per cui siamo passati é un’altra, vero Giulia?’

‘Certo Agata: volevi un…’attrezzo’ più lungo e grosso.’

‘Esatto, a questa piccola troietta piacciono i cazzoni grossi e lunghi.’

‘Ed ho proprio ciò che cerchi: il migliore strap-on che ho in catalogo, 40 cm di lunghezza e 8 buoni centimetri di diametro, marrone come i cazzoni degli stalloni da monta di colore, con cappella e venature, più realistico di così!’

‘Perfetto! E tranquilla Sissy, anche questo non é per subito!’ disse la Padrona. Poi aggiunse:

‘Vista la gentilezza di Giulia penso sia d’obbligo un ringraziamento speciale da parte tua, non trovi?’

‘Si Signora.’

Non ero sicuro di quello che si aspettava da me la Padrona, ma da Sissy avevo il compito di non far funzionare troppo il cervello. Tanto più che Giulia era una donna attraente.Mi inginocchiai di fronte a lei, si tirò su la minigonna mostrandomi un perizoma di pizzo bianco molto raffinato e disse:

‘Ho sentito che sei tanto brava a leccare passere…e ho proprio voglia di una leccatina laggiù!’

Le sfilai il perizoma e scoprii una figa senza un pelo. L’odore era diverso da quello della mia Padrona ma non per questo meno eccitante. La baciai un paio di volte e poi cominciai a far lavorare la lingua. Iniziai dal clitoride, come sempre, poi mi mossi verso il basso. Dopo un paio di leccate Giulia mi prese la testa e me la pressò contro di lei.

‘Succhia più in profondità Sissy, usa di più la lingua!’

Non riuscivo a respirare, ma con la lingua riuscì a raggiungere meandri che non avevo mai raggiunto. Dopo diversi secondi Giulia mi lascio respirare un paio di volte e mi rispinse con forza contro la sua passera.

‘Continua così, Sissy bella!’

La vidi toccarsi il seno con la mano libera. Il suo respiro diventava sempre più intenso fino a quando venne con un grido acuto.
Mi accorsi solo ora che la mia Padrona ci guardava toccandosi la passera e stringendosi un capezzolo…lo spettacolino la stava facendo eccitare. Si sollevò pure lei la gonna e mi offrì la sua passera. Ero felice, due fighe una dietro l’altra, e una più bella dell’altra!
Feci gioire anche la Padrona e poi mi ricomposi. Anche loro si rimisero a posto i vestiti e poi Giulia disse:

‘Carissima Agata, veramente un ottimo lavoro!’

Mi commossi sentendo quelle parole! Poi ci dirigemmo verso la cassa, la Padrona pagò e salutò Giulia come una vecchia amica. Poi si rivolse verso si me, mi porse il sacchetto con gli acquisti e disse:

‘Ecco qui, é tutto dentro questo sacchetto, tranne le tuo nuove protesi che ovviamente sarebbe un peccato nascondere in un sacchetto’ abbassai la testa per guardarle ed effettivamente erano molto attraenti…anche se dentro il vestito che portavo erano proprio un po’ strette! Poi Giulia aggiunse:

‘C’é anche un regalino supplementare per la Sissy per essersi comportata così bene. Spero di poter approfittare dei tuoi servizi ancora in futuro!’

Guardai dentro al sacchetto e vidi il perizoma di Giulia, quello che le avevo sfilato poco prima. Mi sentii una Sissy molto fortunata!

Uscimmo dal Sex Shop, che si trovava in un quartiere non proprio di alta borghesia, e in quei pochi metri che ci separavano dall’auto arrivarono non pochi commenti e fischi. Mi sentii in imbarazzo e capii come dovevano sentirsi le donne quando ricevono quel tipo di commenti. Poi però ci ripensai un attimo e mi dissi che in fondo essere considerata una troia con due meloni giganti era abbastanza eccitante per una Sissy come me!

Salimmo in macchina e la Padrona mi guardò e disse:

‘Brava Sissy, ti sei comportata bene da Giulia. é una mia cara amica e ci tenevo a non far figure! E non preoccuparti per quei commenti beceri di questi animali, sei una troia é vero, ma di classe, e quelle grosse tette ti si adattano perfettamente!’

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