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Bea (settima parte)

By 20 Giugno 2025One Comment

La festa di Lui..

Chiusi la porta della mia camera a chiave e davanti a quello specchio testimone di chissà quante volte, rimasi nuda ad osservare quell’arma di seduzione distesa sul letto, un omaggio alla mia femminilità per un invito speciale:
Fu un momento emozionante, mi presi tutto il tempo necessario, spazzolai lentamente i capelli, li raccolsi sopra la testa avvolgendoli e fermandoli con delle mollette, poi presi il vestito tra le mani e lo annusai, sapeva di nuovo, di sintetico, di trasgressivo, tanto leggero da poterlo appallottolare
, ci infilai prima uno e poi l’altro piede, lo feci salire delicatamente fino a coprirmi completamente, infilai le braccia nelle spalline e rimase perfetto sopra di me… Presi le scarpe, erano sandali con laccetto sulla caviglia, tacco 10, anch’essi neri… Gli infilai uno per volta, li allacciai.. volevo provare tutto alla perfezione, non dovevo lasciare niente al caso, mi guardai in tutte le angolazioni, la schiena nuda sino alla forma dei glutei e da loro con una linea perfettamente orizzontale, il tessuto cadeva morbido e leggero arrivando alle caviglie.. sul davanti mi copriva completamente fin sopra il seno terminando squadrato come sopra il sedere, le spalline sottili, agganciate sull’angolo che il tessuto formava lateralmente al seno, giravano intorno alle spalle per ritornare nello stesso punto.
Quell’abito così provocante era una delle sfide alle quali il mio amico sconosciuto mi voleva sottoporre quella sera, non sapevo nulla di quella festa, un salto nel buio! Ma quella voglia di esibizionismo che era nata in me, non faceva altro che spingermi a quella folle serata.
Mi sentivo bella, quell’abito potevo permettermelo, ero magra, il seno lo riempiva benissimo e sul sedere perfettamente aderente.. ma dovevo indossarlo senza intimo, come mi era stato richiesto…era impossibile che ci fosse senza essere di troppo.
L’idea di andare all’appuntamento ed alla festa mi stuzzicava sempre di piu, il problema più grosso era uscire di casa in quel modo, se mio padre mi avesse vista così conciata, sarebbe scoppiato un casino e mia madre sicuramente sarebbe stata d’accordo con lui.
Dovevo uscire di casa vestita normale e portarmi abito e scarpe nello zainetto… Ma dove potevo cambiarmi?
Erano quasi le 19, mi feci una doccia e ritoccai qualche pelo con la lametta, indossai nuovamente la tuta ed andai a cenare, mio padre non mi chiese nulla riguardo la sera prima e dell’orario del mio rientro a casa, forse aveva già chiesto a mia madre e lei a mia sorella, insomma… In qualche modo avevo evitato lo stress della paternale:
Squillò il telefono e mia sorella corse a rispondere, come al solito…
“Bea è per te…” Mi disse…
Andai a rispondere, forse speravo che fosse Marco, ma era Walter, mi chiese di uscire con lui, mi propose un cinema e dopo andare a bere qualcosa, mi disse che non vedeva l’ora di rivedermi e di sentire nuovamente il profumo della mia pelle… Voleva fare sesso con me! Gli avevo concesso di baciarmi e toccarmi fugacemente, mi ero fatta vedere mezza nuda, di sicuro quella sera, non sarei riuscita a contenere la sua eccitazione… E forse mi sarebbe anche piaciuto… Ma ormai avevo deciso, volevo andare a quella festa e farmi vedere da quell’uomo misterioso, bella e provocante… Dissi a Walter che sarei rimasta a casa con la solita scusa del mal di testa e per non lottare contro la sua insistenza gli proposi di chiamarmi all’indomani dopo pranzo.
Quella telefonata mi diede l’alibi per uscire liberamente, finii di cenare ed andai a prepararmi, indossai una minigonna di jeans un po’ scampanata, una canotta e tirai fuori un giubbino da mettere prima di uscire, poi andai in bagno e con la matita nera feci il contorno occhi: la usavo raramente perché mi dava un aspetto un po’ troppo adulto e le occasioni con gli amici o per lavoro non richiedevano tanta attenzione.. per finire appoggiai il tappo del flacone di Chanel su collo e sui polsi, era un regalo del mio ragazzo, anche quello usato raramente, solo per alcune occasioni con lui. Sistemai lo chignon sulla testa, salutai ed uscii di casa: era la prima volta che uscivo senza intimo, ebbi una strana sensazione, l’aria che passava da sotto il bordo della gonna investiva il sesso regalandomi l’impressione di essere nuda. Erano quasi le 22, perfettamente in orario, arrivai in strada e vidi distante alcune decine di metri un taxi, mi avvicinai un po’ timidamente e guardai all’interno, l’autista abbassò il finestrino e mi chiese:
“Sei Bea..?”

Emozionata salii dallo sportello posteriore e gli dissi che potevamo andare, non mi disse altro, ero sola e non sapevo dove mi stava portando, in più avevo il problema di cambiarmi.
Non potevo arrivare all’appuntamento vestita di jeans, dovevo inventarmi qualcosa, così decisi di farlo lì, nel taxi, mi spostai dietro il conducente in modo che non potesse vedermi dallo specchietto, poi molto lentamente iniziai a togliermi il giubbino e la gonna, aprii lo zaino e tirai fuori il vestito, ci infilai dentro le caviglie e lo tirai su coprendomi i fianchi: slacciai le adidas ed infilai i sandali e per ultima cosa tolsi la maglietta… Rimasi qualche secondo a seno nudo, il tempo di sfilare la maglietta dal collo senza rovinare i capelli ed infilare le spalline… ce l’avevo fatta! piegai tutto e riposi nello zaino…
“Belle tette !”

Alzai lo sguardo e dallo specchietto retrovisore del taxi vidi il volto dell’autista… Occhi chiari, piccoli e contornati da rughe di espressione… Incredibilmente era riuscito a vedermi ugualmente, nonostante le mie precauzioni.

“Stasera dopo la festa ti riaccompagno a casa, se vuoi puoi lasciare lo zaino qui: io resterò ad aspettarti sotto casa.”

Mi venne da sorridere, avevo l’autista personale, come una diva…

“Grazie della disponibilità e grazie del complimento”, gli dissi..

Quel tipo iniziava a starmi simpatico, con naturalezza aveva commentato il mio corpo senza mettermi in imbarazzo, come se nulla fosse… Mi spostai dalla parte opposta della panca e lo pregai di portare avanti il sedile anteriore, avevo bisogno di più spazio per sistemarmi meglio il vestito, allungai le gambe e lo sistemai meglio sui fianchi, lo stirai verso i piedi e per finire aggiustati meglio le spalline… Non riuscivo a stare ferma con le mani, cercavo continuamente di correggere qualche particolare, come un tick nervoso..
” Stai benissimo, non preoccuparti… Ma sotto quel vestito cosa c’è rimasto..?”

“Niente!” Risposi…” Ti lascio tutto in macchina..!”

Ci guardammo nuovamente dallo specchietto retrovisore e gli sorrisi, l’autista contraccambiò ed aggiunse:

” È un vero peccato non poterti fare compagnia…”

Ed io…
“Sei simpatico, ti porto da bere..”

Dopo qualche minuto ci fermammo davanti ad un cancello, l’autista scese ed andò a suonare ad un citofono, disse qualcosa e ritornò in auto.
Entrammo passando per il cancello e percorremmo un vialetto di ciottolino, arrivammo ad una casa, una villetta di almeno due piani dove sulla porta di ingresso c’era una signora elegante ad aspettarci: Il taxi si fermo’ proprio davanti e l’autista spense il motore. Tutta la spavalderia che manifestavo a me stessa davanti allo specchio di casa, svanì in un lampo, mi stavo cagando sotto, fui travolta dal panico ed avrei pagato per essere lontana da lì.
Vidi sopraggiungere quella donna matura, forse la padrona di quella bella casa, aprì lo sportello e mi porse la mano per farmi scendere, mi sorrise e disse:
” Ciao Bea, che bella che sei.. molto piacere.. Giovanna”

Mi indicò la strada e la seguii quasi all’ingresso, ma con una scusa ritornai verso il taxi, passai dal lato del guidatore e gli chiesi:
” Senti, dicevi sul serio? Mi aspetti per riportarmi a casa? Guarda che hai tutte le mie cose, se hai intenzione di andartene dimmelo ora.

…e rispose:
“Ma Bea… certo che dicevo sul serio, sono gli accordi che ho preso, quando vorrai andartene, ti accompagno: Divertiti !

Entrai in casa e trovai Giovanna ad attendermi, mi disse di accomodarmi e di aspettare che Luigi venisse a ricevermi…
E chi era Luigi..?
Lo vidi arrivare, era Lui, Luigi era lui… Quello che mi aveva aperto la mente, quello che mi aveva fatto scoprire quanto amassi essere esibizionista, quello che mi aveva fatta godere al cinema, nel camerino del suo negozio, quello che mi aveva fatto capire che seguendo la mia natura non potevo fare niente di male.
Mi disse:
“Ciao Bea, grazie per essere venuta, andiamo di sopra che ti presento..”

Mi diede la mano delicatamente e mi accompagnò al piano di sopra, il suo profumo inconfondibile già mi turbava i sensi, era elegantissimo, anche lui di nero con camicia bianca leggermente sbottonata, arrivammo al piano superiore ed avvertii un pezzo musicale a basso volume, Luigi apri una porta e ci ritrovammo in un salone con diverse persone e luce molto soffusa, tipo discoteca, mi disse di non perdermi e nel caso di cercare il bar oppure il terrazzo… Accipicchia che casa..!
Lui si allontanò con la scusa di salutare degli amici e mi propose di andarmi a prendere da bere..
Mi avvicinai al bar e notai che c’erano molte coppe di champagne già pronte per essere servite, ne presi una e rimasi a sorseggiarla mentre mi guardavo attorno, l’ambiente era molto distinto, tutte persone mature, forse una dozzina tra uomini e donne, come spesso succede divisi in gruppi, nonostante fossi sola e spaesata, non mi sentivo fuori luogo, per il momento nessuno mi aveva notata o si era fatto notare…
Lo champagne era buonissimo, poche volte lo avevo assaggiato e questo era davvero irresistibile, a piccoli sorsetti finii velocemente la prima coppa, ne presi un’altra e mi avventurati per la sala, sorridevo ad ogni incrocio di sguardi e raggiunsi Luigi, che intento a conversare non si accorse del mio arrivo:
Mi presentò ai suoi amici come la sua collaboratrice, in merito a cosa non era dato sapere, ovviamente… tutti loro molto educati si prostrarono con la mano per le presentazioni e fui invitata a seguire la loro conversazione, piacevole e poco impegnativa, dimenticai l’arroganza della fighetta di 20 anni e mi dimostrai sempre curiosa ed affascinata, sorpresa e meravigliata, ma con piglio intelligente.
La musica si alzo di volume e le luci diedero l’effetto ambiente del caso, Luigi mi invito’ a ballare e ci ritrovammo tra altri amici ed amiche, musica anni 70 e balli simili a quelli dell’epoca… Fu divertente improvvisarmi in movimenti che non avevo mai provato, Luigi si muoveva molto bene, mi piaceva anche come ballava, ci si scambiava partner continuamente e mi stavo divertendo:
Poi la musica divenne più lenta, Luigi mi prese per i fianchi ed io gli misi le braccia al collo, sopra tacchi da 10 riuscivo ad avvicinarmi bene al suo volto, appoggiai uno zigomo sulla spalla e mi feci guidare dai suoi movimenti:
Quel profumo di maschio nelle narici mi riportò alle sensazioni vissute, fino a che sentii le sue mani muoversi sulla schiena nuda, percorrere tutta la sua superficie e generandomi un brivido di piacere, chiusi gli occhi e mi strinsi al suo corpo, i bordi del vestito si sollevarono delicatamente e le mani morbide del mio uomo si fecero spazio sotto di esso:
Si! Il mio uomo! Mai nessuno come lui, dovevo riconoscerlo a me stessa e quella sera potevo solamente ammetterlo.
Molto discretamente salì lungo i fianchi, entrò sotto il vestito con il dorso di entrambe le mani, raggiunse entrambi i seni ed afferro i capezzoli tra le dita… li strinse ed inizio a guidarmi nei movimenti… Che bellooooo…
Portai le labbra più vicine al suo orecchio e gli sussurrai:
” Siiiiiiii……quanto mi piaceeee…….”
Forse qualcuno poteva anche accorgersi di come mi stava toccando, ma c’era poca luce ed i movimenti potevano anche essere confusi… E poi, chissenefrega! pensai… Ma non volle soffermarsi troppo, scese nuovamente lungo i fianchi con tocco leggero, mi dava quasi il solletico, passo sulla schiena e la percorse disegnando chissà quale fantasia, voleva farmi eccitare! Ormai sapeva che certe attenzioni mi avrebbero fatto perdere il controllo e ci stava riuscendo:
Si fermo sopra il sedere, proprio dove il vestito iniziava a coprirlo, alzò il bordo con una mano e introdusse parte delle dita continuando con delle leggere rotazioni, come un massaggio meraviglioso sentii quel calore sulla pelle, proprio dove la schiena si divide per dare forma ai glutei, volevo che quella mano diventasse inopportuna, che dimenticasse dove eravamo ed approfittasse del mio corpo seminudo e bollente, lo abbracciai ancora più forte cercando di unire i nostri corpi, volevo eccitarlo, volevo sentire la sua voglia…
“Come mi piace quando mi tocchi, fammi godere!” Sussurrai con voce rotta dall’eccitazione… sentivo caldo, il mio respiro sempre più profondo baciava la sua pelle, nutrendosi del profumo che emanava.
Si chinò per dirmi qualcosa, speravo volesse invitarmi a spostarci in ambiente più riservato, invece:
“Bea vado a prendere da bere, aspettami qui…”

Cazzo! Propri adesso..! pensai…Mi lasciò da sola con la vagina in fiamme, in mezzo a coppie che ballavano e si divertivano… Non mi andava di rimanere lì da sola, mi sentivo respinta, abbandonata, fuori luogo… così lo andai a cercare all’angolo bar, ma Luigi non c’era, mi guardai attorno, forse era uscito sulla terrazza, forse lo stavano trattenendo dal ritornare da me, così presi ancora da bere ed uscii a cercarlo ma non lo trovai.
Delusa mi appoggiai alla balaustra con il bicchiere tra le mani, sorseggiai lentamente lo champagne godendomi l’aria fresca che investiva il mio corpo, che bella sensazione…
“Ciao, ti stavo cercando…”

Era un amico di Luigi, forse quello più intraprendente, aveva una bella parlantina, mi ero piaciuto ascoltare i suoi discorsi, interessanti e divertenti… Si avvicinò e mi chiese cosa facevo lì da sola e perché non tornavo dentro a divertirmi:
Mi invito a ballare con lui, non ricordavo nemmeno il suo nome, ma accettai e rientrammo in casa, intanto di Luigi non avevo traccia e magari, vedendomi flirtare con il suo amico, mi avrebbe dedicato più attenzioni. Iniziammo a ballare un lento, il mio nuovo amico si muoveva bene, mi sentivo portata, a mio agio, alto poco più di me, un bel sorriso, fisico atletico, forse sopra i quaranta … Non era il mio tipo ma una persona piacevole.
Gli misi le braccia al collo ed iniziai a muovere i fianchi in modo provocante, lo guardavo negli occhi, un po’ sorridente un po’ affascinata, lui raccolse la provocazione e mi afferrò per i fianchi tirandomi a se.
I nostri corpi si accarezzavano, eravamo quasi naso contro naso, le sue mani, irrequiete sul mio corpo, passarono dietro la schiena per accarezzarmi e corteggiare i miei sensi, voleva stabilire un contatto fisico ed io glielo permisi.
Chissà se Luigi mi stava osservando da qualche angolo del salone, chissà se il mio comportamento stava avendo l’effetto desiderato… feci una rotazione per osservare meglio e mi accorsi che stava tranquillamente parlando con un amico senza considerarmi: mi vennero i nervi, che cazzo mi aveva invitata a fare se poi…
Cavolo… L’amico intraprendente iniziava a correre, mi sentivo le mani sul sedere, sotto il vestito ero nuda e le sue mani le sentivo bene, come lui sentiva bene i miei glutei:

“Sei molto attraente e ti sai muovere, mi piace come giochi con la tua femminilità. Sai…? Luigi ci teneva che tu venissi, voleva che ti conoscessi… Sei proprio una bella ragazza, sai parlare, sembri più adulta della tua età.. quanti anni hai?”

“22” risposi… ma glielo dissi all’orecchio, con un tono di voce un po’ particolare, provocante…

Lui mi tiro ancora più a se, ormai eravamo appiccicati, sentivo il seno spalmato contro il suo petto ed i suoi pantaloni gonfi contro di me, ormai il contatto fisico era costante, quel lento era solo una scusa per toccarmi: il gioco mi stava un po’ sfuggendo di mano, lui sembrava convinto di potermi prendere senza freni, forse mi ero spinta un po’ troppo oltre: così gli rivolsi qualche domanda, cercando di raffreddare la situazione, mi disse che era da molti anni che conosceva Luigi ed era il medico di fiducia della moglie, alche’ gli domandai chi era la moglie, mi rispose che la moglie era la padrona di casa, la signora Giovanna… rimasi un po’ pensierosa, Luigi mi aveva invitata a casa di sua moglie dopo quello che c’era stato tra noi e la moglie stessa mi aveva ricevuta a casa come invitata di suo marito: in che casino mi stavo cacciando..?
L’amico dottore continuò a provarci, dicendomi quanto morbida e profumata fosse la mia pelle e quanto gli sarebbe piaciuto baciarmi…
Proprio in quel momento mi accorsi che Luigi ci stava guardando, con lui non avevo ancora avuto questo genere di approccio, il bacio!
Guardai il dottore e gli dissi:
“Se vuoi baciarmi, provaci! Potresti riuscirci…”

Mi fece un sorriso e molto lentamente avvicino le sue labbra alle mie, sfiorandole, toccandole, pizzicandole delicatamente, molto sensuale:
Ci sapeva fare, seppe gustare le mie labbra come nessuno prima, ma anche se mi piaceva, rimasi impassibile.
“Chissà se tutti gli uomini maturi baciano così”, pensai… Un attimo dopo mi infilo la lingua riempiendomi la bocca, irrefrenabile, instancabile, la sentivo in gola… Mi feci trasportare, quel momento così erotico mi spinse a rispondere al suo invito, ci scambiammo le saliva, non capivo la mia reazione, quell’uomo non mi piaceva ma aveva un qualcosa di magnetico, non riuscivo a smettere.

Finalmente il pezzo di lento fini e tutti si dispersero tra sedute , bar e terrazza, lui mi propose di andare in terrazza a prendere un po’ d’aria, mi sentivo accaldata, eccitata, quel bacio così travolgente mi aveva talmente confusa che… Lo seguii senza pensare e ci fermammo in un angolo della terrazza, a parte una coppia abbastanza distante da noi, eravamo soli, lui mi chiese se volevo bere e si assento per andare al bar…
Mi girai verso il giardino, appoggiandomi alla balaustra, ritornai a pensare al modo con cui mi aveva approcciato, quasi per scherzo, quasi per sfida, quasi per gioco, ma colpita nel segno, lasciandomi solo il tempo per assecondarlo: a breve il dottore sarebbe tornato e forse, dopo un’altra coppa di champagne, avrebbe ancora provato a baciarmi… Forse chiedendomi di spostarci altrove:
Mentre pensavo se continuare a lasciarmi sedurre, notai il taxi che mi aveva accompagnata a quella festa, pensai a quanto ero stata malfidente nei confronti di quel tizio nel non credere che mi avrebbe aspettata…e mi ricordai pure che gli avevo promesso di portargli da bere.
Ops…eccolo, mi sentii toccare, il dottore era tornato, ma non disse nulla ed io non mi scomposi, evitai di voltarmi, immaginai che da lì a breve si avvicinasse al mio fianco e continuassimo la nostra “conversazione”,
Ma! Ma cosa…ma no! quel profumo! Non era…
“Luigi! finalmente… è mezz’ora che ti aspetto…”
Gli dissi… Lui mi rispose:
“Ti è piaciuto il nostro medico di fiducia?”

Aveva visto tutto ma non mi sembrò infastidito, rimase dietro di me senza che potessi vederlo, io rivolta verso il buio della vegetazione del giardino, aspettavo che mi toccasse, che cercasse il mio corpo:, avvertii qualcosa di freddo proprio dietro il collo, cercai di capire cosa volesse fare, sentii colare qualcosa di freddo sulla schiena, era un liquido… mi stava versando lo champagne proprio in mezzo alla schiena, siii… che brivido indescrivibile, mi inarcai come a volerne trattenere il piacere, rallentarne la corsa…e poi tutto finì tra le natiche… Ancora freddo!…fino a gocciolare dalle labbra…
Volevo voltarmi, volevo sentirmi bagnare ancora, sul petto, in mezzo al seno e poi ancora la vagina e ancora … Ma invece rimasi ferma, rapita dal momento, adesso avvertivo qualcosa di caldo, sembrava aria e subito dopo qualcosa di bagnato sopra i glutei risaliva il mio corpo, si fermo sopra le scapole ed iniziò a baciarmi:
Quelle labbra morbide bevevano dalla mia pelle, poi le mani mi presero per i fianchi entrarono sotto il vestito e salirono sul petto…di nuovo… Mi afferrò il seno, forte! Deciso più di prima, mi tirò a se con la forza di un toro e mi fece sentire la sua dote, il suo membro eccitato, quel pene ancora sconosciuto… Con una mano scese sulla pancia e poi… “Siiiiiiii, quanto ti ho aspettatooo… Mmmhhhhhh….” Non potevo lasciarmi andare, avrei urlato quanto mi faceva godere e che poteva farmi ciò che voleva.

Mi sussurro di fare piano e continuò a strizzarmi i capezzoli ed il clitoride, quel dito medio che sembrava impazzito muoveva velocissimo, non riuscivo a fare niente, con le mani appoggiate alla balaustra, gli occhi chiusi e la bocca aperta, mi abbandonai alla sua intraprendenza, iniziai a tremare, piccole scosse innescate da terminazioni nervose eccitate, sentii l’orgasmo arrivare, sentii quel calore che lo anticipava e che mi avrebbe fatto perdere il controllo:
“No! Non ti fermare adesso, ti prego!”

Mi tolse la mano da sotto il vestito lasciandomi così, ad un metro dal traguardo, senza un motivo apparente, mi voltai per…ma si era già allontanato… Cazzo! Ancora!
Non capivo il motivo di quel comportamento, ma dovevo riprendermi, tra le gambe ero fradicia, chiesi a qualcuno dove fosse il bagno e mi fu detto di uscire dal salone, girare a destra ed entrare nella prima porta:
Camminai per il salone e tra gli invitati con le coscie bagnate di champagne e di eccitazione, l’imbarazzo di quel momento dovevo averlo dipinto in volto, finalmente trovai la porta del bagno ma davanti a me, alcune persone mi dissero che stavano aspettando di usarlo…
Oh nooo…che tempismo perfetto… Pensai:
Il giardino!… e mi ricordai del tipo sul taxi, così rientrai nel salone, andai al bar per prendere da bere ed uscii nuovamente, scesi per le scale, arrivai al piano terra ed aprii la porta di casa… Lo trovai mezzo addormentato con la radio accesa, sedile reclinato, finestrino completamente abbassato:
“Hei, ti ho portato da bere..”

Saltò su e sorpreso..
“Ciao, credevo che non venissi più, mi è venuto sonno…sai è da stamattina alle 6 che sono sveglio..”

Gli sorrisi, mi era troppo simpatico..
” Dai scendi che brindiamo… Senti, dovrei fare pipì e nel bagno di sopra c’è coda.. ”

Lui con estremo fatalismo mi disse:
“E che problema c’è, infilati dietro una siepe e falla.. vuoi che ti accompagno..?” Aggiunse sorridendomi…
mi indico la strada dentro un vialetto e pochi metri dopo sbucammo da una fontana con una panchina, mi sembrava ok, così gli chiesi di reggermi il mio bicchiere, mi alzai il vestito e mi accucciai… Che bello, che liberazione, mi venne in mente che non avevo fazzoletti per asciugarmi, così approfittai della fontanella e mi lavai con acqua fresca meglio che potevo…
“Certo che tu sei proprio un bel tipo, ma fai pipì davanti agli sconosciuti molto spesso?”

Mi venne da ridere, mi avvicinai a lui ancora con le mani bagnate e divertita gli dissi: “dai facciamo sto brindisi”

Mi sedetti sulla panchina davanti a quella fontanella, l’autista, anche lui seduto, mi disse quanto era buono quello spumante… Champagne … Risposi, e scoppiai a ridere nuovamente…
Conversammo qualche minuto, si chiamava Salvatore, era sposato, aveva famiglia, mi disse che negli ultimi tempi il lavoro lo stressava parecchio, era l’unico in famiglia a portare i soldi a casa e le cose non andavano molto bene: per questo si faceva coinvolgere anche da certi servizi come quella sera…
Salvatore era una brava persona, il suo tono di voce, il modo di parlare, il movimento delle sue mani, mi dava sicurezza, come se stessi parlando con uno di famiglia… Gli chiesi come andava con la moglie, se andavano d’accordo, quanti figli aveva e da che parte della città abitava:
“Eh Bea, sapessi… Ormai è così, è da molto che non facciamo più sesso, i miei figli sono grandi ma disoccupati e viviamo leggermente fuori città, a volte penso che i soldi che risparmio dell’affitto li spendo in benzina per spostarmi in centro.” Mi disse…

” Salvatore, scusa se ti chiedo, ma con il sesso come fai? Vai a puttane?”

Mi uscì quella parola che negli ultimi tempi associavo sempre più spesso al mio comportamento, lui rimase pensieroso, forse si vergognava a dirmi e forse ero stata un po’ troppo irriverente, ma poi mi disse:
“Faccio poco e niente, se mi capita qualche occasione la prendo, ma non mi sento di andare a pagamento… Troppo squallido. Conosco un posto frequentato da coppie la sera tardi, qualche volta succede che… C’è una specie di passa parola tra pochi…”

Rimasi pensierosa, quello che mi aveva appena detto mi intrigava, gli dissi che dovevo tornare alla festa e ci saremmo visti più tardi.
Andai al bar ed incontrai il dottore, mi stava cercando… mi scusai con lui per non averlo aspettato, gli dissi che non vedendolo più ero andata a farmi un giro di sotto. Prendemmo da bere per poi sederci su un divanetto, iniziò a raccontarmi, aveva una parlantina da venditore, gli domandai della sua vita, dei suoi progetti, insomma… :
“Ma tu come mai non sei sposato e non hai messo su famiglia..? È andato storto qualcosa?”

Si mise a ridere e mi disse:
” Ma no tesoro, è andato tutto come preferivo andasse, non sono un tipo da matrimonio, almeno fino ad oggi, mi piace divertirmi oltre che lavorare duramente e sono troppo attratto dalle donne per sposarmi… e poi riscuoto un buon successo, non per vantarmi ma dicono che ci so fare. A volte mi capita di vedere certi amici sposati che per avere un po’ di evasione dalla routine familiare fanno salti mortali, è davvero una tristezza…”

Lo guardai con un mezzo sorriso, la cosa che aveva appena detto, quella che aveva successo con le donne, mi lasciò pensierosa… allora l’effetto che aveva avuto su di me non era un’eccezione, nonostante non fosse un bell’uomo… Forse quello che piaceva così tanto alle donne era quel suo modo di fare…
Gli chiesi:
“Scusa ma cosa intendi per riscuotere un buon successo? Conosci molte donne?”

Il dottore mi guardo dritto negli occhi, si avvicino ad un orecchio e mi disse:
” Intendo dire che le donne che mi conoscono veramente e spero tu capisca cosa intendo, mi vogliono ancora ed ancora, più volte.”

Si allontanò da me continuando ad osservare la mia reazione alle sue parole, abbassai lo sguardo, mi sentii in imbarazzo, mezz’ora prima mi aveva messo la lingua in bocca ed io c’ero stata, adesso, dopo quello che mi aveva detto, chissà…
“Dai, vieni con me, andiamo a farci un giro..”
Aggiunse…

Senza aspettare risposta mi prese per mano e mi disse di seguirlo, mi alzai quasi istintivamente, fui presa dall’ansia, aveva capito che mi era piaciuto baciarlo, che le sue parole avevano suscitato in me curiosità e che quello era il momento di prendersi quello che voleva…
Si diresse verso l’uscita del salone con me al seguito e più ci avvicinavamo, più l’ansia si impadroniva del mio corpo, sentivo quella mano forte e decisa serrata attorno alla mia, potevo solo seguirla, quell’uomo maturo del dottore, almeno il doppio dei miei anni, mi voleva portare in qualche angolo nascosto, probabilmente conosceva bene quella casa e sapeva dove trovare un po’ di privacy: di sicuro non si sarebbe limitato a baciarmi, specialmente dopo quella conversazione… Adesso voleva farmi vedere i fatti, mi voleva scopare! Avvertivo una morsa allo stomaco, quell’uomo non mi piaceva ma una parte di me era attratta e curiosa di provare una nuova esperienza, la sua esperienza…
Chissà se quello di cui si vantava era veramente degno di essere vissuto… Chissà come sarebbe stato essere soddisfatta da un uomo navigato e ricco di esperienze con molte altre donne…
Ma quella sarebbe stata la prima volta che andavo con un uomo molto più grande, fino ad allora avevo avuto rapporti sessuali solo con il mio ragazzo, giovane ed inesperto più di me e questa consapevolezza mi spaventava.

Fortunatamente sopraggiunti in prossimità del bar un ragazzo tra quelli a cui ero stata presentata da Luigi ci fermò per offrirci un cocktail, il dottore gli rispose che avevamo da fare, mentre io, in un momento di lucidità, accettai il suo invito:
“Cosa ci proponi?” Gli chiesi…

“Margarita” mi rispose…
Si infilo dietro il bancone e prese ad armeggiare con bottiglie e shaker, in meno di un minuto riempì tre coppe opportunamente salate sul bordo, le appoggio sul bancone e ritorno dalla nostra parte, poi con gentilezza ci servi’ una per volta le sue creazioni:
“Bea, ecco dov’eri… Vi dispiace se Ve la rubo un’attimo…?” Era Luigi, finalmente !
Ci allontanammo un po’ e mi disse:
“Dopo che hai finito di bere con loro, inventa una scusa, esci dal salone ed entra dalla porta a sinistra prima delle scale.. ci vediamo lì tra dieci minuti.”

Ritornai dal dottore e dal nuovo amico con un mezzo sorriso, bevvi quel cocktail alcolico e ricco di contrasto nervosamente, le parole di Luigi ed il suo invito a spostarmi in posto più tranquillo per stare con lui, mi fecero eccitare, volevo essere già dentro quella stanza ad aspettarlo, ma dovevo prima liberarmi della loro compagnia, specialmente del dottore che, dopo i discorsi tra noi, aveva concrete motivazioni per restarmi appiccicato:
“Mi scusate due minuti..? Ho bisogno del bagno…” Dissi …
Una scusa classica ma ebbe l’effetto sperato, uscii dal salone ed entrai velocemente dentro quella stanza, chiusi la porta e rimasi ferma, al buio, non sapevo dove trovare l’interruttore, provai a cercarlo sperando che Luigi arrivasse prima possibile ma non vi riuscii:
Rimasi qualche minuto con i sensi al massimo della loro attenzione, poi la stessa porta da cui ero entrata si aprì e si richiuse velocemente, illuminando brevemente quella stanza misteriosa e dall’odore stantio.
Finalmente Lui, finalmente avrei potuto godere a fondo delle sue attenzioni, finalmente eravamo soli !
Il suo profumo inconfondibile varcò i miei centri olfattivi ed un attimo dopo mi sentii toccare delicatamente il viso, le sue labbra sopra le mie, ci unimmo in un bacio profondo, poi le sue mani, mi accarezzò il collo, scese sulle spalle e sposto le spalline del vestito:
Lo fece scendere lungo il mio corpo e si adagiò a terra, sopra i miei piedi…
Rimasi nuda ! Eccitata come una ragazzina, vogliosa come un’amante in calore, volevo quelle mani tra le gambe, volevo che si prendessero la mia intimità, volevo sentirmi sua.
“Toccami, fammi sentire ancora le tue mani” gli dissi…

Si allontanò, non riuscivo a vederlo ma lo sentii spostarsi dietro di me, mi afferrò i capezzoli come quella volta nel negozio, li strinse forte e mi fece gemere di piacere, di dolore, poi si stacco dal petto e scese sulla pancia, entrò tra le coscie, le sue dita si fecero strada tra le labbra alla ricerca del clitoride, lo trovarono gonfio, eccitato, pronto a trasmettermi il godimento tanto atteso, muoveva veloce, con la giusta pressione, instancabile…fantastico… Contemporaneamente mi afferrò una mano, la fece passare dietro di me e la poso’ sul suo membro già nudo, eccitato…
L’imbarazzo e la curiosità mi pervasero, lo toccai timidamente, quasi con paura, con lentezza percorsi tutta la lunghezza del tronco e fino alla radice, poi ritornai al glande, al prepuzio e di nuovo fino allo scroto, mi accorsi subito che non aveva peli ed ebbi una strana sensazione , lo stringevo delicatamente in una mano, duro come un pezzo di legno ma dalla pelle morbida, leggermente sudata, stavo toccando il pene di un uomo adulto, il cuore mi batteva forte dall’emozione ed aspettavo che mi dicesse cosa fare, ma non disse nulla, mi tolse le dita dalla vagina bagnata, mi fece girare verso di lui e mi costrinse ad abbassarmi a terra, con una mano mi afferrò la nuca e con l’altra diresse il suo pene davanti la bocca. Finalmente Luigi mi stava dando il suo corpo, lo avevo desiderato molte volte, mentre mi masturbavo e quando pensavo a come sarebbe stato fare l’amore con lui… Ma adesso mi stava chiedendo di farlo godere, adesso non potevo deluderlo, così mi abbassai piegando completamente le gambe, portai le mani sopra le sue coscie nude e le risalii fino ad incontrare i testicoli, li alzai leggermente e li annusai, poi aprii la bocca e ne presi uno, lo succhiai delicatamente, poi passai all’altro ed iniziai a giocare con la lingua, con una mano strinsi forte il membro e lo portai verso l’alto, con l’altra mano sollevai entrambi i testicoli, li strinsi delicatamente, iniziai a leccarli, sentivo odore di maschio, quel maschio capace di travolgermi, gli abbassai il pene diritto contro il mio volto e lo annusai, toccai con la punta della lingua l’estremità del prepuzio, lo scoprii completamente e lo sfregai contro la bocca, le guance, iniziai a leccarlo bagnandolo più possibile e con quanta più saliva che potevo, quante volte avrei avuto bisogno di lui, di quel pene meraviglioso, adesso lo avevo tra le mani… volevo portarlo al massimo dell’eccitazione e per farlo, allargai le labbra più possibile e lo feci entrare in bocca.
Fino a poco tempo prima non potevo nemmeno immaginare tutto questo, con molta pazienza il mio ragazzo mi aveva convinta a farlo, anche se non mi riusciva bene come avrebbe voluto:
Se qualcuno mi avesse detto che avrei tratto così tanto piacere a farlo con un uomo semi sconosciuto, gli avrei risposto che era un pazzo, ma ormai quella Bea non esisteva più.
Lo sentii immediatamente in gola, credevo di vomitare, mi prese la testa tra le mani e tenendomi ferma, inizio a muoversi con colpi decisi, come se mi stesse scopando ma nonostante i ripetuti conati, volevo dargli quel piacere come lui preferiva, passiva e sottomessa al suo desiderio.

Ci furono momenti nei quali credetti di non poter resistere, più volte pensai di togliermi, ma l’idea di non riuscire a soddisfarlo come preferiva mi avrebbe fatta impazzire…
Quando rallento’ la sua corsa, immaginai che gli stessi facendo male con i denti e che accortosi di quanto fossi inesperta, volesse interrompere, invece… subito dopo si irrigidì e si fermo’ piantandosi tutto dentro: Raggiunse l’orgasmo che tanto avevo atteso e flotti di sperma invasero la bocca, mi venne da tossire ma riuscii a trattenermi e lui, senza darmi tregua, eiaculò tutto quello che aveva senza che nulla si perdesse: mi fece bere quello champagne prelibato che mai avevo assaggiato prima, fino all’ultima goccia! Continuai a succhiarlo ed a leccarlo fino a quando, ormai esausto, scivolo via dal calore della mia bocca: lo sentii armeggiare con la cinta ed immaginai che si stesse sistemando i pantaloni, poi mi accarezzò il volto, delicatamente, forse un segno di gratitudine, forse una manifestazione di affetto, chissà… Volevo rialzarmi da quella posizione scomoda ed abbracciarlo, baciarlo con ancora il suo sapore tra le labbra, avevo bisogno di lui, volevo sentire ancora le sue mani sul mio corpo, ma qualcosa mi tocco le guance, la bocca, sentii nuovamente odore di sesso, ma più forte, non ci capivo più nulla, ma cosa stava succedendo..? E come una doccia fredda, quella voce:
“Bea apri la bocca!”

Cazzo! Quella voce non era di Luigi! Cosa ci faceva con noi dentro quella stanza..?
“Fai la brava, apri la bocca!” mi sentii ripetere…
Mi prese un brivido, quell’uomo, quella voce, allora aveva sentito tutto! Sapeva cosa avevo fatto ed ora anche lui voleva la sua parte…
Rimasi accucciata sul tacco dieci senza prendere la minima iniziativa, sperando che Luigi mi portasse via da quell’equivoco, ma non accadde nulla, forse quella voce era lì proprio per gioco, il gioco perverso di Luigi.
Nuda e senza vedere chi mi stava davanti, rimasi completamente inerme, impaurita, in attesa… una carezza raggiunse i miei capelli raccolti, una mano mi alzo delicatamente il mento…e qualcosa di morbido si appoggiò sulle labbra:
Iniziò a spingere, voleva entrare, voleva farsi conoscere… Per non cadere all’indietro mi aggrappai alle sue gambe e poi, senza una ragione particolare, come se non avessi via d’uscita…ubbidii ! Ubbidii a quella voce… aprii la bocca!
“Brava Bea, adesso fammi godere…” Mi disse…

Lo feci entrare, la bocca si spalancò senza opporre resistenza, aveva un sapore forte, di sudore, di urina, come se arrivasse da lontano, si fermo sulla laringe esausto dal lungo viaggio e rimase fermo, in attesa di qualcosa, di qualcuno, come se volesse vivere quell’avventura godendosi ogni attimo:
lo afferrai con entrambe le mani, sentii il pelo folto che lo vestiva, gli toccai i testicoli e lentamente feci conoscenza con quell’ospite innaspettato, regalandogli quella passione di cui aveva bisogno e di cui non credevo essere capace. Poco dopo, quel pene odoroso di urina cambiò sapore, cambio forma, divenne più duro, più grosso, lo sentii crescere inesorabile, ma rimase fermo! Comodamente fermo tra le mie labbra, fermo nella mia bocca ed appagato dalle mie attenzioni…
“Brava Bea…continua!”

Scomoda ma eccitata, mi piaceva, lui era diverso, con lui ero io a decidere come fare, cambiai posizione, mi alzai completamente sulle gambe e mi piegai verso di lui, senza smettere di…, afferrai l’uomo per i glutei, ed accelerai il ritmo, cercando di non strozzarmi con la mia stessa saliva: mentre i seni appesi sbattevano tra loro, avvertii qualcosa dietro di me, come se ci fosse uno spostamento d’aria che mi investiva, che si insinuava tra le natiche per accarezzare la mia intimità, mi sentivo calda, la sentivo calda, avevo voglia, voglia di essere presa da dietro, forse avrei dovuto smettere di fare quello che facevo con la bocca, forse avrei dovuto girarmi e fargli sentire il mio sesso bagnato, gonfio, forse avrei dovuto appoggiarmi delicatamente a quel pene sconosciuto e lasciandolo libero di prendermi… ma forse c’era qualcun’altro in quella stanza, forse quella sensazione era il respiro di Luigi, fermo dietro di me pronto ad entrarmi dentro e come tante volte avevo sognato, da un momento all’altro sarebbe diventata realta…
Quel pensiero mi distrasse a tal punto da non rendermi più conto di quello che stavo facendo, mi sembrò di essere toccata, accarezzata, come se una bocca stesse per baciarmi tra le natiche, tra le coscie e da quella bocca una lingua… Avevo perso il controllo, ogni freno inibitore… Ubriaca di eccitazione!

Ma poi…… quel liquido un po’ salato mi fece ritornare al presente, quell’uomo sconosciuto ed intraprendente, inizialmente nascosto nel buio, si irrigidì sulle gambe, mi afferrò per i capelli raccolti e spinse forte dentro: per la seconda volta in pochi minuti getti di sperma invasero la mia gola: la iniziai a tossire mescolata alla saliva, non riuscii a trattenermi come prima e feci un disastro. Mi alzai in piedi e rimasi ferma nel buio e nel silenzio ancora rotto dai colpi di tosse che non trattenevo, l’uomo davanti a me si allontanò e vidi la sua sagoma uscire da quella porta da dove ero entrata. Rimasi ferma! Adesso ero tutta per lui, adesso poteva toccarmi con decisione, adesso poteva afferrarmi per i fianchi, appoggiarsi e farmi sentire quella potenza irrefrenabile scorrere tra le natiche, farmi sentire quell’ingombrante presenza cercarsi la strada, trovare la fonte del desiderio e bagnarsi della mia eccitazione: lo volevo dentro di me! Adesso potevo finalmente godere… Ma non accadde nulla. Quell’uomo dietro di me, chiunque fosse, svanì assieme alle mie fantasie e mi lascio nuda e sola.
Dovevo riprendermi velocemente ed allontanarmi da quella situazione perversa, cercai il vestito disperso a terra, lo infilai ed uscii da quella stanza, finalmente trovai il bagno libero e mi diedi una rinfrescata, sistemai i capelli ormai scompigliati e sciacquai la bocca, insomma….cercai di ritornare presentabile:
Uscii dal bagno ed entrai nel salone per cercare Luigi, volevo andarmene ma non prima di averlo salutato, lo vidi intento a conversare con il dottore e con loro anche il ragazzo dei cocktail, erano al bar e sembrava si stessero raccontando chissa’ quale avventura… Lui mi vide e con un cenno mi fece capire di avvicinarmi, lo raggiunsi e mi disse:
“Bea, scusa per prima ma ho avuto un contrattempo e non ho potuto esserci…”

Mi prese un colpo al cuore ma non dissi nulla, non potevo credere di averlo confuso, anche se al buio… dopo quelle parole rimasi vergognosamente in silenzio, mi sentii manipolata e tradita anche dai miei sensi e colpevole nei suoi confronti, gli dissi che per me si era fatto tardi e che dovevo andare, prima manifestò dispiacere, poi mi prese per mano e mi accompagnò alla macchina di Salvatore e dopo avermi salutata con un bacio mi disse:
“Ti è piaciuto..? Appena puoi passa in negozio.”

Allora Luigi sapeva bene con chi avevo vissuto quell’avventura al buio, forse il sapore che mi era rimasto in bocca era proprio di quei due uomini con i quali stava parlando, ma preferii non chiedergli, che differenza avrebbe fatto… solo quella di fare la figura della stupida… Di sicuro lui, in quella stanza buia non c’era e di sicuro era stato lui a creare quella combinazione di eventi… Altro che sentirmi colpevole nei suoi confronti…

Salii sul taxi di Salvatore e rimasi seduta a fianco a lui senza dire una parola, mi sentivo vittima di un raggiro, ma alla domanda di Luigi potevo solo che rispondere “SI! Mi è piaciuto un casino…” Questo era quello che avrei dovuto dirgli se coerente con le mie sensazioni… E magari fargli anche i complimenti per l’ottima organizzazione, per avermi fatto credere di essere insieme a lui e per aver scommesso con gli amici che al momento giusto non avrei detto di no nemmeno ad uno sconosciuto…

“Bea cos’hai? Perché sei così pensierosa?

Guardai la sagoma di Luigi allontanarsi da me, provai odio! Rancore! lo vidi salire quei pochi gradini che lo separavano dall’ingresso di casa per poi sparire dietro la porta: avevo dato tutta me stessa per essere a quella festa come lui voleva, speravo di ricevere le stesse attenzioni che già mi aveva fatto conoscere, ma dentro di me sentivo solo una profonda delusione… Mi veniva da piangere.

“Perché mi sento una stupida! Maledizione! Sono stata invitata a questa dannata festa da chi mi ha sedotta in circostanze molto particolari, mi sono vestita così per lui, è luì che mi ha dato questo vestito da puttana, è lui che mi ha chiesto di indossarlo per venire alla festa e l’ho fatto per lui! Ma poi, dopo i saluti appena arrivata, mi ha lasciata tra le grinfie dei suoi migliori amici… Ho fatto parte del suo giochetto perverso…
Quell’uomo mi ha letteralmente sconvolto la vita, con lui ho scoperto un lato di me stessa fino a poco tempo fa sconosciuto, inizialmente mi ha provocato forti sensi di colpa, inadeguatezza, ho contravvenuto a tutti i buoni principi in cui credevo, ma ho anche scoperto erotismo, trasgressione ed esibizionismo, la forza della passione, quella forza che mi spinge in avventure come quella di stasera, vestita quasi di niente e capace di qualsiasi cosa, una forza che non credevo esistere in me.”

“Ma se ammetti di aver scoperto cose di te stessa che non credevi esistessero, grazie a lui, se le sensazioni che ti ha fatto provare sono così gratificanti, perché sei arrabbiata..?”

” Sono incazzata con lui perché mi ha ingannata, mi sembrava una serata volta a conoscerci meglio, fino a poco fa non conoscevo nemmeno il suo nome e poi, ironia della sorte, l’ho saputo dalla moglie, ti rendi conto? Questo mi ha spiata mentre facevo sesso con il mio ragazzo, mi ha seguita al cinema e mi ha convinta a farmi toccare e per finire, mi ha invitata nel suo negozio per fare sesso nei camerini… Ed io, come una puttana, mi sono fatta usare. Forse hai ragione, non dovrei essere incazzata con lui, ma con me stessa…

” Bea, sei una bella ragazza, giovane e intelligente, sei l’arma perfetta per fare perdere la testa ad un uomo di mezza età, forse il comportamento così sfuggente che sta tenendo gli serve per gestire meglio possibile l’attrazione che nutre nei tuoi confronti..”

Osservavo quella maledetta porta, quella porta che mi separava da Luigi, chissà con chi era e cosa stava facendo, magari con gli stessi amici di prima, magari si stava facendo raccontare i dettagli della loro avventura con me tra grasse risate:
Scoppiai a piangere, non riuscivo a controllare le mie emozioni, i muscoli del mio volto tremavano senza controllo e le lacrime lavavano quel poco trucco che mi ero concessa e tutto mentre continuavo a guardare l’ingresso di quella bellissima casa: Salvatore mi fece una carezza sui capelli, forse non sapeva cosa dirmi, ma l’affetto che mi trasmise erano le parole di cui avevo bisogno, senza pensarci mi alzai dal sedile con il sedere, mi girai verso di lui e lo raggiunsi abbracciandolo. Mi sedetti sulle sue gambe, la sua presenza, il suo corpo, le sue mani, mi calmarono velocemente… lo sentivo vicino, amico, protettivo, avevo bisogno di un riferimento e lui fu perfetto, appoggiai una guancia sulla sua spalla e rimasi inerme come quando da bambina, sopraffatta dalla stanchezza, cercavo un giaciglio tra le braccia di mio padre…
“Bea, dobbiamo spostarci da qui, non possiamo più rimanere.”

Le parole di Salvatore mi fecero riavere, lo guardai negli occhi e con voce rotta gli dissi quanto ci stavo bene.. poi mi alzai dalle sue gambe e mi sedetti sul sedile affianco a lui: mise in moto ed uscimmo dal cancello di quella splendida proprietà, per poi dirigersi verso casa mia.
Il taxi correva sulla strada quasi deserta, le luci dei lampioni si riflettevano e si interrompevano nell’abitacolo dando vita ad un carosello di sfumature, Salvatore guidava con calma, osservavo le sue mani sul volante, le sue gambe intraprendenti muovere i piedi sui pedali, lo sguardo esperto e concentrato sulla strada, in breve tempo arrivammo sotto casa mia, ma prima di salutarlo ed andare a casa, dovevo togliermi quel vestito trasgressivo e ritornare ad essere la brava ragazza della porta accanto, così gli proposi di fermarsi in una stradina laterale buia e molto riservata, spesso succedeva che con il mio ragazzo finissimo la serata proprio lì per darci gli ultimi baci… Lui spense il motore,la radio e scese dall’auto, probabilmente per lasciarmi libera di fare:
Per un attimo rimasi pensierosa, nonostante avesse manifestato attrazione nei miei confronti, il suo comportamento era sessualmente distaccato, non provò nemmeno a guardarmi, a cogliere l’occasione con una giovane donna. Un po’ mi dispiaceva, il mio lato esibizionistico si sentiva messo da parte, umiliato… Lo osservai camminare ed allontanarsi alcune decine di metri, si diresse verso un angolo nascosto della strada, si fermo dietro ad una macchina parcheggiata e rimase fermo contro il muro di un giardino, probabilmente per urinare.
Abbassai le sottili spalline lungo le braccia, il tessuto scivolo’ verso i fianchi e poi a terra, rimasi nuda su quel ruvido sedile, mentre l’immagine di quell’uomo ancora perso nell’ombra di quel vicolo elettrizzava i miei sensi, cosa sarebbe successo se rientrando in macchina mi avesse trovata ancora nuda?
Raccolsi l’indumento e lo piegai accuratamente con calma, mentre il pensiero di farmi trovare ancora nuda mi stuzzicava sempre di più, forse per la delusione appena vissuta, o forse per la forte eccitazione a cui non avevo dato sfogo… Ma alla fine fui colta da un pizzico di imbarazzo e quasi come un riflesso incondizionato, presi la mini gonna di jeans tra le mani, cercai il verso giusto e la indossai: infilai prima un sandalo e poi l’altro, la feci risalire lungo le gambe, mi alzai dal sedile con i glutei e la sistemai sui fianchi abbottonandola. Alzai lo sguardo per capire dove fosse Salvatore, la strada buia era una buona alleata per non essere vista ma come una perfetta arma a doppio taglio, non mi permetteva di vedere bene… La sagoma di quell’uomo sbucò dal nulla ed ormai non avevo più tempo, l’eventualità di farmi trovare seminuda era ormai inevitabile. Arrivò velocemente, apri lo sportello e la luce di cortesia illuminò completamente l’abitacolo, sorprendendomi a seno nudo: si sedette con disinvoltura al posto di guida, chiuse lo sportello e visibilmente impreparato, rimase ammutolito a guardarmi…
Io come una deficiente rimasi bloccata senza riuscire a muovere un muscolo, con le ginocchia appiccicate tra loro e quello stupido zainetto tra le mani: se davvero qualcosa in me cercava un brivido di eccitazione, avevo solo che da viverlo…
Il seno nudo prosperava tra le braccia perfettamente aderenti al corpo e le mani ancora serrate sulla stoffa dello zainetto non interferirono su quello splendido spettacolo… Salvatore completamente rapito, in breve tempo avrebbe ceduto a quel maschio prigioniero in lui, approfittando del momento propizio, per afferrarmi i capezzoli come fece Luigi e godere della mia giovinezza, quel momento e quel pensiero generarono in me l’eccitazione che ormai credevo compromessa dalla delusione appena vissuta, sentii crescere il desiderio delle sue mani, senza pensare mi voltai offrendogli una visione più frontale, sollevando la gamba sinistra dal sedile per ruotare di quel poco con i fianchi e lasciare che la luce entrasse anche tra le coscie: il ginocchio quasi completamente flesso su se stesso cercava la sperata attenzione verso di lui, era il suo momento, l’occasione che di tanto in tanto riusciva a vivere grazie ad avventure occasionali, era lì per soddisfare i suoi sensi, doveva solo spostare leggermente la mano, sfiorarmi con un dito ed attendere una mia reazione, un mio movimento, capire dal mio comportamento cosa fosse meglio fare per raggiungere il suo scopo: io non potevo fare altro che aspettarlo, appoggiata allo sportello con la schiena e con le coscie socchiuse…
La stoffa della minigonna di jeans mi copriva a stento il sesso, sentivo che era questione di qualche secondo, davanti a quella visione non avrebbe resistito molto, sarebbe bastato che il palmo della sua mano sfiorasse la mia gamba, per trasmettermi quel messaggio di seduzione ed io, avrei risposto a quel segnale allargando leggermente le coscie, invitandolo a proseguire: sentivo caldo, avevo voglia della sua mano tra le gambe, avevo voglia di aprire le coscie più possibile e farmi aprire la vagina con le dita, volevo quell’orgasmo che fino a quel momento mi era stato negato, volevo godere!
” Bea, se bellissima! Sarebbe stato fantastico per me passare la serata assieme, ma adesso è davvero tardi e dovrei andare, altrimenti mi scoppia un casino. Se mi chiami a questo numero ci vediamo e ti porto in un posto interessante.”

Cazzo! che ritorno alla realtà… possibile che avessi sentito male..? Mi stava scaricando, nonostante fossi mezza nuda e pronta a farmi toccare, mi stava dicendo di andare a casa… Non dissi nulla, anzi… Provai un po’ di vergogna, ma feci finta di niente, così presi immediatamente il giubbino di jeans, lo indossai e lo chiusi con un paio di bottoni:
” Senti, mi piacerebbe veramente se ci rivedessimo, sei una brava persona e mi è piaciuto molto passare del tempo con te, ti chiamo sicuramente il prossimo fine settimana, così organizziamo senza avere il problema di altri impegni. Mi raccomando, mi hai promesso di portarmi in un posto interessante…” Gli dissi, ma senza entrare nel merito del mio comportamento..

Mi avvicinai per salutarlo con un bacio, non mi formalizzai molto, andai direttamente sulle labbra, fu veloce, per certi versi anche freddo, ma diretto e un po’ compromettente…
Lui mi abbraccio ed io per non perdere l’equilibrio in avanti mi appoggiai con una mano a lui, cavoli! proprio sul pacco! Fu accidentale, non volevo assolutamente, ma ormai la mano sopra c’era e la lasciai lì per il tempo necessario. Gli chiesi scusa temendo di avergli fatto male, ci guardammo per un attimo e scoppiammo a ridere.. non so perché ma quell’uomo mi faceva divertire, anche con piccole cose, apparentemente stupide…

Presi lo zainetto e mi incamminai per la poca strada che mi separava da casa, lo infilai sulle spalle e chiusi più possibile il giubbino, sistemai la gonna ancora scomposta e camminai sui tacchetti cercando di fare meno rumore possibile… avrei potuto cambiarmi anche loro, ma con quei sandali mi sentivo più eccitante, anche se con Salvatore non furono sufficienti. Quella sera mi addormentai con l’immagine di quell’uomo alla guida del suo taxi mentre io seduta a fianco, guardavo la strada e le luci scorrere via…
Quella sera, la mano tra le mie gambe era la mano di quell’uomo e Luigi lo lasciai a guardare, nascosto nell’ombra della mia fantasia…
Bea…

Mar

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