Skip to main content
OrgiaRacconti Erotici EteroTrio

Berlino, A… Diario segreto

By 26 Luglio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Non è ancora mezzogiorno. Poche ragazze, ancora. Le ragazze che soggiornano nel club dormono fino a tardi: qui si chiude alle 5 del mattino. Le altre, provenienti da fuori, sanno che il periodo più affollato è la sera. E fino alle 18 non arrivano. Ma qui qualche ragazza bella si trova anche sul presto.

Esplorazione veloce alla lounge. Un paio di ragazze carine sorseggiano il caffè al banco, una bionda con seno abbondante si aggira ammiccando ai pochi uomini presenti.
Tina, una ragazza turca che conosco, molto carina, sta su uno sgabello con un uomo accanto. Le sorrido, ricambia. Mi fa segno di avvicinarmi e porge la guancia per un bacio. Sussurra: ‘A dopo, ora sono occupata’. ‘Ci conto’. Rispondo. Ricambio il bacio e le allungo una carezza all’incavatura della vita. Mi ricordo bene il suo vitino stretto, che si dilata con grazia nel culetto sodo e ben tornito.
Quante volte ho accarezzato quelle incavature, da sopra e da sotto la gonnellina che talvolta le piace indossare anche durante gli amplessi’ Ma è già occupata, ora.

Vado a fare colazione. E lì scorgo almeno due o tre ragazze interessanti, non gran fiche ma attraenti. Dopo mezzogiorno nuove ragazze arrivano, e la situazione si fa più intrigante.
Avrei volentieri iniziato con Tina. E’ sempre stata appagante. Bella di viso e di corpo, sempre sorridente e ammiccante. E soprattutto è vera amante del sesso. Quando non è stanca ti concede anche il piacere dei suoi orgasmi, ma devi prepararla bene, con sesso orale e lunghe penetrazioni. Allora sì, nella sua posizione preferita, a cucchiaio, magari di fronte allo specchio, ti esplode in un orgasmo lungo e contorcente, mentre con la testa girata si incolla alla tua bocca cercando spasmodicamente di tenerti la lingua in un succhio. Ma è già occupata… Non pensiamoci.

Entro nel cinema. Non sono interessato al porno, ma in genere nel kino si può esercitare una caccia passiva: le ragazze sanno che se sei al cinema sei disposto a essere abbordato e talvolta è piacevole. Sul divano accanto a me si siede una coppia, iniziano a frugarsi e darsi bacetti. Lei, professionale, si rivolge subito alle parti basse, con una mano gli esplora in mezzo alle gambe. L’uomo si sistema seduto con le gambe aperte, lei gli apre l’accappatoio e inizia a lavorare di bocca. Io la guardo, e lei, mentre si ingoia il cazzo che ha fatto irrigidire, mi fissa negli occhi come per dirmi: ‘Sono brava, poi posso fare lo stesso anche a te’. In effetti sembra capace. lo prende bene per tutta la lunghezza e fa dei rumori di risucchio e gorgoglii di saliva che lasciano intendere una certa abilità. Il suo viso è anche grazioso, ma il suo corpo, un po’ massiccio, non mi attrae.

Mi attrae invece una siluette che appare tra le tende dischiuse verso la lounge. Una figurina alta e sottile, con una chioma riccia di capelli corvini.
Metto a fuoco, la guardo un po’ meglio. E’ decisamente bella. Svestita in modo sexy ma non volgare. Tacchi a spillo, gambe velate da un paio di autoreggenti, una gonnellina cortissima e un po’ svolazzante a coprire un pochino il culetto, che di lato si intuisce piccolo ma pieno. Una sciarpina di seta le copre in parte il seno ben fatto. Mi faccio notare alzando la testa e fissandola. Lei si avvicina con un passo lento, ancheggia sensuale verso di me. La scruto dalla testa ai piedi: bella, elegante e dalla camminata un po’ sfrontata.
Può essere un buon inizio. Mi alzo. E’ ormai vicina. Con i tacchi è pochi centimetri più bassa di me, quindi abbastanza alta. Il viso è molto grazioso, la pelle, nella penombra, sembra chiara. Gli occhi sono brillanti e il sorriso è bianco smagliante. Il corpo, ora che la vedo bene, è perfetto. E profuma di buono.

Ci presentiamo, ci sediamo sul divano e ci guardiamo. E’ ungherese, Kia, non parla inglese. L’unico modo per comunicare è lasciare parlare il nostri occhi e i nostri corpi. Le sfioro con i polpastrelli le braccia e le spalle. Sento la pelle liscia e vellutata, la carne soda e ben tonica. Anche lei mi tocca, mi mette una mano piatta sul petto sotto l’accappatoio e sente che sono depilato. Mi lascia intendere che le piace. Si avvicina col busto, alza le gambe, le mette sulle mie. Se le fa strusciare, sono belle, lunghe e affusolate. Le sento bene sotto il mio palmo disteso. Percorro tutta l’autoreggente, avanti e indietro per un po’ di volte, lentamente per sentire bene quanto sono lisce e toniche. Prima l’una e poi l’altra. E ancora. Poi risalgo di più per sentire, oltre il ricamo, la carne morbida delle sue cosce, in alto, dove si uniscono. Sono ben tornite, muscolose, sotto la pelle tesa e sottile, bella tiepida.

Mentre la guardo mi si avvicina col volto e mi dà un bacetto sulla bocca. Io la bocca la dischiudo. Capisce che voglio di più e mi allunga un po’ di lingua. Giochiamo. Le due lingue schermagliano fuori dalle nostre bocche e intanto con la mano sento che sotto la gonnellina cortissima ha il perizoma. Un triangolino le copre solo il buchetto. La frugo sotto la gonnellina. Anche il pancino è bello, teso e piccolo, mi sta nella mano. Il cordoncino del peri mi riporta le dita sul triangolino di stoffa. Sento che è tutta liscia, come una bambina.
La mia mano piatta fa un po’ di pressione sul triangolino e lei divarica di più le gambe per facilitarmi la carezza profonda. Quasi non si sente la sua fighetta, intuisco sotto la stoffa un taglietto appena pronunciato, piccolo, con poche labbra. Sento che mi piacerà guardare, e anche baciare, questa piccola fessura tra la pelle tesa.
Intanto i nostri baci sono più profondi. Siamo incollati, e sento che a lei piace farsi trattenere la lingua con un succhio. E così faccio. Con una mano tengo il suo seno piccolo e sodo, con l’altra perlustro il suo taglietto, ora sotto le mutandine. E mi avvicino al suo clitoride minuto con la punta del dito, lo sfioro e lei ha un piccolo sussulto. Le piace.
Anche alle professioniste piace il sesso, se sei gentile e delicato. Intanto le sue mani vagano, sento che mi frugano il petto, la pancia, mi slacciano l’accappatoio. Una si avvicina al mio pene. Sente che sono rasato, si stacca dal bacio, mi guarda e approva. Il mio cazzo si sta già indurendo sotto le sue mani. E lei sa come toccarlo dolcemente. Cambia lentamente posizione, si accoccola su un fianco e io distendo le gambe mentre mi godo tutta la visione del suo corpo sottile inarcuato. Con il viso si accinge al mio membro, ora bello duro, ritto in controluce verso lo schermo.

Intravedo qualche sguardo furtivo di uomini e ragazze che stanno seguendo le nostre evoluzioni, ma non ci faccio caso, non ho voglia di rompere l’atmosfera e andare in camera per ricominciare il tutto. Anche lei sembra presa dalla situazione, e continuiamo cosi. Avevo già pregustato in bocca la sua lingua carnosa e ruvida, ma sulla punta del glande, messa bella di piatto, a sfregare il punto più sensibile del frenulo, è una vera delizia da intenditori.
L’inizio è molto dolce. Lei è appassionata e gradisce veramente leccarlo dalla base alla punta. Il mio cazzo sta su dritto come un fuso ora, e lei senza mani lo lavora sulla punta, dando leggeri colpetti di torsione con il capo. Poi cambia posizione, lentamente. Mentre mi lancia uno sguardo languido, un po’ recitato ma efficace, si porta in posizione accasciata alla mia destra, affinché possa prenderlo in bocca agevolmente in profondità, consentendomi al contempo di accarezzarle il culo da sotto. Con la sua mano conduce la mia a raggiungere da dietro la sua fighetta ormai inumidita. Il movimento lento di su e giù con la testa agevola sempre più l’accogliere il mio cazzo nella profondità della sua bocca. E’ veramente abile, e sento sempre più che il mio cazzo duro si sta strusciando contro le sue cavità, indugiando più in fondo, nella gola. Lo toglie, con la saliva lo inumidisce di più.
Adesso il movimento si fa più veloce, sento il gorgoglio della saliva, i risucchi che pratica con la gola per raccogliere più saliva in bocca. Il mio cazzo si trova ora a bagno in un fluido caldo e vischioso. Ora si sente pronta, porta indietro la testa e con un colpo deciso se lo ingoia tutto fino alla radice. Ahhh’ Sento che si è impalata fino alla gola! E’ una sensazione e un piacere che così ho provati solo poche volte nella vita. E qui si è aggiunta anche la sorpresa.

Il glande, grosso, te lo senti che sfrega la trachea e sta proprio in fondo, dove più in fondo non può andare. La cavità stretta della gola proprio te lo stringe e sembra che tutto il sangue venga trattenuto nella punta, spostandoti la sofferenza di piacere proprio lì. Focalizzata in un’area ristretta. Lei rimane ferma, così impalata, per quasi un interminabile minuto. Respira solo con il naso, la sua gola è tutta piena del mio cazzo gonfio di sangue.
Stringo gli addominali bassi per non venirle dentro. Vorrei però. Vorrei esploderle in gola, schizzarle lo sperma fin dentro lo stomaco. Ma non voglio che tutto questo intenso piacere finisca così subito. Ansimo, grugnisco, mi dimeno.
Cerco di distrarmi da quel piacere insostenibile. La tocco tutta, le schiaffeggio il culetto, le stringo le tette, ruoto le mie dita nella sua fighetta perlustrandone le cavità. Mi rendo conto di fare tutto in modo piuttosto convulso.
Finalmente, lentamente, lei alza la testa e la pressione del piacere concentrata sulla punta del mio cazzo si allenta. Bene, è finita’ Mi sorride, mi guarda come per ricevere la mia approvazione, o per controllare gli esiti della sua prodezza. E dal mio sguardo capisce che mi ha sorpreso. Forse il mio viso è ancora deformato dal piacere intenso provato.

Le metto una mano sulla guancia e la trascino verso di me per un bacio con la lingua, profondo e lungo. Dopo un po’ si stacca, si inginocchia tra le mie gambe aperte e inizia a leccarmelo da sotto. Non è soddisfatta di quanto ha fatto prima. O è così soddisfatta da volerlo ripetere in un’altra posizione. Il mio cazzo è sempre ritto, e senza mani lo colpisce con scoccate di lingua su tutto il corpo rigido. La vedo come si muove con destrezza e questo mi eccita. Vedo i suoi seni gonfi e pesanti penzolare e li afferro con tutte e due le mani, sono duri e sfidano la gravità. Con il palmo aperto della mano li sento comprimersi e dilatarsi, la loro massa sfugge a destra e a sinistra, la protuberanza del capezzolo sfrega le mie dita. La rugosità delle mucose la sento sui polpastrelli. Vorrei baciarli quei capezzoli piccoli, per me ora solo accessibili al tatto e alla vista. Vorrei sentire in gola le sue tette, come lei sente in gola il mio cazzo.
Ma non riesco a raggiungerle, e non voglio cambiare posizione, proprio ora che sento che il mio pene sta per essere accolto ancora nel caldo umido delle sue mucose labiali.

Sento sul glande gonfio l’alito delle sue labbra aperte mentre se lo porta dentro. Poi si richiudono in un leggero succhio mentre se lo estrae. E continua così per interminabili minuti. Apre la bocca spalancata, se lo porta dentro ben in fondo. Serra le labbra attorno all’asta e le fa scorrere fino a scoccarle in un succhio facendo uscire il cazzo. Mi piace guardarla, e rimango fermo così, solo ad ammirarla. Ora mi scruta negli occhi e mi sorride, lo estrae, fa gocciolare un po’ di saliva e così inumidito ci passa la mano chiusa a pugno. L’altra mano, dopo averla bagnata con la saliva, la chiude a cappuccio sul glande e continua cosi a masturbarmi delicatamente a due mani. Dischiudo la bocca, le allungo la lingua a penzoloni e lei viene vicino e l’accoglie in bocca. Poi si stacca e si accascia ancora.
Eccola che ricomincia più veloce sulla punta, con la sua labbra carnose e umide. Ecco che ricomincia a torcere il capo con veloci colpetti a esercitare al contempo suzione e torsione sull’asta del cazzo.
Man mano se lo porta sempre più in profondità ed ecco che ancora arriva il momento. Sento il mio cazzo ritto e incurvato al massimo che le arriva fino in fondo. Il mio glande stretto in una morsa si strizza nella cavità della trachea, e allora lei, con un colpo deciso di testa, accompagnato con un verso gutturale come di conato, se lo inghiotte. E sento che la mia punta ha oltrepassato quella strettoia, come di orifizio anale ancora vergine. Tutta l’aria che ho nei polmoni esce con un ansimo, e diventa il lamento che accompagna il lungo piacere, insostenibile.
Piacere fisico di sentirmi il cazzo cosi stretto in un piccolo orifizio. Piacere visivo di vedere il suo bel viso deformato con la bocca spalancata alla radice del mio pene. Piacere sensoriale di saperla impalata, imprigionata dal mio cazzo lungo. Come vorrei trafiggerla fino allo stomaco e depositarle con lunghi spruzzi il mio sperma fino lì, in fondo’

Lei rimane lì così impalata, ferma, solo gli occhi può muovere, e li rotea verso di me. E con la bocca spalancata fa uscire la lingua da sotto la mia canna. Sento con sorpresa che la muove sotto il mio scroto. Rimane impalata con la gola sul mio cazzo e sento che dolcemente e con ritmo lento la sua lingua mi spennella lo scroto! E mi raggiunge quasi l’ano, in una sorta di rimming! Non resisto più, il piacere è troppo forte. Ma non voglio che questo momento si concluda in fretta. Cerco di distrarmi. Guardo attorno e vedo spettatori, uomini e donne, interessati alla performace. Questo basta ad alleviare un po’ la pressione del piacere, e mi consente di lasciarla ancora fare.

Voglio la sua topolina piccola adesso. Lasciandola impalata mi giro delicatamente e cerco di raggiungerle l’attaccatura delle cosce con la testa. Lei capisce cosa voglio e si dispone perché possa affondare il mio viso nel suo basso ventre. Sento ancora il mio cazzo soffrire di piacere, ma adesso ho una distrazione in più per resistere: il suo taglietto si rivela in penombra appena scosto il triangolino di stoffa. Bello, piccolo, profumato di carne e di succo vaginale che si imperla sulle piccole labbra. Con le mani gliele dilato bene fino a intravedere il rosa della carne. Inizio a sentire il sapore della pelle leccando a lingua piatta attorno alle grandi labbra. La sento mugolare e la pressione della sua gola sul mio cazzo si allenta. Cala la sua concentrazione su di me e inizia la sua concentrazione sul suo di piacere. Ma come ha fatto soffrire me ora io faccio soffrire lei!

Lento lento le giro attorno con la lingua. Non è depilata, perché non ha peli. La sua fighetta è bambina di suo. Ci giriamo su un fianco per agevolarci il reciproco raggiungimento dei genitali. Io le abbraccio il culetto e da dietro le apro l’interno coscia. Ecco che tutta la sua fighetta mi si dispiega davanti e posso finalmente, con la punta della lingua, seviziarle la fessura tra grandi labbra e piccole labbra. Il clitoride è un bottoncino quasi impercettibile, ma so che è sensibile e lo lascio solo ancora per un po’. Muovendosi lei cerca di avvicinarlo alla mia lingua, ma io la posiziono più sotto.
Ho capito che è per l’orgasmo clitorideo e non voglio concederglielo in fretta. Metto la lingua piatta e gliela passo su e giù per sentirne la forma e i sapori. E’ liscia, umida, dolce e profumata. E’ un paradiso! Il suo taglietto sta tutto nella lunghezza della mia lingua, e così gliela tengo appiccicata in un sensuale gesto di protezione. Rimarrei così per ore.
Ma lei ondeggia il bacino, vuole sentire di più. E allora metto la lingua a cannuccia e come un piccolo pene la penetro nella parte bassa del suo buchetto.
Che bello! è proprio calda e dolce dentro. E lei si allarga le cosce per farsi penetrare ancora di più, per farsi leccare le rugose pareti interne della vagina. Cerco di inserirle anche la punta del naso. E rimango fermo. Lascio che sia lei a scoparsi con la mia lingua e con il mio naso. E lo fa. Si muove sfrontata per accogliere dentro prima l’una e poi l’altro, alternandoli per un bel po’. Poi mi prende la mano, me la mette da dietro il suo culetto, e mentre la lecco di sopra si scopa con un mio dito di sotto.

Cosi piccola è la sua topolina che il dito quasi non entra e devo inumidirlo di saliva. Sembra di penetrarle l’ano tanto è stretto. E quando il mio medio è dentro tutto me lo stringe ancora di più per imprigionarlo e trattenerselo, mentre con una mano mi schiaccia il muso contro la sua figa e mi costringe a premere le mia labbra e i miei denti sul suo clitoride.
Cosi bloccato sento il suo bacino che va su e giù, giù e su, a strusciarsi sul mio muso. Sono sudato e in affanno ma lei non molla. Si dimena sempre di più e la sento che mugola di piacere. Ora si stringe le cosce attorno alla mia testa, che così bloccata diventa l’oggetto del suo godimento. Come un giocattolo sessuale se la imprigiona tra le cosce ondeggiati e così va avanti a lungo.
Non riesco più a resistere, a respirare, mi duole la sua presa. Ma è eccitante sentirla così godere. Inizio a masturbarmi con una mano, mente lei si masturba con la mia lingua e con le mie dita che giro e rigiro dentro nella sua fessura, sentendola ora dilatata, ora stretta.
Sento che aumenta di velocità e aumenta il suo affanno. Ecco, sento che il suo utero fibrilla e le sue labbra si dischiudono. E allora continuo furiosamente a succhiarle il clitoride con la lingua e a penetrarla velocemente con due dita mese di piatto per massaggiarle la parte più rugosa dell’interno della figa, proprio dietro il clitoride.
Ora è veramente bagnata e la sua figa prima stretta è ora tutta dilatata. Giro e rigiro le dita. E si inarca per riceverle ancora più in fondo finché non lancia un urlo soffocato mentre gli spasimi la percorrono per tutto il corpo. Si scuote, la sua carne trema dal ventre fino ai seni, dall’interno delle cosce al dentro della vagina, fino all’utero in fondo. E adesso mi inonda di succhi la mano e il viso. Il suo orgasmo è interminabile, e io gradualmente rallento.
Adesso le bacio dolcemente l’esterno della figa, l’interno delle cosce umidicce. Sempre dolcemente le afferro i seni e risalgo a baciarglieli, leccandole le velature di sudore attorno ai capezzoli.
Ora è lei che mi prende con una carezza alla guancia, che trascina la mia bocca verso la sua bocca. E mi allaccia in un bacio lungo lungo, profondo e riconoscente.
E’ trascorsa più di un’ora ormai. Decidiamo di spostarci in camera a continuare la sessione, lontano dagli sguardi degli spettatori.

Leave a Reply