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Cappuccetto rosso mangia il lupo

By 17 Gennaio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments


Scendo dal treno, sono in anticipo, mi metto buono in una panchina, mi rollo una cicca, aspiro il fumo, pesante, ma mi sta rilassando. Guardo i turisti. Nella mezz’ora che ti aspetto, pian piano la calma mi avvolge assieme alla nebbia. Vibra il telefono, stai arrivando, e mi mandi un bacio al tuo solito modo ( :* ). Io sorrido, mi sento un coglione, ma per fortuna nessuno sembra accorgersene. Arriva il tuo treno, mi alzo e mi immergo nel flusso della gente che mi si struscia addosso, mi sbatte contro, mi pesta i piedi e mi maledice, ma non me ne frega un cazzo, infatti ti ho vista, con il tuo basco rosso come avevamo concordato. Sei meravigliosa mentre ti guardi attorno con sguardo accigliato, non mi vedi perché io il cappellino non ce l’ho, non l’ho portato di proposito, mi appoggio ad una colonna con la spalla e continuo ad osservarti: sei bellissima quando i tuoi boccoli si alzano ogni volta che giri il capo nervosamente in cerca di me, cominci ad incazzarti, si nota da come picchietti la punta della scarpina destra…prendi il cellulare e provi a chiamarmi, ma io l’ho staccato. Con un gesto di stizza lo rimetti nella tasca del tuo cappottino rosso, come nelle favole. Mi avvicino lentamente, gustandoti, i miei occhi accarezzano i tuoi fianchi fasciati dagli indumenti, i bottoni sul tuo petto che a stento riescono a contenere la tua abbondanza…. mi vedi anche tu, ti blocchi fissandomi con aria seriosa, ti sorrido, mi sorridi rinfrancata, ci abbracciamo: “ciao….”‘ mmmm non so come chiamarti “ciao…”. Ti annuso….sai di buono…. di fiori di cotone….



Ma cosa sto facendo? è la prima volta che mi decido a chiedermelo, e ancor più strano, una voce mi risponde. -Scusi?- Oddio, devo averlo detto ad alta voce senza accorgermene ‘ -Ah, nulla, nulla, scusi. Leggevo ad alta voce- Mi nascondo di nuovo dietro il mio libro e la voce del capotreno avvisa che stiamo per arrivare. Prendo il cellulare e ti avviso. Avevo già scritto il messaggio mezz’ora fa, invia. Mi specchio, mi aggiusto il trucco, mi guardo negli occhi.


-Stai trotterellando allegramente nelle fauci del lupo, lo sai vero?-


‘Stavolta la vocina che mi sgrida è la mia. Sei pur sempre uno sconosciuto e non siamo nemmeno nella mia città. Avrei dato della pazza a qualunque ragazza nella mia situazione. Ma non ne potevo più. Passo al bagno per sistemarmi gli indumenti, poi tolgo il volume alla vocina e scendo dal treno.


Basco rosso, cappottino rosso, rossetto rosso ‘ Mi guardano tutti, ma non ti vedo, dove sei? Hai il cellulare spento, chissà se il mio messaggio ti è arriv ‘ Eccoti. Senza cappellino ‘ bastardo ‘



L’imbarazzo passa in fretta, siamo occhi negli occhi, e tutta la confusione che ci circonda è soltanto il palcoscenico della nostra… (storia?), mi aggiusti il colletto della giacca, “andiamo”, troppo da dirsi e poco tempo per farlo. Ci dirigiamo al palazzo Grassi, avevamo deciso di andare a vedere la mostra dei pittori fiamminghi, così, tra fiumi impetuosi di parole arriviamo a destinazione, e la pinacoteca diventa un altro palcoscenico, colorato, vivo, come vivo comincia ad essere il nostro desiderio: comincio a stuzzicarti chiedendoti che biancheria indossi….percepisco che sei già su di giri…che sfacciata…mi dici che sotto la gonna non indossi nulla che ti sei tolta le mutandine prima di scendere dal treno.


Ci sediamo in una panchina davanti ad un Jan Van Eyck e guardandoti negli occhi ti racconto dettagliatamente che cosa ti farò usciti dal palazzo, mentre ti mordi il labbro inferiore….che bella bocca, quando guardo le tue labbra mi assale l’istinto bestiale di morderle, di strappartele via con un morso, di mangiare la tua tenera boccuccia e lasciarti così, mostruosamente deturpata, cosicché nessun’altro ti possa amare dopo di me, perché nessuno ti saprebbe amare come me. Ma mi limito a darti un bacino a labbra strette, fissandoti negli occhi, e vedo che anche tu stai controllando se li chiudo…



Non riesco a credere che tu mi abbia davvero portato a Palazzo Grassi ‘ Parliamo, parliamo, parliamo ‘ Mi sento in imbarazzo, credevo che mi saresti saltato addosso e invece io giro per Venezia senza mutandine e tu nemmeno mi hai baciato. Non tocchi nemmeno per sbaglio l’argomento sesso e non capisco. Ne parlavamo continuamente, e ora che possiamo farlo ‘ Queste cose possiamo raccontarcele anche per chat cavolo ‘ Mi sa che non ti piaccio ‘ vorrei almeno non essermi tolta gli slip.



-Non mi aspettavo che fossi così bella dal vivo.



-Cosa?



-è da quando ti sei tolta il cappotto che non riesco a smettere di immaginarti mentre ti sfili anche il vestitino.



Mi bagno così rapidamente che i muscoli della mia vagina si stringono come a voler trattenere la pipì, e mi danno un’altra scossa di piacere



-Ti sto guardando il culo da un’ora ma non sono riuscito a capire cos’hai sotto ‘



-Mmm ‘ dev’essere perché non porto nulla sotto ‘


Stavolta sei tu ad avere un brivido, cerchi di nasconderlo ma si percepisce chiaramente, come l’improvviso gonfiore nei tuoi pantaloni. Ora và molto meglio, mi sento di nuovo padrona della situazione. Cominci a raccontarmi cosa mi farai una volta soli, e lo fai mentre siamo seduti davanti a un Van Eyck che sembra voler disapprovare la nostra lascivia. Finalmente mi piace fissare un autore fiammingo. Mi mordo il labbro inferiore, mi accorgo che mi guardi, ti avvicini, finalmente ci baciamo. Non ne potevo più.


Hai gli occhi aperti, ma non m’importa, voglio lasciarmi andare e godermi te, abbandonarmi a te. Non mi piacciono i giochi di potere. Li chiudo subito e docile schiudo le labbra, lasciando che le nostre lingue giochino.


Finalmente non ce la fai più nemmeno tu, usciamo da quella maledetta mostra e camminiamo fra i vicoli di Venezia in preda ad una frenesia assurda. Troviamo un ponticello molto buio e appartato e le nostre mani viaggiano, mi avvolgi con il tuo cappotto, mi baci appassionatamente e poi mi giri, mi spingi contro il muretto.



Vuoi continuare a baciarmi, e giri la testa cercando la mia lingua…



Vorresti che rimanessi ferma, ma le mie mani stanno già armeggiando con la tua cintura



Non riesci a star ferma, devi essere tu a condurre, ma le mie mani sanno essere convincenti… Ora starai lì solo per me e ti lasci frugare, le mani le appoggi sul corrimano, ‘ti servono a tenerti in equilibrio, voglio sentirti godere il più in fretta possibile, mentre spingo la mia eccitazione contro il tuo sedere.



Dio mio, sei fantastico, ma io non voglio godere, faccio del mio meglio per spostare le tue mani da lì, mentre muovo il bacino sulla tua erezione nel tentativo di distrarti e come una gatta struscio i miei capelli sul tuo viso.



Con una mano ti stringo forte i polsi dietro la schiena e ti tengo ferma, mentre con l’altra continuo a frugare la tua intimità, voglio assolutamente vederti venire. E quando sarai venuta assaggerò il tuo sapore per la prima volta, per poi baciarti dolcemente… E allora starà a me seguire le tue regole.



Con i polsi bloccati dietro la schiena mi sento completamente in tua balìa, l’orgasmo arriva prepotente, non sono più in grado di opporre la minima resistenza, né a lui né a te. ‘VVVengoo-


Mi sento gocciolare, l’orgasmo che mi hai dato è stato sconvolgente, ma sono anche arrabbiata.



Volevi che il primo orgasmo fosse il mio, me l’hai detto, chiesto, ordinato perfino, mail dopo mail. Sarai furiosa. Bene.



Come al solito, hai vinto tu. Bene, ora tocca a me però.



Ti lascio la possibilità di muoverti un po’ per vedere cosa vuoi fare. Con un elegante movimento ti sfili dalle mie braccia e ti siedi sul muretto, i polsi in alto, ancora nella mia mano, il tuo viso all’altezza giusta, cerchi di trafficare con la mia patta….non so se mi va…..



Mi tieni ancora fermi i polsi, ormai fanno un po’ male… Tento di morderti il pisello da sopra i pantaloni per farti capire che voglio che mi lasci, che le mani mi servono, che ti voglio nella mia bocca.



Che gatta, ora mordi addirittura ‘ Io lo so già che ti verrò in bocca, ieri ho pure mangiato ananas per essere più dolce per te e tu sai quanto lo odio quel frutto. Ora sono io che non resisto più, e ti lascio fare, ma minacciandoti di fare piano… E tu abbassi lo sguardo quando mi vedi risoluto…



Piano? Sei serio? Leggo il tuo sguardo risoluto e abbasso il mio facendoti credere che obbedirò ‘ Piano ‘ Figuriamoci! Appena riesco ad averlo fra le labbra ti spompino forte e veloce, golosa, famelica, da troppi mesi aspetto ‘



Che stronza, eppure lo sai che non ti conviene contraddirmi quando sono così eccitato, non rispondo di me.


Pretendo di gustarmelo tutto… Voglio che sia perfetto: da troppi mesi aspetto… e tu mi costringi a prenderti per il muscoletto fra il collo e la spalla e premere, finché non torni in te.



Ahia! Ti sento premere sempre più forte sulla mia spalla, capisco che devo rallentare se voglio che tu la smetta, quindi mi fermo tenendolo in bocca. Ora faccio la brava.



Ti sei fermata, hai capito. Smetto di stringere ma ti spingo indietro e tiro fuori il cazzo dalla tua bocca. è davvero piacevole vedere come lo rincorri appena ti lascio libera di farlo, finché non te lo trovi in faccia, dove lascia una traccia di liquido lubrificante, disegnando una mappa di piacere sul tuo dolce viso, mentre tu ritenti di prenderlo in bocca.



Non resisto a tentare di prenderlo in bocca ogni volta che passa vicino alle mie labbra.



Te lo permetto, ma punisco il tuo ardire passandoti una mano dietro la nuca, ed ingozzandoti di me… ti tengo lì.. senza respiro… per… non so quanto… solo quando capisco che non ne puoi più ti faccio respirare… spero che tu abbia capito. Quando tocca a me tocca a me… spero sarai più brava in seguito.



Tossisco per riprendere fiato e ti guardo dal basso, quasi offesa per il trattamento subito, ma anche eccitata, mi sento una vera troia stasera. Tiro fuori la lingua e molto lentamente la passo su tutta l’asta, dalla base fino alla cappella ancora coperta, la insinuo tra quel piccolo spazio fra la pelle e il glande e la faccio girare lentamente senza scappellarlo, sosto un po’ sul buchetto in cima e poi lascio finalmente che mi scivoli tutto in bocca. Nel farlo il glande viene finalmente liberato e può andare a sbattere contro la mia gola. Vorrei ricominciare come prima ma per ora la lezione mi è bastata, quindi te lo succhio forte ma muovendo lentamente la testa avanti e indietro, lasciandoti godere appieno il movimento.



Ti guardo negli occhi mentre mi lecchi il cazzo. Devota come ti volevo, troia come sei, per me e solo per me. Il mio cazzo è pieno di sbavature di rossetto e alla base un anello rosso fuoco testimonia ancora il tuo soffocamento di poco fa ‘ Oooh,’ vedo le tue labbra andare a ricalcare il segno di poco fa, il tuo naso che spinge sul mio pube.. solo per un attimo, da sola non riesci a ingozzarti come si deve, ma sei brava e io voglio godermi il pompino.



I tuoi occhi socchiusi per tutto il tempo che mi sono dedicata al tuo glande mi hanno fatto impazzire. So quanto ti piace guardare, sapere che il piacere che ti stavo dando ti impediva di tenerli completamente aperti mi faceva sentire fiera. Troia e fiera di esserlo. Sento di nuovo il tuo sguardo addosso quando riesco a farti affondare nella mia gola, allora ne approfitto e lo lascio uscire con uno schiocco. Scendo a prendere le tue palle in bocca, quello che vedi ora sono solo i miei occhi e il tuo cazzo sul mio viso mentre ti lecco amorevole e ne succhio una alla volta. ‘Ti prego, godi nella mia bocca.-



Che troia. Sai quanto mi fai impazzire quando me lo chiedi. Lo prendo in mano e te lo metto in bocca. Ti faccio succhiare la cappella, solo la cappella… sentirai quanto sono dolce… voglio farmi venire con la mia mano, ma non ci metto molto, sei troppo brava a succhiarlo. Se penso che l’hai fatto con altri… mi verrebbe da serrarti le mani al collo… Eccomi…. esplodo dentro di te….. con la mia mano so fare uscire ogni goccia del mio piacere, 4 o 5 getti potenti ti raggiungono alla gola…. ‘Aaaah, godo troia, godo.



Tengo le labbra serrate attorno alla cappella ma mentre ti masturbi nella mia bocca la muovi e un po’ di seme esce dalle mie labbra e scende sul mio mento. Appena hai riversato tutto il tuo sperma nella mia bocca allenti la presa sui miei polsi e io apro la bocca per fartela vedere, piena della tua sborra, prima di ingoiarla tutta.



‘Che cagnetta in calore- Con l’indice recuperi anche la goccia che ti è finita sul mento e la succhi rumorosamente. ‘Vieni qui puttanella affamata-



Mi fai alzare e mi baci a lungo, dolcemente, rendendomi ancora più pazza di te.


Se questo è il preludio del nostro week-end, non oso immaginare cosa riusciremo a combinare in albergo. Le tue parole mi rimbombano ancora nel cervello: “Non avrò pace finchè non ti farò pisciare piacere”… Non so cosa aspettarmi, non so se ne sono più eccitata o spaventata…



Gesù… che passione ‘ nonostante tutto non mi aspettavo che fossi davvero così ‘ Hai una fame da lupo baby! Che sia fame di cazzo o di me ‘ ho tutto il weekend per appurarlo, e per saziarti ‘




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