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Cinghiate sulla mia pelle…

By 6 Aprile 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Ammetto di non essere mai stata una tipa particolarmente movimentata a letto, ma mi lascio convincere abbastanza facilmente a provare cose nuove, poichè l’idea che eccitano il mio ragazzo mi spinge almeno a provare.
Particolarmente appassionato ai video di bondage, si è tuttavia rivelato sempre abbastanza calmo a letto, limitandosi solo a qualche sculacciata a mano non troppo pesante.

Quel pomeriggio eravamo rimasti soli a casa, e una volta chiusi in camera e spogliata degli abiti l’avevo trovato particolarmente interessato al mio culo, che non smetteva di accarezzare e stringere tra le mani mentre mi baciava; mi piaceva il tocco delle sue mani su di me.
Improvvisamente mi mise prona sul letto e si sedette sulle mie cosce ancora completamente vestito. Capitava spesso che io mi trovassi nuda mentre lui ancora con gli abiti addosso, ma dal momento che di frequente questo era frutto di un iniziale momento di sesso orale che lui mi riservava per diverso tempo… Non lo interrompevo di certo per farlo spogliare, almeno non in quel momento.
Capii immediatamente le sue intenzioni, pensiero che si rivelò corretto non appena mi rivelò che mi avrebbe volentieri legato al letto, come già aveva fatto in passato, aprendomi le gambe e dandosi da fare con la lingua.
Ma quel giorno mi lasciò libere almeno le braccia, mentre lui continuava ad accarezzarmi da nuda, restando seduto sulle mie gambe e impedendomi così gran parte dei movimenti.
La prima sculacciata non fu nemmeno troppo forte, ma non essendo abituata a pratiche del genere la avvertii comunque molto bene, e mi tolse il fiato per un secondo.
Fu solo l’inizio di una lunga serie.
Continuò per diverso tempo a sbattere i palmi aperti sulle mie natiche che diventavano via via sempre più rosse, mentre io iniziavo a sentire la pelle via via più calda ad ogni sculacciata, che lui mi dava con maggiore intensità ogni volta. Il suo peso su di me non mi permetteva di fare molto per sottrarmi.
Alternava i colpi ai baci, quasi per rassicurarmi, per poi tornare a palparmi energicamente, complimentandosi con me per il mio corpo che, sapevo, vedeva molto bene nella stanza illuminata.
Guardandolo vidi il suo volto soddisfatto mentre mi guardava con voglia ma con abbastanza lucidità da capire se stava esagerando. Sapeva che era la prima volta che subivo una cosa del genere, e non voleva farmi troppo male da spaventarmi e farmi smettere.
Mi conosceva abbastanza per poter dire, semplicemente guardandomi, che stavo soffrendo, ma ero tranquilla in quella situazione che voleva rendere eccitante perchè l’ultima cosa che voleva era ricevere un mio stop.
Dopo una sonora sculacciata lo sentii dire “Dimmi che sei la mia troia”, e concluse la richiesta colpendomi con energia e continuando a farlo, tanto che ripetei la frase tra i lamenti per il dolore che mi causava.
A quel punto aveva iniziato ad estendere le sculacciate alle cosce, zona che scoprii particolarmente sensibile. Bloccandomi per i polpacci, aveva comunque ottima presa su di me, ma mano a mano cominciavo ad abituarmi al dolore: vederlo con la coda dell’occhio mentre alzava la mano pronta a colpimi e il poter prevedere il momento in cui questa sarebbe caduta su di me mi rassicurava quasi, anche se iniziavo a divincolarmi per cercare di sottrarmi a lui.
Per la moltitudine di colpi ricevuti mi sentivo bollente ogni centimetro del corpo e risultava faticoso stare ferma a subire. Poco dopo però rilassai la testa sul letto, rassegnata ai colpi ma (devo ammettere), un pò eccitata per la situazione. Non parlavo molto, mi limitavo a stringere il lenzuolo tra le mani per scaricare in qualche modo il dolore, e gli unici rumore della stanza erano i versi di dolore che emettevo ad ogni colpo e il rumore delle sculacciate stesse, che si posavano sempre più forte sul mio culo.
Fu in quel momento che sentii i colpi cessare e il mio ragazzo cominciare ad armeggiare con qualcosa, sempre seduto sulle mie cosce. In seguito ad un rumore metallico a me familiare mi voltai verso di lui e lo vidi lavorare intorno ai suoi pantaloni, mentre si sfilava la cintura dai passanti. Capendo dove voleva arrivare iniziai a dire che non volevo la stessa cosa, e più dicevo di no più vedevo il suo sorriso comparire sul volto eccitato.
Ormai brandiva la cintura in una mano e la faceva roteare in aria con fare beffardo, sapendo bene che avrebbe fatto quello che voleva, e solo vedendomi seriamente in difficoltà avrebbe smesso. Insomma, ci teneva almeno a provare, non accettava un no a priori.
Non avevo mai ricevuto una cinghiata sulla pelle nuda, avvertii la prima come una specie di scarica. Brevissima, ma estremamente dolorosa.
Non smise alla prima, si eccitò a dismisura sentendomi sobbalzare ad ogni colpo, mentre cercavo di coprirmi il culo con le mani per proteggermi. Ma lui non smise nemmeno con questo impedimento. La fibbia metallica mi colpiva le nocche con violenza, e ben presto scoprii che era doloroso anche cercare di fermarlo, dunque spostai la mano e lasciai che mi colpisse sul culo. Sentivo la cintura fino alla schiena, sebbene si tenesse sempre basso con i colpi, ma la velocità del gesto non mi lasciava il tempo di capire con certezza dove fossi stata toccata, avvertivo solo un dolore diffuso nella zona. Solo quando ebbi il coraggio di girarmi vidi lui (che nel frattempo aveva pensato bene di sostituire la cintura iniziale con una più rigida e larga), che fissava il mio culo rosso e proprio lì, sulla mia pelle una volta chiara, vidi il risultato di quei colpi: una macchia rossa su tutte le natiche, con strisce dello stesso colore sulle cosce e sulla parte finale della schiena, esattamente dove ero stata colpita.
In un lato della cosca notai il segno evidente della fibbia che si era quasi stampata sopra la pelle, e mi resi conto della forza con cui veniva mollata la frustata. Potevo fermarlo in qualsiasi momento e sapevo mi avrebbe ascoltata, ma decisi di non farlo, mi limitai a girarmi per coprire il culo e sperare di farlo calmare almeno un attimo, togliendogli da davanti il terreno da colpire.
Dal momento in cui i suoi occhi si posarono sui miei seni a quello in cui la cintura colpì con violenza i miei capezzoli passò una frazione di secondo e non tardò nemmeno a farmi allargare le gambe per darmi cinghiate molto meno forti ma comunque ben assestate sulla figa.
In quella zona cercai comunque di non farlo restare a lungo, spaventata più per la delicatezza del posto che per i colpi inferti. Mi ero comunque messa in una situazione se possibile ancora peggiore di quella iniziale.
La pelle dura della cintura mi fece male al clitoride, ma fu uno schiaffo sferrato a mano aperta tra le gambe che mi fece serrare le ginocchia mettendomi seriamente in difficoltà. Lo mandai a quel paese mentre lui mi dava della puttana sfiorandomi la figa con la punta delle dita. Si stupì ed eccitò trovandomi un pò bagnata, e senza dire una parola mi afferrò per i fianchi, mi rigirò e mi costrinse in una posizione a 90. Capii come voleva concludere la sua perversione e mi parve un modo perfetto, così lo aiutai avvicinandogli il culo, mentre lui si sbottonava i pantaloni, scoprendo un cazzo duro che accarezzò per un attimo prima di avvicinarlo a me, Mi entrò dentro lentamente, come piace a me, quasi per ringraziarmi (o forse scusarsi?) del trattamento che mi aveva inflitto, mentre io cominciavo a sospirare di piacere sentendolo scivolare dentro. Aumentò quindi il ritmo con il quale mi sbatteva: sentivo il suo membro con la quale mi sbatteva nel culo, il suo respiro pesante, e la sua mano che passava oltre le mie cosce e si tuffava nella mia figa, cercando il clitoride che cominciò subito a stimolare, contribuendo a farmi godere.
Non ci misi molto a venire, appagata da un momento che avveniva spesso nella nostra intimità. Sentii come sempre degli spasmi arrivarmi fino alle ginocchia e diramarsi ai reni, mentre con un gesto gli spostavo la mano dal mio clitoride, diventato improvvisamente troppo sensibile per qualsiasi tocco. Ma non lo allontanai da me.
Lui mi afferrò meglio per i fianchi, per potermi colpire più forte, e continuò ad incularmi ancora, finchè non lo sentii aumentare i ritmi dei colpi. Accompagnavo il movimento dei suoi fianchi con le tette, e quando venne si gustò a pieno il momento in cui mi riempì il culo, indugiando un attimo dentro di me per recuperare le forze, che lo abbandonavano ad ogni orgasmo.
Dal canto mio, ero stata attenta a sentire ogni suo sospiro aumentare durante l’orgasmo, cosa che mi eccita sempre, pur sentendo ancora la pelle bruciare a contatto con il suo corpo.

Pochi minuti più tardi mi osservò divertito mentre mi controllavo allo specchio, e risi quando mi posò premurosamente le mani bagnate di acqua fredda sulla pelle colpita.
Mi disse che per essere la prima volta di esperienze del genere me l’ero cavata egregiamente, mentre dentro di me sapevo che prima o poi avremmo replicato tale momento. Del resto, conoscevo abbastanza le sue fantasie per non aver bisogno di chiedergli se gli era piaciuto… La risposta già la conoscevo.

BoccadiRosa

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