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Come mai prima

By 9 Ottobre 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono una donna di quaranta anni con una vita semplicemente perfetta, un marito di quarantacinque anni premuroso con me, in tutto, ottimo professionista con un bel lavoro, due figli, un maschio ed una femmina di diciassette e diciotto anni, entrambi studenti bravi a scuola e con la testa sulle spalle. Avevo smesso l’Università per la nascita dei ragazzi, ma ne era valsa la pena, avevo una vita che sfiorava la perfezione, eppure’ C’&egrave sempre un eppure e se i problemi non ci sono, l’indole umana &egrave portata a crearli.
Può sembrare una filosofia semplicistica o se volete terra terra, ma &egrave molto spesso rispondente alla verità.
In pratica, anche se in modo sfumato, tutto cominciò una mattina presto, quando dopo essermi svegliata intorno alle sei presi il tablet ed iniziai a leggere un forum sul sesso di una nota rivista femminile. Mi cascò l’occhio su una discussione un po’ particolare ‘Avete mai raggiunto l’orgasmo con il sesso anale?’
Io non avevo mai praticato il sesso anale e mi sorpresi a chiedermi il perché, trovando al volo varie risposte: mio marito ha un pene piuttosto grosso e non saprei proprio come potrei prenderlo lì senza morire dal dolore, &egrave una pratica sporca nel senso letterale del termine ed infine una pratica umiliante per noi donne. Iniziai così a sfogliare le risposte, tutte piuttosto banali, fino a quando mi imbattei in quella di una tale Federica:
‘Ho sempre rifiutato il sesso anale, per vari motivi, compreso anche un’educazione un po’ bacchettona, fino a quando non ho incontrato un Uomo (con la U maiuscola) che mi ha sconvolto la vita. Ho tradito mio marito per la prima volta dopo circa venti anni, ma ho scoperto cose che non avevo mai neppure immaginato, compreso il sesso anale. Posso dire che ho trovato la Via di Damasco. Il mio Uomo mi ha fatto godere come mai, mi ha fatto capire che nel sesso mettere dei limiti &egrave come non mangiare per paura di vomitare. Insomma con il coso dietro ho avuto degli orgasmi mai avuti prima, soprattutto mentali, sentendomi troia (scusate devo dire questa parola) per la prima volta, come mai prima. Ed infatti ho goduto come mai prima.’
Inutile dire che questa risposta mi agitò un pochino e sentire anche un chiaro richiamo al basso ventre che mi fece posare il tablet ed avvicinarmi a mio marito, abbracciandolo da dietro ed appoggiando il mio corpo seminudo al suo. Spinsi anche i piedi verso i suoi ed iniziai lentamente a fargli piedino, molto lentamente ma chiaramente. Poi appoggiai una mano sulla sua pancia e lentamente la abbassai fino a incontrare il frutto del mio lavoro. Aveva il pene già ritto (&egrave sempre stato ipersensibile, soprattutto la mattina) ed iniziai un lento massaggio da sopra le sue mutande. Dopo due minuti si girò, tirò via le coperte e si infilò tra le mie cosce iniziando a leccarmele nella parte vicino alla mia vagina. D’istinto aprii le gambe al massimo consentendogli di mettere il viso proprio lì. Così spostò il triangolo delle mutandine di lato ed iniziò a leccarmi la passerina correttamente depilata aiutandosi con la penetrazione di due dita che mandava su e giù a modo di scopata. Io quel trattamento non lo reggo più di tanto ed infatti dopo nemmeno due minuti scoppiai in un orgasmo bellissimo, bagnandogli la faccia con i miei umori. Appena ripresami dall’orgasmo buttai un occhio verso il basso e vidi il suo uccello completamente ritto nella sua magnificenza, ma invece di fargli il soliti trattamento prima della scopata, ricordando il post sul sesso anale, quasi senza accorgermene, mi stesi a pancia in giù, e per sfilarmi gli slip sollevai lascivamente il culo, mentre lo guardavo con occhi diversi. Naturalmente mi montò sopra iniziando a strisciare il pene nel solco delle mie natiche, ma poi lo portò in posizione e lo infilò nel solito posto, senza nemmeno un piccolo dubbio. Mi sorpresi ad essere delusa, ma poi quando le pompate divennero più pesanti all’avvicinarsi del suo orgasmo, mi abbandonai alla sensazione di essere posseduta da quel bellissimo e duro uccello e venni insieme a lui. Insomma avevamo ancora una bella carica sessuale dopo quasi venti anni. Niente male.
Quando tutti uscirono, chi per andare al lavoro chi a scuola, mi feci una bella doccia e mentre mi asciugavo ripensai a quel forum. Così senza volere mi girai verso lo specchio e mi misi in modo tale da poter veder il mio buchino allargandomi le natiche. Mi guardai anche in faccia e mi sentii eccitata, molto eccitata. Così portai il dito indice in prossimità dell’ano e lo feci girare intorno, forzando sempre di più, fino a infilare dentro quasi tutta la prima falange, senza di fatto sentire alcun male. Provai una sensazione strana, nuova. Mi guardavo allo specchio e vedevo il mio dito infilato nel culo. Cominciai a bagnarmi sempre di più, nonostante i due orgasmi mattinieri, A quel punto mi venne una curiosità, annusare il dito. Lo tirai fuori e lo portai al naso, aspirando a piene narici. Era un odore forte, ma non sgradevole e soprattutto era molto eccitante, trasgressivo, comemolte cose mai fatte prima per motivi sconosciuti. Insomma, mi venne voglia di masturbarmi ed iniziai a farlo, ma poco dopo una telefonata di mia sorella pose fine a quel momento ludico. Fatto sta che per uscire, mi vestii in modo molto sensuale, con una bel paio di sandali aperti davanti tacco dieci non senza prima essermi unta tutte le gambe con un olio emolliente che le metteva in gran risalto. Il vestito svolazzante sopra le ginocchia faceva il resto. Ero veramente una bella milf’
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Uscii per andare fare colazione al mio bar preferito e subito ricevetti i complimenti del gestore che non mancò di sottolineare che stavo molto bene quella mattina.
Presi un pezzo dolce ed ordinai un caff&egrave, sedendomi ad un tavolino per scorrere un po’ di giornali. Fu così che sentii su di me lo sguardo di qualcuno. Appena mi voltai, distolse immediatamente il viso, ma era chiaro che mi stava guardando. Era l’Avvocato. Da un sacco di tempo ci incontravamo in quel bar, ma mai un cenno di saluto od un sorriso. Io lo avevo notato e credo anche lui avesse notato me, ma mai un riscontro. Era un bell’uomo sui cinquanta ed aveva anche una bella moglie, mora con un bel seno e degli occhi vispi, l’avevo vista con lui qualche volta a fare colazione. Decisi di giocare un po’. Accavallai le gambe e misi in mostra il mio bello stacco di cosce, impreziosito dai sandali neri con il tacco alto e le unghie smaltate rosso fuoco. Le guardai con fare fintamente distratto e decisi che erano veramente delle belle gambe. Abbronzate ed unte con l’olio poi, erano anche molto sexy. Mi girai verso di lui, che era al bancone a prendere il caff&egrave e lo beccai di nuovo, stavolta concentrato sul mio piede sollevato. Vidi chiaramente il suo sguardo sul mio piede e cominciai a dondolarlo piano piano, mentre fingevo di leggere il giornale e senza parere, scivolando in avanti, scoprii le mie cosce ancora di più. E così, senza un motivo ripensai a quel forum in cui si parlava di orgasmo anale. Non c’entrava nulla, ma mi venne in mente, provocandomi un certo rimescolamento. Perché pensavo al sesso anale mentre giocavo a fare arrapare l’Avvocato?.
Da quel pensiero ebbi la piena consapevolezza che volevo provare il sesso anale, insomma non potevo negare a me stessa che lo volevo nel culo. E mi eccitai non poco, lì mentre leggevo il giornale. Perché non farmelo fare da mio marito? Avrei cominciato la seduzione ‘anale’ di mio marito. L’unica preoccupazione erano le dimensioni, perché lo aveva veramente grosso, soprattutto di diametro, non tanto lungo. Perfetto per scopare, meno per il secondo tipo di utilizzo. Comunque quello passava il convento o almeno pensavo questo fino ad allora’.
Aspettai un sabato sera, quando i miei figli uscivano con gli amici e quasi sempre io e mio marito andavamo a cena fuori e poi ci dedicavamo al sesso.
Quella sera decisi che avrei cucinato io e saremmo rimasti in casa, così da guadagnare tempo. Lo rimpinzai come un re e poi lo lasciai sul divano, accasciato e soddisfatto.
Andai quindi a prepararmi. Avevo letto che prima del sesso anale era opportuno farsi un clistere ed io ossequiosa, provvidi in tal senso con un piccolo eteroclisma (non potevo certo farmi un clistere completo). Poi mi vestii da troia, cio&egrave come una che deve dare il culo. Sottoveste di pizzo nera, corta e molto scollata, senza reggiseno, che metteva in risalto la mia terza abbondante ancora tonica nonostante due gravidanze e l’età. Mutandine alla brasiliana nere, sandali neri aperti di Jimmy Choo che mettevano in risalto i miei piedini curatissimi con le unghie smaltate nere e ovviamente un tacco dodici. Un trucco non pesante, ma molto più vistoso del solito. Le mie intenzioni erano chiare, anzi chiarissime, solo che lui non sapeva dove volevo arrivare. Quando entrai in soggiorno, stava guardando un film su Sky ed ebbe un sobbalzo.
‘Cazzo, che intenzioni hai?’.
‘Non si capisce?’
‘Assolutamente si, sei uno schianto davvero, ma io non sono pronto, ho mangiato come un bufalo e soprattutto bevuto quasi una bordolese di bianco’
‘Non essere precipitoso, vedrai che ti tornerà la fame’.’
Mi sedetti al suo fianco e gli misi le cosce sopra le gambe, facendo apparire le mie mutandine. Con grande malizia allargai un po’ le gambe e così spostai un polpaccio sul suo inguine, muovendolo lentamente, ma costantemente. Non lo ritenevo comunque sufficiente, così gli presi una mano e me la misi sulle cosce. Sentii subito una reazione sulla gamba, il suo cazzo ormai premeva senza controllo. Così spostai le gambe e lo baciai a bocca aperta, con la lingua fuori a leccargli le labbra.
‘Ne hai voglia stasera eh, piccolina, ed io ti accontento’.
Così dicendo portò la sua mano tra le mie cosce ed iniziò a sfregare indice e medio sulla mia fica da sopra le mutande, facendomi gemere. Allungai anche io una mano e gli presi il cazzo da sopra i pantaloni, sentendolo durissimo. Mentre ci slinguavamo come due diciottenni, gli aprii i pantaloni e gli tirai fuori l’uccello, ormai dritto come un palo della luce. Dovevo farlo impazzire per poi farmi inculare, così mi inginocchiai davanti a lui a gambe larghe ed iniziai a fargli un pompino guardandolo negli occhi. Mi facevo scivolare il cazzo in bocca e poi lo leccavo dalle palle fino alla cappella, sempre più velocemente, fino a quando non mi fermò. Si spogliò velocemente ed io, dopo essermi sfilata le mutande, mi misi a novanta gradi sul divano con la sottoveste a metà schiena, in attesa degli eventi. Che non tardarono ad arrivare, quando mi infilò il cazzo in fica, facendomi quasi cadere dal divano.
Pompava come un ossesso, sfruttando il fatto che ero bagnatissima. Lo sentii ansimare, segno che non mancava molto, quindi dovevo prendere l’iniziativa, visto che lui non era mai stato propositivo verso il mio culo. Mi sfilai il cazzo da dentro e mi inginocchiai davanti a lui guardandolo nel suo stupore:
‘Stasera, vorrei provare una cosa nuova”
‘Che vuoi dire?’ mentre ancora più stupito, ansimava ancora per l’orgasmo quasi raggiunto.
‘Vorrei che me lo mettessi dietro, non lo abbiamo mai fatto in quasi venti anni’
Lo vidi quasi preoccupato, mentre gli accarezzavo le palle da sotto. E non mi sembrò neanche entusiasta della mia proposta, anche se non poteva certo rifiutarla.
‘Si dai proviamo’ Così mi misi di nuovo a pecora e lui mi tornò dietro.
Scoprii quella sera così che l’inculata &egrave una vera e propria arte e che non tutti ne sono capaci, soprattutto nel mettere la donna nelle condizioni di farlo. Iniziò a spingere goffamente facendomi solo male e rendendomi sempre più chiusa ai suoi assalti, eppoi così, senza lubrificarmi con niente o senza prima abituarmi con le dita’.
Alla fine, delusa e stanca, decisi che non era più aria e per non ferirlo, gli dissi:’ Amore ti prego, rimandiamo, che stasera ce l’hai troppo grosso’. Lo feci venire sparandogli una sega sopra le mie tette. Venne quasi subito.
Certo non era successo niente di grave, ma però un tarlo mi era entrato in testa, forse mio marito non era l’uomo giusto per quello che cercavo, non era interessato come mi aspettavo’

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Non era successo niente di grave, vero. Però mi era scattato un tarlo, quasi una fissa su quel ‘forse non era interessato’. Probabilmente non avevo molti pensieri reali o problemi di vita quotidiana da contrastare, tipo far quadrare il bilancio familiare o pagare un mutuo, e quindi lo spazio mentale per questo tipo di pensieri c’era. Noi stavamo bene e conducevamo una vita agiata, mi potevo permettere la colf ed andare dalla parrucchiera una volta alla settimana. E questo grazie al culo che mio marito si faceva lavorando duramente ogni giorno, senza mai concedersi una vacanza, se non in agosto. Ed io pensavo a queste cazzate’ Il fatto era che sostanzialmente mi annoiavo ed in fondo la noia era anche dovuta alla necessità di soddisfare le esigenze che la posizione di signora bene richiedeva. Cene al Lyons, vestita ed ingioiellata di tutto punto e doverosamente contenta di stare insieme a tanti arrivisti/perbenisti.
Per non parlare delle serate culturali di una noia mortale, promosse da enti più o meno benefici e delle cene tra signore ricche per la promozione di serate benefiche in favore del terzo mondo. Va bene che erano iniziative benefiche, ma quelle erano davvero insopportabili.
E allora forse la voglia di trasgredire un pochino, mica tanto. Però mio marito in questo senso una mano doveva pur darmela. Decisi di vedere se quel sabato sera aveva lasciato un segno su di lui in quella direzione. Purtroppo no. Ripartimmo da dove eravamo rimasti, tutto fuori che il sesso anale. Non ci pensava proprio ed io sinceramente non avevo voglia di riproporre una cosa che interessava solo a me, questo era ormai assodato.
Una mattina sempre a letto, con mio marito che dormiva, ripresi il tablet e digitai direttamente su google ‘orgasmo anale’ e mi apparve un mondo pazzesco. Vidi delle foto oscene, con peni giganteschi che non si capiva come potessero entrare in fori così stretti. Volti di ragazze quasi deformati dal dolore e perfino animali. A vedere queste scene provai un grande disgusto e lì per lì pensai che quell’idea era tutta una mia montatura mentale, però non lo pensavo davvero. Volevo provare.
Pensai di parlarne con una mia amica, o meglio una conoscente un po’ più simpatica e aperta delle altre. Così approfittando di un t&egrave pomeridiano al solito bar e della notevole confusione presente, portai senza parere il discorso su quello che mi interessava, mentre si parlava di AIDS nei paesi poveri
‘Ho sentito dire che in certi paesi la diffusione &egrave altissima perché si pratica il sesso anale, quasi più di quello tradizionale’, lanciai di getto.
‘Vero, la trasmissione del virus &egrave partita proprio dal mondo omosessuale per quel motivo’
‘Che poi gli omosessuali li posso capire, ma gli etero francamente mi lasciano perplessa..’ E pensai ‘vediamo ora che posizione prende’.
‘Che ti devo dire? E’ un aspetto della sessualità umana anche quello’
‘Cio&egrave tu non sei contraria?’
‘No, ognuno &egrave libero di fare quello che ritiene meglio per se stesso’
‘Si, vero, però un conto &egrave lasciare la libertà agli altri di fare quello che vogliono, un conto &egrave farlo’ provocai io.
‘Che intendi dire? Se io faccio sesso anale con mio marito?’ Non mi sembrò affatto arrabbiata.
‘No, non volevo entrare nel tuo intimo, solo capire come la pensavi.’
‘Guarda non mi vergogno a dirti che abbiamo provato, ma alla fine siamo tornati al sesso ‘normale’, non credo che l’altro tipo sia per tutti’
‘Cio&egrave? la tua risposta mi ha incuriosito.’
‘Cio&egrave io non provavo piacere, solo dolore e alla fine ci siamo rotti le scatole’.
‘Capisco, &egrave l’idea che mi ero fatta anche io’ aggiunsi delusa.
‘Secondo me deve scattare una molla che fa godere con la testa più che con il corpo, una molla che parte dal fare una cosa trasgressiva, proibita. Altrimenti non funziona.’
Aveva perfettamente ragione, la cosa mi era chiara e tornava anche con quello che avevo letto sul forum. Era altrettanto chiaro che io, con il mio carattere, non avrei rinunciato facilmente, anche perché io avevo bisogno di trasgredire’
Sempre in rete, scartabellando tra i siti più o meno seri, avevo letto che una buona cosa &egrave allenare lo sfintere ad accogliere il pene con l’utilizzo di plug anali da tenere infilati durante il giorno.
Io pensai subito alla vergogna di acquistarne uno in un sexy shop, ma poi trovai subito la soluzione: l’avrei acquistato on line, pacchetto anonimo e via. E così mentre lo cercavo su un negozio online di quelli più belli e forniti, già che c’ero, ordinai pure un vibratore di medie dimensioni, che erano anni che volevo provare cosa si sentiva con un coso simile.
Tre giorni di attesa ed ecco il pacchetto, completamente anonimo. Lo aprii e quando vidi il vibratore non potei trattenere un moto di stupore, sembrava un pene vero, con una curvatura perfetta. Il plug invece con al sua forma a doppio cono contrapposto e la base circolare (penso per non farlo sparire nello sfintere’) mi lasciò perplessa.
Prima cosa li lavai entrambi con acqua calda e sapone, poi misi le pile nel vibratore e lo accesi. Era prima mattina ed al solito ero sola in casa. Mi misi sul letto, con le sole mutandine addosso, eccitata come una scolaretta al primo sesso. Lo portai istintivamente al naso odorandolo curiosa: sapeva di plastica e di sapone al cocco.
Quindi lo spensi e gli diedi una leccata sulla cappella, come fosse un cazzo vero, per poi imboccarla tutta succhiandola forte. Mi stavo bagnando. Lo riaccesi e lo portai su un capezzolo, strusciandolo piano. E a quel punto non desiderai altro che venire, godere. Mentre con le dita mi pizzicavo un capezzolo, lo portai all’altezza della fica e con le gambe spalancate iniziai a sfregarlo sul clitoride, su e giù e nello specchio vedevo il mio volto trasfigurato dal piacere. A quel punto mi tolsi le mutandine e lo infilai dentro, tutto. Da come ero bagnata scivolò dentro come nel burro. Godevo molto, anche se lo tenevo fermo. Poi mi venne un colpo di genio. Il plug! Sfilai il vibratore e presi il plug in mano, soppesandolo, era leggero di gomma morbida. Presi nel cassetto del comodino un gel vaginale, lo unsi completamente e poi lo portai all’altezza del mio ano. La prima parte entrò bene, ma poi quando arrivai a metà della penetrazione dove il diametro &egrave maggiore, sentii un po’ di male. L’eccitazione della novità era tanta e senza tante remore me lo infilai tutto nel culo, fino alla base circolare. Provai all’inizio una sensazione strana, avevo dentro un corpo estraneo’ma avevo anche voglia di sentirlo di più. Appoggiai le natiche sul letto e le spinsi in basso come a volerlo risucchiare nel buco del culo. Ripresi in mano il vibratore ancora acceso, appoggiato sul letto, e me lo infilai in fica. Stavo godendo come una pazza. Avevo il vibratore dentro la fica e mentre lo menavo su e giù potevo quasi sentire il contatto del plug. Era troppo, sentii avvampare le guance e dovetti inarcare la schiena. L’orgasmo che ebbi fu una novità assoluta. Le ondate di piacere non erano altissime, ma continue, e poi quando sfilai il vibratore, sentii che sfiorando il clitoride il piacere continuava ancora, così con le dita mi masturbai ancora per un sacco, continuando a venire. Quando l’orgasmo finì mi guardai allo specchio. Avevo il viso stravolto, quasi le lacrime agli occhi, e pensai d’istinto ‘Che cazzo mi sono persa in tutti questi anni’.’

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Da quel giorno praticamente tutte le mattine mi masturbai furiosamente infilandomi nella fica e nel culo vibratori, dildo e qualche volta cetrioli fasciati con un preservativo. Ma quello che era buffo era il fatto che avevo sempre più voglia di sesso, sesso sfrenato. Mio marito era sempre troppo preso dal lavoro eppure una sera, mentre mi strusciavo il suo notevole cazzo tra le mele, sputandomi sulle dita per lubrificarlo mi disse ‘Oh ma stasera sei assatanata!’. Io per tutta risposta mi calai sulla sua fava a smorzacandela ed iniziai a pomparlo fino a quando venni mentre mi sditalinavo il buco del culo.
Una mattina uscii da casa intenzionata a colpire. Avrei iniziato a sedurre l’Avvocato. Misi i sandali neri più ‘nudi’ che avevo, smalto per le unghie delle mani e dei piedi rosso fuoco, abito leggero con gonna sopra il ginocchio ed uscii per andare a fare danni.
Quando entrai lo vidi subito in piedi al banco mentre parlava di calcio con il barman, così mi misi a sedere e accavallai le gambe mostrando il mio stacco di cosce lucide ed abbronzate. Fu subito centro. L’Avvocato si voltò e mi guardò il piede sollevato con quei sandali aperti che avrebbero fatto eccitare un morto. Fu così che senza parere con la tazzina del caff&egrave in mano si avvicinò e disse:
‘Posso prendere il giornale?’
‘Prego, non mi interessa lo sport’ dissi per attaccare bottone.
‘Ma, guardi, la situazione &egrave talmente critica, che leggere di sport &egrave l’unica cosa possibile’
‘Sono d’accordo, ma io per dirla tutta di sport non capisco niente, non lo seguo affatto.’
‘Posso sedermi qui? Stamani &egrave tutto pieno’
‘Prego, non ci sono problemi’
Fu così che iniziammo a parlare un po’ di tutto, mentre ogni tanto il suo sguardo si spostava sulla mia terza abbondante ed un paio di volte sempre sui miei piedi, doveva proprio essere un feticista dei piedi.
Intanto fuori iniziò a piovere ed io ero a piedi e senza ombrello. Era un temporale estivo, ma comunque l’Avvocato che nel frattempo mi aveva accompagnato alla porta, si offrì di accompagnarmi a casa. Non stavo lontano, anzi stavo molto vicina , ma ormai il dado era tratto.
Salii sulla sua BMW e feci subito il mio show, con le cosce abbonamento scoperte.
Notai subito che l’Avvocato guidava con un occhio alla strada ed un occhio alle mie cosce, ma decisi di affondare il colpo, ero già tutta bagnata ed avevo una grandissima voglia di cazzo.
‘Scusi, ma mi ricordo solo ora che ho la macchina ferma senza batteria, potresti accompagnarmi in centro dalla parrucchiera?’
Senza dire una parola accese il telefono ed in viva voce annunciò alla segretaria che sarebbe arrivato più tardi.
‘Avvocato non volevo provocarti problemi” dissi civettuola.
‘Nessun problema, no anzi un bellissimo problema. Te lo ha mai detto nessuno che hai delle gambe da urlo?’.
‘Grazie, se non lo sapessi non le lascerei così scoperte’ e mi alzai la gonna fino a fargli vedere le mie mutandine di pizzo nero.’Queste ti piacciono?’
La risposta non tard’, quando sentii la sua mano possente cingermi una coscia fino a sfiorarmi le mutandine.
‘Senti anche te se mi piacciono le tue mutandine’
Così allungai la mano e gliela piazzai sul cavallo dei pantaloni, sentendo chiaramente il suo uccello duro come il marmo.
Non andammo dalla mia parrucchiera, ma deviò verso le colline, mentre gli sfregavo con libidine il palmo sul cazzo sempre più duro. Tanto duro che mi staccò la mano, dicendomi:
‘Basta non voglio venire con una sega da sopra i pantaloni.’
Quando ci fermammo mi prese la testa da dietro e mi mise la lingua in bocca, mentre mi tirava furi le tette dal reggiseno. Mi slinguava e contemporaneamente mi stringeva un capezzolo, mentre io gli sbottonavo il pantaloni, da cui non senza fatica, da come era duro, riuscii a tirare fuori un bel cazzo con un fusto largo, ma con la cappella stretta.’Che fortuna -pensai – un vero cazzo da culo!’
Poi si staccò da me e mi lasciò letteralmente con il fiatone mentre quasi lo trattenevo..
‘Ascolta, prima di continuare devo dirti una cosa’ Aveva il viso congestionato e l’uccello completamente ritto fuori dai pantaloni. Sembrava dovesse fare un discorso serio e serio lo era, perché quando cercai di accarezzargli l’uccello mi tolse la mano.
‘Io non sono quello che sembro, non sono un maschio alfa, anzi’
Io lo guardavo e non capivo. Cosa stava per dirmi?
‘Io sono completamente dipendente da mia moglie e senza il suo permesso non posso scopare con altre donne’
Ero incredula, se ne stava davanti a me a cazzo fuori e mi diceva che doveva chiedere il permesso.
Stavo per offenderlo, quando riprese a parlare.
‘Se mi dai il permesso la chiamo con skype e le chiedo il permesso di scoparti’
‘Chiedi il permesso di chiedere il permesso, sei proprio una nullità’
‘Allora posso chiedere a mia moglie? Lei vorrà vederci mentre scopiamo’
Allora non era la prima volta che succedeva’però una grande libidine mi sconvolse. L’idea di chiavare con un uomo mentre la moglie mi vedeva su un video mi fece perdere il controllo, così passai al volo dall’idea di mandarlo a a fare in culo, all’idea di accettare.
‘Chiama tua moglie’
‘Ciao cara sei sola, sei in casa?’
‘Si amore sono sola, come mai una videochiamata?’
‘Guarda’ Così mentre vedevo sul telefono il bel viso di sua moglie incominciò ad inquadrarmi risalendo lentamente dai sandali con i tacchi alle mie cosce scoperte ed alle mie mutandine. Poi guardandomi come per chiedermi il permesso spostò l’obiettivo sul mio viso.
‘Vedo che stamani hai fatto conquiste, ciao bella troia, cosa si prova a prendere il cazzo del marito di un’altra?
Non risposi.
‘Allora ti dirò io come farlo godere, poverino, ha un bel cazzo, ma non lo sa usare, devo essere io a ordinare tutto. Ora prendilo in mano e fammi vedere se sai fare le seghe’
Mentre l’Avvocato inquadrava la mia mano, iniziai una lenta sega mentre le mie mutande erano un lago, quella situazione mi stava letteralmente facendo impazzire.

‘E’ più brava di me a fare le seghe?’ rispondi porco!
Sul monitor vedevo il suo viso da brava persona completamente trasfigurato dalla libidine che stava provando, ma forse questo valeva anche per me.
‘Ahh, si &egrave più dolce di te e mi sta facendo godere di più!’
‘Ora rispondimi te, da vera troia quale sei. Ti piace il cazzone di mio marito &egrave più grosso di quello del tuo? ‘
‘No, quello di mio marito &egrave più lungo, ma non &egrave così duro..!’ dissi in piena trans da godimento.
‘Brava signora, ora comincia a dargli delle belle e lunghe linguate sulla cappella e mentre lo fai guarda in camera, voglio godermi lo spettacolo’
Così in una situazione surreale presi in bocca quel cazzone e non potei fare a meno di toccarmi, la voglia di venire era irrefrenabile. L’Avvocato se ne accorse glielo fece vedere a sua moglie.
‘Brava la mia troia, mentre spompini un bel cazzo ti masturbi? E’ così che fanno le troie? Vai vieni, così lo spompini con più passione, voglio che il mio maritino ti goda in bocca!’
A quelle parole aumentai il ritmo della pipa che stavo facendo all’Avvocato e la velocità delle mie dita sulla fica. L’uomo stava ormai quasi rantolando, ma io venni per prima, sollevando la bocca dalla sua fava per gridare il mio piacere.
‘Siiii vengoooo, vengoooo!’ urlando in quello che era uno piccolo anfratto nascosto al bordo di una strada di collina.
‘Sei venuta! Che troia, a me non riesce venire così. Guarda come mi hai ridotta’
Guardai il telefono nelle mani dell’Avvocato e la vidi a cosce larghe sul letto mentre si dilatava la fica con tutte e due le mani. Evidentemente aveva posato il telefono su un ripiano per filmarsi.
‘Ora fai godere il mio maritino. Stai attenta che &egrave uno che schizza parecchio e ne fa tanta”
Ancora stravolta dall’orgasmo e dalla situazione incredibile ripresi a spompinare quel cazzo meraviglioso e mi feci scappare una frase:
‘Ora ti faccio venire, ma poi me lo dai nel culo? Voglio che tu mi inculi!’
A quelle parole sua moglie rispose secca.
‘No nel culo non te lo metterà, almeno ora, per quello ci vuole tempo dovrai meritarlo’.’
Io ero ormai una furia, avvolgevo il cazzo con la lingua, me lo passavo sulla faccia e me lo sbattevo sulla lingua’
‘Sto per venireeee, prendilo tutto, succhiaaa’ l’Avvocato stava ansimando e si inarcò sul sedile, pur non rinunciando ad inquadrare la scena per la gioia di sua moglie.
‘Fallo godere, sei una porca, bevi tutto il suo sperma’
A quel punto, anche per evitare un macello, me lo infilai il più possibile in bocca e ricevetti il primo schizzo in gola, mentre vedevo sua moglie a gambe larghe che urlava il suo piacere e veniva a sua volta.
‘Ahhhh, vengooo, mentre ti viene in bocca, succhialo tuttoooo’
Ricevetti altri due o tre schizzi, tra il godimento contemporaneo dei due, ma poi per deglutire tutto quello sperma dovetti sfilarmelo di bocca e con la mano evitai che mi imbrattasse i vestiti.
Per un po’ ci fu un silenzio irreale. Mentre io cercavo in borsa una salvietta per pulirmi la mano dallo sperma ricevuto.
Fu lei ad interromperlo.
‘E’ stato molto bello, non devi pensare alle offese che ti ho mandato, siamo una coppia libera e ci piace trasgredire e tu non sei certo una che la da a tutti. Ti ho vista tante volte al bar per colazione’
‘Davvero non so cosa mi sta succedendo, ho una gran voglia di sesso e da un po’ di tempo il rapporto con mio marito non mi &egrave più sufficiente. E’ la prima volta che lo tradisco e guarda te come!
A quel punto l’Avvocato, con molta delicatezza mi passò il pollice sul mento dove avevo ancora una traccia del suo sperma e mi pulì.
‘Sei stata brava, mi hai fatto godere come poche volte in vita mai. E’ brava quasi quanto te a pompare il cazzo, lo sai cara?’
Fu il segnale, lei riprese il suo ruolo di regista e disse:
‘Ascolta cara, in via del tutto speciale ti farò chiavare da mio marito in mia assenza, ma solo chiavare, niente inculata, chiaro? Vuoi che ti chiavi? Se lo vuoi me lo devi chiedere a me!’
‘Si, voglio che tuo marito mi trombi, ora, subito’ E mentre lo dicevo gli toccavo i coglioni, con l’immediato effetto della sua erezione.
‘Allora mettiti sulle ginocchia ed allargati le mele, voglio vedere il tuo culo’
Eseguii mentre il marito mi filmava.
‘Masturbala da dietro, deve chiedere di essere chiavata’
L’Avvocato iniziò a masturbarmi a piena mano ed io a godere senza ritegno fino a di implorare di esser trombata:
‘Ti pregi dammelo, mettimelo dentro, subito’
‘Vai caro non facciamola soffrire, voglio che goda per noi’
‘A quelle parole lasciò il telefono sul sedile, tra le proteste di lei che non poteva vedere l’infilata, me lo appoggiò sulle grandi labbra e senza tanti complimenti me lo spinse tutto dentro. Che cazzone! Mi riempiva completamente, così presi il telefono e glielo passai:
‘Fai vedere a tua moglie come me lo sbatti dentro’
Stavo godendo in modo selvaggio, come una pazza. Dimenavo il culo e lo ruotavo sul suo cazzo e con quel trattamento era impossibile resistere.
‘Posso venirti dentro?’
‘Siiiiii, vienimi dentro, porcoooo’.
Venimmo insieme tra urla di godimento e spasmi incredibili, non credevo di poter godere tanto.
Nel frattempo la linea di skype era caduta, così l’avvocato chiamò sua moglie, me la passò e, incredibile, ci salutammo come due amiche carissime promettendo di rivedersi per continuare quel discorso.
Mentre mi rimettevo a posto i vestiti ed il trucco sfatto, nello specchietto vidi il mio volto trasfigurato, quella non ero io. O almeno non lo ero in quel momento.
Ritornai in me quando, verso casa, gli chiesi di farmi scendere un isolato prima, non volevo che qualcuno mi vedesse con lui a quell’ora di mattina. In fondo ero una signora perbene’

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Mentre tornavo a casa e camminavo soddisfatta, mi sembrava di sentire ancora dentro il cazzo dell’Avvocato, aveva un fusto veramente grosso, tanto che non ero riuscita a prenderlo in bocca se non la sola cappella. Ma mi distolsi da quel pensiero quando sentii che lungo le parte alta delle cosce mi colava il suo sperma e mi eccitava da morire pensare che camminavo tra le gente con quel segreto nascosto, invisibile agli altri, a meno che non lo sapessero’.
Certo ero stata una gran troia: mi ero fatta venire in bocca ed in faccia dal marito di una donna, mentre questa mi guardava dal telefonino. E subito dopo mi ero anche fatta chiavare, sempre sotto lo sguardo della moglie. Pensai anche che era una gran bella donna e quel pensiero mi provocò una fitta molto forte tra le gambe. Il pensiero di baciarla e toccarla davanti al marito mi fece eccitare oltre modo.
Comunque a parte lo sconvolgimento che quella mattinata mi provocò sul momento, riuscii a riprendere la vita normale senza grossi problemi, anche perché in effetti non incontrai l’Avvocato al solito bar e peraltro non ci ero andata tutte le mattine successive. Di carattere sono sempre stata autonoma e non mi piace creare situazioni che non posso controllare al cento per cento. E poi alla fine, la fissazione dei rapporti anali si era affievolita oltre ala fatto che il rischio di sputtanarmi era troppo alto, non ne valeva la pena.
Poi una mattina, quando entrai al bar per colazione lo vidi al tavolino mentre sfogliava il giornale. Diventai rossa e questo mi sorprese, non era da me, segno che la cosa non era affatto risolta. Vedevo lì un uomo che avevo spompinato in macchina una decina di giorni prima e mi accorgevo che di fatto era un estraneo. Per me una sensazione sconvolgente.
‘Ciao’ gli dissi sedendomi al suo tavolino.
‘Ciao, ti vedo bella come al solito’
‘Anche tu non sei male” dissi in modo civettuolo.
Poi tirò fuori il telefono ed armeggiò un pochino.
‘A chi hai scritto?’ chiesi sicura della risposta
‘A mia moglie. Le ho detto che sei qui davanti a me’
Poi sentii lo squillo dell’arrivo della riposta. Senza leggere il messaggio mi passò il telefono e mi fece leggere il testo:
‘Ho voglia di incontrarti, quando ci vediamo? A casa nostra’
Scrissi la risposta di getto:
‘Sono libera domani pomeriggio dopo pranzo’
Altro squillo : ‘Perfetto, ti aspettiamo alle 15’
Restituii il telefono all’Avvocato e mi venne spontaneo dire, facendo molta attenzione a che nessuno potesse sentire:
‘Certo che le palle tu non le hai proprio’.’
Rimase zitto, lasciò un biglietto da visita sul tavolo e si alzò senza salutare andando alla cassa.
Quando arrivai a pagare il barista mi bloccò:
‘Ha fatto tutto l’Avvocato, devi avere fatto colpo, ma tu sei una che fa colpo’.Se non fossi sorvegliato speciale’ sorrise ed indicò la moglie alla macchina del caff&egrave’ ti farei la corte anch’io’
Abbozzai la cosa lì senza parere, un po’ infastidita da quei discorsi. Mi sembrava di essere stata sgamata. Ma poi pensai ‘chissenefrega, sono discorsi da bar’, chissà quante donne si scopano col pensiero gli uomini quando le incontrano in un bar.
Subito dopo però mi entrò l’agitazione. Che sarebbe successo il giorno dopo a casa loro? Preoccupazione mista ad eccitazione, non pensai ad altro per tutto il giorno. Se ne accorsero anche in casa, ma fui abile a fugare tutti i dubbi.
Il giorno dopo mio marito partì la mattina presto per Milano e sarebbe tornato solo dopo cena, mentre i ragazzi li avrei rivisti per cena.
Trascorsi la mattinata a prepararmi per l’incontro e scelsi l’intimo più porco che avevo, senza calze e con sandali aperti con il tacco alto.
Dopo aver parcheggiato, scesi di macchina con fare forzosamente normale e cercai il numero civico incriminato. Un bel terratetto con giardino. Gran bella casa. Suonai quasi tremando e si aprirono automaticamente il cancellino e la porta. Feci quasi d’un fiato i gradini di ingresso ed entrai. Nell’ingresso non apparve nessuno e per un istante pensai di fuggire e che fosse una trappola, magari che da un minuto all’altro apparisse anche mio marito ‘
Invece, per fortuna, arrivò l’Avvocato, mi baciò dolcemente sulle guance come un amico e mi guidò verso una stanza semibuia, illuminata in modo soffuso da una abat-jour d’epoca.
‘Accomodati sul divano’ disse
Poi mi lasciò sola. Rimasi lì, ferma come un baccalà, ad aspettare. Tutto mi sarei aspettato, meno che dover fare anticamera per un incontro di sesso.
Poi sentii dei passi ed entrarono. Questa la scena: l’Avvocato completamente nudo con l’uccello in gran tiro e lei che lo guidava tenendolo impugnato, come fosse il guinzaglio di un cane. Indossava calze ed intimo bianco, reggiseno e mutandine, con il reggicalze nero e sandali neri, non una mise di classe, ma sicuramente molto troiesca, come il suo sguardo, d’altra parte. Al collo una collana di perle molto lunga a sfiorarle l’ombelico nudo.
‘Cara, come vedi in questo rapporto conduco io’Sei bellissima, ma ti dico subito che non avrai niente fa fare, oggi potrai solo guardare. E’ molto eccitante guardare, non credi?
Io ero praticamente ammutolita, vista l’entrata in scena e non riuscii a rispondere niente.
‘Ah dimenticavo, non potrai neppure toccarti e ti posso assicurare che ne avrai voglia, ma per quello dovrai aspettare di uscire da questa casa’
Ciò detto, prese una sedia girò la spalliera verso di me e si sedette a gambe larghe.
Poi chiamò il marito e cominciò a masturbarlo, curandosi di mettere bene in vista le sue unghie curatissime che passava sull’asta di marmo.
‘Ti piace molto farti fare una sega davanti ad una donna vestita che guarda il tuo cazzone, vero piccolino?’
Ovviamente i sospiri sostituirono la risposta. Poi si alzò e si sfilò le mutandine rimanendo con la sottile striscia di pelo nero in vista.
Si mise in ginocchio proprio di fianco a me ed iniziò a baciargli l’uccello con tutta la lingua fuori e la bocca spalancata, sempre senza smettere di guardarmi.
‘Lo vedi come glielo bacio il cazzo? Ce l’ha sempre duro, sennò lo avrei già lasciato, &egrave uno senza le palle, ma io le palle comunque gliele prendo tutte in bocca’
Così mentre lo masturbava violentemente, infilò il viso sotto il suo scroto ed iniziò ad imboccare letteralmente una palla alla volta e succhiava., succhiava e mi guardava come a dire: ‘Questo cazzo me lo prendo tutto io”
Da come si contorceva ed ansimava capii che mancava poco all’orgasmo di suo marito.Tra le gambe mi si era formato un vero lago da come ero bagnata e non potevo toccarmi! Ero impietrita.
Quando l’Avvocato stava per venire, lei si alzò in piedi e mentre gli infilava la lingua in un orecchio e lo masturbava sempre più velocemente, disse:
‘Schizzale il tuo sperma addosso a questa bella donna, così a casa potrà sentire il tuo odore addosso’. Mi sorpresero e non feci in tempo a spostarmi come l’istinto voleva.
Il primo schizzo mi arrivò quasi sul seno e poi gli altri sulla gonna e persino sui sandali infilandosi tra le dita dei piedi. Stavo quasi per godere senza toccarmi, non mi era mai successo prima.

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La situazione era veramente incredibile, continuavo a guardare la sua mano che andava su e giù sul cazzo di suo marito e tutto quello sperma che un po’ mi era finito addosso ed un po’ era sparso sul pavimento davanti al divano. Nella stanza c’era un odore di sesso che stordiva. Io ero rimasta completamente passiva come richiedeva lei e come volevo io. Era un gran bel gioco: lei dominava me ed io dominavo me stessa. Era chiaro che se avessi fatto qualcosa, anche il semplice gesto di masturbarmi nessuno mi avrebbe fatto niente, ma quello era il bello del gioco, un gioco puramente mentale nel quale tutte e due dovevamo dimostrare di essere le dominatrici e nel mezzo l’uomo che era il vero dominato, ma che ne godeva appieno i benefici. L’avvocato nel frattempo ad occhi chiusi si godeva il movimento della mano di sua moglie che continuava ad accarezzargli l’uccello ancora grosso.
Mi ripresi da quei pensieri sentendomi i piedi impiastricciati di sperma, che si era infilato sotto la pianta del piede bagnandomela tutta. Una sensazione di grande perversione, sentivo la pianta del piede che scivolava sullo sperma.
A rompere quel silenzio ci pensò ancora lei:
‘Visto che bella sega gli ho fatto? Ti &egrave piaciuto lo spettacolo? Ora te ne faccio uno io personalmente. E tu, rivolgendosi al marito, siediti sulla seggiola e guarda bene, che poi dovrai lavorare ancora’.
Detto questo si mise sul divano vicino a me, si appoggiò alla spalliera ed allargò le gambe stando bene attenta a non sfiorarmi. La sua fica con contornata da una sottile striscia di pelo, era bellissima, con le grandi labbra appena disegnate e bagnate dall’eccitazione. Si portò le mani di dietro e si slacciò il reggiseno. Aveva due tette piccoline ma sode con due capezzoli ben ritti contornati da una larga aureola. Si bagnò le dita slinguandole a lungo e poi iniziò a strusciarle sui capezzoli, prendendoli tra indice e pollice.
‘Ahhahh come godo, lo vedi come godo? guardami negli occhi mentre io godo, tu devi solo guardare, l’altra volta in macchina di mio marito ti ho fatto godere, oggi godo solo io”
Decisi che il silenzio era la cosa più eccitante per dare un senso a quella scena ed al fiume di umori che sicuramente bagnava le mie mutandine e forse anche il divano.
Mentre continuava a toccarsi i capezzoli gemeva ed allargava sempre di più le gambe, sollevando il culo per farmi vedere ancora meglio la fica.
Ormai stremata dal desiderio portò la mano destra in basso e cominciò a masturbarsi stropicciandosi il clitoride a con il palmo, mentre si infilava almeno due dita dentro, facendole entrare ed uscire con grande libidine.
‘Ora mi infilo un dito in culo e vengo, voglio venire così, subito.’
Si portò la mano sinistra alla bocca e si leccò a lungo l’indice. Poi alzò le gambe in alto e continuando a masturbarsi e si infilò l’indice nel culo. Da come gli scivolò dentro doveva essere ben abituata e se lo spingeva dentro fino in fondo. Poi lo tirava fuori e lo leccava guardandomi e poi se lo rimetteva dentro’.. Nel frattempo davanti a me, seduto sulla sedia a gambe larghe e con i piedi appoggiati sul suo stesso sperma, l’Avvocato aveva un’erezione portentosa, ma non si toccava neanche lui. Guardava la moglie godere ed io che guardavo lei. Avevo una voglia di toccarmi pazzesca, ma l’unica cosa che potevo fare era strusciarmi le cosce fra loro e forse era anche peggio, perché non sarei riuscita a venire lo stesso.
Ad un certo punto la vidi rovesciare la testa all’indietro e gridare come una pazza:
‘Ahhhhhhh vengo, vengoooooo! Diooooo mio!’ Aveva avuto un orgasmo pazzesco, non riusciva a frenare il movimento delle sue anche e si contorceva senza sosta.
Poi si lasciò andare completamente sfatta sulla spalliera, in un abbandono terribilmente eccitante, con le gambe piegate una sopra l’altra ed il culo ben in vista.
Passarono alcuni istanti di silenzio che sembrarono durare un’eternità e stavolta lo ruppi io:
‘Mi hai fatto eccitare come mai prima in vita mia’
‘Lo so, anzi lo vedo. Vuoi guardarti allo specchio? Così lo vedi anche tu’.
Mi fece alzare e mi guidò per mano davanti allo specchio. Avevo il viso completamente rosso e gli occhi lucidi, ma mi sembrò che persino le narici fossero più dilatate del solito. Insomma ero stravolta. Un’altra persona.
‘E non &egrave finita qui, almeno per oggi’Vieni piccolino ora voglio il tuo uccellone dentro, e voglio che la nostra amica lo veda bene.’
Fece accomodare me sulla sedia davanti al divano e l’Avvocato sul divano, con la sua maestosa erezione ben evidente. Poi, dopo averlo baciato languidamente, si mise di schiena davanti a lui e praticamente si calò il suo cazzone in fica, accompagnando il movimento con un lungo gemito.
‘Che cazzo che hai, meraviglioso, mi apri tutta’
E mentre parlava mi guardava con il suo sguardo beffardo. Si alzava e si abbassava su quell’asta di marmo scoprendola e ricoprendola tutta, completamente bagnata dei suoi umori, mentre si toccava il clitoride. Io ormai ero entrata in un’altra dimensione ed era più il godimento mentale quello che cercavo, mi concentravo su quello che stava succedendo e lo registravo per poi magari riproiettarlo a casa mia, masturbandomi.
Ad un tratto i movimenti divennero convulsi ed accelerarono fino all’urlo liberatorio che accompagnò il suo nuovo orgasmo, finito il quale si abbandonò all’indietro sul corpo del marito.
‘Ora lo voglio nel culo, ma stavolta non starai solo a guardare’ Si alzò sui vertiginosi tacchi a spillo e andò ad aprire un cassetto dal quale estrasse un tubetto di crema, che mi porse.
‘Date le sue dimensioni, se non &egrave completamente unto non &egrave possibile prenderlo e sarai tu a passargli la crema sul cazzo’
Si mise nuovamente di spalle al marito con l’uccello tra le gambe aperte e mi fece cenno di andare.
Incredibile, era incredibile. Io, stavo andando a mettere la vaselina sull’uccello di un uomo perché inculasse sua moglie. Lo stavo facendo io, non un’altra persona, ero proprio io, la donna sicura di sé, sempre a suo agio in ogni occasione, che frequentava il Rotary con suo marito ed i suoi splendidi figli. Ero ridotta a questo’
Ma in realtà fare quella cosa mi stava facendo impazzire, tanto era il desiderio di essere io a prenderlo nel culo. Così mi inginocchiai davanti a loro e presi a spalmare dolcemente la vaselina su quel cazzo di marmo, tra i gemiti di lui che si godeva quella carezza a mano piena, mentre gli strusciavo il palmo sulla cappella e poi riabbassavo la mano fino alle palle.
‘Ora basta, che così gli fai una sega! Rimettiti seduta e guarda”
Ciò detto si mise ad armeggiare in basso con l’uccello fino a farlo scendere dentro il suo ano lentamente, con una lentezza esasperante.
‘Oddio come &egrave grosso, più del solito’. Ora mi sta entrando dentro’ Ed infatti vidi che una buona metà le era entrato dentro. A quel punto dopo essere stata ferma per un po’ ricominciò a spingere in basso e lo accolse tutto fino alle palle.
Fu il segnale di guerra. Prese ad alzarsi ed abbassarsi spingendo sui tacchi e ruotando il busto, come a volerlo sentire di più, mentre l’Avvocato aveva portato le sue mani davanti e la sditalinava furiosamente.
Pochi minuti di quello sconvolgente movimento e vennero insieme, lui grugnendo come un maiale e lei soffocando i suoi spasmi con la mano, quasi a voler smorzare il piacere perché non finisse mai.
Ero come esangue, in preda al parossistico bisogno di godere, ma con la precisa volontà di resistere. Cosa sarebbe successo dopo?

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La scena di lei che si calava e rialzava sul cazzo del marito fino al loro completo godimento mi aveva completamente rapito, praticamente mi ero isolata da tutto e da tutti, immersa in un’atmosfera pornografica, solo che la scena si svolgeva davanti a me e solo per me.
‘Cazzo che inculata’ la voce di lei mi scosse da quella sensazione di totale assorbimento. Mi guardò con grande soddisfazione e disse : ‘Mi &egrave venuto nel culo ed ho sentito benissimo gli schizzi, e rivolgendosi al marito: ‘Un’inculata così non me l’avevi mai fatta. Si vede che la presenza di una così bella spettatrice ti serve’
Poi lentamente si sfilò l’uccello dal culo, rimanendo a gambe larghe sopra le cosce del marito e lo sperma iniziò a colare a terra, mescolandosi a quello che vi si era posato durante la precedente masturbazione.
Il suo sguardo cercò il mio come per dire ‘Visto che bello prenderlo in culo? Ma per ora a te non toccherà!’
A questo punto decisi che poteva bastare, mi alzai ed annunciai che me ne andavo.
‘Vai pure, oggi ci siamo divertiti un sacco grazie a te, se ti andrà potrai tornare, e ‘io credo che tornerai’ soggiunse con malizia.
‘Vedremo’ risposi quasi irritata dalla sua sicurezza.
‘Caro, accompagna la signora alla porta, magari prima indossa qualcosa”
L’Avvocato indossò una vestaglia di seta ed a piedi nudi mi prese per mano e mi accompagnò verso l’uscita.
Quando arrivammo davanti alla porta prima di aprirla mi sussurrò:
‘Non sai quanta voglia avevo di scoparti oggi..’
‘Ma senza il suo permesso non puoi, vero?’ risposi beffarda.
‘Lo so che pensi che sono un senza palle, ma non &egrave così, un giorno ti spiegherò’
Mah, comunque a me importava poco, dentro di me già stavo pensando a chiudere questa storia prima che prendesse pieghe poco rassicuranti.
Visto il mio silenzio, senza aggiungere altro mi aprì la porta e me ne andai.
Appena entrata in macchina, controllando che nessuno mi potesse vedere, portai il dito medio sopra le mutandine all’altezza del clitoride e mi feci un ditalino sconvolgente, tanto che la momento del godimento dovetti forzatamente appoggiare la testa sul volante, tanto era la forza dell’orgasmo. Non gridai per puro miracolo, ma non farlo mi provocò quasi un dolore fisico.
Guardai i miei piedi sporchi di sperma secco e mi venne un’idea folle: non li avrei lavati fino al giorno dopo, sarei andata a letto con mio marito con ancora sui piedi lo sperma di un altro uomo. La perversione di questa situazione mi provocò una vampata di calore al ventre.
Quando tornai a casa, non c’era nessuno, quindi con calma mi spogliai e misi il vestito con le tracce di sperma a lavare. Poi mi guardai allo specchio in mutandine nere sexy e tacchi alti.
Il ricordo nitido di quel pomeriggio tornò immediato e mi dovetti trattenere dal masturbarmi un’altra volta, che solo il pensiero dello sperma sui piedi mi mandava fuori di testa.
I ragazzi telefonarono che non rientravano per cena e così in vestaglia da casa attesi il ritorno di mio marito, che di fatto mi rappresentava l’unico cazzo che potevo prendere da subito senza problemi.
Mi chiamò che rientrava verso le 10 e che non mi preoccupassi di aspettarlo per cena.
Quando arrivò gli andai incontro festosa e lo accolsi con un bel bacio. Era sicuramente stanco, ma lo dovevo concupire’
Si staccò senza grande slancio dal mio abbraccio ed aggiunse subito:
‘Che giornata di merda, ho girato tutto il giorno e quel branco di fave non &egrave stato in grado di darmi uno straccio di indicazione per risolvere i problemi. Ho parlato con l’Amministratore Delegato ed ha deciso che mi affiderà la sede di Milano per il tempo necessario a mettere ordine’
‘Ma &egrave bellissimo, stai facendo ancora di più carriera.’
‘Bellissimo, ma dovrò stare a Milano dal lunedì al venerdì per chissà quanto!’
Un lampo di perversione mi attraversò la mente ‘Dal lunedì al venerdì mi farò inculare senza sosta”
‘Vieni qui caro che ti sistemo io’ Lo spogliai dolcemente facendolo sedere sul letto in camera e mentre lo spogliavo lo accarezzavo sul viso e sui capelli.
Quando rimase in mutande e calzini vidi che aveva un’erezione notevole e mi sedetti accanto a lui infilandogli la lingua in bocca, languidamente. Praticamente non gli diedi il tempo di reagire, dato che si proclamò stanco del lungo viaggio e dell’alzata mattutina, perché glielo presi in bocca quasi voracemente, aspirando a pieni polmoni il suo odore di cazzo non lavato da una giornata intera. Me lo infilavo tutto in bocca e lo strusciavo fra lingua e guancia, facendolo sussultare ad ogni su e giù.
Lo sentii ansimare e lo aveva durissimo, quindi era il momento. Lo spinsi giù e gli salii sopra infilandomelo dentro fino alle palle. Mentre lo cavalcavo vedevo i miei piedi cosparsi dallo sperma dell’Avvocato e venni, venni, venni.
A quel punto anche mio marito lanciò un grido strozzato e lo sentii schizzare.
Mi riversai sfinita sul letto.
‘Oh, ma cosa ti succede? Da qualche tempo sei cambiata, sembri più troia del solito’
Mi resi conto che si stava insospettendo e mi ripresi:
‘Sarà stata l’idea che non potrò averti che i fine settimana’ e lo abbracciai stretta stretta, in fondo era vero, ero diventata una troia e lui non meritava le corna che gli stavo mettendo e che gli avrei continuato a mettere, perché non potevo più rinunciare al cazzo dell’Avvocato ed alla troiaggine di sua moglie. I buoni propositi di smettere quella malsana relazione, se ne erano già andati’

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Di fatto mi ritrovai sola cinque giorni a settimana, una libertà totale, quasi inebriante.
Ora veniva il bello: come riallacciare i rapporti con la coppia diabolica?
Io ero, e sono ancora oggi, troppo orgogliosa per fare il primo passo e sicuramente loro erano convinti che dovevo farla io la mossa di richiamarli, quindi si rischiava l’impasse. Insomma una normale lotta di potere.
La zona franca era il bar dove facevo colazione ed una mattina ce li trovai tutti e due, al tavolino intenti a fare colazione. Lei veramente bella, con un vestito bianco abbottonato dietro, non tanto scollato, portato con gran classe. Mentre la osservavo mi tornavano alla mente le immagini di quando si era fatta inculare davanti a me con il reggicalze ed i tacchi a spillo, come una grandissima troia, ed era quasi incredibile collegare quelle immagini alla sua immagine di oggi. Strana la vita. Nessuno può immaginare cosa fanno gli altri nella sfera del sesso.
Mi vide per primo l’Avvocato e lo disse alla moglie che si voltò sorridente, facendomi subito un cenno di saluto. Così mi avvicinai tranquillamente e li salutai con malcelata calma. L’avvocato si alzò e mi fece posto. Così mi sedetti sul divanetto di fronte a lei, che mi osservava attentamente con i suoi occhi castano scuri, molto profondi. Era abbronzata, sicuramente erano stati al mare per il fine settimana, l’ultimo di settembre.
‘E così ti ritroviamo”
‘Non me ne sono mai andata, voi?’ dissi con una certa stizza.
‘Noi siamo sempre qua’ disse con altrettanta verve.
‘Basta ragazze’ si intromise l’Avvocato ‘il gioco &egrave bello quando dura poco, ci siamo rivisti e ci fa piacere a tutti, quindi troviamo il modo di stare insieme senza che nessuno si faccia male’
‘Visto cara che il mio Uomo &egrave uno che ha le palle? A volte le tira fuori, ma solo se glielo lascio fare io’
Incredibile come quel dialogo si stesse svolgendo davanti a tutti in un bar e nessuno potesse capire niente di tutto ciò.
‘Senti un po’, visto che mio marito deve andare al lavoro, perché non facciamo due passi in centro a Firenze io e te da sole ? Magari ci conosciamo un po’ meglio’ e lo disse con grande malizia, senza lasciare dubbi sul tipo di maggiore conoscenza.
Mi prese una certa agitazione, perché non ero mai stata con una donna prima di allora, ma ero anche convinta che non mi sarei pentita di quella conoscenza.
Dopo un rapido saluto, salii in macchina sua per andare in centro. La gonna mi salì un poco e notai subito il suo sguardo sulle mie cosce nude e sui miei piedi con i sandali aperti, sia sulle dita che sul tallone.
‘Che belle gambe hai, sei proprio una gran fica’
‘Vedo che non perdi tempo’ dissi
‘Il tempo preferisco passarlo godendo, come ben sai e non mi sembra che la cosa ti dispiaccia nemmeno a te’.
Abbozzai lì e quando scendemmo per fare due passi, dagli sguardi che incrociai da parte di tutti gli uomini che passavano di lì dedussi che non passavamo inosservate, anzi eravamo due quarantenni fantastiche.
L’occasione di avvicinarci nacque quando passammo davanti ad un negozio di lingerie, il più bello della città. Ci guardammo con intensità e senza parlare entrammo.
Fu lei a prendere l’iniziativa, rivolgendosi alla commessa:
‘La mia amica vorrebbe qualcosa di intrigante, ma elegante, per festeggiare l’anniversario di matrimonio’
‘Prego accomodatevi in sala prove, che vi mostro le nostre proposte. Per noi &egrave fondamentale che le nostre clienti si provino la lingerie, non &egrave possibile fare diversamente. Vedo che la Sig.ra non ha le calze, preferisce autoreggenti o reggicalze?’ cinguettò velocemente la commessa.
Rispose lei per me ‘Io non avrei dubbi, reggicalze tutta la vita’
‘Ed allora che reggicalze sia’ aggiunsi io.
Lei si accomodò in sala ed io andai in camerino per indossare la lingerie che la gentilissima commessa mi passava dal separé. Ovviamente l’intimo prevedeva il reggicalze e mutandine nere di seta, meravigliose al tatto e trasparentI nella parte bassa con un pizzo finissimo. Il reggiseno a balconcino copriva appena i capezzoli.
Nell’infilarmi le mutandine provai un leggero brivido pensando che fuori dal separ&egrave c’era lei che aspettava probabilmente una mia mossa, ma c’era anche la commessa.
Eh qui la fortuna. Squillò il telefono e la ragazza si allontanò per rispondere.
Fu allora che scostai il separé e mi feci vedere con quella mise fantastica.
‘Sei bellissima!’ Esclamò subito e poi aggiunse: ‘Mostrami qualcosa di più’.
Misi un piede sulla sedia, infilai le dita fra le mutandine ed una natica e le spostai di lato, mostrandole il mio ano depilato e tutta la fica, che allargai voluttuosamente.
La vidi d’istinto girarsi verso la porta come a controllare che non venisse nessuno e mettersi una mano fra le gambe che teneva comunque accavallate, chiuse per non farsi scoprire. Iniziò così a masturbarsi davanti a me.
‘Ora fammi vedere le tette, troia!’ quasi sussurrò.
Spostai subito verso il basso il balconcino e misi fuori i capezzoli che presi fra indice e pollice sfregandoli avidamente, iniziando a gemere.
‘Ora mettiti un dito in culo e poi leccalo, dai tanto non ti vede nessuno, solo io’
Eseguivo come una macchina, l’unica preoccupazione era non bagnare le mutandine per non fare una figura di merda davanti alla commessa, ma stavo godendo per davvero.
‘Cosa mi fai fare?’ Chiesi con malizia.
‘Voglio che ti metta due dita in culo, maiala! E con il pollice ti sfreghi il clitoride, voglio che tu venga e bagni il camerino, così tutti vedranno quanto sei troia!’.
Mentre mi infilavo in culo le dita sentii incombere l’orgasmo e vidi che anche lei era prossima a venire, ma per nostra sfortuna la commessa ritornò proprio in quel momento. Richiusi al volo il separé , mi tolsi le mutandine e finii di masturbarmi la fica godendo con due dita nel culo. Che goduta! Intanto dietro sentivo lei che conversava amabilmente con la commessa.
Mi rivestii allegra e contenta e passai il tutto alla ragazza confermando l’acquisto.
‘Tuo marito sarà contento stasera’ disse maliziosa mentre eravamo davanti alla cassa.
Ed io ‘Speriamo, hai avuto proprio una bella idea oggi, grazie davvero!’
La commessa ci guardava sorridente, mentre per passarmi lo scontrino sfiorava ignara le dita che poco prima avevo infilato nel mio culo.
Appena fuori lei mi disse ‘Oggi hai goduto solo tu, perché tu hai contiunuato a masturbarti dietro il separ&egrave, non &egrave vero?’
‘Che ci vuoi fare, oggi a me domani a te!’ E scoppiammo a ridere.

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Dopo il siparietto nel negozio di intimo, nel quale comunque mi ero guadagnata un orgasmo bellissimo, ero stranamente eccitata e preoccupata nello stesso tempo. Cosa sarebbe successo dopo? Ci avviammo rapidamente alla macchina e rimanemmo in silenzio fino all’imbocco dell’autostrada. Fu lei a rompere il silenzio:
‘ Sono le 11.30 ormai, che ne dici di venire a mangiare uno spuntino da me, tanto mio marito non torna per pranzo, a meno che non lo chiami io’.’ Quella fase era tutto un programma.
‘Direi che a me va bene, tanto sono sola, mio marito &egrave a Milano ed i ragazzi non tornano mai per pranzo.’
‘Bene, cara, così possiamo riprendere il discorso interrotto in negozio’ e di rimando ‘Perché non mi fai vedere le tue mutandine bagnate?’
Mi tirai su la gonna ed allargai bene le gambe puntando i tacchi sul pianale.
‘Ti piacciono? Le indosso sempre nere, &egrave il colore che preferisco per il sesso.’
Allungò la sua mano destra e mi carezzò lentamente le cosce senza perdere di vista la strada.
‘Hai una pelle meravigliosa, mi fai bagnare solo a toccarla’
‘Perché non mi fai vedere le tue di mutandine?’
‘Perché non le ho’ e così dicendo si assettò sul sedile facendo scorrere il vestito bianco verso di sé e mostrandomi la sua fica bellissima e completamente depilata.
Rimasi senza parole di fronte alla sua porcaggine, ma la mia espressione parlò per me.
‘Non me le metto quasi mai, sapessi come mi eccita essere nuda sotto mentre parlo con gli altri che ovviamente non lo sanno. E poi l’aria che mi sfiora sotto a diretto contatto con la mia fichetta &egrave una fonte di grandissimo piacere’
‘Te lo chiedo per proforma, ma tu hai già fatto sesso con una donna?’ chiesi d’impulso.
‘Ma si, ho cominciato al liceo con una mia amica lesbica che non mi ha dato tregua fino a quando non mi ha avuto tra le sue braccia ed &egrave stata un’insegnate eccezionale. Io non sono lesbica, ma ti assicuro che il sesso tra donne &egrave meraviglioso, nessun uomo potrà mai farti godere in quel modo, un modo diverso più dolce e più porco allo stesso tempo.’
Mentre parlava portò la sua mano destra alla bocca e si leccò le dita prima di portarle alla fica ed iniziare a toccarsi languidamente.
‘La scena di te in reggicalze che ti masturbavi e ti infilavi le dita nel culo, mi ha stravolto ed ora voglio godere, subito’
‘Va bene, godi pure, ma stai attenta alla strada’ le dissi ridendo.
In poco tempo, mentre gemeva sempre più intensamente, raggiunse l’orgasmo.
‘Vengoooo, siiiii, come godo, godooooo’ e si dimenava sul sedile a gambe aperte.
Guardando tra le sue gambe notai che aveva bagnato il sedile, ma anche lei lo notò, ed infatti disse subito: ‘I sedili in pelle sono una grande comodità’non si macchiano…’ E rise scomposta. Poi allungò la sua mano verso di me porgendomi le dita: ‘Senti qua che buon odore’ Così senza nemmeno pensarci le presi le dita e me le misi in bocca iniziando a leccarle in modo frenetico, come a fare un pompino.
Lei si rimise le dita nella fica e me le ripassò ed io continuai a leccarle. Ero andata fuori di testa per la perversione della cosa, ma poi mi ripresi pensando ‘Cazzo siamo in autostrada, se ci vede qualcuno”. Tirai giù la gonna e mi risistemai sul sedile, cosa che fece anche lei, visto che eravamo in prossimità del casello.
Quando arrivammo al casello, con la mano destra ancora bagnata dei suoi liquidi e della mia saliva, prese il tagliando e lo porse al casellante ignaro, una scena che difficilmente dimenticherò.
Poi a bruciapelo mi chiese:’ Parlami di tuo marito, a quanto pare non ti soddisfa”
Provai un leggero fastidio a quelle parole, forse sentendo minacciata la mia sfera familiare, ma vista la situazione non potevo certo sottrarmi.
‘Il nostro rapporto dura da più di venti anni, quando sono rimasta incinta, lui già lavorava, ho smesso con l’Università e ci siamo sposati. Non andiamo male, ma la novità &egrave una cosa che manca”
‘Se mi ricordo bene, stando alle tue parole della prima volta con mio marito nella sua auto , non &egrave neanche messo male come cazzo..’ Un’altra stilettata che mi fece rendere ulteriormente conto che avevo passato la parte, ma era anche molto eccitante.
‘Si, ha un bel cazzo’ dissi secca.
‘Che c’&egrave non ti va di parlarne? Io mio marito te l’ho messo a disposizione senza grandi problemi, non sarai mica gelosa?’ E rise alla sua maniera, in po’ volgare.
‘Raccontami del vostro sesso, mi incuriosisce..’
‘Io godo molto con lui, se lo stuzzico risponde subito, ma però”
‘Si?’
‘E’ una persona perbene e vede il sesso in un certo modo, se sapesse quello che sto facendo sarebbe una tragedia, per lui non &egrave concepibile.’
‘Guarda che anche noi siamo persone inappuntabili, non andiamo mica con i camionisti nelle aree di servizio, come ho letto su un sito di racconti erotici. Si tratta di mantenere due facce, sempre attenti a non farle mai incontrare. Forse non hai saputo accendere la miccia.’
Quelle parole mi fecero ulteriormente incazzare, che ne sapeva lei?.
‘Forse tu non hai due figli’ risposi stizzita.
‘Ok, ok, lascia stare, hai ragione, devo farmi i fatti miei, o meglio i fatti nostri.’ e riprese a ridere. Ecco quella era la sua forza, non cadeva mai nell’errore di andare oltre, si fermava sempre prima, appena in tempo.
Arrivammo a casa sua senza altri discorsi.
‘Che ne dici di fare una doccia? Credo che ne abbiamo bisogno tutte e due.’
Così dicendo iniziò a spogliarsi lentamente cominciando dalle scarpe, per poi sfilarsi quel bellissimo abito bianco abbottonato dietro.
‘Me lo sbottoni tu?’ Mi avvicinai e lo feci quasi tremando, mentre le sfilavo lentamente il vestito. Ecco ora era completamente nuda davanti a me, che invece avevo tutto addosso. Le guardai il seno, più piccolo del mio, ma molto sodo e con due capezzolini ritti, bellissimi.
‘Dai spogliati anche tu che entriamo’ ed aprì il rubinetto della doccia che scorreva già calda.
Mi sfilai i sandali ed in un attimo fui nuda, quasi vergognandomi di essere così davanti a lei.’
‘Che c’&egrave ti vergogni? Ormai dovresti conoscermi” Mi prese la mano e mi portò con sé sotto l’acqua che scorreva meravigliosamente calda.

Segue
In doccia fu tutto bellissimo e dolce, passavamo le mani sui nostri corpi resi scivolosi dal bagno schiuma senza alcun desiderio se non di rendere gradevole quei momenti, senza soffermarsi sulle parti intime o sui capezzoli.
Ogni tanto ci davamo dei casti bacini a filo di labbra e questo non faceva che accrescere la mio voglia di stringerla a me ed infilarle la lingua in quella bellissima bocca perfettamente disegnata ed anche di prendere quei capezzolini così belli tra le labbra e passarci la lingua fino a farla impazzire di piacere.
Mentre ci accarezzavamo ho guardato a lungo il suo corpo nudo, e mi venne naturale un confronto con il mio. Eravamo più o meno coetanee, sui quaranta, forse lei aveva il culo più alto del mio, ma non poteva competere con la mia terza di seno ancora tonica e con i miei capezzoli non ancora sformati, nonostante due gravidanze e circondati da un bellissima areola chiara. Lei era un po’ più bassa di me, ma aveva due cosce perfette, forse aveva fatto o faceva tuttora sport. In quanto ai piedi li avevamo entrambi bellissimi con le caviglie eleganti e sottili. Entrambi poi avevamo una grande cura per i nostri peli, lei con una striscia nera e sottile, io con un triangolino un po’ più accennato, ma tagliato cortissimo. Insomma due gran fiche. E un po’ maiale, ed io più di lei che facevo pompini in macchina al marito di un’altra mentre lei mi guardava in videochiamata o che assistevo alle loro chiavate sul divano di casa loro.
Si, mi sentivo troia, tanto troia, ma nello stesso tempo mi piaceva. Appena due mesi prima se qualcuno mi avesse detto che mi sarei fatta un ditalino in un negozio di intimo gli avrei dato del pazzo. Ma le cose cambiano.
Comunque quando chiuse il rubinetto dell’acqua e mi prese per mano per uscire dalla doccia mi ripresi da quei pensieri e la seguii docilmente. Ci fermammo davanti all’enorme specchio e ci guardammo negli occhi allo specchio. Fu uno sguardo fra troie, non c’era verso di sbagliare e allora le chiesi di getto, tradendo la mia ansia:
‘Ed ora?’
‘Non preoccuparti, non faremo niente che tu non vuoi fare, voglio che ti rilassi, intanto puoi vestirti e credo che l’unico ricambio per te sia l’intimo che hai acquistato stamani e non mi dispiacerebbe vedertelo di nuovo addosso, eri bellissima in quel camerino’
E così facendo aprì un cassetto e prese della biancheria intima per sé. Io ero un po’ riluttante, ma di fatto aveva ragione, non potevo fare diversamente.
‘Per favore indossalo qui davanti a me, io ti guardo e giuro che non farò niente che ti darà fastidio’.’ Aveva già lo sguardo del gatto che vede il topo nell’angolino.
Dopo essermi asciugata con cura presi il sacchetto della biancheria e tirai fuori le calze ed il reggicalze. Poggiai la gamba destra sulla vasca e mi infilai la prima calza, poi l’altra, molto lentamente. Mi stavo esibendo per lei. Nel mettere le calze accarezzavo le mie gambe per togliere le grinze e sfiorai il suo sguardo. Vidi che non aveva più le gambe accavallate, ma le teneva leggermente aperte. Si stava eccitando ed io con lei.
Mi passò il reggicalze e le lo misi sui fianchi per fissare le calze. Per farlo mi chinai leggermente su un fianco, così di sbieco vidi che si era portata una mano sul seno e si toccava il capezzolo, portando indietro la testa per il piacere. Stava partendo. Quando vide che la guardavo mi chiese:
‘Non ti dispiace se mi tocco un po’, vero? Ma non voglio venire.. voglio solo rimandare il piacere’
Si accomodò sulla sedia e si portò la mano sulla fica iniziando a passare lentamente l’indice sul clitoride e mi guardava, mentre gemeva sempre più chiaramente.
‘Girati un po’ e fammi vedere il tuo culo’ Non era più tranquilla come prima’
‘Piegati un po’ in avanti e con le mani allargati le natiche, voglio vedere il tuo buco del culo, e so che vuoi che mio marito ti inculi, vero?’
Anche io stavo partendo e con enorme piacere eseguii il suo ordine.
‘Senti io non credo di poter resistere, però se non vuoi non farò niente. Posso leccarti da dietro?’
‘Si’
Si inginocchiò alle mie spalle e sentii il suo alito sul culo mentre con le sue mani iniziava ad allargarmelo. Ero tesa da paura e lei mi stava guardando da vicino.
‘Hai una fica ed un buco di culo meravigliosi, se farai la brava ti farò inculare’
E iniziò lentamente a passare la lingua fra fica e culo mentre con il dito indice mi toccava il clitoride. Era la mia prima volta con una donna ed era bellissimo.
‘Non ti farò venire, voglio che anche tu impazzisca dalla voglia di godere, perché dopo avrai una sorpresa, tutta per te’
Mi poggiava la lingua sul buchino e ci soffiava sopra raffreddando la saliva e facendomi quasi annebbiare la vista. Poi appoggiò la punta dell’indice sul mio ano e lo introdusse lentamente, un po’ alla volta. Lo infilava e lo sfilava sempre più velocemente, mentre mi diceva ‘Lo senti come ti inculo con il mio dito? Lo senti nel culo? Ti senti troia? Dimmelo!’
‘Si, mi sento troia, tanto, ma non smettere, ti prego’ .
Ed invece smise, mi si parò davanti, completamente nuda, e guardandomi negli occhi si avvicinò, portando le sue labbra sulle mie. Senza alcuno sforzo le nostre labbra si sfiorarono in una carezza morbida, fino a quando io tirai fuori la mia lingua e gliela spinsi di forza in bocca.
‘Lo sapevo’ disse prima di rispondere alla mia lingua con la sua.
Mi prese le tette in mano e mi baciò con grande foga, mentre io le toccavo languidamente le orecchie infilandoci dentro le dita.
Fu allora che nello specchio vidi riflessa un’immagine nitida. Era l’Avvocato e ci stava guardando appoggiato alla porta. Il suo sguardo era come rapito, non sembrava neanche lui. Io mi irrigidii un po’ e lei disse:
‘Cielo &egrave arrivato mio marito!’ e scoppiammo a ridere tutti e tre.
Passato il momento di ilarità provai subito quell’eccitazione mista al timore che arriva quando ci si trova in situazioni particolari, e quella lo era, molto.
Ero stata beccata nuda dal marito della donna che mi stava infilando languidamente la lingua in bocca. Certo lo avevo pure scopato ed avevo assistito alle loro incredibili scene di sesso, ma ora era diverso, ero in trappola, o meglio dovevo ballare fino in fondo.
Come al solito ci pensò lei a sciogliere il ghiaccio:
‘Caro, vai pure a metterti comodo per il pranzo, ho invitato anche questa bella signora, ovviamente’
Mi passò una sua vestaglia nera di seta leggera, corta sopra il ginocchio, mentre lei rimanendo nuda sotto indossò un cardigan di suo marito grigio a coste che le lasciava scoperte le spendide cosce abbronzate slanciate dai sandali tacco dodici. Avrebbe fatto eccitare un morto, me di sicuro.
Ci dirigemmo in tinello dove ci raggiunse l’Avvocato a piedi nudi con l’accappatoio, fresco di doccia.
‘Ecco il pranzo, leggero, ma gustoso’ e con grande calma, muovendosi come una geisha depose sul tavolo un vassoio di frutta fresca, con ciliegie, fragole, lamponi e ribes.
Era surreale il silenzio che ci investì in quei momenti. Lei si sedette vicino a me mi porse un lampone invitandomi a mangiarlo direttamente dalle sue dita, portandomelo davanti alle labbra. Mentre lo prendevo tra le labbra vidi chiaramente l’erezione dell’avvocato che spingeva la vestaglia. Attraverso le sue gambe accavallate vidi anche la sua striscia di pelo. Stavo eccitandomi da morire. Era chiaro che il pranzo si sarebbe concluso in fretta.
‘Ed ora, cara amica mia, dovrai fare una cosa nuova” A quelle parole mi vennero i brividi. ‘niente paura, dovrai solo servire a mio marito una pastiglia” E con lo sguardo divertito mi passò un bicchiere di acqua ed una pillola color arancio. ‘Vai cara, vedrai che servirà a tutti noi’. Sentendomi porca come non mai, presi la pasticca, la misi direttamente sulla lingua dell’Avvocato e gli porsi il bicchiere.
‘Ed ora faremo per lui uno spettacolino’ Così dicendo si alzò mi prese per mano ed andammo in soggiorno.
Si sedette sul divano con tutte le cosce fuori e cominciò a baciarmi sul collo, mentre mi accarezzava le gambe. Poi, mentre guardava suo marito, mi girò il viso e mi infilò la lingua in bocca. Iniziammo uno scambio di baci con la lingua degno del miglior porno giapponese, fino a quando mi aprì lòa vestaglia e si mise a leccarmi un capezzolo sempre senza smetter di guardare l’Avvocato. Io stavo godendo con la testa all’indietro, ma vidi chiaramente che dall’accapatoio spuntava il suo cazzo duro.
Con grande mia soddisfazione la donna scese in ginocchio davanti a me sporgendo il culo verso il marito, mi allargò le gambe e mi annunciò: ‘ Ora ti farò godere come mai prima!’
Cominciò a leccarmi l’incavo delle cosce e lentamente si avvicinava alla mia fica già completamente bagnata. A quel punto presi ogni freno inibitorio: ‘Ti prego fammi venire o impazzisco’.
Fu così che portò la sua morbida lingua sul mio clitoride e lo slinguò come fosse un piccolo cazzo. Nel frattempo mi mise il pollice nella fica e con l’indice mi accarezzava il buco del culo, sempre continuando a leccarmi il clitoride.
Stavo impazzendo. ‘Mettimi un dito in culo, voglio essere inculata’.
MI infilò l’indice nella fica e dopo averlo bagnato me lo infilò di brutto nel culo, strappandomi un gemito strozzato. Sentii l’orgasmo montare come una marea ed iniziai a muovere in bacino su e giu per incontare la sua lingua, ma d’improvviso si staccò e fu allora che con uno sguardo da troia che mai le avevo visto disse:
‘Eh no, cara, imparerai che l’attesa del piacere &egrave il vero piacere’.
Stavo quasi per implorarla, ma con un impeto di orgoglio mi trattenni, anche dal toccarmi da sola e godere subito, tanto era la mia voglia.
‘Vieni tra noi caro, vedo che la chimica ti ha già aiutato’, disse sorridendo, mentre l’uomo ormai completamente nudo, si avvicinava con il cazzo teso allo spasimo.
Si mise nel mezzo e stavolta, fui io a prendere l’iniziativa, andando a prendergli le palle con la mano piena, mentre lo baciavo a lingua piena.
La mia amica si mise a leccargli la cappella lucida e mi invitò gentilmente a raggiungerla per il più classico dei sogni maschili, il double blowjob.
Io lo masturbavo mentre lei lo ciucciava e viceversa. Poi gli slinguavamo la cappella da cui già usciva il liquido che precede lo sperma. Il suo cazzo era veramente un tronco e l’Avvocato iniziava a smaniare, non ce la faceva più.
‘Che dici cara, lo facciamo venire? Per gli uomini &egrave diverso, loro godono a comando’
‘Si facciamolo venire, ma poi voglio che mi inculi, lo voglio tutto nel culo, fino alle palle’.
‘Ma si, dopo ti faccio inculare, e vedrai’.’
‘Avanti troie, fatemi sborrare, vi voglio bagnare tutte’
‘Calma stallone, qui comandiamo noi! Cara lo vuoi in faccia e lo vuoi in bocca?’ e mentre lo diceva mi accarezzava un capezzolo con il pollice.
‘Lo voglio in faccia, voglio essere troia, fino in fondo’ Ero come impazzita.
‘Ed allora vieni qui, inginocchiati davanti a lui, devi prenderlo tutto’
Si alzarono in piedi e lei da dietro iniziò a masturbarlo nella mia bocca come una pazza, mentre gli slinguava un orecchio, poi un urlo strozzato ed uno schizzo di sperma mi scavalcò la faccia, finendomi tra i capelli, mentre i successivi, non meno violenti, mi finirono in faccia e sul seno. Fu allora che si inginocchiò accanto a me con le dita raccolse lo sperma dal mio viso, per poi farmele succhiare una ad una, facendomi scendere lo sperma dentro la bocca.
Ed io succhiavo, succhiavo avidamente, ma non mi bastava. Iniziai a slinguarla guidando lentamente la cappella in mezzo alle nostre labbra. Una cosa incredibile ed il bello era che quel meraviglioso cazzo era ancora duro, sembrava dovesse venire un’altra volta, tanto l’Avvocato smaniava.
Ma io avevo altri piani’..

Segue
Mi sentivo tanto porca, con tutto quello sperma addosso e quell’odore di sesso mi entrava nelle narici fin quasi a strdirmi. La scena era notevole, con lei e lui che si baciavano sul divano, mentre lei impugnava alla base il suo cazzo già duro. Lo teneva a fatica in mano, ma non lo muoveva, solo lo stringeva come si stringe un tubo di ferro, tanto sembrava duro.
Io ero in piedi, con indosso il reggicalze e le calze nere e con il viso coperto di sperma. Avevo una voglia matta di prendere quel cazzone nel culo, era ormai una fissazione. Mi ero allenata con toys e verdure varie, ma quel cazzo era davvero largo nel mezzo’. Guardarli mentre si slinguavano mi fece eccitare ancora di più, ma così sporca, avevo delle remore ad avvicinarmi. Ci pensò lei a togliermi dall’imbarazzo:
‘Vieni da noi, cara, ho voglia di asciugare lo sperma di mio marito dalla tua faccia’ e così dicendo mi tese la mano con il suo sguardo invitante. Mi inginocchiai a terra davanti a loro e mentre l’Avvocato si spostò per vedere meglio, lei si avvicinò a me e cominciò a passare la lingua sul mio viso e sulle mie labbra, aspirando e succhiando con grande trasporto. L’avvocato si appoggiò sulla spalliera del divano a gambe larghe con le grosse palle in evidenza. Mi venne naturale allungare una mano e giocarci con la punta delle dita e poi prenderle compeltamente nel mio palmo, mentre sua moglie mi infilava la lingua impastata di sperma in bocca.
Altrettanto naturale mi venne allungarmi un pò verso il divano per leccargli le palle e prenderle una ad una in bocca, aspirandone l’odore di sborra a pieni polmoni.
‘Caro hai visto che troia abbiamo trovato, così bella e tanto troia!’
La sentii arrivare dietro e di me ed abbrancarmi le tette coperte di sperma per poi leccarsi le dita. Mi stava letteralmente ripulendo, capelli a parte ovviamente, che sentivo belli impiastricciati.
Mentre gli leccavo le palle, portai il dito medio sul suo ano e cominciai a giocarci, osservando la reazione di lui, che fu chiarissima non appena alzò il culo per agevolare la manovra. Così mi girai e feci leccare il dito a sua moglie:
‘Bagnalo bene cara che glielo voglio infilare tutto nel culo, a questo porco!’
A quelle parole se lo infilò tutto in bocca, afferrandomi il polso per mantenerlo ben fermo: in pratica mi stava spompinando il dito medio, guardandomi negli occhi. Ma fece di più. Mi prese la mano, anzi il dito e lo accompagnò verso il culo di suo marito, che ci guardava con grande libidine.
Io tenevo l’indice dritto e lei lo guidò nel culo del marito, che si lasciò andare a un mugolio di piacere ‘Ahhh, si, inculatemi”
Io, che ormai non ce la facevo più, di rimando dissi:
‘Si ma poi voglio la tua fava nel culo, me la dai?’
‘Te la do, ma solo se mia moglie lo vuole. Cara, vuoi che inculi questa bella donna? Che gli sbatta le palle su quel suo bellissimo culo?’
‘Ma si, fagli il culo e poi potrà dire di avere scoperto il mondo delle puttane, quelle vere, che amano il cazzo e lo vogliono dappertutto!’
Io nel frattempo pompavo il culo dell’uomo infilandogli il dito medio fino alla base della mano e poi togliendolo tutto, mentre continuavo a leccargli i grossi coglioni penduli.
La mia amica a quel punto, mi fermò e mi disse di sdraiarmi a pancia in giù sul tappeto.
Ubbidii subito, immaginando la sua prossima mossa.
“Allarga le gambe, voglio vedere il tuo forellino, che poi diventerà un vero buco di culo, tanto sarà sfondato”
Sentii le sue mani allargarmi le natiche e poi sentii arrivare un fiotto di liquido denso che cominciò a spalmarmi sul culo e sulla fica, infilando la mano fra le cosce, mentre io alzavo leggeremente il busto per agevolare la sua manovra.
Poi mi infilò due dita nel culo e prese a pompare con mia grande gioia. Continuò così per un tempo interminabile facendomi quasi venire, fino a quando la sentii dire:
‘Ora tocca al tuo bellissimo uccello, ti voglio vedere inculare questa troia e versargli un litro di sborra nel corpo’.
L’Avvocato si alzò e lei gli dette due belle leccate sulla cappella.
Lo sentii sdraiarsi sulla mia schiena, mentre si teneva su con le braccia muscolose, per non schiacciarmi. Sentivo il suo cazzo durissimo andare su e giù sul solco delle mie natiche, mentre io stavo aprendo le gambe più che potevo.
‘Cara mia questa non &egrave una posizione facile per prenderlo nel culo, ma questa &egrave quella che vi permetto.’ Disse con un certo paicere di dominio.
Prese la fava di suo marito e la poggiò sul mio ano, guardando con attenzione cosa succedeva.
L’avvocato a quel punto alzandosi sulel braccia lo spinse delicatamente abboccando la sua cappella, che nel mio culo bagnato di vaselina, entro senza alcun problema.
Ora veniva il bello.
‘Che bello il cazzo di mio marito nel culo, vero?’
‘Si, dammelo tutto, ma fai piano, non voglio che mi sfondi’
Così l’Avvocato lentamente e con molta delicatezza prese a spingere entrando sempre di più dentro di me, mentre io al colmo dell’eccitazione e della emozione strusciavo i miei capezzoli sul tappeto, ricevendo vere e proprie scosse di libidine.
E così arrivò al punto.. Io cominciavo a sentire bruciore, ma lo volevo tutto ed ero fuori di me.
‘Vai, mettimelo dentro fino in fondo, maiale!’
E così fece. Provai un dolore lancinante e secco, come una stilettata nell’inguine, ma dentro di me godevo per quanto mi sentivo porca.
‘Si inculami, ora, vai inculami tutta’
E lui, gentile come non mi aspettavo, prese ad incularmi con un movimento lento e misurato, arrivava in fondo e lo sfilava quasi tutto, per poi riinfilarlo tutto.
Io contiunavo a strusciare i capezzoli sul tappeto, quando sentii la mano di lei infilarsi sotto le mie gambe e raggiungere la mia fica.
‘Voglio che tu goda con il cazzo nel culo, se godi la prima volta godrai sempre’
E prese a sfregarmi il clitoride con le dita, mentre suo marito mi inculava dolcemente.
Le vampate che mi avvolsero il viso annunciavano che stavo per venire, la stimolazione dei capezzoli e della fica oltre all’inculata, mi stavano portando diretta alla meta.
E venni! Cazzo se venni, cacciando un urlo quasi disperato.
‘Vengooo! Dio mio, come godooo, siiiii, schizzami tutto nel culo!’
A quel punto l’Avvocato non ce la fece più e sentii chiaramente il suo cazzo che si contraeva e dilatava al massimo per gli schizzi che mi versava nel culo, in mezzo ad un quasi rantolo:
‘Ahhhhhh, vengooo! Vengoooo! Cazzo quanto ho goduto, grazie ragazze, siete due femmine fantastiche’
E vidi che si sporgeva per baciare teneramente la moglie’

Segue

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